Tag: Curiosità

  • Prende a calci il gufo-mascotte e lo uccide. Giocatore rischia il carcere. Video

    Prende a calci il gufo-mascotte e lo uccide. Giocatore rischia il carcere. Video

    Rischia fino a 45 giorni di carcere il difensore del Deportivo Pereira, Luis Moreno, per aver colpito con ul calcio il gufo-mascotte della squadra colombiana Atletico Junior durante la partita di domenica scorsa.

    Il gufo, che viveva sul tetto dello stadio, è caduto sul terreno di gioco durante la partita venendo colpito dal pallone. L’arbitro ferma il gioco e Moreno pensa bene di toglierlo dal campo con un calcio.

    Moreno è stato denunciato per maltrattamento di animali e nonostante le scuse rischia una multa salatissima e fino a 45 giorni di detenzione.

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  • Zahia Dehar hot su V

    Zahia Dehar hot su V

    Lo scorso anno le sue confessione le fecero acquisire popolarità e incastrarono Benzema, Govou e Ribery. Zahia Dehar la squillo minorenne ha fatto strada tanto da conquistare la copertina di uno dei più importanti magazine a stelle strisce.

    La bionda Zahia presterà il suo corpo a “V” magazine per la copertina delle settimana della moda di New York. Guarda la fotogallery di Zahia Dehar

  • Juve, il piatto piange. I tifosi chiedono Lippi e Moggi

    Juve, il piatto piange. I tifosi chiedono Lippi e Moggi

    Il progetto rilancio è naufragato. Da qualiasi punto si guardi la situazione in casa bianconera è ormai palese il fallimento delle scelte societarie estive. L’era di Andrea Agnelli da presidente e del trio Marotta, Paratici, Del Neri a dividersi l’ambito tecnico ha partorito un campionato ancora meno dignitoso di quello dello scorso anno con Ferrara prima e Zaccheroni poi in panchina intaccando oltretutto il bilancio.

    I bianconeri hanno, infatti, chiuso in rosso il primo semestre dell’esercizio 2010/2011, con un risultato netto negativo per 39,5 milioni di euro con ben 15,3 milioni in più rispetto alla passata stagione. In società non si dicono preoccupati convinti di aver la liquidità necessaria per equiparare il debito ma le previsione di fine anno getta ancora più ombre sulle scelte societarie.

    Intanto i tifosi continuano il tam tam mediatico chiedendo sin da subito l’allontanamento di Del Neri rifugiandosi in Marcello Lippi e per la prossima stagione chiedono ad Agnelli di affidarsi ai consigli di Moggi.

  • “A vedere il Milan per battere il Sud”, l’ennesima freddura di Berlusconi

    “A vedere il Milan per battere il Sud”, l’ennesima freddura di Berlusconi

    Silvio Berlusconi annuncia (a suo modo) la sua presenza a San Siro per il big match in programma questa sera e che vedrà di scena il suo Milan contro il Napoli. La presenza del presidente conferma l’importanza dello scontro e la considerazione che l’ambiente rossonero ha per gli azzurri di Mazzarri ma dall’altro lato le sue dichiarazioni, che presto saranno smentite o comunque fraintese, lasciano esterefatti tifosi e non.

    Il presidenti del Consiglio ha concluso oggi pomeriggio un incontro all’Unione del Commercio di Milano invintando, Carlo Sangalli, presidente della Confesercenti “Ci vediamo il Milan per battere il Sud”.

    Battuta di cattivo gusto che enfatizza ulteriormente le divergenze del governo e da un peso netto su dove Berlusconi si voglia schierare per continuare a governare. Per non scontetare La Russa, interista doc, ha poi proseguito “Io tifo Inter quando gioca con altre squadre”

  • Magia di Ronaldinho. Al Flamengo il Taça Guanabara. Video

    Magia di Ronaldinho. Al Flamengo il Taça Guanabara. Video

    Ha ritrovato l’entusiasmo ed è tornato ad esser decisivo. Ronaldinho con una punizione gioiello ha regalato al Flamengo il Taça Guanabara, primo “titulo” stagionale, superando in finale il Boavista. Al 71′ Thiago Neves conquista una punizione, Dinho si prende il pallone e trova l’angolo giusto facendo partire la torcida sugli spalti.

