Tag: Curiosità

  • Mancini, rinnovo faraonico 25 milioni in 4 anni

    Mancini, rinnovo faraonico 25 milioni in 4 anni

    Secondo le ultime indiscrezioni del giornale “The Sun”, lo sceicco Mansour avrebbe già pronto il rinnovo de contratto del suo tecnico Roberto Mancini, per blindare definitivamente il legame tra l’allenatore ex Inter e la panchina del Manchester City. L’ultimo risultato ottenuto contro il Manchester United (il 6 a 1 a Old Trafford) ha decisamente convinto lo sceicco Mansour delle qualità, delle potenzialità e del buon lavoro sin qui svolto da Mancini, portando a mettere sul piatto un rinnovo a suon di milioni, dove secondo i rumors si vocifera di un quadriennale da 22 milioni di sterline (circa 25 milioni di euro), aumentando l’ingaggio attuale, stimato intorno ai 3 milioni e mezzo, verso un notevole ritocco che lo innalzerebbe sui 6 milioni e duecento mila euro netti annui. Cifre da capogiro che lo renderebbero il tecnico più pagato della Premier League, scavalcando un ‘mostro sacro’ come Sir Alex Ferguson, che in questa speciale classifica degli allenatori paperoni si accomoderebbe alle spalle del tecnico jesino.

    Roberto Mancini | ©Laurence Griffiths/Getty Images
    Nonostante il tecnico italiano abbia ancora 18 mesi di contratto questo rinnovo potrebbe supportare l’ipotesi di una blindatura forte e decisa, per un allenatore che ha iniziato un progetto con il City, conquistando in due anni una qualificazione alla Champions League entrando nella fase a gironi senza passare per i preliminari, e proprio nella passata stagione il suo primo trofeo british con la vittoria della F.A. Cup. L’ottimo andamento in campionato e la testa della classifica saldamente conquistata hanno convinto lo sceicco Mansour a togliere ogni ipotesi di un plausibile addio del Mancio dalla panchina dei Citizens. Soprattutto in vista di una possibile tentazione relativa ad una chiamata ad allenare la Nazionale Azzurra nella peggior ipotesi di un Cesare Prandelli che naufraghi ai prossimi Europei.

  • Fifa vs tecnologia, banditi iPhone e iPad dalla panchina

    Fifa vs tecnologia, banditi iPhone e iPad dalla panchina

    Il mondo del calcio e, soprattutto le sue istituzioni, sono da sempre contrari all’utilizzo delle tecnologie per il supporto alle decisioni arbitrali, con le celebri opposizioni a qualsiasi tipologia di moviola in campo, di sensore e di quant’altro possa limitare il fattore “umano” in campo.

    Per questa ragione tale impostazione è proseguita ostinatamente sulla linea dell’anti-progresso, anche da parte della commissione task force Fifa 2014, riunitasi a Zurigo, e composta da Pelè, Beckenbauer, Savicevic, Hierro, Bobby Charlton, Cafu, l’ex arbitro Busacca, Karembeu. L’esito della decisione presa unanimemente è il divieto di adoperare qualsiasi mezzo di comunicazione all’interno del campo da gioco.

    Stop, dunque, ad iPhone ed iPad, strumenti che permettono ai tecnici in panchina di adoperare personalmente la moviola in campo, rivedendo le immagini, o comunicando con altri soggetti che, guardando la partita da casa, possono riferire circa l’esito delle decisioni arbitrali in partita, incrementando, così, in caso di episodi contestati le proteste all’indirizzo dei direttori di gara.

    Pertanto, secondo l’indicazione fornita dalla task force della Fifa, gli arbitri dovrebbero provvedere – prima delle gare – a sequestrare gli strumenti tecnologici in possesso di coloro che siedono in panchina, per prevenire tali circostanze. A tal proposito, giungono le prime reazioni ed i primi commenti da parte di alcuni tecnici del nostro campionato che abitualmente adoperano l’iPad per preparare gli allenamenti in settimana, per organizzare i dettami tattici, sostituendo, così, la tradizionale lavagnetta. Malesani e Luis Enrique, due dei tecnici più “tecnologici” della serie A, si dichiarano disposti ad uniformarsi al diktat della Fifa, poichè adoperano l’iPad soltanto per preparare il lavoro settimanale.

