Tag: Curiosità

  • “Mourinho come Hitler” le pesanti accuse di Calderon

    “Mourinho come Hitler” le pesanti accuse di Calderon

    Ha fatto fuori Josè Valdano aumentando il suo potere all’interno del Real Madrid ma per Josè Mourinho la Spagna continua ad esser avversa, dalla stampa ai personaggi eccellenti sono in molti a criticare i suoi atteggiamenti ed oggi è arrivata la stoccata eccellente di Vicente Calderon, l’ex presidente del Real paragona l’acclamazione nei confronti di Mou a quella di Hitler

    “Ha dichiarato guerra a tutti, sia in Portogallo che in Inghilterra e in Italia. Anche Hitler fu acclamato da molte persone ma dietro le sue parole c’era più sfrontatezza che buon senso – e continua – “Bisogna ricordare che anche Hitler fu acclamato da molte persone ma dopo la presa del potere le cose andarono peggio: aveva creato un forte legame ma parlava solo per se stesso e dietro le sue parole c’era più sfrontatezza che buon senso”.

    Calderon critica pure Florentino Perez accusato di aver rovinato l’immagine di Real asscondando Mourinho

  • Umberto Agnelli, ricordo a sette anni dalla scomparsa

    Umberto Agnelli, ricordo a sette anni dalla scomparsa

    Il 27 Maggio del 2004 moriva il dottor Umberto Agnelli, fratello dell’ Avvocato Gianni Agnelli, scomparso un anno prima. Una delle personalità di spicco di casa Fiat, un uomo che si è contraddistinto nella società italiana, e che ha speso passione ed affetto per la causa della Juventus.

    Ecco perchè è più che mai doveroso ricordarlo, a sette anni dalla sua scomparsa, soffermandosi soprattutto sulle gioie e sulel vittorie che sotto la sua presidenza sono state conquistate: la prima stella, nel 1958, al raggiungimento del decimo scudetto. Un riconoscimento, quello della stella simbolica, che lui stesso ha inventato e proposto quando era alla guida della Federcalcio, fino al 1961.

    Nella sua vita sportiva, Juve ma non solo, perchè il suo amore ereditato dalla tradizione di famiglia per i colori bianconeri, è stato il motore che ha permesso di portare in Italia campionissimi del calibro di Omar Sivori e di Charles.

    Ed ancora, dopo un periodo di distacco “ufficiale”, il suo ritorno alla guida della squadra nel 1994 segnerà l’ inizio della stagione più rosea del passato recente bianconero, l’era Lippi, di Vialli e Del Piero, con gli scudetti a ripetizione, la Coppa dei Campioni e l’ Intercontinentale di Tokyo.

    E poi, gli anni successivi in tribuna, al fianco della Triade, a trepidare in modo sempre composto, tipico dello stile di famiglia: bastone e carota, anche per i big, senza sbilanciarsi mai troppo nei complimenti, spronando la squadra a dare sempre qualcosa in più, anche dopo le grandi vittorie.

    Ecco perche per la Juve di oggi, guidata dal figlio del Dottor Umberto, Andrea Agnelli, serve ricordare la personalità di un grande uomo. Perchè nel passato spesso è possibile ritrovare la chiave per interpretare il futuro.

  • Del Piero, riflessioni prima delle vacanze

    Del Piero, riflessioni prima delle vacanze

    Le vacanze sono ormai giunte per la Juve e per Alex Del Piero, che potrà godersele con i suoi tre figli e la moglie Sonia. Un Capitano come lui, però, non va mai in vacanza dalle sue responsabilità ed il pensiero per la sua Signora è sempre presente.
    Ecco, così, che dopo l’amichevole di Manchester per l’addio al calcio di Gary Neville, e l’ultimo allenamento a Vinovo dal sapore un po’ speciale perchè rallegrato dalla presenza di tanti bambini, anche molto piccoli, Alex prende spunto da questi due eventi per tracciare la rotta da seguire per il futuro, per imparare dagli errori delle ultime stagioni fallimentari e risollevare le quotazioni della Juve in campo italiano ed internazionale, ma soprattutto nella mentalità.

