Tag: Curiosità

  • La Francia si scopre razzista: stop ad arabi e neri nei vivai

    La Francia si scopre razzista: stop ad arabi e neri nei vivai

    Il calcio Francese è nella bufera, così come nei giorni scorsi lo è stato il Governo Francese per la decisione di bloccare l’arrivo dei treni alla frontiera di Mentone, per evitare l’arrivo degli immigranti nordafricani, che poi l’Eliseo ha reso più moderata comunicando che aveva solo carattere temporaneo. 

    Di oggi, invece, è la notizia che la Federazione calcistica francese, secondo Mediapart on line, stia studiando la realizzazione di un sistema di quote rivolte agli arabi ed ai neri nei vivai, per evitare che troppi calciatori vengano formati nei vivai francesi e scelgano, poi, di vestire la maglia di altre nazionali sfruttando la doppia nazionalità. Inoltre, il provvedimento vorrebbe anche porre un limite ai troppi neri alti, atletici e possenti  a discapito dei calciatori bianchi. Una discriminazione in senso proprio, che va in parallelo con le polemiche legate alle decisioni dell’ Eliseo in termini di politiche migratorie.

    La Federazione francese, però, al momento smentisce le indiscrezioni, precisando che nessuna decisione è ancora stata presa in proposito.

    Sarebbe, comunque, una decisione drastica ed in qualche modo epocale, dopo unba lunga stagione di nazionale multietnica, culminata nella vittoria del mondiale di Francia ’98, e nell’ Europeo 2000, con il simbolo del franco – algerino Zinedine Zidane, ma anche Lilian Thuram, Desailly, Patrick Viera, Wiltord, Henry, e così via.

    Un cambiamento molto forte, se dovesse essere realmente attuato, ma anche un cambiamento molto distante dalla realtà della società civile francese in cui convivono in modo più che naturale etnie fra loro diverse già alla seconda o terza generazione, e perfettamente integrate in tutti i campi.

  • Olanda, baby fenomeno sotto contratto a solo un anno

    Olanda, baby fenomeno sotto contratto a solo un anno

    Baerke van der Meij è il baby fenomeno che sta spopolando su Youtube con i suoi video che in poche ore hanno superato il milione di visite. Baerke viene ripreso mentre con una disarmante naturalezza centra uno scatolone per ben tre volte.

    Il piccolo fenomeno è conquistato cosi il suo primo contratto il Venlose Voetbal Vereniging, club in cui tra l’altro ha militato il padre da giovane, gli offre un contratto di dieci anni di durata dopo un “provino” con il centrocampista Ken Leemans allo stadio De Koel.

    La società comunica “Non sappiamo ancora in che posizione giocherà. Ma sappiamo che il bambino tira di destro, ha una gran tecnica, perseveranza e dei buoni geni, quelli del padre”.

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  • “Porquè…?” Lo sfogo di Mourinho [video]

    “Porquè…?” Lo sfogo di Mourinho [video]

    E’ un Josè Mourinho molto amareggiato quello che si è presentato nella conferenza stampa post gara dopo la sconfitta tra le mura amiche del Santiago Bernabeu del suo Real Madrid contro gli eterni rivali del Barcellona nella semifinale d’andata della Champions League. Lo Special One, che fa capire di aver gettato la spugna parlando di qualificazione ormai compromessa, vorrebbe una risposta al suo “porquè“, ripetuto decine di volte, sull’arbitraggio del direttore di gara Stark secondo lui favorevole ai blaugrana soffermandosi in particolare sul fallo che ha causato l’espulsione di Pepe e che ha lasciato le merengues in inferiorità numerica per gran parte del secondo tempo e non solo, riesumando i favori arbitrali del passato di cui, sempre secondo la sua opinione, il Barcellona avrebbe beneficiato nelle scorse semifinali giocate citando Ovrebro, De Bleeckere e Busacca.

    Di seguito il video dello sfogo di Mourinho in lingua spagnola tratto dalla trasmissione Mediaset “Champions League Live” con la traduzione simultanea del giornalista Marco Foroni.

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  • Tennis, Agassi: “le mie vittorie, una condanna grazie a Papà”

    Tennis, Agassi: “le mie vittorie, una condanna grazie a Papà”

    È uscita in Italia la tanto attesa biografia del campione americano intitolata “Open”, in cui il grande Andree racconta la sua vita fuori e dentro il suo tanto amato e forse anche odiato tennis.

