Una “talpa nerazzurra” sbarcata in Spagna ad assister al match di Champions League disputato ieri sera al Calderòn di Madrid tra Atletico Madrid e Milan: a giudicare dall’esito della gara e dalla conseguente eliminazione dei rossoneri dalla Coppa, non ha portato affatto fortuna ma il punto cruciale è relativo alle ragioni alla base della presenza di Piero Ausilio, direttore sportivo dell’Inter, ad assistere alla gara. Le ipotesi, in questo caso, si sprecano e le ragioni di mercato la fanno da padrone. Pare, infatti, che Ausilio fosse a Madrid per visionare da vicino alcuni elementi dell’Atletico di Diego Simeone e, in particolare, Gabi e Mario Suarez che potrebbero fare al caso dell’Inter. La squadra nerazzurra, infatti, dopo aver messo a segno il colpo in difesa con Vidic che giungerà a parametro zero a giugno, è interessata a rinforzare il centrocampo e il reparto offensivo. In attacco, dunque, un nome “papabile” potrebbe essere quello di David Villa. La punta spagnola ha sì 32 anni ma, a parte qualche problema fisico, riesce a garantire una buona continuità in termini di rendimento e di realizzazioni con 13 gol realizzati in 25 gare di Liga,con una delle migliori medie realizzative in Europa. Inoltre, il contratto di David Villa scadrà a giugno 2015 e ciò potrebbe rendere molto più favorevoli i margini di trattativa per l’Inter e migliori prospettive per l’affare.
Ciò potrebbe, dunque, spiegare la presenza di Piero Ausilio al Vicente Calderòn, ma non solo: oltre a Villa, potrebbe aver visionato con attenzione anche Insua, venticinquenne esterno sinistro che al momento non rientra nelle preferenze di mister Diego Simeone ma che potrebbe fare al caso dell’Inter di Mazzarri.
In tal senso, per poter “approfondire” tali questioni di mercato, il soggiorno spagnolo di Ausilio continuerà anche nei prossimi giorni, quando il direttore sportivo nerazzurro assisterà anche al match tra Barcellona e Manchester City (per Dzeko) e al derby tra il Siviglia ed il Betis Siviglia.
Il Milan, prima dei sorteggi di Champions League che gli avrebbe svelato il nome della squadra da affrontare agli ottavi di finale, ci sperava. (altro…)
Uno dei protagonisti assoluti dell’ultima giornata della Liga è stato senza dubbio Paco Alcàcer che con la rete decisiva del 3-2 a favore del Valencia ha battuto il Barcellona di Messi. Al Camp Noui blaugrana non perdevano dal 21 aprile 2012. (altro…)
Sono solamente Ottavi di Finale, eppure sembra una vera e propria Finalissima. La sfida Milan-Barcellona porta con se parecchi record, uno su tutti, quello di incasso da parte del club rossonero, che dal match ricaverà quasi 5 milioni riempendo in ogni ordine di posto lo Stadio San Siro, come raramente si è visto nell’ultimo periodo. A Milano è previsto anche l’arrivo di numerosi tifosi del Barça, circa 2200 (più dell’anno scorso quando le due squadre si scontrarono ai quarti). Insomma, le premesse per assistere ad una gara spettacolare non mancano e saranno presenti nell’impianto milanese ben 301 giornalisti accreditati, oltre a 72 forografi e 50 televisioni. La partita che vale una stagione è arrivata, i giocatori in campo potranno vivere un’atmosfera da far venire la pelle d’oca, sperando che non manchino le emozioni!
CASA MILAN – Allegri, per la gara che forse gli vale la conferma, deve fare a meno di Flamini, Nocerino e Balotelli. Confermato il 4-3-3 con un tridente meno offensivo del solito visto che il francese Niang dovrebbe partire dalla panchina, dando spazio dal primo minuti a Boateng che supporterà El Shaarawy (recuperato da un fastidio al ginocchio) e Pazzini. A centrocampo ci sarà spazio per la fisicità di Muntari, l’esperienza di Ambrosini e il palleggio di Montolivo. In difesa la coppia centrale sarà composta da Mexes – Zapata, mentre sugli esterni a destra giocherà Abate, dalla parte opposto Costant. In porta Abbiati.
