Tag: daspo

  • Raid Campo de’ Fiori, Daspo di 5 anni per ultras arrestati

    Raid Campo de’ Fiori, Daspo di 5 anni per ultras arrestati

    Ne ha parlato tutto il mondo, indignandosi di fronte alla barbarie e all’inciviltà delle frange violente del tifo organizzato, suscitando polemiche e critiche per la scarsa sicurezza nella capitale e per l’assenza di vigilanza, in particolare, nella zona più frequentata della movida notturna. Ora, l’increscioso episodio identificato come Raid Campo de’ Fiori inizia ad avere pesanti conseguenze per gli aggressori ed esecutori delle violenze avvenute nella notte fra il 21 ed il 22 Novembre nel pub “Drunken Ship”, teatro della violenta aggressione nei confronti di un gruppo di dieci tifosi del Tottenham giunti nella capitale per seguire la propria squadra nel match di Europa League contro la Lazio.

    Dopo ore di paura, soprattutto per le gravi condizioni di uno dei tifosi accoltellato rimediando una lesione all’aorta, le indagini della Polizia e della Digos hanno iniziato a far chiarezza sull’identità di alcuni dei violenti, uniti dall’odio antisemita e dal barbaro istinto di scagliarsi – a volto coperto – e adoperando le proprie armi da guerriglia urbana, dai coltelli alle mazze da baseball passando per i tirapugni e le catene.

    Raid di Campo de' Fiori, il pub devastato
    Raid Campo de’ Fiori, il pub devastato | immagine dal web

    Il gruppo dei violenti era molto numeroso ma, tra gli autori ed esecutori del Raid Campo de’ Fiori, due di loro sono stati identificati ed arrestati dalla Questura di Roma che, servendosi delle immagini di alcune telecamere a circuito chiuso e delle testimonianze di alcuni presenti, è riuscita a compierne l’arresto con l’accusa di tentato omicidio. Si tratta di due ultras della Roma, Mauro Pinnelli e Francesco Ianari, ai quali proprio in queste ore è stato notificato da parte del questore della capitale Fulvio Della Rocca – dopo aver valutato le circostanze dei fatti avvenuti – anche il provvedimento di Daspo per i prossimi cinque anni, ossia il divieto ad assistere a qualsiasi manifestazione sportiva: per uno dei due ultras, inoltre, il provvedimento di Daspo non è una novità, avendolo già ricevuto in passato.

  • Daspo integrato per Pietro Arcidiacono. Disciplinare lo squalifica 8 mesi

    Daspo integrato per Pietro Arcidiacono. Disciplinare lo squalifica 8 mesi

    Dopo il Daspo comminato dal questore di Catanzaro Guido Marino nei confronti del calciatore del Nuova Cosenza Pietro Arcidiacono, a seguito della scritta Speziale è innocente mostrata dal calciatore su una t-shirt al fine di solidarizzare con Antonino Speziale – ultrà catanese condannato per omicidio dell’ispettore Raciti –  sembrava che per il ventiquattrenne attaccante catanese la carriera calcistica dovesse interrompersi per i prossimi tre anni.

    Il questore di Catanzaro Guido Marino, però, è intervenuto in questi giorni per spiegare e precisare la portata del Daspo, alla luce del fatto che l’attività calcistica costituisce l’attività professionale principale per Pietro Arcidiacono e, dunque, in questi casi il provvedimento di Daspo viene ad essere integrato – “né modificato, né ridotto” come ha sottolineato lo stesso questore catanzarese – al fine di consentirgli di continuare la sua attività, “mentre per il resto il Daspo rimane immutato”. Per tal ragione, si applica la possibilità di continuare a svolgere la sua principale fonte di sostentamento autorizzandolo alla preparazione fisica ed atletica e “a disputare, se convocato, le gare del Cosenza calcio”, mentre gli si vieta di partecipare per i prossimi tre anni a qualsiasi altro tipo di manifestazione sportiva.