    Questi alcuni passaggi del libro: Il mio odio per il tennis si concentra sul drago, una macchina lanciapalle modificata dal mio vulcanico papà. Nero come la pece, montato su grosse ruote di gomma e con la parola prince dipinta in bianche lettere maiuscole lungo la base, il drago assomiglia a una qualunque macchina lanciapalle di un qualsivoglia circolo sportivo americano. In realtà, però, è una creatura vivente uscita da uno dei miei fumetti. Il drago respira, ha un cervello, una volontà, un cuore nero – e una voce terrificante. Risucchiando un’altra palla nel proprio ventre, il drago emette una serie di rumori disgustosi. (…) Quando il drago punta dritto su di me e spara una palla a 180 chilometri all’ora, emette un ruggito da belva assetata di sangue che mi fa sobbalzare ogni volta. Mio padre lo ha reso spaventoso di proposito. (…)

    Sono l’ultima speranza del clan Agassi. A volte apprezzo le sue attenzioni, ma altre volte vorrei essere invisibile, perché papà può fare paura. Fa delle cose… Per esempio, spesso s’infila pollice e indice su per il naso e poi, irrigidendosi per il dolore che gli fa lacrimare gli occhi, si strappa un bel ciuffo di peli neri. È così che si prende cura del proprio aspetto. Con lo stesso spirito si rade senza schiuma da barba né crema. Semplicemente si passa a secco un rasoio usa e getta sulle guance e sulla mascella, poi lascia che il sangue gli scorra sul viso finché non si asciuga. (…) Tiene un manico d’ascia nella sua auto. Non esce mai di casa senza una manciata di sale e pepe in ciascuna tasca, nel caso si trovi ad azzuffarsi per strada e debba accecare qualcuno. (…) Sono in macchina con papà un giorno, diretti al Cambridge, e lui inizia a litigare con un altro automobilista. Ferma l’auto, scende e ordina all’uomo di fare altrettanto. Poiché mio padre sta brandendo il suo manico d’ascia, quello si rifiuta. Papà allora gli colpisce con il manico i fari anteriori e posteriori, mandandoli in frantumi. Un’altra volta mio padre allunga un braccio e punta la pistola contro un altro automobilista, tenendola all’altezza del mio naso. Io fisso dritto davanti a me, immobile. Non so cosa abbia fatto di male quell’altro, so solo che è l’equivalente automobilistico di tirare in rete. Avverto la tensione del dito di mio padre sul grilletto. Poi l’altro sgomma via, seguito da un suono che sento di rado: la risata di mio padre. Sta ridendo a crepapelle. Mi dico che ricorderò questo momento – papà che ride, tenendomi una pistola sotto il naso – campassi cent’anni. (…) L’ultimo posto dove vorrei essere, a parte un campo da tennis, è in auto con mio padre.

    Molto sorprendenti ed a tratti anche scioccanti questi passaggi della vita sportiva di un campione che ha regalato emozioni fortissime negli anni novanta grazie alla sua eterna rivalità con l’ amico Pete Sampras e che ha conosciuto, forse un po’ tardi, il suo amore Steffi Graf che gli avrebbe permesso di vincere sicuramente molto di più grazie ad una serenità maggiore che il “Kid” di Las Vegas ha raggiunto solo a fine carriera.

  • Balotelli sgambetta Dzeko, ma è uno scherzo. Video

    Balotelli sgambetta Dzeko, ma è uno scherzo. Video

    Edin Dzeko si è finalmente sbloccato regalando a Mancini e al suo City tre punti fondamentali per la corsa ad un piazzamento Champions distanziando adesso di 4 punti il Tottenham quinto. Il gol del bosniaco è stato ampiamente festeggiato nel post partita e le telecamere hanno immortalato Balotelli nel fare uno sgambetto.

    I due pare fortificati dalle critiche degli inglesi siano diventati ottimi amici e lo dimostra che subito dopo c’è stato un abbraccio tra i due.

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  • Diritti Tv, le medio-piccole al contrattacco “le big sovvertono il voto”

    Diritti Tv, le medio-piccole al contrattacco “le big sovvertono il voto”

    La guerra sui diritti televisivi della serie A non sembra aver avuto tregua, neppure con le festività pasquali. La posta in palio è molto alta, circa 200 milioni di euro, e per questo motivo nessuna delle parti sembra voler cedere terreno all’ altra, in una guerra di trincea, a colpi di  memorie difensive, legata soprattutto alla questione del calcolo delle quote dei bacini d’ utenza, necessaria per determinare la suddivisione dei diritti Tv.

    Le 15 società medio piccole ieri hanno presentato alla Corte federale la propria memoria difensiva, in risposta al reclamo delle cinque big (Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli) che, congiuntamente, rappresentano ben l’ 81 % dei bacini d’ utenza.