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  • Foggia senza fair play, finisce in rissa con il Gela. Video

    Foggia senza fair play, finisce in rissa con il Gela. Video

    Finisce in rissa il match tra Foggia e Gela di oggi pomeriggio. Gli uomini di Zeman sotto per due a uno a cinque minuti dalla fine non restituiscono il pallone ai siciliani segnando la rete del pari con Sau.

    Da quel momento in poi non si gioca più con i giocatori in campo e i componenti delle panchine impegnati in una mega zuffa. Zeman nel post partita non condanna i suoi il Foggia si è adeguato al comportamento degli avversari, molto spesso a terra ad interrompere il gioco”

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  • Zamparini esonera Delio Rossi “ha distrutto il mio Palermo”

    Zamparini esonera Delio Rossi “ha distrutto il mio Palermo”

    La disfatta subita dal Palermo al Barbera contro l’Udinese di questo pomeriggio ha incrinato definitivamente i rapporti tra Delio Rossi e il presende Zamparini. I due da tempo in disaccordo, sopratutto per problemi legati alla fase difensiva cercavano di andar avanti, fino al termine della stagione, ma da separati in casa.

    Zamparini visibilmente adirato al termine della partita ha praticamente ufficializzato l’esonero “Rossi ha l’uno per cento di possibilità di restare sulla panchina del Palermo – dice il presidente Zamparini pochi minuti dopo il fischio finale del match – In questo momento la mia prima ipotesi è quella di affidare la squadra, o quello che di questa squadra resta, all’allenatore della Primavera. Rossi ha distrutto il mio Palermo”.

    Per il dopo Rossi, Zamparini ha paventato la soluzione interna con la promozione del tecnico della Primavera di
    Beruatto anche se tra i giornalisti viene caldeggiata l’ipotesi Delio Rossi.

    “Meno male che il pazzo ero io – dice in tono polemico – La verità è che questo allenatore commette un errore a partita. Oggi ha affrontato il centrocampo a cinque dell’Udinese mettendo in campo solo tre centrocampisti. I risultati si sono visti. Il calcio palermitano non aveva mai subito una vergogna di questo tipo e questa vergogna resterà per sempre nel curriculum di Delio Rossi”.
    È l’epilogo di un rapporto teso da mesi e Zamparini non fa mistero del fatto che meditasse da tempo di cambiare l’allenatore. “Dovevo cacciarlo già a Natale – dice – Io sono uno che ci vede lungo e ho capito in anticipo cosa sarebbe successo. Invece tutta la stampa palermitana si è schierata con Rossi e mi ha impedito di fare il presidente”.

  • Ranieri tuona: “Alla Roma ero l’unico parafulmine”

    Ranieri tuona: “Alla Roma ero l’unico parafulmine”

    Claudio Ranieri ormai ex tecnico giallorosso dopo le dimissioni successive alla sconfitta contro il Genoa, si toglie qualche sassolino dalla scarpa nell’intervista del Tg1 a cura di Donatella Scarnati: “Nel calcio c’è il Paradiso e c’è l’Inferno, uno può scegliere dove stare tra i due. Qui, rispetto all’Inghilterra, è l’Inferno – ha spiegato il tecnico romano che ha vissuto entrambe le esperienze- Io voglio allenare ancora l’Inghilterra mi affascina, ma mi piace anche il campionato italiano” quasi a non voler precludersi ogni possibilità in altre squadre della Serie A.

    Sulle sue dimissioni subito dopo il rocambolesco 4 a 3 con il Genoa, Ranieri usa parole chiare: “Ho cercato fino in fondo di stimolarli ma quando pur vincendo 3-0 al primo gol si bloccavano ho capito che solo il mio sacrificio poteva sbloccarli”.

    Nel seguito dell’intervista c’è un attacco frontale alla sua ex squadra, spiegando cosa realmente non andasse dal suo punto di vista, con parole abbastanza forti: “Alla Roma, quest’anno, ero diventato l’unico parafulmine. Ora ci sono loro, la squadra, a dover dimostrare tutto”.  Il discorso continua e Ranieri non le manda di certo a dire: “Quest’anno sono prevalsi gli interessi personali su quelli della squadra, quando parlavamo nello spogliatoio, tutti d’accordo che ci dovesse essere turnover. Poi in campo alcuni giocatori quando sono stati sostituiti… Anche ora che non ci sono più io, però, qualcuno in panchina dovrà andare”.

