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  • Prandelli copia Luis Enrique, De Rossi in difesa aspettando Barzagli

    Prandelli copia Luis Enrique, De Rossi in difesa aspettando Barzagli

    Nel giorno della visita della truppa Azzurra ai luoghi dei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, tempio degli orrori nazisti divenuti luogo della memoria, della riflessione, della commozione e del ricordo, le questioni tattiche in prospettiva della gara di esordio con la Spagna passano in secondo piano ma, considerando che il match con le furie rosse campioni d’Europa e del Mondo si avvicina sempre più, nel pomeriggio odierno sarà già tempo di tornare a lavoro, soprattutto perchè il cittì Cesare Prandelli ha intenzione di proporre “condizioni nuove”, necessarie e indispensabili dopo la pessima prestazione nell’amichevole contro la Russia.

    Novità che, secondo lo stesso Prandelli, la squadra ha accolto con grande positività e volontà di sperimentare, anche alla luce della palese necessità di trovare un assetto migliore, per provare a fronteggiare l’emergenza infortuni in difesa: d’altronde, a volte la necessità può diventare virtù e dalle difficoltà possono nascere situazioni positive. E’ questo il pensiero positivo cui bisogna far riferimento, anche perchè – allo stato dei fatti – pare l’unico possibile, sempre che la squadra riesca a trovare dentro di sè la giusta motivazione e la giusta cattiveria derivante proprio da tanti ostacoli. In tal senso, il ct si dichiara “curioso” di vedere una squadra che all’Europeo possa fare cose importanti.

    Non ci sono, dunque, più dubbi: sarà Daniele De Rossi il centrale difensivo nella gara d’esordio, a completare il reparto a tre insieme al recuperato Giorgio Chiellini ed a Leonardo Bonucci. Una scelta che si può interpretare nell’ottica di voler attendere almeno fino a venerdì il recupero di Barzagli, definito dal cittì “troppo importante, tenteremo di recuperarlo fino all’ultimo”, con fiducia rispetto alla possibilità di proseguire nel cammino europeo oltre che nella volontà di proporre De Rossi in un ruolo in cui ha già giocato, per necessità, nella Roma di Luis Enrique, ottenendo buoni risultati.

    In tal senso, secondo Prandelli, Daniele De Rossi “sarà un centrocampista in più, non un difensore” e, considerando tale aspetto, pare consequenziale ritenere che lo schieramento tattico che verrà proposto presenterà in campo due “impostatori”, uno a centrocampo ed uno in veste di regista difensivo, capaci di far partire la manovra, con il “plus” riferito al fatto che “De Rossi centrale è una soluzione e non un’idea, perchè ci ha già giocato”. 

    Daniele De Rossi | © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    Per quanto riguarda le condizioni di Andrea Barzagli, al momento non lasciano ben sperare e sembra molto probabile l’ipotesi che, nonostante si attenderà fino a venerdì prima di una decisione definitiva, possa lasciare il posto al cagliaritano Astori, che raggiungerà nel pomeriggio di oggi, intorno alle ore 18, il ritiro di Cracovia: Davide Astori, dunque, è stato preferito a Mimmo Criscito ed a Ranocchia (che aveva subito uno stiramento nell’ultimo allenamento a Parma, ndr) ed approderà in Polonia dopo essere stato messo in preallarme già dallo scorso lunedì, dopo l’accertamento dello stiramento al polpaccio per Barzagli.

    La marcia di avvicinamento alla gara contro la Spagna si preannuncia ancora all’insegna della sperimentazione e dell’attesa, nella speranza che le brutte sorprese siano terminate.

    Da tante difficoltà, Prandelli sottolinea con grande ironia la presenza di un potenziale vantaggio per gli Azzurri, connesso all’ effetto-sorpresa sugli avversari spagnoli, i quali “non ci hanno capito nulla, fin qui”. Sarà sufficiente?

  • Chievo – Roma, ultima chiamata per la Champions

    Chievo – Roma, ultima chiamata per la Champions

    Ultima chiamata Champions/Europa League per la Roma che stasera nel primo anticipo del martedì sarà ospite di un Chievo che ha raggiunto praticamente l’obiettivo di inizio stagione, la permanenza in Serie A. Basta infatti solo un punto ai clivensi per ottenere l’aritmetica salvezza, la squadra di Di Carlo ha lavorato sodo durante l’anno per raggiungere il traguardo prima possibile per poi affrontare gli ultimi impegni di campionato con tranquillità e senza patemi d’animo.

    Si respira tutt’altra aria invece in casa giallorossa, dopo le pesantissime sconfitte contro Juventus e Fiorentina e il pareggio acciuffato in extremis contro il Napoli la piazza ha perso la pazienza nei confronti della società e del tecnico Luis Enrique. La tifoseria, dopo aver sostenuto il tecnico asturiano anche nei momenti più difficili, ha scelto la via della contestazione nei confronti di “Lucho” imputandogli scelte discutibili nel momento topico della stagione, come l’esclusione a sorpresa di Francesco Totti dall’undici titolare nella gara contro la Juve e l’abbassamento di Daniele De Rossi sulla linea dei difensori.

