Tag: Curiosità

  • Raul supera Maldini, 140 presenze in Champions

    Raul supera Maldini, 140 presenze in Champions

    Al Real Madrid non c’era più posto per lui ma Raul aveva ancora voglia di giocare per raggiungere un doppio traguardo: superare Gerd Muller e anche Inzaghi nel numero di gol “europei” e diventare il leader assoluto di presenze in Champions League.

    La scelta dello Schalke si è dunque dimostrata azzeccata in quanto lo spagnolo ha raggiungo dopo sei anni i quarti della massima competizione europea, nella partita d’andata al Mestalla oltre a segnare un gol importantissimo per la sua squadra ha raggiunto Pippo Inzaghi a quota settanta centri e nella partita di ieri alla Veltins-Arena di Gelsenkirche ha raggiunto quota 140 presenze in Champions League superando la leggenda Paolo Maldini fermo a quota 139.

    Raul e lo Schalke adesso giocheranno il suggestivo confronto con i quarti senza assilli di dover compiere ulteriori imprese ma con la volontà di voler continuare a stupire, anche se lo spagnolo vorrebbe non dover incontrare il suo Real Madrid.

  • De Rossi che succede? Uefa e Roma, doppia stangata in arrivo

    De Rossi che succede? Uefa e Roma, doppia stangata in arrivo

    Come era prevedibile l’Uefa ha aperto una inchiesta nei confronti di Daniele De Rossi accusandolo di “comportamento improprio” e il 17 marzo si pronuncerà sull’entità della squalifica che i ben informati quantificano in 3/4 turni. Il nervosismo di Capitan Futuro è però l’argomento del giorno ed è sopratutto frutto di una stagione in chiaro scuro esaltata sopratutto dai colpi proibiti che da vere e proprie prestazioni da “gladiatore”.

    Con la stangata dell’Uefa potrebbe arrivare anche quella della Roma proiettata a punire il comportamento di De Rossi sia perchè ritenuto inappropriato (i dirigenti giallorossi sono stati costretti a scusarsi con Lucescu) sia per dar un monito alla squadra troppo spesso con i grilli per la testa. La Gazzetta dello Sport questa mattina svela la possibilità che al vice Totti venga tolta la fascia a vantaggio di Perrotta e che non venga utilizzato nel derby proprio per il momento difficile dal punto di vista mentale.

    Oltretutto anche Prandelli pare stia valutando una “punizione” proprio per salvaguardare il codice di comportamento messo in atto al suo arrivo in azzurro. Le voci di mercato comunque continuano a rincorrersi con il Real Madrid di Mourinho disposto a tutto a per averlo.

  • Leonardo a 360° su Brescia e Bayern Monaco. Ma su Calciopoli….

    Leonardo a 360° su Brescia e Bayern Monaco. Ma su Calciopoli….

    È un Leonardo risoluto e motivato quello che si presenta oggi in conferenza stampa ad Appiano Gentile. Il tecnico brasiliano parla a 360° di quelle che sono le prossime sfide che attendono l’Inter e vuole pensare ad una partita alla volta anche se sa che una vittoria col Brescia potrebbe essere un ottima rampa di lancio per affrontare al meglio la super sfida di Champions contro il Bayern Monaco: “Ogni partita è importante perché vincere cambia il risveglio e fa andare avanti. La gara con il Brescia ha alla base una motivazione altissima e questo è un segnale che dà già una risposta“.

    Ad ogni modo l’Inter non dovrà sottovalutare l’impegno di campionato perchè le rondinelle sono in un buon momento di forma e nelle ultime tre giornate hanno già inchiodato sul pareggio Udinese e Napoli: “È  una squadra che ha tante risorse e non sono un caso i risultati che hanno fatto fuori casa, contro ad esempio Udinese, Roma e Napoli, ma anche nella partite casalinghe dmostrano costanza“.

    ASSENZE E PROBABILI FORMAZIONI – L’Inter si presenta a Brescia con qualche problema di formazione in virtù delle assenze di Thiago Motta, Cambiasso e Chivu più i lungodegenti Milito (che dovrebbe recuperare per il Bayern) e Samuel. La “Beneamata” dovrebbe schierarsi con 4 difensori davanti a Julio Cesar e una mediana composta da capitan Zanetti, Kharja e Stankovic con Sneijder dietro le due punte Eto’o e Pazzini. Convocato anche Simone Dell’Agnello, fresco vincitore del titolo di “Golden Boy” al Torneo di Viareggio. Per la squadra di Iachini da registrare l’indisponibilità di Zanetti e Filippini e il dubbio Zambelli. Possibile la presenza di Bega sull’out di destra. In attacco confermato il duo Diamanti-Caracciolo.

