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  • Juventus-Sampdoria 1-2, Icardi rovina Befana bianconera

    Juventus-Sampdoria 1-2, Icardi rovina Befana bianconera

    Peggio di così non poteva iniziare il 2013 della Juventus, ma la Befana sembra non portare affatto bene ai bianconeri che, due stagioni fa, proprio il 6 Gennaio persero la gara contro il Parma e Fabio Quagliarella per infortunio al crociato. Anche Juventus-Sampdoria termina con una sconfitta, in casa, con rimonta subita nonostante il vantaggio numerico, ed un infortunio a Claudio Marchisio che lascia con il fiato sospeso almeno fin quando sarà possibile comprenderne l’entità. Quel che è certo, però, è che il risultato di Juventus-Sampdoria sorprende per come è maturato, considerando che nel primo tempo la squadra bianconera aveva ben controllato il risultato, passando in vantaggio con un netto rigore al 24′ per fallo di Berardi su Marchisio, ben calciato da Giovinco dopo diversi errori dagli undici metri da parte dei compagni di squadra nelle partite precedenti, che regala alla Formica Atomica il nono gol stagionale: 1-0. Al 32′ giunge il doppio giallo per Berardi che lascia la Sampdoria in inferiorità numerica: a primo impatto sembrava un match semplice da portare a casa, ma lo stesso Giovinco nell’intervallo tra il primo e secondo tempo aveva sottolineato la necessità di chiudere la gara prima che la Sampdoria provasse la propria reazione, considerando, inoltre, le proteste dei bianconeri per un rigore non concesso dal direttore di gara per fallo in area su Matri.

    Juventus-Sampdoria, Icardi rovina Befana a Conte | © Valerio Pennicino/Getty Images
    Juventus-Sampdoria, Icardi rovina Befana a Conte | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Il “sentore”, però, nella ripresa si è trasformato in realtà, come meno ci si poteva aspettare con un’incredibile papera di Gigi Buffon su tiro di Icardi al 7′ del secondo tempo che regala il pareggio ai blucerchiati in maniera inaspettata: 1-1. La Sampdoria, però, dopo il pari sembra crederci e con Poli sfiora il clamoroso vantaggio. La gara si incanala, così, su binari totalmente impensabili fino a pochi minuti prima, con la Juventus in grande apprensione e connotata da scarsa lucidità, lasciando – anche se in superiorità numerica – il fianco al contropiede degli uomini di Delio Rossi, coraggioso a lasciare in campo le due punte Eder e Icardi: così, il giovane argentino trova il gol che completa il pomeriggio da incorniciare del riscatto doriano, beffando Peluso e infilando di nuovo Buffon per il gol del 1-2.

    La Juventus a questo punto avrebbe tempo per provare a raddrizzare la gara, ma sembrano mancarle la grinta e la lucidità giusta, fotografate alla perfezione dai due errori grossolani di Mirko Vucinic sotto porta, colpendo prima la traversa sottomisura e poi non riuscendo a infilare sul secondo palo una ghiotta palla-gol, che manda a lato. Il pomeriggio bianconero era già a tinte molto fosche ma, come se non bastasse, sul finire di gara giunge anche l’infortunio di Claudio Marchisio che, già acciaccato, aveva deciso di stringere i denti e restare in campo poichè i cambi erano terminati: in un allungo il Principino si accascia a terra, facendo temere per una distorsione al ginocchio che verrà valutata nei prossimi giorni.

    Il match termina così con la clamorosa vittoria della Sampdoria, che compie un colpaccio inaspettato allo Juventus Stadium, inducendo mister Conte a masticare carbone amaro in questa Epifania, che poteva concludere al meglio il girone d’andata della sua Juventus campione d’Inverno ma che, invece, ha mostrato un volto inedito della sua squadra, che ha patito a caro prezzo la sosta natalizia e che, ora, ha pochi giorni per ritrovarsi prima della gara dei quarti di Coppa Italia con il Milan.

    Juventus-Sampdoria le pagelle:

    Buffon 5 Il suo errore clamoroso costa il pareggio di Icardi, ma il numero uno “ci mette la faccia” nel post gara ed analizza la poca lucidità della squadra, incapace di reagire alla difficoltà

    Giovinco 6 Uno dei migliori di questa Juventus, capace di realizzare il rigore (e non è un dettaglio da poco) e di giocate importanti che denotano una buona condizione

    Icardi 7.5 Questa gara non avrebbe dovuto giocarla perchè voleva raggiungere l’Under 20 Argentina, ma si ritrova in campo e fa la differenza con una clamorosa doppietta allo Stadium

    Juventus-Sampdoria 1-2, il tabellino:

    Juventus (3-5-2): Buffon 5; Barzagli 6, Bonucci 5.5  Peluso 5; Padoin 5.5, Pogba 5, Pirlo 5.5, Marchisio 6, De Ceglie 5.5; Matri 5.5, Giovinco 6.

    Sampdoria (3-5-2): Romero 6; Gastaldello 6, Palombo 6, Costa 6; Berardi 5, Obiang 5.5, Krsticic 6, Poli 6.5, Estigarribia 6; Eder 6.5, Icardi 7.5.

