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  • NBA: Oklahoma travolge i Grizzlies, ko Dallas

    NBA: Oklahoma travolge i Grizzlies, ko Dallas

    Soltanto due le partite Nba giocate nella notte. Esiti alla vigilia scontati, e che si sono puntualmente riscontrati. Alla Oracle Arena è andato in scena il one-man show di David Lee. Il padrone di casa ha sfiorato una tripla doppia clamorosa (15-20-9) nel successo di Golden State sui Mavs, ai quali non sono bastati i 22 punti dalla panchina di Vince Carter. Dallas vede allontanarsi giorno dopo giorno il sogno play-off, dopo anche l’inopinata sconfitta contro Portland di 48 ore fa. In Oklahoma invece continua la marcia inarrestabile dei Thunder, alla loro ventesima vittoria casalinga (20-3). I Thunder hanno strapazzato i Grizzlies, orfani di Rudy Gay, grazie ai 48 punti complessivi della coppia DurantWestbrook. E adesso i tifosi di Memphis iniziano ad avere paura.

    Golden State Warriors – Dallas Mavericks 100-97, dubbi?

    David Lee abbatte i Mavs | ©Ezra Shaw/Getty Images
    David Lee abbatte i Mavs | ©Ezra Shaw/Getty Images

    Ditemi, avevate forse qualche dubbio? Alla Oracle Arena i Warriors hanno la meglio su Dallas, reduce dal scioccante ko del Rose Garden contro Portland. Anche stavolta la fotografia dell’incontro può essere scattata nei secondi finali, con i Mavs in possesso a 25″ dal termine per il canestro della vittoria. La tragicommedia finisce però in una manciata di secondi, quanto basta a Bogut per bloccare il goffo tentativo di Brandan Wright. Mi chiedo e mi domando: ma perché il pallone del potenziale successo deve ritrovarsi in mano a Brandan? No spiegatemelo, perché fatico a comprenderlo.

    I padroni di casa sfoderano un’altra grande prestazione, l’ennesima della stagione, potendo contare per la seconda serata consecutiva su un immenso Klay Thompson (27). Nei Warriors, privi ancora di Stephen Curry, c’è anche un certo David Lee, che chiarisce se ancora ce ne fosse bisogno il motivo della sua presenza all’All-Star Game, mettendo a referto 15 punti, 20 rimbalzi e 9 assist. Più chiaro di così…

    Oklahoma City Thunder – Memphis Grizzlies 106-89, senza storia

    Per le cose successe alla vigilie, tra scambi/cessioni eccetera, questa partita poteva finire soltanto con il segno “1” bello robusto, e così è stato. I Thunder hanno avuto vita particolarmente facile contro gli ospiti, che da qui fino al termine della stagione dovranno abituarsi a scendere in campo senza il loro uomo migliore, Rudy Gay. A differenza di Boston (lei sì che riavrà Rajon Rondo fra un anno), i Grizzlies dovranno tirare a campare guardando Gay giocare per Toronto, sapendo già di non poter riabbracciare più negli spogliatoi chi aveva macinato qualunque record della franchigia (479 gare giocate, 17.338 minuti, il migliore sotto la voce steals). Il battesimo del post-Rudy Gay non è stato poi dei più semplici, avendo dovuto fare i conti con Kevin Durant e Russell Westbrook, non gli ultimi arrivati.

    Purtroppo per Memphis, stanotte Russell ha deciso di vestire i panni del discreto tiratore (9/17 da due), costituendo con Kevin Durant (27) la solita coppia perfetta: 48 i punti complessivi confezionati dai due big di Oklahoma, a cui si aggiungono i 16 dalla panchina di Kevin Martin. Agli ospiti non bastano quindi i 23 punti di Jerryd Bayless e la prova difensiva di Zach Randolph (19 rimbalzi) per contrastare lo strapotere dei Thunder. Siamo così sicuri che i Grizzlies vadano ancora ai play-off?

    Classifica Eastern Conference

    1. Heat 29-13
    2. Knicks 28-15
    3. Bulls 28-17
    4. Pacers 27-19
    5. Nets 29-17
    6. Hawks 26-19
    7. Bucks 24-20
    8. Celtics 22-23
    9. Sixers 19-26
    10. Pistons 17-29
    11. Raptors 16-30
    12. Magic 14-31
    13. Cavaliers 13-33
    14. Wizards 11-33
    15. Bobcats 11-34

    Classifica Western Conference

    1. Spurs 37-11
    2. Thunder 35-11
    3. Clippers 34-13
    4. Grizzlies 29-16
    5. Warriors 29-17
    6. Nuggets 29-18
    7. Jazz 25-21
    8. Rockets 25-23
    9. Blazers 23-22
    10. Lakers 20-26
    11. Mavericks 19-27
    12. Timberwolves 17-25
    13. Kings 17-30
    14. Suns 16-30
    15. Hornets 15-31
  • All Star Game 2013, tra le riserve brillano Irving e George

    All Star Game 2013, tra le riserve brillano Irving e George

    In nottata è stato completato il roster dell’All Star Game 2013 con le riserve delle due squadre. Poche le sorprese al momento dell’annuncio ufficiale, con i nomi delle 14 riserve (sette per ciascun quintetto) ampiamente pronosticati alla vigilia. Tra questi non figura il nome di nessuno dei nostri italiani. Lascia sinceramente l’amaro in bocca non vedere nella Western Conference il nostro Danilo Gallinari, che dopo un’ottima prima parte di stagione avrebbe forse meritato una considerazione maggiore da parte del pubblico statunitense. Ricordiamo che la grande sfida tra i giocatori migliori della Eastern e Western Conference si terrà il prossimo 17 febbraio allo Toyota Center di Houston, in Texas, sede dell’All Star Game di quest’anno. Conosciamo i nomi dei protagonisti.

    All Star Game 2013, the starters 

    EASTERN CONFERENCE – Immancabili i due diamanti di Miami, LeBron James e Dwyane Wade, anche in questa stagione trascinatori degli Heat, attualmente al primo posto in classifica ad Est. Ci sono anche Rajon Rondo e Kevin Garnett per Boston. Insieme a loro infine Carmelo Anthony, leader incontrastato dei New York Knicks, seconda forza della Conference.

    WESTERN CONFERENCE – Dall’altra parte della costa americana la California offre Kobe Bryant (insieme a KG e Timmy il veterano della manifestazione) e Dwight Howard per i Lakers, Chris Paul e Blake Griffin per i Clippers. Come ciliegina sulla torta l’immancabile Kevin Durant, il miglior realizzatore dell’intera lega, protagonista insieme ai Thunder di una stagione fin qui assolutamente da incorniciare.

    The reserves 

    Kyrie Irving tra le riserve della Eastern Conference | ©Chris Chambers/Getty Images
    Kyrie Irving tra le riserve della Eastern Conference | ©Chris Chambers/Getty Images

    EASTERN CONFERENCE – C’è Chris Bosh, e non poteva essere altrimenti, che va così ad unirsi ai big two di Miami. I Bulls piazzano invece Luol Deng e Joakim Noah, alla sua prima partecipazione all’All Star Game. Ma c’è anche Tyson Chandler dei Knicks e Jrue Holiday dei Sixers. Infine menzione particolare per Paul George dei Pacers e sopratutto Kyrie Irving dei Cavaliers, miglior rookie del 2011 e anche quest’anno spettacolare nonostante Cleveland faccia enorme fatica.