CASA BARCELLONA – I blaugrana dovranno fare a meno di Villa, rimasto in Spagna. Per il resto, in campo scenderà la formazione migliore con Victor Valdes tra i pali. Difesa a quattro composta da Dani Alves e Jordi Alba sugli esterni e la coppia centrale Puyol – Pique. Davanti al reparto difensivo stazionerà Busquets, mentre le due mezze ali saranno Xavi e Fabregas. Il tridente tutto tecnica e velocità invece sarà composto da Iniesta, Pedro e l’extraterrestre Messi.
LA MARCATURA A UOMO – Il presidente del Milan, Silvio Berlusconi, nei giorni scorso avrebbe consigliato ad Allegri la marcatura a uomo per il quattro volte vincitore del Pallone D’Oro, Lionel Messi, ricevendo però una risposta negativa dal tecnico che non intende privare il centrocampo di un uomo che segua in maniera asfissiante l’argentino.
OTTIMISMO ROSSONERO – Il Milan non parte sconfitto, questo è certo. Pur confermando che il favorito è il Barcellona, Adriano Galliani non esclude un colpaccio milanista. La palla è tonda e il calcio non sempre premia il più forte.
RAPPORTO D’AMICIZIA – La sfida Milan-Barcellona sarà utile anche per poter confermare l’ottimo rapporto tra le due dirigenze. Rosell (presidente del Barça) e Galliani si stimano reciprocamente e per sigillare quest’amicizia, le due dirigenze hanno pranzato insieme in un noto ristorante di Milano. Chissà se si sia parlato anche di mercato e soprattutto di quel Bojan Krkic, in prestito ai rossoneri con un diritto di riscatto fissato a 15 milioni di euro.
Siamo solo agli inizi di novembre ed intorno alle due big spagnole, Real Madrid e Barcellona, girano diverse voci riguardanti dei giocatori non propriamente soddisfatti del loro utilizzo. Parliamo di tre attaccanti, che insieme potrebbero creare un trio da sogno, in grado di scardinare qualsiasi difesa. Infatti, abbiamo una prima punta di livello mondiale, una seconda punta che nonostante qualche problema fisico è ancora uno dei migliori in circolazione e un’ala vecchio stampo, tanta corsa e velocità lungo la corsia esterna. I loro nomi? Benzema, Villa e Sanchez. La Juventus studia la situazione.
BENZEMA – L’attaccante francese, in forza al Real Madrid, al giornale francese “L’Equipe” ha rilasciato un’intervista che ha spiazzato un po tutti nel club madrileno. Infatti, il bomber ex Lione si sarebbe lamentato per lo scarso utilizzo, lanciando una frecciatina al tecnico Mourinho “se andiamo a vedere le statistiche di questo inizio di stagione ho passato più tempo in panchina che in campo” aggiungendo che continuerà a dare il massimo per conquistarsi la maglia da titolare. Benzemaè stato decisivo in Champions League, dove in tre partite disputate ha realizzato due reti e due assist. Qualche problema in più nella Liga, dove ha collezionato al momento 9 partite, di cui 6 partendo dalla panchina, totalizzando solamente 380 minuti (poco più della metà dei minuti giocati in Europa).
VILLA & SANCHEZ – Situazione diversa invece in casa blaugrana. Dove i due attaccanti, a quanto dicono, non sembrano compatibili con il modo di giocare di Leo Messi, che vorrebbe troppo spesso la palla sui piedi per poi partire in azione personale. Aggiungiamoci l’ormai certo acquisto di Neymar da parte del Barcellona ed ecco che troviamo le motivazioni per la quale il Barcellona starebbe pensando seriamente di cedere i due gioiellini. Prima di loro, i sacrificati furono Eto’o e Ibrahimovic, non due qualunque.
MERCATO – A questo punto impazza il calciomercato, che riaprirà i battenti agli inizi di gennaio. Per il trio “spagnolo” è più probabile una cessione estiva, vista l’importanza che hanno attualmente nelle rispettive squadre. Da questa situazione potrebbe approfittare la Juventus, sempre alla ricerca di una punta di livello mondiale, che non comporti però un esborso economico importante. David Villa sembra proprio l’ideale per il gioco di Antonio Conte, fatto di fraseggi e gioco in rapidità. Nonostante i 30 anni e un grave infortunio alla tibia alle spalle, l’attaccante spagnolo sarebbe un’ottima soluzione per i bianconeri (i 5 gol in 8 partite nella Liga dimostrano che non ha dimenticato come si fanno i gol). Per Benzema e Sanchez invece, più difficile l’arrivo in Italia. Per loro si aprono le porte di Premier o Ligue 1, con Chelsea, Manchester City e Psg che potrebbero scatenare un’asta.
