Tag: Curiosità

  • I primi vincitori di “Sfida Mondiale”

    I primi vincitori di “Sfida Mondiale”

    Con la partita tra Spagna e Svizzera conclusa con la vittoria a sorpresa degli elvetici si è conclusa la prima tappa di “Sfida Mondiale”. Gli scommettitori che tra bravura e fortuna si sono distinti sono Luddue e Number One, a loro và la prima bandana UMU gentilmente concessa da Adidas.

    Continuate comunque a fare i vostri pronostisci, la prima tappa è passata ma per i premi finali può esser ancora tutto capovolto.

    La classifica finale della Prima Tappa

    GIOCA A SFIDA MONDIALE E VINCI ADIDAS

  • Tormentone vuvuzela: adesso anche una hit

    Le tanto vituperate vuvuzelas diventano una hit grazie all’inventiva di due olandesi e dal clamore raggiunto in poche ore sulla rete siamo sicuri che si candiderà ad esser il tormentone dell’estate insieme al Waka Waka di Shakira

    [jwplayer mediaid=”106200″]

  • Maradona show. Il ct della Selecion in tackle su Pelè, Platini e Jabulani

    Maradona show. Il ct della Selecion in tackle su Pelè, Platini e Jabulani

    In un mondiale in cui le stelle stentano a diventar protagonisti in campo è Diego Armando Maradona a predersi come suo solito lo scettro oltre che le prime pagine. Le sue conferenze stampa sono gremitissime e lui non disdegna le stoccate ad effeto che fanno la gioia dei giornalisti.

    Il Pibe de Oro se la prende con “il nemico” storico Pelè, con il “francese” Platini e con Jabulani, il pallone del mondiale, odiato da portieri e giocatori. Maradona replica alla stella brasiliana che nei giorni scorsi lo aveva accusato di aver accettato la guida tecnica dell’Argentina solo per soldi “Pelè torni al museo – dice Maradona -. E Platini non mi sorprende perchè io e lui siamo sempre stati molto distanti”.

    Platini aveva criticato l’argentino come tecnico definendolo “Un grande giocatore del passato”. E rincara “Sappiamo come sono i francesi. Platini è francese e pensa di essere meglio del resto del mondo. Io non gli ho mai dato peso. Io chiedo a Pelè e Platini di andare a rivedere il pallone con cui giocavano loro e poi dare un giudizio sullo Jabulani. Magari la smettono di dire cose stupide su di me…”.

    E poi la difesa di Messi “Ho notato Podolski, Elano, Maicon, ma nessuno mi ha impressionato in modo particolare. Nessuno è riuscito a fare neppure il 40% di ciò che ha fatto Messi contro la Nigeria. Leo deve solo stare tranquillo e giocare il suo calcio. Sono molto fiducioso riguardo alla partita di domani contro la Corea del Sud: vinceremo noi”

  • Malcontento dei tifosi camerunensi: Eto’o sulla graticola

    C’è clima di delusione in Camerun per la partita persa per 1-0 contro il Giappone. I tifosi camerunesi, hanno sperato fino all’ultimo di poter almeno agguantare un punto, contro una delle formazioni tecnicamente più scarse del mondiale.

    Ma a nulla sono servite le speranze, vanificate all’ultimo minuto quando M”Bia, centrocampista dell’Olimpique Marsiglia, ha fatto tremare i pali della porta avversaria difesa dal giapponese Kawashima. Tutti puntano il dito sulla squadra, ma in particolare su Samuel Eto’o accusato di non aver mai fornito grandi prestazioni in nazionale come invece succede nelle squadre di club. Ora per il Camerun la situazione si fa davvero difficile, la qualificazione è fortemente a rischio, perchè gli uomini di Le Guen dovranno vedersela con squadre del calibro di Danimarca ed Olanda, che con tutto rispetto, sono altamente superiori ai giapponesi.

    A confermare il pessimo umore della gente camerunense ci ha pensato Jean-François Delibi, caposervizio della redazione “politica” del primo quotidiano indipendente camerunense intervistato da Viva.