    Al momento, a 3 giornate dalla fine, la Roma è fuori dalle competizioni europee per la prossima stagione, sia la zona Champions che quella Europa League sono distanti 4 punti dal momento che 4 squadre, Napoli, Inter, Udinese e Lazio, sono tutte a quota 55. Inutile dire che l’imperativo dei capitolini per rimanere in corsa è la vittoria, ma questa da sola potrebbe non bastare perchè per continuare ad alimentare il sogno europeo ed evitare un fallimento certo è necessario sperare nei passi falsi delle rivali.

    Totti e Luis Enrique © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    Per quanto riguarda le formazioni, Di Carlo, che dovrà rinunciare al lungodegente Moscardelli e a Dainelli e Thereau, manda in campo un Chievo schierato secondo il solito 4-3-1-2 con Sardo che dovrebbe essere preferito sulla corsia di destra a Nicolas Frey e Jokic a Dramè sul fronte opposto; in mezzo Cesare e Acerbi formeranno la coppia dei centrali davanti a Sorrentino, in mediana vertice basso del rombo il pilastro Bradley, grande stagione la sua, con Cruzado che sarà quello alto; gli interni di centrocampo saranno Hetemaj e Vacek con Pellissier e Paloschi davanti pronti a far male alla retroguardia giallorossa.

    Modulo speculare per Luis Enrique che non potrà contare su Stekelenburg ancora infortunato e su Osvaldo e Lamela squalificati (entrambi hanno ancora una giornata da scontare). Quindi Lobont dovrebbe essere preferito ancora una volta a Curci nel ruolo di portiere, Taddei prenderà il posto di Rosi, lasciato a Roma per infortunio, sulla fascia con la conferma di Josè Angel su quella opposta; Kjaer affiancherà Heinze al centro della difesa con De Rossi che torna nel suo ruolo di centrocampista, il biondo di Ostia avrà al suo fianco Pjanic e il giovane Marquinho che sta ritagliandosi il suo spazio con prestazioni convincenti con Gago che si accomoderà in panchina; in avanti Totti agirà alle spalle di Borini e Bojan che avranno il compito di trascinare la squadra al successo e rimanere aggrappati al treno europeo.

    PROBABILI FORMAZIONI CHIEVO – ROMA

    CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino; Sardo, Cesar, Acerbi, Jokic; Vacek, Bradley, Hetemaj; Cruzado; Pellissier, Paloschi.
    Panchina: Puggioni, Frey, Morero, Rigoni, Luciano, Sammarco, Uribe.
    Allenatore: Di Carlo.

    ROMA (4-3-1-2): Lobont; Taddei, Kjaer, Heinze, Taddei; Pjanic, De Rossi, Marquinho; Totti; Borini, Bojan.
    Panchina: Curci, Cicinho, Gago, Greco, Simplicio, Tallo, Piscitella.
    Allenatore: Luis Enrique.

  • Roma – Fiorentina, Totti speranza di Luis Enrique. Tornano Jovetic e Amauri

    Roma – Fiorentina, Totti speranza di Luis Enrique. Tornano Jovetic e Amauri

    Oggi pomeriggio per il recupero della 33esima giornata di Serie A, rinviata per la morte del giocatore del Livorno Piermario Morosini, scendono in campo Roma e Fiorentina. I giallorossi vengono dall’umiliante sconfitta contro la Juventus nel posticipo di domenica sera che ha complicato fortemente le ambizioni di Champions dei ragazzi di Luis Enrique (sesta posizione a 5 punti dai cugini laziali). I viola, invece, dopo l’incredibile successo in casa del Milan hanno preso un punticino in casa col Palermo e gettato alle ortiche una possibile vittoria contro l’Inter con il rigore sbagliato da Ljajic che ha lasciato l’amaro in bocca. La squadra di Delio Rossi infatti è in piena lotta per la retrocessione col minaccioso Lecce a -3 e il Genoa a -2.

    ROMA – Emergenza formazione in casa romanista, oltre ai soliti noti Juan, Burdisso, Cassetti e Simplicio si aggiungono gli squalificati Stekelenburg, Bojan e Lamela, quest’ultimo fermato per 3 giornate per lo sputo a Lichtsteiner. Fabio Borini è completamente recuperato dopo l’infortunio muscolare e poi l’influenza, che lo avevano bloccato e costretto a scendere in campo allo Juventus Stadium non in buone condizioni. Rispetto al match contro i bianconeri rientra dal primo minuto al centro della difesa Gabriel Heinze con Daniele De Rossi che tornerà nel suo ruolo naturale di mediano davanti alla difesa. Il Biondo di Ostia dovrebbe essere affiancato dagli altri titolari Pjanic e Marquinho con Gago relegato in panchina. Taddei a destra prenderà il posto di Rosi e Josè Angel agirà a sinistra. Dietro alle punte capitan Totti dopo l’esclusione dall’undici titolare contro la Juve ad assistere sicuramente Osvaldo e Borini. Curci tra i pali prenderà il posto di Stekelenburg. In panchina il tecnico spagnolo porta i giovani Pagliacelli e Tallo.