Avranno pure giocato le riserve rinforzate da Pinto,Villa e Afellay, ma vincere al Camp Nou di Barcellona, specie se da neo promossa in Serie A, non è cosa da tutti. Ci è riuscita la Sampdoria di Ciro Ferrara che grazie ad un gol del giovane Soriano, appena ventuno anni, è riuscita a stendere i blaugrana di Vilanova conquistando l’atteso trofeo Gamper, manifestazione nata nel 1966 per omaggiare il creatore della squadra blaugrana.
E’ la quinta volta, in tantissimi anni, che i catalani non alzano al cielo questo trofeo, la seconda a causa una formazione italiana. Nel 2005 infatti fu la Juventus ad imporsi ma solo dopo i calci di rigore. Negli ultimi 9 anni poi, per ben sei volte è toccato a squadre della nostra nazione giocarsi tale torneo. E se per alcune la sconfitta è arrivata in modo onorevole, come per il Milan che nell’ultima occasione è stato sconfitto solo ai calci di rigore, per il Napoli lo scorso anno era stata una disfatta completa, con cinque gol al passivo.
Stavolta però il turnover di Vilanova è stato esagerato, con la squadra che, c’è da dire, veniva dal match del giorno prima contro la Real Sociedad. Ne ha approfittato una Sampdoria già in forma campionato e capace di violare uno degli stadi più importanti d’Europa, vendicando, con le dovute proporzioni, quella finale di Coppa dei Campioni vinta nel 1992 dagli spagnoli. Un successo che ha fatto ritrovare il sorriso non solo alla squadra ma anche ai tifosi liguri, reduci dalla clamorosa eliminazione arrivata in Coppa Italia contro la Juve Stabia.
Il match del Camp Nou si è deciso grazie ad un gol dopo nemmeno 2’ da parte di Soriano, bravo a concretizzare un’azione di Obiang. Genovesi che potrebbero raddoppiare con Maxi Lopez al 35’ ma Pinto è bravo a sventare la rimonta. Nella ripresa il Barcellona non riesce in alcun modo a raddrizzare le sorti del match e Pozzi a tu per tu con Pinto fallisce la facile palla del 2 a 0 colpendo il pallo. Ma va benissimo così per i doriani: l’impresa, infatti, è compiuta.
Video Barcellona-Sampdoria 0-1, il gol di Soriano
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Siamo arrivati oggi al Gruppo C, quello della nostra Nazionale. Gli azzurri dovranno affrontare Spagna, Irlanda e Croazia. Sulla carta la qualificazione dovrebbe essere abbastanza agevole per gli azzurri, con Irlanda e Croazia che sembrano non poter impensiere più di tanto gli uomini di Cesare Prandelli. Ma come ci insegna il vecchio Trap, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. E allora guardiamo cosa ci propone il sacco del girone C.
LA STORIA – Pare quasi un paradosso come questo girone sia il secondo meno titolato di questi Europei, se prendiamo esclusivamente la rassegna continentale. Tre titoli, di Italia e Spagna. Gli azzurri trovarono il loro trionfo nel lontano ’68, mentre la Roja, dopo il successo nella seconda edizione del ’64 giocata in casa, dovette aspettare altri 54 anni prima di tornare a vincere nel 2008. Rimangono le briciole invece alle restanti due Nazionali. Per l’Irlanda quella di quest’anno è la seconda partecipazione ad una fase finale, dopo la sfortunata esperienza dell’88 che li vide uscire durante la fase a gironi superata da Russia e Olanda. La Croazia invece è una Nazionale relativamente giovane, nata nei primi anni ’90 e capace di togliersi già alcune belle soddisfazioni, non ultima la qualificazione ai quarti nella scorsa edizione, dove poi venne battuta dalla Turchia ai tempi supplementari.
