Tag: Curiosità

  • Eva Carneiro la dottoressa hot del Chelsea

    Il Chelsea di Villas Boas affonda e in molti, compresi lo Special Two, non riescono a capire il reale motivo. Una squadra costruita senza badare a spese, un presidente, Abramovic, ambizioso e sempre pronto ad accontentare le richieste dei propri allenatori eppure dopo aver silurato Ancelotti affidandosi al nuovo guru del calcio europeo i risultati tardano ad arrivare. In Inghilterra un po ironicamente ma anche con la perfidia di chi vuol vederci male ad ogni costo hanno individuato in Eva Carneiro la causa degli insuccessi dei Blue. La Carneiro è l’avvenente dottoressa al seguito della squadra che ha prima entusiasmato l’Inghilterra attirando su di se i cori di tutti tifosi e da mercoledì sera ha iniziato a spopolare anche Italia grazie ai suoi ingressi per valutare le condizioni di Drogba prima e di Mata dopo.

    Eva Carneiro sexy dottoressa Chelsea | ©Foto Fan Page

    Anche in Italia dunque da qualche giorno in cima alle ricerche c’è il nome dell’avvenente dottoressa Eva Carneiro e la sorpresa più piacevole per il popolo del web è l’aver scoperto l’esistenza di tanti suo scatti hot. Sembra che della dottoressa Carneiro circolino in rete delle foto osé la cui autenticità però non è confermata dalla diretta interessata.

    Ovviamente la sua presenza in un mondo prettamente maschile come il calcio ha dato vita a tante battute, sui ripetuti infortuni di Terry e compagni e sulla volontà di esser tesserato da Abramovic solo per esser curati da Eva Carneiro.

    Video Eva Carneiro dottoressa Chelsea
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  • Ibrahimovic investe una reporter. Milan “non è colpa sua”

    Ibrahimovic investe una reporter. Milan “non è colpa sua”

    Ancora rogne per Zlatan Ibrahimovic, nella settimana più delicata della stagione, quella che conduce al big match di sabato sera Milan Juventus e, di conseguenza, alla decisione del giudice sportivo circa la riduzione o meno della squalifica di tre giornate inflitta allo svedese dopo l’episodio di Milan-Napoli e dello schiaffo ai danni del partenopeo Aronica.

    In attesa della sentenza, però, ieri pomeriggio è accaduto un episodio spiacevole che ha coinvolto lo stesso attaccante rossonero: all’uscita del centro sportivo di Milanello, infatti, Zlatan si trovava alla guida della sua automobile, percorrendo il rettilineo in direzione Caranago; come spesso accade al termine degli allenamenti, molti tifosi attendevano l’uscita dei giocatori proprio sul rettilineo stesso e, per evitare la folla, Zlatan ha accelerato notevolmente.

    zlatan ibrahimovic | © Claudio Villa/Getty Images

    Nel mentre, una giornalista di un’agenzia che opera nel gossip, al passaggio dell’auto di Ibrahimovic, ha sporto il proprio braccio con il microfono stretto fra le mani, per provare a strappare qualche dichiarazione allo svedese: il calciatore, però, non si è fermato ed ha continuato la sua corsa. L’impatto ha, dunque, procurato danni al microfono oltre che alle dita dell’inviata, V.R. le sue iniziali, che ha subito chiamato l’ambulanza che l’ha soccorsa e trasportata nel più vicino ospedale. Sul posto, inoltre, è intervenuta anche una pattuglia della Polizia Provinciale di Varese, e la ragazza ha deciso di sporgere denuncia per l’accaduto nei confronti dell’attaccante rossonero.

    Probabilmente, Zlatan Ibrahimovic non si è accorto della presenza della giornalista mentre sporgeva il braccio con il microfono, ma è anche vero che, dopo l’urto, non si è neppure fermato per capire cosa fosse accaduto: un gesto, sicuramente, deprecabile.

    Il Milan, però, ha deciso di prendere una netta posizione in supporto alla posizione del proprio tesserato, dichiarando ufficialmente che “Da dati oggettivi risulta che non può essere addebitata alcuna responsabilità, sotto qualsiasi profilo, in relazione all’evento verificatosi ieri all’uscita del centro sportivo di Milanello”.