     

    BRESCIA (3-5-2): Arcari, Zebina, Mareco, Zoboli; Zambelli, Kone, Vass, Hetemaj, Berardi; Diamanti, Caracciolo. A disposizione: Sereni, Bega, Daprelà, Baiocco, Possanzini, Eder, Lanzafame Allenatore: Iachini

    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar, Maicon, Lucio, Ranocchia, Nagatomo, ; Zanetti, Kharja, Stankovic; Sneijder; Pazzini, Eto’o. A disposizione: Castellazzi, Materazzi, Cordoba, Chivu, Thiago Motta, Mariga, Pandev Allenatore: Leonardo

    DISCORSO CHAMPIONS –  Per quanto riguarda l’appuntamento in baviera Leonardo si sente in grado di compiere l’impresa: “Ci sentiamo in grado di riuscire ad andare avanti in Champions League, così come nel campionato e non credo si tratti di una responsabilità esagerata, perché sapere di essere ancora in corsa per tutto dà grandi motivazioni. Tutte le squadre partono con l’obiettivo di vincere tutte e tre le competizioni, detto questo dobbiamo pensare partita dopo partita cercando di fare del nostro meglio“. L’Inter non parte coi favori del pronostico visto che gli uomini di Van Gaal hanno due risultati su tre per passare il turno ma i neroazzurri sono pur sempre i campioni in carica e niente vieta di pensare che possano andare a vincere in Germania.

     

    SU CALCIOPOLI – Inevitabile la domanda sull’ “affaire” Calciopoli dopo le polemiche in settimana per la convocazione del presidente Moratti da parte del procuratore federale Palazzi. Ma Leonardo glissa: “Mi farebbe molto piacere se non si parlasse così tanto di questo argomento. Inoltre, si tratta di cose che io personalmente non sono in grado di giudicare perchè non ho le coordinate giuste per farlo. Io sono sempre per il chiarimento di tutto, ma non saprei dire più di questo“. Il brasiliano cerca di tenere la squadra lontana dai turbamenti di una vicenda che appare sempre meno chiara e da l’idea che le verità emerse nel 2006 non rappresentino interamente quello che era il quadro dei poteri più o meno occulti del calcio italiano.

  • A tutto Vale, il Dottore si confessa al Chiambretti Night

    A tutto Vale, il Dottore si confessa al Chiambretti Night

    E’ tutta da vedere la puntata di domani sera del Chiambretti Night con ospite illustre Valentino Rossi. Il dottore di Tavullia si racconta con la solita sobrietà ed ironia a pochi giorni ormai dell’ennesima avventura, questa volta in sella alla Ducati.

    Rossi non si sottrae a nessuna domanda parlando della presunta liason con Elisabetta Canalis e per la prima volta presenta la sua ragazza Marwa Klebi. Si parla della sua nuova avventura, dei rivali al titolo e per finire l’ultima stoccata al “nemico” Biaggi. Di seguito vi proniamo i passi più salienti presi da Sportmediaset.

    DUCATI, ERA IL MOMENTO GIUSTO

    “Ci ho pensato se restare in Yamaha o andare alla Ducati, era da anni che ci pensavo, ma questo era il momento giusto. Pentito? No, non abbiamo neppure iniziato”.

    LE CONDIZIONI FISICHE
    ”La spalla mi fa ancora male oggi ho fatto un consulto con il medico che mi ha operato ed e’ venuto fuori che il tendine del bicipite non e’ sceso dove doveva andare. Ma le ossa piu’ simpatiche, in poco tempo si sistemano, invece la spalla…

    CADO BENE?
    ”La paura e’ importante per cercare di non esagerare: il nostro limite e’ un po’ piu’ alto, ma ogni volta che si cade si sente paura’. Dicono che so cadere bene, ma secondo me non e’ vero, e’ una questione di culo”

    LE PAGELLE DEI RIVALI
    Stoner è il favorito per questo mondiale che sta per iniziare, ma lo dico anche per portargli un po’ sfiga. Gli do 10 in velocità e talento, un po’ meno in tattica e furbizia. È un matto che spesso ripete gli stessi errori. Lorenzo? E’ un grande perche’ riesce a mettere d’accordo tutti, nel senso che sta antipatico a tutti. E’ forte, merita 9.5. Non dico sia intelligente perche’ intelligente e’ una parola grossa, diciamo che e’ furbo. Hayden e’ forte, merita 8, e’ veloce, e’ il mio compagno e quindi sara’ il mio primo avversario. Il muro? Con Hayden non ci sara’, mentre con Lorenzo speravo di non insegnargli tutti i miei trucchi, e’ una cosa che ha portato tante polemiche, ma le cose comunque passavano dall’altra parte. Marco Simoncelli:Merita 8.5, deve ancora dimostrare tanto, ha una Honda molto veloce e ci dara’ certamente del filo da torcere”.