SPAGNA
L’ASSENZA – Apparentemente è la Nazionale da battere, vuoi perché sono i campioni in carica d’Europa e del Mondo, vuoi perché è espressione del calcio tanto spettacolare quanto vincente messo in mostra dal Barcellona negli ultimi anni, e poi perché l’esperienza acquisita a livello di club e internazionale è qualcosa di non paragonabile con gli altri calciatori presenti in Ucraina e Polonia. C’è un però, le assenze. Mancheranno infatti due giocatori fondamentali per la Roja, due blaugrana doc, entrambi per infortunio. Da una parte Carles Pujol, capitano e leader carismatico della selezione iberica e David Villa, bomber di razza delle Furie Rosse, che ancora non ha recuperato dal terribile infortunio alla tibia patito durante il Mondiale per Club di quest’anno in semifinale. Assenze pesanti, che forse stanno passando fin troppo in secondo piano. In ogni caso la rosa delle Furie Rosse resta altamente competitiva. Il reparto di difesa è costituito in gran parte dal blocco Real, con Casillas tra i pali più Arbeloa, Sergio Ramos e Albiol tra i sette difensori convocati dal ct Del Bosque, fra cui figura anche la sorpresa Juanfran dell’Atletico Madrid, senza dimenticare il totem Pique, che per la verità non ha poi convinto più di tanto questa stagione. A centrocampo si commenta da se l’onnipresenza del Barcellona, con Iniesta, Xavi, Fabregas e Busquets alfieri della metà campo spagnolo, con il solo Xabi Alonso a spezzare l’egemonia blaugrana. Con ogni probabilità sarà Torres al centro del 4-3-3, con il Blues preferito a chi come Fernando Llorente ha scritto pagine storiche per l’Athletic Bilbao di Bielsa. Nel 4-3-3 della Roja dovrebbe poi trovare un posto da titolare nella corsia di destra Mata, compagno di squadra del Nino nel Chelsea, senza dimenticare però che in panchina figura un certo Pedro, il quale però potrebbe essere tenuto a riposo per entrare poi in partita in corso, avendo già dato ampia dimostrazione di come possa essere decisivo anche entrando dalla panchina. Se la Spagna riuscirà a dare velocità alla sua manovra, senza cadere nell’errore di specchiarsi, allora difficilmente potrà avere rivali. Da non sottovalutare però un aspetto fondamentale, ovvero quello delle motivazioni. Dopo aver vinto tutto quanto negli ultimi 4 anni, i calciatori della Roja avranno quell’umiltà e quella determinazione di centrare un nuovo storico traguardo? Il punto interrogativo è questo, la risposta ci verrà data durante gli Europei.
ITALIA
PROMESSA – La Nazionale azzurra non parte di certo con i favori del pronostico, anche se le semifinali del torneo dovrebbero essere un obiettivo abbastanza realistico a cui poter puntare, per poi sognare anche una finale e perché no, una nuova finale dopo quella del Mondiale 2006 ed Euro 2000. Il ct Prandelli ha varato una linea verde che tanto si dissocia da quel passato recente che, nonostante le valanghe di critiche, è riuscito a consegnarci una Coppa del Mondo dopo un quarto di secolo. Dei protagonisti di Berlino sono rimasti soltanto Pirlo e Buffon, con De Rossi e Chiellini più maturi rispetto a sei anni fa. Per gli Europei il commissario tecnico ha deciso di affidarsi al blocco della Juventus campione d’Italia, e non è da escludere che decida di adottarne anche il modulo (3-5-2), schierando i tre bianconeri Barzagli, Chiellini e Bonucci, con quest’ultimo anello debole (attenzione però anche alla possibile sorpresa Ogbonna). Sugli esterni dovrebbe essere certa la presenza di Maggio e Balzaretti, dopo che Criscito è rimasto in Italia per le note vicende del calcioscommesse. Entrambi hanno gamba e forza per spingersi