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  • NBA: I Knicks prolungano il contratto di Gallinari

    NBA: I Knicks prolungano il contratto di Gallinari

    Danilo Gallinari resterà nella NBA almeno fino al 2012. Infatti i New York Knicks, la squadra che ha portato l’italiano nella lega professionistica americana scegliendolo col numero 6 al Draft del 2008, hanno esercitato l’opzione sul quarto anno di contratto (stipulato quando diventò a tutti gli effetti un giocatore NBA) del Gallo, che quest’anno percepisce uno stipendio di 3.304.560 dollari destinati a diventare 4.190.182 nella stagione 2011-12.

    Gallinari negli ultimi giorni è stato al centro di diverse voci di mercato che lo vorrebbero sacrificato dai Knicks per arrivare a Carmelo Anthony, con l’italiano destinato a Denver o ad un’altra franchigia che si possa inserire nella trade (tipo i Cleveland Cavaliers). Il Gallinari sta recuperando dall’infortunio al polso che lo ha costretto a saltare le ultime sfide di preseason: dovrebbe essere pronto per mercoledì, quando New York comincierà la stagione in casa dei Raptors di Andrea Bargnani, per un derby italiano tutto da gustare.

    Oltre che sul contratto di Gallinari, i Knicks hanno esercitato anche l’opzione sul quarto anno di Anthony Randolph (portato in NBA dai Warriors), e sul terzo anno di Toney Douglas.
    La mossa può essere letta in 2 modi ed è difficile onestamente capire i piani della dirigenza Knicks: i 3 nomi erano stati fatti per completare lo scambio con i Nuggets (oltre a loro sarà sacrificabile a favore di Denver anche una prima scelta di New York) e quindi alcuni esperti dicono che a Douglas, Gallinari e Randolph è stato allungato il contratto perchè Denver ha imposto questo a New York in quanto non vuole nello scambio giocatori che potrebbero andare presto in scadenza. Altri invece interpretano la mossa come un atto di fiducia nei confronti dei 3 giocatori che non si muoveranno dalla “Grande Mela”. In tutta questa marea di voci è difficile capire qualcosa di concreto o anche solo di percepirlo. Solo il tempo ci potrà dire come andranno le cose, non resta che aspettare e vedere le possibili evoluzioni della vicenda.

  • NBA: Poche ore al via, cresce l’attesa per Heat e Lakers

    NBA: Poche ore al via, cresce l’attesa per Heat e Lakers

    Mancano poche ore al via della nuova stagione NBA che si aprirà alle ore 19.30 locali (l’1.30 circa in Italia) con l’attesissima sfida tra i nuovissimi e scintillanti Miami Heat del trio delle meraviglie LeBron James-Dwyane Wade-Chris Bosh che faranno visita ai “vecchi Big Three” di Boston ovvero Paul Pierce-Kevin Garnett-Ray Allen (aiutati ormai in pianta stabile dal playmaker Rajon Rondo). Alle ore 10.00 locali (le 4.00 italiane) invece seconda partita che vedrà impegnati i Suns a Portland. Mentre chiusura con il botto poco più tardi, alle 10.30 (le 4.30 in Italia), con l’esordio dei bicampioni dei Los Angeles Lakers, in casa contro i Rockets, dove ci sarà anche la consegna, tramite una piccola cerimonia, degli anelli ai gialloviola per il trionfo dello scorso campionato.

    Tutti gli occhi sono puntati su queste 2 franchigie: degli Heat già abbiamo accennato, l’altra, i Lakers di Kobe Bryant e Phil Jackson, sono probabilmente ancora la squadra da battere anche quest’anno ma potrebbero essere arrivati al “canto del cigno” alla fine di questa stagione vista l’età media non più verdissima. In molti dicono che lasceranno strada proprio agli Heat, che è opinione comune, hanno acquisito tantissimo in termini di talento, forza fisica, tecnica, e chi più ne ha più ne metta. E ciò pare lampante visto che nel basket moderno mai nessuna squadra era riuscita ad ammassare così tanto talento nel giro di poche ore, riuscendo a rifirmare l’uomo franchigia Dwyane Wade (dopo Kobe Bryant la migliore guardia nel panorama NBA) e ad affiancargli in un lasso di tempo ridottissimo Chris Bosh dai Toronto Raptors (forse la migliore ala grande per talento puro nella Lega, peccato che alcune volte la tenuta mentale non sia altrettanto eccellente) e LeBron James dai Cleveland Cavaliers, il più forte giocatore di pallacanestro sulla faccia della Terra secondo il giudizio di moltissimi esperti NBA. Messi assieme questi 3 giocatori e reperiti sul mercato altri onesti comprimari, gli Heat si presentano ai nastri di partenza allo stesso livello dei Lakers (anzi, qualche agenzia di scommessa li dà anche per favoriti) e se non già da quest’anno, saranno la squadra da battere nei prossimi campionati. L’atmosfera sui parquet d’oltreoceano sarà particolarmente “calda” per gli Heat (che tradotto in italiano signica letteralmente “caldo”!): LeBron James infatti in pochi mesi ha visto il suo indice di gradimento pubblico calare più velocemente di quello di Obama e, dopo il fiasco dello show televisivo nel quale ha annunciato la sua “decisione” di andare a Miami, è diventato decisamente impopolare. Gli Heat così dovranno convivere con l’etichetta di squadra antipatica per la maggior parte dei tifosi a stelle e strisce. Nessun problema, sostengono i “Big Three”, le sentenze comunque le darà soltanto il campo da gioco come al solito.