    Francesco Totti © Tullio M. Puglia/Getty Images

    FIORENTINA – I ragazzi di Delio Rossi dovrebbero scender in campo col 3-5-2. Il solito Artur Boruc fra i pali con Camporese, Natali e Nastasic a comporre il trio di centrali. Fluidificanti del centrocampo a 5 dovrebbereo essere a sinistra Cassani e a destra uno fra De Silvestri. A centrocampo non ci sarà Montolivo fermato da un problema muscolare, ci saranno invece Lazzari e Kharja più il dinamismo di Behrami anche se quest’ultimo soffre un’infiammazione al ginocchio che lo mette in dubbio. Ancora fuori Vargas, davanti rientrano dopo l’infortunio e la squalifica Jovetic e Amauri.

    PROBABILI FORMAZIONI ROMA – FIORENTINA

    ROMA (4-3-1-2): Curci; Taddei, Heinze, Kjaer, Jose Angel; Pjanic, De Rossi, Marquinho; Totti; Osvaldo, Borini.
    A disposizione: Pigliacelli, Rosi, Simplicio, Gago, Greco, Perrotta, Tallo.
    Allenatore: Luis Enrique.

    FIORENTINA (3-5-2) Boruc; Nastasic, Natali, Camporese; De Silvestri, Berhami, Kharja, Lazzari, Cassani; Jovetic, Amauri.
    A disposizione: Neto, Gamberini, Olivera, Marchionni, Salifu, Ljajic, Cerci.
    Allenatore: Delio Rossi.

  • Juventus – Roma 4-0, le pagelle. Furia Vidal

    Juventus – Roma 4-0, le pagelle. Furia Vidal

    Noi vogliamo questo scudetto” canta lo Juventus Stadium, e la Juve ce la sta mettendo tutta per accontentare i suoi tifosi. La vittoria di misura contro la Roma ipoteca buona parte dello scudetto staccando il Milan a +3 dopo il passo falso in casa contro il Bologna. Partita già virtualmente chiusa all’ 8′ quando Vidal insacca per la seconda volta alle spalle di Stekelenburg; la Roma non riesce ad entrare mai veramente in partita e assiste inerme alla battaglia bianconera.

    JUVENTUS

    Buffon sv: Non è colpa sua se la Roma a parte qualche tiro da lunghissima distanza, non tira mai in porta.
    Bonucci 6,5: In assenza di attaccanti avversari da fermare, si fa notare come regista arretrato di difesa, esibendo alcuni pregevoli lanci a scavalcare il centrocampo Romanista.
    Chiellini 6,5: La serata non è particolarmente impegnativa in difesa e quindi si spinge in attacco sfiorando il gol di testa.
    Barzagli 6,5: Quasi una scampagnata per lui, non lascia nemmeno le briciole a Osvaldo.
    Lichtsteiner 6,5: Si trova molto più a suo agio nella difesa a quattro che non sulla linea dei centrocampisti, ma svolge senza particolari affanni il suo compito.
    De Ceglie 6,5: Un treno su quella fascia, sbaglia la misura di qualche cross ma indovina quello giusto per quello del vantaggio, sfiora anche il gol con un tiro al volo dal limite.
    Marchisio 7,5: E’ finalmente tornato il principino di inizio stagione, rigore ed espulsione guadagnati, gol del 4-0 e un altro salvato per miracolo del portiere, oltre ad aver annullato i centrocampisti avversari, e scusate se è poco.
    Vidal 8: Otto come i minuti che ci ha impiegato per mandare il Milan a -3 in classifica, corre per i compagni, pressa gli avversari, recupera palloni, finalizza e costruisce, sicuramente un acquisto fondamentale. (dal 22’ s.t.) Giaccherini 6: Partecipa alla fase di controllo dell’ultimo quarto di gara.
    Pirlo 7,5: Se il campionato della Juve finisse con la conquista dello scudetto, qualcuno non deve piangere per un gol non visto, ma deve rimpiangere un grandissimo campione come Pirlo; ciliegina sulla grande prestazione il gol sulla respinte del suo calcio di rigore.
    Quagliarella 6,5: Conte ha finalmente trovato il partner giusto da affiancare a Vucinic, anche se non arriva il gol lui lavora per la squadra pressando e facendo salire la squadra, un giocatore ritrovato. (dal 16’ s.t.) Del Piero 6,5: Entra quando la Juve ha smesso di attaccare ma lui ci prova ugualmente, si rende protagonista di un doppio scambio con Marchisio con miracolo finale del portiere su quest’ultimo.
    Vucinic 7: Entra in tutti e quattro i gol bianconeri non segna ma quando decide di cambiare passo la squadra gira che è una meraviglia, esce tra il tripudio dello Juventus Stadium. (dal 12’ s.t.) Borriello 4,5: Ha davanti a se intere praterie e lui si ferma a pascolare, fischiatissimo da tutto lo stadio il suo prestito è l’unica sconfitta della Juve fino ad oggi.
    Conte 7: Da una lezione di gioco al suo collega, non sbaglia nulla per quanto riguarda gli undici iniziali, la Juventus scende in campo con la convinzione di essere una grande squadra, un peccato vedere Matri rimanere in panchina e far entrare Borriello al suo posto, Luis Enrique non avrebbe firmato per il pareggio, Conte invece si è accontentato di vincere con 4 gol all’attivo visto che la sua Juventus per 40 minuti del secondo tempo ha smesso di attaccare.