    Ammoniti: Poli, Berardi, Pogba, Bonucci, Kristicic, Romero, Peluso, Icardi, Pirlo

    Espulsi: Berardi

    Marcatori Juventus-Sampdoria: 24′ pt Giovinco, 7′ st e 24′ st Icardi

    Video Juventus-Sampdoria:

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  • Juventus-Sampdoria, Conte rilancia Matri

    Juventus-Sampdoria, Conte rilancia Matri

    Juventus-Sampdoria valida per la diciannovesima giornata di serie A, ultima del girone di andata, è la prima gara dell’anno nuovo, e si disputa alle ore 15 allo Stadium di Torino. Un match importante perchè permetterà di testare la condizione delle due squadre, ed in particolare della capolista bianconera, dopo la lunga sosta natalizia anche se, a ben vedere, le vacanze degli uomini di Conte sono state caratterizzate dal lavoro sul campo di allenamento di Vinovo per “mantenere in caldo i muscoli” ed evitare eccessive distrazioni in vista della ripresa che porterà, poi, direttamente alla fase calda della stagione, con gli impegni europei a partire da Febbraio.

    Juventus – La squadra di mister Conte, intanto, dovrà fare a meno di due uomini molto importanti che, finora, hanno fornito sempre un contributo fondamentale alla causa: Asamoah e Chiellini. Il primo, come noto, è partito il 4 Gennaio con la sua Nazionale per disputare la Coppa d’Africa e la durata della sua assenza dipenderà proprio dal cammino del Ghana nella competizione che terminerà ufficialmente il prossimo 10 Febbraio. Nel caso di Giorgio Chiellini, invece, è l’infortunio muscolare patito prima della sosta a tenerlo ancora fermo ai box, richiedendo l’arrivo di Federico Peluso in veste di rinforzo, che potrebbe scendere anche in campo dal primo minuto ed è in ballottaggio con Caceres. Per sostituire Asamoah, invece, il ballottaggio per la fascia è tra De Ceglie e Giaccherini, mentre Mauricio Isla sarà sulla corsia opposta per prendere il posto dello squalificato Lichtsteiner, oppure in alternativa, Conte potrebbe decidere di dare spazio a Padoin che nelle ultime uscite non ha mai sfigurato. In attacco, Mirko Vucinic non è al meglio per un risentimento alla caviglia, e potrebbe esservi spazio per Alessandro Matri, autore di una doppietta contro il Cagliari nell’ultima gara del 2012, in attesa di riconfermarsi come uomo-gol dopo un periodo non certo prolifico, al fianco di Sebastian Giovinco.

    Juventus-Sampdoria, Conte ripropone Matri | © Claudio Villa/Getty Images
    Juventus-Sampdoria, Conte ripropone Matri | © Claudio Villa/Getty Images

    Sampdoria – I problemi per Delio Rossi, alla seconda panchina blucerchiata dopo l’esordio con sconfitta contro la Lazio, riguardano la necessità di dover cambiare il suo modulo prediletto, il 4-4-2, e trasformarlo in 3-5-2 considerando la mancanza di giocatori in rosa che abbiano le caratteristiche per giocare a quattro. La difesa della Sampdoria, dunque, dopo giorni di apprensione per Romero – fermatosi in allenamento per un problema al ginocchio – in concomitanza con l’infiammazione al gomito del suo vice Da Costa e della partenza di Falcone con l’Under 18, vedrà in porta il rientrante Romero che stringerà i denti, e poi la linea a tre composta da Gastaldello, Palombo – che si adatterà come centrale difensivo – e Costa, mentre a centrocampo andranno gli esterni Berardi ed Estigarribia, ed Obiang, Poli e Kristicic in mezzo; in attacco vi sarà la coppia formata da Icardi e Eder.

    Juventus-Sampdoria le probabili formazioni:

    Juventus (3-5-2): Buffon, Caceres, Bonucci, Barzagli; Isla, Vidal, Pirlo, Marchisio, De Ceglie; Matri, Giovinco. A disposizione: Storari, Rubinho, Marrone, Padoin, Pogba, Peluso, Giaccherini, Quagliarella, Vucinic. Allenatore: Antonio Conte.

    Sampdoria (3-5-2): Romero; Gastaldello; Palombo, Costa; Berardi, Obiang, Poli, Kristicic, Estigarribia; Eder, Icardi. A disposizione: Berni, De Silvestri, Castellini, Mustafi, Poulsen, Rossini, Tissone, Pozzi, Renan, Juan Antonio. Allenatore: Delio Rossi.

    Allo Juventus Stadium di Torino, Juventus-Sampdoria sarà diretta dal signor Paolo Valeri.

  • La Sampdoria esonera Ferrara, arriva Delio Rossi

    La Sampdoria esonera Ferrara, arriva Delio Rossi

    L’annuncio era nell’aria dopo l’ennesima sconfitta rimediata dalla Sampdoria ieri a Catania, un secco e perentorio 3-1 che Ciro Ferrara non aveva digerito, concludendo con gran nervosismo il match e rifiutandosi anche di stringere la mano al tecnico etneo Maran, innescando un battibecco al rientro degli spogliatoi: un segnale inequivocabile della non serenità del tecnico napoletano, che è stata poi confermata dai fatti di queste ore. La Sampdoria esonera Ferrara, senza più alcuna prova d’appello, ed è giunta anche l‘ufficialità con comunicato della stessa società blucerchiata che è apparso sul sito del club.

