Mandata in archivio la parentesi delle coppe europee, con il bottino pieno di cinque squadre su cinque qualificate dopo la fase a gironi, ecco che si torna in campo nel weekend per le sfide valevoli per la 16° Giornata della Serie A 2015/16.
Il turno si disputerà sui tre giorni, da sabato a lunedì. Questa settimana si partirà con la sfida di sabato alle 15 a Marassi, tra un Genoa alla ricerca di punti ed un Bologna decisamente in gran salute. Alle 18 ci saranno due incontri, la delicatissima sfida tra Palermo e Frosinone ed un match che promette spettacolo come Sassuolo-Torino. Il sabato calcistico di Serie A sarà chiuso dalla trasferta della capolista Inter in casa dell’Udinese. La domenica non prevederà il lunch match ed alle 15 ci saranno solo 3 gare: Chievo-Atalanta, Empoli-Carpi e Milan-Verona. Alle 18 il primo dei due big match di giornata ovvero Napoli-Roma, piatto succulento di un menù che vedrà poi alle 20.45 sfidarsi allo Juventus Stadium la Juventus e la Fiorentina. Il turno sarà poi chiuso lunedì sera dal posticipo Lazio-Sampdoria.
Avete già pensato a chi poter inserire in questo turno nella vostra squadra al Fantacalcio?Meglio puntare su quel centravanti che magari fa doppietta o su quel difensore abile sui calci piazzati che può regalare un +3 che fa sempre comodo? Per venirvi incontro, come consueto appuntamento settimanale, ecco la nostra rubrica Consigli Fantacalcio per cercare di darvi un aiuto nello sciogliere i dubbi di formazione.
CONSIGLI FANTACALCIO PER LA 16° GIORNATA SERIE A 2015/16
Conclusasi la parentesi della tre giorni europea, si torna in campo per la 7° giornata della Serie A 2015/16.
Il turno di disputerà sui consueti due giorni, sabato e domenica, anche perchè poi ci saranno le partenze dei calciatori per le gare con le proprie nazionali, e sarà aperto dall’anticipo del sabato delle 18 con la prima del Carpi del post Castori, contro il sempre più sorprendente Torino. Alle 20.45 ci sarà il derby di Verona tra Hellas e Chievo. Il Lunch Match della domenica sarà un interessante Empoli-Sassuolo. Alle 15 si giocheranno solo 3 gare ma tutte con spunti degni di nota. La Roma andrà a Palermo per cancellare la brutta sconfitta europea ma dovrà fare i conti con i rosanero che non possono più sbagliare. Trasferta difficile a Genova per l’Inter, caduta pesantemente nel 6° turno, contro la Sampdoria vogliosa di ripartire dopo il Ko di Bergamo. L’Udinese, in casa contro il Genoa, cercherà di sfatare il tabù Friuli. Alle 18 altre due gare, la Juventus vorrà trascinare l’ottimo momento europeo anche sul campionato, per farlo dovrà battere il Bologna. La Lazio invece giocherà il derby laziale contro il Frosinone. Il turno sarà concluso dai due posticipi delle 20.45 la sfida tra Fiorentina ed Atalanta ed il big match di San Siro tra Milan e Napoli.
Avete già pensato a chi poter inserire in questo turno nella vostra squadra al Fantacalcio? Meglio puntare su quel centravanti che magari fa doppietta o su quel difensore abile sui calci piazzati che può regalare un +3 che fa sempre comodo? Per venirvi incontro, come consueto appuntamento settimanale, ecco la nostra rubrica Consigli Fantacalcio per cercare di darvi un aiuto nello sciogliere i dubbi di formazione.
CONSIGLI FANTACALCIO PER LA 7° GIORNATA SERIE A 2015/16
Campionato, quanto c’eri mancato. Riprende la routine, iniziano i primi rumors, iniziano a essere dati i primi giudizi. Alcune delusioni, diverse sorprese, scoperte di nuovi talenti che si sono presentati al meglio in questa nuova serie A, laddove altri giocatori più blasonati non hanno ripagato le aspettative.
Ecco che quindi vogliamo, alla luce di questa prima giornata, mettere a nudo le note positive e quelle stonate di un campionato che si preannuncia essere molto livellato, con diverse squadre che si sono rinforzate e altre destinate a recitare il ruolo di outsider.
I battenti sono stati aperti dalla Roma nell’anticipo delle 18 in programma sabato. Curiosità nel vedere la principale rivale, o etichettata come tale alla vigilia, della “Vecchia Signora”. Un mercato scoppiettante, con il popolo di Roma galvanizzato dagli arrivi di Dzeko e Salah. Un’annata dove è vietato fallire, si saranno detti tutti nell’ambiente, il gap ridotto e la necessità di fare quel salto di qualità dopo due anni consecutivi di secondi posti.
Parte con il freno a mano tirato la Roma di Rudi Garcia, qualche scricchiolio dietro e un terzino sinistro che dovrà arrivare prima del 31 agosto. Poco ha cambiato l’HellasVerona di Andrea Mandorlini, formazione arcigna e ostica che ha aggiunto Giampaolo Pazzini a uno scacchiere già di tutto rispetto. Bosko Jankovic quando vede giallorosso si scatena e la Roma fatica. A evitare una pesante sconfitta ci pensa il “tuttofare” AndreaFlorenzi. Nulla di nuovo, autore sempre di gol pesanti, nessun nome nuovo quindi a referto, i grandi attesi hanno steccato, almeno per ora.