    WESTERN CONFERENCE – Ovest mette invece in mostra Tony Parker e Tim Duncan dei Spurs, Russell Westbrook dei Thunder, James Gillette Harden, chiamato a fare gli onori di casa, LaMarcus Aldridge dei Portland Blazers (dispiace per l’assenza di Lillard), David Lee della sorpresa Warriors e Zac Randolph dei Memphis Grizzlies.

    All Star Game 2013: il roster definitivo

    Eastern Conference titolari

    Dwyane Wade (Heat): 9^ partecipazione
    Rajon Rondo (Celtics): 4^ partecipazione
    LeBron James (Heat): 9^ partecipazione
    Carmelo Anthony (Knicks): 6^ partecipazione
    Kevin Garnett (Celtics): 15^ partecipazione

    Western Conference titolari

    Kobe Bryant (Lakers): 15^ partecipazione
    Chris Paul (Clippers): 6^ partecipazione
    Kevin Durant (Thunder): 4^ partecipazione
    Dwight Howard (Lakers): 7^ partecipazione
    Blake Griffin (Clippers): 3^ partecipazione

    Eastern Conference reserve

    Chris Bosh (Heat): 8^ partecipazione
    Luol Deng (Bulls): 2^ partecipazione
    Jrue Holiday (76 ers): 1^ partecipazione
    Tyson Chandler (Knicks): 1^ partecipazione
    Kyrie Irving (Cavaliers): 1^ partecipazione
    Joakim Noah (Bulls): 1^partecipazione
    Paul George (Pacers): 1^ partecipazione

    Western Conference riserve

    Tim Duncan (Spurs): 14^ partecipazione
    Tony Parker (Spurs): 5^ partecipazione
    Russell Westbrook (Thunder): 3^ partecipazione
    LaMarcus Aldridge (Blazers): 2^ partecipazione
    David Lee (Warriors): 2^ partecipazione
    Zach Randolph (Grizzlies): 2^ partecipazione
    James Harden (Rockets): 1^ partecipazione

    LE DIVISE DELL’ALL STAR GAME 2013

  • NBA: Bargnani non basta a Toronto, Gallinari ancora KO

    NBA: Bargnani non basta a Toronto, Gallinari ancora KO

    10 le partite giocate nella notte NBA.

    Terza sconfitta consecutiva per Atlanta che cade in casa al cospetto dei Milwaukee Bucks nella riedizione dello scontro playoff del primo turno della Eastern Conference dello scorso anno. Prova scialba per gli Hawks che nel secondo quarto perdono la testa dell’incontro e non riescono più a gestire il match. Maggette con 20 punti, Jennings con 19 (4/5 da 3, 5 rimbalzi e 6 assist) ed Ilyasova con 17 e 10 rimbalzi guidano i Bucks, mentre dall’altra parte ci sono solo i 16 punti di Pachulia.

    Utah per questa stagione esce imbattuta dalla doppia trasferta in Florida: dopo la grande rimonta di ieri contro Miami, eccone un’altra, contro i Magic, segno che la squadra, oltre ad essere molto migliorata sul profilo mentale per quanto riguarda le trasferte (punto debole delle scorse stagioni) potrebbe essere addirittura più forte e completa dopo l’addio di Boozer e l’acquisizione di Jefferson (con Millsap in quintetto in pianta stabile). E fuori c’è ancora Okur. Carter segna 20 punti, ma li vanifica Deron Williams che ne mette 30 con 14 assist. Millsap, eroe di giornata ieri contro Wade-James (guarda il video) si accontenta di 23 punti.

    Bargnani segna 23 punti con 9 rimbalzi ma i Raptors cadono ancora, questa volta contro i derelitti Bobcats. 20 punti di Jackson, 19 di Wallace (con 14 rimbalzi, 5 assist e 4 stoppate) e 16 di Augustin aiutano Charlotte a sbancare il Canada, cosa che quest’anno si ripeterà molto spesso. Squadra che a vederla sembra senza progetto tecnico, nè tantomeno con un’identità. Veramente una stagione da incubo.

    Dopo sole 6 partite in NBA arriva la prima tripla doppia in carriera per John Wall: l’ex Kentucky University segna 19 punti, prende 10 rimbalzi, smista 13 assist e come se non bastasse aggiunge anche 6 palle rubate guidando i Wizards contro Houston, una vera forza della natura, complimenti a Washington che se lo è assicurato (con tanta fortuna), futuro luminosissimo per lui. Da registrare per i Rockets i 31 punti di Martin (con 7 rimbalzi e 6 assist) e i 24 di Scola. Yao Ming va fuori dopo 6 minuti ancora per problemi fisici.

    Dopo la vittoria di Cleveland, ieri, in New Jersey, i Nets si prendono subito la rivincita ed espugnano il parquet dei Cavaliers per 95-87 grazie ai 31 punti e 9 assist di Devin Harris. Da registrare anche i 13 punti e 18 rimbalzi di Kris Humpries.

    David Lee ritorna al Madison Square Garden e lo fa da vincitore: i suoi Golden State Warriors battono i Knicks grazie ai suoi 28 punti e 10 rimbalzi, bene anche Curry ed Ellis rispettivamente con 25 e 22 punti. Stoudemire invece non basta a New York con i suoi 33 punti e 10 rimbalzi, 27 li aggiunge Chandler, mentre Gallinari si ferma a quota 15 (con 7 rimbalzi).

    Non serve un grande Nowitzki ai Dallas Mavericks per imporsi a Memphis. Il tedesco griffa solo 12 punti ma Terry con i suoi 25 guida alla vittoria i texani. Per i Grizzlies non bastano i 23 di Zach Randolph ed i 18 di Gay, pessima la prova del backcourt (13 punti in 2 per la coppia Mayo-Conley con un brutto 5/19 complessivo dal campo.

    Tutto facile per gli Spurs contro la peggiore squadra della NBA al momento, i Clippers, che vengono asfaltati grazie ai 22 punti a testa di Ginobili e Jefferson. Per Los Angeles 18 punti di Butler e pessima prova al tiro del rookie Griffin (5/18 per 11 punti totali).

    La coppia Durant-Westbrook fa ammattire Philadelphia e permette agli Oklahoma Citi Thunder di portare a casa la vittoria. 31 a testa per i 2 fenomeni dei Thunder, Ibaka ha sostituito Jeff Green (seconda assenza per lui ma possibile ritorno nella prossima gara) alla grande con 12 punti, 7 rimbalzi e 4 stoppate. Per i Sixers gara sempre all’ inseguimento che avrebbe potuto riaprirsi a 3 minuti e mezzo dal termine quando la bomba di Meeks ha riportato a -3 Phila (97-94). Poi ci ha pensato il solito duo a chiudere ogni discorso e a mandare i titoli di coda della partita: Durant e Westbrook sono una coppia di fenomeni come pochi al mondo ed i Thunder possono andare lontano in questa stagione.

    La superlativa prova di Beasley permette a Minnesota di espugnare Sacramento: 42 punti per l’ala ex Miami Heat, mentre Evans (per i Kings) deve uscire per 6 falli dopo una serata poco esaltante (5 punti con 1/5 da l campo e 5 palle perse). Si salva solo Casspi con 17 punti.

