La NBA ha reso noto il calendario per la stagione 2011/2012 che prenderà (in teoria) il via il primo novembre. Il tutto è condizionato però dal lockout che sta bloccando completamente ogni movimento delle squadre da circa un mese e che secondo molti esperti non avrà una fine breve, con l’alto rischio di far saltare tutto il prossimo campionato. Per scongiurare questo rischio e far partire la regular season nei tempi previsti i proprietari ed i giocatori dovranno trovare un accordo entro i primi giorni di settembre (molto difficile comunque che ciò accada). Altrimenti si potrà trovare un accordo non oltre l’inizio di gennaio 2012 (ovviamente la stagione sarà ridotta quasi della metà come successe nel 1998/1999). Il termine ultimo è fissato quindi per il 7 di gennaio, senza accordo per quella data la stagione verrà cancellata completamente. nba.comLa Lega ha tuttavia diramato il calendario ufficiale, 82 partite per ogni team per un complessivo di 1230 match. Come già detto l’apertura è prevista l’1 novembre ed in campo scenderanno 6 squadre per 3 partite con i campioni in carica dei Mavericks impegnati nella difficile sfida con i Bulls. A completamento del primo giorno altri 2 incontri molto interessanti con i Rockets che faranno visita ai Jazz ed i giovani e promettenti Thunder in trasferta sul parquet dei Lakers chiamati a riscattare la deludente ultima annata. Sfide da non perdere il giorno di Natale con una classica come New York Knicks-Boston Celtics, la rivincita della finale 2011 Dallas-Miami e Lakers-Chicago. Per il “Martin Luther King Day” del 16 gennaio lo spettacolo è assicurato: si inizia con Bulls-Grizzlies, per poi continuare con Thunder-Celtics e finire con Lakers-Mavericks. Per quanto riguarda i derby italiani il programma è questo: Belinelli sfiderà Gallinari per 4 volte (27 novembre e 9 marzo a Denver, 6 gennaio e 1 febbraio a New Orleans), mentre il “Gallo” incontrerà Bargnani il 27 gennaio in Colorado e il 30 marzo a Toronto, l’ultimo derby tricolore, quello tra il “Mago” e Belinelli è fissato per il 18 dicembre (a New Orleans) e per il 29 febbraio (in Canada). La stagione regolare terminerà, secondo il calendario appena uscito, il 18 aprile: dopo pochi giorni il via ai playoff, ovviamente il tutto sotto stretta condizione di trovare un accordo al più presto tra le parti in causa.
“Non siamo in tanti ma siamo un gruppo giovane, atipico, tolti un paio di elementi siamo tutti under30. Abbiamo qualche problema di infortunio, ma questi ragazzi hanno lo spirito giusto che ci siamo portati dietro dalla scorsa estate. Ripartiamo da questo, dalla voglia che abbiamo, dal gruppo che abbiamo costruito l’anno scorso e da un paio di volti nuovi, senza pensare che non abbiamo pivot e stazza. Siamo qui per emozionarci e per emozionare la gente, e vorrei che le persone che ci guardano siano orgogliose di quello che facciamo in campo. E’ importante conoscere i nostri punti di forza per giocare di squadra, altrimenti siamo poco credibili. Abbiamo limiti difensivi di fisicità in area, ma dall’altra parte anche qualità da sfruttare perché siamo più mobili. Dovremo riuscire a trovare un bilanciamento perché senza indentità difensiva non si va da nessuna parte, ma allo stesso tempo anche essere bravi a camminare contro squadre che non ci permettono di correre“.
Dell’avventura ormai imminente hanno parlato anche Gallinari e Belinelli. La guardia degli Hornets ha dichiarato:
“In Nazionale serviva aria nuova, venivamo da un periodo difficile, e Pianigiani e il suo staff hanno fatto un grandissimo lavoro in questo. L’obiettivo è qualificarci per le Olimpiadi, ma per farlo dovremo riuscire a fare gruppo, ingranare sul campo, trovare le motivazioni giuste che devono emergere in queste competizioni. Il livello è molto alto, noi NBA avremo gli occhi di tutti addosso, ma non bastiamo: dovremo fare gruppo perché il basket è uno sport di squadra, non si vince da soli!“.