L’altra laziale invece nella partita della sera può sorridere e con essa i nuovi. Il risultato sta stretto ai biancocelesti di mister Pioli. Quante palle gol create contro il neopromosso Bologna. L’infortunio di Biglia rappresenta una grossa perdita, quella del metronomo in grado anche di segnare. In cabina di regia ora Cataldi non dovrà farlo rimpiangere. E’ tornato capitan Mauri, mentre non ci si poteva aspettare debutto migliore da Ricardo Kishna, classe ’95, talento e classe allo stato puro. La baby coppia formata dall’ex giocatore dell’Ajax e da Keita, quarant’anni in due, si prende subito l’Olimpico, una Lazio che darà del filo da torcere a tante formazioni. Il Bologna non può certo esser soddisfatto, non era certo la gara da vincere e Delio Rossi, ex di turno, lo sa. Qualcosa dovrà cambiare, nell’atteggiamento, la serie A è un’altra cosa.
La delusione più grossa è arrivata nella giornata di ieri, dove la Juventus Campione d’Italia, finalista della scorsa Coppa dei Campioni e vincitrice della Super Coppa Italiana, ha steccato come non avveniva ormai da anni. In casa, davanti al proprio pubblico, i bianconeri partono con la giusta aggressività ma le perdite di Pirlo in cabina di regia, sostituito da Padoin, duttile ma non certo dal piede vellutato, di Vidal e soprattutto di Carlos Tevez si sono fatte sentire. Aggiungendo le assenze di Marchisio, fondamentale nello scacchiere di Allegri, e Khedira. Non un alibi, visto che sono arrivati giocatori di blasone come Mario Mandzukic e Paulo Dybala, cui il tecnico ha preferito però dall’inizio Coman, intraprendente ma ancora acerbo.
Paul Pogba | Foto Twitter
Paul Pogba, nuovo 10 atipico è la delusione di giornata, viste le aspettative che tutti riponevano su di lui, come ha dimostrato il pubblico dello Juventus Stadium che, spazientito da alcune giocate di “ folklore ” ha rumoreggiato. Per chi è abituato a vincere, e a farlo sempre, perdere alla prima non è mai bello, contando che la prossima con la Roma sarà un importantissimo banco di prova. Non la solita Juventus schiacciasassi, inerme anche dopo la rete dello svantaggio subito, poco cattiva e cinica. Di fronte a un’Udinese che ha fatto invece tutto quello che doveva fare, dietro Heurtaux e Danilo hanno eretto una vera e propria diga, bene a tratti il terzino sinistro Ali Adnan, primo iracheno a calcare la nostra serie A, non certo impaurito all’esordio. Una sorpresa quella di Iturra, che si è francobollato a tutti, ostacolando l’inizio della manovra juventina. Il centrocampista ex Granada ha corso per due lì in mezzo al campo dimostrando che la famiglia Pozzo si muove sempre bene sul mercato. Il “ vecchietto ” Di Natale è ancora lì a dare consigli e urla ai compagni, Thereau è il risolutore, ma il migliore è stato Bruno Fernandes nella sua nuova posizione di mezz’ala, un salvataggio incredibile, tanti palloni recuperati e spirito di sacrificio.
Passiamo ora alle milanesi, che si sono rinforzate sul mercato, e in questi ultimi giorni piazzeranno altri colpi. Due estati diverse, il Milan con una nuova mentalità infusa dal sergente serbo Mihajlovic, sembrava già avere idee ben chiare, solidità difensiva e il cinismo davanti di CarlosBacca, uno che ha sempre segnato. L’Inter invece veniva da prestazioni deludenti contro formazioni di caratura mondiale, cambiata sia nella retroguardia che a centrocampo, con l’arrivo di Kondogbia pagato fior fior di quattrini e la partenza di Kovacic direzione Real Madrid.
Di fronte la Fiorentina, già in forma e rodata nei meccanismi disegnati da Paulo Sousa, l’ex Basilea, arrivato tra le polemiche a Firenze per un passato trascorso con la maglia della Juventus. Una squadra che gioca bene, manovra fluida, un 3 – 4 – 1 – 2 che alterna possesso palla a giocate in velocità, il tutto condito da un’aggressività in fase di non possesso per recuperare subito la sfera. Tanto equilibrio, finché Rodrigo Ely, che Sinisa Mihajlovic ha deciso di schierare al fianco di Romagnoli in una retroguardia italiana e giovane, con De Sciglio e Antonelli a completare il reparto, non viene espulso per doppia ammonizione. La perla di giornata è quella di Marcos Alonso, che mette all’incrocio con il mancino direttamente su calcio di punizione emulando proprio il tecnico rossonero, ex specialista nelle soluzioni da fermo. Gara in salita per i rossoneri, cambia l’inerzia e nel secondo tempo anche Romagnoli, l’ultimo arrivato, si lascia andare a un fallo ingenuo che causa il rigore. Ilicic firma il raddoppio, delusione per il Diavolo, da cui ci si aspettava di più, ma è presto per parlare. Può sorridere Paulo Sousa che forse forse sta entrando nel cuore dei tifosi, mentre Mihajlovic aspetta Balotelli, sperando di poterlo far rinascere.