    Risultati NBA del 10 novembre 2010

    Atlanta Hawks-Milwaukee Bucks 91-108

    • Atl: Pachulia 16, Horford 14, Johnson 13; Mil: Maggette 20, Jennings 19, Ilyasova 17

    Orlando Magic-Utah Jazz 94-104

    • Orl: Carter 20, Nelson 19, Lewis 16; Uta: Williams 30, Millsap 23, Jefferson 21

    Toronto Raptors-Charlotte Bobcats

    • Tor: Bargnani 23, Weems 20, Johnson 16; Cha: Jackson 20, Wallace 19, Augustin 16

    Washington Wizards-Houston Rockets 98-91

    • Was: Thornton 20, Blatche 20, Wall 19; Hou: Martin 31, Scola 24, Smith 12

    Cleveland Cavaliers-New Jersey Nets 87-95

    • Cle: Hickson 15, Jamison 14, Sessions 14; N.J.: Harris 31, Morrow 21, Humpries 13

    Memphis Grizzlies-Dallas Mavericks 91-106

    • Mem: Randolph 23, Gay 18, Gasol 10; Dal: Terry 25, Marion 20, Nowitzki 12

    San Antonio Spurs-Los Angeles Clippers 107-95

    • S.A.: Ginobili 22, Jefferson 22, Parker 21; Cli: Butler 18, Smith 15, Griffin 11, Gomes 11, Bledsoe 11

    Oklahoma City Thunder-Philadelphia 76ers 109-103

    • Okl: Durant 31, Westbrook 31, Ibaka 12; Phi: Meeks 17, Holiday 17, Brand 17

    Sacramento Kings-Minnesota Timberwolves 89-98

    • Sac: Casspi 17, Udrih 16, Dalembert 14; Min: Beasley 42, Telfair 16, Johnson 12

    GUARDA LE CLASSIFICHE NBA

  • NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    La stagione NBA è alle porte (inizio fissato per il 26 ottobre) e da oggi inizia l’analisi delle squadre NBA che si apprestano a disputare la stagione 2010/2011.
    Il viaggio nel mondo del basket U.S.A. inizia dalla Atlantic Division (Eastern Conference) e dalle sue 5 squadre.
    Da molti questa divisione viene considerata la più facile e la più scontata, con una franchigia che vincerà il titolo divisionale a mani basse (Boston Celtics), ma più che per meriti propri per demeriti altrui, e le altre che hanno molto più interesse alla ricostruzione della squadra in vista del futuro. Philadelphia, New Jersey e Toronto si presantano ai nastri di partenza con obiettivi minimi, e saranno molto probabilmente destinate ad un’annata al disotto del 50% di vittorie e quindi con un record perdente, mentre i soli New York Knicks, visto l’arrivo del fortissimo Amar’è Stoudemire dai Phoenix Suns, sembrano poter avere un record vincente. Alle spalle dei soliti Celtics, che comunque non sono più la squadra tritasassi del 2007-2008 che vinse il titolo a mani basse per ovvi motivi anagrafici ma che comunque restano insidiosi per chiunque viste le qualità tecniche che possiedono i giocatori all’interno del suo roster.

    BOSTON CELTICS: Squadra un pò anziana, dicevamo, ma con indubbie qualità tecniche come dimostrato ampiamente nello scorso anno (finale NBA contro i Lakers che hanno avuto la meglio solo in gara 7 pur avendo il vantaggio del fattore campo). Il nucleo portante sarà formato dai soliti 4 giocatori: il capitano Paul Pierce, la guardia tiratrice più prolifica in NBA per quanto riguarda il tiro da 3 punti ovvero Ray Allen, un all-star come Kevin Garnett nel ruolo di ala grande che dovrà dimostrare che l’infortunio al ginocchio non lo condiziona oramai più ed infine Rajon Rondo, che sarà chiamato alla definitiva consacrazione visti i progressi mostrati in questi ultimi 2 anni tra regular season e playoff. Proprio Rondo sarà la chiave dei biancoverdi, il vero ago della bilancia e coach Doc Rivers punta tutto sulle qualità del suo playmaker per riuscire ad arrivare ai traguardi più alti in questa stagione (ci si aspetta un netto miglioramento nel tiro da fuori, soprattutto da 3, e nel jumper del numero 9 Celtics, forse unica vera lacuna del giocatore). Nel ruolo di centro visto l’infortunio di Kendrick Perkins ai legamenti del ginocchio, sono arrivati Shaquille O’Neal e Jermaine O’Neal che a rotazione dovranno mostrarsi degni sostituti del centro titolare. Sempre nel reparto lunghi sembra grave la perdita di Rasheed Wallace che alla fine dello scorso campionato ha optato per il ritiro. Per questo motivo è stato messo sotto contratto (dopo 2 anni di attesa dalla sua scelta al Draft del 2008) il turco Semih Erden, ex Fenerbahce. A dargli man forte per sostituire “Sheed” ci sarà Glen Davis e l’ancora acerbo Luke Harangody, rookie da Notre Dame che in pre-season non ha sfigurato.
    Nel reparto dei “piccoli” pesa invece la perdita di Tony Allen, migrato verso i lidi di Memphis, che causa un buco soprattutto per quanto riguarda la difesa. Per sostituirlo sono arrivati l’ex Delonte West, ma soprattutto Von Wafer di ritorno nella Lega dopo la sfortunata parentesi in Europa all’Olympiacos. Nate Robinson dovrà far rifiatare invece il play Rondo e Rivers dovrà lavorare soprattutto sulla testa del ragazzo per evitare i suoi proverbiali “colpi di testa”. Completano il roster Marquis Daniels (che dovrà specializzarsi nel gioco difensivo se vorrà trovare qualche minuto sul parquet) e la 19esima scelta assoluta Avery Bradley forse ancora troppo giovane (non ha ancora 20 anni) per trovare spazio nelle rotazioni.
    Ultima annotazione su Doc Rivers, che è rimasto sulla panchina più prestigiosa della Lega dopo le voci di un suo addio (anno sabbatico), ma che perde il suo più valido collaboratore, quel Tom Thibodeau, per molti il vero artefice del successo dei Celtics in questi anni grazie alla sua organizzazione difensiva. Thibodeau ha infatti accettato il posto offertogli dai Chicago Bulls, raccogliendo quindi la ben più difficile sfida di capo allenatore NBA. Per sostituirlo è arrivato Lawrence Frank, licenziato lo scorso anno dal ruolo di head coach dei Nets dopo un avvio disastroso ma che potrebbe dare una buona impronta difensiva alla squadra.
    Obiettivo vincere il titolo NBA 2011, ma contro Lakers e Miami Heat si prospetta veramente dura!