    Nonostante la disponibilità dei tecnici a rispettare tale decisione, però, risulta in modo sempre più evidente l’eccessiva impronta conservatrice della Fifa, che non riesce in alcun modo ad andare oltre i rigidi schemi ormai consolidati. L’unica innovazione che è emersa dal summit di Zurigo, potrebbe riguardare la decisione di eliminare la “doppia” punizione, in occasione dei falli da ultimo uomo in area di rigore, che ad oggi provocano per regolamento l’espulsione ed il calcio di rigore: in futuro, potrebbe essere eliminato il cartellino rosso, conservando soltanto il penalty.

  • Scherzo di Mascara a De Sanctis su Radio Marte. Video

    Scherzo di Mascara a De Sanctis su Radio Marte. Video

    La forza di questo Napoli sono sicuramente i tre tenori in attacco, la sicurezza di Inler e di capitan Cannavaro ma è sopratutto l’armonia che Mazzarri è riuscito a costruire nel gruppo. Vivendo bene la settimana, con entusiasmo, vengono superate prime le fatiche di un calendario che non permette pause e permette al tecnico di vivere le scelte con maggior tranquillità.

    Morgan De Sanctis | ©Laurence Griffiths/Getty Images
    A testimoniare il grande clima che si respira nell’ambiente partenopeo vi è uno scherzo telefonico ideato da Giuseppe Mascara a Morgan De Sanctis ospite di Radio Marte. L’attaccante siciliano si è finto un tifoso partenopeo “Salvatore da Portici” di seguito vi riportiamo lo scherzo tratto da Youtube. [jwplayer config=”120s” mediaid=”101302″]

  • Cavani in Uruguay, ladri gli svaligiano casa

    Cavani in Uruguay, ladri gli svaligiano casa

    I ladri d’appartamento, si sa, solitamente studiano le abitudini e gli spostamenti della “vittima prescelta” prima di compiere il furto. Gioco facile quando il malcapitato è un calciatore famosissimo e amatissimo, come Edinson Cavani.

    Edinson Cavani | © VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images
    Era noto, infatti, che il Matador fosse, in questi giorni, in Uruguay per impegni con la sua Nazionale e dunque i ladri hanno potuto agire indisturbati, svaligiando la sua abitazione Napoletana. Furto con scasso, per la precisione, anche se – ad una prima analisi – pare che non sia stato prelevato alcun oggetto di grande valore, ma solo qualche abito dell’attaccante: una circostanza che lascia pensare all’opera di un “fanatico”. Il padre del calciatore ha commentato l’accaduto alla testata uruguaiana Observador, precisando che Edinson e la moglie Soledad sono relativamente tranquilli e vogliono tornare al più presto in Italia per poter fare un preciso inventario di cosa manca nella loro abitazione. Il procuratore, Claudio Anellucci, che lo ha telefonato per primo per informarlo dell’accaduto, invece racconta di un Cavani molto infastidito. In tutto ciò, poi, la circostanza “fortunata” è legata proprio al fatto che al momento del furto non ci fosse nessuno a casa del Matador, perchè la sua famiglia ha l’abitudine di seguirlo quando torna in Uruguay per impegni con la sua Nazionale. La principale paura dei tifosi del Napoli, però, è legata alla possibilità che, dopo questo brutto episodio, Cavani chieda alla società di essere ceduto, così come accadde all’indomani dell’aggressione – rivolta principalmente al suo Suv, colpito con spranghe e catene – subìta a Palermo, quando giocava in maglia rosanero. Per questo, la società Napoli dovrà manifestare tutta la sua vicinanza al campione uruguagio, così come faranno sicuramente i tifosi.

  • Pallone d’oro 2011, Messi vicino al tris

    Pallone d’oro 2011, Messi vicino al tris

    Manca ancora qualche mese all’assegnazione del Pallone d’Oro 2011 ma mai come quest’anno il vincitore sembra già annunciato avendo sbaragliato la concorrenza mettendo d’accordo tutti. Lionel Messi è di gran lunga il giocatore più forte al mondo, uno dei migliori di sempre e con un 2011 strepitoso condito da due trofei (Liga e Champions) ma anche dalla delusione in Coppa America si appresta ad entrare nel club dei magnifici.

