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  • De Rossi si riprende la Roma “voglio solo  il giallorosso”

    De Rossi si riprende la Roma “voglio solo il giallorosso”

    Nel momento di difficoltà tocca sempre al capitano prendersi la responsabilità e tirar fuori dal gruppo energie supplementari. Daniele De Rossi è da oramai tanti anni che vive da capitano aggiunto alla Roma condividendo insieme a Totti gli oneri ma sopratutto una maglia, quella giallorossa, che entrambi sentono cucita come prima pelle. La migrazione dalla gestione societaria di “petto” della famiglia Sensi a quella di prospettiva e manageriale progettata da DiBenedetto e ancora in fase di start up.

    Daniele De Rossi vicino al rinnovo | ©Getty Images
    La Roma vive un momento difficile è vicina, i tifosi dopo tanta pazienza e speranza sono vicini ad esplodere risucchiandosi sicuramente Luis Enrique che nonostante la stima di società e giocatori e un forte carisma non riesce a convincere dal punto di vista tattico ma anche Baldini e Sabatini responsabili di tutte le decisioni di mercato estive.

    Insieme alle scelte effettuate in estate la Roma non può permettersi di perdere Daniele De Rossi, unico top player in organico e l’unico giocatore in grado do sostituire per temperamento e carisma capitan Totti quando deciderà di lasciar il calcio giocato. Sul centrocampista della Roma e della Nazionale di Prandelli sono pronte a darsi battaglia le due squadre di Manchester, United e City deluse dalla Champions League sono proiettate già per la prossima stagione affidando a De Rossi le chiavi del centrocampo e un sontuoso ingaggio vicino ai 10 milioni di euro.

    De Rossi però ai soldi ancora una volta ha fatto preferire gli affari di cuore “accontentandosi” dei circa sei milioni di euro offerti dagli americani tramite Franco Baldini. Le indiscrezioni d’accordo che circolavano nei giorni scorsi hanno trovato conferma dalle parole dello stesso De Rossi in una intervista concessa al magazine di FourFourTwo in edicola a gennaio 2012 “L’Inghilterra sarebbe una bella esperienza – dice – ovviamente mi fa piacere sentire che Ferguson e Mancini mi seguono e mi vogliono, ma per ora voglio rimanere alla Roma“.

    All’orizzonte adesso c’è la sfida del Monday Night contro la Vecchia Signora. Roma Juventus sarà la prima delle tre finali da vincere per Luis Enrique se vuol arrivare al “panettone” da allenatore della Roma. Infortuni e squalifiche costringeranno il tecnico asturiano a nuovi stravolgimenti con De Rossi che potrebbe retrocedere in difesa per tamponare la falla lasciando spazio a centrocampo a Pizarro o al giovane Viviani.

  • Fiorentina Roma, le pagelle. Super star Jo-Jo Jovetic!

    Fiorentina Roma, le pagelle. Super star Jo-Jo Jovetic!

    Brutta scoppola per la Roma di Luis Enrique che dopo la sconfitta rimediata contro l’Udinese va a sbattere contro un’ottima Fiorentina e un Super Jovetic, autopunendosi in maniera gratuita regalando la superiorità numerica agli avversari. Passi il fallo di Juan, ma il fallo di Gago a centrocampo con l’argentino già ammonito rasenta la stupidità, e anche l’ingenuità con cui Bojan salva sulla linea parando come un portiere di ruolo farà molto discutere, ragionando in vista della delicatissima sfida in programma nel prossimo turno contro la Juventus. Splendida invece la Fiorentina ridisegnata dal nuovo tecnico Delio Rossi che sceglie un modulo  a due punte, con il ritorno di entrambe le punte Gilardino e Jovetic con quest’ultimo apparso a livelli stratosferici. Funziona ancora una volta la linea verde di Corvino che ha scoperto un altro giocatore interessantissimo classe 93, preso dal Partizan Belgrado, il serbo Nastasic, che non fa assolutamente rimpiangere l’indisponibile Natali al centro della difesa.

    Stevan Jovetic e Alessandro Gamberini | ©Claudio Villa/Getty Images

    Le pagelle di Fiorentina Roma

    Pagelle Fiorentina

    Nastasic 6,5 Sentiremo ancora a lungo parlare di lui. È un classe 93, ma non gli manca l’esperienza per reggere l’impatto con il nostro calcio. Schierato al fianco di Gamberini dopo il debutto in coppa Italia è pronto per la prima da titolare in serie A dimostrando di avere tutte le caratteristiche del buon difensore centrale. Sfiora anche il gol nel finale trovando solo la parata perfetta di Bojan.

    Gamberini 7 Quando vede la Roma vede rosso, e sceglie nei capitolini la sua vittima preferita per fare gol. Statistiche alla mano realizza il suo terzo gol consecutivo alla Roma, portando i suoi sul punteggio di 2 a 0 congelando la partita. Ottima prova anche in fase difensiva, dove praticamente non concede nulla agli attaccanti di Luis Enrique.