    Video Ibra investe una reporter a Milanello
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  • Mourinho, battuta omofoba a Mosca. “Y esos maricones…”

    Mourinho, battuta omofoba a Mosca. “Y esos maricones…”

    Dopo qualche mese di sostanziale “tranquillità”, probabilmente collegato al fatto che il suo Real Madrid stia dominando la Liga spagnola ed è sempre più proiettato verso la conquista del titolo, strappandolo – dopo diversi anni – agli acerrimi rivali blaugrana, Josè Mourinho torna a pronunciare frasi “pesanti” o, comunque, che faranno parlare molto, almeno fino alla prossima infelice battuta.

    Questa volta, però, a differenza delle precedenti occasioni, la “battuta” non è stata pronunciata in conferenza stampa, nè ai microfoni di qualche televisione: è stata, invece, un’affermazione infelice rivolta ad un suo collaboratore, mentre si trovava sul campo di allenamento del Cska Mosca, in vista della rifinitura della partita di Champions League. Nella fattispecie, si doveva scegliere il colore del pallone con il quale disputare la gara, bianco o arancione, e si “tergiversava” troppo nel riceverne la comunicazione: un’eccessiva perdita di tempo, almeno per i gusti di Josè Mourinho.

    Così, con tono infastidito, il tecnico portoghese ha chiesto al suo collaboratore: “Y esos maricones… No dicen con que balòn se juega?” che, tradotto in italiano, suonerebbe praticamente come un insulto omofobo: “E questi ricchioni non dicono con che pallone si gioca?

    L’insulto è stato captato da alcuni giornalisti spagnoli presenti alla rifinitura sul campo del Cska, dove Mourinho ha dato spettacolo – prima dell’infelicissima uscita – con qualche palleggio di classe ed una serie di rigori filmati dalle telecamere delle Televisioni spagnole: di certo, nella conferenza stampa del post-partita di questa sera, la risposta dei moscoviti non si farà attendere.

    Josè Mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

    Prima, però, sarà il campo a dover parlare, ed il Real Madrid di Mourinho non avrà vita facile contro i moscoviti. Il Cska, infatti, pare intenzionato a non rinunciare al suo atteggiamento spregiudicato in campo, neppure contro un avversario tanto blasonato, al punto che il tecnico Slutsky ha dichiarato che “non giocherà per difendersi, perchè non è nel nostro DNA e non siamo in grado di farlo“.

    Una scelta “forzata”, probabilmente, soprattutto alla luce delle manifeste difficoltà dei moscoviti a realizzare la fase difensiva in maniera sufficiente. Contro una difesa mostratasi spesso fragile e vulnerabile, l’attacco stellare delle merengues non dovrebbe avere particolari problematiche: ecco perchè il tecnico del Cska ha dichiarato di voler evitare un atteggiamento eccessivamente prudente ed attendista.

    Se la “forza d’urto” del Cska non dovesse essere tale da poter impensierire Josè Mourinho, la gara in programma alle ore 18 presenterà una componente fondamentale da tener presente: il gelo. Mou, alla vigilia, ha annunciato di non temere particolarmente le condizioni climatiche, poichè i suoi saranno “più forti del freddo“, nella speranza che riescano ad adattarsi bene ai meno dieci gradi previsti per la serata moscovita, oltre che al campo in erba artificiale, non particolarmente gradito nè a Josè Mourinho nè ai suoi calciatori.

    In ogni caso, per Mou la partita di questa sera assume un significato molto importante, avendo affrontato (ed eliminato) proprio il Cska nel 2010, proprio nell’anno in cui trionfò nella finale di Madrid sulla panchina nerazzurra, contro il Bayern Monaco. Quest’anno, invece, la finale si disputerà a Monaco di Baviera, e Mou allena il Real Madrid: verrebbe da dire che cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.

    Il Real di Mou è un serio candidato alla conquista del titolo e, pertanto, il tecnico portoghese vuole dai suoi la massima concentrazione in questo ottavo d’andata, senza permettersi alcuna distrazione.