Se una parte di Milano se ne torna a casa con una sconfitta, l’altra, quella nerazzurra si gode una vittoria a San Siro raggiunta nella cosiddetta “zona Cesarini” ma quanta fatica contro l’Atalanta che si chiude e a volte riparte. Reja l’ha impostata così ma Mancini può godersi finalmente una coppia difensiva di tutto rispetto, con Miranda e Murillo che non soffrono mai, o quasi, dietro, mentre Juan Jesus a sinistra, aspettando i rinforzi su quella fascia. Kondogbia, che aveva lasciato perplessi nella tournée estiva, dimostra di essere un buon acquisto, giovane e che potrà ancora crescere. Gnoukouri sbaglia troppo, ma se Icardi esce per infortunio, Mancini trova il man of the match in Stevan Jovetic. Il montenegrino fa le prove e scarica un destro potente che sfiora la traversa poi nel recupero con un tiro a giro fa esplodere San Siro. Perde Icardi Mancini, fermato da un dolore alla coscia, ma il mercato forse gli porterà un altro attaccante, o forse due, chissà. L’Atalanta ha giocato con aggressività, pagata a caro prezzo nel caso dell’espulsione per doppia ammonizione di Carmona. Sfortunata con la perdita di Denis nei primi minuti ha fatto poco per impensierire la retroguardia interista. Nessun tiro in porta, un pareggio sarebbe stato tanta manna, ma le partite da non sbagliare saranno altre.
Jovetic salva l’Inter allo scadere
Chi ha cambiato molto, a partire dalla guida tecnica, era il Napoli, con il “ maestro ” Sarri pronto a confrontarsi con una piazza storicamente difficile per qualsiasi allenatore. Un nuovo volto per gli azzurri, automatismi da collaudare. Già il tecnico toscano aveva avvertito che il Sassuolo sarebbe stato l’avversario più duro da incontrare. Previsioni che si trasformano in realtà, anche se Hamsik dopo pochi minuti aveva fatto pensare a una gara incanalata su certi binari. I neroverdi di Di Franscesco hanno cambiato poco e si vede, schemi fatti a memoria quasi e dopo il gol del “ napoletano doc ” Floro Flores arriva anche il gol della vittoria, nel secondo tempo, firmata Sansone. Sconfitta all’esordio per questo Napoli, tanto ancora da lavorare, ma è presto per giudicare, siamo solo all’inizio.
Chi ben inizia è a metà dell’opera, vincere all’esordio contro una formazione candidata alle prime posizioni non è da tutti. Una sorpresa ma non troppo questo Sassuolo, perché che gli emiliani giocassero un calcio sempre propositivo era cosa nota, che potessero imbrigliare l’attacco partenopeo invece è una nota da segnalare. Bravo Di Francesco e campionato che si appresta a riservare sorprese giornata dopo giornata.
Passiamo ora alle genovesi, Sampdoria e Genoa, che hanno cambiato tanto.
Contro il Carpi neopromosso hanno vita facile gli uomini di WalterZenga che all’esordio in campionato non vogliono ripetere gli errori fatti alla prima nel preliminare di Europa League. La squadra di Castori paga la storica prima gara in serie A, forse l’emozione ha influito, morale della favola Samp che annichilisce gli ospiti mettendo in mostra tanta fantasia. Muriel ed Eder seminano il panico e regalano subito giocate e gol, aspettando un Cassano tirato a lucido. Fernando è autore di una punizione magistrale, mentre il Carpi si consola con Lazzari e Matos, con l’ex Fiorentina tra i più positivi già nel pre campionato. Manita per i blucerchiati, rimandati visto che con tutto rispetto l’avversario non ha certo creato particolari problemi. Da rivedere il calo di concentrazione nel secondo tempo dove la Sampdoria si è come accontentata, ma il Carpi dovrà cercare di compattarsi dietro, con la prova di Brkic insufficiente, colpevole in almeno due reti, dove poteva fare sicuramente di più.
Il Genoa è la squadra che ha mostrato forse il miglior calcio nella passata stagione. Gli uomini di Gian PieroGasperini avevano guadagnato il quinto posto ma la Giustizia Sportiva aveva tolto loro la possibilità di conquistare un pass per l’Europa. Buonissima prova per venti minuti dove gli ospiti sarebbero potuti passare in vantaggio almeno due volte con Goran Pandev, ipnotizzato da Sorrentino. Pagano le tante assenze i rossoblù ma il Palermo di Iachini aveva a sua volta visto scappare via con il mercato Dybala e da ultimo il “ gallo ” Belotti. Occasioni da una parte e dall’altra, una traversa colpita da Rigoni, centrocampista goleador, ma la gara si sblocca nel finale, in pieno recupero, a beneficiarne sono i rosanero.
Un nome nuovo, El Kaoutari, che non possa rivelarsi a sorpresa il nuovo colpo, d’altronde i vari Cavani, Dybala, all’inizio erano solo delle scommesse, è lui l’autore del gol che regala i primi tre punti al Pelermo.
Il Genoa può godersi Ntcham, tra i più positivi, mentre gli esterni devono ancora migliorare l’intesa. Esordio amaro per Diego Capel, messo in campo e sostituito dopo pochi minuti, non ottimali le sue condizioni fisiche
Veniamo poi all’Empoli, Saponara, sempre lui, porta in vantaggio i toscani allenati da Giampaolo ma il Chievo dimostra di essere una squadra che sa soffrire e colpire poi al momento giusto, con giocatori ormai di categoria ed esperti quindi.
Tre reti segnate dai clivensi, squadra di Maran che difficilmente stecca contro formazioni di pari livello e questo è diventato un “credo” grazie al quale i gialloblu riescono ogni anno a raggiungere la salvezza.
Sarri si è portato con sé Hysaj e Valdifiori, due pedine importanti, sarà un’annata difficile, assimilare la partenza di un tecnico che ha fatto tanto non sarà semplice ma quello che ha lasciato l’ormai nuovo allenatore del Napoli fa sperare.