    Jovetic 7,5 E’ la sua annata e dopo aver passato la scorsa stagione ai box per l’infortunio al crociato, vuole dimostrare a tutti di essere tornato ai suoi livelli e anche più in alto. Nella sua miglior stagione aveva realizzato 6 gol, con quello messo a segno oggi eguaglia il suo record personale e si candida a diventare il nuovo bomber viola in attesa del miglio Gilardino. Si guadagna il rigore e lo batte con una freddezza da killer, inventando assist e  magie per i compagni che deliziano gli occhi di tutti i tifosi amanti del bel calcio.

    Montolivo 6,5 Si sente il suo nome solo in merito alla scadenza contrattuale, e al prossimo club nel quale giocherà, ma troppo spesso ci si dimentica di quanto possa essere importante avere un giocatore come lui in mezzo al campo. Cuce il gioco e detta i tempo della manovra viola, il tutto con un’eleganza da grande campione.

    Pagelle Roma

    Juan 5 Su di lui c’era tutta la responsabilità della retroguardia giallorossa, perché dopo l’infortunio di Burdisso e Kjaer era necessario ritrovare il vero Juan. C’è molta strada da fare, visto l’intervento scomposto su Jovetic che regala il rigore ai viola e gli costa l’espulsione nei primi minuti di gioco.

    Gago 4 Partita di sacrificio per il mediano argentino che deve rincorrere troppo spesso i velocissimi esterni viola. Si fa ammonire nella ripresa per un brutto intervento su Beherami protestando inutilmente, poi alla mezz’ora inspiegabilmente spegne il cervello, stendendo in corsa da dietro Jovetic a centrocampo regalandosi gli spogliatoi in anticipo e mettendo ulteriormente nei guai i suoi compagni.

    Bojan 4 Decisamente lontano anni luce dal giocatore fenomenale che avevamo ammirato al Barcellona. Ancora non perfettamente ambientato al nostro calcio non gli riesce praticamente nulla in una partita che lo vede protagonista solo da “portiere” quando mura sulla linea una conclusione di Nastasic regalando il secondo rigore ai viola e finendo la partita anzitempo.

    De Rossi 6 Unico vero gladiatore romano, gioca una partita di grinta, fatica e sudore chiudendo dove può e adattandosi a fare il difensore centrale come gli chiede il suo tecnico. Le sirene inglesi o spagnole in merito al rinnovo del contratto non sembrano disturbarlo affatto. Professionista e calciatore esemplare.

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  • Fiorentina Roma, Delio Rossi inguaia Luis Enrique

    Fiorentina Roma, Delio Rossi inguaia Luis Enrique

    Delio Rossi vince il suo derby personale contro i giallorossi portando nuovamente la Fiorentina al successo e regalandosi tre punti fondamentali per risalire la classifica. Fiorentina Roma non smette mai di regalare sorprese nonostante il dominio viola non sia mai stato messo in discussione, li giallorossi (già in dieci per il rosso di Juan) si suicida con Gago e Bojan nella ripresa con espulsioni inspiegabili. Roma assolutamente inguardabile e settimana da incubo per Luis Enrique che dovrà affrontare la difficilissima partita contro la Juventus senza Juan, Gago e Bojan tutti e tre espulsi e quindi squalificati.

    Giallorossi che cambiano per la tredicesima volta la formazione, Luis Enrique sorprende tutti stravolgendo le previsioni iniziali schierando Cicinho come terzino, avanzando Perrotta a centrocampo e soprattutto lasciando in panchina Francesco Totti. Spazio dunque per un tridente offensivo composto da Lamela e Bojan più avanzati e subito dietro Pjanic. Nessun cambiamento dell’ultim’ora per Delio Rossi che conferma le previsioni.

    Gamberini e Jovetic mattatori di Fiorentina Roma | ©Claudio Villa/Getty Images
    Fiorentina Roma la partita
    PRIMO TEMPO- Partita decisiva per la Fiorentina che vuole cancellare i fantasmi di una classifica da incubi cercando di regalare i primi punti al nuovo tecnico Delio Rossi. Il primo squillo della partita è giallorosso con Gago che al 5’ dopo una lunga azione di possesso palla, scarica un gran destro dal limite dell’area, con la palla che va di poco alta sopra la traversa. Doppia tegola per la Roma al minuto 15’ quando Jovetic da solo davanti a Stekelenburg viene affossato da Juan in area, con D’Amato che non ha dubbi decretando il calcio di rigore per i viola e l’espulsione di Juan per i giallorossi. Dal dischetto va lo stesso Jovetic che tira nell’angolo basso beffando il portiere olandese e portando i suoi in vantaggio. Luis Enrique corre ai ripari schierando De Rossi al centro della difesa e chiedendo a Lamela e Pjanic di aiutare il centrocampo. Buona Roma alla mezz’ora che preme per trovare il pareggio, riversando i suoi calciatori nell’area viola con continuità, mandando in apnea la difesa fiorentina. Fiorentina che paradossalmente nonostante l’uomo in più inizia a soffrire il gioco della Roma, abbassandosi troppo e concedendo molti spazi agli uomini di Luis Enrique. Proprio nel momento migliore dei giallorossi  al 44’ arriva la doccia fredda per la Roma con il gol di Gamberini, che servito da Montolivo su calcio d’angolo stacca su Heinze e infila il pallone in rete portando i viola in vantaggio per 2 a 0.

