Tag: Curiosità

  • Abigail Balotelli incinta, Obafemi Martins padre, Mario lo zio

    Abigail Balotelli incinta, Obafemi Martins padre, Mario lo zio

    Ti pareva che questi Balotelli ci lasciassero in pace almeno per l’inizio dell’anno nuovo. Manco per sogno. Chi ti capita sulla bacheca di Facebook con tanto di aereo? Lei, Abigail Balotelli. Se non la conoscete siete in ogni caso perdonati, anche perché l’Isola dei famosi è finita già da qualche semestre e diciamo che Abigail non ha recitato proprio il ruolo di star sulla stessa sabbia dove il Divino Otelma propiziava i suoi riti ancestrali e Valeria Marini giocava a noci di cocco con l’inseparabile amica Nina Moric. Ebbene, vi starete chiedendo perché a noi pallonari interessa tanto che Abigail Balotelli aspetti un bambino. Per un semplice motivo, perché prima è sorella naturale (è bene specificarlo) del più noto Mario Balotelli, e poi anche perché il padre da cui aspetta un bambino è un certo Obafemi Martins, l’enfant prodige dell’Inter e ora disperso in quel di Spagna dove gioca con la maglia del Levante.

    Chi d’altronde non si ricorda le capriole che Oba Oba faceva subito dopo aver centrato la via della rete? Chi non si ricorda il generoso decoltè di Abigail Balotelli? Chi non si ricorda la solitudine di quest’ultima nell’Isola dei famosi, lasciata sola da Mario, dal quale si sarebbe aspettata almeno una telefonata, un sms. No, niente. Ah, che mondo crudele quello dello spettacolo. Una volta che raggiungi il successo, puff, ti accorgi di essere il nulla cosmico senza i tuoi affetti più cari.

    Martins diventa papà © Ian Walton/Getty Images
    Martins diventerà papà © Ian Walton/Getty Images

    Suvvia però, Abigail Balotelli ha di che sorridere. Adesso ha tutto: un ragazzo che la ama, un padre che divertirà tantissimo suo figlio a ritmo di capriole, uno zio che quando vuole sa essere molto generoso, e sopratutto la fama eterna del post sulla bacheca di Facebook. Come si dice, la classe non è acqua.

  • Io zlatano, tu zlatani, Ibrahimovic finisce sul vocabolario

    Io zlatano, tu zlatani, Ibrahimovic finisce sul vocabolario

    In principio ci fu la “Zona Cesarini” (prese il nome dal giocatore Renato Cesarini) per definire un fatto accaduto in extremis poi la “Cassanata” (dal più celebre Cassano) termine più o meno simpatico per definire un’azione non propriamente corretta ed infine “Zlatanera” verbo appena inserito nel vocabolario svedese che significa dominare. Zlatan Ibrahimovic ha conquistato definitivamente la sua Svezia con il poker realizzato contro l’Inghilterra, con tanto di eurogol in rovesciata da fuori area ed ora entrerà nella storia della lingua svedese con un vocabolo tutto suo. I tempi passano e anche i vocaboli cambiano. Certo, non la prenderanno bene i tradizionalisti, che non accetteranno di buon grado un verbo del genere legato ad un calciatore che ha fatto della propria forza e del dominio la sua caratteristica migliore.

    Ora non resta che stampare nuovi dizionari, per chi volesse però potrà iniziare ad aggiungerlo a penna in attesa delle nuove stampe. Ormai è ufficiale. Nelle scuole svedesi si studierà anche il verbo “zlatanera”.

    Ibra entra nella storia. Zlatanera diventa verbo © JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images
    Ibra entra nella storia. Zlatanera diventa verbo © JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images

    Dall’Italia alla Svezia il passo è abbastanza breve, nonostante le distanze tra le due nazioni sembrano piuttosto evidenti. Da Cassano ad Ibrahimovic. I due hanno pure giocato insieme al Milan e la loro intesa era perfetta. Adesso entrambi potranno riderci su, una volta finita la carriera all’inseguimento di un pallone, si ritroveranno nei libri di scuola. D’altronde, quando si è genio e sregolatezza, può capitare di tutto!