    Che aria tira nella capitale camerunense?
    Jean-François Delibi: Pessima. Dopo aver visto la partita tra Olanda e Danimarca, due squadre molto forti e solide, la gente intuiva che il Giappone andava sconfitto. Oggi siamo nei guai. E i camerunensi sono molto delusi. Eppure come al solito il paese si è fermato per tifare i suoi Leoni (soprannome dei giocatori del Camerun, ndr). Il dopo partita è stato ben altra cosa. Rimpiango i festeggiamenti incredibili che accompagnavano i nostri trionfi durante i Mondiali in Italia nel 1990. A Yaoundé era impossibile circolare, un casino indescrivibile che andava avanti fino a notte fonde. Ieri oltre la sconfitta ci si è messo pure la pioggia. Non le dico il clima. Negativo a tutti i livelli.

    Le polemiche non mancheranno…
    Delibi: Guardi, abbiamo ottimi giocatori, ma non sono pronti per una manifestazione di questa importanza.

    Eto’o non è mica tanto giovane…
    Delibi: Agli occhi del nostro popolo, Eto’o rimane un mistero. Prima dei Mondiali, l’ex stella del Camerun Roger Milla se l’è presa con lui accusandolo di fare grandi prestazioni per il Barcellona e l’Inter, senza combinare nulla con la nazionale. E’ un po’ il sentimento che sta prevalendo tra i camerunensi. Le sue prestazioni lasciano perplesso. Secondo me Eto’o ha troppe pressioni sulle spalle, tutti i camerunensi si aspettano che faccia dimenticare Roger Milla. Ma non è facile. Del resto non è tutta colpa sua se le cose non sono girate per il verso giusto.

    Chi altro si deve assumere questa sconfitta?
    Delibi: C’è un problema evidente di impostazione tattica della squadra. Ieri il Camerun si è presentato sul terreno con tre centrocampisti, il Giappone ne proponeva cinque! La partita si è giocata a centrocampo, e lì i giapponesi ci hanno surclassato.

    Con l’Olanda e la Danimarca non ci sono alternative: bisogna vincere. Con quali speranze?
    Delibi: Sarò onesto, le nostre probabilità di passare il primo turno sono piuttosto magre. E già vedo le polemiche che scoppieranno dopo il rientro dei Leoni in Camerun. Purtroppo i camerunensi hanno un problema, non riescono a dimenticare l’impresa della nostra squadra ai Mondiali italiani. Mica possiamo arrivare sempre ai quarti di finale! E’ ora di farla finita con la generazione di Milla. Abbiamo grandi talenti, dobbiamo farli crescere in un clima di serenità. Ma qui intorno al pallone c’è una passione difficilmente controllabile. Tanto più che alla vigilia della loro partenza in Sudafrica, i giocatori hanno ricevuto 45 milioni di Franchi CFA (circa 65mila euro, ndr) come premio di partecipazione. Qui la crisi si fa sentire e i camerunensi sono diventati intransigenti.

  • La stampa brasiliana boccia la Seleção, e su Dunga..

    Noioso come un sonnifero. Così è stato definito il Brasile che, con il ct Carlos Dunga vestito da nostromo, ha debuttato ai Mondiali con un risicato successo per a 2-1 sulla Corea del Nord. Talmente noioso che il quotidiano ‘Folha’ di San Paolo ha coniato un nuovo termine: la Selecao sortisce gli effetti di un noto farmaco e diventa la Selexotan. ‘O Globo’ evidenzia che per 55′ “il Brasile ha dato l’impressione di essere colpito dalla siccità del gol”.

    Dopo un primo tempo “burocratico”, però, la squadra ha cambiato atteggiamento nella ripresa. “Una distrazione difensiva nel finale” ha consentito alla Corea del Nord di realizzare un gol storico e “ha confermato la tradizione di vittorie stentate all’esordio” per lo squadrone verdeoro. Le stesse valutazioni compaiono negli articoli del ‘Jornal do Brasil’, che parla di “vittoria magra”. ‘O Dia’ nelle sue pagelle non fa sconti, stangando in particolare gli attaccanti a cominciare dall’impalpabile Luis Fabiano.

    Le valutazioni sull’operato del ct Carlos Dunga, invece, sconfinano al di là del calcio. Il commissario tecnico “brilla” per il giaccone esibito nella fredda serata di Johannesburg. Il sospetto è che il capo sia opera di Gabriela, la figlia di Dunga che sogna una carriera da stilista. ‘O Dia’, però, ritiene opportuno approfondire l’argomento con un sondaggio. “Chi ha dato quella giacca a Dunga?”. Tra le opzioni, spuntano anche ‘Capitan Nemo’ e ‘il Piccolo Principe’.