    SECONDO TEMPO– Squadre che tornano in campo con gli stessi uomini che avevano finito il primo tempo con Totti che rimane ancora in panchina per la Roma. Non cambia la musica con la Roma che gioca con un lungo possesso palla sterile e la Fiorentina che è pericolosissima nelle ripartenze con Jovetic assolutamente in giornata. L’unico tiro degno di nota per la Roma arriva al 9’ con Lamela che spalle alla porta calcia senza guardare ma trova Boruc a neutralizzare la conclusione fin troppo centrale. Ancora l’argentino pochi minuti dopo, è l’unico dei suoi a provare a sbloccare la partita con un bel diagonale di sinistro a impegnare nuovamente l’ex portiere del Celtic. Partita che rispecchia lo stesso copione del primo tempo, dove la Roma tiene moltissimo il pallone ma non riesce mai a finalizzare l’azione per via di una punta di peso all’interno dell’area di rigore. Al 25’ altro cambio per Luis Enrique che manda in campo Simplicio per Pjanic, con l’ultima sostituzione utilizzata pochi minuti dopo a togliere un infortunato Cicinho con Greco, ora è chiaro che Totti non entrerà in campo. Follia agonistica di Gago alla mezz’ora  che già ammonito a centrocampo stende con un’entrata da dietro Jovetic, guadagnandosi il cartellino rosso e l’uscita anticipata lasciando i suoi in 9. Partita che davvero non finisce mai di stupire, con Nastasic che calcia a botta sicura dagli sviluppo di un calcio d’angolo e trova la parata con le mani di Bojan sulla linea. Gesto tanto istintivo quanto stupido che regala allo spagnolo l’espulsione e il secondo rigore ai viola. Jovetic lascia l’onore a Santiago Silva di batterlo e il Tanke non delude realizzando il 3 a 0. Roma in otto e partita assolutamente da dimenticare. Fischio finale e volto nero per Luis Enrique che avrà molto da dire in conferenza stampa.

    Fiorentina Roma 3-0 video highlights
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  • Roma De Rossi, senza scelta di cuore sarà addio

    Roma De Rossi, senza scelta di cuore sarà addio

    Dal primo gennaio Daniele De Rossi potrà esser libero di decidere in proprio il suo futuro liberandosi dalla Roma a costo zero e andando a concludere la sua carriera altrove alla ricerca di quei trofei che per le sue qualità e spessore mancano al palmares. Una scelta difficile per chi come Daniele De Rossi è cresciuto con la Roma nel cuore e con il soprannome di capitan futuro. La Roma americana ha messo il rinnovo di De Rossi come punto cardine e centrale del nuovo progetto ma è chiaro ed evidente che seppur con propositi di crescita e speranze di vittorie i giallorossi non hanno le possibilità economiche per competere con le multinazionali del pallone pronte a svenarsi pur di acquisirne le sue prestazioni.

    Daniele De Rossi | © Paolo Bruno/Getty Images

    Un pò come avvenne per Mexes nella scorsa stagione la Roma nell’estate del 2012 potrebbe perdere De Rossi e le conferme arrivano dalle parole di Franco Baldini che quest’oggi in una intervista al Corriere dello Sport non è stato più garantista e perentorio come nelle precedenti interviste

    “Se ne parla troppo e dobbiamo imparare a tacere – ha detto il dg della Roma – Dico solo che, sia come calciatore ma soprattutto come persona lui è il tipo di cui abbiamo bisogno. Perché tante difficolta’? Parliamo di un giocatore appetito da tutto il mondo e che aveva solo sei mesi di contratto. Un uomo intelligente all’apice della carriera, tentato da mille prospettive, non solo economiche, tutte legittime. Questa è la difficoltà. Lui sta legittimamente valutando tutte le prospettive della questione e posso sperare solo che non faccia quella scelta. Nel caso non dovessimo riuscire, sarà perché avrà prevalso in lui una diversa prospettiva. Noi gli stiamo testimoniando quanto è importante per noi. Da qui in poi ne parleremo solo per dare la risposta definitiva. Contratto si fa o non si fa, non se ne parla”.

    Baldini ha poi tranquillizzato tutti sulla bontà del progetto Roma e sulla sicurezza che i giallorossi lotteranno tra qualche anno con le squadre più blasonate per il vertice in Italia e in Europa. L’addio di De Rossi però sarebbe la prima sconfitta della dirigenza ed un colpo per i tifosi che al momento nutrono fiducia e speranza in Baldini e Sabatini.