    Poi dopo i 2 “dream team” tutte le altre outsider, in primis gli Orlando Magic del centro più forte della Lega, Dwight Howard, ruolo che più di ogni altro riesce a spostare gli equilibri di una franchigia. Magic molto equilibrati e compatti, che dovranno guardarsi dai soliti Celtics, sempre più vecchietti con l’aggiunta di Shaq O’Neal, ma sempre pericolosi.
    A seguire, tutte le altre squadre con gli Oklahoma City Thunder pronti ad esplodere, dopo l’ultima ottima stagione, sotto la guida del fenomenale Kevin Durant che il mondo intero ha potuto ammirare negli ultimi Mondiali di Turchia a Settembre (premiato come M.V.P. del torneo). E vista l’età di Kobe Bryant (32 anni ma si va per i 33) ecco che il numero 35 nativo di Washington è incredibilmente diventato l’anti-LeBron: il pubblico ed i tifosi americani lo amano immensamente, la faccia da ragazzino (e lo sarebbe anche visti i 22 anni compiuti il 29 settembre), un viso”pulito” e tante buone azioni che la gente non fa fatica a leggere ed interpretare, lo hanno portato incredibilmente alla ribalta ponendolo in contrasto con il “nuovo nemico pubblico James”. Gli applausi per Durant sono arrivati anche la settimana scorsa quando il giocatore, scelto dalla famosissima rivista “Sports Illustrated” come uomo copertina, ha voluto dividere la cover del settimanale con 2 suoi compagni di squadra, l’ex Biella Thabo Sefolosha ed il serbo Nenad Kristic. Questa la dichiarazione del numero 35 Thunder:

    • Mi sembrava giusto, di loro si parla troppo poco e meritano un po’ di pubblicità, i successi della squadra non sono solo merito mio ma soprattutto loro”.

    Kevin Durant può seriamente puntare al premio di M.V.P. stagionale e facendo ciò potrebbe anche trascinare i Thunder dove nessuno osa immaginare: tanto talento abbonda tra le file degli ex Seattle Sonics (ed inoltre sono la squadra più giovane della Lega!) pronti già ora ad essere i vice Lakers ad Ovest, in attesa di prenderne il posto tra un anno ed iniziare a sfidare gli Heat per il predominio nella Lega.

    Tutte le altre squadre sembrano avere un qualcosa in meno rispetto a questi 5 top-team, ma le sorprese in NBA sono sempre dietro l’angolo: d’altra parte basta un’operazione di mercato per proiettare una squadra mediocre tra le possibili contender al titolo (come potrebbe diventarlo New York se riuscisse ad acquisire Carmelo Anthony dai Nuggets).

    Tra i nuovi giocatori che si affacciano al palcoscenico della NBA da tenere d’occhio la prima scelta assoluta del Draft 2010 di Washington, John Wall. E la prima scelta assoluta del Draft 2009 Blake Griffin (L.A. Clippers) che è considerato rookie a tutti gli effetti visto che lo scorso anno poco prima di debuttare in regualr season un brutto infortunio lo ha tolto di mezzo per tutto l’anno. Sono loro 2 a giocarsi il titolo di debuttante dell’anno e succedere così a Tyreke Evans dei Kings, ma attenzione ad un’altro debuttante proprio di Sacramento, DeMarcus Cousins, centro dalle enormi potenzialità, quinta scelta assoluta dei californiani che però in ordine di gradimento dopo una buona preseason ha già scavalcato nelle gerarchie dei critici sia la seconda scelta assoluta Evan Turner, la terza, Derrick Favors e la quarta Wes Johnson.

    Un in bocca al lupo speciale va ai nostri 3 connazionali della NBA: a Marco Belinelli, che nella sua nuova casa di New Orleans dovrà dimostrare di poter restare nella Lega dopo anni in cui non ha mostrato la sua classe (nè ai Warriors, nè ai Raptors); a Danilo Gallinari che spera di poter proseguire la sua avventura ai Knicks e non essere mandato a Denver come contropartita di Melo Anthony; ad Andrea Bargnani, che si è trovato catapultato all’improvviso come uomo franchigia dei Toronto Raptors dopo il tradimento di Chris Bosh e dovrà essere il vero leader ed uomo squadra di un gruppo in ricostruzione.

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  • NBA: Belinelli super non basta agli Hornets, Bargnani e Toronto ancora KO

    NBA: Belinelli super non basta agli Hornets, Bargnani e Toronto ancora KO

    Una super prestazione di Marco Belinelli, da 25 punti (6/10 da 3 punti) conditi da 2 assist e 2 steal in 33 minuti di impiego sul parquet, non basta ai New Orleans Hornets per battere i Charlotte Bobcats. La formazione del North Carolina si impone dopo un supplementare grazie al solito Stephen Jackson che mette a segno 25 punti.

    Cadono anche i Toronto Raptors di Andrea Bargnani: nonostante i 19 punti del “Mago” i Chicago Bulls hanno la meglio sui canadesi per 110-103, grazie ai 22 punti di Luol Deng ed ai 20 di Derrick Rose (quasi in tripla doppia con anche 8 rimbalzi e 9 assist in soli 31 minuti sul campo).

    In campo anche i Knicks che però lasciano a riposo tutti i “Big” dopo la partita disputata solo 24 ore fa: Stoudemire, Gallinari e Chandler assistono al match solo come semplici spettatori. Knicks che cadono contro Philadelphia per 118-91 (20 punti a testa per Kapono ed Iguodala, doppia-doppia da 16 punti e 11 rimbalzi per Elton Brand).

    Nelle ultime 2 partite di questa notte di preseason, vincono i Boston Celtics con i 17 punti del capitano Paul Pierce contro i New Jersey Nets (benissimo il rookie Derrick Favors con 16 punti, 4 rimbalzi e 2 stoppate in 24 minuti di gioco), e gli Orlando Magic, che restano imbattuti in questa preseason (7-0 il record): asfaltati anche i Dallas Mavericks (non proprio gli ultimi arrivati) con un perentorio 101-76, grazie ai 20 punti a testa di Vince Carter e Dwight Howard (che aggiunge però anche 13 rimbalzi e 4 stoppate in 28 minuti di gioco). Magic in formissima in vista della regular season, i cugini dei Miami Heat di Wade, Bosh e James sono avvisati, per il primato della Southeast Division ci sarà ancora da battagliare contro di loro.