    Lionel Messi | ©David Ramos/Getty Images
    Se le previsioni dovessero esser azzeccate la Pulce infatti avrà il suo terzo Pallone d’Oro consecutivo staccando mostri sacri come Ronaldo e Di Stefano raggiungendo Van Basten, Crujff ma sopratutto Platini, l’unico a vincerlo per tre volte consecutive. In Spagna sono sicuri della vittoria tanto che Sport sin da ieri ha iniziato a tesserne le lodi iniziando la lunga marcia di avvicinamento alla consegna ufficiale. Come dicevamo la vittoria non dovrebbe esser in discussione alla luce delle scelte della scorsa stagione quando si preferì premiare il talento assoluto a discapito delle annate trionfali di Iniesta, Xavi e l’interista Sneijder.

  • Torino choc, incidente in autostrada. Giocatori illesi, 2 morti

    Torino choc, incidente in autostrada. Giocatori illesi, 2 morti

    E’ davvero avverso il destino per il Torino calcio. La squadra granata di ritorno dalla felice trasferta di Verona conclusa con una roboante vittoria che la proietta sempre più in vetta alla classifica è stata coinvolta in un incidente stradale in autostrada mentre faceva ritorno nel capoluogo piemontese.

    Secondo le prime indiscrezioni, il pulmann su cui viaggiava l’intero organico del Torino escluso il tecnico Ventura è stato tamponato all’altezza del casello di Santena sull’autostrada Piacenza-Torino da una automobile tamponata a sua volta da un tir. Sul mezzo finito sotto il pulmann viaggiavano tre persone due purtroppo morte sul colpo mentre il terzo componente versa in gravi condizioni. L’autista del tir che dai primi accertamenti è risultato rubato ha invece fatto perder le sue tracce fuggendo nei campi attigui all’autostrada.

    I giocatori granata ovviamente scossi hanno prestato i primi soccorsi adoperandosi con le bottigliette d’acqua a disposizione e l’estintore presente sul pulmann a spegnere un principio d’incendio. Dopo un ora dall’incidente quando erano già arrivati soccorsi il Torino ha raggiunto la sua destinazione con un altro mezzo

  • Veron da l’addio al calcio, il 31 Ottobre l’ultimo match!

    Veron da l’addio al calcio, il 31 Ottobre l’ultimo match!

    Juan Sebastian Veron da l’addio al mondo del calcio, confermando gli ultimi rumors sul suo ritiro ai microfoni argentini, motivando la fine della sua carriera con i troppi guai fisici dopo l’ultimo intervento subito alla caviglia destra, infortunio mai recuperato totalmente che lo ha tormentato negli ultimi mesi. L’ultima partita della ‘Brujita’ con la maglia dell’Estudiantes de La Plata è fissata in data 31 Ottobre  nel match contro il Racing de Avellaneda, per chiudere un cerchio. Una carriera davvero importante per un giocatore che si è fatto amare ed apprezzare ovunque sia andato, con il suo carattere forte e grintoso da buon Argentino.

    Juan Sebastian Veron ©Getty Images
    CARRIERA- Cresciuto calcisticamente in Argentina e più precisamente nell’Estudiantes, è passato in seguito a vestire la maglia del Boca, prima di approdare in Europa alla corte della Sampdoria. Una volta in Italia, è noto a tutti il suo trasferimento alla corte del Parma, con cui ha vinto trofei importanti come una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Diventato un top player, fu inevitabile il suo passaggio alla Lazio di Cragnotti, dove divenne un idolo dei tifosi, riuscendo ad aggiungere al suo palmares uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e anche una Europea. Nel 2001 viene acquistato per una cifra vicina alle 28 milioni di sterline dal Manchester United, ma l’impatto con il calcio inglese non è affatto positivo, e Veron delude le aspettative. Negli anni a seguire il trasferimento al Chelsea e poi il ritorno in Italia con il prestito all’Inter, dove con Mancini in panchina ritrova lo spazio che merita. Nel 2006 abbandona l’Italia e torna a solcare i campi argentini legandosi all’Estudiantes fino al 2012, club con cui vince la Libertadores nel 2009. FUTURO- Appese le scarpette al chiodo cosa farà la Brujita si saranno chiesti in molti? Per quanto riguarda il futuro prossimo di Veron, la stampa sudamericana parla già di un possibile ruolo come direttore delle Nazionali in base al buonissimo rapporto che lo lega con l’attuale c.t. della Seleccion Alejandro Sabella.