    L’annuncio ufficiale è arrivato nei giorni scorso, durante la cerimonia di premiazione per Zlatan come miglior giocatore svedese dell’anno solare 2012. Per consacrare definitivamente l’attaccante del Psg, un giornale di Stoccolma ha usato la frase “Ibra ha zlatanato all’annuale cerimonia di premiazione” e da qui è stato deciso di utilizzare ufficialmente il verbo “Zlatanera” dal significato esatto di “dominare con forza” che in Svezia viene usato già da qualche tempo.

    Insomma, Ibra fa sempre parlare di se… E c’è già qualcuno che spera di non dover coniugare un verbo con protagonista Kaka…

  • Cristiano Ronaldo e Nicole Minetti a letto alla faccia dei Maya

    Cristiano Ronaldo e Nicole Minetti a letto alla faccia dei Maya

    Quanti moralisti nel mondo. Tra bigotte che si nascondono dietro i panni appena stesi sul balconcino al terzo piano, falsi preti e intenditori d’arte che se la tirano di fronte ad una Gioconda qualsiasi, noi stiamo con Cristiano Ronaldo e Nicole Minetti. Oddio, pure con Irina, per par condicio. E perché no, anche con Lea di Leo, hai visto mai. In fondo che male c’è essere a Madrid (manco avessimo detto Ulassai), in un albergo, il 9 dicembre 2012, dopo che il sole è già tramontato da diverse ore, e ritrovarsi lì, per caso, in una camera, zona letto, per poi ubriacarsi di sollazzi erotici. Senza o con preliminari, che importa, quello che conta è che non sia stata una notte con il solito sesso.

    Ronaldo e Nicole Minetti a letto insieme. E quindi, dove sta la notizia? Ma adesso due belloni della scena internazionale non potranno decidere dove e con chi fare all’amore? Dovevano per forza essere a Verona, con la Minetti costretta a rifarsi le extension e Ronaldo confessarsi prima con l’Innominato?

    Irina e la scollatura da sballo. Vero Pier? | ©VALERY HACHE/AFP/GettyImages
    Irina e la scollatura da sballo. Vero Pier? | ©VALERY HACHE/AFP/GettyImages

    Tutto il resto è noia. Irina è furiosa, d’accordo. Ci può anche stare per carità, Ronaldo è pur sempre il suo fidanzato ufficiale, come testimoniato da una recente uscita dei due con tanto di seno in bella vista per la russa, scollatura che avrebbe messo ko anche un uomo integerrimo come Carlo Pellegatti o un Pierluigi Pardo qualsiasi. Ma che serve al giorno d’oggi tormentarsi, dilaniarsi, rodersi il fegato, fare visita ai nostri Telchini (chiedete a Piero Angela per extra) interiori se tutto sta per finire? Suvvia!

    Prendete per esempio Fabrizio Corona. Lui si è arrabbiato? No che non si è arrabbiato. E’ questo lo spirito giusto, quello che i nostri antenati ci hanno insegnato in tempi ancestrali, e che fra meno di 24 ore ci ricorderanno, per l’ultima volta, i Maya. Ad maiora, e figli maschi.

  • Schumacher guida il “Track Day of Legends”. Video

    Schumacher guida il “Track Day of Legends”. Video

    Tolte le vesti di pilota di Formula 1, Michael Schumacher non lascia le corse e decide di salire in sella ad una moto. In accordo con Mercedes e lo sponsor Monster Energy, venerdì 7 dicembre, il sette volte Campione del Mondo in F1 è salito su una Ducati 1199 Panigale e in compagnia di altri quattro grandi personaggi del mondo delle due ruote (e non solo) ha preso parte al track day of Legends. Il Pallonaro vi offre la possibilità di osservare il dietro le quinte dell’evento con interviste e prova su strada delle cinque leggende presenti nel circuito Paul Ricard. Michael Schumacher si è dimostrato abilissimo anche in moto, anche se ciò non è proprio una novità visto che nel suo passato ha gareggiato spesso in sella alle due ruote. Ma chi erano gli altri quattro personaggi presenti? Parliamo di: John McGuinness, Randy Mamola, Pol Espargaro e Keith Flint.

    Presentiamo gli altri protagonisti

    Keith Flint – Fa parte dei Prodigy e fondatore del “Team Traction Control“. E’ stato anche un motociclista, correndo nell’Hottrax Endurance. Unisce la professione della musica alla passione per le moto.

    Momenti di gioia al Track Day of Legends
    Momenti di gioia al Track Day of Legends

    John McGuinness – Pilota britannico classe ’72. Diventato famoso per il suo passato in Tourist Trophy, mentre in motociclismo non ha mai dimostrato tutto il suo talento.