    Risultati preseason NBA 20 ottobre 2010

    New Orleans Hornets-Charlotte Bobcats 98-105 (overtime)

    • (N.O.: Belinelli 25 punti; Cha: Jackson 25 punti)

    Toronto Raptors-Chicago Bulls 110-103

    • (Tor: Barbosa 22 punti, Bargnani 19; Chi: Deng 22 punti)

    New York Knicks-Philadelphia 76ers 118-91

    • (N.Y.: Felton 16 punti; Phi: Kapono, Iguodala 20 punti)

    Dallas Mavericks-Orlando Magic 76-101

    • (Dal: Butler 15 punti; Orl: Carter, Howard 20 punti)

    New Jersey Nets-Boston Celtics 92-107

    • (N.J.: Favors 16 punti; Bos: Pierce 17)
  • NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    La stagione NBA è alle porte (inizio fissato per il 26 ottobre) e da oggi inizia l’analisi delle squadre NBA che si apprestano a disputare la stagione 2010/2011.
    Il viaggio nel mondo del basket U.S.A. inizia dalla Atlantic Division (Eastern Conference) e dalle sue 5 squadre.
    Da molti questa divisione viene considerata la più facile e la più scontata, con una franchigia che vincerà il titolo divisionale a mani basse (Boston Celtics), ma più che per meriti propri per demeriti altrui, e le altre che hanno molto più interesse alla ricostruzione della squadra in vista del futuro. Philadelphia, New Jersey e Toronto si presantano ai nastri di partenza con obiettivi minimi, e saranno molto probabilmente destinate ad un’annata al disotto del 50% di vittorie e quindi con un record perdente, mentre i soli New York Knicks, visto l’arrivo del fortissimo Amar’è Stoudemire dai Phoenix Suns, sembrano poter avere un record vincente. Alle spalle dei soliti Celtics, che comunque non sono più la squadra tritasassi del 2007-2008 che vinse il titolo a mani basse per ovvi motivi anagrafici ma che comunque restano insidiosi per chiunque viste le qualità tecniche che possiedono i giocatori all’interno del suo roster.

    BOSTON CELTICS: Squadra un pò anziana, dicevamo, ma con indubbie qualità tecniche come dimostrato ampiamente nello scorso anno (finale NBA contro i Lakers che hanno avuto la meglio solo in gara 7 pur avendo il vantaggio del fattore campo). Il nucleo portante sarà formato dai soliti 4 giocatori: il capitano Paul Pierce, la guardia tiratrice più prolifica in NBA per quanto riguarda il tiro da 3 punti ovvero Ray Allen, un all-star come Kevin Garnett nel ruolo di ala grande che dovrà dimostrare che l’infortunio al ginocchio non lo condiziona oramai più ed infine Rajon Rondo, che sarà chiamato alla definitiva consacrazione visti i progressi mostrati in questi ultimi 2 anni tra regular season e playoff. Proprio Rondo sarà la chiave dei biancoverdi, il vero ago della bilancia e coach Doc Rivers punta tutto sulle qualità del suo playmaker per riuscire ad arrivare ai traguardi più alti in questa stagione (ci si aspetta un netto miglioramento nel tiro da fuori, soprattutto da 3, e nel jumper del numero 9 Celtics, forse unica vera lacuna del giocatore). Nel ruolo di centro visto l’infortunio di Kendrick Perkins ai legamenti del ginocchio, sono arrivati Shaquille O’Neal e Jermaine O’Neal che a rotazione dovranno mostrarsi degni sostituti del centro titolare. Sempre nel reparto lunghi sembra grave la perdita di Rasheed Wallace che alla fine dello scorso campionato ha optato per il ritiro. Per questo motivo è stato messo sotto contratto (dopo 2 anni di attesa dalla sua scelta al Draft del 2008) il turco Semih Erden, ex Fenerbahce. A dargli man forte per sostituire “Sheed” ci sarà Glen Davis e l’ancora acerbo Luke Harangody, rookie da Notre Dame che in pre-season non ha sfigurato.
    Nel reparto dei “piccoli” pesa invece la perdita di Tony Allen, migrato verso i lidi di Memphis, che causa un buco soprattutto per quanto riguarda la difesa. Per sostituirlo sono arrivati l’ex Delonte West, ma soprattutto Von Wafer di ritorno nella Lega dopo la sfortunata parentesi in Europa all’Olympiacos. Nate Robinson dovrà far rifiatare invece il play Rondo e Rivers dovrà lavorare soprattutto sulla testa del ragazzo per evitare i suoi proverbiali “colpi di testa”. Completano il roster Marquis Daniels (che dovrà specializzarsi nel gioco difensivo se vorrà trovare qualche minuto sul parquet) e la 19esima scelta assoluta Avery Bradley forse ancora troppo giovane (non ha ancora 20 anni) per trovare spazio nelle rotazioni.
    Ultima annotazione su Doc Rivers, che è rimasto sulla panchina più prestigiosa della Lega dopo le voci di un suo addio (anno sabbatico), ma che perde il suo più valido collaboratore, quel Tom Thibodeau, per molti il vero artefice del successo dei Celtics in questi anni grazie alla sua organizzazione difensiva. Thibodeau ha infatti accettato il posto offertogli dai Chicago Bulls, raccogliendo quindi la ben più difficile sfida di capo allenatore NBA. Per sostituirlo è arrivato Lawrence Frank, licenziato lo scorso anno dal ruolo di head coach dei Nets dopo un avvio disastroso ma che potrebbe dare una buona impronta difensiva alla squadra.
    Obiettivo vincere il titolo NBA 2011, ma contro Lakers e Miami Heat si prospetta veramente dura!

    Arrivi: Shaquille O’Neal e Delonte West(Cleveland Cavs), Jermaine O’Neal(Miami Heat), Von Wafer(Olympiacos).
    Partenze: Rasheed Wallace(Retired), Tony Allen(Memphis Grizzlies), Shelden Williams(Denver Nuggets), Michael Finley e Brian Scalabrine (FA)
    Scelte al draft: Avery Bradley (19th pick), Luke Harangody (52nd pick).
    Probabile quintetto base:Rajon Rondo (PG), Ray Allen (SG), Paul Pierce (SF), Kevin Garnett (PF), Kendrick Perkins (C)

    ROSTER

    Guardie: Rajon Rondo, Ray Allen, Delonte West, Nate Robinson, Von Wafer, Marquis Daniels, Avery Bradley
    Ali: Paul Pierce, Kevin Garnett, Glen Davis, Luke Harangody
    Centri: Kendrick Perkins, Shaquille O’Neal, Jermaine O’Neal, Semih Erden.
    HEAD COACH: Doc Rivers