in avanti, e se per Maggio l’esperienza di quest’anno in Coppa Campioni con la maglia del Napoli può essere salutata come acqua nel deserto, la stessa cosa non si può dire per il terzino rosanero, che in Nazionale ha all’attivo 8 presenze soltanto. Al momento però, considerando quanto può offrire il calcio italiano in questo reparto, non ci sentiamo di criticare Prandelli, sebbene forse una riflessione in più sulla convocazione di Bonucci la si sarebbe potuta fare, e non tanto per l’avviso di garanzia della Procura, quanto proprio per una questione tecnica, con magari un Ranocchia o un Astori più meritevoli di quanto fatto vedere quest’anno dal bianconero, sopratutto il sardo. Analizzando il centrocampo italiano, difficilmente riusciamo a trovarne uno migliore per quantità e qualità, paragonabile senza alcun impedimento di sorta a quello della Roja. Andrea Pirlo rimane il play più forte al mondo, alla stregua di un Rondo o un Parker del basket. Ci sono poi De Rossi e Marchisio, due prodotti doc del vivaio di Roma e Juve, senza dubbio il meglio di quanto si può auspicare. Proprio loro tre dovrebbero illuminare le azioni dell’Italia. Qualche dubbio lo lasciano Riccardo Montolivo e Thiago Motta. Il primo è atteso sempre dalla consacrazione ufficiale, sopratutto ora che è approdato in rossonero, del secondo invece si teme la lentezza, sia di gambe che nel creare gioco. Non ce ne vorrà Thiago, ma considerarlo il vice di Pirlo è qualcosa di improponibile, meglio uno tra De Rossi e Montolivo. C’è poi il gregario Nocerino, che nei pensieri del tecnico Prandelli dovrebbe essere l’alternativa di Marchisio, mentre in Ucraina c’è già chi scommette sull’outsider Diamanti, portato contro ogni pronostico dal ct agli Europei, sebbene il suo utilizzo appare in forte dubbio ora che sta prendendo sempre più piede il disegno tattico del 3-5-2 dopo la debacle con la Russia di Advocaat.
In attacco spazio alla fantasia, con Cassano, Giovinco e Balotelli in lotta per i due posti da titolare lì davanti. La magia e la poesia direbbe Cassano in coppia con Supermario, la logica invece preferirebbe Giovinco al rossonero. Il perché è presto detto, dal momento che la Formica Atomica appare decisamente come l’uomo più in forma dell’Italia in questo momento, dato testimoniato anche dalle ultime spettacolari prestazioni con la maglia del Parma. In secondo piano Di Natale e Borini. Il primo, nonostante i titoli di capocannoniere ad Udine, non ha mai convinto più di tanto in Nazionale, e a meno di stravolgimenti climatici anche in quest’occasione il calciatore bianconero non dovrebbe recitare un ruolo di protagonista nella spedizione azzurra (saremo ben felici di ricrederci in caso contrario). L’attaccante della Roma invece è approdato solo di recente alla ribalta Nazionale, tanto da poter contare su una sola presenza con la maglia dei “grandi” (l’ultima amichevole di febbraio contro gli Usa). In ogni caso Borini si è meritatamente conquistato la convocazione agli Europei, dimostrando grande freschezza atletica e doti da goleador importanti nel suo primo anno alla Roma. Pronostici? Scaramanzia a parte, diciamo quarti di finale e poi si vedrà. Molto dipenderà dal carattere e dalla determinazione che la nostra Nazionale riuscirà a mettere in campo, e quanto l’inchiesta del calcioscommesse influirà sulla psiche dei giocatori italiani. Onestamente crediamo che con l’inizio degli Europei i giocatori sapranno mettersi alle spalle quanto sta succedendo in Italia e qualora dovesse arrivare un buon risultato nel match inaugurale contro la Spagna allora potremo davvero pensare in grande.