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  • Valentino Rossi spegne 33 candeline

    Valentino Rossi spegne 33 candeline

    Trentatre anni e non sentirli o, perlomeno, non dimostrarli: questo il leit motive del compleanno del giorno, quello del Dottore, Valentino Rossi. Un compleanno festeggiato anche con i suoi followers di Twitter, rendendoli partecipi della marea di auguri che, in queste ore, gli stanno giungendo da tutto il mondo ed, in particolare, dalla Malesia, dagli Usa, Giappone, Inghilterra, Australia e Francia.

    Auguri di certo affettuosi per un personaggio che, da sempre, trasmette positività, solarità, ottimismo e leggerezza, che non si è lasciato influenzare dal denaro, dalla vita agiata e dal mondo patinato, rimanendo sempre il ragazzo semplice di Tavullia, dal sorriso scanzonato e dalla battuta sempre pronta. Uno che, nonostante i 33 anni appena compiuti, ironizza proprio sulla sua stessa età, twittando testualmente: “A vent’anni guardavo quelli di 33 come se fossero degli alieni venuti dallo spazio, poi mi son distratto un attimo…colpa d’Alfredo“, citando la canzone del suo amico ed omonimo (almeno per quanto riguarda il  cognome, ndr) Vasco Rossi.

    Valentino Rossi | © SAEED KHAN/AFP/Getty Images

    Un compleanno che Valentino definisce “felice“, perchè “sta bene e riesce a camminare senza stampelle“, e stasera festeggerà con gli amici di sempre, a cena, nella sua Tavullia. Un riferimento anche al papà Graziano che, ogni anno, lo chiama il 14 Febbraio per fargli gli auguri di compleanno, ma Valentino gli ricorda – simpaticamente – cha la data del suo compleanno è due giorni dopo, il 16 appunto: quest’anno, però, pare che papà Graziano non abbia sbagliato, e che il 14 lo abbia chiamato soltanto per gli auguri dell’onomastico, probabilmente perchè era venuto a conoscenza di quanto Valentino aveva twittato.

    Ai 33 anni appena compiuti, poi, per Vale è anche tempo di proiettarsi verso il futuro, cercando di capire cosa fare quando dovrà allontanarsi dalle piste: “Dopo le moto, magari un po’ in macchina: insomma vorrei cercare di non lavorare fin quando sarò grande“. Il futuro “prossimo” per Vale sarà ancora targato Ducati, nella speranza di tenere alto il nome di Bologna e della Ducati in giro per il mondo: un auspicio che tutti i tifosi di Vale condivideranno sicuramente.

    Intanto, tanti auguri campione!

     

  • Basket: Kwame Alexander, il distruttore dei canestri

    Basket: Kwame Alexander, il distruttore dei canestri

    A molti, anche ai più esperti conoscitori di basket, il nome di Kwame Alexander è indubbiamente sconosciuto. E non potrebbe essere altrimenti visto che il ragazzo in questione gioca per la poco nota Università di Cal State San Bernanrdino, college di visibilità ristretta nel panorama americano.

    Tuttavia Alexander è balzato agli onori sportivi della cronaca per le sue doti atletiche fuori dal comune. Il suo ruolo naturale è quello di ala grande, anche se supera di poco i 2 metri (quindi un pò sotto taglia rispetto ai rivali nel ruolo) ma ha doti fisiche che esulano dalla normalità. La sua qualità migliore è la schiacciata e nelle ultime 2 settiamane Kwame ha dato prova di cosa è capace di fare quando gli viene data la possibilità di affondare a canestro.

    La prima azione che vi proponiamo è del 4 febbraio:

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    Kwame Alexander

    Dal video si può notare la grande forza fisica del giocatore e per la potenza dell’inchiodata la struttura che tiene il canestro non ha retto ed è collassata su sè stessa! Le occasioni in cui càpita qualcosa del genere sono molto rare, forse anche uniche, ed è per questo motivo che vi abbiamo proposto il video.