    Il tecnico romano continua spiegando in parole povere il suo modus operandi, riferendosi ancora una volta al calcio inglese di cui risulta evidente la sua ammirazione: “Non ero un campione e il mio motto era ‘non mollare mai’. È un po’ lo spirito del calcio inglese, i giocatori sono leoni e li devi frenare”.

    Spiegando come in questa stagione non sia stato recepito il messaggio e di conseguenza il Ranieri pensiero: “Ecco, per quest’anno di Roma sono dispiaciuto perché non tutti i giocatori hanno avuto questo spirito”.
    Alla domanda sul suo più grande sbaglio di questa stagione risponde con un sorriso amaro: “Non essermene andato a giugno, forse?…”.

    Ranieri inoltre non crede all’ipotesi di uno spogliatoio che gli remasse contro, o che voleva “farlo fuori” in gergo calcistico: “Non ci credo. Ci sono giocatori che con un allenatore danno il 110 per cento, e con un altro non entrano in sintonia. Certo: sono dell’idea che un buon allenatore debba sapere sfruttare al meglio le caratteristiche di ciascun giocatore. Però, quando ero giocatore io, mi sforzavo di capire cosa voleva il mio tecnico”.

    Ultime parole sul ‘caso Pizzarro’ che sicuramente ha lasciato spiazzato e amareggiato il tecnico romano. Soprattutto vedendo come il cileno, sia tornato a disposizione della squadra solo dopo le dimissioni di Ranieri.  L’amarezza rimane nelle parole del tecnico, ma Ranieri spiega come il mancato utilizzo a Genoa sia stato dettato solo da un problema fisico: “Avevamo deciso che giocasse col Genoa, la sera avevo parlato con lui, era tutto ok. Poi la mattina alle 11, il medico mi ha detto che aveva la schiena bloccata. Non voglio credere che l’abbia detto perché non voleva giocare. Entrerebbe in gioco la professionalità, la società che ti paga, i tifosi. Non sarebbe più una questione di allenatore”.

    Ranieri continua il discorso sul centrocampista cileno,  giustificando la sua stagione negativa e non credendo che la sua assenza dai campi da gioco sia stata dettata da motivi extra calcistici: “Ha avuto una stagione travagliata: durante la preparazione ha lavorato il 3 per cento rispetto al resto della squadra, poi ha avuto un dolore al ginocchio che per lui è un problema cronico. Lui è sempre stato un punto di riferimento: no, io devo per forza pensare bene. Certi discorsi non potrei accettarli, ne va della professionalità”.


    (Fonte: Corriere dello Sport)

  • Napoli, De Laurentiis tra mercato, ambizioni e sfida scudetto con il Milan

    Napoli, De Laurentiis tra mercato, ambizioni e sfida scudetto con il Milan

    Il presidente del Napoli De Laurentiis si racconta a 360 gradi in una lunga intervista presente sulla Gazzetta dello Sport con la firma di Nicola Cecere in edicola stamattina. Il Napoli lunedì sera a San Siro scenderà in campo in una partita che avrà come posta in palio molto di più dei soliti 3 punti. L’obiettivo dei partenopei è fermare la corsa del Milan  e scavalcarli in classifica prendendo il posto della capolista. La vittoria sarebbe un segnale chiaro che vorrebbe dire attenzione a non sottovalutarci, dove l’obiettivo stagionale rimane la qualificazione in Champions League, ma il Napoli ora come ora non si può porre dei limiti e deve sognare in grande come fanno i suoi tifosi.

    L’intervista si apre con la domanda sulla delusione sulla sconfitta europea contro il Villareal, con il presidente che spiega di essere stato molto calmo nonostante l’eliminazione e che la delusione va dimenticata in fretta: “Per carattere sono portato a dimenticare molto in fretta. È stata una notte stregata, i nostri hanno giocato molto bene. Mettiamocela alle spalle”.

    Il discorso continua con le lodi all’allenatore Mazzarri con cui il presidente ha un feeling particolare: “E’ una persona per bene … Ritengo che la sua grande qualità sia la conoscenza approfondita del calcio, sia nella teoria che  nella pratica, per cui i suoi schemi di gioco filano in automatico anche in base a come si dispongono gli avversari. Ecco Mazzarri ha questa grossa capacità di saper leggere le partite. E riesce, nelle sostituzioni, a conciliare la logica con la necessità.”