IRLANDA
VOLPE TRAP – Chi non conoscesse Trapattoni non darebbe nemmeno una chance all’Irlanda, impegnata nel Gruppo che vede l’Italia e la Spagna protagoniste. Eppure senza presentare molte stelle, la Nazionale del Trap è approdata alle fasi finali dell’Europeo e si appresta a viverlo come possibile outsider almeno per un posto ai quarti di finale, poi chissà. Quest’anno Di Matteo ci ha ricordato come il vecchio calcio all’italiano continui a dare i suoi frutti, contro squadre blasonate come il Barcellona e il Bayern. La vera punta di diamante dell’Irlanda è il solito Robbie Keane, che oggi gioca in America insieme a David Beckham nei Galaxy. Al suo fianco dovrebbe giocare uno tra Doyle e Walters, anche se la sorpresa potrebbe essere dettata dal giovane del West Bromwich Shane Long. Insieme a Keane l’altro calciatore di maggiore talento è l’ala sinistra Aiden McGeady, attualmente in forza allo Spartak Mosca. Nel 4-4-2 del Trap sulla corsia di destra troviamo l’esperto Damien Duff, che all’età di 33 anni è alla sua ultima grande occasione in una rassegna così importante. In difesa O’Shea (Sunderland) e Richard Dunne (Aston Villa) dovranno guidare una difesa che al centro conta la presenza di Sean Ledger (Leicester City, Serie B inglese) che non può avere l’esperienza necessaria per giocare sfide a così alto livello. In porta l’altro cavallo di battaglia del Trap, Shay Given (Aston Villa), che all’età di 36 anni rimane uno dei portieri più forti della Premier. In molti si chiedono se l’Irlanda riuscirà ad essere la sorpresa del Gruppo C. Noi rispondiamo che nel calcio non bisogna mai dare nulla per scontato, e che Trapattoni ha più volte giocato un brutto tiro ai colori azzurri, e lo stesso Cesare Prandelli se lo ricorda piuttosto bene.
CROAZIA
CI SCOMMETTETE? – Diciamo subito che sarebbe davvero un azzardo scommettere sul passaggio del turno della Nazionale croata. Gli uomini guidati dal talentuoso ct Slaven Bilic (in carica dal luglio del 2006) dovrebbe recitare un ruolo di secondo piano all’interno del Gruppo C. Soltanto il centrocampo sembra offrire qualche spunto di vitalità, data la relativa freschezza del reparto in termini anagrafici e sopratutto grazie alla presenza del faro Luka Modric, autentica stella del suo Paese. Il calciatore del Tottenham è il più talentuoso tra i 23 convocati da Bilic per gli Europei, sebbene difficilmente da solo potrà sovvertire i pronostici della vigilia. In attacco la Croazia presenta i soli Olic e Mandzukic a poter impensierire le difese avversarie, anche perché il brasiliano Eduardo non sembra più lo stesso calciatore che avevamo ammirato qualche anno fa con la maglia dell’Arsenal. Va meglio nel settore nevralgico della squadra. Oltre a Modric e il suo compagno di club Niko Kranjcar, i croati possono contare sull’apporto di gente come Rakitic (centrocampista del Siviglia) e la giovane stella della Dinamo Zagabria Badelj. I guai arrivano in difesa, dove la coppia centrale titolare Simunic-Schildenfeld si candida come tra le più perforabili del torneo. Il difensore migliore è Corluka, che all’accorrenza può giocare anche come terzino sinistro, sebbene quel ruolo sarà con tutta probabilità ricoperto dal capitano della spedizione, l’esperto Darijo Srna.
Ci siamo. L’attesissimo confronto tra Neymar e Messi ci sarà tra poco meno di mezzora nella partita Santos Barcellona. Il fascino della sfida tra la stella brasiliana e il più grande giocatore al mondo non dovrebbe però regalare sorprese per quanto riguarda il risultato, il Barcellona infatti sembra nettamente superiore al Santos nonostante le defezioni di David Villa, protagonista di un terribile infortunio nelle semifinali (video), e Sanchez costretto ai box per nuovi guai muscolari. A far compagnia a Messi in attacco ci saranno dunque il giovane ma sempre decisivo Pedro e Iniesta, Guardiola dovrebbe optare questa volta per la difesa a 4 con Dani Alves e Abidal esterni e capitan Puyol a far coppia con Piquè al centro. Il centrocampo è il solito co Busquets a far legna e a proteggere le spalle a Xavi e Fabregas.
Tra il Santos nessun grande problema di formazione con l’unico ballottaggio tra Leo e Durval. Attacco affidato alla coppia Borges Neymar con Ganso a supporto. Sarà altrettanto interessante vedere l’adattabilità dei fenomeni del Santos ad un match contro una squadra Europea per un sempre più possibile arrivo nel mercato invernale.
In finale ma con la tristezza nel cuore, è così che Pep Guardiola ha commentato la partita Al Saad Barcellona vinta con pieno merito e con facilità dalla corazzata blaugrana. A rovinare la festa e a far passare in secondo piano il fantasioso scontro tra Lionel Messi e Neymar è il terribile infortunio occorso a David Villa. El Guaje ha riportato la rottura della tibia e le immagini del suo infortunio (il video) stanno facendo il giro del mondo sensibilizzando tifosi e non che in queste ore hanno preso d’assalto i canali sui social network dell’attaccante e del Barcellona per mandare un messaggio di vicinanza ed un in bocca al lupo.