    BIAGGI E LA SUPERBIKE
    “Rivedo le nostre lotte con simpatia, fuori dalla pista usava vari trucchetti per cercare di dare fastidio. Saper perdere e’ una delle cose piu’ difficili e Biaggi in questo non e’ stato molto bravo. Spero di restare ancora qualche anno in MotoGP, poi spendero’ la pensione in Superbike, che è ‘un po’ la Serie B della MotoGp, però è divertente’. E poi?’ ‘A 17 anni sognavo di aprire un chiosco, e forse lo faro’ quando smettero’ di correre”

    LA CANALIS

    “Posso confermare che la Canalis non me l’ha mai data”

  • Adriano: “Dio mi ha detto è meglio che torni in Brasile”

    Adriano: “Dio mi ha detto è meglio che torni in Brasile”

    Finalmente si fa chiarezza sul caso Adriano e sul suo addio alla società giallorossa. Dopo le ultime dichiarazioni del suo agente Gilmar Rinaldi: “senza di me non si firma nulla” seguenti alle parole del dirigente della Roma Montali, che aveva messo fine all’avventura romana del giocatore brasiliano, comunicando come la società e l’attaccante avessero raggiunto l’accordo per la rescissione consensuale del contratto. Il tutto è stato possibile perché Montali ha trattato l’uscita di Adriano con il suo agente italiano, Roberto Calenda. Lo stesso giocatore ha voluto spiegare le sue motivazioni ai microfoni di Sky: “Sto bene perché sto facendo una cosa veramente di cuore. Ho deciso, insieme alla società, di andare via, per un problema mio. In questa stagione non è andata così bene, mi sono infortunato tre volte, l’ultima è stata la più grave. Noi abbiamo parlato tantissimo insieme, abbiamo deciso di chiudere qua”.

    Il discorso continua e Adriano spiega le sue scelte professionali e la rinuncia ai soldi che gli spettavano per il contratto, per tornare in Brasile accanto alla famiglia: “Potevo anche rimanere in Brasile quando mi hanno lasciato partire la prima volta,- ha spiegato il giocatore ex giallorosso- però non volevo comportarmi di nuovo come avevo fatto con l’Inter. A Milano avevo fatto lo sbaglio di non presentarmi e di parlare per risolvere la situazione, come ho fatto adesso con la Roma. Sto rinunciando a tantissimi soldi, però, come ho detto prima, per prima cosa voglio essere felice con la mia famiglia, con tutti, poi i soldi arrivano. Sono molto soddisfatto, oggi posso uscire di qui con la testa alta, qui non ho mai trattato male nessuno, ho sempre rispettato tutti”.

    Ancora una volta le parole dell’attaccante brasiliano mostrano la sua fragilità a livello emotivo, soprattutto la saudade, la nostalgia della sua terra che troppo spesso ha condizionato la sua vita a livello calcistico e non:  “Io sono una persona molto sensibile, la tristezza si impossessa spesso di me, quindi ho deciso di tornare in Brasile”.

    Nostalgia non solo del Brasile, ma soprattutto della famiglia, come spiega lui stesso con queste parole: “Ho due figli, non sono accanto alla madre, mi mancano troppo anche loro, sono molto attaccati a me. Quando parlo al telefono mi viene da piangere, io non posso più stare lontano da loro. Ormai ho 29 anni, mi devo curare da solo, le cose pesano tantissimo sulle mie spalle”.

    Sui vari motivi che l’hanno fortemente penalizzato in questa stagione alla Roma, e nel suo ritorno in Italia Adriano pensa che il peso maggiore in negativo l’abbiano avuto i continui infortuni subiti: “Penso di essere stato fortemente penalizzato dagli infortuni, non ho avuto fortuna in questa stagione. Quando ho iniziato a stare meglio e ad allenarmi bene, mi sono infortunato. La prima volta mi sono fatto male a un adduttore e sono stato fermo quasi due mesi. Poi sono tornato, ho giocato una partita,- continua l’attaccante brasiliano–  Ranieri ha visto che stavo facendo progressi, ma mi sono infortunato ancora a una caviglia e sono stato fuori ancora due mesi.”