    Arrivi: Shaquille O’Neal e Delonte West(Cleveland Cavs), Jermaine O’Neal(Miami Heat), Von Wafer(Olympiacos).
    Partenze: Rasheed Wallace(Retired), Tony Allen(Memphis Grizzlies), Shelden Williams(Denver Nuggets), Michael Finley e Brian Scalabrine (FA)
    Scelte al draft: Avery Bradley (19th pick), Luke Harangody (52nd pick).
    Probabile quintetto base:Rajon Rondo (PG), Ray Allen (SG), Paul Pierce (SF), Kevin Garnett (PF), Kendrick Perkins (C)

    ROSTER

    Guardie: Rajon Rondo, Ray Allen, Delonte West, Nate Robinson, Von Wafer, Marquis Daniels, Avery Bradley
    Ali: Paul Pierce, Kevin Garnett, Glen Davis, Luke Harangody
    Centri: Kendrick Perkins, Shaquille O’Neal, Jermaine O’Neal, Semih Erden.
    HEAD COACH: Doc Rivers

    NEW JERSEY NETS: sicuramente i Nets miglioreranno il pessimo record della stagione passata: quel 12-70 che ha rischiato seriamente di far diventare i Nets la peggior franchigia della storia della NBA, ma il peggio sembra ormai alle spalle. Il problema dei Nets è che ci si aspettava un’Estate fragorosa, visto che potevano partire in pole per aggiudicarsi il rookie-meraviglia John Wall che la Draft Lottery ha invece impacchettato e spedito a Washington, e visto che i Nets erano la franchigia con più spazio salariale per potersi accaparrare sul mercato i tanti fortissimi free agent sul mercato: ed invece niente Lebron James ne tanto meno Chris Bosh, niente Stoudemire e nemmeno Chris Paul ma il solo Derrick Favors (come terza scelta assoluta del draft), quale giovane speranza da esibire al non poco deluso pubblico della costa newyorkese.
    Ma le notizie non sono tutte negative perchè il talento accumulato negli ultimi anni dai derelitti Nets potrebbe portarli a diventare (fra qualche stagione, a meno di clamorose svolte) come una delle franchigie più forti del panorama NBA. Sotto la nuova guida di coach Avery Johnson, in queste ultime ore si sta tentando di arrivare al solito obiettivo di mercato, quel Carmelo Anthony che potrebbe cambiare le sorti della franchigia, ma le speranze sono ridotte al lumicino viste le esose richieste dei Denver Nuggets. La squadra sembra però ben quadrata (per quanto probabilmente non possa riuscire ad avere, almeno per questa stagione, un record vincente): Devin Harris è un playmaker di sicuro affidamento e Jordan farmar, bicampione a Los Angeles, potrebbe essere un valido cambio.
    Nel ruolo di guardia tiratrice, Terrence Williams (favorito visti gli strabilianti progressi degli ultimi mesi) ed Anthony Morrow, mortifero tiratore proveniente dalla baia di San Francisco, si divideranno minuti e palloni. Travis Outlaw occuperà il ruolo di ala piccola e sembra pronto al definitivo salto di qualità che gli è mancato a Portland ed ai Clippers con Stephen Graham come sostituto.
    Lo spot numero 4 è senza dubbio il più ricco che la franchigia possa esprimere. L’acquisto meno pubblicizzato alla fine potrebbe rivelarsi come il più importante: si tratta di Troy Murphy, che da Indiana porterà ai Nets le sue doti a rimbalzo (10.2 a sera nel 2009/2010) e la sua capacità nel tiro da fuori con oltre il 39% dall’arco del tiro da 3. Al momento un problema alla schiena lo tiene fermo, ma se come sembra la sua assenza dovesse prolungarsi solo fino all’inizio della regular season, ecco che la fisionomia della squadra avrebbe trovato un titolare fisso e un padrone per il ruolo di ala grande.
    Ovviamente alle sue spalle dovrà trovare spazio la terza scelta assoluta del draft, Derrick Favors, non eccezionale nella sua apparizione in Summer League ma che i commenti dei primi giorni di camp, dipingono come atleta dalle doti “non allenabili”. Un atleta naturale, potente e dagli istinti mortiferi.
    Se si parla di istinto però, il leader della squadra non può non essere indicato in Brook Lopez. Il centro ha dimostrato per tutto il camp pre-mondiale di Team U.S.A. (prima dell’infortunio che lo ha tolto della lizza della competizione) che la sua capacità di essere dove va la palla è fra le migliori nella lega e quindi nel mondo.
    Il suo ruolo dopo due anni nella Lega, dovrà essere per forza quello della stella, magari portandosi alla media fatidica dei 20 punti più 10 rimbalzi, condizione necessaria per incidere davvero e far valere anche verso gli arbitri uno status e una considerazione di primo piano.
    Kris Humpries sarà chiamato a tappare i buchi nel reparto lunghi. Il tempo ci dirà dove possono arrivare questi Nets, dato che l’obiettivo stagionale è perlomeno quello di non sfigurare e levarsi qualche piccola soddisfazione contro squadre più quotate.

    Arrivi: Quinton Ross (Washington); Jordan Farmar (L.A. Lakers); Travis Outlaw (Portland); Johan Petro (Denver); Stephen Graham(FA); Troy Murphy (Indiana); Anthony Morrow (Golden State); Joe Smith(Atlanta); Damion Jones (Atlanta, via draft)
    Partenze: Keyon Dooling (rilasciato); Yi Jianlian (Washington); Courtney Lee (Houston); Jordan Crawford (Atlanta, via draft), Tibor Pleiss (Oklahoma City, via draft)
    Scelte al draft: Derrick Favors (Georgia Tech, 3rd pick); Ben Uzoh (Tulsa); Brian Zoubek (Duke); Tibor Pleiss (31 pick); Jordan Crawford (27 pick)
    Probabile quintetto base: Devin Harris (PG), Terrence Williams (SG), Travis Outlaw (SF), Troy Murphy (o Derrick Favors) (PF), Brook Lopez (C)

    ROSTER

    Guardie: Jordan Farmar; Devin Harris; Terrence Williams; Anthony Morrow; Ben Uzoh
    Ali: Stephen Graham; Damion James; Travis Outlaw; Quinton Ross; Derrick Favors; Kris Humphries; Troy Murphy; Joe Smith.
    Centri: Brook Lopez; Joan Petro; Brian Zoubek.
    HEAD COACH: Avery Johnson