    Randy Mamola – Classe ’59, il più vecchio dei cinque. Lo statunitense ha avuto una carriera importante e pur non vincendo nessun Mondiale è stato riconosciuto come uno dei piloti più talentuosi di sempre. Dopo il suo ritiro dalle corse ha fatto il commentatore per le gare su Eurosport.

    Pol Espargaro – Il più giovane del gruppo. Classe ’91 e tanta classe in sella alla moto. Al momento corre in Moto2 e presto otterrà il salto nella categoria maggiore.

    Le moto – Il giovanissimo Espargaro ha guidato la sua  Kalex FTR utilizzata nel Mondiale di Moto2. Il vecchio del gruppo, Mamola, è salito in sella alla Yamaha YZF-R1. Poi troviamo McGuinness alla guida della sua Honda TT Legends squadra CBR1000RR, ed infine Flint con la Suzuki GSX-R1000

    Ecco il video del backstage dell’evento track day of Legends
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  • Il 2012 su Twitter: Olimpiadi, Nfl e Bolt protagonisti

    Il 2012 su Twitter: Olimpiadi, Nfl e Bolt protagonisti

    La fine d’anno si avvicina e, con sè, anche i bilanci di varia natura tra cui quello proposto da Twitter che realizza una speciale sintesi dei temi caldi e dei personaggi maggiormente seguiti nel corso del 2012, dividendolo per sezioni e ripercorrendo, così, i momenti più salienti dell’anno che sta per concludersi. “2012, l’anno su Twitter” è il titolo del resoconto che, nelle sezioni di cui si compone, propone anche Tweet legati al mondo sportivo considerando che, nel corso dell’anno, si sono svolte manifestazioni di primo piano quali gli Europei di calcio di Polonia e Ucraina e, soprattutto, le Olimpiadi di Londra.

    Tweet d’Oro – Nella prima sezione, si fa riferimento ai tweet più popolari, cioè quei “cinguettii” che hanno ricevuto il numero maggiore di retweet. Come prevedibile, al primo posto in assoluto si colloca la foto dell’abbraccio tra Barack Obama e la moglie Michelle, subito dopo aver appreso la notizia della vittoria alle elezioni presidenziali statunitensi, ottenendo la conferma per il secondo mandato, con il commento “Four more years”, ossia “altri quattro anni”. Ma, tra i tweet d’oro attinenti al panorama sportivo, il più popolare è associato ad una contestazione arbitrale. Non si tratta, però, di una delle solite polemiche legate al mondo del calcio italiano, in cui gli “episodi incriminati” finiscono per diventare dei veri e propri tormenti-tormentoni, ma di una protesta legata al mondo arbitrale del Nfl avvenuta nel mese di settembre, nel match tra i Seattle  Seahawks ed i  Green Bay Packers, in cui l’azione finale della partita era stata chiamata da un arbitro di riserva, poichè era in corso un’astensione dal lavoro da parte del sindacato degli arbitri.

    @TJ Lang70
    @TJ Lang70 | Twitter

    Ma la chiamata arbitrale in questione è stata oggetto di aspre polemiche da parte di giocatori e tifosi e, così, TJ Lang dei Green Bay Packers ha deciso di protestare pubblicamente contro la decisione arbitrale, con un Tweet che ha poi raccolto 98000 retweet: “Al diavolo Nfl, multatemi e usate i soldi per pagare gli arbitri titolari”. Più chiaro di così…

    Nella sezione dei tweet sportivi più popolari, dopo quello di TJ Lang, conquista la medaglia d’argento – e il riferimento non è casuale – quello dei fan della Nazionale Olimpica della Gran Bretagna, a conclusione della rassegna londinese, la prima dopo il 1948, sottolineando il bilancio finale del medagliere britannico, con ben 29 ori, 17 argenti, 19 bronzi: “abbiamo concluso al terzo posto del medagliere delle olimpiadi più di successo da 104 anni”. Questo il cinguettìo del team di fan, “Our greatest team”, con ben 68ooo retweet.