  • Eto’o  “In Russia per il denaro”

    Eto’o “In Russia per il denaro”

    Torna a parlare dalla Russia Samuel Eto’o, dove intervistato dal quotidiano spagnolo AS, parla della sua nuova esperienza all’Anzhi, etichettando come ipocriti chiunque gli dia del mercenario, o dell’avido per il suo discusso trasferimento dai nerazzurri ai russi: «Quelli che dicono che non si muovono per i soldi sono solo degli ipocriti» tuona il bomber camerunense per difendersi dalle numerose critiche piovutegli addosso in questi ultimi mesi, aggiungendo come la realtà sia questa, senza evitare di negare l’evidenza. Ricordando un’altra sua frase ad effetto citata nella sua biografia nel 2004 quando giocava nel Barcellona “Devo correre come un nero per vivere come un bianco”, spiegando come oggi : Tutti si ricordano di quella frase , ma per me serviva a mettere in evidenza le difficoltà che tanti bambini soffrono in tutto il mondo. Io sono riuscito a superare quelle difficoltà, e spero di poter essere un esempio».

    Samuel Eto'o © Dmitry Kostyukov/Getty Images
    DECISIONE DISCUTIBILE- Escludendo il mero rientro economico è sicuramente discutibile la scelta di abbandonare i palcoscenici di un calcio che conta come quello italiano per andare a finire una carriera in Russia facendosi ricoprire il conto in banca a suon di milioni, con le motivazioni che sono inversamente proporzionali al guadagno monerario. “La questione è semplice – non usa mezzi termini Samuel- Ho ricevuto un’offerta che aveva i suoi pro e i suoi contro, l’ho valutata e ho deciso di accettarla. Mi è stato proposto un modo di lavorare che ho apprezzato, e sono felice perché le cose vanno meglio del previsto”.Escludendo però l’ipotesi progetto, che appare realizzabile realisticamente in non meno di 3 o 4 anni l’unica vera e palese motivazione che avrebbero spinto Eto’o al trasferimento sono i soldi: “Perché, non lavoriamo tutti per il denaro? –chiede l’attaccante camerunense con tono provocatorio?- Chiunque dica il contrario, è un ipocrita. Però rispetto l’opinione di tutti. Per me è stato importante per dare una possibilità a tutti quei bambini africani che un giorno sognano di diventare calciatori. E questo contratto dimostra che superare certi ostacoli è possibile”. KERIMOV- Si è instaurato sin da subito un ottimo feeling con il proprietario dell’Azhni Kerimov, ed è lo stesso Samuel Eto’o a parlare di questo nell’intervista: “ Il sogno di Kerimov è costruire un club importante. Partendo da questo punto, cerca i giocatori che meglio si adattano a quest’idea e meglio possono contribuire a realizzarla. Il mio sogno è che l’inno della Champions suoni a Makhashkala. Questo per me sarebbe come vincere un’altra Champions. Sarebbe un’altra grande vittoria nella mia carriera” NIENTE RIMPIANTI – Per quanto riguarda i possibili rimpianti per aver abbandonato i nerazzurri e la Serie A prima del dovuto Eto’o ammette di non avere assolutamente nessun rimpianto di come sentisse in qualche modo la voglia di cambiare aria: «In Europa ho avuto modo di togliermi tutte le soddisfazioni che un giocatore può avere. Barcellona e Inter mi hanno dato la possibilità di vincere tutto, e il Maiorca di crescere. Avevo bisogno di provare una nuova avventura». RICORDI E PROSPETTIVE FUTURE – Parlando del suo passato è inevitabile fare un riferimento ai suoi ex allenatori, tra cui saltano fuori i nomi di Guardiola, Mourinho e Aragones nella sua speciale classifica di stima e affetto. Per il tecnico del Barcellona Samuel usa parole al miele nonostante gli ultimi screzi ai tempi dell’addio in Spagna: «Ho grande stima di lui. Ma il miglior allenatore di tutti i tempi per me resta Luis Aragones (che lo allenò ai tempi del Maiorca ndr), e Mourinho è il migliore in questo momento. Ma sono stato fortunato anche ad avere Pep, che è unico come tecnico e come persona”.  Per quanto riguarda un’ipotesi sul futuro prossimo, alla domanda su chi vorrebbe vedere sulla panchina dell’Anzhi, Samuel risponde così: “Meglio di loro non c’è, quindi sarei felice con entrambi”. Nel finale l’ultima domanda su un possibile futuro in politica di Eto’o: “Questo me lo tengo per me… “. Dichiarazioni tratte dal Corriere dello Sport