    Claudio Marchisio | © GIUSEPPE CACACE / Getty Images

    ROMA

    Stekelenburg 5: Due gol subiti dopo nemmeno 10 minuti di gioco ed ennesima espulsione stagionale.
    Rosi 4,5: Dalla sua parte sfonda chiunque.
    Kjaer 4: Possibile che la rosa della Roma non disponga di un difensore che sia migliore di questo ragazzo?
    De Rossi 5: Mezzo voto in più soltanto perché non è un difensore di ruolo, serata pessima.
    Josè Angel 4.5: Non esce dal campo umiliato soltanto perché dalla sua parte gioca Lichtsteiner (non certo un fenomeno con i piedi) se avesse giocato un laterale offensivo di ruolo sarebbe stato sicuramente affondato.
    Gago 5,5: Il meno peggio del centrocampo giallorosso.
    Pjanic 5: In 61 minuti di gioco non è riuscito a trovare la posizione in campo. (dal 63’ s.t.) Lamela 3,5: Entra e si fa notare solo per lo sputo a Lichtsteiner, la prova tv farà il suo dovere.
    Perrotta 4,5: Era da Dicembre che non giocava titolare, Luis Enrique ha scelto per lui la serata peggiore.
    Marquinho 4,5: Non tocca un pallone, Vidal lo ridicolizza.
    Osvaldo 4: Un giocatore sceso in campo solo per bisticciare con gli avversari e con l’arbitro invece di giocare a pallone, si rende protagonista in negativo anche in conferenza stampa. (dal 57’) Bojan 5: Entra a partita già chiusa ma lui si becca un giallo per un brutto e inutile fallo a centrocampo.
    Borini 5,5: Non in perfette condizioni fisiche esce dopo 27’ minuti per la squalifica di Stekelenburg e far posto al portiere di riserva. (dal 27’ p.t.) Curci 6,5: Neanche il tempo di entrare e para un calcio di rigore ma Pirlo segna sulla ribattuta, evita almeno altri 2 gol, sicuramente il migliore dei suoi.

    Luis Enrique 3: Totti in panchina per mettere in campo un inutile Perrotta è uno schiaffo a chi ama il calcio, se da 33 partite la Roma fa i soliti errori è anche colpa sua, non avrebbe firmato per un pareggio invece ne esce con 4 gol subiti e zero segnati e con la 13° sconfitta stagionale, un allenatore Italiano sarebbe stato già esonerato.

  • Cori razzisti contro Juan, a quando la squalifica del campo?

    Cori razzisti contro Juan, a quando la squalifica del campo?

    Ennesimo episodio ieri pomeriggio a Roma, durante il derby, di imbecillità umana con i cori razzisti rivolti dalla curva nord della Lazio al giocatore brasiliano e centrale della Roma, Juan.

    Oramai non se ne può più dei soliti “buu” che provengono dalle curve di mezza serie A, purtroppo la cultura e l’intelligenza media di chi si ritiene un tifoso del calcio è, per la maggior parte, notoriamente ampiamente sotto la norma anche perché, basta vedere la civiltà e la compostezza nei comportamenti, dei tifosi del rugby nella stessa città capitolina durante le partite della nazionale azzurra al “Sei Nazioni”.

    Ieri pomeriggio gli insulti beceri e vigliacchi rivolti al centrale della Roma sono stati talmente chiari ed inequivocabili che hanno spinto perfino l’arbitro a far richiamare, tramite lo speaker della stadio Olimpico, gli idioti pena la sospensione dell’incontro.

    Juan ©FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Queste le dichiarazione di Juan dopo la partita: A Roma non mi era mai capitato, ma neanche in Germania e neanche in Brasile. Mi dispiace tantissimo anche perché prima della partita siamo entrati tutti con la maglia contro il razzismo. Voglio sottolineare che ho rispetto per i tifosi della Lazio, per i giocatori, ho fatto un gesto solo perché ho sentito quei “buu” e non mi è piaciuto. Mi dispiace più per loro che per me, perché io ho la personalità per stare tranquillo e sereno. De Rossi e altri compagni mi hanno abbracciato? Non solo della mia squadra, anche della Lazio, quelli che conosco Klose, Dias, Matuzalem. Mi hanno detto di stare tranquillo, ma io lo ero. Come ho detto, mi dispiace perché prima della partita abbiamo cercato di trasmettere qualcosa di buono ai tifosi, perché questo è un derby che tutti sentono tanto, ma è bellissimo da giocare e vedere. Cosa ha fatto l’arbitro? Ero concentrato nella partita, non ho visto. Ho parlato un po’ con Mauri. Mi dispiace tantissimo per il gesto che hanno fatto loro. Non ho mai mancato di rispetto per la Lazio, mi sono sempre comportato bene.

    Adesso gli organi competenti dovranno prendere dei seri provvedimenti contro questi incresciosi episodi e figli di un ignoranza umana senza confini e limiti. Le multe che le società pagano oramai settimanalmente non sembrano essere rimedi più efficaci per sensibilizzare un pubblico che forse, se fosse costretto a vedere la propria squadra del cuore giocare a porte chiuse o addirittura in un altro stadio per un po’ di partite, ci penserebbe prima di lasciare libero sfogo a quello stupido e mortificante ululato.