    Il motivo del contendere è sempre legato ai criteri da adottare per determinare l’ ormai celebre “bacino“, sui quali le due fazioni non riescono a trovare alcun punto di incontro, date le esigenze totalmente contrapposte. Infatti, i cinque club più grandi vorrebbero che nel conteggio venissero menzionati esclusivamente i tifosi, ossia coloro che sono supporters di una sola squadra (circostanza più probabile nel caso delle cinque big), mentre le quindici medio piccole vorrebbero che si considerassero anche i cosiddetti “simpatizzanti”, ossia coloro che, oltre a tifare per una big simpatizzano anche per una seconda squadra (magari per motivi di apparteneza geografica), leggendo i quotidiani sportivi, acquistando materiale di merchandising, seguendo anche occasionalmente le partite allo stadio; inoltre esse ritengono questo fattore “simpatizzanti” assolutamente determinante ai fini del riscontro dell’ audience televisiva.

    Come detto, però, le grandi si sentono danneggiate economicamente da tale eventualità, ritenendo che in questo tipo di suddivisione, avrebbero solo da rimetterci, non vedendo premiato il loro maggiore sforzo in termini di investimenti nel calcio italiano, e vedendo, di conseguenza, penalizzata anche la loro competitività a livello europeo. Si calcola, infatti, che se il discorso del bacino d’ utenza venisse risolto a vantaggio delle quindici medio piccole, le big avrebbero una perdita abbastanza consistente: Juventus ed Inter guadagnerebbero dieci milioni di euro in meno, il Milan otto milioni di euro in meno ed il Napoli due milioni di euro in meno.

    Il punto di partenza della diatriba, che al momento non mostra alcun segno di possibile risoluzione, è nella Legge Melandri, proposta dall’ ex Ministro dello Sport del Governo Prodi, per tentare una riequilibratura nella suddivisione dei diritti televisivi, evitando che lo strapotere delle grandi danneggi in quelche modo le altre squadre e ne comprometta la gestione economica.

    L’ex sottosegretario al Ministero dello Sport, Giovanni Lolli, a margine del conflitto ormai esploso, ha voluto precisare la reale ratio della legge Melandri, auspicando una risoluzione in tempi brevi della spinosa e delicata questione, facendo riferimento al buon senso: “Il nostro obiettivo nella legge Melandri era di incrementare le risorse e di distribuirle in maniera equa, dando di più alle squadre più piccole senza danneggiare le altre big nel confronto internazionale. Con un po’ di buon senso ci si può riuscire“.

    Lo scontro proseguirà il 3 Maggio in assemblea di Lega, con il fronte delle medio piccole che non ci sta a giocare la parte della Cenerentola, che gioca il campionato dei “disperati” come ha sottolineato il presidente del Parma Tommaso Ghirardi, mentre le cinque big continuano a sottolineare come nel conteggio dei bacini d’ utenza vadano menzionati soltanto i tifosi “militanti”, sottolineando le stesse parole dell’ex Ministro Giovanna Melandri all’ epoca della definizione della legge in questione, precisando la loro posizione tramite il vice presidente del Milan Adriano Galliani che vuol chiarire, una volta per tutte, il punto di vista delle big: “Noi vogliamo le indagini demoscopiche, ma nello spirito della legge devono misurare i sostenitori (ovvero i tifosi) e non qualcos’ altro che i medio-piccoli vorrebbero buttare dentro. Il ministro Melandri, quando noi ci lamentavamo perché la legge divideva il 40% dei diritti tv in parti uguali, ci rispondeva: “Tanto poi ci sarà il 30% da dividere in base ai tifosi e lì sarete indennizzati visto che quella graduatoria vi vede nettamente prima degli altri”.

  • Nocerina in serie B: in 23 mesi dalla serie D alla serie cadetta

    Nocerina in serie B: in 23 mesi dalla serie D alla serie cadetta

    Triplo salto, il 23 mesi dalla serie D alla serie B: coefficiente di difficoltà sicuramente elevato, eppure la Nocerina da sabato scorso, con la vittoria per 1 a  0 sul  Foggia, con rete di Pomane, è matematicamente promossa in serie B, con ben tre giornate di anticipo ed un primato in classifica assolutamente indiscutibile nel girone B di Prima Divisione, con una cavalcata trionfale con ben 20 vittorie e sole 3 sconfitte in 31 gare complessive e 68 punti in classifica.