  • Ibra in love, da Piqué ad Abate

    Ibra in love, da Piqué ad Abate

    Se si facesse un sondaggio su come il mondo sportivo vede la figura di Zlatan Ibrahimovic in pochi sarebbero propensi a definirlo affettuoso e romantico. Eppure, il talento svedese, ha spesso dato prova del suo affetto verso i compagni con atteggiamenti e carezze che in qualche modo hanno messo a repentaglio la sua immagine di duro.

    Una foto nel parcheggio della Ciudad Deportiva di Barcellona, nella “sfortunata” esperienza in maglia blaugrana, fece il giro del mondo per l’affettuosa carezza di Ibrahimovic a Piqué. Questa volta il web è invece impazzito per uno scambio d’affetto con Abate beccati in atteggiamenti equivoci durante una sessione di allenamento.

  • Totti ne fa 35, il compleanno del Re di Roma

    Totti ne fa 35, il compleanno del Re di Roma

    35 anni, tanti record battuti, un campionato del Mondo vinto con la Nazionale, uno scudetto vinto con la maglia della sua squadra, l’unica della sua vita, una vita in giallorosso, a rappresentare la romanità genuina, scanzonata e schietta. Una famiglia serena, due figli ed una moglie famosa, un connubio che, in molti casi è destinato a durare il tempo di un’estate in copertina, ma che – nel loro caso – appare solido e duraturo.

    © Tullio M. Puglia/Getty Images
    Una carriera luminosa, una vita da protagonista. Ma la strada per arrivarvi non è sempre stata in pianura, anche se – dall’età di sedici anni in poi – ossia dall’esordio in serie A, le fatiche sono state ripagate dalla gloria, dagli onori e dalla devozione che la sua città gli ha riservato: l’ottavo Re di Roma, uno dei suoi soprannomi. Molto meglio di quel “Pupone” che gli attribuivano negli anni della “giovinezza”, quando non aveva ancora acquisito la maturià di oggi, ed in alcuni comportamenti appariva eccessivamente sicuro di sè, fino a sembrare perfino antipatico in apparenza, almeno ai tifosi avversari, derisi da cucchiai ed esultanze “particolari”. Tante, però, anche le sofferenze fisiche, che lo hanno plasmato nella tempra e lo hanno reso più maturo e forte, così come lo hanno plasmato i vari allenatori che lo hanno seguito e guidato, da Mazzone, che ebbe il merito di vedere in lui la luce del grande campione lanciandolo in Serie A all’età di soli 16 anni, a Zeman, da Capello a Spalletti e Ranieri ed, ora, a Luis Enrique, per citare quelli più “significativi” per il suo percorso. Ora, la sua immagine è legata anche agli spot “in famiglia”, insieme alla moglie Ilary, che gli hanno regalato il soprannome dei nuovi “Sandra e Raimondo”: al termine della carriera – dunque – se volesse intraprendere la carriera televisiva, le porte gli verrebbero spalancate. Per ora, però, il presente è la Roma, è il suo numero dieci, è la sfida di dimostrare – ancora una volta – il suo valore anche ad uno staff spagnolo che vorrebbe essere rivoluzionario. Ma la rivoluzione, non può prescindere dal Capitano. Auguri Francesco Totti.