    La prima immagine che Alex vuole ricordare, è l’atmosfera di festa dell’Old Trafford di Manchester, con la sua cornice di pubblico, con la standing ovation “da brividi” ricevuta, simbolo di una cultura sportiva eccezionale fatta di rispetto e correttezza e non di rancore per l’avversario. Un esempio che, come spesso si ripete, dovrebbe essere colto dal calcio italiano.
    La seconda istantanea riguarda, invece, i bambini, scesi in campo in allenamento con la prima squadra per la festa del settore giovanile bianconero, lo scorso 25 Maggio: con il loro essere colorati e spensierati, con il loro incredibile entusiasmo hanno la capacità di contagiare anche gli adulti, ricordandogli la vera essenza di questo sport che, prima di tutto, dev’essere portatore di gioia e di allegria.

    Un proposito ed una riflessione importanti che Alex Del Piero vuol portare con sè per la prossima stagione e che di certo vorrà trasmettere, da capitano qual è, anche ai compagni, vecchi e nuovi.

  • Cori razzisti contro Eto’o, quasi rissa in centro a Milano

    Cori razzisti contro Eto’o, quasi rissa in centro a Milano

    Negli stadi oramai si è fatta l’abitudine nel sentire stupidi cori di pseudo tifosi nei confronti dei giocatori di colore, in molti tendono a sminuire il problema stigmatizzando i cori come un tentativo di far decondentrare il giocatore spesso forte e letale.

    A farne il callo in Italia, quanto in Spagna, è Samuel Eto’o spesso subissato di cori nelle trasferte dell’Inter ma anche uno di quelli che riesce a darne meno peso. Quando però gli insulti arrivano in una serata tranquilla con gli amici e la famiglia in centro a Milano far finta di nulla è davvero difficile.

    E’ cosi che la scorsa notte si è sfiorata la rissa quando, presumibilmente pseudo tifosi milanisti, hanno iniziato ad intonare l’ormai famoso coro contro il miglior giocatore africano, guardie del corpo e amici hanno reagito ma per fortuna si è evitato il contatto fisico. Di seguito vi riportiamo il video che accompagna Eto’o in tutti gli stadi d’Italia, mentre l’immagine dell’articolo è tratta da Facebook e si commenta da sola.

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  • Addio Operazione Simpatia, la Juve a Conte e Ventrone

    Addio Operazione Simpatia, la Juve a Conte e Ventrone

    Per l’ennesima stagione ci ritroviamo qui a parlare di fallimento, di rivoluzione e di propositi per il futuro. La Juventus sembra però questa volta abbia deciso finalmente di ammainare gli slogan del post Calciopoli, come l’operazione simpatia per mostrare i muscoli di un tempo. A dire il vero il primo passo lo aveva fatto nella scorsa stagione Andrea Agnelli presentando un esposto in Lega Calcio chiedendone la revisione dello scudetto del 2006.

    In questa stagione però non si può più sbagliare, ogni scelta dovrà esser ponderata ed esser mirata a risvegliare la grinta e lo stato di appartenenza di chi è chiamato a vestire la maglia della Vecchia Signora. Proprio a questo proposito la scelta di Antonio Conte risulta azzeccata, il capitano di un tempo è l’unico in circolazione che può dare la carica necessaria.

    Conte è uno che i colori bianconeri ce li ha disegnati sul petto, al pari di Del Piero per intenderci, è uno antipatico che ha vinto tutto ma che rimpiange ancor di più tutto quello che non è riuscito a vincere. Ama l’aggressività del gioco di Capello ma da ex centrocampista ama ancor di più aver il controllo della partita regolando l’intesità della stessa.

    Ovviamente la società lo dovrà metter in condizione di esprimersi al meglio appoggiandolo nelle scelte, sopratutto in quelle impopolari, ma sopratutto dovrà investire con cognizione sul mercato andando a rinforzare un organico che manca di qualità e di campioni.

    Con Conte dovrebbe tornare in bianconero anche Giampiero Ventrone. preparatore atletico della Juve di Lippi, quello che per intenderci fece diventare esplosivi i muscoli di Del Piero e Vialli. Ventrone conosce la Juve e sa cosa significa prepare una squadra all’aggressività e all’esser cattiva sul campo e forse aiuterebbe Conte a limitare gli infortuni che in queste stagioni sono state da corollario ai bianconeri.