    NEW YORK KNICKS: La scorsa Estate il paventato arrivo a New York di LeBron James, avrebbe dovuto sancire la rinascita dei Knicks, troppo lontani dai palcoscenici che contano nel basket da molto, molto tempo. Ed invece James ha declinato la corte degli arancioblu lasciando i Knicks con un palmo di naso e costringendoli a ripiegare su seconde scelte che comunque permettono alla franchigia un netto miglioramento rispetto al passato. Probabilmente la stagione dovrebbe essere positiva, con un record finalmente vincente ma l’ambiente di New York (giornali, televisione ecc…) sono pur sempre una polveriera pronta ad esplodere e a farne subire le conseguenze alle squadre cittadine professionistiche.
    L’acquisto di Amar’è Stoudemire è un colpo ottimo, ma forse la power forward ex Phoenix Suns è stata pagata un pò troppo cara visto l’incedere della crisi dell’economia americana e l’inesorabile assottigliamento di anno in anno del salary cap: 100 milioni in 5 anni sono una grossa cifra che potrebbe poi portare all’immobilità nelle prossime sessioni di mercato, anche se il valore del giocatore resta ed è indiscutibile.
    Perso James, dicevamo, si è cercato di costruire la migliore ed equilibrata squadra possibile: in cabina di regia è arrivato Raymond Felton da Charlotte, non un fuoriclasse, ma un giocatore solido e dal rendimento costante su cui però in molti nella “Grande Mela” non sono pienamente convinti. Da Golden State, seppur sacrificando il miglior giocatore degli ultimi 3 anni, ovvero David Lee, sono arrivati 3 ottimi atleti: Ronny Turiaf come lungo, Kelenna Azubuike come guardia e Anthony Randolph, tra i 3 sicuramente il più interessante. Randolph infatti ha margini di miglioramento molto elevati, curioso il fatto che era proprio lui che i tifosi Knicks avrebbero voluto veder scelto dalla dirigenza arancioblu nel Draft in cui è stato scelto Danilo Gallinari con la sesta chiamata assoluta. Ed ora i 2 si ritrovano nella stessa squadra e rendono i Knicks una squadra molto interessante visto che se il nuovo numero 4 di New York manterrà le promesse che c’erano su di lui all’inizio della sua carriera NBA (e limitate in questi 2 anni dal “genio” di Don Nelson ai Warriors) il salto di qualità sarà garantito. A questo pacchetto di giocatori, sempre in entrata si devono aggiungere Roger Mason (tiratore sempre pericolosissimo) ed il centro Timofey Mozgov (visto all’opera negli ultimi mondiali). Dal Draft sono arrivate solo 2 scelte da secondo giro visto che negli anni passati la prima scelta dei Knicks era stata ceduta a Utah per uno scambio di giocatori scriteriato. Andy Rautins da Syracuse University da molti è stato etichettato come il miglior tiratore dell’intero Draft di quest’anno, Landry Fields abbina buone qualità di punti e rimbalzi e potrebbe essere il sostituto del nostro Danilo Gallinari.
    Completano il roster Wilson Chandler (che se non riesce a mettere in repertorio un tiro da 3 degno di questo nome sarà sicuramente mandato via da coach Mike D’Antoni) Eddy Curry (centro mal sopportato dall’allenatore newyorchese che sicuramente sarà mandato via visto il poderoso contratto in scadenza appetito da molte squadre che vogliono scaricare milioni di dollari di cap), il sophomore Toney Douglas, atteso alla riconferma dopo il buon anno da rookie, Bill Walker (che è stato una vera sorpresa lo scorso anno quando arrivò a metà stagione dai Celtics) ed il nostro Danilo Gallinari, con Stoudemire colonne basilari della prossima stagione agonistica. Gallinari sarà chiamato a continui miglioramenti che dovranno portarlo ad essere uno dei giocatori migliori della Lega: questo si augura D’Antoni ed altrettanto i tifosi del Madison Square Garden che sono legati da un filo invisibile alle prestazioni del numero 8 per poter avere di che esultare dopo tanti anni di buio. Le qualità dell’italiano ci sono tutte per sfondare definitivamente in U.S.A. ma serve attitudine al lavoro e tanto sacrificio per poter migliorare di giorno in giorno ed arrivare a diventare un All-Star.
    Obiettivo stagionale dei Knicks è sicuramente una stagione con record vincente (cosa ampiamente alla portata) e la riconquista dei playoff dopo anni da comprimari nella Lega.

    Arrivi: Amare Stoudemire (Phoenix Suns), Raymond Felton (Charlotte Bobcats), Anthony Randolph, Kelenna Azubuike, Ronny Turiaf (Golden State Warriors), Roger Mason Jr (San Antonio Spurs).
    Partenze: David Lee (Golden State Warriors), AL Harrington (FA Denver Nuggets), Tracy MCGrady (FA Detroit Pistons), Chris Duhon (FA Orlando Magic), Sergio Rodriguez (Real Madrid), Eddie House (Miami Heat).
    Scelte al draft: Andy Rautins (Syracuse), Landry Fields (Stanford), Jerome Jordan (Tulsa).
    Probabile quintetto base: Raymond Felton (PG), Wilson Chandler (SG), Danilo Gallinari (SF), Anthony Randolph (PF), Amar’è Stoudemire (C)

    ROSTER

    Guardie: Kelenna Azubuike, Toney Douglas, Raymond Felton, Roger Mason Jr., Andy Rautins, Bill Walker.
    Ali: Wilson Chandler, Patrick Ewing Jr, Landry Fields, Danilo Gallinari, Anthony Randolph, Amar’e Stoudemire, Ronny Turiaf.
    Centri: Eddie Curry, Timofey Mogzov.
    HEAD COACH: Mike D’Antoni

    PHILADELPHIA 76ERS: I Sixers ripartono da 2 nomi: Doug Collins come head coach ed Evan Turner (seconda scelta assoluta all’ultimo Draft). Sono queste le basi da cui ricostruire una franchigia che ha deluso più del dovuto nell’ultimo campionato.
    Baciati dalla fortuna nella notte della Draft Lottery che ha portato a Phila la scelta numero 2 utilizzata poi per accaparrarsi Turner, i Sixers hanno dovuto operare con oculatezza sul mercato dei free agent visto il poco spazio salariale a disposizione. Sono arrivati da Sacramento i lunghi Hawes e Nocioni (che tuttavia a dispetto di una buona altezza ricopre il ruolo di ala piccola e tira molto bene dal perimetro) acquisiti in cambio di Dalembert. Poi Da New Orleans sono arrivati Songaila e l’ala grande, rookie, Craig Brakins, alla sua terza squadra NBA senza avere neanche una presenza ufficiale nella Lega (scelto quest’anno da Oklahoma City, girato agli Hornets per Cole Aldrich ed ora a Philadelphia). E’ stato firnmato anche Tony battie, lungo con buona esperienza in regular season. L’ex Orlando Magic potrà dare un cambio all’intero reparto lunghi, potendo essere utilizzato sia da ala forte che da centro. Ma grazie alla sua esperienza sarà utilissimo nel ruolo di guida per i due giovani Marreese Speights e Spencer Hawes.
    Il nucleo portante sarà formato da Louis Williams, Jrue Holiday (probabile starter in regia), Thaddeus Young (chiamato a far vedere il suo vero talento e giocatore dal quale potrebbero dipendere le sorti della squadra a seconda della sua esplosione tecnica o meno), Elton Brand, che deve dimostrare il suo vero valore da quando si è trasferito in Pennsylvania dai Clippers, ed infine Andre Iguodala che potrebbe beneficiare dell’arrivo di Turner avendo meno pressione offensiva addosso. Il miglior giocatore dei Sixers paga a caro prezzo il fatto che le difese si chiudano interamente su di lui e l’arrivo di un compagno dotato offensivamente potrebbero portarlo ad avere più spazi e più pericolosità.
    Obiettivo far crescere i propri giovani ed amalgamare la squadra per il futuro, visto che difficilmente i Sixers quest’anno raggiungeranno un record vincente e di conseguenza si ritroveranno fuori dalla post season.

    ARRIVI: Tony Battie (FA), Craig Brackins (trade da New Orleans), Spencer Hawes (trade da Sacramento), Andres Nocioni (trade da Sacramento), Darius Songaila (trade da New Orleans).
    PARTENZE: Royal Ivey (FA), Willie Green (trade con New Orleans), Rodney Carney (FA), Jason Smith (trade con New Orleans), Samuel Dalembert (trade con Sacramento), Primoz Brezec (FA)
    DRAFT: Evan Turner (2a scelta)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Holiday (PG), E. Turner (SG), A. Iguodala (SF), E. Brand (PF) S. Hawes (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Jrue Holiday, Lou Williams, Evan Turner, Jodie Meeks, Chris Quinn
    ALI: Andre Iguodala, Thaddeus Young, Jason Kapono, Andres Nocioni, Craig Brackins, Elton Brand, Darius Songaila
    CENTRI: Spencer Hawes, Marreese Speights, Tony Battie
    HEAD COACH: Doug Collins