L’altra neopromossa era il Frosinone che al Matusa negli ultimi anni non aveva quasi mai perso. Prima in A per i ciociari, Soddimo entra nella storia siglando il primo gol per gli uomini di Stellone nella massima serie. Il Torino ha cambiato molto, quasi tutto, sono arrivati Zappacosta, Baselli, Acquah e Belotti, ma il vero maestro è il tecnico Ventura, capace sempre di far giocare bene le sue formazioni.
A sorpresa in svantaggio ha prima pareggiato i conti con il sempreverde FabioQuagliarella, per poi trovare il gol che ha portato i primi tre punti in casa granata con il nuovo acquisto, l’ex atalantino Baselli, che si è già messo in cabina di regia facendo sognare i tifosi del Toro.
Tra ritorni a sorpresa, quello di Jovetic in primis, scoperte eccellenti come quella di Kishna ed El Kaoutari, che si sono fatti conoscere segnando al debutto, altri giovani interessanti, è tornata la serie A. Aspettando gli ultimi botti dal mercato.
Con parecchia fatica il Napoli riesce ad imporsi, ai calci di rigore, contro un Udinese coriacea, andata avanti al 58° con Thereau, rimontata da un rigore di Jorginho, rimasta in 10 dal 69° per il rosso a Widmer e che è stata capace nei supplementari di rimontare il 2-1 siglato da Hamsik.
Dal dischetto decisiva la parata di Andujar sull’ultimo rigore bianconero di Allan e la susseguente trasformazione di Higuain. Stramaccioni però ha di che essere contento perchè i suoi hanno dato tutto.
Il Napoli ha dimostrato alcune incertezze, specie nella fase difensiva, già viste in questa stagione e che Benitez dovrà cercare di eliminare per cercare di raggiungere gli obiettivi che si sono posti i partenopei.
Veniamo al racconto della gara.
I due tecnici fanno turnover, Benitez non rinuncia a Britos, Gargano ed Hamsik ma dà un turno di riposo, almeno inizialmente, ad Higuain e Callejon.
Stramaccioni decide di affidarsi a Thereau unica punta e lancia dal primo minuto i giovani Scuffet, Hallberg e Jaadi.
Si parte ed il Napoli dopo 3 minuti ha già la grossa chance di trovare il vantaggio, Gabriel Silva commette fallo da rigore su Zapata, dal dischetto va Mertens che però fallisce la trasformazione colpendo la traversa. L’Udinese non sta a guardare e al 8° un diagonale di Thereau spaventa la difesa azzurra. Subito dopo risponde di testa Gabbiadini ma Scuffet è pronto e mette in corner. I padroni di casa provano a fare la gara cercando di chiudere in difesa i bianconeri ma la retroguardia ospite tiene. Retto il colpo, intorno alla mezz’ora, l’Udinese inizia a crescere e ad impensierire il Napoli. Al 35° tornano a farsi vedere i partenopei con una conclusione di Gargano che, dopo una deviazione, si stampa sul palo. A parte qualche accelerazione di Mertens non accade altro, si va al riposo sullo 0-0.
Si riparte senza sostituzioni per i secondi 45 minuti. La prima occasione capita all’Udinese ma Andujar è bravo a respingere il tiro di Bruno Fernandes. Il Napoli prova a riprendere in mano il pallino del gioco e va al tiro con Hamsik al 52°, risponde sicuro Scuffet. La difesa di Benitez è distratta e al 55° si fa sorprendere da Thereau, Andujar è costretto all’uscita tempestiva dall’area per anticipare il francese. Al 58° però il contropiede bianconero è vincente con Jaadi che ruba palla e si lancia in profondità prima di servire Thereau che davanti al portiere del Napoli non fallisce. Gli azzurri sono costretti a spingere ma l’Udinese in ripartenza sa far paura. Al 64° Zapata riesce a conquistarsi un altro calcio di rigore, stavolta va Jorginho che non sbaglia e trova la parità. Al 68° altra decisione di Orsato che potrebbe dare una svolta alla gara, Widmer commette fallo e prende il secondo giallo, lasciando i suoi in 10. Ovviamente il Napoli cerca di sfruttare la situazione e a schiacciare i bianconeri nella propria trequarti. L’Udinese soffre, si chiude e quando può tenta la ripartenza e a 5 minuti dal 90° Bruno Fernandes con un bel tiro costringe Andujar al salvataggio in corner. A parte una conclusione insidiosa di De Guzman non accade altro, dopo 3 minuti di recupero Orsato fischia la fine, si va ai supplementari.
Inizia il primo tempo supplementare e l’Udinese ha subito la chance di passare in vantaggio, Andujar salva su Aguirre, la palla rimbalza sull’attaccante dell’Udinese e rotola verso la porta ma Mesto salva quasi sulla linea. E’ una buona Udinese nei primi minuti, ci prova anche Kone ma Andujar è attento. Al 99° però è Hamsik ad inventarsi un gran gol con un tiro dal limite che non lascia scampo a Scuffet. I bianconeri però sembrano non morire mai e al 104° la bestia nera del Napoli Kone, trova la conclusione al volo che batte Andujar. Il primo tempo supplementare si chiude sul 2-2.
Cambio di campo e si riparte con il Napoli che si getta in avanti e con l’Udinese costretta sulla difensiva. Benitez, vuole vincerla prima dei rigori e decide di giocarsi la carta Higuain che entra al 110° al posto di Zapata. Il forcing del Napoli non ha effetto, i friulani reggono e si va così ai calci di rigore.