    Il discorso diventa mistico religioso, in seguito con il giocatore che motiva la sua scelta di tornare in Brasile come un segnale divino:“ È difficile giocare quando succedono cose così. Nella mia vita non mi sono mai fermato tanto come in questa stagione, forse è un segno di Dio che dice: ‘Guarda, è meglio che torni in Brasile’. Dopo la caviglia mi ha ceduto una spalla. Ho giocato due partite abbastanza bene, contro il Milan e contro il Chievo, ma poi ho sentito dolore nuovamente. Sono cose che succedono nella vita, bisogna pensare che magari succedono perché devi fare una scelta, io ho scelto di tornare in Brasile”.

     

    (Fonte: Gazzetta dello Sport)

  • Scarpa d’oro 2011: Di Natale se la gioca contro i “pichichi”

    Scarpa d’oro 2011: Di Natale se la gioca contro i “pichichi”

    Con la stagione 2010/2011 che entra nella sua fase più calda si iniziano a fare i primi conti per quello che riguarda l’assegnazione della “Scarpa d’oro“, il riconoscimento individuale assegnato al giocatore europeo che ha segnato di più nel proprio campionato tenendo conto del rispettivi coefficienti di difficoltà assegnati alle varie leghe. A guidare la classifica provvisoria ci sono i due “cannibali” della Liga ovvero Cristiano Ronaldo e Messi (vincitore del trofeo la scorsa stagione) entrambi con 27 reti all’attivo.

    Ma sul terzo gradino del podio troviamo Antonio Di Natale, l’attuale capocannoniere del nostro campionato con 22 centri. Il giocatore napoletano si sta dimostrando ancora una volta l’attacante italiano più prolifico e rischia seriamente di bissare (se non migliorare) il risultato della stagione scorsa, quando a fine torneo aveva messo a referto ben 29 marcature. Un’estate inquinata dalle tante voci di mercato che lo avevano visto vicinissimo alla Juve non hanno condizionato l’andamento di “Totò”, che insieme a Sanchez sta letteralmente trascinando l’Udinese in piena zona Champions. Scendendo di un gradino troviamo un’altra conoscenza del calcio di casa nostra: Edinson Cavani. L’uruguayano del Napoli ha fatto centro 20 volte nel campionato in corso ma sta attraversando un periodo di forma non esaltante e non segna da 3 partite (5 considerando l’Europa League).

    Scorrendo ancora la classifica troviamo nomi prestigiosi come Bebatov, Eto’o, Gomez, Tevez e Villa ma non mancano giocatori meno conosciuti che fanno faville nei campionati minori. A 24 reti troviamo per esempio Kenny Miller e Sander Post che giocano rispettivamente nella Süper Lig turca e nella prima divisione estone. Lo scozzese pero aveva segnato la maggior parte delle sue reti nei Glasgow Rangers. Altro bomber limitato da un basso coefficiente UEFA è Hulk del Porto, che sotto la guida del nuovo mago Villas Boa ha già messo insieme 19 reti. Una menzione particolare la merita sicuramente Marco Di Vaio, attualmente 10°, che a quasi 35 anni sta vivendo una seconda giovinezza a Bologna ed è a quota 17 in classifica marcatori, conducendo i felsinei alla salvezza.

    Lo scorso anno ci sono voluto ben 34 gol per vincere la Scarpa d’oro ma tutto lascia pensare che quest’anno la soglia sarà ancora più alta perchè il testa a testa per il titolo di “pichichi” sta portando Messi e Ronaldo a numeri sovraumani. Per la felicità delle allegre difese della Liga.

  • Moggi tuona contro Moratti e De Laurentiis

    Moggi tuona contro Moratti e De Laurentiis

    E’ di ieri la notizia della convocazione di Massimo Moratti da parte del procuratore federale Stefano Palazzi per far luce, finalmente, sul secondo filone dell’inchiesta a Calciopoli nata dalle nuove intercettazioni saltate fuori dal dibattimento presso il Tribunale di Napoli e sollecitata dall’esposto presentato da Andrea Agnelli.

    Lo stesso presidente nerazzurro ha definito oggi “ridicola” la convocazione dell’Inter facendo esplodere le proteste di Luciano Moggi che dai microfoni di Radio Kiss Kiss ha inveito contro Moratti accusandolo, ironicamente, di esser smemorato e di non ricordare le telefonate a Tavaroli o i solleciti di Facchetti per vittoria contro il Cagliari.