    Nella nota si legge che la Sampdoria esonera Ferrara sollevando anche il suo staff dall’incarico e, al contempo, accetta le dimissioni del direttore sportivo Pasquale Sensibile e del coordinatore dell’area tecnica Domenico Teti. Una vera e propria rivoluzione, una sorta di uragano che si è abbattuto sul progetto blucerchiato che – per quanto visto finora – si è indiscutibilmente rivelato inconsistente e deludente per i tifosi che speravano in qualcosa di diverso dopo il ritorno in serie A che fa seguito al purgatorio della serie cadetta. Le dimissioni di Sensibile vanno lette come una scelta coerente considerando che è stato proprio l’ormai ex ds a scegliere Ferrara ed a credere il lui: venendo meno il “suo” tecnico, dunque, Sensibile ha preferito abbandonare il progetto ed al suo posto il nuovo direttore sportivo sarà Osti, ex dirigente dell’Atalanta a testimoniare che la Sampdoria esonera Ferrara e decide di ripartire facendo “tabula rasa” di ciò che è stato finora.

    Sampdoria esonera Ferrara, arriva Delio Rossi | ©Valerio Pennicino/Getty Images
    Sampdoria esonera Ferrara, arriva Delio Rossi | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    La formazione guidata da Ferrara, invece, ha inanellato troppi risultati negativi, basti pensare alle sette sconfitte di fila “collezionate”, interrotte poi da due vittorie – tra cui quella del derby della Lanterna con il Genoa – ma in realtà i problemi veri e propri non sono stati mai risolti realmente: alla squadra è mancata la continuità dei risultati (un bilancio nero con nove sconfitte, tre pareggi e cinque vittorie, ndr) e, forse, anche la serenità dello spogliatoio, considerando che già da tempo si percepiva che la panchina di Ciro Ferrara stava scricchiolando: come spesso accade a pagare è l’allenatore e dunque la Sampdoria esonera Ferrara ma, in realtà, sarebbe opportuno valutare le problematiche interne e provare a rimediarvi sul mercato.

    Oltre a qualche problema psicologico, è impossibile non sottolineare quello che è l’aspetto tecnico più problematico della formazione doriana, legato al rendimento del reparto offensivo, che fatica a realizzare ciò che viene creato: manca una punta capace di segnare anche se la squadra gioca male, che abbia le caratteristiche tali da sbrogliare la matassa nelle situazioni di sofferenza. Un tipo di giocatore che può essere molto utile nella durissima lotta per la salvezza e che, invece, in casa blucerchiata sembra mancare al contrario di quanto accade, invece, in casa di altre rivali nella volata salvezza.

    Per tutte queste ragioni, appare realmente molto arduo e soprattutto delicato il compito che attende, ora, il successore di Ciro Ferrara di cui si conosce già il nome: l’ex tecnico di Fiorentina, Palermo e Lazio Delio Rossi, che arriverà a Genova già domani, martedì, quando verrà presentato in conferenza stampa. Sempre nella giornata di domani, Delio Rossi sarà già in campo con la squadra per dirigere il suo primo di allenamento e preparare la partita che concluderà il 2012 della Sampdoria e che il caso ha voluto fosse proprio contro la sua ex squadra, la Lazio attualmente guidata da Petkovic.

  • I segreti di Montella. Fiorentina, aperto un nuovo ciclo

    I segreti di Montella. Fiorentina, aperto un nuovo ciclo

    Dopo tredici giornate ed un terzo posto, a pari punti con il Napoli, la sorpresa diventa realtà. Questa Fiorentina continua a stupire tifosi viola e non, convincendo sempre di più sotto l’aspetto del gioco e dei risultati. Dopo due anni difficili, causati dalla difficile gestione dell’era post Prandelli (allenatore amato a Firenze) con Mihajlovic prima e Delio Rossi poi (seppur per pochi mesi) che non sono riusciti a dare un’identità precisa alla squadra, piazzandosi nelle ultime due stagione a centro classifica, preoccupandosi più di mantenere la categoria piuttosto che di guadagnarsi un piazzamento europeo. La svolta c’è stata quest’estate con l’arrivo di Vincenzo Montella e l’inizio del Nuovo Progetto Viola. L’entusiasmo della dirigenza viola e dell’ex mister del Catania ha fatto il resto.

    I PRIMI PASSI – La società viola, dopo aver scelto il tecnico, ha portato avanti una rivoluzione senza precedenti nel mondo del calcio italiano. Una rosa intera messa in discussione e successivamente venduta, tranne qualche elemento, ritenuto importante dal nuovo mister. Ecco quindi le conferme di Jovetic, ritenuto incedibile dalla proprietà e punto fermo dalla quale ripartire, di Pasqual, diventato capitano con l’addio di Montolivo, e di tre elementi che Montella ha ritenuto validi per il suo progetto: Ljajic, Romulo e Olivera.