  • Tifose olandesi espulse perchè troppo sexy

    36 ragazze olandesi sono state espulse dal Sudafrica nelle ore antecedenti alla partita tra la nazionale Orange e la Danimarca per dei costumi troppo sexy. Le procaci olandesi avevano in dosso dei costumi donati dalla Bavaria, famosa birra olandese, e non presente tra gli sponsor autorizzari dalla Fifa.

    A riportare la notizia è il quotidiano Sudafricano The Star che confessa il vero motivo obiettivo dell’espulsione legato al marketing piuttosto che ai vestiti succinti delle fanciulle. giornale pubblica anche la testimonianza di una ragazza del gruppo, secondo la quale dopo l’intervento degli steward sarebbe stata condotta insieme alle sue compagne in un ufficio della Fifa e poi interrogate dalla polizia per diverse ore prima di essere rilasciate.

    «Ci hanno detto che stavamo facendo ambush marketing», ovvero pubblicità ad un prodotto che non rientra fra gli sponsor ufficiali di un evento, «ci hanno detto che è contro la legge sudafricana e che ci avrebbero arrestato e tenuto in carcere per sei mesi. Le ragazze piangevano», dice una di loro. Un portavoce della compagnia olandese di birra ha condannato l’accaduto specificando che sulle maglie non c’era nessun brand.

    SPALTI SEXY PER OLANDA – DANIMARCA

  • Cassano vs Lippi: l’ultimo tackle. Il barese spera in Prandelli

    E’ un fiume in piena Antonio Cassano in una intervista rilasciata il giorno dopo il debutto sudafricano dell’Italia e messa da parte la diplomazia attacca direttamente il ct Marcello Lippi

    “Sarei contento se l’Italia vincesse, ma non per Lippi. Le porte sono state aperte per tutti ma non per me. Può darsi che Lippi soffra la mia personalità. Spero che con Prandelli sia diverso…”. Non so se Lippi abbia mai detto che io sono uno che spacca il gruppo – dice ancora il barese -. Sicuramente lo pensa. Il ct ha detto che i giocatori devono essere pronti per la Nazionale a livello psico-tecnico e io a livello mentale faccio fatica. Ripeto, sarei contento se l’Italia vincesse ma non lo sarei per lui”.

    Capitolo Matrimonio

    “Carolina in questi tre anni mi ha cambiato la vita. Garrone mi deve fare un bel regalo – scherza Cassano -, magari il rinnovo. Sarà in prima fila al mio matrimonio e ci saranno anche Delneri e Conti”.

    Palombo

    “Palombo parte? Ma se andiamo in Champions come facciamo senza di lui? – si interroga il fuoriclasse di Bari Vecchia -. In questo periodo, comunque, si dicono tante cose ma solo il 5% sono vere. Angelo è importante, è il nostro leader, il nostro capitano, mi auguro che posa rimanere ma dovete chiedere a Gasparin. L’anno scorso all’Inter è andato via Ibrahimovic per una valanga di soldi ma nel caso di Palombo è difficile che arrivi uno più forte”.

    Il mancato trasferimento in viola
    “Non ci ho dormito la notte – ricorda -. Ho riflettuto su quanto la gente mi vuole bene, su quanto il presidente mi ha dato e ho ritenuto giusto rimanere. Mi sono detto: “Devo far bene qua e devo fare qualcosa di importante per questa maglia“. Ho ritenuto giusto rimettermi in gioco e ho avuto ragione io, ho fatto un ottimo finale di campionato”.

  • Tutto il mondiale fuori casa: Italia – Paraguay

    Tutto il mondiale fuori casa: Italia – Paraguay

    Prima partita davvero fuori casa, almeno per me. Ospitato da gentilissime amiche che devono anche far fuori una scorta di alcolici avanzata da una festa di sabato sera, scorta che potrebbe far fuori una terza liceo in gita vista la quantità, mi appresto a seguire l’emozionante esordio degli azzurri in terra sudafricana. Sono accompagnato dalla mia fidanzata, che per l’occasione riesce a farmi arrivare in ritardo e a farmi perdere l’inno nazionale che avrei ascoltato volentieri visto che tra poco verrà sostituito da Và pensiero. Io propongo lo sostuiscano con l’Italiano di Toto Cutugno, che ci unirebbe ancora di più in un afflato di patriotticità.