    Conte, Ventrone e adesso anche il ritorno in Piemonte per la preparazione. La Juve infatti ha comunicato di aver scelto Bardonecchia
    per il prossimo ritiro estivo lasciando dopo cinque anni il Trentino.

  • Allegri più di Sacchi e Capello

    Allegri più di Sacchi e Capello

    Chi mi legge ha forse intuito le mie simpatie rossonere, pur cercando di esser più obiettivo possibile mi rendo conto che la fede calcistica è difficile placarla e tenerla da parte. Son rossonero perchè mi innamorai di Van Basten, dei movimenti perfetti e sincronizzati del Milan di Sacchi prima, della consistenza del Milan di Capello, delle invenzioni geniali di Ancelotti.

    Ad inizio stagione ero perplesso sulla scelta di Allegri, in fondo veniva da un esonero al Cagliari e a un confronto in cui lo si vedeva sempre perdente con il presidente Cellino. Pensai, Allegri non riuscirà a sopportare la personalità di Berlusconi, non riuscirà a dir di no alle sue idee tattiche e la conferenza stampa di presentazione me ne dava ragione.

    Il tempo però mi ha fatto ricredere, obiettivamente ha sbagliato la gestione di qualche partita, ma le sue scelte sono state insindacabile sia dai nuovi che dal gruppo storico. Dalle panchine a Seedorf nella prima parte della stagione alle valigie a Ronaldinho la sua personalità è cresciuto esponenzialmente fino al culmine nel post scudetto.

    Allegri infatti è parte integrante del calciomercato del Milan molto più dei suoi illustri predecessori. Il tecnico livornese ieri assisteva al match tra Galliani e Preziosi per Boateng e le altre tantissime comproprietà, oggi era li al momento della firma di Seedorf, ieri sera parlava con l’agente di Asamoah.

    Ha influito tantissimo il suo parere sull’addio a Pirlo e allo stesso modo sarà per i prossimi arrivi. Anche a livello dialettico è cresciuto e forse adesso il confronto con Mourinho (definito patetico e insicuro alle Iene) avrebbe entusiasmato ancor di più il derby milanese.

  • Fotografia dei debiti del calcio italiano: le cause della minore competitività

    Fotografia dei debiti del calcio italiano: le cause della minore competitività

    Il report calcio 2011 che verrà presentato a Roma, dal presidente Figc Abete, alla presenza di Enrico Letta, di Emanuele Grasso della società Pwc e del sottosegretario allo sport Rocco Crimi, rappresenta una fotografia sullo stato di salute dei conti delle squadre di serie A. L’analisi, che da quest’ anno in poi verrà realizzata ogni anno, verte su tre aree: in primis, il censimento dei numeri della serie A, in secundis su aspetti economico-finanziari della serie A, B e della Lega Pro, ed inoltre una terza parte legata all’ analisi dei business internazionali.

    Il report di quest’ anno mostra, però, un quadro non propriamente confortante del nostro calcio. Infatti, a fronte di un lieve aumento nei ricavi, risulta crescente anche l’ indebitamento per le società: i debiti finanziari sono aumentati del 43% mentre quelli commerciali del 39%, ed i debiti costituiscono circa 3 /4 delle passività delle società di serie A.

    Le attività dei club, invece, sono rappresentate per 1/3 dai diritti pluriennali derivanti dalle prestazioni dei dipendenti, i calciatori appunto, che è un elemento eccessivamente volatile.

    Ecco perchè, per i club è importante al fine di incrementare la loro competitività, soprattutto a livello internazionale nel confronto con la Premier e la Bundesliga, investendo in politiche commerciali maggiormente mirate, che possano sfruttare anche canali innovativi, oppure nella costruzione di stadi di proprietà, che assicurano ritorni importanti.

  • La prodezza di Giandonato su punizione [video]

    La prodezza di Giandonato su punizione [video]

    Una prodezza balistica degna di uno specialista del calibro di David Beckham quella di Manuel Giandonato: nel “Teatro dei Sogni” il baby centrocampista della Juventus segna direttamente su calcio di punizione da posizione defilata e impossibile che sorprende l’immobile Kuszczac per gli applausi del pubblico dell’Old Trafford giunti ad assistere al match di addio al calcio della bandiera dei Red Devils Gary Neville. Per la cronaca la rete di Giandonato ha deciso la gara regalando la vittoria ai bianconeri per 2-1 sullo United che annoverava tra le proprie fila per l’occasione anche Beckham.