    Su De Rossi sembra esserci prepotentemente il Manchester City disposto a proporgli un quadriennale da quasi 10 milioni di euro a stagione, ma ovviamente, seppur sotto traccia ci sono i tentativi di Manchester United e Real Madrid mentre nei giorni scorsi qualche indiscrezioni portava il centrocampista azzurro nel taccuino di Adriano Galliani speranzoso di ripetere un affare alla Mexes.

  • Roma – Lecce 2-1, le pagelle. Brilla il centrocampo romanista

    Roma – Lecce 2-1, le pagelle. Brilla il centrocampo romanista

    La Roma gioca una partita strepitosa: ritmi sempre alti, possesso di grande qualità, costante movimento senza palla unito a disciplina tattica, concentrazione e cattiveria agonistica. Il risultato sconta la imbarazzante imprecisione sotto porta degli attaccanti. La nota negativa è il gol subito al primo pericolo e le occasioni o quasi-occasioni concesse nel finale in sporadici momenti di puro sbandamento. Il Lecce fa davvero poco: è bravo a rimanere sempre in partita, ma ciò accade più per demerito dei giallorossi. La squadra di Di Francesco non riesce a mordere le caviglie degli avversari e non sa proporre ripartenze organizzate.

    Roma | © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    PAGELLE ROMA

    Stekelenburg 6 Inoperoso.

    Rosi 6 Partita senza grandi squilli offensivi, ma comunque giocata su buoni livelli di concentrazione.

    Kjaer 5,5 Anticipa sempre l’attaccante con interventi puliti e regna sul gioco aereo, ma si perde Bertolacci sul gol leccese e dopo rischia di far capitolare la squadra con qualche incertezza di troppo.

    Heinze 6 Match senza sbavature fatto di attenzione e concretezza. Sul gol forse poteva aiutare Kjaer.

    Taddei 7 Grande prestazione da terzino per il brasiliano. Nel primo tempo spinge come un treno regalando un assist al bacio sfruttato da Pjanic per l’1-0. Nella ripresa dimostra di stare bene fisicamente e continua la fase offensiva di qualità senza scordare quella difensiva.

    Gago 7,5 E’ una diga. Fa il mediano dai piedi buonissimi segnando un bel gol con un tiro da fuori.

    De Rossi 7,5 Gioca una partita immensa di intensità e concentrazione. Sradica tanti palloni dai piedi degli avversari e gestisce il possesso con grande qualità e visione di gioco.

    Pjanic 7,5 Completa la grande prestazione del centrocampo romanista. Il suo ottimo palleggio impone alti ritmi di circolazione della palla ad un tasso di precisione invidiabile. Segna con un puntuale inserimento in area. Nel secondo tempo cala un pochino, ma la prestazione rimane da incorniciare.

    Lamela 6,5 Accarezza la palla con sapienza e scatta con grande rapidità. E’ nel vivo del gioco e sforna un assist e palle filtranti sempre potenzialmente decisive. Macchia la prestazione col gol fallito solo davanti ad Julio Sergio.

    Bojan 4,5 Gioca una partita di alto livello sotto il profilo dei movimenti, della corsa e della partecipazione attiva e di qualità alle manovre della squadra. Il problema è che fallisce almeno tre colossali occasioni da rete che tengono il Lecce sempre in partita.

    Osvaldo 6 E’ il più in ombra dei giallorossi: un pò impacciato e impreciso quando in due occasioni non fa il bomber. Ma la strepitosa rovesciata che insacca in rete valeva il prezzo del biglietto. Peccato che l’errore della terna cancelli un gesto tecnico stupendo. Totti 6 (dal 23′ s.t.) A sorpresa entra solo nel finale regalando qualche pezzo di alta classe.

    Luis Enrique 6,5 La sua Roma convince tantissimo in fase offensiva dove si vede concretamente l’ottimo lavoro svolto. La difensiva rimane ad oggi il problema. Sempre gli stessi errori con le stesse dinamiche. Forse bisognerà arretrare la posizione dei terzini e sistemare i meccanismi difensivi per evitare di buttare via partite dominate con autorità come questa.

    PAGELLE LECCE

    Julio Sergio 6 L’evidente indecisione sul gol di Gago è cancellata da almeno altre quattro parate decisive. All’emozionante ritorno all’Olipico è aiutato dalla giornata nera di Bojan e Osvaldo in fase realizzativa.

    Oddo 4,5 Si fa saltare in lungo e in largo da Taddei e Lamela. E’ l’anello debole della difesa salentina nonostante la grande esperienza. Brivio (dal 40′ p.t.) 6 Entra al posto dell’infortunato Carrozzieri: non spinge praticamente mai sulla fascia, ma almeno non cade in distrazioni difensive.

    Esposito 4,5 Si perde spesso l’avversario in area concedendogli facili occasioni. Non è facile giocare 90′ minuti in difesa, ma non per questo può mancare la concentrazione per lunghi tratti della partita.