    Ma Alexander non si è fermato qui perchè qualche giorno fa, più precisamente a San Valentino, il buon Kwame ha replicato la prodezza. Si tratta comunque di una schiacciata dall’esito diverso (il tabellone e la struttura reggono il forte urto) ma in comune hanno la potenza devastante della schiacciata, con il giocatore capace di travolgere tutto e tutti quando si getta in volo verso il canestro. Questo è il secondo video che vi proproniamo:

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    Kwame Alexander molto probabilmente non arriverà mai in NBA, visto che è un atleta che ha molti limiti tecnici, ma ha comunque fatto parlare di sè per la sua strabordante potenza fisica, una dota che alla fine non è appannaggio di tutti. Staremo a vedere se Alexander riuscirà ad affermarsi in futuro, intanto ci lascia in eredità queste 2 grandi giocate.

  • I leggendari Harlem Globetrotters in Italia

    I leggendari Harlem Globetrotters in Italia

    Stanno per arrivare i funamboli della palla a spicchi, gli artisti dello show time: i grandi Harlem Globetrotters, istituzione nel mondo del basket, arriveranno presto in Italia ad Aprile per una delle loro fantastiche performance a base di canestri impossibili, schiacciate, passaggi eccezionali e tanto atletismo.

    Nel 2012 l’equipe torna nel nostro paese per un tour che toccherà Pescara il 21, Roma il 22, Bologna il 23, Milano il 24, Torino il 25, Piacenza il 26, Trento il 27 e Brescia il 28. Lo show degli Harlem Globetrotters, però, non si limita alla sola pallacanestro ed alla partita giocata contro la squadra avversaria. I giocatori, vestiti con la classica e celeberrima divisa a stelle e strisce,coinvolgono sempre gli spettatori, in particolar modo i bambini, coinvolgendoli in scherzi e giochi spassosi. Lo spettacolo è arricchito dalla presenza della simpatica mascotte Globie, una vera e propria attrazione nellʹattrazione.

    Harlem Globetrotters | © NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images

    Gli Harlem Globetrotters hanno più di ottantʹanni (1926 l’anno di nascita), e sono la squadra di pallacanestro più famosa del mondo, una vera ed autentica leggenda,conosciuti da tutti gli appassionati del parquet, e non solo, per i loro numeri eccezionali. Gli Harlem sono una parte importante della storia del basket mondiale, una squadra che ha contribuito a cambiare usi e costumi di una società; quando essere neri, o semplicemente diversi, era considerata una terribile “colpa” e non una ricchezza.

    Dalle origini ad oggi sono cambiati gli interpreti e le motivazioni di base ma sono diventati un’autentica leggenda dello sport. Vinsero nel 1930 il Campionato Mondiale professionistico organizzato dal ChicagoTribune, precursore dellʹattuale NBA, contro i “Lakers”, che al tempo giocavano a Minneapolis, prima di trasferirsi a Los Angeles. Nel tempo, hanno vestito la maglia del team grandi campioni, come il mitico Wilt Chamberlain,stella dellʹNBA tra gli anni ʹ60 e ʹ70, e Earvin “Magic” Johnson per alcune apparizioni e nel nel 2002 sono stati eletti nella Basketball Hall of Fame.

  • Aaron Ramsey, segna e muore un vip. Da Steve Jobs a Whitney Houston

    Aaron Ramsey, segna e muore un vip. Da Steve Jobs a Whitney Houston

    Le voci che spesso circolano a proposito del “portar sfortuna” da parte di qualcuno spesso possono rivelarsi pesanti come macigni, logorando l’io dei diretti interessati che, pur provando a non dar credito a quanto vien detto sul proprio conto, prima o poi possono trovarsi a fare i conti con un sentimento difficile da accettare. Questo è quanto accaduto a molti personaggi famosi, tacciati di essere “portasfortuna” e, pertanto, in questo articolo ci limiteremo ad esporre – senza voler lasciare intendere null’altro – una notizia emersa in queste ultime ore inerente una strana coincidenza che riguarderebbe il calciatore dell’Arsenal, Aaron Ramsey e gli “effetti” macabri dei suoi gol, peraltro non troppo frequenti.