    Sul colpo di mercato dell’anno con l’acquisto di Cavani De Laurentiis si frega ancora le mani:

    “Volevo Cavani 3 anni fa, così quando seppi da Mazzarri che piaceva anche a lui, e poteva fare al caso nostro trovai l’accordo con Zamparini (con cui ha sempre avuto un ottimo rapporto) in due minuti”.

    Un Napoli da sogno, un progetto che è in continua espansione con l’inserimento graduale anno per anno di nuovi giocatori, la maggior parte di giovane età:

    “Il mio progetto è quello di avere 22 giocatori sullo stesso piano in modo che al calo della forma di uno si rimedi con le qualità di un altro. Ogni stagione inserisco almeno tre elementi di rinforzo– aggiunge il presidente parlando del difensore argentino Fernandez – e per l’attacco ne abbiamo diversi nel mirino”.

    L’intervista scende nel dettaglio con la domanda secca sull’interessamento del Napoli per Gokhan Inler centrocampista in forza all’Udinese: “Questo posso confermarlo: è un giocatore che ci interessa . Però ne abbiamo individuato un altro per lo stesso ruolo, ha ventidue anni e sarebbe un colpo più conveniente sotto il profilo dell’investimento. Valuteremo”.

    L’idea di fondo è quella di cercare giovani promesse da inserire gradualmente nella squadra, ottenendo ottimi risultati senza investimenti stratosferici. Un Napoli che è riuscito a conciliare l’aspetto finanziario con ottimi risultati: “Credo al lavoro di gruppo, mi piace formare una squadra affiatata sia nel cinema che nel calcio. Abbiamo sfruttato bene merchandising e marketing, siamo l’unica società che si auto produce, troviamo risorse, insomma, e stiamo attenti agli sprechi. Diciamo che ho applicato le regole dell’industria più complicata al mondo, quella del cinema, che conosco molto bene. Le ho trasportate nel mondo del calcio e questa mia decisione ha funzionato”.

    Alla domanda dell’anno, cioè se si aspettava già da quest’anno di lottare per lo scudetto, il presidente De Laurentiis da due versioni di risposte: “Se devo parlare da presidente dico che mi starebbe bene arrivare quinto visto che l’anno scorso eravamo sesti. Poi se parla il tifoso, beh divento bulimico e le dico che non mi accontento mai che mi sento pronto per vincere tutto e subito..”.

    Apprezziamo la sincerità!

  • Italia, auf wiedersehen quarto posto Champions

    Italia, auf wiedersehen quarto posto Champions

    Mi verrebbe da dire c’era una volta il calcio italiano… Sì, perchè questa volta non servirà neppure la vittoria della Champions League edizione 2010-2011 con una finale tutta italiana e con la terza squadra nostrana eliminata in semifinale da una connazionale a salvare il terzo posto nel Ranking Uefa e l’onore del nostro calcio che ha subìto un crollo verticale disastroso nell’ultimo lustro tanto da dilapidare un vantaggio enorme sui rivali tedeschi. Pensate che solo nel Ranking finale del 2006, l’Italia era al secondo posto dietro solo la Spagna davanti ai maestri dell’Inghilterra, della Francia e con un vantaggio abnorme sulla Germania di 18.36 di coefficiente Uefa.

    Vien da dire: Com’è possibile? Eppure è successo ed è cruda realtà. Non sono bastati quindi i recenti trionfi in Champions di Milan (2006-2007) e Inter (2009-2010) per inviare negli anni a venire le 4 squadre prime classificate in Serie A nell’Europa “che conta”. E i motivi del fallimento vanno ricercati proprio nel termine messo tra virgolette perchè la Germania si è dimostrata umile cominciando a costruirsi la scalata partendo dai discreti risultati ottenuti nell’ex Coppa Uefa ora Europa League da noi invece snobbata negli ultimi anni seppur siamo la nazione che ne detiene il maggior numero di titoli (9) così come per la Champions del resto (12 successi in coabitazione con la Spagna) rosicchiandoci punti poco per volta in maniera operosa.