    Disposti su divani, poltrone, sedie, dove capita, nel soggiorno che ci ospita le fazioni sono due: uomini medi che solitamente nella vita sono anche persone rispettabili e apprezzabili ma che per i Mondiali vestono i panni del tifoso scatenato e del commissario tecnico, e donne che partecipano all’evento per puro spirito nazionalistico ma che in realtà si fanno i fatti loro per buona parte dell’incontro. A dir la verità a volte ci provano usando delle comuni affermazioni da donna che vede la partita di pallone: “Cosa è il fuorigioco?”; “Ma se perdiamo che succede?”; “Ammazza, Cannavaro è proprio un fico!”, fino all’immortale e insuperabile “Ma la porta nostra qual è?”. Poi uno si chiede perchè perchè la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone. Per forza ti lascio sola: se devi fare queste domande inutili, meglio che stai a casa a guardare l’Arena di Giletti.
    Comunque, chiusa la parentesi contro il sesso debole, passiamo alla fredda cronaca.
    L’Italia, questa squadra di gentiluomini perfettamente sconosciuti per la maggior parte della popolazione tipo Pepe, Marchisio, Criscito e Montolivo, scende in campo sotto il diluvio. Non che sopra il Paraguay splenda il sole. Diciamo che piove su tutti e basta.

    Al decimo del primo tempo un calcio sparge il panico in casa. AM, eccelsa padrona di casa, stacca con una pedata la spina del televisore. Per fortuna non succede nulla in campo, ci siamo accorti che il televisore era spento solo perché non si sentiva più il fastidioso ronzio delle vuvuzelas. Riparato l’inconveniente tecnico e ripristinate le soavi trombette sudafricane, avviene il momento più importante della serata: arrivano le pizze. Comunico con questo post al proprietario della pizzeria che da lui non acquisteremo più nulla, anzi, il suo esercizio commerciale verrà raso al suolo e sulle sue rovine spargeremo il sale come fecero i Romani su Cartagine.

    Come mai questo astio? Sappiate che, appena arrivati i cartoni, un paraguaiano (paraguagio? paraguaiese? Vabbé, uno di quella nazione lì) decide di buttarsi di testa e con la parte del cervello nel quale ha sede la botta di culo la piazza in porta. Buffon rimane fermo come il portiere del calcio balilla. 1 a zero. Per loro.
    Finisce il primo tempo, il tempo di sparecchiare e dare fuoco ai cartoni della pizza danzandoci in cerchio e inizia il secondo. Nell’intervallo c’è tempo per ascoltare il parere illuminante di Rocco Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Un parere che se ne sentiva proprio il bisogno.

    Esce Buffon, entra Marchetti, Ah, adesso si che sto proprio tranquillo. Buffon ha la sciatica, come neanche la signora Maria di 74 anni che abita al piano di sotto. C’è da dire che la signora Maria, ingiustamente, non è stata convocata ai Mondiali.
    Per fortuna nel secondo tempo il Paraguay si trasforma nell’Italia dei tempi migliori e adotta lo schema 9-1-1. Tutti in difesa e rinviare lungo senza pietà.
    Per fortuna questo è il mondiale dei portieri, quindi su un cross da sinistra il portiere si lancia tipo Superman, prende un 9 dalla giuria per il gesto tecnico ma manca il pallone.

    Per fortuna De Rossi cade, impatta con la palla e la manda in rete. 1 a 1.
    La partita rimane bloccata così, con l’Italia che attacca e gli altri che contropiedano. In mezzo un sacco di acrobazie di Pepe, probabilmente desideroso di battere il portiere avversario non tanto nel gioco del pallone, quanto come punteggio assegnato dalla giuria. Un solo commento del buon NP dal divano spiega bene lo stato d’animo del popolo italiano di fronte a questi slanci: “Queste cose le fai sul letto di casa tua, le fai”.
    Fine partita, abbiamo pareggiato. E non mi venite a dire che tutte le volte che abbiamo vinto abbiamo cominciato male. Anche tutte le volte che abbiamo perso abbiamo cominciato male. L’unica cosa da dire è che abbiamo cominciato male, basta con questa farsa del “Però la squadra è compatta”. Ragazzi, era il Paraguay, mica il Brasile.