Gonzalo Higuain autore del rigore decisivo | Foto Twitter
Dal dischetto i primi 8 rigoristi sono praticamente perfetti. L’ultimo rigore dell’Udinese tocca ad Allan ma Andujar neutralizza la conclusione del brasiliano. Higuain si presenta con il matchpoint sui piedi e non fallisce il Napoli passa il turno e affronterà l’Inter nei quarti.
NAPOLI – UDINESE 7-6 (2-2 d.t.s)(58° Thereau (U), 64° rig. Jorginho (N), 99° Hamsik (N), 104° Kone (U))
Napoli (4-2-3-1): Andujar; Mesto, Henrique, Britos, Strinic; Gargano (72° De Guzman), Jorginho; Gabbiadini (83° Callejon), Hamsik, Mertens; Zapata (110° Higuain).
I posticipi della 5° giornata di Serie A sono stati ricchi di gol ed emozioni ed hanno visto l’Udinese, guidata dall’inossidabile Totò Di Natale, imporsi per 4-2 su un coriaceo Parma e la Lazio, trascinata da una super tripletta di Djordjevic, espugnare con un netto 4-0 il campo del Palermo.
Veniamo al racconto delle due gare partendo, in ordine cronologico da quella disputatasi alle 19 allo stadio Friuli.
Antonio Di Natale
L’Udinese si presentava alla sfida con 9 punti conquistati e con la concreta possibilità di riprendersi il 3° posto. Stramaccioni schiera ancora la difesa a 4 con in avanti Di Natale appoggiato da Koné e Thereau. Il Parma invece veniva messo in campo da Donadoni con un 4-3-3 con Mauri, Acquah e Jorquera a metà campo con un trio d’attacco formato da Coda, Cassano e De Ceglie.
I primi 20 minuti della gara sono privi di emozioni e con la palla che staziona principalmente a metà campo. Poi al 22° il match esplode con Mauri che, imbeccato da Cassano, controlla e batte Karnezis per il suo primo gol in Serie A ed il vantaggio ospite. Neanche il tempo di gioire che al 28° Badu fa la sponda giusta per Di Natale che solo in mezzo all’area colpisce al volo e pareggia. Karnezis sfodera un paio di super interventi e al 45° Di Natale concede il bis: cross basso di Widmer, velo di Thereau e Totò non perdona Mirante. Al riposo però non si va sul vantaggio dei friulani perchè al 3° minuto di recupero Mauri si inserisce in area e subisce il fallo di Widmer, è rigore! Cassano trasforma con un cucchiaio che tocca sotto la traversa ed entra.
Nella ripresa al 57° Herteaux, su perfetto cross di Widmer, s’inventa una rovesciata fantastica che non lascia scampo a Mirante per il 3-2 Udinese. Al 78° la gara del Parma si complica ulteriormente con Acquah che prende il secondo giallo e lascia i suoi in 10. Al minuto 83° arriva il colpo del definitivo K.o. con Thereau che ruba palla a Lucarelli, entra in area e piazza il colpo vincente. La gara si chiude sostanzialmente qua e al fischio finale è gioia per i ragazzi di Stramaccioni che si portano a 12 punti, al terzo posto, a -3 dal duo di testa.
Nel secondo anticipo entrambe le squadre andavano a caccia di punti. Iachini in partenza confermava il 3-4-1-2 visto con il Napoli con le eccezioni di Feddal e Lazaar dal primo minuto per Bamba e Daprelà. Pioli invece schierava i suoi con un 4-2-3-1 con Onazi e Parolo in mediana, Candreva, Mauri e Lulic sulla trequarti alle spalle di Djordjevic.
Anche a Palermo i primi minuti non sono esaltanti, all’inizio cerca di far pressione la Lazio ma i rosanero pian piano crescono e nella seconda parte del tempo creano due enormi occasioni con Vazquez, fuori di poco, e Dybala, ottima risposta di Marchetti. Quando sembra esser tutto pronto per il vantaggio del Palermo, al 45° è la Lazio a trovare il gol: cross forte e basso di Candreva, Sorrentino è superato e Djordjevic è pronto da due passi a siglare il vantaggio.
Nella ripresa è ancora il Palermo ad avere le migliori chance, Feddal ne fallisce una clamorosa. Anche Djordjevic avrebbe la palla dello 0-2 ma il suo colpo di tacco non sorprende Sorrentino. Doppietta solo rimandata perchè al 75° l’attaccante serbo è bravo con una finta a mettere a sedere il difensore avversario e a piazzare un sinistro vincente. La super serata di Djordjevic non è finita qua perchè al 83° il centravanti sfrutta un errore di Andelkovic e dopo il rimbalzo del pallone fredda Sorrentino con un diagonale da posizione angolata. Lo 0-3 sarebbe già troppo pesante per il Palermo, autore di un buonissimo primo tempo, al 92° arriva addirittura il Poker della Lazio con Parolo che aggancia in area una punizione di Ledesma, si gira e supera il portiere rosanero. La Lazio reagisce allo stop di giovedì ed è concreta, il Palermo, ora ultimo con Empoli e Sassuolo a quota 3, gioca bene, fa bel gioco ma non riesce a portar a casa nemmeno un punto.
Prosegue anche a Roma l’ottimo inizio di stagione della nuova Udinese di Andrea Stramaccioni. Ai bianconeri friulani, adesso al terzo posto solitario in classifica, è bastato un gol dell’attaccante francese Cyril Thereau per imporsi in casa della Lazio.