I compagni di squadra e Guardiola si disperano consci della gravità dell’infortunio che terrà David Villa lontano dai campi per i prossimi sei mesi. Il Barcellona ha però i mezzi e la forza per sopperire alla pesante assenza grazie ad una cantera formidabile e un organico stellare che permetterà nuove soluzioni al tecnico. Chi invece inizierà a passare notti insonni è Vincente Del Bosque, il ct delle Furie Rosse si trova adesso a vagliare nuove soluzione in attacco rimasto spuntato dall’infortunio di Villa e con Fernando Torres in perenne crisi d’identità.
Tantissimi gli attestati di affetto nei confronti dell’attaccante spagnolo che ieri sera attraverso Facebook ha ringraziato tutti dimostrandosi carico e positivo, David Villa si auspica infatti un ritorno nella finale di Champions League e Monaco “Grazie per il supporto: l’infortunio è un colpo duro, ma spero di recuperare presto e sto pensando solo alla finale di Monaco”.
I compagni di squadra con capitan Puyol in testa si sono invece prefissati di vincere il Mondiale per Club nella finale in programma domenica alle 11:30 superando il Santos di Neymar per dedicare la vittoria allo sfortunato Villa “Vogliamo tutti molto bene a David, un infortunio è sempre grave per la squadra, ma in questo caso ancora di più. Questo però ci darà ancora più motivazioni per vincere in finale, tutto cio’ che possiamo fare noi è stargli vicino e dedicargli la vittoria”
Come preventivato, sarà Barcellona – Santos la finale del Mondiale per Club 2011 che vedrà opposti i due fenomeni del calcio mondiale, Messi e Neymar. I blaugrana campioni d’Europa in carica infatti raggiungono nella finalissima della competizione i detentori della Coppa Libertadores passeggiando sull’Al Sadd, club arabo campione d’Asia, battendolo con un rotondo 4-0 in una gara senza storia e mai in discussione ma che allo stesso tempo ha privato i catalani di David Villa che ha subìto un brutto infortunio procurandosi, in uno scontro con un difensore avversario, la frattura della tibia della gamba sinistra. Una pessima notizia sia per l’attaccante spagnolo, principalmente, che per il Barcellona dal momento che Villa ne avrà per almeno 6 mesi prima di rientrare in campo e che oltre ad aver terminato la stagione rischia di saltare anche l’Europeo con la sua nazionale, la Spagna, che si terranno la prossima estate in Polonia e Ucraina.
La squadra di Pep Guardiola, reduce dalla vittoriosa trasferta in campionato in territorio nemico in casa del Real Madrid che ha riaperto la Liga, domina il match, e non vi era alcun dubbio, con il solito possesso palla e chiudendo nella propria metà campo il povero Al Sadd che riesce a resistere per 25 minuti prima di capitolare e concedere il primo gol ai blaugrana grazie al pasticcio, con responsabilità da attribuire ad entrambi, tra il portiere Saquer e il difensore Belhadj che permettono ad Adriano di segnare la prima marcatura. Lo stesso terzino trova il raddoppio al 42′ con una conclusione mancina dal limite dell’area sul secondo palo con l’intervento dell’estremo difensore arabo non perfetto. In mezzo, al 35′, qualche istante prima dell’infortunio, Villa vede annullarsi un gol per fuorigioco.
Nella ripresa il Barcellona dilaga, prima Messi trova il corridoio giusto per Keita che mette alle spalle di Saquer poi è Thiago Alcantara ad innescare l’inserimento di Maxwell, entrato in campo al posto dell’infortunato Abidal, a firmare il 4-0 definitivo mettendo in evidenza i limiti tecnici, comprensibili, del portiere dell’Al Sadd.
Barcellona – Santos sarà quindi la finalissima, in programma domenica, del Mondiale per Club 2011, la sfida tra Lionel Messi e Neymar, l’argentino che si appresta a vincere il suo terzo Pallone d’Oro della sua carriera contro il brasiliano astro nascente del calcio sudamericano, l’erede di Maradona contro l’erede di Pelè, una sfida nella sfida.