    Tomovic 4,5 Il serbo fa il paio col compagno centrale di difesa, un reparto che sconta probabilmente la giovane età.

    Grossmuller 5 Dovrebbe sostituire Giacomazzi, ma dell’uruguayano non si vede nulla. Manca la grinta e la qualità per dare respiro alla difesa sotto attacco.

    Strasser 5 Il centrocampo del Lecce non aggredisce gli avversari pressandoli alti e questo dipende anche dalla sua giornata no che gli toglie il consueto dinamismo e la facilità di corsa.

    Cuadrado 6,5 E’ uno dei pochi ad essere pimpante. Praticamente da solo rischia di far prendere un incredibile punto al Lecce con due tiri velenosi che sfilano fuori. La sua spinta sarebbe costante se i compagni lo mettessero in condizione di attaccare gli spazi come riesce a fare alla grande nelle poche chance avute.

    Bertolacci 7 Il giovane romano gioca un’ottima partita fatta di una corsa quasi solitaria per fare pressing e coronata da un pregevole gol che rimette in careggiata il Lecce.

    Olivera 4,5 Dovrebbe essere il leader per esperienza e tasso tecnico, ma non si illumina mai. Riceve poche palle buone e quelle che ha le spreca malamente. Non è mai nel vivo del gioco e non riesce a guidare il pressing offensivo oppure a dare qualità alla giocata d’attacco.

    Corvia 5,5 Può fare davvero poco da unica punta senza una squadra che lo sorregga. Non riceve mai palle giocabili ed è abbandonato lì su al suo destino.

    Di Francesco 4 Non riesce a dare al Lecce la mentalità e la preparazione giusta per la partita. La sua è una squadra rinunciataria e senza mordente. Paga l’inesperienza dei suoi ragazzi, ma non riesce a coagulare le energie dei giovani in un gioco di grande organizzazione difensiva e ripartenza veloce. Almeno stasera non c’è un’impronta di gioco nel Lecce.

  • Rinnovo De Rossi, Mancini torna alla carica

    Rinnovo De Rossi, Mancini torna alla carica

    Il rinnovo De Rossi inizia ad avere i contorni di un vero e proprio giallo. Il centrocampista giallorosso, nel post match degli azzurri contro l’Uruguay ha nuovamente enfatizzato una prolungata fase di stallo mettendo in guardia la Roma ma dando anche ulteriore fiducia alle tantissime pretendenti. Il presidente DiBenedetto ieri per rassicurare i tifosi è tornato a parlare ancora una volta di capitan futuro mettendo il rinnovo De Rossi alla base dei progetti della cordata americana e primo impegno importante di Franco Baldini.

    “Sono ottimista, Baldini sta trattando in prima persona. Non posso dire altro perche’ siamo nel pieno di una trattativa ma sono ottimista e ho fiducia in Baldini”

    Ancora problemi per il Rinnovo De Rossi | ©Getty Images

    Un banco di prova importante dunque per Baldini e per l’intera dirigenza che con il rinnovo De Rossi acquisterebbe nuova credibilità e stima dai tifosi al momento pazienti per veder rinascere e tornare competitiva la Roma giallorossa. L’acquisto di Daniele De Rossi va ovviamente gola a tutti i top club d’Europa, escludendo l’Italia per non far uno sgarbo ai suoi tifosi, De Rossi fa gola al Real Madrid di Mourinho ma sopratutto al Manchester City di Roberto Mancini disposto a proporgli un contratto faraonico pur di averlo tra i Citizens. E’ proprio l’ex tecnico nerazzurro a riportare in auge la trattativa confermando la volontà di averlo in Inghilterra qualora fallisse la trattativa di rinnovo De Rossi – Baldini in una intervista concessa al Corriere dello Sport.

    “Non sarei stupito se Daniele De Rossi restasse alla Roma. Se però non firmasse, il City sarebbe pronto. E’ difficile strappare un calciatore romano e romanista alla Roma. Perché il romano è legato alle sue origini, al suo stile di vita: non sarei sorpreso se rinnovasse il contratto.”

    Il Mancio nel corso dell’intervista ha un “consiglio” anche per Alex Del Piero “La Juve lo ha scaricato? Mi dispiace, ma ci può stare. Alex ha 37 anni, può divertirsi ancora, vada a cercarsi un campionato diverso, magari la Premier, ma ce ne sono tanti altri. La vita non finisce con la Juve”.

    Ultima battuta sul Napoli e l’appuntamento del San Paolo di mercoledi prossimo “De Laurentiis ha costruito uno squadrone con tanti campioni come Lavezzi, Cavani, Hamsik. Ma chi perde avrà comunque un grande futuro”. Sul calcio italiano dice: “E’ stato rovinato dai tribunali: ora basta perché campioni e sceicchi così non verranno mai. Seguo Petrucci, basta con le polemiche”.