    Fiorentina
    Entusiasmo tra i giocatori della Fiorentina © Giuseppe Bellini/Getty Images

    MERCATO ESTIVO – Acquisti eccezionali da parte del duo Macia – Pradè, in grado di portare a Firenze giocatori del calibro di Borja Valero, Aquilani, Pizarro. Senza dimenticare i vari Roncaglia, Rodriguez, Mati Fernandez e Cuadrado. Nei giorni finali di mercato si è tentato il colpaccio in avanti, senza fortuna, ripiegando sull’ex Luca Toni, ormai 35enne (autore di 4 gol in questo inizio di stagione). Senza dimenticare l’acquisto del portiere-tifoso Viviano, che ha fatto di tutto pur di tornare nella sua amata Firenze.

    IL SEGRETO – Se vogliamo cercare l’uomo simbolo di questa grande stagione non può che essere l’allenatore. Vincenzo Montella è arrivato a Firenze con l’intenzione di giocare con il 4-3-3. Trovatosi con gli uomini inadatti per quello schieramento tattico, ha deciso di passare all’ormai famosissimo 3-5-2, che sta dando ottimi frutti. Proprio l’intelligenza e l’elasticità tattica del nuovo mister ha permesso alla Fiorentina di stazione fin da subito nelle zone importanti della classifica, capace di dare un gioco bello e armonioso alla propria squadra dopo appena tre mesi. Se invece dobbiamo stabilire il giocatore che ha preso per mano la i compagni in campo, non ci sono dubbi, David Pizarro. Il regista cileno è l’uomo indispensabile per l’equilibrio della squadra e la sua esperienza è fondamentale per una formazione cambiata radicalmente rispetto alla scorsa stagione.

    Vincenzo Montella
    Montella, simbolo della rinascita viola © Giuseppe Bellini/Getty Images

    PIU’ QUALITA’ MENO QUANTITA‘ – Nel calcio moderno avere un incontrista diventa sempre più necessario. Montella deve pensarla diversamente (non sbagliando) visto che schiera contemporaneamente tre palleggiatori a centrocampo. Aquilani (o Mati Fernandez), Borja Valero e Pizarro non offrono grandi garanzie in fase di rottura ma permettono alla squadra di poter fare la partita ovunque, con il palleggio rapido e stretto, sfruttando l’inserimento dei due laterali (Cuadrado e Pasqual) che aprono le difese avversarie. La fase difensiva? Spirito di sacrificio e movimenti studiati in allenamento, in modo tale da correre meno occupando ogni spazio utile per gli avversari ed infine, pressing alto e squadra sempre compatta.

    ENTUSIASMO – L’entusiasmo della piazza viola è sotto gli occhi di tutti. Andrea Della Valle è tornato ad essere presenza fissa nelle partite interne, con tanto di esultanze da tifoso della curva. Tutto questo comporta delle responsabilità da parte dei giocatori, che sentono il dovere di non deludere il popolo fiorentino, che aspettava questi momenti dall’ottimo ciclo di Prandelli. Per non parlare del progetto della dirigenza viola, che vorrebbe costruire un centro sportivo per la squadra, con tanto di nuovo stadio.

    SOGNARE NON COSTA NULLA – La classifica viola sorride.  I 27 punti conquistati permette alla squadra di stazionare al terzo posto in classifica (insieme al Napoli) ad un solo punto dall’Inter (che occupa la seconda posizione). La Juventus, capolista, dista 5 lunghezze. Un buon margine per i bianconeri, che potrebbero però accusare un normale calo fisico intorno a febbraio-marzo dovuto al doppio impegno. A Firenze iniziano a sognare e farlo non costa nulla.

  • Zeman, fiducia a tempo fino al derby

    Zeman, fiducia a tempo fino al derby

    Il clima in casa Roma sta diventando sempre più pesante. Zdenek Zeman, nonostante le smentite di rito, sente il fiato sul collo e avrebbe le ore contate. La gara di Parma, giocata in un campo ai limiti della praticabilità, ha mostrato ancora una volta i tanti limiti della squadra capitolina, che sa segnare come pochi ma subisce gol da terza categoria, con errori difensivi grossolani, tipico delle squadre del boemo, tanto brave in attacco quando insufficienti in difesa. In dieci partite, la Roma ha ottenuto 4 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte, non certo il cammino ideale di una squadra che ad inizio stagione partiva con l’obiettivo di contrastare la Juventus nella lotta per lo scudetto, salvo poi tirarsi indietro dopo le prime difficoltà.

    Miglior attacco e peggior difesa del campionato con 22 reti all’attivo e 19 gol al passivo. D’altronde, se in estate decidi di prendere Zemancome allenatore devi aspettarti questi numeri, poi se si acquistano difensori non adatti al suo tipo di gioco, la frittata è servita. Nonostante tutto, la maggior parte del tifo romanista continua ad avere fiducia nel proprio allenatore, capace di regalare partite spettacolari al proprio pubblico, anche se spesso è protagonista di rimonte incredibili.