  • Roma – Lazio, un derby da Champions

    Roma – Lazio, un derby da Champions

    Roma e Lazio ancora una volta l’una contro l’altra nella gara che da sempre infiamma la capitale. Se i fasti di un tempo quando le due squadre si giocavano lo Scudetto oggi non ci sono più, la sfida anche in questa stagione non deciderà soltanto la supremazia cittadina ma quale tra le due cugine ha le carte in regola per aspirare al terzo posto che vuol dire Champions League.

    SPONDA ROMA. I  giallorossi arrivano al match decisivo dopo una settimana a dir poco burrascosa. La brutta sconfitta per 4-1 in casa dell’Atalanta col caso De Rossi escluso contro i bergamaschi per un discutibile provvedimento disciplinare (causa un lieve ritardo alla riunione tecnica pre.partita in albergo) che ha tenuto banco sui media romani e nazionali e che ha spaccato in due tifosi e opinionisti, i derossiani e gli enriquiani per così dire. Sta di fatto che la decisione di tener fuori il n.16 ha innervosito ambiente e squadra ed ha ottenuto il sostegno un pò goffo della società. Vedere i rossi presi stupidamente da Osvaldo e Cassetti per credere. Ma non basta, durante la settimana si sono susseguite dichiarazioni come quella di Gabriel Heinze che pur adottando un diplomatico politichese ha fatto capire di essere sconcertato per l’accaduto, ponendosi sulla sponda derossiana per l’appunto. Comunque stavolta De Rossi ci sarà con tutta la sua grinta e determinazione per vendicare la sfida-beffa dell’andata. Recuperato a pieno titolo anche capitan Totti che è al suo Derby numero 30 e punta Delvecchio e Da Costa a quota 9 gol nella speciale classifica della stracittadina.

    Hernanes e De Rossi, Roma Lazio © Giuseppe Bellini7Getty Images

    Osservato speciale poi è Fabio Borini, il calciatore in forma Nazionale e il più temuto dai laziali di questi tempi.  La sensazione è che i quattro romani e romanisti (Totti, De Rossi, Rosi, Greco) vivranno la partita in modo convulso e sarà importante che trasformino la tensione in energie positive. Dunque il Derby si preannuncia come una partita spacca stagione per una Roma sesta a 38 puntiche deve assolutamente vincere lo scontro diretto. Luis Enrique si  gioca stagione e onore dato che la vittoria contro i biancocelesti potrebbe far sorridere l’ambiente romanista anche in assenza di grandi traguardi raggiunti e contare nelle valutazione di fine stagione. In attesa della continutà la Roma americana aspira almeno alla gloria di breve termine.

    SPONDA LAZIO. In casa biancazzurra la situazione non si può certo definire pacifica. La Lazio viene da una deludente eliminazione dalla Europa League e soprattutto dalla vicenda delle dimissioni poi ritirate di mister Edi Reja. Il nome di Gianfranco Zola ha serpeggiato per una intera settimana considerando anche il black out di Palermo, poi però la magia dei risultati ha rimesso tutto nel verso giusto. La vittoria contro la Fiorentina ha riportato in sella Reja, rilanciato le ambizioni laziali e sedato le ire del presidente Claudio Lotito. La Lazio che divide il terzo posto con l’Udinese a quota 45 è una squadra che vuole arrivare fino in fondo.

    Nonostante il gioco non sempre brillante la squadra di Reja si è rivelata tra le più solide e concrete del campionato. Soprattutto grazie al suo bomber, leader e vero fuoriclasse Miroslav Klose che decise la gara d’andata con un gran gol in zona cesarini. Importante il feeling con la stracittadina del recuperato Stefano Mauri mentre il mattatore di tante sfide Tommaso Rocchi è infortunato. Altro simbolo nell’eterna sfida è Cristian Ledesma che dovrà fare lavoro doppio per schermare una difesa in piena emergenza ma col solito Dias a far da padrone. Il Profeta Hernanes ha già promesso una grande prestazione e rinnoverà la sfida tra sudamericani col romanista Lamela.

    La Lazio dunque arriva favorita, ma il Derby è una partita speciale e spesso i pronostici non possono considerare le variabili incalcolabili di una partita ad altissimo tasso emotivo.

  • De Rossi “Esclusione? Nessuna lite con Kjaer, solo una disattenzione”

    De Rossi “Esclusione? Nessuna lite con Kjaer, solo una disattenzione”

    La pesante sconfitta rimediata dalla Roma contro l’Atalanta domenica scorsa nella trasferta di Bergamo, sembra aver lasciato il segno in casa giallorossa, soprattutto a causa di un’esclusione eccellente decisa dal tecnico Luis Enrique, quella di Capitan Futuro, Daniele De Rossi. Un episodio inspiegabile in apparenza, soprattutto in un momento comunque positivo per il centrocampista della Roma, che da poco aveva ragiunto la tanto agognata intesa per il rinnovo contrattuale. Eppure, le rigide regole di Luis Enrique hanno colpito anche lui, dimostrando che il tecnico asturiano non fa sconti a nessuno e, soprattutto, non utilizza “due pesi e due misure” nei confronti dei suoi giocatori.

