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  • La Juve alza il primo trofeo stagionale,terza Coppa Italia di fila

    La Juve alza il primo trofeo stagionale,terza Coppa Italia di fila

    La Juve di Allegri fa la storia anche nella Coppa Italia, nessuna squadra in Italia era riuscita nell’impresa di conquistare per tre volte la coppa nazionale.

    Un successo tutto costruito e maturato nel primo tempo grazie ai gol di Dani Alves e Bonucci che già al 24° avevano indirizzato la gara sui binari bianconeri.

    La Lazio dal canto suo ha colpito un palo con Keita dopo pochi minuti, poi ci ha messo tanto cuore, tanta grinta ma non è bastato per bucare la porta di un Neto piuttosto concentrato.

    Da segnalare anche una buona prova di Strakosha che ha subito due gol ma ne ha evitati almeno altri 3 grazie ad alcuni ottimi interventi.

    Veniamo al racconto della gara.

    I due allenatori scelgono la migliore formazione possibile, Allegri si affida al 3-4-2-1 che ha fatto molto bene a Montecarlo con 2 soli cambi, Neto, portiere di coppa, per Buffon e Rincon al posto dello squalificato Miralem Pjanic. In difesa Barzagli con Dani Alves spostato in avanti.

    Inzaghi schiera i suoi con il 3-5-2, Wallace e Bastos scelti in difesa, classico centrocampo, Parolo, Biglia e Milinkovic-Savic con Immobile e Keita coppia d’attacco.

    La prima palla gol della partita capita alla Lazio che dopo una ripartenza si presenta con Keita davanti a Neto, il suo tiro però, deviato da Barzagli, colpisce il palo. La risposta bianconera è affidata ad un gran tiro di Higuain che però trova pronto Strakosha. La Lazio pare insidiosa ma al 12° Alex Sandro pennella un cross perfetto per Dani Alves che colpisce al volo, schiacciando la conclusione con la palla che s’infila in gol. Il gol carica la Juve che al 14° si presenta al tiro con Dybala, respinge il portiere della Lazio. Al 18° Strakosha è strepitoso prima su La Joya e poi su Higuain che a due passi a colpo sicuro pensava di aver già infilato il 2-0.

    Al 20° brutto colpo per Inzaghi che deve sostituire Parolo, già in dubbio alla vigilia, per Radu. I biancocelesti provano a premere ma in ripartenza Dybala, al minuto 24, costringe Milinkovic-Savic alla scivolata miracolosa. Sul successivo corner inserimento vincente di Bonucci che, dopo una spizzata di Alex Sandro, deposita in gol il 2-0. Al 32° la Lazio si riaffaccia verso l’area di Neto ed Immobile in tuffo sfiora il gol del 1-2.

    Il primo tempo si chiude con un’insidioso colpo di testa di Milinkovic-Savic bloccato senza grossi problemi da Neto.

    La ripresa riparte senza sostituzioni, con gli stessi 22 che avevano concluso la prima frazione.

    I primi minuti del secondo tempo si giocano a ritmi bassi senza grandi occasioni da ambo le parti. Al 54° Felipe Anderson, appena entrato, con un gran tiro costringe Neto alla deviazione in angolo. Al 57° ancora protagonista il portiere della Juve che con un super riflesso caccia via il colpo di testa da due passi di Immobile. L’ingresso del brasiliano della Lazio dà decisamente uno sprint in più alla squadra di Inzaghi ma la Juve sembra in gestione. Al 66° Basta si trova una palla ghiotta sul limite dell’area ma il serbo calcia alto.

    Altri problemi per Inzaghi, al 69° il tecnico biancoceleste esaurisce i cambi dovendo mandare dentro Luis Alberto per un acciaccato De Vrij. Quando i bianconeri si accendono però fanno paura e per due volte Higuain va vicino al 3-0. La Lazio risponde con alcune conclusioni da fuori ma Neto è sempre pronto.

    I biancocelesti ci provano, ci mettono grinta e cuore ma la palla gol ce l’ha Higuain, ancora una volta però Strakosha è super e salva in corner.

    Non accade molto altro, la Juventus porta a casa il 2-0 e solleva al cielo dell’Olimpico il primo trofeo dell’anno, la terza Coppa Italia consecutiva.

     

    JUVENTUS – LAZIO 2-0 (12° Dani Alves, 24° Bonucci)

    JUVENTUS (3-4-2-1): Neto; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Dani Alves, Marchisio, Rincon, Alex Sandro; Dybala (78° Lemina), Mandzukic; Higuain.

    Allenatore: Allegri.

    LAZIO (3-5-2): Strakosha; Bastos (52° Felipe Anderson), De Vrij (69° Luis Alberto), Wallace; Basta, Parolo (20° Radu), Biglia, Milinkovic-Savic, Lulic; Keita, Immobile.

    Allenatore: Inzaghi.

    Ammoniti: Dani Alves (J)

  • Juve missione compiuta, it’s time for Cardiff

    Juve missione compiuta, it’s time for Cardiff

    Ora si può dire, missione compiuta per la Juve, il momento è giunto, è arrivata l’ora di pensare ad un viaggio in Galles nei primi giorni di giugno: It’s time for Cardiff.

    Una Juventus solida, un pizzico imprecisa sottoporta, sfrutta un’altra grande serata di Dani Alves, batte 2-1 il Monaco grazie ai gol nel primo tempo di Mario Mandzukic e proprio del brasiliano, a segno Mbappé per i monegaschi nella ripresa, e conquista la finale di Champions League a Cardiff.

    E’ il successo della squadra ma è anche una grande vittoria di Massimiliano Allegri che ha saputo cambiare modulo ed interpreti per rendere più agevole una semifinale che sulla carta sembrava insidiosa vista la freschezza ed il talento dei giovani guidati da Jardim.