    Motivo la mia tesi:

    • stagione 2006-2007 la Germania porta una squadra in semifinale e due ai quarti, le italiane vengono tutte eliminate entro i sedicesimi (Parma e Livorno);
    • stagione 2007-2008 Germania e Italia portano una squadra a testa in semifinale Bayern Monaco e Fiorentina ma i viola sono un’oasi nel deserto perchè tutte le altre partecipanti vengono fatte fuori addirittura nel primo turno eliminatorio (Palermo, Sampdoria ed Empoli) mentre i tedeschi accedono con 5 squadre di cui 4 passano agli ottavi e tra queste 2 arrivano ai quarti.
    • stagione 2008-2009 derby tedesco in semifinale (il Werder poi perderà la finale contro lo Shakhtar Donetsk) mentre l’Udinese è l’italiana tra Milan, Fiorentina e Sampdoria che riesce ad andare più avanti fermando il proprio cammino poi agli ottavi.
    • stagione 2009-2010 tedeschi presenti fino alla semifinale con l’Amburgo, ai quarti anche con il Wolfsburg e agli ottavi con il Werder Brema nello stesso turno dove viene eliminata l’ultima italiana la Juventus per arrivare alla stagione attuale nella quale dopo bianconeri e Palermo saluta anche il Napoli eliminato nei sedicesimi dal Villarreal.

    Tornando ai giorni nostri, ammettendo infatti che Inter, Milan e Roma, le 3 squadre rimaste ancora in gioco in attesa di disputare gli ottavi di ritorno della massima rassegna continentale dopo che anche il Napoli unico superstite italiano in Europa League è stato eliminato, giungano fino in fondo e ottengano il massimo vincendo tutte le gare a disposizione (fermo restando che in caso di una obbligata semifinale tutta italiana una delle due non può ottenere punti), l’Italia accumulerebbe un punteggio massimo di 34 per un coefficiente di 4.857 da qui fino alla fine della stagione che tradotto in soldoni significa addio aritmetico al terzo posto nel Ranking e conseguente perdita del quarto posto Champions League. Tutto questo senza tener conto dei risultati delle squadre teutoniche che nelle ultime 5 stagioni (compresa questa che ancora deve terminare) hanno accumulato un coefficiente pari a 68.103 contro il 59.981 italiano. Una differenza per quest’anno incolmabile considerato che potremmo arrivare ad un massimo di 64.838 ben inferiore di quello che può vantare la Germania.
    E il gap resterà quasi certamente allo stesso modo incolmabile anche per le prossime due stagioni il che vuol dire che i nostri club dovrebbero ottenere risultati stratosferici nel biennio a venire per tornare in corsa tra 3-4 anni. Ma in quel periodo è probabile che il nostro avversario di turno non sia più la Germania ma la Spagna che secondo una proiezione comparando i risultati ottenuti finora con quelli delle ultime 4 edizioni, al via della nuova stagione perderebbe la seconda posizione nel Ranking in favore dei tedeschi.
    Come dire… prendere esempio e au revoir… Pardon… Auf wiedersehen quarto posto…

    Questo il Ranking Uefa aggiornato al 26 febbraio

    1. Inghilterra – 82.928 (6/7)
    2. Spagna – 77.329 (4/7)
    3. Germania – 68.103 (3/6)
    4. Italia – 59.981 (3/7)
    5. Francia – 53.511 (3/6)
    6. Portogallo – 44.596 (3/5)
    7. Russia – 43.541 (3/6)
    8. Ucraina – 42.550 (2/6)
    9. Olanda – 38.796 (3/6)
    10. Turchia – 35.050 (0/5)

    Tra parentesi le squadre ancora in corsa nelle due competizioni sul totale di squadre partecipanti di inzio stagione.

    Calcolo del coefficiente Uefa

    Si tiene conto di tutti i risultati delle squadre partecipanti alla Champions ed Europa League e si procede alla somma di punteggi così calcolati:

    • 2 punti per vittoria;
    • 1 punto per pareggio;
    • 1 punto per vittoria nei preliminari;
    • 0.5 punti per pareggio nei preliminari;
    • 0 punti per sconfitta;
    • 4 punti per l’ingresso alla fase a gruppi di Champions;
    • 5 punti da sommare ai 4 precedenti per la qualificazione agli ottavi di Champions;
    • 1 punto per il raggiungimento di quarti, semifinali e finale per ognuna delle due competizioni;
    • 0 punti per le finali vinte.

    Fatta la somma dei punteggi per ogni nazione, si procede nel dividere il risultato ottenuto per il numero di squadre inizialmente ammesse per singola Federazione: sarà questo il coefficiente finale di stagione.
    Il Ranking Uefa tiene conto solo dei risultati ottenuti nelle ultime 5 stagioni (esempio quello di quest’anno tiene in considerazione la somma dei punteggi che vanno dalla stagione 2006-2007 fino al 2010-2011) e così via.