    L’interrogativo irrisolto, però, riguardava la motivazione alla base dell’esclusione in extremis di De Rossi dalla formazione titolare ed anche dalle riserve. Nell’immediato pre-partita, dopo aver appreso che De Rossi si sarebbe accomodato in tribuna, infatti, ha iniziato a circolare qualche voce, poi più insistente, circa un presunto litigio fra Daniele De Rossi e Kjaer, che sarebbe sfociato anche in uno scontro fisico. In seguito, invece, hanno preso a circolare informazioni di altro genere, riguardanti un ritardo – di circa dieci minuti – da parte di Daniele De Rossi alla riunione tecnica fissata da Luis Enrique con la squadra alle ore 13. Un ritardo che il tecnico giallorosso avrebbe interpretato come sintomo di mancanza di concentrazione da parte del centrocampista e, per questo, avrebbe deciso di escluderlo dalla formazione relegandolo in tribuna.

    daniele de rossi | © MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images

    De Rossi, convocato comunque da Cesare Prandelli per l’amichevole di domani contro gli Usa, dal ritiro azzurro ha cercato di sgombrare il campo dalle numerose (e infondate) illazioni, precisando di non voler svelare quale fosse stato il “misfatto”, per rispetto al suo allenatore che non gradisce che i giocatori raccontino ai giornalisti ciò che accade all’interno dello spogliatoio, ma di voler smentire ciò che non è veritiero.

    Pertanto, Daniele De Rossi precisa di non aver fatto a botte con Kjaer nè di aver litigato con altri compagni: ricorda, inoltre, di essere stato sempre una persona “attenta  e professionale”, mentre domenica scorsa sarebbe stato “un po’ disattento”. Specifica, dunque, di non aver offeso nessuno, e di non  aver mancato di rispetto al suo tecnico: non ritiene, dunque, di doversi scusare nei suoi confonti, anche perchè ha sempre manifestato – anche pubblicamente – la massima stima nei suoi confronti. Capitolo chiuso, dunque: almeno così pare.

  • Caso De Rossi, Luis Enrique lo esclude per ritardo

    Caso De Rossi, Luis Enrique lo esclude per ritardo

    L’esclusione di De Rossi da parte di Luis Enrique nella sfortunata gara di Bergamo contro l’Atalanta ha diviso i tifosi giallorossi. La società si è schierata al fianco dell’allenatore, sebbene la scelta dello spagnolo abbia lasciato spaesati gli stessi giocatori che non si aspettavano un trattamento del genere nei confronti del loro compagno di squadra.

    Lo stesso Luis Enrique è sembrato piuttosto confuso nella motivazione della propria scelta, venendo smentito poco dopo dalle dichiarazioni di Baldini. La sconfitta della Roma non è passata inosservata e il ds Sabatini ha mostrato la propria delusione per il cammino altalenante della squadra.

     

    L’ESCLUSIONE – Uno sconsolato De Rossi ha assistito alla debacle contro la formazione allenata da Colantuono dalla tribuna, impotente difronte al naufragio della barca giallorossa. E’ costato caro il ritardo di alcuni minuti alla tradizionale riunione tecnica prima del match. Una violazione alla regola che è stata punita con l’esclusione immediata dalla partita. Non è la prima volta che un giocatore della Roma infrange il “codice etico” imposto da Luis Enrique in accordo con la società capitolina. Un’identica situazione era capitata alla punta Osvaldo nella trasferta di Firenze, quando l’oriundo era stato escluso dopo il pugno rifilato al compagno di squadra Lamela.

    luis enrique | © Marco Luzzani/Getty Images

    CONSEGUENZE – L’assenza di De Rossi si è dimostrata pesantissima. Orfana di Francesco Totti, la Roma non è riuscita ad opporsi alla furia dei nerazzurri, che hanno dato una lezione di calcio agli avversari offrendo un grande spettacolo ai propri tifosi. Già in passato i giallorossi avevano disputato prestazioni mediocri quando il centrocampista della Nazionale azzurra era fuori per infortunio, e la trasferta di Bergamo ha elevato all’ennesima potenza tale situazione.

    Luis Enrique era perfettamente a conoscenza delle difficoltà a cui sarebbe andata incontro la squadra con l’esclusione di De Rossi, e nonostante ciò ha applicato in maniera ferrea il regolamento.
    Forse considerando l’importanza del match, anche in vista del derby in programma domenica, la presenza in campo di Capitan futuro avrebbe cambiato il corso del match e consentito ai giallorossi di mantenere invariato il distacco dalla zona Champions League, viste le vittorie di Udinese e Lazio nei posticipi.

    CONFUSIONE – Durante le interviste del post-partita ha destato più di una perplessità il comportamento dell’allenatore spagnolo, che ha cercato di tacere il reale motivo della presenta in tribuna di Daniele De Rossi alludendo ad una problema di natura fisica, salvo poi tornare sui suoi passi affermando che i grandi giocatori debbano dare sempre l’esempio ai compagni di squadra. Quasi in contemporanea è arrivata la smentita ufficiale da parte della società attraverso la figura di Baldini, il quale ha precisato come il motivo per il quale De Rossi non ha preso parte al match è stato esclusivamente per natura disciplinare, riferendosi al lieve ritardo del centrocampista alla riunione tecnica.