    Un susseguirsi di promozioni, una di fila all’altra, inanellate all’insegna della competenza e della programmazione, due aspetti molto rari nel calcio, soprattutto nelle divisioni non di primissimo piano. La Nocerina è, dunque, un esempio da imitare, ripercorrendo le tappe dei successi degli ultimi due anni.

    A partire dall’ estate 2009 con la vittoria contro il Vico Equense che la portò in Seconda divisione, contrinuando con il ripescaggio in Prima divisione, e terminando con la promozione nella serie cadetta, ritornandovi dopo ben 32 anni di assenza.

    Come è ovvio che sia la soddisfazione per un’ ìimpresa di questo calibro è davvero immensa, soprattutto per l’allenatore Gaetano Auteri, 49 enne alla prima promozione in serie B, uno dei principali artefici di questo traguardo raggiunto, e che continuerà a guidare la squadra anche nella prossima stagione, nella speranza di riconfermare  i positivi risultati ottenuti quest’anno: “Una grande soddisfazione che ha premiato il lavoro del gruppo, abbiamo sempre avuto la voglia di confrontarci con gli altri, poi ci siamo resi conto che eravamo estremamente competitivi. “. Un risultato sicuramente difficile da pronosticare, soprattutto dopo il ripescagggio in Prima divisione, che ha concesso ben poco tempo per programmare la stagione, con la squadra che  è stata costruita in sole due settimane, nel mese di Agosto.

    Simbolo della promozione il tridente offensivo formato da  Catania – Castaldo – Negro, inserito perfettamente nel 3 – 4 – 3 di Auteri, che hanno firmato ben  32 gol dei 47 gol complessivi realizzati dalla squadra, con grandi meriti nella costruzione della squadra anche per il direttore sportivo Ivano Pastore,  Bruno Iovino, e del presidente Citarella, 41 anni imprenditore edile, che guida la squadra fin dalla serie D e che, per il prossimo futuro, vuole che la Nocerina possa restare in serie B a lungo, migliorando i risultati ottenuti dopo le prozioni ottenute in passato nella serie cadetta, ossia nel 1947 e nel 1978.

    Il trionfo, per ora è il presente. Una festa che nella giornata di sabato ha invaso la cittadiuna campana, con ben 15 pullman di tifosi che erano partiti alla volta di Foggia per assistere alla vittoria promozione. Una vittoria, quella di Foggia, che però ha lasciato qualche strascico polemico. I pugliesi hanno animatamente protestato per i tre gol annullati (due a Sau ed una a Farias) nel corso del match per fuori gioco, ed il tecnico boemo Zdenek Zeman ha lasciato anzitempo il campo di gioco dopo il terzo gol annullato alla sua squadra dall’ arbitro Bolano di Livorno, rincarando la dose di polemiche a fine gara, puntando il dito contro gli “arbitraggi che ci hanno penalizzati nel corso di tutta la stagione”.

    Inoltre, il tecnico dei campani, Gaetano Auteri, ha dichiarato di esser stato colpito da due schiaffi, oltre che da numerosi insulti, da parte del presidente del Foggia, Pasquale Casillo: “Ho preso due schiaffi dal presidente del Foggia. Mi meraviglio che uno come Zeman, che reputo un maestro di vita, lavori con Casillo “. La replica del presidente Foggiano, però, non si è fatta attendere, a sua giustificazione: “Auteri è un bugiardo e c’era anche l’addetto all’Ufficio Inchieste che ha visto tutto”. Al di là delle polemiche, però, resta il verdetto definitivo del campo, che determina una quasi certa esclusione dalla lotta play off per il Foggia,  attualmente lontana sei punti con tre partite che restano da disputare fino alla fine del campionato.

    A Nocera, invece, le polemiche non interessano più: per ora, è solo festa grande.

  • Gomez come Tyson, morde l’orecchio dell’avversario. Video

    Gomez come Tyson, morde l’orecchio dell’avversario. Video

    L’argentino Alejandro Gomez emula Mike Tyson addentando l’orecchio del suo sfidante, Martin Rodriguez, in un match valido per i pesi superpiuma disputatosi lo scorso sabato a Buenos Aires.

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  • Balotelli e il parcheggio “pazzo”. Multe per 11.000 Euro

    Balotelli e il parcheggio “pazzo”. Multe per 11.000 Euro

    Sicuramente i tabloid inglesi con l’ approdo di Mario Balotelli in Inghilterra hanno fatto un vero affare. Super Mario nella sua prima intervista al Manchester aveva pronunciato “I’m not a bad boy”, magari non sarà un cattivo ragazzo ma molto probabilmente è un pessimo parcheggiatore.