    Il battito del pianeta – Questa sezione dello speciale resoconto del 2012 su Twitter accoglie, invece, le “più grandi conversazioni” nate attorno a specifici eventi singoli di grande rilievo, che hanno prodotto un ampio numero di twit e, naturalmente, di retweet. In questo caso, al primo posto, come evento più discusso, troviamo le Olimpiadi di Londra, che hanno attirato complessivamente – nei sedici giorni di svolgimento – ben 150 milioni di twit, focalizzatisi soprattutto sulla vittoria dell’uomo più veloce al mondo, il giamaicano Usaine Bolt, nei duecento metri con il record del mondo e, contemporaneamente, il record di Twit, ben 80 mila al minuto.

    @usainbolt
    @usainbolt | Twitter

    Tra gli altri eventi sportivi che hanno suscitato grande attenzione, rientrano ovviamente gli Europei di Calcio, soprattutto durante le appassionanti fasi finali: il record di twit spetta al momento topico del gol di Mata nella finalissima tra Italia e Spagna, con ben  267.200 tweet al minuto, ma grandi numeri sono stati registrati anche nel corso della semifinale Italia-Germania, dopo il secondo gol di Mario Balotelli con annessa esultanza a mostrare i muscoli. Sempre in tema di rassegne continentali, anche la semifinale di Champions League svoltasi nel mese di aprile tra Barcellona e Chelsea ha meritato un posto di primo piano tra i “battiti del pianeta”, con una grande concentrazione di interventi a seguito del gol di Fernando Torres per i Blues (184.535 Tweet) che proiettò gli uomini di Di Matteo verso la finalissima, poi vinta contro il Bayern Monaco.

    Solo su Twitter –  Tale sezione è dedicata, invece, a “momenti di piacevolezza”, ossia a quegli interventi sul social network che hanno regalato agli utenti una corsia prioritaria per vivere dei momenti particolarmente importanti. In questo caso, tra gli eventi sportivi in evidenza vi sono le immagini subacque catturate dalla L 2012 Pool Cam nella piscina olimpionica di Londra, proprio mentre si svolgevano le gare Olimpiche londinesi. Senz’altro, suggestivo.

    Tendenze – Questa sezione del resoconto 2012 di Twitter, invece, accoglie una speciale classifica degli hashtag più utilizzati che, nella sezione sportiva, vedono in prima posizione  #Nfl, al secondo posto #Nascar, la joint venture Usa che organizza gare automobilistiche e che rappresenta negli Usa il secondo evento sportivo più seguito dopo il Super Bowl. Al terzo posto, invece, troviamo #mlb, in riferimento allaMajor League di Baseball.

    Nuove voci – Come suggerisce lo stesso titolo, questa sezione del resoconto accoglie le nuove iscrizioni di personaggi noti, che hanno suscitato la maggiore curiosità da parte degli utenti. Ovviamente,  l’interesse maggiore è stato per il Papa Benedetto sedicesimo, con il suo account @Pontifex, mentre tra gli sportivi, la speciale classifica è guidata dal grande Pelè, @ Pele, l’unico giocatore in grado di laurearsi tre volte campione del Mondo con la propria Nazionale, presente su Twitter dal 9 Aprile 2012, quando ha deciso di condividere momenti di vita con i suoi numerosi followers.

  • La gaffe del giornalista Mediaset, Angiolo Radice ci ricasca

    La gaffe del giornalista Mediaset, Angiolo Radice ci ricasca

    Sarà che Antonio Conte è stato lontano un paio di mesi dalle conferenze stampa e quindi diciamo che foggia ancora una dialettica piuttosto oscura, sarà che il giornalista Mediaset Angiolo Radicenon aveva in studio un audio ottimale, sarà che vogliamo trovare delle scuse quando invece scuse non ci sono. E così l’arrampicarsi sui vetri diventa un mestiere quantomeno inutile, proprio adesso che Angiolo ci ha regalato la sua ennesima perla di stile, sulla quale non è nostra intenzione infierire ulteriormente, anche perché il fatto va preso per quello che è, ovvero una sfortunata serie di coincidenze che ha condotto il giornalista Mediaset alla classica gaffe. Prima coincidenza una conferenza stampa, quella di Antonio Conte alla vigilia del match di Coppa Italia contro il Cagliari. La seconda coincidenza è che Conte sia appena tornato ad allenare, e quindi a parlare e raccontare a modo suo il pre e post partita.