    “Moratti dice che chiamare l’Inter è ridicolo? Forse non ha letto le intercettazioni. Forse non ricorda che ha chiamato nel suo ufficio Tavaroli, che Tavaroli con Facchetti hanno incaricato Cipriani. Fa finta di niente e parla tanto per parlare”. – e poi continua – Cosa è Calciopoli dopo cinque anni? Non è successo proprio niente. Di 170mila telefonate ne hanno prese solo quaranta e tutte della Juventus. Le altre, sono tutte irrilevanti. Era irrilevante quando Facchetti diceva a Bertini “fammi vincere la partita di Coppa Italia col Cagliari” a Cagliari nel 2008 e guarda caso poi l’Inter ha vinto quella Coppa Italia e quindi la federazione avrebbe dovuto toglierla. Era irrilevante quando si diceva al designatore “passa per l’ufficio che Moratti deve darti un regalo”. E invece era rilevante il fatto che una società si difendesse da queste cose.

    Big Luciano bacchetta anche Aurelio De Laurentiis “Sbaglia ora ed ha sbagliato prima quando ha detto che ‘il calcio è più pulito’. Il calcio è sempre stato pulito e mai sporco. Sbaglia ora, dicendo che lassù nessuno vuole il Napoli: si confonde e si contraddice. Se lassù nessuno vuole il Napoli, vuol dire che il calcio non è pulito: delle due, l’una”.

    L’ultima sugli arbitri “La verità è che gli arbitri non sono persone che truccano, ma quando si trovano di fronte Inter, Roma e Milan alzano tanto di cappello, ma lo fanno involontariamente. Si chiama “sudditanza psicologica”. De Laurentiis fa bene a chiedere maggior attenzione, ma ha fatto male in passato quando ha detto che gli arbitri sono tutti bravi e se sbagliano sono solo casi”.

  • Dalle stelle alle stalle: il triste epilogo della “favola” Bari

    Dalle stelle alle stalle: il triste epilogo della “favola” Bari

    Dalle stelle alla stalle. Si può riassumere cosi la storia della stagione 2010/2011 del Bari che tanto aveva convinto l’anno scorso sotto la guida di Ventura e che tanto ha deluso quest’anno, con la retrocessione in cadetteria che pare ormai inevitabile. Il Bari è ultimo con 16 punti a ben 12 lunghezze dalla quart’ultima posizione e con il magro bottino di 15 reti segnate e 42 subite. Analiziamo quali sono stati gli elementi che hanno influito sull’involuzione della formazione pugliese che solo 12 mesi fa era stata etichettata come “squadra rivelazione” del campionato.

    CAMPAGNA ACQUISTI – Il primo Bari targato Ventura aveva saputo valorizzare alcuni giovani di belle speranze, su tutti Bonucci e Ranocchia, che avevano permesso ai biancorossi di costruire una difesa solida anche grazie al terzino destro Andrea Masiello. A centrocampo si era imposto Almiron che aveva ritrovato la qualità e la continuità che avava spinto la Juventus a prelevarlo dall’Empoli. In attacco era esploso Barreto che a fine stagione poteva vantare 14 reti centri in campionato. Durante il calciomercato i “galletti” riescono a confermare buona parte degli uomini che avevano portato al 10° posto finale ma perdono proprio i due talenti più cristallini della rosa, ovvero i due centrali difensivi, che prendono le strade di Torino e Genova. A sostituirli saranno inizialmente Marco Rossi (in prestito dal Parma) e Andrea Raggi (in prestito dal Palermo) e successivamente Glik (sempre dal Palermo). Il reparto offensivo vedrà l’arrivo di Ghezzal dal Siena e il ritorno del giovane Caputo reduce dal prestito alla Salernitana.

    LA STAGIONE – Il campionato del Bari si apre nel migliore dei modi con la vittoria casalinga contro la nuova Juventus di Delneri grazie a uno splendido gol di Donati e due pareggi contro Napoli e Cagliari. Poi il primo tracollo contro l’Inter (4-0) e 5 sconfitte nelle successive 6 giornate (unica vittoria in casa contro il Brescia) con il pesante passivo di 11 reti subite e solo 4 realizzate. Alla 9a giornata il Bari è ultimo e non lascerà questa posizione per tutto il resto del campionato. Se qualche piccolo segnale di ripresa si era visto dopo la sosta natalizia con la vittoria nel derby con il Lecce al “Via del Mare”, il Bari non riesce a trovare la soluzione ai suoi problemi e inanella una serie negativa di 6 sconfitte diventando sempre più solo in fondo alla classifica. L’attacco è il più sterile del campionato con il bomber Barreto che non è riuscito a ripetere la stagione di grazia dell’anno precedente, timbrando il cartellino solo 4 volte, complici anche dei problemi fisici. I suoi compagni d’attacco tutti insieme mettono insieme 5 reti ed è nutile infierire su una difesa che non si è resa assolutamente all’altezza dell’annata precedente.