    A fare i conti in tasca a SuperMario è il Sun che quantifica in più di 11mila euro le multe già pagate da Balotelli dal suo arrivo a Manchester, nove mesi fa. Oltre mille euro di sanzioni al mese, una sovrattassa per la sua indisciplina al volante o, più semplicemente, la scarsa attenzione alla segnaletica stradale. Il record per le macchine di proprietà di Balotelli appartiene ad una Maserati che sarebbe stata sgomberata dal carro attrezzi ben 27 volte ma super Mario non sembra preoccuparsi assolutamente delle multe visto quanto guadagna al City (3,5 milioni di Euro) ed anzi, alcune volte risulta essere anche irrispettoso delle stesse autorità inglesi: “Una volta Mario è stato fermato dalla polizia con circa 30mila euro in contanti sul sedile del passeggero. Gli è stato chiesto la provenienza di quei soldi, e lui si è limitato a rispondere: ‘Perchè io posso’. Non ha un grande rispetto delle autorità”, ha spiegato un anonimo beninformato.

  • Puzzle Sport.  Una famiglia di campioni tra basket, atletica e pallanuoto

    Puzzle Sport. Una famiglia di campioni tra basket, atletica e pallanuoto

    Atletica leggera, pallanuoto e basket: tre sport diversi ed egualmente affascinanti che si legano tra loro per una vicenda che sembra essere uscita dalla penna di uno scrittore. E’ un romanzo di famiglia, scritto con la passione per lo sport e che ha come filo conduttore non solo la stoffa dei fuoriclasse ma l’amore.

    Una storia fatta di DNA vincente o, detto in altri termini, quando l’essere campioni è un affare di famiglia: due generazioni, l’una figlia dell’altra e con radici a Francavilla al Mare (CH), che hanno scritto o promettono di scrivere pagine indelebili nel romanzo denominato ‘Sport italiano’. Il protagonista maschile, Daniele Fontecchio, è stato padrone dei 110 ostacoli di casa nostra dall’81 all’86 (10 ori complessivi tra 110 m hs e 60 m hs nei Campionati italiani assoluti o indoor); la sua metà, Amalia Pomilio detta Malì, è stata una delle più grandi giocatrici del basket tricolore con numerosi allori personali (120 presenze in maglia azzurra) o di squadra (due Scudetti e due Coppe dei Campioni con Vicenza) nel suo curriculum. Che in questa famiglia i geni fossero speciali è fatto risaputo: Malì è infatti figlia di Vittorio, in passato nazionale di basket e giocatore della Stella Azzurra Roma, nipote di Gabriele,grande manager, consigliere federale e accompagnatore del Settebello, e cugina di Amedeo, pallanuotista oro olimpico, europeo e mondiale.

    Da una coppia così non poteva dunque non nascere una prole di potenziali fuoriclasse dello sport. Luca e Simone, questi i nomi ei componenti della seconda generazione di fenomeni, terza se consideriamo quella di nonno Vittorio, hanno seguito, sportivamente parlando, le orme della mamma inseguendo un sogno che ha le fattezze della palla a spicchi. In un’epoca nella quale il basket tricolore vive un momento difficile, nonostante 3 suoi esponenti siano alfieri della NBA (Bargnani, Gallinari e Belinelli), le nuove speranze italiane sono affidate anche a Luca e Simone. Il primogenito, Luca classe 1991, si è trasferito giovanissimo a Bologna, sponda Virtus, ed attualmente è protagonista in una squadra satellite delle V Nere, l’Ozzano in A dilettanti, per completare il suo percorso di maturazione ed imporsi alla ribalta nazionale come il teatino Stefano Mancinelli, anche lui un passato nella città felsinea ma sponda Fortitudo (attualmente milita nell’Olimpia Milano).

    Simone, il più piccolo essendo nato nel 1995, è arrivato da poco alla Virtus, sulle orme del fratello, dopo esser cresciuto nel Vivavilla e nell’Amatori Pescara. E’ già un giocatore chiave della Virtus Ugf Banca under-17 e della Nazionale italiana under-16, ma ciò che ha stupito è la grande maturità tecnico-tattica per un cestista della sua età (è un’ala/guardia di 197 cm). Di recente è stato selezionato per il camp internazionale del Jordan Brand Classic, svoltosi a Londra, dove i 50 migliori prospetti europei prescelti dalla Nike si sono ritrovati (due soli gli italiani presenti).Un predestinato, insomma, e chissà se tra qualche anno vedremo il primo abruzzese calcare da protagonista i mitici parquet dell’Olimpo del Basket, la NBA…