    NEW JERSEY NETS: sicuramente i Nets miglioreranno il pessimo record della stagione passata: quel 12-70 che ha rischiato seriamente di far diventare i Nets la peggior franchigia della storia della NBA, ma il peggio sembra ormai alle spalle. Il problema dei Nets è che ci si aspettava un’Estate fragorosa, visto che potevano partire in pole per aggiudicarsi il rookie-meraviglia John Wall che la Draft Lottery ha invece impacchettato e spedito a Washington, e visto che i Nets erano la franchigia con più spazio salariale per potersi accaparrare sul mercato i tanti fortissimi free agent sul mercato: ed invece niente Lebron James ne tanto meno Chris Bosh, niente Stoudemire e nemmeno Chris Paul ma il solo Derrick Favors (come terza scelta assoluta del draft), quale giovane speranza da esibire al non poco deluso pubblico della costa newyorkese.
    Ma le notizie non sono tutte negative perchè il talento accumulato negli ultimi anni dai derelitti Nets potrebbe portarli a diventare (fra qualche stagione, a meno di clamorose svolte) come una delle franchigie più forti del panorama NBA. Sotto la nuova guida di coach Avery Johnson, in queste ultime ore si sta tentando di arrivare al solito obiettivo di mercato, quel Carmelo Anthony che potrebbe cambiare le sorti della franchigia, ma le speranze sono ridotte al lumicino viste le esose richieste dei Denver Nuggets. La squadra sembra però ben quadrata (per quanto probabilmente non possa riuscire ad avere, almeno per questa stagione, un record vincente): Devin Harris è un playmaker di sicuro affidamento e Jordan farmar, bicampione a Los Angeles, potrebbe essere un valido cambio.
    Nel ruolo di guardia tiratrice, Terrence Williams (favorito visti gli strabilianti progressi degli ultimi mesi) ed Anthony Morrow, mortifero tiratore proveniente dalla baia di San Francisco, si divideranno minuti e palloni. Travis Outlaw occuperà il ruolo di ala piccola e sembra pronto al definitivo salto di qualità che gli è mancato a Portland ed ai Clippers con Stephen Graham come sostituto.
    Lo spot numero 4 è senza dubbio il più ricco che la franchigia possa esprimere. L’acquisto meno pubblicizzato alla fine potrebbe rivelarsi come il più importante: si tratta di Troy Murphy, che da Indiana porterà ai Nets le sue doti a rimbalzo (10.2 a sera nel 2009/2010) e la sua capacità nel tiro da fuori con oltre il 39% dall’arco del tiro da 3. Al momento un problema alla schiena lo tiene fermo, ma se come sembra la sua assenza dovesse prolungarsi solo fino all’inizio della regular season, ecco che la fisionomia della squadra avrebbe trovato un titolare fisso e un padrone per il ruolo di ala grande.
    Ovviamente alle sue spalle dovrà trovare spazio la terza scelta assoluta del draft, Derrick Favors, non eccezionale nella sua apparizione in Summer League ma che i commenti dei primi giorni di camp, dipingono come atleta dalle doti “non allenabili”. Un atleta naturale, potente e dagli istinti mortiferi.
    Se si parla di istinto però, il leader della squadra non può non essere indicato in Brook Lopez. Il centro ha dimostrato per tutto il camp pre-mondiale di Team U.S.A. (prima dell’infortunio che lo ha tolto della lizza della competizione) che la sua capacità di essere dove va la palla è fra le migliori nella lega e quindi nel mondo.
    Il suo ruolo dopo due anni nella Lega, dovrà essere per forza quello della stella, magari portandosi alla media fatidica dei 20 punti più 10 rimbalzi, condizione necessaria per incidere davvero e far valere anche verso gli arbitri uno status e una considerazione di primo piano.
    Kris Humpries sarà chiamato a tappare i buchi nel reparto lunghi. Il tempo ci dirà dove possono arrivare questi Nets, dato che l’obiettivo stagionale è perlomeno quello di non sfigurare e levarsi qualche piccola soddisfazione contro squadre più quotate.

    Arrivi: Quinton Ross (Washington); Jordan Farmar (L.A. Lakers); Travis Outlaw (Portland); Johan Petro (Denver); Stephen Graham(FA); Troy Murphy (Indiana); Anthony Morrow (Golden State); Joe Smith(Atlanta); Damion Jones (Atlanta, via draft)
    Partenze: Keyon Dooling (rilasciato); Yi Jianlian (Washington); Courtney Lee (Houston); Jordan Crawford (Atlanta, via draft), Tibor Pleiss (Oklahoma City, via draft)
    Scelte al draft: Derrick Favors (Georgia Tech, 3rd pick); Ben Uzoh (Tulsa); Brian Zoubek (Duke); Tibor Pleiss (31 pick); Jordan Crawford (27 pick)
    Probabile quintetto base: Devin Harris (PG), Terrence Williams (SG), Travis Outlaw (SF), Troy Murphy (o Derrick Favors) (PF), Brook Lopez (C)

    ROSTER

    Guardie: Jordan Farmar; Devin Harris; Terrence Williams; Anthony Morrow; Ben Uzoh
    Ali: Stephen Graham; Damion James; Travis Outlaw; Quinton Ross; Derrick Favors; Kris Humphries; Troy Murphy; Joe Smith.
    Centri: Brook Lopez; Joan Petro; Brian Zoubek.
    HEAD COACH: Avery Johnson