    Zeman
    Zeman a rischio esonero, decisivo il derby © Claudio Villa/Getty Images

    La dirigenza al contrario non sarebbe del tutto soddisfatta del boemo e nonostante le smentite “l’allenatore non si tocca“, potrebbe presto esonerare il proprio mister. Non sarà decisiva la prossima partita casalinga contro il Palermo ma, quella successiva, il derby romano, valido per la dodicesima giornata del campionato di Serie A. In caso di sconfitta nella stracittadina, la Roma potrebbe decidere di terminare il rapporto con Zeman, dichiarando fallito per il secondo anno consecutivo il progetto per la rinascita della squadra giallorossa.

    Il tecnico lavora tranquillo, come è nel suo carattere. Non legge i giornali e vuole uscire al più presto da questa situazione che potrebbe diventare più grave se il giudice dovesse annullare lo 0-3 a tavolino ottenuto per la partita rinviata contro il Cagliari, con la Roma che scenderebbe in classifica a 11 punti e si dovrebbe giocare la vittoria in campo contro i rossoblu.

    E già circolano i primi nomi per sostituire il boemo. Si parla del tecnico della Primavera Alberto De Rossi, che ritroverebbe il figlio in prima squadra, rischiando probabilmente un conflitto d’interessi che la società non vorrebbe creare. La soluzione più importante è quella di Delio Rossi, ex tecnico di Lazio e Fiorentina che non avrebbe problemi a sedersi sulla panchina giallorossa nonostante in passato sia stato beniamino del pubblico biancoceleste. Infine, se si dovesse cercare un semplice traghettatore fino a giugno, per l’anno prossimo si punterebbe su Massimiliano Allegri. L’attuale tecnico del Milan, difficilmente continuerà la sua avventura a Milanello e accetterebbe volentieri la panchina romanista.

    La fiducia illimitata intorno a Zeman sembra finita. Roma-Palermo di domenica notte è un primo esame per il boemo ma quello decisivo sarà una settimana più tardi nel derby romano, a quel punto in caso di sconfitta aspettiamoci grossi ribaltoni in casa giallorossa con la dirigenza che farebbe saltare il proprio tecnico, mettendo in dubbio le scelte operate in fase di campagna acquisti, vedi l’arrivo di giocatori troppo giovani per poter puntare in alto, con il flop assoluto di Destro, l’acquisto più costoso dell’estate romanista, che non trova spazio tra gli undici titolari.

  • Panchine roventi a Cagliari e Chievo, Ficcadenti e Di Carlo verso l’esonero

    Panchine roventi a Cagliari e Chievo, Ficcadenti e Di Carlo verso l’esonero

    Arrivati alla sesta giornata di Serie A di questa nuova stagione cominciano già le polemiche sugli allenatori: dopo Sannino, esonerato nella scorsa settimana per lasciare posto a Gasperini approdato alla guida del Palermo, concluse le partite del week end a rischio sono Ficcadenti e Di Carlo. Il primo, allenatore del Cagliari, si trova in una situazione di certo non favorevole dopo la sconfitta subita con la neopromossa Pescara: l’1-2 di ieri ha infatti mosso definitivamente Cellino il quale non vuole continuare ad essere il fanalino di coda della classifica. In sei partite i sardi hanno totalizzato solamente due punti, frutto dei pareggi rispettivamente contro il Palermo e l’Atalanta: nelle restanti gare infatti sono usciti sempre sconfitti dal campo con risultati e prestazioni da dimenticare. Proprio per questo l’idea è quella di dare una scossa a tutta la squadra e di cambiare la guida di essa: i primi nomi che compaiono sulla lista di Cellino sembrano essere Edy Reja, ex tecnico della Lazio, e Delio Rossi, tanto discusso nella passata stagione per l’episodio con il suo giocatore Ljajic.

    Quel che è certo è che i vertici del Cagliari sono alla ricerca di una persona in grado di dare una svolta a questa squadra, in modo tale da cominciare a guadagnare punti importanti per scrollarsi di dosso l’ultimo posto. Da non sottovalutare è l’ipotesi di promuovere Diego Lopez, attuale allenatore della primavera, il quale a detta di molti porterebbe quel qualcosa in più all’interno della squadra; altri papabili sostituti si identificano poi in Daniele Arrigoni, Alessandro Costacurta e soprattutto in Davide Ballardini.

    Massimo Ficcadenti © Enrico Locci/Getty Images

    Altra panchina a rischio è quella veronese del Chievo: in queste ore si sta infatti discutendo il lavoro svolto fino ad oggi da Domenico Di Carlo in quanto l’unica vittoria dall’avvio del campionato non sta accontentando il presidente Luca Campedelli. A peggiorare la situazione è stata poi la partita di ieri dove i gialloblu si sono arresi con un pesantissimo 4-1 al Palermo: questa sconfitta è andata ad aggiungersi alle altre quattro subite con Parma, Lazio, Juve e Inter ma soprattutto ha dato dei segnali negativi vista la mancata grinta e la poca determinazione messa in campo.