    Infatti, secondo quanto hanno rilevato alcuni attentissimi appassionati di statistiche, pare che ad ogni rete realizzata da Aaron Ramsey vada a conseguire la morte di un personaggio molto famoso. Il “fenomeno” è stato osservato a partire dal mese di maggio scorso, quando il giocatore dell’Arsenal mise a segno un gol contro il Manchester United ed, il giorno seguente, la notizia della morte di Osama Bin Laden raggiunse il mondo intero, dopo anni di ricerche vane, seguite agli attentati terroristici che colpirono New York l’undici Settembre 2001.

    Aaron Ramsey | © GRAHAM STUART/AFP/Getty Images

    Come si suol dire in gergo investigativo, un indizio non costituisce una prova: il secondo indizio, però, rende l’ “accusa” più robusta. Nel mese di Ottobre, il giocatore dei Gunners mise a segno una rete nel derby londinese contro il Tottenham e, tre giorni dopo, vi fu la notizia della morte di Steve Jobs, il geniale fondatore della Apple, gravemente malato da tempo. Ancora nel mese di Ottobre, dopo il gol di Ramsey in Champions League contro l’Olympique Marsiglia, appena il giorno successivo, venne data la notizia della morte del colonnello libico Gheddafi: terzo indizio.

    Il quarto indizio, invece, è attualità: sabato, nella sfida fra Sunderland ed Arsenal valida per la Premier League, Aaron Ramsey mette a segno un gol fondamentale, quello dell’ 1-1 (al primo pallone toccato dopo essere appena entrato in campo ad un quarto d’ora dalla fine, ndr). Cosa accade dopo la rete messa a segno dal gallese Ramsey? Come ormai ampiamente noto, la cantante Whitney Houston viene trovata cadavere a Beverly Hills, presumibilmente a causa di un pericoloso cocktail di alcol e droghe.

    Dopo il quarto indizio, pare che il forum del quotidiano inglese Sun sia stato letteralmente preso d’assalto da improvvisati statistici, che – condizionati e suggestionati da quanto appana appreso – continuavano a supporre relazioni di causa-effetto fra altre reti segnate in carriera dal calciatore gallese dell’Arsenal ed altri lutti che hanno colpito personaggi famosi del mondo dello spettacolo o della politica: in tal senso, secondo quanti riportato da un membro del forum del Tabloid Sun, pare che esista una “relazione di 1-1” fra gli eventi in questione, ossia che ad ogni rete messa a segno da Ramsey corrisponda una morte celebre.

    Naturalmente, tale conclusione non è stata ancora verificata ma, data l’attenzione che fenomeni del genere solitamente suscitano nell’opinione pubblica (come ad esempio le capacità previsionali del Polpo Paul durante i Mondiali Sudafricani, ndr) , non è da escludere che presto tale aspetto verrà maggiormente approfondito.

    UPDATE: La maledizione di Aaron Ramsey colpisce ancora. Domenica 10 agosto infatti Ramsey ha segnato contro il Manchester City nella supercoppa inglese, il giorno dopo, 11 Agosto, la notizia della morte di Robin Williams, noto e amato attore statunitense de “L’attimo Fuggente” e “Mrs. Dubtfire”. Insomma una coincidenza macabra che, ad ogni gol del gallese, fa tremore i vip di tutto il mondo.

  • Capello, dopo le dimissioni il Tapiro d’Oro di Striscia

    Capello, dopo le dimissioni il Tapiro d’Oro di Striscia

    Quella che si sta concludendo non è stata una settimana facile e felice per Fabio Capello, tecnico dimissionario da ct dell’Inghilterra. La decisione presa in maniera del tutto autonoma della FA di revocare la fascia di capitano a John Terry (per presunti insulti razzisti al giocatore del Queens Park Rangers Anton Ferdinand ndr) senza consultare il ct sconfinando nel potere decisionale del tecnico di Pieris ledendo così la sua autorità all’interno dello spogliatoio, non è andata proprio giù a Don Fabio che, appena appresa la notizia, senza pensarci su due volte si è recato a Wembley nella sede della FA per rimettere il suo mandato nelle mani di David Bernstein, il numero uno della federazione inglese.