I biancocelesti di Pioli invece proseguono il loro momento negativo, fatto di 3 sconfitte in 4 giornate disputate. Sconfitta ancora più pesante perchè dopo la buona ma sfortunata prestazione di Genova di domenica scorsa ci si attendeva dalla Lazio la conquista dei 3 punti.
Nelle scelte iniziali Stefano Pioli è costretto a fare a meno di diversi titolari infortunati come Radu, Basta, Gentiletti e schiera la Lazio con un 4-3-3 che vede Marchetti tra i pali, Cana e Novaretti coppia centrale, Onazi-Ledesma-Parolo, in mediana con Felipe Anderson confermato nel trio d’attacco insieme a Klose e Candreva.
Stramaccioni conferma la difesa a 4 che aveva ben figurato con il Napoli con la scelta di dare un turno di riposo a Di Natale, l’attacco viene quindi guidato dal duo Thereau-Muriel.
Cyril Thereau
L’inizio è equilibrato con l’Udinese leggermente più pericolosa. I bianconeri sbloccano la situazione al 27° quando Badu serve Widmer che è bravo a piazzare il cross vincente per Thereau che si inserisce e supera Marchetti. Subito dopo il gol Stramaccioni è costretto ad effettuare un cambio con Muriel che dopo una forte botta non ce la fa e lascia il campo per l’ingresso di Bruno Fernandes con i bianconeri che si posizionano con un 4-3-2-1 con Thereau unica punta. La prima frazione di gioco non comporta altre emozioni e si chiude sul 1-0 per gli ospiti.
Nella ripresa Pioli si gioca la carta Djordjevic per Felipe Anderson e la manovra offensiva della Lazio ne trae un po’ di beneficio anche se sostanzialmente Karnezis viene impegnato solo con tiri da fuori e qualche cross buttato in mezzo. Stramaccioni dà oltre venti minuti di campo a Di Natale per un Thereau visibilmente stanco. Il tecnico della Lazio si gioca il tutto per tutto inserendo un esterno offensivo come Lulic ed un’altra punta come Keita ma nemmeno la vivacità dello spagnolo serve a modificare il risultato, l’Udinese espugna l’Olimpico e aggancia il terzo posto a nove punti, la Lazio invece rimane ferma a 3.
LAZIO – UDINESE 0-1 (0-1) (27° Thereau)
LAZIO (4-3-3): Marchetti; Konko, Novaretti, Cana, Braafheid (76° Keita); Onazi, Ledesma (59° Lulic), Parolo; Candreva, Klose, Felipe Anderson (46° Djordjevic).
Alla vigilia di Chievo-Napoli Walter Mazzarri aveva sottolineato l’importanza dell’attenzione e della concentrazione, perchè la sua squadra non mollasse psicologicamente e riuscisse a “tenere” alla pressione nervosa di un inseguimento alla Juventus capolista, in particolar modo dopo il pareggio nello scontro diretto del San Paolo. Invece, il Bentegodi si è rivelato ancora una volta la bestia nera del Napoli, che ha rimediato una sconfitta pesantissima ancor di più perchè concomitante alla vittoria della Juventus contro il Catania, con il pesantissimo gol di Giaccherini proprio al 91′. Il Napoli dal canto suo, ha provato a far gioco, a costruire occasioni, ma non ha avuto la cattiveria e la precisione giusta, confermando i segnali preoccupanti delle ultime uscite, e subendo la dura punizione da parte dei gialloblu veronesi, concreti e cinici nel realizzare ben due gol. La gara inizia così con un’occasione sfiorata già al 5′ dal Chievo, con Thereau pericolosissimo e De Sanctis attento a deviare in angolo. Al 12′ arriva, così, la rete del Chievo che cambia già da subito l’inerzia della partita, con Thereau che batte una punizione che viene ribattuta e giunge in prossimità di Dramè che dalla distanza realizza l‘1-0 con grande responsabilità di De Sanctis che appare in netto ritardo.
Il vantaggio dei padroni di casa apre gli spazi in contropiede e, così, giunge anche un pericoloso colpo di testa di Paloschi che sfiora la traversa. Al 21′ il Napoli prova a rendersi pericoloso in area di rigore con un inserimento di Cavani, ma il suo tiro è il preludio alla giornata nera che si sta configurando per lui e per la squadra. Al 38′, ci prova sempre Cavani su punizione ma Puggioni è bravo a respingere. Al 43′ del primo tempo giunge, così, il 2-0 per il Chievo, con un raddoppio che piega le velleità di riscossa della squadra: lancio di Cofie per Thereau che riesce ad agganciare e battere un indeciso De Sanctis.
Nella ripresa di Chievo-Napoli, i partenopei provano a riorganizzarsi e Mazzarri si affida a qualche cambio che possa indurre la squadra a una riscossa. La spinta offensiva degli azzurri, però, non riesce a essere concreta e al 4′ Cavani si divora una ghiotta occasione da buona posizione. Al 13′, poi, giunge un altro episodio clamoroso del match che fotografa il momento nero del Napoli: Cavani va sul dischetto del rigore, dopo aver subito fallo da parte di Dainelli, ma il suo tiro viene respinto da Puggioni. Il risultato resta così sempre sul 2-0 per il Chievo e la gara si trascina senza ulteriori risvolti, con un finale quasi beffardo per i napoletani, con gli olè dei veronesi a rintoccarne la sconfitta.