    SABATINI – Infine questa mattina è arrivata una violenta sferzata di Walter Sabatini a tutto il gruppo giallorosso, affermando che la sconfitta subita contro l’Atalanta non è da attribuirsi in alcun modo alla presenza di molti giovani nell’undici titolari (alludendo così all’assenza di uomini di esperienza come Totti e De Rossi). Il ds giallorosso ha chiesto alla squadra di rimboccarsi le maniche e ripartire da capo per affrontare nel migliore dei modi il derby contro gli odiati cugini biancocelesti.
    Parlando poi di Luis Enrique ha affrontato il tema Barcellona, con l’ipotesi che si sta facendo largo negli ultimi giorni che vede lo spagnolo in pole position per sostituire Pep Guardiola in caso di addio alla panchina blaugrana. Sabatini si è detto fiducioso del fatto che il tecnico onorerà il contratto fino alla sua naturale scadenza dell’estate 2013.

  • Prandelli e il codice etico, sì a Buffon e De Rossi, no a Balotelli e Osvaldo

    Prandelli e il codice etico, sì a Buffon e De Rossi, no a Balotelli e Osvaldo

    L’amichevole della Nazionale Azzurra contro gli Stati Uniti, in programma mercoledì prossimo, giunge come intermezzo fra le polemiche accesissime del campionato e la necessità di concentrarsi su quello che si connota come l’ultimo test prima dell’esordio agli Europei di Polonia ed Ucraina.

    Le polemiche, però, non si spengono facilmente nel nostro calcio e, dunque, anche le convocazioni del cittì Cesare Prandelli sono state criticate a causa di alcune esclusioni eccellenti, e per alcuni presunti “trattamenti privilegiati” nei confronti di alcuni senatori dello spogliatoio, regolarmente convocati anche in presenza di una violazione del famigerato codice etico.

    In particolare, le polemiche in questione, si sono concentrate su quattro Azzurri, i primi due perchè assenti dalla lista dei convocati, gli altri due perchè presenti: Balotelli, Osvaldo, Buffon e De Rossi.

    Balotelli, infatti, è stato escluso dalle convocazioni di Prandelli per aver violato il codice etico in occasione dell’episodio della scarpata all’indirizzo di un giocatore del Tottenham, accaduto con la maglia del Manchester City, che lo ha costretto ad osservare ben quattro giornate di squalifica in Premier League: il ct, infatti, sostiene di aver in mente, per gli Europei, una Nazionale con Balotelli titolare, ma che gli dia le giuste garanzie, ossia che non lo sottoponga al rischio di restare in inferiorità numerica per falli di reazione.

    Discorso analogo vale, poi, per il romanista Osvaldo, anch’egli escluso dalla lista dei convocati per l’amichevole contro gli Usa per alcuni comportamenti ritenuti non consoni da parte di Prandelli, anche se il ct rivela di non aver parlato direttamente con il giocatore in occasione della decisione di non convocarlo, ma di essere a disposizione (sia di Osvaldo che di Balotelli, ndr) per qualsiasi chiarimento e confronto telefonico in merito.

    Cesare Prandelli | © Getty Images

    Prandelli, dunque, prova a “dare i giusti riferimenti ai suoi ragazzi”, per aiutarli a crescere, ma in alcuni casi le sue scelte, o meglio le sue valutazioni, sono state fraintese. In particolare, nel post Milan-Juventus, con le infuocate interviste del dopo partita, una parte dell’opinione pubblica ha visto in maniera negativa la convocazione di Gianluigi Buffon, portiere e capitano Azzurro, reo di aver parlato con assoluta sincerità, senza nascondersi dietro alle solite ipocrisie che condiscono spesso le dichiarazioni dei post-partita. Buffon, come ormai noto, ha sostenuto infatti di “non essersi reso conto che il pallone fosse entrato nella propria porta a seguito della deviazione del milanista Muntari, e che – anche nel caso in cui se ne fosse accorto – di certo non avrebbe aiutato l’arbitro”.

    Una frase che, per molti, ha simboleggiato un affronto al codice etico di Prandelli ed un elogio alla non correttezza in campo: Prandelli, però, probabilmente non è di questa opinione, considerando il fatto che ha comunque convocato Buffon, non riscontrando alcuna violazione al suo codice comportamentale. Anzi, il ct ha giustificato il suo capitano, al quale non ha alcuna intenzione di togliere la fascia, sostenendo che durante la gara, in trance agonistica, risulta impossibile fare valutazioni lucide sui singoli episodi, e che non si può pretenedere che un calciatore in tali occasioni aiuti gli arbitri.