    Veniamo al racconto della gara.

    Allegri schiera lo stesso 3-4-2-1, a parte Khedira che prende il posto di Marchisio, visto all’andata al Louis II con Barzagli in difesa, Dani Alves spostato a centrocampo e davanti il trio delle meraviglie Dybala, Mandzukic ed Higuain.

    Jardim modifica la sua formazione con l’inserimento di Raggi e Joao Mutinho, al posto di Lemar e Fabinho, dal primo minuto. L’allenatore del Monaco è costretto ad un’ulteriore modifica per la perdita di Dirar nel riscaldamento, al suo posto Mendy.

    Il Monaco prova a partire forte ed aggressivo creando un piccolo brivido dopo solo un minuto con un cross insidioso che sfila sul fondo. Al 5° super spavento per la retroguardia bianconera, un tiro deviato finisce sui piedi di Mbappé che calcia e colpisce il palo, l’attaccante francese però era in fuorigioco. Al 10° si ferma Khedira che lascia il campo per un problema muscolare, dentro Marchisio. Gli uomini di Allegri provano ad abbassare i ritmi ma non riescono a produrre occasioni da gol. Al 22° occasionissima per Higuain che entra in area a tutta velocità, colpisce la palla sotto che scavalca Subasic ma viene allontanata nei pressi della linea. La Juve cresce e al 25° Subasic è strepitoso a salvare su Mandzukic presentatosi solo al suo cospetto. Un minuto dopo e ancora Mandzukic ha l’occasione buona ma il suo colpo di testa finisce fuori di poco. Le occasioni fioccano e Raggi è costretto ad una gran scivolata per salvare su Pjanic. Al 33° il gol arriva, Dani Alves mette un cross con il contagiri Mandzukic colpisce di testa, Subasic salva ma la palla torna all’attaccante bianconero che ribadisce in gol. Al 35° Higuain trova il raddoppio ma il Pipita è in fuorigioco. Il numero nove della Juve ci riprova due minuti dopo ma la sua conclusione viene bloccata da Subasic. Il Monaco accusa il colpo ma al 42° si rifà vedere avanti con un cross molto pericoloso che costringe Chiellini, in anticipo su Falcao, al grande intervento in scivolata. Al 44° altra occasione mancata da Dybala che si fa deviare in corner da Subasic una conclusione a botta sicura. Sul successivo calcio d’angolo la palla respinta finisce fuori area con Dani Alves che colpisce al volo infilando la palla nel sacco. Il primo tempo si chiude sul rassicurante 2-0 per la Juve.

    La ripresa vede la Juve partire con ritmi blandi ed il Monaco provare ad accelerare ma Buffon non corre alcun rischio. Quando gli uomini di Allegri accelerano però creano sempre occasioni, al 55° il neoentrato Cuadrado ci pensa troppo e permette al difensore di deviare in corner. Al 67° si erge a protagonista anche Buffon che respinge in corner la conclusione di un Mbappé che sino a quel momento si era visto davvero poco. La Juve pare distratta e al 69° Mbappé sfrutta un bel passaggio basso di Moutinho e accorcia le distanze. Gli animi si surriscaldano Glik interviene durissimo su Higuain con una tacchettata sul ginocchio, l’arbitro non si accorge di niente e fa proseguire. Jardim si gioca anche la carta Germain ma la porta bianconera non corre alcun pericolo. Non succede molto altro nei restanti minuti, dopo 3 minuti Allegri ed i suoi ragazzi possono esultare, la Juve vola a Cardiff. 

     

    JUVENTUS – MONACO 2-1 (33° Mandzukic (J), 44° Dani Alves (J) 69° Mbappé (M))

    Juventus (3-4-2-1): Buffon; Barzagli (85° Benatia), Bonucci, Chiellini; Dani Alves, Khedira (10° Marchisio), Pjanic, Alex Sandro; Dybala (54° Cuadrado), Mandzukic; Higuain.

    Allenatore: Allegri.

    Monaco (4-4-2): Subasic; Raggi, Glik, Jemerson, Sidibè; Mendy (54° Fabinho), Joao Moutinho, Bakayoko (74° Germain), Bernardo Silva (69° Lemar); Mbappè, Falcao.

    Allenatore: Jardim.

    Arbitro: Kuipers.

    Ammoniti: Falcao (M), Mendy (M), Bonucci (J), Mandzukic (J)

  • Allegri guida la Juve al successo in casa del Porto

    Allegri guida la Juve al successo in casa del Porto

    Alla fine l’ha vinta Massimiliano Allegri!

    Il tecnico bianconero ha indovinato i cambi al momento giusto ed ha conquistato un pesantissimo successo per 2-0 in casa del Porto. 

    Una vittoria probabilmente agevolata dall’espulsione al 28° dell’ex Inter Alex Telles, un doppio giallo nel giro di pochi minuti, ma che fino al 27° del secondo tempo sembrava decisamente difficile da pronosticare in quanto la Juve, dopo i primi 10 minuti in cui il Porto sembravo voler fare la gara, aveva preso in mano il pallino del gioco ma sino a quel momento aveva premuto, non in maniera furiosa, contro la squadra di casa che si era ben difesa, salvata anche da un palo su conclusione di Dybala sul finale di prima frazione, ma poi ha dovuto capitolare quando Pjaca, appena inserito in campo da Max Allegri, al minuto 72 ha sfruttato un rimpallo ed ha trovato il diagonale vincente che non ha lasciato scampo a Casillas.

    Sbloccata la gara Allegri ha inserito Dani Alves e dopo circa un minuto il brasiliano ex Barcellona ha colpito siglando un pesantissimo 2-0.