    Il giornalista Mediaset Angiolo Radice | ©World Wide Web

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    COINCIDENZE – La terza coincidenza, ahimè, è la presenza in studio di Angiolo Radice. La quarta coincidenza vuole che il notiziario vada in rigorosa diretta, e il bello della diretta è che se sbagli sei davvero fregato. La quinta coincidenza è che il tecnico audio-video-grafico anticipi di un fotogramma il rientro in studio, cogliendo il giornalista Mediaset nel mezzo del cammin di nostra vita. La sesta coincidenza, purtroppo per Angiolo Radice, è che il linguaggio utilizzato non è propriamente quello della Divina Commedia, ma vira decisamente sul registro più colloquiale dell’amico di Certaldo. Dulcis in fundo, la settima coincidenza, perché di coincidenza si tratta, è che siamo nel 2012, e che quindi il mondo si è evoluto, con i suoi pregi e i suoi difetti. Tra i primi citiamo Youtube, che quando vuole sa davvero ingigantire la magra figura in qualcosa di più che una semplice canzonetta.

    Video della gaffe del giornalista Mediaset
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  • Giornalista giapponese, 10mila km per vedere i Rangers. Gara rinviata

    Giornalista giapponese, 10mila km per vedere i Rangers. Gara rinviata

    Che mondo sarebbe senza giapponesi? Poca tecnologia, niente play station e Pes non sarebbe mai esistito (naturalmente per i fan del gioco Konami). Ma non vogliamo parlare delle loro idee sempre innovative, della loro capacità di risollevarsi davanti ai disastri e della loro immensa simpatia, bensì tratteremo di un caso che ha dell’incredibile. Un giornalista giapponese, tifosissimo dei Rangers ed esperto del calcio scozzese avendo seguito i rivali del Celtic per quattro anni nel periodo in cui il fantasista Nakamura (con un passato a Reggio Calabria) deliziava la Scozia con la sua classe, ha deciso di affrontare un lungo viaggio per poter assistere ad una gara della propria squadra del cuore, che quest’anno gioca nella Terza Divisione dopo il fallimento estivo. Daisuke Nakajima sarà riuscito ad assistere alla partita?

    Il viaggio – Partenza da Tokyo, arrivo a Moray con 14 ore di volo, sosta ad Edimburgo per la notte e 5 ore di treno il giorno seguente per raggiungere la meta. Elgin, città che avrebbe ospitato la sfida tra la squadra locale e i Glasgow Rangers.

    Rangers
    Rangers in azione in una gara di questa stagione © Jeff J Mitchell/Getty Images

    La scoperta – Durante il viaggio in treno, il giornalista giapponese, leggendo un giornale scozzese si è reso conto che la partita non si sarebbe disputata a causa di un rinvio predisposto dalle autorità del piccolo paese scozzese per problemi di ordine pubblico. Infatti, il presidente dell’Elgin ha pensato bene di approfittare dell’arrivo di una nobile decaduta come i Rangers per aumentare il prezzo dei biglietti e vendendone circa mille in più rispetto all’effettiva capienza del piccolo impianto del club.

    Tanta delusione nel volto di Nakajima, pronto a riaffrontare il viaggio inverso (ben 10 mila chilometri) con sciarpa al collo e taccuino da giornalista in mano, per tornare in Giappone. Ma, i dirigenti dei Rangers, scoperta la disavventura del giapponese ha invitato lo stesso Daisuke a visitare la sala trofei all’interno dello stadio della società, l’Ibrox Stadium, definita “fantastica ed emozionante” dal giornalista orientale.

    Un finale a lieto fine per il simpatico giapponese, che si è fatto immortalare dalle maggior testate giornalistiche britanniche con la sciarpa bianco rossa e blu e un sorriso quasi contagioso. Stanchezza per i 10 mila chilometri? No, solo tanta passione per il proprio lavoro e per seguire la squadra del cuore.

  • Stadio cimitero per i tifosi dello Schalke. La folle idea tedesca

    Stadio cimitero per i tifosi dello Schalke. La folle idea tedesca

    Dona loro Signore l’eterno riposo. Lo stadio cimitero dei tifosi dello Schalke 04 è ormai realtà. Sorta a pochi metri dall’impianto Veltins Arena, la dimora ultra-terrena accoglierà placida ogni supporter del club tedesco che incontrerà da qui in avanti un destino infausto. Per la serie “prevenire è meglio che curare”, alcuni fan hanno già prenotato il proprio loculo all’interno dello stadio cimitero. Analizzando nel dettaglio le prime immagini esclusive, ci troviamo difronte ad un vero e proprio campo da calcio. Idea piuttosto bizzarra quanto geniale, sebbene non sia la prima (l’Amburgo costruì il suo cimitero nel 2007 ndr).