    NEW YORK KNICKS: La scorsa Estate il paventato arrivo a New York di LeBron James, avrebbe dovuto sancire la rinascita dei Knicks, troppo lontani dai palcoscenici che contano nel basket da molto, molto tempo. Ed invece James ha declinato la corte degli arancioblu lasciando i Knicks con un palmo di naso e costringendoli a ripiegare su seconde scelte che comunque permettono alla franchigia un netto miglioramento rispetto al passato. Probabilmente la stagione dovrebbe essere positiva, con un record finalmente vincente ma l’ambiente di New York (giornali, televisione ecc…) sono pur sempre una polveriera pronta ad esplodere e a farne subire le conseguenze alle squadre cittadine professionistiche.
    L’acquisto di Amar’è Stoudemire è un colpo ottimo, ma forse la power forward ex Phoenix Suns è stata pagata un pò troppo cara visto l’incedere della crisi dell’economia americana e l’inesorabile assottigliamento di anno in anno del salary cap: 100 milioni in 5 anni sono una grossa cifra che potrebbe poi portare all’immobilità nelle prossime sessioni di mercato, anche se il valore del giocatore resta ed è indiscutibile.
    Perso James, dicevamo, si è cercato di costruire la migliore ed equilibrata squadra possibile: in cabina di regia è arrivato Raymond Felton da Charlotte, non un fuoriclasse, ma un giocatore solido e dal rendimento costante su cui però in molti nella “Grande Mela” non sono pienamente convinti. Da Golden State, seppur sacrificando il miglior giocatore degli ultimi 3 anni, ovvero David Lee, sono arrivati 3 ottimi atleti: Ronny Turiaf come lungo, Kelenna Azubuike come guardia e Anthony Randolph, tra i 3 sicuramente il più interessante. Randolph infatti ha margini di miglioramento molto elevati, curioso il fatto che era proprio lui che i tifosi Knicks avrebbero voluto veder scelto dalla dirigenza arancioblu nel Draft in cui è stato scelto Danilo Gallinari con la sesta chiamata assoluta. Ed ora i 2 si ritrovano nella stessa squadra e rendono i Knicks una squadra molto interessante visto che se il nuovo numero 4 di New York manterrà le promesse che c’erano su di lui all’inizio della sua carriera NBA (e limitate in questi 2 anni dal “genio” di Don Nelson ai Warriors) il salto di qualità sarà garantito. A questo pacchetto di giocatori, sempre in entrata si devono aggiungere Roger Mason (tiratore sempre pericolosissimo) ed il centro Timofey Mozgov (visto all’opera negli ultimi mondiali). Dal Draft sono arrivate solo 2 scelte da secondo giro visto che negli anni passati la prima scelta dei Knicks era stata ceduta a Utah per uno scambio di giocatori scriteriato. Andy Rautins da Syracuse University da molti è stato etichettato come il miglior tiratore dell’intero Draft di quest’anno, Landry Fields abbina buone qualità di punti e rimbalzi e potrebbe essere il sostituto del nostro Danilo Gallinari.
    Completano il roster Wilson Chandler (che se non riesce a mettere in repertorio un tiro da 3 degno di questo nome sarà sicuramente mandato via da coach Mike D’Antoni) Eddy Curry (centro mal sopportato dall’allenatore newyorchese che sicuramente sarà mandato via visto il poderoso contratto in scadenza appetito da molte squadre che vogliono scaricare milioni di dollari di cap), il sophomore Toney Douglas, atteso alla riconferma dopo il buon anno da rookie, Bill Walker (che è stato una vera sorpresa lo scorso anno quando arrivò a metà stagione dai Celtics) ed il nostro Danilo Gallinari, con Stoudemire colonne basilari della prossima stagione agonistica. Gallinari sarà chiamato a continui miglioramenti che dovranno portarlo ad essere uno dei giocatori migliori della Lega: questo si augura D’Antoni ed altrettanto i tifosi del Madison Square Garden che sono legati da un filo invisibile alle prestazioni del numero 8 per poter avere di che esultare dopo tanti anni di buio. Le qualità dell’italiano ci sono tutte per sfondare definitivamente in U.S.A. ma serve attitudine al lavoro e tanto sacrificio per poter migliorare di giorno in giorno ed arrivare a diventare un All-Star.
    Obiettivo stagionale dei Knicks è sicuramente una stagione con record vincente (cosa ampiamente alla portata) e la riconquista dei playoff dopo anni da comprimari nella Lega.

    Arrivi: Amare Stoudemire (Phoenix Suns), Raymond Felton (Charlotte Bobcats), Anthony Randolph, Kelenna Azubuike, Ronny Turiaf (Golden State Warriors), Roger Mason Jr (San Antonio Spurs).
    Partenze: David Lee (Golden State Warriors), AL Harrington (FA Denver Nuggets), Tracy MCGrady (FA Detroit Pistons), Chris Duhon (FA Orlando Magic), Sergio Rodriguez (Real Madrid), Eddie House (Miami Heat).
    Scelte al draft: Andy Rautins (Syracuse), Landry Fields (Stanford), Jerome Jordan (Tulsa).
    Probabile quintetto base: Raymond Felton (PG), Wilson Chandler (SG), Danilo Gallinari (SF), Anthony Randolph (PF), Amar’è Stoudemire (C)

    ROSTER

    Guardie: Kelenna Azubuike, Toney Douglas, Raymond Felton, Roger Mason Jr., Andy Rautins, Bill Walker.
    Ali: Wilson Chandler, Patrick Ewing Jr, Landry Fields, Danilo Gallinari, Anthony Randolph, Amar’e Stoudemire, Ronny Turiaf.
    Centri: Eddie Curry, Timofey Mogzov.
    HEAD COACH: Mike D’Antoni

    PHILADELPHIA 76ERS: I Sixers ripartono da 2 nomi: Doug Collins come head coach ed Evan Turner (seconda scelta assoluta all’ultimo Draft). Sono queste le basi da cui ricostruire una franchigia che ha deluso più del dovuto nell’ultimo campionato.
    Baciati dalla fortuna nella notte della Draft Lottery che ha portato a Phila la scelta numero 2 utilizzata poi per accaparrarsi Turner, i Sixers hanno dovuto operare con oculatezza sul mercato dei free agent visto il poco spazio salariale a disposizione. Sono arrivati da Sacramento i lunghi Hawes e Nocioni (che tuttavia a dispetto di una buona altezza ricopre il ruolo di ala piccola e tira molto bene dal perimetro) acquisiti in cambio di Dalembert. Poi Da New Orleans sono arrivati Songaila e l’ala grande, rookie, Craig Brakins, alla sua terza squadra NBA senza avere neanche una presenza ufficiale nella Lega (scelto quest’anno da Oklahoma City, girato agli Hornets per Cole Aldrich ed ora a Philadelphia). E’ stato firnmato anche Tony battie, lungo con buona esperienza in regular season. L’ex Orlando Magic potrà dare un cambio all’intero reparto lunghi, potendo essere utilizzato sia da ala forte che da centro. Ma grazie alla sua esperienza sarà utilissimo nel ruolo di guida per i due giovani Marreese Speights e Spencer Hawes.
    Il nucleo portante sarà formato da Louis Williams, Jrue Holiday (probabile starter in regia), Thaddeus Young (chiamato a far vedere il suo vero talento e giocatore dal quale potrebbero dipendere le sorti della squadra a seconda della sua esplosione tecnica o meno), Elton Brand, che deve dimostrare il suo vero valore da quando si è trasferito in Pennsylvania dai Clippers, ed infine Andre Iguodala che potrebbe beneficiare dell’arrivo di Turner avendo meno pressione offensiva addosso. Il miglior giocatore dei Sixers paga a caro prezzo il fatto che le difese si chiudano interamente su di lui e l’arrivo di un compagno dotato offensivamente potrebbero portarlo ad avere più spazi e più pericolosità.
    Obiettivo far crescere i propri giovani ed amalgamare la squadra per il futuro, visto che difficilmente i Sixers quest’anno raggiungeranno un record vincente e di conseguenza si ritroveranno fuori dalla post season.