    Il tremendo uno-due Pjaca-Dani Alves ha mandato totalmente al tappeto gli uomini di Nuno Espirito Santo che avrebbero potuto anche incassare il terzo gol a pochi minuti dal termine dopo una bella combinazione Pjaca-Khedira con la conclusione del tedesco fuori di pochissimo.

    Un 2-0 in trasferta che adesso in vista del ritorno allo Juventus Stadium mette in discesa il cammino dei bianconeri negli ottavi di Champions League. 

    PORTO – JUVENTUS 0-2 (72° Pjaca, 74° Dani Alves)

    Porto (4-4-2): Casillas; M.Pereira, Felipe Augusto, Marcano, Alex Telles; Ruben Neves (60° Corona), Herrera, D.Pereira, Brahimi (73° Diogo Jota); André Silva (30° Layun), Soares.

    A disposizione: José Sá, Miguel Layún, Boly, André, Óliver Torres, Diogo Jota, Corona.

    Allenatore: Espirito Santo.

    Juventus (4-2-3-1): Buffon; Lichtsteiner (73° Dani Alves), Barzagli, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanić; Cuadrado (67° Pjaca), Dybala (85° Marchisio), Mandzukić; Higuaín.

    A disposizione: Neto, Benatia, Marchisio, Pjaca, Asamoah, Dani Alves, Rugani.

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Brych.

    Ammoniti: M.Pereira (P), Lichtsteiner (J), Herrera (P), Marcano (P)

    Espulso: Alex Telles (P)

     

    Nell’altra gara di serata il Siviglia si è imposto per 2-1 sul Leicester di Claudio Ranieri. I padroni di casa dopo aver fallito un rigore con Correa (parata di Schmeichel) hanno trovato il doppio vantaggio con Sarabia e Correa ma hanno poi subito il gol di Vardy al 73° che ha riaperto il discorso qualificazione.

  • Dani Alves, come Spiderman si arrampica sul bus

    Dani Alves, come Spiderman si arrampica sul bus

    Una vittoria può dare alla testa, questo è certo, soprattutto se magari non stai attraversando un momento particolarmente esaltante e la tua squadra è sotto pressione ma nessuno si poteva aspettare che Dani Alves, dopo la vittoria in Copa del Rey contro il Villareal, fosse tanto felice da arrampicarsi sul tetto del pullman che porta la squadra all’aeroporto. La semifinale vinta e di conseguenza il passaggio alla finale della coppa spagnola, per il calciatore sembra proprio essere un motivo di particolare festeggiamento.

    Un festeggiamento che è stato immortalato in un video e che sta spopolando sul web e soprattutto sui principali siti iberici. Dani Alves è un professionista serio e sempre equilibrato che è molto difficile veder andare fuori dagli schemi per questo lascia sbalordito il pubblico che ha visto il filmato e soprattutto i due commentatori che visionano il video:

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    La squadra era diretta con il pullman dentro l’aeroporto verso il volo che l’attendeva per tornare a Barcellona, il resto del team sembra tranquillo nonostante la bella vittoria dei blaugrana per 1-3 contro il Villareal. Dani Alves tranquillamente si arrampica utilizzando i vari pali di sostegno che arredano l’interno dei bus, e arriva fino al tetto, poi sembra fare alcune flessioni a testa in giù come Spiderman in un film della serie.

    Dani Alves | Foto Twitter
    Dani Alves | Foto Twitter

    La partita contro il Villareal è stata un’ottima prova di carattere per la squadra di Luis Enrique che ha resistito all’aggressività del Villareal e si è portata in vantaggio subito con Neymar. I blaugrana non si sono nemmeno scomposti dopo il pareggio momentaneo di Dos Santos e grazie alle reti di Suarez e ancora di Neymar hanno chiuso il match con un perentorio 1-3 che rimette il morale di catalani in alto e permette l’approdo in finale di Copa del Rey.

    In finale, il 30 maggio prossimo, gli uomini di Luis Enrique dovranno vedersela contro l’Athletic Bilbao, come nel 2009 e nel 2012 dove in entrambi i casi sono usciti vincitori. Infatti i baschi hanno avuto ragione di un battagliero Espanyol per 0-2, togliendo ai catalani la possibilità di assistere ad un avvincente derby in finale.

     

  • I flop di Brasile 2014, ecco chi ha deluso ai Mondiali

    I flop di Brasile 2014, ecco chi ha deluso ai Mondiali

    In tanti prima dell’inizio del Mondiale avevano puntato su di loro, ma durante il torneo brasiliano hanno ampiamente deluso le aspettative: ecco la formazione flop di Brasile 2014.

    Iker Casillas: dopo il trionfo di quattro anni fa in Sudafrica quello brasiliano è stato sicuramente un Mondiale da incubo per il portiere spagnolo; la nazionale campione in carica abbandona la manifestazione al primo turno dopo aver perso contro Olanda e Cile. Protagonista in negativo il suo capitano che, dopo aver vinto la Champions League con il Real Madrid, arriva in Brasile scarico e fuori condizione. I suoi errori sono stati gravi e hanno condannato le furie rosse a una cocente eliminazione che brucia e sembra suonare come la fine del ciclo della nazionale spagnola.

    Un'immagine della sfida dello scorso anno
    Un’immagine della sfida dello scorso anno

    David Luiz: il difensore pagato poche settimane fa 50 milioni di euro dal Psg vive l’incubo di un Mondiale che i brasiliani sognavano come un possibile trionfo. Il 7-1 subito dalla Germania rimarrà come uno dei risultati più umilianti della storia del Brasile e l’ex mediano del Chelsea ha non poche colpe. Anche nella finale per il terzo posto con l’Olanda offre una prestazione da dimenticare: 3-0 e neanche la soddisfazione della medaglia di bronzo.