    Oltre a quella del portierone bianconero, un’altra convocazione è finita, poi, sotto l’occhio delle polemiche: quella di Daniele De Rossi. Secondo alcuni, infatti, il cittì non avrebbe dovuto convocare il romanista, seguendo la linea già imposta da Luis Enrique, che lo ha escluso nel match – poi perso rovinosamente contro l’Atalanta – a causa di un presunto ritardo (di dieci minuti) alla riunione tecnica delle ore 13. Prandelli, però, non ha ritenuto opportuno ricalcare la linea dura del tecnico asturiano ed ha deciso di convocare De Rossi per la gara di mercoledì.

    Nell’ultimo match prima del debutto Europeo, dunque, la rigidità non sempre può trovare spazio: a volte il pragmatismo è più importante.

  • Atalanta – Roma 4-1, Denis asfalta Luis Enrique

    Atalanta – Roma 4-1, Denis asfalta Luis Enrique

    Una Atalanta in formato europeo calpesta una Roma piccola piccola all’Atleti Azzurri d’Italia con tripletta di Denis più Marilungo e Borini per la Roma. Per i giallorossi l’ennesimo pomeriggio di pura follia nel quale non ci sono aspetti positivi, ma solo errori marchiani in campo e fuori.

    Si comincia dal pre-partita quando Daniele De Rossi appare in tribuna: scelta tecnica da parte di Luis Enrique, poi si mormora provvedimento disciplinare, alla fine l’allenatore mischia le carte nelle interviste post-partita ed emerge un quadro confuso che non risolve nulla. Ha chiarito la situazione solo Franco Baldini, ai microfini di Mediaset Premium a match concluso, dicendo con nettezza che l’esclusione è dovuta ad un lieve ritardo di De Rossi nelle riunione tecnica prima della partita e che la società ha avallato la scelta del mister. Sta di fatto che l’assenza del numero 16 pesa enormemente in una squadra, la Roma, che sembra totalmente priva di personalità e di freschezza fisica e mentale. Il classico possesso palla enriquiano è inesistente, la difesa un panetto di burro e la grinta fuori dal dizionario giallorosso.

    Questa Roma sbiadita e flaccida impatta contro la solita splendida Atalanta che ha voglia di correre e di dimostrare, che lotta su ogni palla e che morde le caviglie all’avversario senza perdere lucidità e manifestando un invidiabile tasso tecnico nei suoi uomini. German Denis su tutti squarcia la diga di carta romanista con giocate di grande velocità e intelligenza e soprattutto con una freddezza sotto porta da rapace di alto livello. Ma i bergamaschi non sono solo l’argentino, sono squadra compatta e organizzata, specchio del carattere combattivo di mister Colantuono.

    German Denis © Marco Luzzani/Getty Images

    PRIMO TEMPO – Pronti via e dopo 3 minuti Marilungo sfrutta la prateria della retroguardia giallorossa e senza trovare opposizione da parte di Rosi e Juan si presenta davanti a Stekelenburg il quale fa un miracolo deviando il tiro dell’atalantino sulla parte interna del palo. La Roma è nel caos totale e al 10′ arriva il vantaggio orobico con Marilungo che copia e incolla l’azione precedente ma stavolta buca il portiere romanista. L’Atalanta è completamente padrona della partita con la Roma che tiene un pò più la palla, ma il risultato sono soltanto due tiri sbilenchi di Marquinho. Così i ragazzi di Colantuono possono fare il gioco di contropiede che amano e infatti Denis raddoppia al minuto 19 dopo un bel triangolo con Maxi Moralez nella difesa di sale romanista.

    L’Atalanta si difende in modo perfetto e dà l’impressione di poter segnare su ogni palla persa dai romanisti che girano la palla in modo troppo lento e scontato. Al 36′, però, una Roma in lieve risalita accorcia le distanze con un tiro centrale di Borini sul quale Consigli fa una papera clamorosa. La prima frazione di gioco si conclude con la Roma gettata in un forcing disordianato, ma vivace. Maxi Moralez al 48′ rischia per una gomitata su Rosi, ma Romeo lo grazia col giallo per proteste.

    SECONDO TEMPO – La reazione d’orgoglio di fine primo tempo della Roma svanisce nel secondo dopo soli 2 minuti quando Heinze sbaglia su Marilungo concedendo l’ennesimo contropiede, concluso poi con l’assist per Denis che insacca da due passi: è 3-1 ed  è la fine virtuale del match. I giallorossi sbagliano ogni giocata e si fanno divorare dal nervosismo: Osvaldo al 9′ sgambetta Cigarini a palla lontana e si prende il cartellino rosso da parte dell’arbitro che ammonisce anche l’atalantino per un buffetto di reazione, usando probabilmente due pesi e due misure.

    Sta di fatto che l’Atalanta sta divorando la Roma sotto ogni profilo e la prospettiva per i giallorossi non è rosea. Infatti la Roma stanca e nevrotica subisce il quarto gol ad opera del mattatore Denis che al 21′ sfrutta uno svarione di Cassetti e dopo 30 metri palla al piede supera Stekelenburg con un dolce scavetto. I ragazzi di Luis Enrique sono ormai completamente inermi e menano calci di frustrazione. La ciliegina, si fa per dire, è l’espulsione di Cassetti al 37′ per offese al guardalinee, forse un pochino troppo permaloso in una partita dall’esito ormai certo e già dai nervi tesi. L’Atalanta vince 4-1.