    Nelle prime settimane di febbraio viene esonerato Giampiero Ventura, più per sedare le contastazioni della tifoseria e dare una scossa ad un ambiente più che demotivato, che per effettive colpe del tecnico genovese. Al suo posto viene scelto Bortolo Mutti che nelle 4 gare in panchina ha raccolto 2 pareggi e 2 sconfitte.Il destino del Bari è segnato ma la squadra pugliese ha dimostrato negli ultimi anni di poter fare bene sia in  A che in B e se ripartiranno con un progetto serio la loro permanenza tra i cadetti potrebbe durare solo una stagione.

  • Puzzle Sport. Gli ex calciatori ora commentatori tv

    Puzzle Sport. Gli ex calciatori ora commentatori tv

    Mario Sconcerti, storica firma del giornalismo sportivo italiano, parla dei grandi ex calciatori che, una volta appesi gli scarpini al chiodo, hanno intrapreso la carriera di commentatori televisivi. In un articolo apparso sul Magazine Sette del corriere della Sera (24-01-11) illustra pregi e difetti di coloro che, dopo aver animato sul rettangolo verde le domeniche di milioni di tifosi, ora commentano le gesta dei loro eredi sul campo.
    Su Massimo Mauro: “è rimasto quello che mi sembrava fosse anche venticinque anni fa. Un ragazzo di Calabria solare che ancora combatte per redimersi da peccati che non ha mai commesso. E’ fastidioso e importante nel diverbio come quando era nehli spogliatoi, così almeno mi dicono i suoi mister. Un leader suadente come i dribbling sulla fascia, la saggezza lenta di quando è passato a centrocampo. Credo sia rimasto fedele a se stesso”.

    Su Gianluca Vialli: “ ho conosciuto un Vialli esplosivo da calciatore, il piacere vero di avere forza e talento, una specie di arroganza atletica attraverso cui arrivava la sicurezza, una coscienza di vivere profonda. L’ho ritrovato testimonial attento, elegante, misurato, un’evoluzione imprenditoriale che era distinguibile nel piglio del leader, non nell’amore che dedicava alla sua perfezione. Se volesse osare diventerebbe Presidente della Federazione. Ma oserà?”
    Su Beppe Bergomi: “è rimasto forse spiazzato, come disilluso dal primo dovere di un opinionista: la condanna a dividere. Oggi come trent’anni fa, è una pasta di ragazzo che vorrebbe solo parlare di calcio puro, senza distinguere a chi giova e a chi no”.
    Su Luca Marhegiani: “ho imparato da lui la pacatezza della tecnica. Lui, non un eroe fisico, l’ultimo dei portieri straordinari e normali che porta nel mestiere nuovo lo studio di chi ha dovuto sempre avere un’idea in più. Altrimenti avrebbe vinto la vita”.
    Su Josè Altafini: “mi sembra dolce e solitario, settantenne ancora dentro una partita tutta sua, che ruba i gol agli avversari e i minuti alla vita giocando con ironia doppia, come se l’unica cosa seria fosse prendere in giro il passato ed il presente”.

    Su Claudio Onofri: “è stato un libero che costruiva gioco e che vede il calcio in funzione sempre della qualità. E’ un maestro, un capitano di ragazzi, che si ritrova a essere un professore. Spero ne caisca anche i vantaggi, non solo i limiti”.

  • Il superbo gol di Lionel Messi. Video

    Il superbo gol di Lionel Messi. Video

    Il Barcellona ha superato l’Arsenal al Camp Nou mettendo ancora una volta in luce il suo fantastico gioco corale e l’armonia di una squadra che non sembra aver punti deboli. Ad impreziosire ancor di più la prestazione dei blaugrana ci pensa il solito Lionel Messi autore di una rete sensazionale, con un controllo superbo e sombrero al portiere.

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    Pagelle Barcellona – Arsenal 3-1. Messi Dio del calcio