Questo invece il pensiero di Gallinari, alla sua prima vera esperienza in un torneo con la maglia dell’Italia:
“Sono contento e motivato per essere in questo gruppo e spero di riuscire presto a costruire una chimica, un gioco: l’ultima medaglia è arrivata non perché avessimo Jordan in squadra, ma perché esprimevamo un gioco spettacolare. Puntiamo ad arrivare a Londra 2012, ma il girone è difficile e superarlo sarà dura: qualificarci per i Giochi sarà come vincere una medaglia. Siamo piccoli, ed è probabile che debba dare una mano anche da lungo, ma non mi spaventa: io voglio giocare, non mi interessa in che ruolo. Sono molto emotivo, e voglio trasmettere questa passione ai miei compagni e al pubblico, dove per emozione intendo entusiasmo ma anche cattiveria agonistica. Pianigiani? Sono molto stimolato dalla possibilità di lavorare con lui, e di capire come faccia ad essere così vincente. E non vedo l’ora di schiacciare in testa a Ronny Turiaf! Sono contento di rivederlo, è un mio grande amico. Come mi trovo a Denver? Anche se all’inizio c’era un po’ di diffidenza nei miei confronti, è stato un cambiamento positivo dal punto di vista personale: ho dimostrato di non essere soltanto un tiratore ma un giocatore completo, e di saper ancora giocare a tutto tondo come facevo in Europa“.
Gli azzurri tra 2 giorni andranno a Bormio, dove resteranno in ritiro fino al 28 luglio. Poi comincerà la serie di tornei estivi: prima ci sarà il “Memorial Diego Gianatti” il 29 ed il 30 luglio (contro Canada, Macedonia e Bulgaria), poi Torneo a Cipro (5-7 agosto, sfide con Grecia, Russia e Polonia), Trofeo “Città di Rimini” dal 12 al 14 agosto (con Bosnia, Polonia e Grecia) e ultimo test ad Atene, al torneo dell’Acropolis (in programma dal 23 al 25 agosto con Grecia, Montenegro e Bulgaria). Il 31 esordio all’Europeo (come già detto in precedenza). Per le interviste, fonte Eurosport.
Archiviata la sua stagione NBA 2010-2011, con l’eliminazione al primo turno dei playoff dei suoi Denver Nuggets (ai quali è arrivato a Febbraio dai New York Knicks dopo un mega scambio per avere la super star Carmelo Anthony) da parte dei Thunder, Danilo Gallinari torna in Italia per preparare gli Europei che prenderanno il via alla fine di Agosto in Lituania. Assieme ad Andrea Bargnani ed a Marco Belinelli dovrà formare il trio capace di trascinare la nostra Nazionale al livello più alto possibile.
Ecco le sue parole in vista della manifestazione continentale:
“La Nazionale mi mancava da tanto tempo e finora i tornei a cui ho preso parte non sono andati benissimo. Finita la stagione NBA, non vedevo l’ora di far parte del gruppo azzurro. Ci siamo sentiti con coach Pianigiani, ma dobbiamo ancora parlare di pallacanestro “vera”. Non abbiamo parlato di quale sarà il mio ruolo“.
Gallinari però non ha buone sensazioni in vista degli Europei:
“Non penso che le aspettative debbano essere troppo alte. Io ho giocato solo tornei continentali a livello giovanile. Il nostro è un gruppo nuovo e giovane mentre le altre squadre sono veri e propri arsenali per questo non ho aspettative altissime. Personalmente, penso che non avrò grossi problemi a riadattarmi al basket europeo. Ma in campo si va in 5, quindi sarà fondamentale creare subito la chimica di squadra”.