    TORONTO RAPTORS: Perso Chris Bosh, uomo franchigia degli ultimi anni, che si è unito a Wade e James agli Heat, c’è aria di rinnovamento a Toronto: o meglio a prima vista non sembrerebbe visto che il roster non è mutato tantissimo ma la situazione dei Raptors è sempre in evoluzione. Molti pensano che la squadra in Estate più che rinforzarsi abbia perso qualcosa. Sicuramente c’era più attesa lo scorso anno con lo stesso Bosh e l’arrivo di Turkoglu che avevano dato illusorie speranze di trionfo ai Canadesi che non in questi primi mesi di ripresa dell’attività agonistica. Bargnani quindi avrà molte più responsabilità e le ottime prestazioni offerte con la nazionale italiana fanno ben sperare i tifosi canadesi. Andrea dovrà ergersi a leader assoluto e smentire gli scettici NBA sul suo conto (che a quanto pare non sono solo i giornalisti ma anche gli stessi colleghi viste le ultime dichiarazioni di Shaquille O’Neal che esaltavano il talento di Gallinari ma che troncavano le potenzialità di Bargnani). Colangelo ha poi aggiunto il suo pallino Barbosa dei Suns e ha fallito nel portare anche Stoudemire, andato da Phoenix a New York. Il play titolare dovrebbe comunque essere Calderon (ma Jarrett Jack pare in rimonta straordinaria). Come guardia sarà chiamato ad esplodere un certo DeMar DeRozan che non potrà più solo concentrarsi sulle schiacciate spettacolari che esaltano il pubblico dell’Air Canada Centre. Andato via Turkoglu, il ruolo di ala piccola verrà occupato da Linas Kleiza che dopo una stagione in Grecia ed un ottimo mondiale, vorrà dimostrare che anche in NBA sa dire la sua. Amir Johnson dovrà invece dimostrare che i soldi che sono stati spesi per rinnovargli il contratto siano ben spesi. Molti dicono che Stoudemire non sia arrivato proprio per dare spazio ad Amir e permettergli di fare quel salto di qualità che ci si aspetta. Verrà affiancato da Bargnani che finalmente potrà avere le redini della squadra in mano, ma basteranno per portare la franchigia verso i migliori traguardi? Quest’anno sarà indicativo e ci darà sicuramente la risposta. In panchina a dare una mano al nostro centro ci saranno un uomo di esperienza (David Andersen arrivato da Houston) e d un rookie (Solomon Alabi, che ha nella stoppata il suo pezzo forte). Ci si aspetta un buon impatto dall’altro rookie scelto dai Raptors, la scelta del primo giro ovvero Ed Davis da North Carolina. Sonny Weems darà il cambio a Barbosa nel ruolo di guardia mentre Julian Wright è arrivato all’ultima chiamata della sua carriera dopo che è arrivato in Canada in cambio di Belinelli, visto che questi primi 3 anni di NBA sono stai una delusione a New Orleans: sarà il cambio di Kleiza ed avrà spazio necessario per mostrare il suo potenziale.

    ARRIVI: David Andersen (Houston Rockets), Leandro Barbosa (Phoenix Suns), Linas Kleiza (Olympiacos, via Denver), Julian Wright (New Orleans Hornets)
    PARTENZE: Hedo Turkoglu (Phoenix Suns), Marco Belinelli (New Orleans Hornets), Chris Bosh (Miami Heat), Antoine Wright (FA)
    DRAFT: Ed Davis (North Carolina, 13 pick), Solomon Alabi (50 pick)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Jack (PG), L. Barbosa (SG), L. Kleiza (SF), A. Johnson (o Ed Davis) (PF), A. Bargnani (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Marcus Banks, Jarrett Jack, Josè Calderon, DeMar DeRozan, Leandro barbosa, Sonny Weems
    ALI: Linas Kleiza, Julian Wright, Ed Davis, Amir Johnson, Reggie Evans, Joey Dorsey
    CENTRI: Andrea Bargnani, Solomon Alabi, Chris Andersen
    HEAD COACH: Jay Triano

    ANALISI NORTHWEST DIVISION
    ANALISI PACIFIC DIVISION
    ANALISI SOUTHWEST DIVISION
    ANALISI SOUTHEAST DIVISION
    ANALISI CENTRAL DIVISION

  • NBA: Anche David Lee abbandona il team U.S.A.

    Anche David Lee, fresco acquisto dei Golden State Warriors, dovrà rinunciare ai campionati del mondo in Turchia che si svolgeranno a settembre.
    L’ala grande dei Warriors si è infatti slogato il dito medio della mano destra in una sessione di allenamento, non avrà bisogno di un intervento chirurgico, ma necessita di un recupero che coprirà circa 6 settimane.

    Altra grande amarezza quindi, dopo quella per l’allontanamento forzato di Amar’è Stoudemire avvenuta proprio ieri per via di problemi insorti con la polizza assicurativa del nuovo centro dei New York Knicks.
    Dispiaciuto il giocatore per la grande occasione persa, dispiaciuto lo staff tecnico che deve rinunciare ancora una volta ad un giocatore di valore sotto i tabelloni. Ed il buco in quel settore ora inizia a farsi preoccupante, viste le defezioni di Robin Lopez, Amar’è Stoudemire e David Lee. Praticamente sono rimasti i soli Brook Lopez (fratello di Robin) e Kevin Love.

    Ancora non è stato comunicato un eventuale sostituto, questa comunque la lista dei giocatori che stanno lavorando nel training camp del team U.S.A.

    playmaker: Rajon Rondo (Boston Celtics), Derrick Rose (Chicago Bulls), Stephen Curry (Golden State Warriors), Chauncey Billups (Denver Nuggets), Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder)

    guardie: O.J. Mayo (Memphis Grizzlies), Eric Gordon (Los Angeles Clippers), Tyreke Evans(Sacramento Kings)

    ali piccole: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder), Rudy Gay (Memphis Grizzlies), Danny Granger (Indiana Pacers), Andre Iguodala (Philadelphia 76ers), Gerald Wallace (Charlotte Bobcats)

    ali grandi: Jeff Green (Oklahoma City Thunder), Lamar Odom (Los Angeles Lakers), David Lee(Golden State Warriors)

    centri: Amar’è Stoudemire (New York Knicks), Robin Lopez (Phoenix Suns), Brook Lopez (New Jersey Nets), Tyson Chandler (Dallas Mavericks), Kevin Love (Minnesota Timberwolves)

    nota: David Lee, Amar’è Stoudemire e Robin Lopez fuori per infortunio. Javalee McGee sostituisce Stoudemire.

  • NBA: Stoudemire, no ai Mondiali in Turchia

    Amar’è Stoudemire dovrà, a malincuore, rinunciare ai Mondiali in Turchia che si svolgeranno a settembre.
    Il neo giocatore dei New York Knicks (preso tra i free agent dai Phoenix Suns) proprio per il tipo di contratto stipulato con la franchigia della “Grande Mela” non potrà avere l’opportunità di scendere in campo con i suoi compagni e cercare di vincere qualcosa di importante.
    Premettendo che Stoudemire era tra i 21 preconvocati dal selezionatore Mike Krzyzewski, per il training camp della nazionale degli Stati Uniti che si sta svolgendo in questi giorni, il contratto, appena firmato, da 100 milioni di dollari, di “The Stat” non prevede la copertura per infortuni ad occhi e ginocchia, che in passato hanno fortemente tormentato il lungo ex Suns nella sua carriera agonistica in Arizona.
    Ecco che quindi una telefonata del G.M. dei Knicks, Donnie Walsh, ha chiuso la questione, riportando la notizia allo staff tecnico della Nazionale, che a malincuore ha visto Stoudemire abbandonare gli allenamenti. Rammarico da ambo le parti, sia da parte del giocatore che voleva cogliere questa possibilità presentatasi all’improvviso, sia per il team U.S.A., che resta con un grandissimo buco sotto canestro.