    Da segnalare nelle interviste del dopo gara che De Rossi evidentemente doveva andare in bagno a fare il bisogno grosso. Batteva nervosamente il piedino, rispondeva rapidamente e la faccia non era per nulla rassicurante. Speriamo non abbia trovato fila.

    Per concludere, il consueto aggiornamento sulle scommesse. Ho perso 4 euro puntando sulla nostra vittoria che veniva data praticamente per certa, quindi sappiate che il mio astio nei confronti degli azzurri è dovuto anche a questo. Per pareggiare avevo giocato anche sul campionato islandese, sulla X tra Breidablik e Grindavik. Il Grindavik ultimamente ha avuto molte difficoltà in campionato, non ultima la presenza di un geyser comparso improvvisamente proprio davanti al portiere avversario. Ma si sa, il campionato islandese è bello perché è vario.
    Ha vinto il Grindavik. Certo che se non mi posso fidare più neanche del Breidablik, di chi mi devo fidare io?
    Alla prossima, sono disponibile per inviti a casa vostra per commentare in diretta le partite. Porto anche qualcosa, all’occorrenza.

  • Incubo vuvuzelas: ecco 5 motivi per bandirle dagli stadi

    Ieri sera con la partita tra l’Italia e il Paraguay anche i meno appassionati di calcio hanno capito il perché “il suono” delle vuvuzelas degli spettatori africani sono cosi insopportabili. Questo sorta di piffero artigianale che esprime la gioia del popolo africano si ripete ininterrottamente per i 90 minuti della partita creando un caos generale.

    Il Time Magazine ha messo insieme 5 buoni motivi per bandirle dagli stadi:

    1. Sono odiose per i telespettatori
    Per chi non ha la fortuna di seguire la propria nazione in Sudafrica il frastuono delle vuvuzelas è ancora più assordante. I telespettatori sono in rivolta e sulla rete iniziano a saltar fuori le prime mini guide per ridurre al minimo il frastuono del “corno”.

    2. Possono danneggiare l’udito
    Un recente studio ha trovato “il corno” potrebbe produrre un suono a 127 decibel – che è più di una tromba d’aria (circa 123). Vi sono preoccupazioni per l’esposizione prolungata che potrebbe danneggiare l’udito dei tifosi negli stadi o soffocare gli annunci di emergenza.

    3. I giocatori li odiano

    E’ la nazionale francese con Gallas e Gourcuff in testa a protestare contro il suono delle vuvuzelas. Dopo la partita d’esordio dicono “la notte è stata un incubo, avevamo quel rumore fisso nella testa”

    4. Le emittenti le odiano

    Protestano anche giornalisti e commentatori televisivi. Il suono delle vuvuzelas rende il loro lavoro di cronisti ancor più difficile.

    5. Bloccano cori e canti
    Il suono forte sopraffà i cori o canti nello stadio

  • Materazzi sull’Italia: “Auguro ai miei compagni di vincere”

    Nella giornata odierna il quotidiano La Repubblica riporta un intervista a Marco Materazzi, difensore nerzzurro, ma anche uno dei più grandi protagonisti del trionfo italiano nei mondiali tedeschi del 2006.

    E l’eroe di Berlino adesso dov’è?
    “In giro per l’America, in relax, con la mia famiglia. Mi riposo dalle fatiche di una stagione intensa con l’Inter e soprattutto vincente”.

    Oggi esordisce l’Italia campione del Mondo in carica (anche grazie a lei). Vedrà la partita e quelle successive?
    “Insomma, mica tanto. Se capiterà si, darò un’occhiata, ma solo se ce ne sarà l’occasione, se ci troveremo in qualche ristorante, o in qualche locale. Diciamo che non fermerò il camper per vederle, ecco, perchè la vacanza è sacra”.

    Ma almeno qualche sensazione la prova?
    “Sono vicinissimo all’Italia, con tutto il mio cuore. Ci mancherebbe altro. Sono vicino ai miei compagni e auguro loro di andare avanti e di godersi bene il Sudafrica. Quindi la mia speranza che possiamo tornare in Italia il più tardi possibile. In bocca al lupo, di vero cuore. Adesso scusi, le highways mi aspettano e il camper è grande e grosso: devo concentrarmi alla guida”.