  • Roma, rinnovo De Rossi. La firma è ancora lontana

    Roma, rinnovo De Rossi. La firma è ancora lontana

    Daniele De Rossi si è ritrovato ieri sera nel suo Olimpico con una Nazionale da guidare contro l’Uruguay. Leader a Coverciano e leader a Trigoria. Punto fermo del calcio italiano e Campione del Mondo nel 2006. Il suo rendimento altalenante nelle ultime stagioni si è stabilizzato in quella in corso, riportandolo ai livelli di top player che lo hanno sempre contraddistinto.

    Daniele De Rossi | © GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images

    Il Biondo di Ostia è ambitissimo da club come Real Madrid e Manchester United. Eppure il rinnovo contrattuale con la Roma stenta ad entrare nella fase conclusiva e tra poco più di un mese potrebbe firmare per un’altra società lasciando la sua squadra e la sua città a parametro zero. Opzione questa che non rientra nello stile del centrocampista legato com’è alla maglia che lo ha partorito e cresciuto.

    IL MALUMORE – Rimane il fatto che l’agognata firma non arriva. E sono stati attribuiti al calciatore fiumi di parole che non ha mai pronunciato anche perchè ha sempre preferito evitare l’argomento proprio per non cadere in fraintendimenti. Dunque solo speculazioni giornalistiche? Anche. Quel che è certo è che tra le più svariate manipolazioni dell’informazione emergono le frasi realmente dette da un calciatore quantomeno disturbato dalla situazione paradossale. Già il 5 Ottobre da Firenze disse: “Non metto pressione, ma il contratto andava fatto molto prima“, nella stessa intervista in cui escludeva un addio a parametro zero e riferiva dello stallo della trattiva. Nel frattempo poco è mutato e non si capisce l’utilità di questa lunghissima trattativa.

    LE DICHIARAZIONI – E anche ieri sera nel postpartita di Italia-Uruguay De Rossi ha ribadito, rispondendo alla domanda di un cronista, il suo pensiero molto chiaro: “Quando sento parlare di firma imminente o di incontri decisivi per la fumata bianca, rimango basito“, ha detto. “Quando sento ‘avrebbe detto, avrebbe confidato ad un amico al ristorante’ divento pazzo. La verità è che le trattative sul rinnovo del mio contratto sono ferme all’ultima volta che ci siamo parlati“.
    Il calciatore giallorosso ha anche rivelato di aver pensato al trasferimenro, ma poi “ho ricominciato  a trattare con la Roma“. Sull’effettivo stato della negoziazione ha aggiunto che “non siamo d’accordo, ma non siamo neanche alla rottura, stiamo trattando e questo è positivo“.
    Sulle voci di sue ipotetiche richieste poi ha smentito a tutto campo: “Non ho mai sbandierato clausole e dettagli, se ci fossero stati problemi lo avrei detto“.

    DA CAPITAN FUTURO A CAPITANO MANCATO? – Una battuta inoltre rivela che esiste concretamente la possibilità di un addio, anche se “non voglio fare giochetti – ha aggiunto infatti – se dovessi lasciare la Roma andrei all’estero, ma se non trovo l’accordo con una squadra straniera che faccio, smetto di giocare?“. Con questa domanda retorica si infittisce la trama di incomprensioni e silenzi della vicenda che intanto potrebbe subire una svolta, vera o presunta, dopo l’incontro che in questi giorni si terrà tra l’agente del ventottenne della Roma e la società capitolina. Da considerare che la Piazza Romana non sopporterebbe la cessione di una bandiera e comunque pretenderebbe nel caso un acquisto di pari livello.
    Esattamente lo stesso che chiede Luis Enrique, per il quale in realtà De Rossi è insostituibile, ma che sembra allineato alle politiche societarie.

  • Genoa-Roma 2-1, decide Kucka

    Genoa-Roma 2-1, decide Kucka

    Il Genoa prende tre punti d’oro contro una Roma molto ingenua. La squadra di Malesani gioca una partita perfettamente italiana, quella di Luis Enrique ne gioca un’altra perfettamente spagnola. E in effetti a Marassi va in scena la nona giornata del Campionato di Serie A. I giallorossi sono deboli e sfortunati, il rossoblu sono organizzati e fortunati.