    ANCHE LA MORTE COSTA– Va comunque detto che anche la morte del tifoso resta un business. Ogni prenotazione infatti costa 1250 euro, mentre la sepoltura intorno ai cinque mila euro. Prezzi non propriamente popolari quindi, sopratutto se si decide di stare a centrocampo, posizione d’elite e per questo più salata.

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    Lo stadio cimitero dello Schalke 04 | ©World Wide Web

    I DETTAGLI – Chi non conosce la storia dello stadio cimitero e lo vede per la prima volta da “vergine” potrebbe pensare di trovarsi difronte ad un campo da calcio rivestito con quel tocco femminile che solo le donne sono capaci di dare. Poi, più passano i minuti, più le domande aumentano. Perché quei fiori? Perché quella stradina in terra battuta alquanto sinistra? Perché proprio quegli alberi intorno? E quando scopri che uno più uno fa ancora due, capisci che ti trovi difronte ad un grazioso stadio cimitero, simpatico quanto un calcio in bocca.

    LA TEMPISTICA – Oltre all’idea molto originale per usare un eufemismo, ci sentiamo di complimentarci vivamente con la dirigenza dello Schalke 04 per aver deciso di aprire lo stadio cimitero poche settimane prima del 21 dicembre 2012, data particolarmente cara ai Maya e alle altre civiltà antiche che ci hanno preceduto in questa vita terrena. Momento migliore i tedeschi non potevano trovare per aprire un nuovo cimitero, quello definitivo. Resta solo un ultimo dubbio però: chi apre il cancello la mattina del 22?

  • Allenatore con Football Manager, la storia di Vugar

    Allenatore con Football Manager, la storia di Vugar

    Quando i sogni diventano realtà. E’ successo in Azerbaijan, dove un ragazzo di 21 anni ha ricevuto la chiamata che qualsiasi fanta-allenatore sogna, ovvero quella di allenare la propria squadra del cuore. A metterci lo zampino è stato Football Manager, il videogioco più popolare tra i teenager di tutto il mondo, dove vengono esaltate all’ennesima potenza le proprie capacità manageriali. Chissà come sta vivendo queste ore il fortunato allenatore per caso del FC Baku, club che milita nella Serie A azera. Per lui una sfida impossibile, dal momento che la squadra si trova in penultima posizione. Ma Football Manager da dodici mesi allena i fanta-allenatori anche a queste situazioni estreme. Per la serie “non ci facciamo mancare nulla”. Vugar si dimostrerà all’altezza?

    L’AMBIZIONE– Vugar Huseynzade ha subito messo in chiaro le proprie ambizioni, dichiarando di voler portare in tre anni il Baku in Europa League. Le qualità mentali, anche in Football Manager, rappresentano un aspetto fondamentale per la scelta o meno di un calciatore o di un membro dello staff. Evidentemente la dirigenza azera avrà quantificato la determinazione e ambizione dell’allenatore per caso in valori che rasentano la perfezione (da 19 a 20), numeri che soltanto un Gattuso d’annata può vantare d’avere.

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    Football Manager, la chiave di accesso di Vugar per la carriera professionista

    QUANDO IL CURRICULUM SUPERA LA FAMA – Ora non sappiamo quanto un file di salvataggio possa incidere in una scelta del genere, a discapito invece del nome d’eccellenza. Situazione che si è riproposta in Azerbaijan, dove l’ex Pallone d’Oro Papin (’91) si è visto superare dal curriculum nemmeno cartaceo di un giocatore un po’ più bravo degli altri suoi coetanei/connazionali.

    ATTENZIONE AI PACCHI – La vita però riserva sempre delle sorprese. E quando queste sorprese sono indigeste, spesso si parla di veri e propri pacchi. Come quello che può aver rifilato Vugar Huseynzade al FC Baku. Chi può dire infatti che il 21 enne non abbia mai una volta approfittato del reset? Io ne conosco uno…

    Federico Pisanu

  • Bersani-Renzi, le primarie passano anche dallo sport

    Bersani-Renzi, le primarie passano anche dallo sport

    Pierluigi Bersani contro Matteo Renzi, il leader pacato contro il giovane rottamatore, il segretario del Partito democratico contro il sindaco di Firenze, che da mesi gira l’Italia in camper con il suo slogan “Adesso!”: un duello a distanza che, almeno fino al prossimo 25 di Novembre, accompagnerà gli italiani prima di conoscere il verdetto delle primarie del centrosinistra che, oltre a loro, coinvolgono anche Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci.