    Dani Alves: il terzino del Barcellona ha toppato partendo titolare ma finendo, con il passare delle partite a fare la riserva di Maicon. Da un difensore come lui ci si aspetta sempre di più sia in termini difensivi sia in termini di spinta sulla fascia destra.

    Gerard Pique: un altro artefice del flop spagnolo. Il centrale del Barcellona nel match contro l’Olanda non ci ha capito davvero nulla, offrendo una prestazione irriconoscibile per un difensore del suo livello internazionale, arrivando a perdere il posto nelle gare successive.

    Pepe: ha pagato la sua fama di calciatore cattivo lasciando, nel match contro la Germania, il suo Portogallo in dieci uomini.

    Steven Gerrard: il centrocampista del Liverpool, nonchè capitano della nazionale inglese, è l’emblema del fatto che la nazionale della regina ai Mondiali proprio non riesce a indovinare la competizione. A dir poco deludente il Mondiale degli inglesi eliminati in malo modo da Costa Rica e Uruguay. Il centrocampista ha sulla coscienza l’errore decisivo nella sconfitta patita ai danni dell’Uruguay.

     

    Thiago Motta: un Mondiale penoso e non aggiungiamo altro. Il centrocampista del Psg non è mai stato all’altezza della situazione.

    Kevin Prince Boateng: allontanato dal ritiro a poche ore dalla sfida contro il Portogallo per motivi disciplinari. Questa è stata la decisione presa dal C.t. Appiah dopo alcuni litigi verificatesi durante gli allenamenti, seguiti anche da alcuni diverbi fra i due calciatori da una parte  e il commissario tecnico e i dirigenti sportivi africani dall’altra.

    Fred: se i suoi connazionali lo hanno soprannominato l’inutile, ci sarà pure un motivo valido. Viene difficile pensare che in tutto il Brasile non ci sia un centravanti migliore. Lento, impacciato, mai pericoloso in area di rigore. Il crollo dei padroni di casa non è solamente colpa sua ma lui ci ha messo molto del suo.

    Mario Balotelli: tra le peggiori delusioni del Mondiale brasiliano: la nazionale azzurra esce ai gironi e il suo talento, dopo la rete decisiva all’Inghilterra, evapora in sudamerica. Nella sfida contro l’Uruguay Prandelli lo ha sostituito alla fine del primo tempo dopo un litigio avvenuto nello spogliatoio. I compagni di squadra lo hanno escluso smettendo di giustificarlo e pochi giorni dopo l’ex C.t. azzurro aumenta il carico: “ha i colpi ma non è un campione”.

    Diego Costa: il traditore, agli occhi del popolo brasiliano, ha scelto di vestire la maglia della Spagna. E, con il senno di poi, visto il finale della nazionale del dimissionario Scolari, ha quasi fatto bene. Forse ha pagato l’infortunio occorso alla fine della stagione con l’Atletico Madrid, ma dell’attaccante devastante, apprezzato con i colchoneros, non ne abbiamo visto nemmeno l’ombra.

     

     

     

  • Brasile 2014: girone A con Brasile, Croazia, Messico e Camerun

    Brasile 2014: girone A con Brasile, Croazia, Messico e Camerun

    I Mondiali di calcio, Brasile 2014, avranno il loro esordio nel girone A. Il Brasile, nazionale ospitante, è alla ricerca del sesto titolo Mondiale ed ha il vantaggio svantaggio di giocare in casa. Il C.T. Scolari “nessun problema saremo campioni”. L’obiettivo per la squadra allenata da Luiz Felipe Scolari è solo uno vincere; anche una finale persa verrebbe vista come un fallimento. Proprio Scolari il quale ha permesso al Brasile di vincere il Mondiale per l’ultima volta nel 2002, e nel 2012 ha sostituito alla guida della squadra Mano Menezes è stato il C.T. del Portogallo per cinque anni.

    BRASILE:

    Nel 2010 nel mondiale disputato in Sudafrica il Brasile non ha entusiasmato; dopo essere riuscito a superare la fase a gironi con sette punti in tre partite, la nazionale ebbe la meglio agli ottavi contro il Cile ma venne sconfitta ai quarti di finale dall’Olanda con il risultato di 2-1.

    Solo cinque giocatori della rosa attuale hanno partecipato al Mondiale sudafricano. Tra questi c’è Julio Cesar, un pilastro della nazionale brasiliana; dal 2004 ad oggi il portiere del Toronto è reduce da un paio di stagioni tutt’altro che positive ma, nonostante ciò, ha collezionato ben 78 presenze con la maglia del Brasile. Scolari si fida ciecamente dell’ex portiere dell’Inter.

    Il punto di forza del Brasile è la difesa: i terzini Dani Alves e Marcelo sono tra i più forti in circolazione, il capitano Thiago Silva offre ampie garanzie cosi come David Luiz e il centrale del Bayern Monaco Dante.

    Il centrocampo è un mix di potenza e di tecnica: Ramires del Chelsea, Fernandinho del Manchester City sono molto combattivi, mentre giocatori del calibro di Willian, Oscar e Paulinho offrono imprevedibilità e fantasia al reparto.Il primo è leggero molto agile e versatile; il secondo ha le sue doti migliori nella velocità e nel dribbling e  il centrocampista del Tottenham da tenere in particolare considerazione è molto bravo a recuperare palloni in fase difensiva ma altrettanto veloce nelle ripartenze.