    Bosko Jankovic | © Valerio Pennicino/Getty Images
    PRIMO TEMPO. Come di consueto la Roma comincia la partita alla grande. Possesso palla schiacciante e di qualità, buona circolazione del pallone e movimento continuo. Il giro palla romanista produce un paio di conclusioni insidiose. In questa fase la Roma schiaccia il Genoa nella sua metà campo e al 20′ Lamela conclude un’azione spedendo al lato da posizione molto vantaggiosa. Poi al 26′ colpo di testa di Gago, ma Frey ci mette i pugni. Al minuto 29 c’è la prima vera reazione ligure con Merkel che tira di destro da posizione favorevole e Perrotta devia in angolo evitando il gol. La Roma continua a premere, ma al 38′ Heinze sbaglia l’impostazione del gioco e regala il contropiede a Palacio: l’argentino guadagna il fondo in prossimità dell’area piccola, finta su Heinze e passaggio al centro per Jankovic che ha il tempo per stoppare nel cuore dell’area e scagliare un destro chirurgico che trafigge l’incolpevole Stekelenburg. Dopo il gol il finale di tempo è ancora di marca romanista. SECONDO TEMPO. La seconda frazione riparte come la prima con la Roma all’attacco, ma che non trova grandi spazi grazie agli accorgimenti tattici di Malesani. Al 13′ chance di testa per Lamela che vede la sua conclusione respinta da Frey. I giallorossi sono più lenti e insidiano l’avversario soltanto grazie alla spinta di Josè Angel e a inserimenti individuali dei centrocampisti. Quando la Roma sembra non venire a capo della magistrale tattica difensiva genoana invece arriva il gol: tocco del neoentrato Osvaldo per Borriello (altra new entry) che sembra perdere il pallone in favore di Bovo, ma con una zampata da rapace mette la palla in mezzo servendo Borini, il quale da zero metri fa la rete del pareggio. Siamo al minuto 38. Ora la Roma a quattro punte si getta nel forcing finale, ma subisce qualche ripartenza che il Genoa non sfrutta. Poi dagli sviluppi di un calcio d’angolo arriva il gol vittoria di Kucka quando il cronometro segna 39 minuti nella ripresa: nell’immobilità della difesa romanista Merkel sponda in mezzo all’area verso Kucka che impatta il pallone quasi per caso e lo vede superare il portiere capitolino.

  • Lamela segna al debutto, Roma-Palermo 1-0

    Lamela segna al debutto, Roma-Palermo 1-0

    Vittoria casalinga della Roma che supera il Palermo di misura e con grandi difficoltà. Come al solito un buon approccio alla gara dei ragazzi di Luis Enrique: buoni ritmi, circolazione veloce della palla e tanta voglia di attaccare.

    Erik Lamela | © Paolo Bruno/Getty Images
    L’ottima mentalità giallorossa si concretizza all’ottavo minuto:  De Rossi intercetta una palla vagante a centrocampo e infila l’esordiente Erik Lamela in profondità che arriva sulla zona sinistra dell’area di rigore, converge quanto basta e scarica un sinistro a giro da sogno che si va ad insaccare sul palo lungo, Tzorvas può solo guardare. Per tutti i primi trenta minuti c’è una Roma che attacca poco di più, ma il Palermo che si difende bene e e cerca di rispondere alle offensive giallorosse. Dopo il gol di Lamela, però, la partita è lenta e noiosa. Rompe il sonno dei tifosi la formazione sicialiana che al 41′ costruisce un’occasione colosssale con Balzaretti che lancia a rete Zahavi: l’israeliano solo davanti al portiere calcia bene, ma Stekelenburg compie un vero e proprio miracolo con la mano di richiamo e manda le squadre negli spogliatoi col risultato fermo sull’1-0 per i capitolini. Dopo un opaco primo tempo, nel secondo comincia la girandola delle occasioni da gol e la partita si fa divertente. Al 6′ la difesa romanista va nel pallone e ne approfitta Acquah che mette una palla dentro l’area di rigore per Pinilla che sarebbe solo davanti a Stekelenburg, ma non ci arriva con la testa. Capovolgimento di fronte al minuto 11 quando Osvaldo se ne va in area superando Balzaretti, poi converge al centro e a pochissimi metri dalla porta prova un sinistro a giro che si spegne alto sull’incrocio dei pali. Due minuti più tardi Lamela vince un rimpallo e si trova a tu per tu con Tzorvas, ma calcia di poco al lato. Si susseguono i tiri pericolosi da una parte e dall’altra. Poi al 32′ lancio illuminante per Ilicic che supera di slancio Stekelenburg e a porta vuota tira male facendo un cross in mezzo intercettato da De Rossi che evita il tap-in di Pinilla. Al 40′ il neo entrato Bojan conclude una splendida serpentina con un tiro di sinistra di pochissimo alla destra del palo. Al 43′ ancora un’occasione per Pizarro e poi al 47′ incredibile chance per Miccoli che rischia di pareggiare con un tiro al volo di sinistro.

  • Roma, il Baldini day. Ecco la triade giallorossa

    Roma, il Baldini day. Ecco la triade giallorossa

    Sarà pure che il calcio inglese è più sportivo e meno velenoso ma non può minimamente attaccare il fascino di imporsi nel nostro di calcio, dove tra dissapori e sospetti è più difficile lavorare bene ma che allo stesso tempo dà soddisfazione inequiparabili. E’ proprio questo che ha spinto Franco Baldini a lasciare la prestigiosa poltrona della nazionale inglese e tornare in giallorosso per dirigere l’ambizioso progetto americano. La mission è vincere ovviamente ma anche moralizzare cercando di imporre una cultura diversa ad una piazza notoriamente impaziente e passionale.