    In particolar modo sul dualismo Bersani-Renzi è stata focalizzata l’intervista rilasciata ad Enrico Varriale, andata in onda in sintesi a “Stadio Sprint” e che verrà trasmessa integralmente a “Novanta minuti” di Rai Sport 1, e l’attenzione incentrata sul “testa a testa” tra i due ha suscitato le polemiche degli altri tre sfidanti, ai quali la Rai ha deciso di concedere “tre finestre di intervento” nella medesima trasmissione, per cercare di applicare una par condicio in termini di spazio concesso.

    Ma, a parte le polemiche, il confronto Bersani-Renzi ha presentato degli aspetti di grande interesse e curiosità soprattutto considerando le sostanziali divergenze che li contrappongono ad ampio raggio: sulle politiche del lavoro, sul fisco, sulle politiche economiche – come ben noto – ma anche sullo sport. D’altronde, almeno su quest’ultimo aspetto, era inevitabile fosse così: le posizioni calcistiche di un tifoso della Juventus e di un tifoso della Fiorentina sono tradizionalmente inconciliabili.

    Bersani e Renzi (foto) si sfidano per le primarie anche su temi sportivi
    Bersani e Renzi (foto) si sfidano per le primarie anche su temi sportivi | © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Per questo motivo, la prima domanda rivolta ai due ha voluto creare un parallelo sugli obiettivi stagionali di bianconeri e viola e le rispettive possibilità di vincere le primarie del centrosinistra e, poi, le successive elezioni di Marzo. In tal senso, la risposta di Pierluigi Bersani ha paragonato la positiva partenza della sua Juventus in campionato con la sua posizione in chiave primarie sottolineando, però, con la consueta e proverbiale pacatezza dei toni, che il “campionato è ancora lungo”. Nel caso di Matteo Renzi, invece, il parallelo riguarda la qualificazione della squadra di Vincenzo Montella alla prossima Champions League  ed il “diventare premier” da parte dell’attuale sindaco di Firenze: in tal senso, Renzi si dichiara possibilista riguardo entrambi gli aspetti, precisando ,però, con ironia che la sua città sembra più interessata alla vittoria della Fiorentina rispetto ad una sua affermazione politica a livello Nazionale.

    Oltre agli aspetti prettamente legati alla fede calcistica, inevitabile che i candidati alle primarie si esprimessero in tema sportivo anche sulla questione della rinuncia alla candidatura italiana per l’organizzazione delle olimpiadi del 2020, con la presa di posizione in tal senso da parte del presidente del consiglio Mario Monti nello scorso mese di Febbraio. In tal senso la spaccatura Bersani-Renzi è molto netta. Secondo il primo, infatti, la decisione di ritirare la candidatura è  stata “una scelta responsabile”, considerando il momento di forte crisi del Paese che non permettono un esborso di sedici miliardi come quello effettuato dall’ ottima organizzazione londinese.

    Dello stesso avviso anche Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci mentre l’unica voce fuori dal coro è stata quella di Matteo Renzi che la definisce categoricamente come una “scelta sbagliata”, soprattutto considerando la recente esperienza di Londra 2012 che, secondo l’attuale sindaco di Firenze, è stata “una scommessa vinta dall’amministrazione della capitale inglese”.

    Differenti, poi, anche le posizioni in tema di problematiche connesse al mondo del calcio italiano. Secondo Pierluigi Bersani si tratta di un “sistema da rifondare”, analizzando criticamente gli innumerevoli scandali che lo hanno colpito negli ultimi anni – dai passaporti falsi a calciopoli a scommessopoli – minandone la credibilità; Matteo Renzi, invece, si è espresso in maniera meno netta, affermando che “non è un mondo da rifondare, ma un mondo dove molte cose non vanno”, al contrario di quanto affermato da Nichi Vendola, dalla Puppato e Tabacci che si sono allineati con Bersani sulla necessità di un “big bang” che rifondi alle fondamenta l’intero mondo dello sport nazionale.