    Il firmamento carioca ha l’incognita in attacco chiamata Neymar: giocatore bravo si, ma nel suo club costretto a rincorrere la fama di un argentino il quale fa più parlare di lui anche quando non gioca. Tutta una nazione chiede al centravanti di  Mogi das Cruzes la definitiva consacrazione. Insieme al centravanti del Barcellona troviamo Hulk dello Zenit San Pietroburgo: giocatore forte fisicamente e dotato di un gran tiro di sinistro, Bernard dello Shakhtar Donetsk ed i fedelissimi del tecnico Jo facente parte dell’Atletico Mineiro e Fred della Fluminense.

    Portieri: Júlio César (Toronto Fc), Victor (Atlético Mineiro), Jefferson (Botafogo)

    Difensori: Daniel Alves (Barcelona), Maicon (Roma), Thiago Silva (Paris Saint-Germain), David Luiz (Chelsea), Marcelo (Real Madrid), Dante (Bayern Munich), Maxwell (Paris Saint-Germain), Henrique (Napoli)

    Centrocampisti: Ramires (Chelsea), Oscar (Chelsea), Paulinho (Tottenham Hotspur), Hernanes (Inter), Luiz Gustavo (VfL Wolfsburg), Fernandinho (Manchester City), Willian (Chelsea)

    Attaccanti: Fred (Fluminense), Neymar (Barcelona), Hulk (FC Zenit), Jô (Atlético Mineiro), Bernard (Shaktar Donetsk)

    Brasile 2014

    CROAZIA

    La Croazia ha acciuffato la qualificazione agli spareggi; la nazionale possiede molti talenti ma la gestione è tumultuosa. A causa del rendimento altalenante offerto verso la strada per il Brasile, Igor Stimac è stato esonerato e al suo posto è stato chiamato Niko Kovac. L’ex centrocampista croato fu determinante per la qualificazione della sua nazionale al Mondiale del 1988 ma non prese parte alla competizione a causa di un infortunio. Nonostante la sua brillante carriera da giocatore Kovac ha poca esperienza come tecnico: l’ex centrocampista del Bayern Monaco ha guidato l’under 21 croata per appena 5 partite prima di essere chiamato ad allenare la nazionale maggiore.

    Kovac punta sull’esperienza di  Stipe Pletikosa che, con molta probabilità sarà il portiere titolare ma non è da escludere l’utilizzo di  Danijel Subašić reduce da un ottima stagione tra le fila del Monaco.

    Il reparto arretrato è composto da giocatori molto esperti: il centrale del Soupthampton  Dejan Lovren il quale ha disputato una buona stagione ed è anche andato a segno contro squadre importanti come Liverpool e Manchester United. Insieme, a far coppia centralmente, ci sarà Vedran Ćorluka mentre sugli esterni agiranno Ivan Strinić e il capitano Darijo Srna.

    A centrocampo punto di forza è il capitano del Siviglia Ivan Rakitić fresco vincitore dell’Europa League: giocatore abile nel tiro dalla lunga distanza; non meno importante è Luka Modrić centrocampista centrale che può ricoprire anche il ruolo di esterno sinistro: le sue doti migliori sono l’ottima visione di gioco, la precisione nei passaggi e la qualità nel tiro. Oltre a loro il centrocampo può contare su Mateo Kovačić, Ivan Perišić.

    Al centro dell’attacco l’ariete del Bayern Monaco Mario Mandžukić: tra le fila dei bavaresi l’attaccante ha gonfiato la rete 18 volte i 30 partite: attaccante che fa del fisico potente e del gioco aereo le sue armi principali. Con lui Ivica Olić il quale vanta due mondiali disputati nel 2002 e nel 2006.  A completare il reparto offensivo ci saranno Nikica Jelavić e Eduardo Alves da Silva.

    Ecco i convocati del C.T. Kovac:

    Portieri: Stipe Pletikosa (Rostov), Danijel Subašić (Monaco), Oliver Zelenika (Lokomotiva)

    Difensori: Darijo Srna (Šahtar), Dejan Lovren (Southampton), Vedran Ćorluka (Lokomotiv), Gordon Schildenfeld (Panathinaikos), Danijel Pranjić (Panathinaikos), Ivan Strinić (Dnipro), Domagoj Vida (Dinamo Kiev), Šime Vrsaljko (Genoa), Igor Bubnjić (Udinese)

    Centrocampisti: Luka Modrić (Real Madrid), Ivan Rakitić (Siviglia), Niko Kranjčar (QPR), Ognjen Vukojević (Dinamo Kiev), Ivan Perišić (Wolfsburg), Mateo Kovačić (Inter), Milan Badelj (HSV), Ivo Iličević (HSV), Marcelo Brozović (Dinamo), Ivan Močinić (Rijeka), Mario Pašalić (Hajduk), Sammir (Getafe)

    Attaccanti: Mario Mandžukić (Bayern Monaco), Ivica Olić (Wolfsburg), Eduardo Alves da Silva (Šahtar), Nikica Jelavić (Hull City), Ante Rebić (Fiorentina), Duje Čop (Dinamo)

    MESSICO:

    Quella ai Mondiali sudamericani sarà la quindicesima partecipazione per  il Messico alla fase finale di un Mondiale. La qualificazione è stata raggiunta ai danni della Nuova Zelanda, nel doppio spareggio. Il miglior piazzamento ottenuto sono stati i quarti di finale nel 1970 e nel 1986 ma, nelle ultime cinque edizioni disputate, la nazionale messicana ha sempre raggiunto gli ottavi di finale.

    Il commissario tecnico Miguel Herrera ha scelto nella rosa mondiale molti calciatori militanti nel campionato messicano e in quelli sudamericani con l’innesto di qualcuno militante nei campionati europei.

    Uno di questi è colui che difenderà la porta cioè  Francisco Guillermo Ochoa Magaña reduce da una buona stagione tra le fila dell’Ajaccio.