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  • Giandonato dalla Primavera all’Old Trafford con gol “alla Beckham”

    Giandonato dalla Primavera all’Old Trafford con gol “alla Beckham”

    Nei giorni scorsi avevamo parlato di alcuni giovani interessanti del nostro calcio che si erano messi in mostra negli scampoli finali della stagione. Parimenti, è doveroso sottolineare le capacità di un altro giovane molto promettente, capitano della Primavera della Juventus, e che nell’amichevole disputatasi ieri sera nel tempio calcistico dell’Old Trafford di Manchester, per celebrare l’addio al calcio della bandiera dei Red Devils Gary Neville, ha avuto il merito di segnare il secondo gol che è valso alla Juventus la vittoria del match amichevole con risultato di 2-1: Manuel Giandonato.

    Non un gol qualsiasi, però. Un gol su punizione, di chirurgica precisione, che si infila in rete dopo aver toccato l’incrocio dei pali: un gol “alla Beckham nell’ ex stadio di Beckham sotto gli occhi di Beckham”, come lui stesso ha commentato euforico a fine gara.
    Le punizioni, dunque, sono il suo biglietto da visita, in una squadra che ha avuto nel corso degli anni fior fiori di specialisti: da Platini, a Baggio, a capitan Del Piero ed, ora, ad Andrea Pirlo. Una specialità che il giovane Giandonato sta affinando sempre più, fermandosi in allenamento con il maestro Alex.

    Manuel Giandonato, abruzzese classe 1991, saprà mettersi in luce nella nuova Juve di Conte, anche per altre caratteristiche. Centrocampista che si ispira a Marchisio, per il percorso di carriera tutto all’insegna dei colori bianconeri, ed Aquilani, per le doti tecniche e di gioco, all’insegna della qualità.
    Alberto Aquilani, dunque, è il suo modello ed in allenamento Giandonato cerca di rubargli sempre qualche segreto osservandolo attentamente per crescere ancor di più, atteggiamento che denota umiltà e maturità.

    Manuel Gaindonato ha già debuttato in Europa, in Europa League contro il Salisburgo, ed è entrato stabilmente nel giro dell’Under 21 di Ciro Ferrara che lo ha apprezzato prima in maglia juventina e poi gli ha dato fiducia in Azzurro.
    Il gol di Manchester è stato la classica ciliegina sulla torta per regalargli visibilità anche internazionale, oltre che una buona dose di autostima e di carica per affrontare al meglio la prossima stagione.

  • Allegri “Mou patetito e insicuro. Al Milan niente comunisti”

    Allegri “Mou patetito e insicuro. Al Milan niente comunisti”

    Dopo esserci riusciti con Moratti le Iene riescono a far sbottonare un pò più del solito il tecnico del Milan Massimiliano Allegri, il tecnico neo campione d’Italia parla dei suoi colleghi in modo meno diplomatico del solito apostrofando l’ex nerazzurro Mourinho come patetico ed insicuro “Ogni tanto è patetico. Ripete sempre continuamente le stesse cose, diventa anche banale. Credo che sia molto bravo ma dietro la sua arroganza nasconde delle insicurezze”

    Il livornerse poi, passa ad apostrofare i suoi colleghi “Il punto debole di Leonardo? Troppo gentiluomo. Delneri? Integralista. Spalletti? Pelato. Prandelli? Diplomatico. Mazzarri? Incazzoso”

    Nello spogliatoio rossonero “Robinho è buffo e anche il più furbo, Cassano è simpatico a modo suo, Nesta è molto ironico, Pato il più viziato e Flamini il più birichino”. Impossibile identificare il più comunista: “Credo che non ce ne siano al Milan”.

    L’Inter nel futuro? “In questo momento no. Nella vita non si sa mai, però c’è molta rivalità tra Inter e Milan, quindi i colori ti entrano dentro”. Dopo aver pronosticato la vittoria del Barcellona a Wembley si lascia andare anche sulla vita privata confessando “La mia più grande cavolata? Quando ho lasciato la mia ex fidanzata due giorni prima del matrimonio. Le ho mancato molto di rispetto”