Traccia anche un bilancio della sua ultima annata in NBA:
“Ora sono in una squadra che si è stabilizzata fra le big. Mi trovo bene, la società è ottima. Certo le aspettative sono molto alte visto che da anni centrano i playoff, mentre a New York sono tanti anni che non si vince: lì c’è molta più pressione e hai 20 giornalisti ad ogni allenamento, mentre a Denver ne hai solo 2! Coach George Karl vorrebbe che diventassi la prima opzione offensiva della squadra, è una cosa che mi fa onore, non ho paura e lo ringrazio per la fiducia. Il passaggio da Denver a New York non è stato un problema. Io sono cresciuto in Italia dove c’è ancora il concetto di bandiera e di voler giocare il maggior numero di anni in una stessa squadra, in NBA questo è valido solo per le star, per questo avevo messo in conto un mio passaggio ad un’altra squadra. Certo il problema maggiore lo hanno avuto i miei genitori ed i miei amici perché New York è la città più vicina all’Europa, è facile da raggiungere, mentre a Denver non si arriva mai. Però mi sono trovato subito bene nei Nuggets“.
Sulla Finale NBA (al momento sul risultato di 2-2 tra Miami e Dallas) ha le idee chiare:
“Penso che Miami sia favorita. Avevo previsto gli Heat in finale, ma non pensavo Dallas potesse arrivare in fondo. Non avevo visto i Mavericks in grande condizione nell’ultima parte della regular season: poi, però, hanno cambiato marcia“.
Ed alle domande sul basket italiano e sulla sua squadra del cuore, l’Olimpia Milano, Danilo risponde così:
“Mi auguro che Milano torni a vincere in Italia e a fare bene in Europa, quest’anno, da tifoso, mi aspettavo di più dall’Armani Jeans. Ci sono stati cambiamenti durante la stagione, penso che ora si debba dare la possibilità e la tranquillità di lavorare ad un coach come Sergio Scariolo. Ha dimostrato di essere un allenatore di prim’ordine, bisognerà dargli la possibilità di sviluppare i proprio progetti. Per lo scudetto invece Siena è favorita, c’è ancora tanta distanza tra le 2 finaliste. Cantù è la squadra che ha mostrato il basket più bello però, ed ha meritato di andare in finale“.
Un pensiero alla fine viene dedicato anche al caos calcio-scommesse scoppiato in questi giorni ed anche su questo argomento Gallinari è molto chiaro:
“Fin da piccolo ho sempre creduto nello sport animato dal lavoro e dalla meritocrazia. Pensare che da qualche parte c’è dell’altro ad alterare un risultato è davvero molto triste”.
Robert “The Tractor” Traylor, 34enne cestista statunitense, è stato trovato morto nel suo appartamento a San Juan, in Porto Rico.
Nella sua carriera dal 1998 al 2005 ha giocato in NBA, ma poi Traylor ha trovato spazio anche altrove (ha giocato per poche settimane in Italia: nel 2009 ha disputato infatti 7 partite con Napoli).
I Vaqueros de Bayamon, la squadra nella quale militava il giocatore, dal proprio sito hanno reso noto che Traylor è deceduto probabilmente per un attacco cardiaco.
Soprannominato “The Tractor”, ovvero il trattore, per via del suo fisico possente, in Italia è diventato “famoso” per aver provocato, nella Summer League del 2008, l’infortunio alla schiena di Danilo Gallinari che si schiantò contro Traylor in un’azione di gioco.
Star dell’Università di Michigan, era stato scelto col numero 6 al Draft 1998 dai Dallas Mavericks, che lo avevano dato poi ai Milwaukee Bucks in cambio di Dirk Nowitzki (scelta numero 9) e Pat Garrity. In NBA ha giocato 438 partite con Milwaukee, Cleveland e gli Hornets (nel 2001-02 a Charlotte, le due stagioni successive a New Orleans), mettendo insieme 4,8 punti e 3,7 rimbalzi di media, una carriera mai decollata per colpa di problemi di peso e di un difetto congenito all’aorta per cui venne operato nel 2006. Ha cercato fortuna anche in Europa: ha giocato in Spagna e Turchia prima di approdare, come già detto, in Italia, a Napoli, dove nelle 7 partite disputate mette assieme 9,9 punti e 6,7 rimbalzi di media.
Ciao Robert, riposa in pace…