Pagelle Chievo-Napoli
De Sanctis 5 Indeciso in occasione dell’1-0 di Dramè, non impeccabile nell’occasione del raddoppio di Thereau
Cavani 4 Irriconoscibile: fallisce due buone occasioni e si fa parare un calcio di rigore ad inizio secondo tempo
Puggioni 7.5 Potrebbe esser ricordato come un alleato della Juventus nella lotta scudetto, ma lui si limita a parare (bene) il rigore di Cavani che sarebbe valso il 2-1 per i partenopei
Chievo-Napoli, tabellino:
Chievo (5-3-2): Puggioni 7.5; Frey 6, Dainelli 6, Andreolli 6.5, Cesar 6, Dramè 7 (28′ st Jokic sv); Cofie 6.5, Rigoni 6.5, Hetemaj 6.5; Thereau 6.5 (12′ st Luciano 6), Paloschi 6.5 (37′ st Pellissier sv). Allenatore: Corini Napoli (3-4-1-2): De Sanctis 5; Campagnaro 5, Rolando 5, Gamberini 5 (1′ st Dzemaili 5); Maggio 5, Behrami 5, Inler 5 (12′ st Armero 5.5), Zuniga 5 (18′ st Pandev 5.5); Hamsik 5; Insigne 5.5, Cavani 4. Allenatore: Mazzarri 5
Ne vinti ne vincitori nell’anticipo delle ore 18 della 25esima giornata di Serie A tra Chievo-Palermo. Un pareggio che non serve ai siciliani e che permette invece ai veneti di mantenere una certa distanza dalla zona retrocessione (in attesa delle sfide odierne). Per Malesani secondo pari consecutivo, dopo quello rimediato tra le mura amiche contro il Pescara, tutti scontri salvezza che non riescono a dare una scossa all’ambiente rosanero. Per i clivensi invece nessuna tensione, in un match tutto sommato equilibrato che ha visto protagonista il pubblico del Bentegodi per i continui fischi rivolti all’ex di turno, quel Stefano Sorrentino andato via a gennaio in pessimi rapporti con dirigenza e tifo veronese. I siciliani, in attesa della sfida di lunedì del Siena contro la Lazio si ritrovano al 19esimo posto.
La partita – Gara equilibrate tra due squadre che hanno preferito metterla più sull’agonismo che sul gioco, anche a causa di un campo da gioco non in brillantissime condizioni. Parte bene il Palermo con la rete di Formica, la prima da quando veste la maglia rosanera. L’argentino è bravissimo a infilare Puggioni con un perfetto tiro ad incrocio sul secondo palo. I siciliani provano a controllare la partita, senza rendersi troppo pericolosi dalle parti del portiere veronese. Il Chievo non fa meglio, tanto da lasciare inoperoso Sorrentino per i primi quarantacinque minuti di gioco.
Nel secondo tempo arriva la doccia fredda per gli ospiti con il rigore giustamente concesso dall’arbitro Tagliavento per un fallo di mano di Garcia in area di rigore siciliana. Dal dischetto il francese Thereau non sbaglia e spiazza il fischiatissimo Sorrentino che prova ad ingannare il suo ex compagno di squadra con qualche passetto sulla linea di porta. La gara scorre via sull’1-1, punteggio che può essere apprezzato dai padroni di casa, mentre per gli ospiti il cammino verso la salvezza è sempre più difficile, viste le difficoltà a ritrovare una vittoria che ormai manca da troppo tempo.
PAGELLE CHIEVO-PALERMO Formica 7: Si presenta alla sua nuova squadra con un bellissimo gol. Offre tanto movimento e buone giocate tecniche, sostituisce Miccoli, alle prese con un’influenza che non vuole lasciargli pace. Garcia 5: Gara buona sia in fase di contenimento che in quella di spinta. Peccato che rovini la sua prestazione con il fallo di mano che permette al Chievo di trovare il pareggio. Gli hanno mai insegnato di tenere le mani dietro il corpo? Acerbi 5.5: Appena una settimana fa dichiarava di aver sentito il peso della maglia del Milan in questi primi sei mesi di stagione e di sentirsi più tranquillo adesso a Verona. Probabilmente oggi in parte è rimasto a Milano, non perfetto contro un Boselli molto attivo e voglioso di sacrificarsi per la squadra. Thereau 6.5: Seppur di rigore, la sua zampata c’è sempre. Pochi gol stagionali, tanti assist e tanti movimenti giusti. Il francese crea spazi, si sacrifica, segna. Corini lo sa e lo schiera sempre titolare.
Bella risposta della Juve al Napoli che nel lunch match domenicale della 23° giornata di campionato espugna il Bentegodi battendo il Chievo per 2-1. Dunque mantiene le distanze dalla diretta avversaria al titolo e si riprende la vetta della classifica. I Bianconeri chiudono nei primi 45′ il match con le reti di Matri e di un super Lichsteiner ma a riaprire i giochi ci pensa Thereau, l’uomo più in forma della compagine di Corini.
Alessio, alla guida della squadra al posto dello qualificato Conte, costretto a rinunciare a delle pedine fondamentali come Marchisio, Bonucci e Vucinic, ritrova dal primo minuto Pirlo a fare reparto insieme a Vidal, come sempre motorino inesauribile, e Pogba. In attacco la coppia Giovinco-Matri ma il vero uomo partita è senza dubbio Lichtsteiner, autore di una prova superba con km e km macinati in campo, diversi assist all’occhiello e la firma alla seconda rete.
Per sbloccare la partita bastano 10′ quando grazie ad un assist al bacio di Vidal, Matri batte Puggioni al volo di sinistro. Pochi minuti dopo è Giovinco a provarci dalla distanza con un nulla di fatto, stessa sorte al 20’quando il suo tiro non trova la porta di poco.