    La difesa messicana non offre molte garanzie: l’ex centrale del Barcellona Rafael Márquez Álvarez ha perso lo smalto dei tempi migliori e potrebbe rappresentare un’incognita. Il terzino sinistro Josè Andrés Guardado Hernandez è più portato ad attaccare che a difendere mentre Diego Antonio Reyes Rosales ha tutte le carte in regola per essere una rivelazione: è considerato una delle migliori promesse del panorama mondiale ed è dotato di ottimo fisico e di buona tecnica.

    Il centrocampo del Messico ha avuto una defezione pochi giorni fa: Juan Carlos Medina salterà la competizione a causa di un infortunio alla caviglia rimediato in allenamento che lo costringerà ad un’operazione chirurgica. Al suo posto è stato chiamato Miguel Ángel Ponce , 25 anni, in forza al Toluca. Tutti i centrocampisti a disposizione militano nel campionato messicano ad eccezione di  Héctor Miguel Herrera López.

    A guidare l’attacco la stella Javier Hernández Balcázar: attaccante rapido e ambidestro, non fortissimo fisicamente ma con grande fiuto del gol. Insieme a lui ci sarà Giovani Alex dos Santos Ramírez del Villareal: una seconda punta molto brava a svariare su tutto il fronte di attacco.

    La vera sorpresa potrebbe essere Marco Fabian il trequartista si è distinto alle Olimpiadi di Londra 2012 realizzando dodici reti in dieci partite.

    Ecco i convocati del C.T. Herrera:

    Portieri: Jesus Corona (Cruz Azul), Guillermo Ochoa (Ajaccio), Alfredo Talavera (Toluca).

    Difensori: Paul Aguilar (Club America), Andres Guardado (Bayer Leverkusen), Miguel Layun (Club America), Rafael Marquez (Leon), Hector Moreno (Espayol), Diego Reyes (Porto), Francisco Javier Rodriguez (Club America), Carlos Salcido (Tigres).

    Centrocampisti: Isaac Brizuela (Toluca), Marco Fabian (Cruz Azul), Hector Herrera (Porto), Juan Carlos Medina (Club America), Luis Montes (Leon), Carlos Pena (Leon), Jose Juan Vazquez (Leon).

    Attaccanti: Giovani Dos Santos (Villarreal), Javier Hernandez (Manchester United), Raul Jimenez (Club America), Oribe Peralta (Santos), Alan Pulido (Tigres).

    CAMERUN:

    Il Camerun cerca una qualificazione agli ottavi che manca dal 1990. Il Nuovo C.t. Finke ha scelto, per il Camerun, una squadra composta da molti giovani anche se in rosa ci sono diversi componenti della spedizione sudafricana. Torna sulla panchina camerunense un allenatore tedesco infatti, dopo l’esperienza di Pfister, che portò  i leoni al secondo posto della Coppa d’Africa nel 2008, questo 2014 vede Volker Finke alla giuda della nazionale che detiene il record di partecipazioni ai Mondiali per una squadra africana: con quella che scatterà tra pochi giorni sono sette le partecipazioni per i Leoni.

    Nel ruolo di portiere ci sono due pretendenti per il posto da titolare: Charles-Hubert Itandje che appartiene al team Konyaspor e Guy Roland N’Dy Assembé estremo difensore del Guingamp, entrambi non vantano molta esperienza.

    Al centro della difesa ci sarà Nicolas Alexis Julio N’Koulou N’Doubena, difensore dell’ Olympique Marsiglia, e il centrale del Galatasaray Aurélien Bayard Chedjou Fongang. Uno tra Benoît Assou-Ekott, e Henri Bedimo Nsame ricoprirà il ruolo di terzino sinistro mentre a destra ci sarà, l’esterno del Granada, Allan Nyom.

    Il centrocampo è composto da giocatori molto bravi dal punto di vista difensivo come Alex Song,  Stéphane M’Bia Etoundi e Jean Makoun.

    In attacco c’è la stella della nazionale Samuel Eto’o il quale non ha bisogno di presentazione 55 gol in 116 presenze; quattro palloni d’oro africani e record di gol, 18, messi a segno in Coppa d’Africa. Da osservare il ventiduenne Vincent Aboubakar reduce da un ottima stagione con il Lorient: 16 gol in 33 presenze.

    Ecco i convocati del C.T. Finke:

    Portieri: Charles Itandje (Konyaspor/TUR), Ndy Assembe (Guingamp/FRA), Sammy Ndjock (Fetihespor/TUR), Loic Feudjou (Coton Sport)

    Difensori: Allan Nyom (Granada/ESP), Dany Nounkeu (Besiktas/TUR), Cedric Djeugoue (Coton Sport), Aurelien Chedjou (Galatasaray/TUR), Nicolas Nkoulou (Marseille/FRA), Armel Kana-Biyik (Rennes/FRA), Henri Bedimo (Lyon/FRA), Benoit Assou-Ekotto (QPR/ENG), Gaetang Bong (Olympiakos/GRE)

    Centrocampisti: Eyong Enoh (Antalyaspor/TUR), Jean II Makoun (Rennes/FRA), Joel Matip (Schalke 04/GER), Stephane Mbia (Sevilla/ESP), Landry Nguemo (Bordeaux/FRA), Alexandre Song (Barcelona/ESP), Cedric Loe (Osasuna/ESP), Edgar Sally (Lens/FRA)

    Attaccanti: Samuel Eto’o (Chelsea/ENG), Eric Choupo Moting (Mainz/GER), Benjamin Moukandjo (Nancy/FRA), Vincent Aboubakar (Lorient/FRA), Achille Webo (Fenerbahce/TUR), Mohamadou Idrissou (Kaiserslautern/GER), Fabrice Olinga (Zulte-Waregem/BEL)