    E piove sul bagnato visto che proprio nel ruolo di centro anche Robin Lopez ha dovuto dare forfait per problemi alla schiena. Inoltre nell’ultimo allenamento David Lee ha subito un piccolo infortunio, ancora da valutare. La situazione sotto i tabelloni quindi non è delle più rosee, e per tappare le crepe che si sono aperte negli ultimi giorni è stato chiamato il centro dei Washington Wizards, JaValee McGee. Sicuramente la sua fama non è all’altezza dei giocatori appena citati, ma il ragazzo è in evoluzione tecnica e fisica e sicuramente nel ruolo è uno dei migliori prospetti della Lega. Un pò acerbo (22 anni per lui) ma con grandi margini di miglioramento, si spera che possa portare utilità alla Nazionale.

    GUARDA I 21 PRE-CONVOCATI PER IL TEAM U.S.A.

  • NBA: Ecco i nomi per il team U.S.A. in vista del Mondiale

    Sono stati resi noti i nomi dei 21 atleti che parteciperanno al training camp della nazionale degli Stati Uniti d’America, dai quali poi usciranno i 12 giocatori che rappresenteranno il Paese nei Mondiali di Turchia a settembre.

    Da premettere che il “Dream Team” degli anni passati non ci sarà viste le defezioni dei vari Kobe Bryant, Dwyane Wade, LeBron James, Chris Bosh, Dwight Howard, Carlos Boozer, Carmelo Anthony, Chris Paul, Deron Williams che per motivi personali hanno deciso di declinare l’invito di coach Mike Krzyzewski e che quindi non saranno disponibili per i Mondiali.
    Si tratterà di una selezione nuova, fatta di ottimi giocatori (che potranno fare bene durante la manifestazione), ma non parliamo di superstar quali quelle appena elencate.
    Tutto ruoterà attorno al talento senza fine di Kevin Durant, unico atleta che può essere paragonato ai precedenti. Il numero 35 degli Oklahoma City Thunder sta bruciando tutte le tappe e i suoi miglioramenti sono sotto gli occhi di tutti: a soli 21 anni è stato il più giovane vincitore della classifica marcatori, il suo status di campione è ormai dichiarato da tutti gli addetti ai lavori della NBA ed il prossimo anno sarà chiamato a portare la sua squadra verso traguardi importanti.
    Al suo fianco ci sono ottimi giocatori come Rajon Rondo (che finalmente non ha rifiutato la chiamata della Nazionale), Derrick Rose, talento dei Chicago Bulls, Tyreke Evans (in rampa di lancio dopo aver vinto il titolo di matricola dell’anno lo scorso anno con i Kings e primo atleta del dopo Michael Jordan a chiudere con oltre 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist di media a partita al primo anno da rookie, dopo ovviamente “Sua Maestà”), atleti dal fisico esplosivo come Rudy Gay e Gerald Wallace e poi i compagni di Durant ad OKC ovvero Russell Westbrook e Jeff Green. Forse manca qualcosa sotto canestro, nel ruolo di centro, dove il solo Stoudemire non potrà giocare tutti i 48 minuti delle partite (anche se il suo fisico ed il suo talento potrebbero anche permetterglielo), ma si potrà ovviare con il giusto spirito di sacrificio.
    Insomma, gruppo sul quale si deve lavorare ma che può dare soddisfazioni viso che è molto bene amalgamato. Con la certezza di Kevin Durant…

    I 21 convocati del team U.S.A.

    playmaker: Rajon Rondo (Boston Celtics), Derrick Rose (Chicago Bulls), Stephen Curry (Golden State Warriors), Chauncey Billups (Denver Nuggets), Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder)

    guardie: O.J. Mayo (Memphis Grizzlies), Eric Gordon (Los Angeles Clippers), Tyreke Evans (Sacramento Kings)

    ali piccole: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder), Rudy Gay (Memphis Grizzlies), Danny Granger (Indiana Pacers), Andre Iguodala (Philadelphia 76ers), Gerald Wallace (Charlotte Bobcats)

    ali grandi: Jeff Green (Oklahoma City Thunder), Lamar Odom (Los Angeles Lakers), David Lee (Golden State Warriors)

    centri: Amar’è Stoudemire (New York Knicks), Robin Lopez (Phoenix Suns), Brook Lopez (New Jersey Nets), Tyson Chandler (Dallas Mavericks), Kevin Love (Minnesota Timberwolves)

  • NBA, free agent: Le ultime voci di mercato e trattative [9 luglio 2010]

    Nella giornata in cui l’addio di LeBron James ai Cleveland Cavaliers per abbracciare il progetto dei Miami Heat (Leggi l’articolo) monopolizza l’attenzione del basket a livello mondiale, non si disdegnano certamente i movimenti per così dire secondari.
    Ecco in dettaglio ciò che è successo mentre tutti erano con il fiato sospeso per la decisione di LeBron: David Lee, ala grande dei New York Knicks è passato ai Golden State Warriors attraverso un “sign and trade” (visto che comunque era in scadenza con la franchigia della “Grande Mela”) che ha portato da coach Mike D’Antoni l’ala grande Anthony Randolph, il centro Ronny Turiaf e la guardia tiratrice Kelenna Azubuike, come già anticipato ieri nell’articolo dedicato alle trattative NBA.

    Molto attivi sul mercato i Minnesota Timberwolves che acquisiscono quasi per nulla l’ala grande dei Miami Heat Michael Beasley, divenuto superfluo in Florida dopo l’ammucchiata di All Star delle ultime ore. Miami libera ulteriore spazio salariale per completare il roster, Minnesota guadagna un giocatore di sicuro talento (è stato seconda scelta assoluta degli Heat al Draft del 2008, dietro al solo Derrick Rose) ma un pò bizzoso mentalmente. A Miami vanno una seconda scelta al Draft del prossimo anno (quindi dalla 30esima scelta alla 60esima) ed uno scambio di prime scelte, molto poco per gli Heat, che possono però sicuramente essere soddisfatti delle operazioni precedenti sul mercato!

    I Los Angeles Clippers firmano i free agent, Randy Foye e Ryan Gomes, i Celtics sono vicinissimi a Jermaine O’Neal, mentre i Bobcats, per il ruolo di ala grande pensano a rifirmare Tyrus Thomas o in alternativa prendere Luis Scola. Linas Kleiza è vicinissimo a firmare con i Toronto Raptors, freschi di addio della loro stella Chris Bosh, e sempre la franchigia canadese, visto che si trova sguarnita nel ruolo di ala grande ha tenuto in squadra Amir Johnson pare per una cifra di 34 milioni di dollari per 5 anni. Rasual Butler è a colloquio con i Dallas Mavericks, così come i Portland Trail Blazers stanno instaurando una trattativa per Wesley Matthews, guardia tiratrice degli Utah Jazz, svincolato dopo solo un anno dopo essere stato scovato dalla dirigenza di Salt Lake City dal nulla, non essendo stato draftato lo scorso anno ma autore ugualmente di una stagione con moltissime luci e poche ombre.