    ARRIVI: Tony Battie (FA), Craig Brackins (trade da New Orleans), Spencer Hawes (trade da Sacramento), Andres Nocioni (trade da Sacramento), Darius Songaila (trade da New Orleans).
    PARTENZE: Royal Ivey (FA), Willie Green (trade con New Orleans), Rodney Carney (FA), Jason Smith (trade con New Orleans), Samuel Dalembert (trade con Sacramento), Primoz Brezec (FA)
    DRAFT: Evan Turner (2a scelta)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Holiday (PG), E. Turner (SG), A. Iguodala (SF), E. Brand (PF) S. Hawes (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Jrue Holiday, Lou Williams, Evan Turner, Jodie Meeks, Chris Quinn
    ALI: Andre Iguodala, Thaddeus Young, Jason Kapono, Andres Nocioni, Craig Brackins, Elton Brand, Darius Songaila
    CENTRI: Spencer Hawes, Marreese Speights, Tony Battie
    HEAD COACH: Doug Collins

    TORONTO RAPTORS: Perso Chris Bosh, uomo franchigia degli ultimi anni, che si è unito a Wade e James agli Heat, c’è aria di rinnovamento a Toronto: o meglio a prima vista non sembrerebbe visto che il roster non è mutato tantissimo ma la situazione dei Raptors è sempre in evoluzione. Molti pensano che la squadra in Estate più che rinforzarsi abbia perso qualcosa. Sicuramente c’era più attesa lo scorso anno con lo stesso Bosh e l’arrivo di Turkoglu che avevano dato illusorie speranze di trionfo ai Canadesi che non in questi primi mesi di ripresa dell’attività agonistica. Bargnani quindi avrà molte più responsabilità e le ottime prestazioni offerte con la nazionale italiana fanno ben sperare i tifosi canadesi. Andrea dovrà ergersi a leader assoluto e smentire gli scettici NBA sul suo conto (che a quanto pare non sono solo i giornalisti ma anche gli stessi colleghi viste le ultime dichiarazioni di Shaquille O’Neal che esaltavano il talento di Gallinari ma che troncavano le potenzialità di Bargnani). Colangelo ha poi aggiunto il suo pallino Barbosa dei Suns e ha fallito nel portare anche Stoudemire, andato da Phoenix a New York. Il play titolare dovrebbe comunque essere Calderon (ma Jarrett Jack pare in rimonta straordinaria). Come guardia sarà chiamato ad esplodere un certo DeMar DeRozan che non potrà più solo concentrarsi sulle schiacciate spettacolari che esaltano il pubblico dell’Air Canada Centre. Andato via Turkoglu, il ruolo di ala piccola verrà occupato da Linas Kleiza che dopo una stagione in Grecia ed un ottimo mondiale, vorrà dimostrare che anche in NBA sa dire la sua. Amir Johnson dovrà invece dimostrare che i soldi che sono stati spesi per rinnovargli il contratto siano ben spesi. Molti dicono che Stoudemire non sia arrivato proprio per dare spazio ad Amir e permettergli di fare quel salto di qualità che ci si aspetta. Verrà affiancato da Bargnani che finalmente potrà avere le redini della squadra in mano, ma basteranno per portare la franchigia verso i migliori traguardi? Quest’anno sarà indicativo e ci darà sicuramente la risposta. In panchina a dare una mano al nostro centro ci saranno un uomo di esperienza (David Andersen arrivato da Houston) e d un rookie (Solomon Alabi, che ha nella stoppata il suo pezzo forte). Ci si aspetta un buon impatto dall’altro rookie scelto dai Raptors, la scelta del primo giro ovvero Ed Davis da North Carolina. Sonny Weems darà il cambio a Barbosa nel ruolo di guardia mentre Julian Wright è arrivato all’ultima chiamata della sua carriera dopo che è arrivato in Canada in cambio di Belinelli, visto che questi primi 3 anni di NBA sono stai una delusione a New Orleans: sarà il cambio di Kleiza ed avrà spazio necessario per mostrare il suo potenziale.

    ARRIVI: David Andersen (Houston Rockets), Leandro Barbosa (Phoenix Suns), Linas Kleiza (Olympiacos, via Denver), Julian Wright (New Orleans Hornets)
    PARTENZE: Hedo Turkoglu (Phoenix Suns), Marco Belinelli (New Orleans Hornets), Chris Bosh (Miami Heat), Antoine Wright (FA)
    DRAFT: Ed Davis (North Carolina, 13 pick), Solomon Alabi (50 pick)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Jack (PG), L. Barbosa (SG), L. Kleiza (SF), A. Johnson (o Ed Davis) (PF), A. Bargnani (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Marcus Banks, Jarrett Jack, Josè Calderon, DeMar DeRozan, Leandro barbosa, Sonny Weems
    ALI: Linas Kleiza, Julian Wright, Ed Davis, Amir Johnson, Reggie Evans, Joey Dorsey
    CENTRI: Andrea Bargnani, Solomon Alabi, Chris Andersen
    HEAD COACH: Jay Triano

    ANALISI NORTHWEST DIVISION
    ANALISI PACIFIC DIVISION
    ANALISI SOUTHWEST DIVISION
    ANALISI SOUTHEAST DIVISION
    ANALISI CENTRAL DIVISION

  • NBA, Preseason: Knicks corsari con “Stat”, il “Gallo” a Denver?

    NBA, Preseason: Knicks corsari con “Stat”, il “Gallo” a Denver?

    Prestazione di spessore per Amare Staudemire che, con i suoi 39 punti, regala ai New York Knicks il derby contro i New Jersey Nets nell’ ultimo impegno casalingo di preseason.