    Ecco dunque che sul web spopolano i primi nomi anche se, a detta dell’interessato Di Carlo, il Chievo non avrebbe parlato di esonero: si vocifera che il club veneto abbia contattato Delio Rossi, già in trattativa con il Cagliari, ma abbia pensato anche a Ballardini, Malesani e Delneri, ma si dice anche che la società voglia aspettare il risultato e le prestazioni del match della prossima settimana. Sabato i veronesi dovranno affrontare la Sampdoria la quale è riuscita a mettere in piedi un avvio positivo grazie alle vittorie con Pescara, Siena e Milan, portandosi al quinto posto in classifica: di certo i ragazzi di Ciro Ferrara vorranno riprendersi dalla sconfitta subita domenica contro il Napoli già da questo imminente impegno. Dall’altra parte se Di Carlo dovesse fallire nuovamente, le possibilità che Campedelli scelga di togliergli la guida del Chievo diventano altissime dato che al presidente gialloblu non sta di certo bene il terzultimo posto in classifica davanti solamente a Cagliari e Siena.

  • Cagliari, Delio Rossi o Reja se salta Ficcadenti

    Cagliari, Delio Rossi o Reja se salta Ficcadenti

    Si sarà pure dimesso dalla carica di Presidente del Cagliari, ma Massimo Cellino continua ad osservare da vicino la squadra e nei giocatori non vede la cattiveria giusta e la voglia di lottare su ogni pallone, caratteristica che il patron sardo vuole dai ragazzi per centrare una difficile salvezza. Per questo motivo avrebbe messo in discussione la posizione del mister Ficcadenti, concedendogli ancora due settimane di tempo per dare una sterzata netta alla stagione dei rossoblu che si ritrovano in piena zona retrocessione avendo guadagnato due punti in cinque partite senza neanche convincere sull’aspetto del gioco. Chi sta peggio del Cagliari è il Palermo dell’amico Zamparini, ultimo con un solo punto in classifica e con il cambio della guida tecnica già effettuato.

    I DUBBI – Cellino non è convinto pienamente sul modulo tattico utilizzato da Massimo Ficcadenti, che manda in campo la squadra con il 4-3-3, ma in squadra l’unico esterno di ruolo è Victor Ibarbo, che è alla sua seconda stagione in Italia e non fa della saggezza tattica il suo cavallo di battaglia, limitando ulteriormente il modo di giocare dei rossoblu che spesso si affidano più all’estro di Pinilla che alla costruzione di una manovra corale. C’è da aggiungere che il colombiano non è tra i titolari, infatti l’ex allenatore del Cesena preferisce due esterni non di ruolo come Cossu e Thiago Ribeiro, che devono sobbarcarsi anche tutta la fase difensiva, limitando notevolmente le loro caratteristiche offensive. Altra nota dolente è la difesa. Pisano esterno sinistro costa gol subiti e poca spinta sul quella fascia e preferirlo ad Avelar (terzino sinistro di ruolo) o ad Ariaudo (che ha giocato più volte in quella posizione con buoni risultati) sembra quasi una mossa da kamikaze. La coppia difensiva non è più solida come negli ultimi anni, e Astori senza il compagno di una vita Canini, sta inanellando una serie di prestazioni molto sotto la sufficienza.

    Ficcadenti, due settimane per tenersi la panchina sarda © Enrico Locci/Getty Images

    FIDUCIA A TEMPO – L’attuale mister del Cagliari ha le ore contate. Avrà occasione di far cambiare idea al patron rossoblu vincendo e convincendo nella doppia sfida salvezza contro Pescara e Torino. La prima in casa, finalmente in uno stadio aperto parzialmente al pubblico e la seconda in trasferta, contro l’ex Ventura che sta entusiasmando per il gioco offerto, meno per i risultati raccolti. I tifosi vorrebbe l’esonero di Ficcadenti immediatamente, già contrari la stagione scorsa al suo richiamo dopo l’allontanamento di Davide Ballardini. Non resta che aspettare, domenica in caso di sconfitta il tecnico cagliaritano dovrà chiudere la valigia e salutare l’isola.

    I SOSTITUTI – Circolano già i primi nomi. In rigoroso ordine alfabetico troviamo Marino, Reja e Delio Rossi. Il primo, pallino del presidente da qualche anno non convince sotto l’aspetto tattico visto che utilizzerebbe un modulo simile a quello attuale. Invece Reja, ex rossoblu (autore dell’ultima promozione in A del Cagliari), è il classico tecnico che si adatta ai ragazzi a disposizione e avrebbe l’esperienza necessaria per uscire da questa brutta situazione. L’ultimo nome è quello dell’ex tecnico di Lazio e Fiorentina, apprezzato notevolmente dal pubblico sardo che vedono in lui l’allenatore ideale per aprire un ciclo importante. Rossi ultimamente ha sempre rilasciato dichiarazioni pro-Cagliari e questo fa ben sperare sul suo arrivo. I tifosi ci sperano. Ora non resta che aspettare.

  • Borsino allenatori Serie A, Zeman Roma. Petkovic Lazio

    Borsino allenatori Serie A, Zeman Roma. Petkovic Lazio

    Nonostante tutta l’attenzione, in questi giorni, sia rivolta al ciclone scommessopoli e alla Nazionale azzurra che si sta preparando per gli Europei di Polonia ed Ucraina, le società continuano a lavorare sia per quanto riguarda il calciomercato, al fine di rafforzare gli organici da mettere a disposizione degli allenatori sin dall’inizio della preparazione estiva. Ed a proposito di allenatori, cercheremo adesso di far un borsino allenatori serie A provando ad intuire i movimenti sulle ancora tante panchine vuote o le cui società non hanno sciolto le riserve. Ma partiamo dalle certezze. E qui vi rientrano le prime tre classificate dell’ultima stagione.