    Tutti i gironi di Brasile 2014:

    Girone A
    Girone B
    Girone C
    Girone D
    Girone E
    Girone F
    Girone G
    Girone H

  • Dani Alves crea una moda, il banana-selfie impazza sul web

    Dani Alves crea una moda, il banana-selfie impazza sul web

    Tutto è iniziato col gesto di Dani Alves che due giorni fa, ricevendo una banana dal pubblico del Villareal, non solo non ha reagito male, ma ha preso il frutto, lo ha sbucciato e se l’è mangiato. Poi, ha continuato come se non fosse successo niente. Il terzino brasiliano ha detto che “Spero che tutto questo clamore, iniziato con un gesto spontaneo, dia dei risultati, ma non voglio passare per vittima. – poi però ci è andato giù pesante con il tifoso – sono in Spagna da 11 anni e queste cose accadono da quando io sono qui. Ma penso che bisogna ridere di questi ritardati mentali. Non so chi l’abbia tirata, ma devo ringraziarlo perché mi ha dato l’energia per fare poi due cross che ci hanno fruttato altrettante reti’’Successivamente sui social network ha diffuso il video di se stesso mentre mangia la banana in campo e ha commentato così: “In fondo quel tifoso mi ha aiutato: ricordo che quando ho cominciato a giocare mio padre mi diceva sempre di mangiare banane perché così avrei evitato i crampi. Come hanno fatto a indovinarlo?”  Tifoso che, nel frattempo, è stato interdetto a vita.

    Dani Alves che mangia la banana
    Dani Alves che mangia la banana

    E allora per solidarietà il suo compagno di squadra Neymar ha pubblicato una foto in cui mangiava una banana. Secondo la Gazzetta dello Sport è possibile che quello successo al Madrigal fosse stata la scusa perfetta per promuovere una campagna pubblicitaria. E infatti in meno di 24 ore era già possibile acquistare sul web al prezzo di circa 25 euro una maglietta con lo slogan #SomosTodosMacacos. E allora tutto ciò mette in dubbio le possibili buone intenzioni che poteva avere l’attaccante brasiliano, tanto da far sorgere il dubbio che l’attaccante sia davvero solidale nei confronti di Dani Alves. La foto e il video del fuoriclasse brasiliano che impugna una banana insieme al figlio sarebbero stati realizzati due settimane fa: era stato escogitato insieme a Neymar un modo per dare risalto alla lotta contro il razzismo, convinti che la sua immagine avrebbe aiutato a diffondere il messaggio su scala globale. Nel frattempo piovono critiche e insulti dal popolo del web, che ha subito lanciato un nuovo slogan con l’hashtag #NaoSomosTodosOtarios (non siamo tutti oche). 

    Ma comunque il “banana-selfie” di Neymar ha fatto nascere una nuova moda: saranno più di duecento le foto di vip con una banana. Da Aguero alla calciatrice brasiliana Marta, da David Luiz Lewandowski Aubameyang, da Balotelli a Shaqiri, Mertens, a Lucas, ad Abidal, a Julio Baptista, Sagna, Hulk, Song, Suarez Coutinho, dal Latina al Panathinaikos allo staff di Mediaset Premium, da Giovinco, Asamoah, Pogba Osvaldo Paulinho, Kaboul, Kapoue Adebayor fino a Prandelli Renzi. La lista è infinita e in più anche la pagina della Serie A ha pubblicato un album fotografico con le foto dei tifosi a che si fanno un banana-selfie.

  • Champions League: Barcellona e Psg, raggiungono Atletico e Bayern nei quarti

    Champions League: Barcellona e Psg, raggiungono Atletico e Bayern nei quarti

    Barcellona e Psg, nelle gare casalinghe, vincono entrambe per 2-1 bissando così i successi ottenuti in trasferta nelle gare di andata degli ottavi di finale di Champions League e volando ai quarti di finale della massima competizione europea per club. (altro…)

  • Adidas lancia Collezione di scarpe Samba per Brasile 2014

    Adidas lancia Collezione di scarpe Samba per Brasile 2014

    I Mondiali di calcio si sa, sono l’evento più atteso di tutti gli appassionati di calcio e non solo. Per prepararsi al meglio ad accogliere Brasile 2014 Adidas ha lanciato una collezione di scarpe proprio ispirate alla Nazione Carioca che ospiterà il grande evento. Si chiama collezione Samba e, in questo lancio,  Adidas ha per la prima volta presentato contemporaneamente una nuova scarpa per ognuno dei 4 modelli che ha in collezione: adizero™ f50, predator®, nitrocharge™ e 11pro. Le 4 scarpe, che formano la collezione Samba, hanno identità e tecnologie differenti e sono state disegnate con colorazioni molto vivaci per ispirare i calciatori delle nuove generazioni.

    Il lancio di Samba Collection segna anche l’inizio della campagna adidas “All in or Nothing” dedicata alla Coppa del Mondo FIFA Brasile 2014™. Per il lancio della campagna sono stati chiamati alcuni dei giocatori più rappresentativi del calcio mondiale, da Leo Messi, Oscar, Dani Alves e Mesut Ozil.

    Adidas - Samba Collection ispirata a Brasile 2014
    Adidas – Samba Collection ispirata a Brasile 2014

    Antoine Hadjimanolis, Global Senior Product Manager, adidas Football ha detto: “Per la Collezione Samba abbiamo preso ispirazione dal Brasile. Il pacchetto è pieno di colore ed energia proprio come il Brasile! Dalle spiagge di Bahia al carnevale di Rio, le nostre scarpe utilizzeranno toni e colori mai visti su una scarpa da calcio.”