    Discreta la prova per Danilo Gallinari, autore di sette punti in attacco ma con un ottimo piglio in difesa, anche se visibilmente stanco per il tour de force di questo inizio di stagione. New York, grazie ai canestri di Stoudemire e di Toney Douglas prova a scappare via nelle battute finali del secondo quarto, grazie a un parziale di 21-9, andando al riposo avanti 65-49. Gli ospiti però iniziano la ripresa con un piglio diverso e tornano in partita giocando una buona pallacanestro nel terzo quarto. Il match ritorna in equilibrio e Mike D’Antoni decide così di rimettere Stoudemire sul parquet nell’ultimo periodo. L’ex giocatore di Phoenix firma 10 punti nell’ultima frazione e i Knicks riescono così a centrare il successo nel loro ultimo match casalingo della preseason.

    Per quanto riguarda il mercato, rimbalzano da Denver voci di un possibile approdo di Carmelo Anthony, proprio alla corte di Mike D’ Antoni, in una trade che potrebbe coinvolgere anche il nostro Danilo Gallinari. Tuttavia, Denver ricaverebbe sicuramente di più in una trade con Chicago o con gli stessi Nets, per questo l’ ipotesi “Melo” ai Knicks non viene troppo sponsorizzato dagli addetti ai lavori.

    New York Knicks – New Jersey Nets 117-111

    New York: Stoudemire 39 (10/23, 1/1), Douglas 24. Rimbalzi: Stoudemire 11. Assist: Felton 11. Gallinari: 7p (2/6 da due, 1/1 a tre, 0/1 ai liberi).

    New Jersey: Farmar 21 (2/7, 5/9), Lopez 19, Williams 15. Rimbalzi: Lopez 8. Assist: Farmar 5.

  • NBA, Preseason: Belinelli e Bargnani ok, Gallinari in ritardo.

    Grande prestazione di Marco Belinelli che nella notte italiana, ha guidato i suoi Hornets alla vittoria contro i Miami Heat privi comunque degli infortunati James e Wade.

    Finalmente responsabilizzato e con presenza ormai fissa nel quintetto base, il Beli sta dimostrando di poter valere determinati palcoscenici, con una prova veramente convincente che comprende oltre ai 19 punti (4/6 da due, 3/4 da tre, 2/4 liberi), anche 4 rimbalzi e 4 assist in 32’20”. In casa Heat, il peso dell’ attacco è finito, a causa dell’ assenza contemporanea di Lebron James e di Dwane Wade, sulle spalle di Cris Bosh che comunque, dopo un inizio stentato si è dimostrato all’ altezza, chiudendo con 24 punti.

    New Orleans Hornets-Miami Heat 90-76.

    New Orleans: BELINELLI 19 punti (4/6 da due, 3/4 da tre, 2/4 liberi), 4 rimbalzi, 4 assist e 1 palla persa in 32’20”. Okafor 15 (3/13, 9/11), Smith 13, Green 10. Rimbalzi: Smith 8. Assist: Paul 7
    Miami: Bosh 24 (9/15, 6/6), Jones 15, Miller 11. Rimbalzi: Haslem 11. Assist: Hasbrouck 7

    Di sostanza, la prova di Andrea Bargnan, 14 punti e 8 rimbalzi per il mago sulla vitoria dei raptors sui Philadelfia 76ers, dopo due overtime. Certo, non ancora al meglio della condizione, Bargnani ha comunque tenut bene in difesa, senza particolari cali di concentrazione in tutto il match.

    Toronto Raptors-Philadelphia 76ers 119-116 d2ts

    Toronto: BARGNANI 14 punti (6/19 da due, 0/3 da tre, 2/4 liberi), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 recupero, 4 stoppate, 2 perse e 1 fallo in 37’22”. Jack 24 (7/10, 2/2, 4/5), Barbosa 19, De Rozan 16. Rimbalzi: Johnson 9. Assist: Calderon 8
    Philadelphia: Holiday 18 (7/10, 0/2, 4/4), Brackins 15, Turner 13. Rimbalzi: Turner 12. Assist: Holiday 12

    Non buona, invece, la prova di Danilo Gallinari che alla prima dei Knicks al Madison chiude con 11 punti (1/2 da due, 1/6 da tre e 6/7 ai liberi) e sei rimbalzi in 26’ di gioco. Sicuramente gli avversari erano di quelli tosti, i Celtics di Kevin Garnett, ma comunque il “Gallo” non riesce a mantenere ancora alto, il suo livello di gioco per tutti i minuti concessi da Mike D’ Antoni. Buona la prova dei Celtics, come al solito solidi dal punto di vista difensivo e con una buona distribuzione dei punti che consentono di uscire vittoriosi dal madison Square Garden anche se di misura.

    New York Knicks-Boston Celtics 101-104.

  • I Knicks sbarcano a Milano. Gallinari e D’Antoni sfidano il loro passato

    I Knicks sbarcano a Milano. Gallinari e D’Antoni sfidano il loro passato

    Profumo di NBA: cresce l’attesa per l’amichevole tra l’Olimpia Milano e i New York Knicks, una delle franchigie della massima Lega statunitense di basket più amate dell’intero globo. Per l’occasione la città meneghina si è fatta trovare pronta ed ha riservato un’accoglienza calorosa ai due grandi ex della partita, il coach Mike D’Antoni e l’ala Danilo Gallinari. Il tecnico è un mostro sacro a Milano avendo giocato con l’Olimpia per ben 13 stagioni e da dove è anche partita la sua carriera da allenatore avendola allenata per 4 anni, Danilo invece torna a giocare contro la società che lo ha lanciato nel basket professionistico e che gli ha dato la possibilità di crescere, maturare e di approdare in NBA con la franchigia della città della Grande Mela.

    Ci sarà dunque anche un pizzico di emozione per i due che qui hanno lasciato un pezzo del loro cuore. La gara, in programma alle 18:30, verrà ospitata in un Forum d’Assago gremito in ogni ordine di posti. Che lo spettacolo abbia inizio…

  • NBA: Anthony in partenza dai Nuggets, Mo Williams pensa al ritiro!

    NBA: Anthony in partenza dai Nuggets, Mo Williams pensa al ritiro!