    La Juventus, nonostante l’avviso di garanzia della Procura di Cremona, ha difeso ma spada tratta e confermato Antonio Conte, l’uomo che ha riportato i bianconeri sul tetto d’Italia dopo diversi anni. Resterà sulla panchina del Milan Massimiliano Allegri, nei cui confronti sembrava mancare la fiducia della società rossonera che invece ha deciso di dare un’altra chance all’allenatore toscano nonostante la non brillante annata appena trascorsa. Sembra aver smaltito la stanchezza che si era palesata dopo l’ultimo turno di campionato Francesco Guidolin, il quale guiderà l’Udinese sin dai preliminari di Champions League.

    In zona Europa League al momento l’unica panchina certa è quella dell’Inter, affidata ad Andrea Stramaccioni che ha avuto il compito di guidare i neroazzurri nel’ultima parte dell’annata appena trascorsa. Discorso diverso invece per Napoli e Lazio. De Laurentiis come al solito non ha sciolto le riserve con Mazzarri, il quale pretende alcune garanzie tecniche ben precise. Al momento c’è circa il 70% delle possibilità che resti, mentre il restante 30% è da dividere tra Reja (20%) e Montella (10%), tecnici gli ultimi due molto graditi dal patron dei campani. La Lazio sembra aver sciolto ogni dubbio: sarà il serbo Vladimir Petkovic il nuovo tecnico.

    Zdenek Zeman © Giusepep Bellini/Getty Images

    Tecnico straniero anche per la Roma, ormai vicinissima a Zdenek Zeman. Il boemo (90%) sembra aver battuto la concorrenza sia di Vincenzo Montella (5%) che di Andrè Villas Boas (5%). E a proposito di Montella (60%), sembra essere lui il prescelto di Pradè per guidare la Fiorentina, ma ancora il discorso è tutt’altro che concluso. La società infatti sta valutando anche altre soluzioni, come quella che porta a Claudio Ranieri (30%) e Fulvio Pea (10%), mentre per Zeman ormai c’è poco da fare. Se l’aeroplanino risolverà il rapporto con il Catania, allora l’affare potrebbe concludersi in fretta. Ed a proposito degli etnei, il patron Pulvirenti sembra orientato su Marino (70%), il quale dovrebbe battere la concorrenza di Maran (20%) e Ficcadenti (10%). Quest’ultimo infatti sembra orientato alla riconferma in quel di Cagliari.

    Tanto per cambiare nuovo allenatore a Palermo: si tratta di Giuseppe Sannino, reduce da un’ottima stagione in quel di Siena. I toscani, per la sua successione, stanno seriamente pensando all’attuale tecnico del Sassuolo Pea (60%), ma molto dipenderà anche dall’eventuale promozione degli emiliani in Serie A e dal futuro dei bianconeri implicati nella vicenda scommessopoli. L’alternativa sembra essere rappresentata da Davide Dionigi (30%) del Taranto, mentre sembra da escludere l’ipotesi Devis Mangia (10%). Non cambieranno nulla Atalanta, Bologna, Chievo e Parma, le quali proseguiranno rispettivamente con Colantuono, Pioli, Di Carlo e Donadoni, autori di ottime stagioni.

    Preziosi ha deciso di dare fiducia a Gigi De Canio, il quale ha guidato il Genoa alla salvezza nelle ultime giornate del campionato appena trascorso. Capitolo neo promosse: Giampiero Ventura non si muoverà da Torino, mentre il Pescara cambierà, con Zeman destinato alla Roma. In pole sembra esserci Delio Rossi (40%), ma la concorrenza è davvero tanta. Da non escludere però un ritorno di Eusebio Di Francesco (30%) o la scommessa Giacomo Modica (30%), pupillo di Zeman.

  • Ljajic non canta inno, Mihajlovic lo esclude dalla Nazionale

    Ljajic non canta inno, Mihajlovic lo esclude dalla Nazionale

    Dopo l’ormai celebre episodio del litigio in panchina, che lo ha coinvolto insieme all’ex tecnico della Fiorentina e che di fatto condusse all’esonero di Delio Rossi, giungono nuovi guai per il centrocampista Viola Adem Ljajic.

    Questa volta, però, le problematiche non sono connesse alla società gigliata – che con il neo direttore sportivo Daniele Pradè dovrà definire la posizione del calciatore per la prossima stagione – bensì alla Nazionale Serba, guidata dall’ ex difensore di Sampdoria, Lazio ed Inter, oltre che ex tecnico di Catania, Bologna e Fiorentina Sinisa Mihajlovic, impegnata sabato scorso nell’amichevole contro la Spagna, prossima avversaria degli Azzurri di Cesare Prandelli nella gara di apertura del girone eliminatorio europeo.