  • NBA, free agent: Le ultime voci di mercato e trattative [8 luglio 2010]

    In vista dell’annuncio di questa notte di LeBron James il mercato, per quanto riguarda voci e trattative, si è un pò calmato, cosa inevitabile visto che i più quotati addetti ai lavori si stanno sbizzarendo con varie teorie sulla possibile nuova squadra di James.

    Le voci di queste ultime ore non sono di primo piano ma per dovere di cronaca riportiamo tutti i rumors che sono usciti fuori: Jermaine O’Neal è stato contattato dai Boston Celtics e pare orientato ad accettare l’offerta visto che avrebbe il posto da titolare a causa dell’infortunio del centro titolare Kendrick Perkins che per la rottura dei legamenti del ginocchio in gara 6 di Finale NBA contro i Lakers dovrà stare fermo per parecchi mesi. Anche i Denver Nuggets sono interessatissimi all’ex Miami Heat, mentre i Dallas Mavericks sembrano ormai tagliati fuori dalla corsa al giocatore. Sia Celtics che Nuggets avrebbero proposto un contratto di 2 anni a 5,8 milioni di dollari a stagione. La decisione spetterà al giocatore. Boston comunque pare in vantaggio.

    I Golden State Warriors avrebbero in mente di mettere sotto contratto tramite “sign and trade” il giocatore dei New York Knicks David Lee. Ieri in un primo momento sembrava plausibile uno scambio a 3 squadre con il coinvolgimento di Minnesota (Lee ai Timberwolves, Jefferson ai Warriors e Monta Ellis a New York) ma l’interesse dei Californiani pare essere proprio per Lee e non per Al Jefferson che manderebbero ai Knicks l’ala grande Anthony Randolph, il centro Ronny Turiaf e la guardia Kelenna Azubuike.

    Mike Miller continua le sue trattative con i Knicks, ma a rompere le uova nel paniere a Mike D’antoni ci hanno pensato i Miami Heat, freschi di rinnovo contrattuale con Wade e dell’acquisizione di Chris Bosh dai Raptors. Miller starebbe pensando all’eventualità, ancor di più se anche LeBron James dovesse unirsi alla squadra della Florida, come confermerebbero le ultime voci, che diventerebbe quasi imbattibile!
    “Mare calmo” in attesa di questa notte, ore 3.00 in Italia, le 21 negli Stati Uniti, quando si scatenerà “l’uragano” LeBron James..!

  • NBA, free agent: Le ultime voci di mercato e trattative [7 luglio 2010]

    Il rumors principale, come già scritto nell’articolo dedicato a LeBron James (Leggi l’articolo), riguarda i Cleveland Cavaliers, che pur di trattenere il loro fenomeno in Ohio, starebbero pensando di creare una super squadra pronta a vincere il titolo e a sbaragliare tutta la concorrenza. Ovviamente si tratta solo di una voce ma secondo alcune fonti autorevoli, la notizia non pare campata in aria.
    Dunque, per rendere ancora più competitivi i Cavs, il proprietario Dan Gilbert non baderebbe a spese e la dirigenza, forte del messaggio lanciato dall’owner, si sarebbe mossa per operare un “sign and trade” con i Toronto Raptors per Chris Bosh, talentuosissima ala grande, in ottimi rapporti proprio con James e scelto allo stesso Draft (anno 2003) del fenomeno numero 23, che andrebbe a rinforzare il reparto sotto i tabelloni. I Cavaliers però dovrebbero trovare per i canadesi adeguate contropartite tecniche che alla fine non mancano ma dovrebbero andare tutte ad incastro.
    Più complicato il discorso per arrivare ad un’altra superstar, ovvero Chris Paul! Il più forte playmaker della Lega è molto legato a coach Byron Scott, nuovo allenatore degli orogranata, che potrebbe da parte sua cercare di convincere il regista al trasferimento. C’è da dire che Paul ha già espresso il desiderio di avere una squadra da titolo a New Orleans, ma la prospettiva appare lontana anni luce visto che gli Hornets sono in ricostruzione partendo dai giovani. Ecco perchè Paul potrebbe puntare i piedi e nonostante il suo valore sul mercato sia molto alto, si potrebbe tuttavia trovare un accordo anche vantaggioso con Cleveland in modo da accontentare tutti.
    Una squadra con Paul come playmaker, James ala piccola e Bosh ala grande avrebbe veramente pochi avversari sui parquet NBA, un pò come fecero i Boston Celtics del 2008 che a Paul Pierce unirono prima Ray allena dai Seattle Sonics e poi Kevin Garnett dai Minnesota Timberwolves per assemblare una formazione che in quell’anno asfaltò letteralmente tutti quanti (ne sanno qualcosa i Lakers che in Finale, in gara 6 furono sommersi sotto quasi 40 punti e videro i Celtics prendersi il titolo NBA). La similitudine ci sta perchè riunire 3 superstar in un unico team non è cosa semplice e non è cosa da tutti ma i Cavs vogliono provarci per riuscire finalmente a trionfare.

    Per quanto riguarda le altre voci sembra che i Knicks, dopo l’acquisizione di Stoudemire sarebbero interessati a Carlos Boozer, ala grande degli Utah Jazz. Boozer è seguito anche dai cugini dei Knicks, ovvero i Nets, che come piano secondario, se dovessero fallire la trattativa con l’ala dei Jazz, starebbero trattando David Lee proprio di New York!
    I Knicks però sarebbero interessati a fare uno scambio a 3 in cui proprio Lee dovrebbe andare a Minnesota, Al Jefferson dei T-Wolves ai Golden State Warriors e la guardia Monta Ellis dalla squadra della California andrebbe a New York.

    Lee in queste ore è il più ricercato sul mercato visto che a lui sono fortemente interessati i Phoenix Suns che devono sostituire Amar’è Stoudemire passato proprio ieri a New York.

    I Dallas Mavericks invece si sono interessati al “lungo” Jermaine O’Neal, nell’ultima stagione ai Miami Heat, e alla guardia Raja Bell che si è detta fortemente interessata a provare l’avventura in quel di Dallas.

    Tony Parker dovrebbe restare a San Antonio, anche perchè non ha il contratto in scadenza, ma New York vorrebbe fare un tentativo per strapparlo agli Spurs. Come alternative, nella testa di Mike D’Antoni, ci sarebbero Raymond Felton (svincolato dai Charlotte Bobcats) e ultima novità Luke Ridnour dei Milwaukee Bucks.

    I Boston Celtics sono in trattativa con Kyle Korver, fortissimo tiratore lasciato libero dagli Utah Jazz. Per il ruolo di ala piccola, per dare qualche minuto di riposo al titolare Paul Pierce, nei giorni scorsi i Celtics avevano provato ad arrivare a Rasual Butler e Antoine Wright, ma ora il nome di Korver si è fatto strada prepotentemente e la soluzione del rebus potrebbe essere proprio questa per Boston.

    Carmelo Anthony sarebbe sul punto di prolungare il contratto con i Denver Nuggets sulla base di 65 milioni di dollari per 3 anni. Ma su questa notizia si aspettano ancora conferme.

    Infine i Portland Trail Blazers hanno firmato il rookie scelto (tramite Minnesota) al Draft di quest’anno, ovvero Luke Babbitt.
    Stesso discorso per i Milwaukee Bucks che sono vicini a chiudere il contratto con la loro prima scelta Larry Sanders, chiamato a giocare nei “Cervi” con il pick numero 15.