La risposta del Chievo arriva qualche minuto più tardi con Paloschi che prova a sorprendere Buffon sul primo palo, ma per fare male a questa Juve ci vuole davvero di più. Juventus che è padrona del campo capace come al solito di creare tanto ma di concretizzare poco sottoporta. Al 42′ azione da manuale in contropiede per i Padroni di casa al termine di un’azione combinata tra Matri-Giovinco e Lichtsteiner con quest’ultimo che batte Puggioni dopo l’assist di tacco della Formica Atomica. Si conclude sul 2-0 il primo tempo.
La deludente la prestazione dei padroni di casa costringe Corini a rivedere il 5-3-2 trasformandolo in un 4-3-1-2. Dentro Seymour per Sampirisi e Acerbi per Cesar. Il cambiamento è evidente anche perchè l’inizio della ripresa è tutto per i gialloblu. Al 7′, complice anche una deviazione di Caceres, Thereau riapre i giochi. La Juve perde lucidà e per almeno 15′ minuti viene messa alle strette dai padroni di casa bravi a non far ripartire gli ospiti. Corini capisce il buon momento dei suoi e inserisce anche la terza punta, Pellissier. Dall’altro lato Alessio invece richiama Giovinco per l’inserimento di Quagliarella che coincide con la ripresa di fiducia della capolista. Ma questa domenica non è come le ultime trascorse, la rimonta non c’è stata e la Juventus, in vista dei prossimi importanti impegni, può mantenere i 3 punti di distacco dal Napoli.
Chievo-Juve Le Pagelle
Lichtsteiner 7,5: E’ uomo partita, la locomotiva umana corre per tre, inventa, propone dispensando assist ai suoi compagni. La bella prestazione è ripagata anche dal gol che, almeno per il primo tempo, chiude la partita.
Matri 7: Buona la prova dell’attacante che ritrova il gol con un sinistro a volo. Bravo ad imbeccare Giovinco nella costruzione di gioco che porterà al raddoppio con Lichsteiner. Anelkà è avvisato….
Giovinco 6: Avvio scoppiettante per la Formica Atomica che continua ad essere poco incisivo sottoporta. Splendido tacco a liberare il tiro di Lichtsteiner che gli vale la sufficienza della prestazione.
Thereau 6,5: Si conferma uomo più pericoloso della squadra gialloblu, segna il gol che riapre le speranze del match ma non basta.
Cesar 4,5: Prova disastrosa per il difensore clivense che viene saltato puntualmente da Lichtsteiner. Rimedia anche un’ammonizione.
Puggioni 6: Dopo la bella gara contro la Lazio il numero uno regala una buona prestazione, sempre attento nulla può sulle due reti subite.
CHIEVO-JUVE 1-2
Chievo (5-3-2): Puggioni 6; Sampirisi 5 (1′ st Seymour 5,5), Dainelli 5,5, Andreolli 6, Cesar 4,5 (1′ st Acerbi 6), Jokic 6; Hetemaj 6, L. Rigoni 6, Cofie 6 (29′ st Pellissier sv); Thereau 6,5, Paloschi 6. A disp.: Squizzi, Ujkani, Vacek, Frey, Papp, Farkas, Spyropoulos, Guana, Stoian. All.: Corini 6 Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6,5, Marrone 6,5, Caceres 6,5; Lichtsteiner 7,5 (34′ Padoin sv), Vidal 6,5, Pirlo 6,5, Pogba 6,5, De Ceglie 6,5; Matri 7 (44′ st Isla sv), Giovinco 6 (13′ st Quagliarella sv). A disp.: Storari, Rubinho, Peluso, Giaccherini, Anelka. All.: Alessio 6,5
La 23° giornata di campionato riserva il lunch match domenicale tra Chievo e Juventus con quest’ultima che sa di non potersi permettere altri passi falsi per continuare a mantenere i 3 punti di vantaggio dall’antagonista Napoli che nel posticipo del sabato sera grazie alla vittoria sul Catania ha raggiunto in classifica la capolista.
Bianconeri che anche questa settimana dovranno fare i conti con le numerose assenze infatti ad Asamoah impegnato in coppa d’Africa si aggiungono le assenze di Bonucci, squalificato per le reazioni nel post partita con il Genoa, Marchisio stoppato ancora da infortunio e Vucinic squalificato. Assente anche Conte costretto a ritornare a vedere la partita dai box per effetti della squalifica per le dichiarazioni del dopo Juventus-Genoa, in panchina tornerà mister Alessio.
Juventus che non abbandona il suo 3-5-2 con Marrone e Caceres nelle retrovie ad affiancare Barzagli e Lichtsteiner. Centrocampo con Pogba al posto dell’assente Marchisio, Vidal, Pirlo e Giaccherini a sostegno della coppia d’attacco formata da Giovinco e Matri. Il neo arrivato Anelka dovrebbe partire dalla panchina.
Il Chievo, galvanizzato dall’ultima vittoria in campionato contro la Lazio, tenta il colpaccio contro un’altra big. L’arrivo di Corini ha reso la squadra più compatta e infatti se si guarda la classifica i veneti hanno ormai preso le distanze dalla zona retrocessione. Confermato il 5-3-2 Corini deve fare a meno di Sardo ma recupera Pellissier che comunque contro la Vecchia Signora potrebbe partire dalla panchina. Coppia d’attacco affidata a Thereau, assistman e uomo in più di Corini, in coppia con Paloschi, capocannoniere della formazione con 7 gol all’attivo.