    I più maligni hanno visto nella decisione della FA una mossa strategica montata ad arte per stringere con le spalle al muro l’ormai ex ct con il quale i rapporti si erano ormai consumati da tempo culminati con l’eliminazione precoce dal Mondiale sudafricano e costringerlo a rassegnare le dimissioni rinunciando ad una vetrina importante come l’Europeo e ad un ingaggio faraonico pur di dimostrarsi coerente nel suo lavoro e di far valere i suoi principi. In tal modo la FA si è sgravata del pesantissimo ingaggio di Capello (7 milioni di euro netti all’anno ndr) corrispondendogli una buona uscita di 2 milioni di euro. Il tutto a pochi mesi appunto dal via dell’Europeo del 2012 che si giocherà quest’estate in Polonia e Ucraina dove la nazionale di sua maestà avrebbe dovuto recitare un ruolo da protagonista.

    Dopo la triste vicenda delle dimissioni, per Don Fabio era inevitabile “fare i conti” anche con il Tapiro d’Oro di Striscia La Notizia, consegnato come di consueto da Valerio Staffelli. Nella puntata che andrà in onda questa sera, l’inviato del tg satirico ha intercettato Capello a Lugano consegnandoli l’ “ambito” premio “estorcendogli” anche qualche breve dichiarazione, dalle dimissioni da ct della nazionale inglese ad un suo probabile ritorno in Italia: “Non è stata una fuga, sono andato via perché c’è stato un misunderstanding. Sono stato benissimo, però ci sono momenti in cui si decide di andare via” – ha detto Capello – “Se torno ad allenare in Italia? Assolutamente no. Ora voglio rilassarmi“.

    Nonostante la smentita del diretto interessato, su Capello sono forti le voci che lo vorrebbero sulla panchina dell’Inter per la prossima stagione, dove peraltro era stato già vicinissimo quest’estate quando il tecnico fu protagonista di un altro braccio di ferro con la federazione, al posto di Claudio Ranieri. Anche il patron nerazzurro Massimo Moratti ha negato questa possibilità volendo rinnovare pubblicamente piena fiducia al tecnico romano ma da qui fino a giugno la strada da fare è tanta e le idee possono cambiare in un baleno.

  • Borriello perseguitato dalle multe di Belen Rodriguez

    Borriello perseguitato dalle multe di Belen Rodriguez

    Ci sono cose nella vita di una persona che segnano anche dopo che sono terminate: una di queste, nel caso del neo attaccante juventino Marco Borriello, è la relazione con Belen Rodriguez, durata quattro anni circa, prima che la showgirl argentina scegliesse di “naufragare” sull’isola dei famosi, dove conobbe Rossano Rubicondi e, subito dopo, Fabrizio Corona con il quale è attualmente fidanzata.

    Ecco, dunque, che Marco Borriello si trova a dover fare i conti, ancora una volta, con le multe non pagate dalla sua ex fidanzata, alquanto spericolata alla guida della sua Mini ai tempi della loro relazione. Borriello dopo aver trascorso alcuni giorni di relax in Svizzera, tornando in Piemonte è stato fermato nei pressi del confine italo-svizzero a causa dei “carichi pendenti” della sua ex argentina, sulla quale gravavano ben 800 franchi svizzeri, pari a circa 650 euro, di multe non pagate per eccesso di velocità con la sua “Mini Morris”.

    Oltre al danno la beffa per il calciatore partenopeo che non è nuovo a dover sborsare ingenti somme a causa di Belen: tre anni fa, infatti, Borriello dovette pagare ben 6000 euro di multa per le contravvenzioni di Fabrizio Corona, attuale compagno della showgirl argentina. Questa volta Borriello era rimasto realmente incredulo di fronte  a quanto gli agenti svizzeri gli contestavano, sostenendo di non esser stato in Svizzera nel periodo “incriminato” ma, dopo poco, gli agenti hanno spiegato al calciatore che alla guida di quella vettura c’era proprio Belen Rodriguez. Il calciatore, così, per poter tornare a casa serenamente, ha deciso di pagare la sanzione e la multa è stata estinta. Chissà se Belen, almeno, deciderà di ringraziare il suo galante ex ragazzo che, probabilmente, deve aver esaurito la pazienza di fronte al ripetersi di episodi simili.