    Pietro Arcidiacono
    Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

    Dopo tale necessario chiarimento relativo all’integrazione del Daspo, sul futuro di Pietro Arcidiacono incombe, ora, la squalifica di otto mesi comminata dalla giustizia sportiva che lo terrà fermo fino al prossimo 20 Luglio 2013, anche se il legale del calciatore, l’avvocato Aristide Leonetti, pare sia intenzionato a ricorrere contro tale squalifica ed il termine per l’eventuale ricorso è fissato per il prossimo martedì 27 Novembre.

    Inoltre, a seguito dell’inchiesta aperta dalla Procura federale, la Figc ha inviato alcuni emissari nel capoluogo bruzio al fine di svolgere alcune necessarie audizioni nelle quali sono stati sentiti lo stesso Pietro Arcidiacono, il capitano del Nuova Cosenza Manolo Mosciaro, il dirigente addetto agli arbitri del Cosenza Pier Paolo Perri, e Salvatore Arcidiacono, fratello di Pietro, il quale ha consegnato fisicamente la maglietta “incriminata” all’attaccante rossoblu dopo il suo gol nel match Sambiase-Nuova Cosenza disputato a Lamezia Terme.

  • Schiaffo a Di Vaio, tifoso rischia 5 anni di Daspo

    Schiaffo a Di Vaio, tifoso rischia 5 anni di Daspo

    Lo Stadio della Juventus, celebrato ed elogiato per le sue splendide fattezze, per l’idea, per il progetto e la rivoluzione culturale che rappresenta per il calcio Italiano, miete la prima “vittima”, ossia il primo tifoso “incriminato” per aver sfruttato la minima distanza che separa gli spalti dal campo e dai giocatori, per provare a colpire mercoledì sera, durante Juventus – Bologna, con uno schiaffo il capitano degli emiliani, nonchè ex dell’incontro, Marco Di Vaio.

    © Valerio Pennicino/Getty Images
    In particolare, nella rissa finale del match – già nervoso di per sè a causa di alcuni contestati episodi arbitrali – quando il parapiglia in campo si è avvicinato alla tribuna, il tifoso ha cercato di sporgersi per colpire l’attaccante romano, il quale, però, ha dichiarato di non essersi accorto di nulla. Il gesto non è riuscito, ma il tifoso è stato identificato dalle telecamere a circuito chiuso dell’impianto, che vengono adoperate in sinergia fra le forze di polizia ed il servizio di sicurezza dello stadio, in modo che gli agenti possano monitorare direttamente con il supporto video le zone calde dell’impianto e, in caso di incidenti e scontri, individuare con maggiore prontezza e celerità, oltre che con maggior certezza, i responsabili. Il responsabile del gesto, ora, rischia grosso: in vista, per l’uomo, un probabile provvedimento Daspo, con divieto di frequantare gli stadi per cinque anni, con l’obbligo di firma presso i posti di polizia durante la durata delle partite. Un provvedimento duro e severo, il massimo della pena, affinchè “faccia scuola”, ossia divenga un precedente ed un monìto a coloro che volessero emulare il gesto sconsiderato. Perchè, se è vero che nel nostro calcio è importante introdurre un modello nuovo in termini gestionali, è assolutamente prioritario far comprendere l’essenza vera di questo sport, che dev’ essere totalmente estranea a qualsiasi forma di estremismo e di violenza.

  • Daspo a 68 tifosi per gli scontri in Atalanta – Catania

    Mano pesante della questura di Bergamo per quanto riguarda gli scontri avvenuti prima della partita Atalanta – Catania del 23 settembre scorso tra alcuni supporters delle due tifoserie: emanati 68 Daspo che vanno dai 3 ai 5 anni. I divieti di accedere alle manifestazioni sportive sono così ripartiti: 11 tifosi dell’Atalanta tra cui i tre arrestati la sera degli scontri e altri otto identificati in seguito e 57 del Catania che erano stati denunciati a piede libero dopo la partita.
    I disordini erano scoppiati quando il pullman degli ultras etnei è stato preso di mira da alcuni supporters dell’Atalanta che ha scaturito una rissa tra le due tifoserie appena fuori dallo stadio.