    Nitrocharge™ è la scarpa indossata fra gli altri da Dani Alves, Ezequiel Lavezzi e Daniele De Rossi. Per l’occasione è stata pensata in un nuovo colore Lime e pensata per il gioatore che corre per tutta la partita, realizza il maggior numero di Tackle. Grazie alla tecnologia ENERGYSLING™ un inserto elastico che avvolge l’avampiede per supportare la scarpa durante i movimenti laterali e i cambi di direzione più estremi, ed ENERGYPULSE™ elemento elastico posizionato nella suola che garantisce un ritorno di energia incredibile ad ogni sprint, la nitrocharge™ consente al motore della squadra di rinnovare il modo di giocare.

    Adizero™ f50 indossata da Leo Messi, Lucas Moura, Edinson Cavani, Gareth Bale e Giuseppe Rossi, scarpa per consentire ai giocatori di essere più veloci. SPEEDTRAXION è la nuova configurazione dei tacchetti che permette di avere massima accelerazione e repentini cambi di direzione. Grazie a SPEEDFOIL il materiale che unise leggerezza, morbidezza e durata il comfort nella zona del tallone è assicurato.

    Predator® Lethal Zones, scarpa di colore rosa indossata da Oscar, Xavi, Mesut Ozil, Fernando Torres e Riccardo Montolivo è progettata con cinque distinte Lethal Zones che aiutano per: controllo di palla, tocco, precisione e potenza, è una scarpa che aiuta a dominare ogni aspetto del gioco.

    Infine la Samba 11pro, realizzata in un viola acceso, e indossata da Philipp Lahm, Hernanes, Frank Lampard e Mattia De Sciglio. La pelle Taurus ultraleggera e ultra morbida che garantisce comfort e un controllo di palla ottimale. E’ pensata per il giocatore completo.

    La Collezione Samba Collection viene lanciata oggi con un video di ispirazione brasiliana che coinvolge alcuni dei giocatori che indosseranno le scarpe. Il video contiene una traccia musicale completamente nuova intitolata “BOTA”, realizzata da Buraka Som Sistema, in collaborazione con l’MC brasiliano Karol Conka (cult.cartel)

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  • Barcellona – Milan 3-1, doppio Messi. Calvario Pato

    Barcellona – Milan 3-1, doppio Messi. Calvario Pato

    L’Italia saluta la Champions League. Al Camp Nou Barcellona Milan finisce 3-1 per i padroni di casa, che si illudono alla mezzora del primo tempo con il gol di Nocerino che aveva riportato momentaneamente in parità l’incontro sbloccato al 10′ minuto dal rigore di Messi. Il dominio dei blaugrana è però schiacciante e al 41′ il secondo penalty della serata consente agli uomini di Guardiola di mettere una seria ipoteca per la qualificazione alla semifinale. Nella ripresa arriva anche il terzo gol ad opera del centrocampista Iniesta. Per i rossoneri una notte da dimenticare, resa ancora più drammatica per l’infortunio muscolare di Pato, uscito quasi subito dopo il suo ingresso a metà della seconda frazione di gioco. Il Barca è meritatamente per il quinto anno consecutivo in semifinale di Champions.

    PRIMO TEMPO – Porqué? Manca soltanto Mourinho nel primo tempo del Camp Nou. Due rigori per il Barcellona, nati entrambi da regali dei difensori del Milan. Prima è Mexes a perdere il pallone a centrocampo su pressione di Messi che si invola indisturbato verso l’area rossonera. E’ poi Antonini ad atterrare la Pulce, non lasciando altra scelta all’arbitro Kuipiers che fischiare il penalty in favore dei padroni di casa. L’argentino è implacabile, il Barcellona è già avanti per 1-0 al 10′ minuto. I catalani sembrano controllare agevolmente la partita, ma commettono l’errore di far rientrare in gara la squadra di Allegri. Alla mezzora infatti, dopo un contropiede fulmineo, il Diavolo trova la rete dell’1-1. Ibrahimovic pesca con un delizioso assist l’inserimento di Nocerino che di destro insacca alle spalle di Victor Valdes. La gioia dei quattromila tifosi rossoneri però dura poco perché al 41′ minuto il Barca si riporta in vantaggio grazie al secondo rigore della serata. Nell’occasione il direttore di gara olandese appare troppo fiscale, giudicando da penalty la trattenuta di Nesta ai danni di Busquets. Gli uomini di Guardiola chiudono il primo tempo avanti 2-1. La quinta semifinale di Champions negli ultimi cinque anni è più vicina. Messi con i suoi 14 gol in Europa appare irraggiungibile.

    lionel messi | © LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Il Barcellona continua a dominare l’incontro, sebbene non sia in giornata di grazia. Per questo Milan però può bastare così. Passano otto minuti e i blaugrana si portano sul 3-1, grazie al gol di Iniesta che si avventa su un rimpallo dopo la conclusione di Messi e infila senza problemi Abbiati. A questo punto è abbastanza inspiegabile la scelta tattica di Allegri nel far entrare Aquilani al posto di Seedorf, rinunciando ad inserire una punta in più fino al 70′, quando Pato subentra a Boateng. Il Milan prova a sbilanciarsi ulteriormente, ma la forza sembra abbandonare il Milan. La disfatta rossonera è completa con l’uscita del Papero dopo appena dieci minuti il suo ingresso in campo. Ennesimo infortunio muscolare per il brasiliano, tutto inutile quindi il viaggio negli Usa e quello che era stato salutato come un miracolo all’interno dell’ambiente del Milan. Nel finale il Barca potrebbe allungare ancora il divario con il neo entrato Adriano, che grazia Abbiati. Finisce con i 90 mila del Camp Nou in festa, la trasferta spagnola del Milan si rivela un flop senza attenuanti.