    Ultime notizie di mercato clamorose in NBA: Denver pare oramai rassegnata a perdere il suo gioiello Carmelo Anthony.
    La dirigenza della franchigia del Colorado deve solo decidere quale offerta accettare tra le 5 finora pervenute. Le squadre interessate sono i New Jersey Nets (in primissima fila) che offrirebbero la terza scelta assoluta al Draft di quest’anno, ovvero Derrick Favors, i contratti in scadenza di Murphy ed Humpries più una futura prima scelta.
    Interessatissimi anche i Golden State Warriors che metterebbero sul piatto il sophomore Stephen Curry e qualche altro giocatore.
    In ritardo invece i Chicago Bulls e i New York Knicks che invece pochi giorni fa erano molto più avanti nelle trattative. I Knicks in particolare vorrebbero Carmelo solo in Estate quando potrebbero prendere la fortissima ala dei Nuggets a zero senza dare niente in cambio e preservando Danilo Gallinari che altrimenti entrerebbe nello scambio con Denver.
    In utima fila, ma da non sottovalutare, gli Houston Rockets che per pareggiare il contratto che si porta dietro Anthony dovrebbero dare Kevin Martin (che non pare però gradito) ai Nuggets. La situazione è ancora più complicata dal fatto che le scelte di Houston per il Draft del prossimo anno non saranno alte visto che la squadra pare competitiva con il ritorno all’attività agonistica di Yao Ming, il che non darebbe a Denver la possibilità di scegliere i giovani campioni che usciranno la prossima stagione dall’Università, visto che i Nuggets vogliono includere nel pacchetto delle trade anche eventuali scelte future al Draft.
    La situazione è comunque in evoluzione e verrà monitorata nei prossimi giorni (se non nelle prossime ore).

    Per quanto riguarda le altre trattative, Earl Watson firmerà a breve con gli Utah Jazz e sarà il sostituto di Deron Williams nel ruolo di playmaker.

    Ed a proposito di playmaker dichiarazione shock di Mo Williams, dei Cleveland Cavs, che dopo l’addio di LeBron James pensa al ritiro anche se sta tornando sui suoi passi nelle ultime ore. Queste le sue dichiarazioni:

    • Mi son seduto e mi son soffermato sul fatto che non potrò più giocare con uno dei migliori giocatori del mondo e che non potrò più giocare con colui che mi ha dato maggior fiducia in questi 2 anni“.

    Se Mo Williams (che ha solo 27 anni) è riuscito addirittura ad arrivare ad essere un All Star (anno 2008-2009) molti meriti sono dovuti alla presenza del “Prescelto” in quel di Cleveland e Mo sa che quest’anno certi palloni non li riceverà più:

    • Sarà molto dura, molte cosa cambieranno in campo e fuori, come non vedere più una maglia con il numero 23 per strada o nello spogliatoio, ma la vita va avanti e credo proprio che dovrò reagire

    Intanto i Miami Heat sono vicinissimi all’acquisizione di Erick Dampier, tagliato nei giorni scorsi dai Charlotte Bobcats di Michael Jordan per non sfondare la soglia della luxury tax e non pagare la relativa multa alla Lega. Il centro ex dei Dallas Mavericks potrebbe essere l’ennesima acquisizione di prestigio, per la squadra della Florida, sul mercato dei free agent, visto che della squadra costruita in Estate gli unici che anche lo scorso anno vestivano la maglia degli Heat sono la stella Dwyane Wade e Udonis Haslem.

  • NBA: Anthony pronto a lasciare Denver

    NBA: Anthony pronto a lasciare Denver

    Carmelo Anthony pensa seriamente di lasciare i Nuggets, possibilmente prima dell’inizio di questa stagione. Destinazione possibile? New York Knicks o Chicago Bulls. La franchigia della Grande Mela non ha prime scelte del draft da offrire, e nel pacchetto da spedire subito in Colorado potrebbe includere Eddy Curry e Danilo Gallinari. Ma l’obiettivo dei Knicks sarebbe quello di prendere Anthony in Estate, quando Melo potrebbe diventare free agent. Il problema è che negli ultimi giorni è uscita prepotentemente allo scoperto Chicago che se prendesse Anthony lascerebbe New York con un palmo di naso. Ecco perchè ai Knicks nelle ultime ore sarebbero anche disposti a sacrificare Gallinari per arrivare al numero 15. Chicago invece metterebbe sul piatto della bilancia Luol Deng, che ha caratteristiche simili e un contratto fino al 2014, e i giovani Taj Gibson e James Johnson.

    Ma a Denver sognano ancora di convincere Anthony a restare: in ballo c’è sempre il rinnovo triennale da 65 milioni, quello che per ora Melo si rifiuta di firmare, preoccupato dal futuro di una squadra che nel 2011 potrebbe perdere tutti i pezzi pregiati (Kenyon Martin, J.R: Smith e Arron Afflalo saranno free agent a fine stagione e a loro potrebbero aggiungersi anche Nené e Chauncey Billups, senza contare i problemi di salute di coach Karl).
    Masai Ujiri, general manager dei Nuggets dallo scorso 31 agosto, ha in programma di incontrare al più presto la sua star per cercare di chiudere definitivamente, in un senso o nell’altro, la situazione.

  • Gallinari: “Spero di essere con l’Italia ai prossimi Europei”

    Gallinari: “Spero di essere con l’Italia ai prossimi Europei”

    Danilo Gallinari torna a parlare della nazionale italiana di basket. Il giovane talento dei New York Knicks spera di poter far parte del gruppo che disputerà i prossimi europei in Lettonia, anche se ancora non dà nulla per scontato:

    • E’ un bellissimo obiettivo, spero con tutto il cuore di poter far parte di quel gruppo ma c’e’ ancora una stagione intera da giocare e vedremo solo alla fine. E’ un gruppo super, giovane e composto da persone straordinarie, ci sono le possibilita’ per fare molto bene e non vedo l’ora di poter lavorare con la squadra!“.

    Nonostante le difficolta’ in fase di qualificazione, (che ha visto gli “Azzurri” piazzarsi dietro Montenegro ed Israele, dovendo disputare inizialmente gli spareggi, poi superflui visto l’allargamento dell’Europeo da 16 a 24 squadre), ora l’ Italia punta in alto guardando alla competizione:

    • Effettivamente ci sono le possibilita’ di costruire qualcosa di importante, ma per arrivare a certi livelli serve lavorare molto assieme, e con l’Europeo spero che si possa aprire un bel ciclo“.

    Ha concluso Gallinari. Anche perchè un’Italia al completo nei suoi 3 elementi di spicco, ovvero Andrea Bargnani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari, fa davvero paura a tutti.