    All’inizio della gara in questione – poi persa dalla Serbia per 2 a 0 – nel consueto rituale dell’esecuzione degli inni nazionali, Adem Ljajic si sarebbe rifiutato di cantare l’inno serbo: uno sgarbo ritenuto imperdonabile dal neo cittì Sinisa Mihajilovic che, appena insidiatosi sulla panchina della sua nazionale, ha stilato un codice comportamentale poi sottoposto alla firma ai suoi calciatori. In tale “vademecum”, infatti, uno dei punti principali era costituito proprio dall’obbligo di cantare l’inno nazionale prima di ogni gara e lo stesso Ljajic, con la sua firma, aveva accettato di farlo. In campo, però, ciò non è accaduto e tale episodio ha causato l’immediato allontanamento dal ritiro della nazionale, dopo un breve confronto con il commissario tecnico Mihajilovic avvenuto nella giornata di domenica.

    Adem Ljajic | © ALEXANDER KLEIN/AFP/GettyImages

    Durante tale incontro, infatti, il calciatore della Fiorentina avrebbe spiegato di non voler cantare l’inno “per ragioni personali”, con tutta probabilità connesse alle sue origini: Adem Ljajic, infatti, è nato nel Sangiaccato, ai confini con il Kosovo, una regione a maggioranza musulmana – anche Ljajic lo è – storicamente in opposizione con il centralismo della capitale Belgrado, anche alla luce delle decise spinte autonomiste della regione, che richiede una maggiore indipendenza rispetto alla capitale serba.

    Le ragioni personali di Ljajic, dunque, sarebbero ben fondate e, dunque, totalmente avulse da un “colpo di testa” o da un semplice atteggiamento di ribellione: la decisione di Mihajlovic, di contro, appare come la volontà di imporre ai suoi l’obbligo di cantare l’inno, prescindendo dalle ideologie personali che, in un Paese come la Serbia, hanno un peso specifico rilevante, alla luce dei tristi eventi storici accaduti, dalla violenta repressione di Milosevic alla sanguinosa guerra degli anni immediatamente successivi.

    D’altrocanto, però, è pur vero che se si decide di indossare la maglia della Nazionale si abbraccia in toto ciò che ne consegue e bisogna calarsi in pieno nell’ottica di rappresentarla. In bilico fra due fuochi, dunque, la Federazione serba (FSS) ha tentato di adottare una posizione diplomatica, finalizzata a ricucire lo strappo ed a non chiudere completamente le porte a Ljajic, considerato un elemento tecnicamente molto valido. In tal senso, dunque, la Federazione ha rimarcato che l’esclusione di Adem non deve essere considerata in maniera definitiva precisando in un comunicato ufficiale che “le porte della Nazionale non sono chiuse per sempre, ma il giocatore deve informare il tecnico di aver cambiato posizione: se dimostrerà di essere in forma potrà essere convocato nuovamente”.

  • Caos Fiorentina: no di Oriali, Ranieri già contestato e addio Jovetic?

    Caos Fiorentina: no di Oriali, Ranieri già contestato e addio Jovetic?

    È finito uno dei campionati più disastrosi della storia della Fiorentina ma i problemi per la squadra viola non sono certo terminati con una ricostruzione completa di tutto l’organigramma gigliato difficile da realizzare dopo aver rischiato addirittura la retrocessione in serie B.

    Via da tempo il direttore sportivo Pantaleo Corvino, esonerato Delio Rossi dopo l’incredibile rissa con Adem Ljajic e per l’ultimo la perdita a parametro zero del capitano Riccardo Montolivo costringono i Della Valle ad una pronta e repentina rifondazione.

    Ma dalle ceneri la viola non si sta dimostrando certamente una Fenice e la sua rinascita rischia di essere definitivamente bocciata con le ultime evoluzioni. È infatti arrivato il rifiuto netto di Lele Oriali a ricoprire la carica di Direttore Sportivo lasciata vuota in maniera non troppo elegante da Pantaleo Corvino, l’ex Ds dell’Inter e campione del Mondo del 1982 ha seccamente bocciato il progetto presentato dai Della Valle una situazione questa, decisamente imbarazzante per la dirigenza viola. L’altra grana è rappresentata dalla contestazione già iniziata dalla tifoseria viola sul possibile approdo in panchina di Claudio Ranieri dopo il sì confermato dall’allenatore romano ad un suo ritorno dopo oltre 20 anni dalla sua ultima esperienza al Franchi.

    Stefan Jovetic ©Gabriele Maltinti/Getty Images

    Ultima mazzata, ma non per importanza è il mal di pancia che Stefan Jovetic ha iniziato ad avere dopo la conclusione di una stagione per lui molto positiva, ma preoccupante per un futuro da capitano e trascinatore in una squadra da un progetto assolutamente lontano da diventare realtà. Tante squadre sono alla finestra per cercare di strappare il talento montenegrino, con il Napoli di Aurelio De Laurentiis che vorrebbe colmare la lacuna delle possibile partenza del Pocho Lavezzi  e trattenere così sia Cavani che Mazzarri ed anche la Juventus, che vorrebbe affidare a Jo Jo, la gloriosa maglia numero 10 che capitan Del Piero indosserà per l’ultima volta nella finale di Coppa Italia, proprio contro il Napoli di domenica prossima.