    Franco Baldini | ©Paolo Bruno/Getty Images
    Ieri è stato il Baldini day e il nuovo dg da buon oratore ha coinvolto giornalisti e curiosi in un racconto a tutto campo durato un ora e un quarto. Tanti i temi trattati, dal perchè di un ritorno alla Roma, fino al caso Totti, Dal rinnovo di De Rossi all’inevitabile battuta su Calciopoli e la famosa telefonata a Mazzini in cui annunciava il ribaltone definito ora puro cazzeggio. Vi riportiamo di seguito i passi più importanti tratti da il Tempo. Perché è tornato? «Ci penso da dieci mesi e ancora non ho la risposta. A DiBenedetto dissi che “non c’è ragione perché dovessi lasciare Londra e tornare in un posto dove c’è il tutti contro tutti”. E ho aggiunto: “ragion per cui le dirò di sì…”». È una rivincita? «No, da Roma ho avuto amore sconfinato dalla gente. Questo credito mi spaventa da morire. Sono sempre andato nei posti da neofita, adesso invece ho tutto da perdere». Il primo problema che ha trovato? «I biglietti omaggio. In America lo status symbol non è stare tribuna ma acquistare i biglietti migliori. Io darò un piccolo messaggio: quando vorrò invitare qualcuno, comprerò il biglietto. Mi farò tanti nuovi amici, mi mancava… ». Il rinnovo di De Rossi? «Ho parlato con Daniele ma il mio interlocutore sarà il suo procuratore Berti. Il ragazzo l’ho trovato sereno, maturo, bello. Gli ho detto: “se hai voglia di restare non importa quanto ci metteremo ma il contratto lo faremo”. E lui mi è sembrato orientato a voler trovare un accordo. Con le nostre finanze non riusciremmo a prendere uno forte come De Rossi». Questione Totti? «Ho detto che può giocare per altri 4-5 e ho specificato che però deve smettere di lasciarsi usare. Poi si è innescato il problema che Luis Enrique non lo faceva giocare. E allora si è iniziato a parlare di complotto. In quell’intervista definivo lui pigro, ma la pigrizia è quella di lasciarsi coinvolgere in certi aspetti. Lo voglio mettere nelle condizioni di essere normale, è questa la rivoluzione». In molti non l’hanno capita. «Potevo chiarire subito ma ho preferito che se ne parlasse perché ne valeva la pena. Mi sono preso insulti, fino a che non ho avuto modo di capire con lui: sono bastati cinque minuti. Totti è il più grande degli ultimi 30 anni, ma se gli chiedo di discutere sul suo ruolo se ne può parlare: le verità vengono fuori dal confronto». Che situazione ha trovato a Roma? «Un ambiente dove ci viene concesso straordinariamente del credito. Non me l’aspettavo». Le dispiace non ritrovare Moggi? «Non mi è mai mancato, lo vedo sempre in tribunale». Adesso anche la Roma ha una triade, come vi dividete i ruoli? «Fenucci fa il Giraudo, io Bettega perché ho i capelli grigi e per esclusione Sabatini fa il Moggi. Rivendico la scelta di portarli alla Roma, il mio compito sarà quello di coordinare il lavoro di tutti». È ancora un Don Chisciotte? «Temo di avere questo tipo di sindrome. Come dice Luis Enrique, citando Coelho, è più importante il cammino che la meta. Durante quel percorso, come canta Fiorella Mannoia, uno quando impara a sognare non smette più». Cosa porterebbe dall’Inghilterra? «Rooney, mi fa impazzire». Cosa ha fatto e non rifarebbe a Roma e cosa vorrebbe fare ora? «La stessa: mettere il bene della società al primo posto». Andrebbe a prendere un caffè con la Sensi? «Se si presentasse l’occasione, non solo vorrei ma dovrei. Lei rappresenta un’istituzione, io una società». Cosa può diventare la Roma? «Una squadra importante e un’idea di gioco. Potendo fare degli inserimenti giusti ogni anno penso possa essere la Roma che vogliamo». In quanto tempo? «Non voglio darmi una scadenza. Dipenderà molto da come finiamo questa stagione. Magari il prossimo anno si potrà dire a cosa aspiriamo». L’approccio con Luis Enrique? «Ne avevo avuto uno con Guardiola al quale ho detto: “se ti va di fare un salto a Roma e rimetterti in discussione…”. Mi ha risposto di aspettare qualche anno. Luis l’ho adorato subito come persona. È già un grande allenatore». E gli americani? «Mi hanno contattato a dicembre, il primo incontro con DiBenedetto l’ho avuto ad aprile, poi ho conosciuto Pallotta. C’è tanta italianità nel loro retropensiero, sono persone di business ma non vogliono fare speculazione: è la prima cosa che ho chiesto a Pallotta». La Roma avrà un suo stadio? «È un esigenza e sono sicuro che ce la faremo anche se non so quanto tempo ci vorrà». E se non invece non ce la fate, gli americani scappano? «Non posso escluderlo, ma si sta seguendo un’idea più che una scadenza. Anche io, che non ho ancora un contratto, se non dovessi riuscire nell’intento alzerò le mani».