    E’ proprio vero che certi “amori” non finiscono proprio mai, e lasciano una traccia indelebile….

  • La favola di Giada: esce dal coma ascoltando le parole di Del Piero

    La favola di Giada: esce dal coma ascoltando le parole di Del Piero

    Nella dura realtà quotidiana, di sofferenze e problematiche trasversali, a volte è piacevole soffermarsi a fissare un punto di luce, percependo il calore delle emozioni, immedesimandosi in situazioni che, anche se non si vivono in prima persona, toccano l’animo nel profondo, solleticando i sentimenti più veri, giungendo dritto alle corde del cuore. La storia di Giada, una bambina calabrese di dodici anni appena, di Cerenzia in provincia di Crotone, è uno di questi punti di luce, perchè – come una favola – è una storia a lieto fine, che non può che emozionare chiunque la ascolti.

    Una bambina sfortunata Giada, che, a soli dodici anni, ha dovuto affrontare delle difficoltà che, alla sua età, nessun bambino dovrebbe neppure immaginare: la sorte, però, per la piccola ha riservato una pagina triste, fatta di paura e sgomento per i suoi cari, che hanno visto la loro bambina subire un’emorragia cerebrale, seguita dal ricovero ospedaliero, da un delicato intervento e dal successivo coma farmacologico, indotto dai medici per tentare di mantenere stabili le condizioni della piccola paziente.

    Quasi di un mese di attesa, lunga ed angosciante, dal 22 Gennaio ad oggi, che solo chi ha vissuto sulla propria pelle il dolore per una persona cara in coma può capire: la paura che quegli occhi non si aprano più, la paura che al risveglio nulla darà più come prima, la paura dell’ignoto, di quella dimensione simile al limbo dantesco, in cui la vita sembra realmente appesa ad un filo sottile.

    Un mese di speranza e di preghiere, cercando di aggrapparsi con tutte le forze ai pensieri positivi e rincuoranti, cercando avidamente, nella vita di Giada, nei suoi dolci sogni di bambina, un particolare che potesse, in qualche modo, indurla al risveglio: un particolare che, in tal caso, si chiama Juventus, la squadra del cuore della piccola Giada, ed Alessandro Del Piero, il capitano della Signora, che la bimba considera da sempre il suo idolo, anche grazie alla passione per i colori bianconeri trasmessagli dal suo papà.

    Ecco, dunque, che le speranze della famiglia di Giada si riversano proprio su Alex Del Piero, e sul suo tentativo, tramite un video-messaggio registrato per Giada, di suscitarle – con la sua voce e le sue parole di incoraggiamento nei confronti della bimba – la scintilla determinante per il suo risveglio.

    Il campione bianconero, da sempre esempio di grande sensibilità ed umanità, ha accolto immediatamente la richiesta dei genitori di Giada, ed ha provveduto ad inviarle un video in cui la esortava a riprendersi presto, per poter ritornare a seguire le partite della Juventus ed i suoi gol: come per magia, le dolci parole di Alex hanno acceso uno spiraglio nel tunnel buio ed angusto della sofferenza della piccola, che – ascoltando le parole del suo idolo – ha riaperto gli occhi, risvegliandosi dal coma, accennando un sorriso. Un miracolo, un lampo di luce improvviso e bellissimo.

    Non poteva perdersi un evento così bello, Giada Scalise: non poteva non assistere in modo cosciente al realizzarsi del suo sogno, quello di poter incontrare Alex Del Piero: ora, dopo che il percorso di riabilitazione di Giada sarà completo (la piccola è ricoverata in un centro in provincia di Cosenza, ndr) la piccola potrà accogliere l’invito di Alex a seguire dal vivo un allenamento a Vinovo ed una partita allo Juventus Stadium.

    Il sogno di Giada, comunque, per ora è già diventato realtà nel modo più sorprendente, e la sua storia, dall’incipit tanto triste, è divenuta una favola, con tanto di meraviglioso lieto fine, in perfetto stile “e vissero tutti felici e contenti”, anche grazie all’intervento di un campione e di un uomo speciale, Alessandro Del Piero.

    In ogni caso, auguri di pronta guarigione Giada!