Tag: Curiosità

  • Beckham torna al gol, i LA Galaxy volano in testa. Video

    Beckham torna al gol, i LA Galaxy volano in testa. Video

    Lo Spice Boy compie l’ennesimo miracolo della sua carriera tornando ad alti livelli dopo il terribile infortunio con la maglia del Milan che gli costò anche il mondiale in Sudafrica. Beckham tornato a giocare nei Los Angeles Galaxy contribuisce al successo dei suoi con un bolide su punizione.

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  • Roma: “Che schiava di Totti Iddio la creò…”

    Roma: “Che schiava di Totti Iddio la creò…”

    “Stanco? Erano più stanchi i difensori del Napoli. Stavo bene e avevo la sensazione di poter trovare il varco giusto per fare gol. Sono rimasto un po’ meravigliato del cambio, ma bisogna rispettare le scelte dell’allenatore”.

    Marco Borriello non si nasconde e senza travalicare l’autorità dell’allenatore esprime il proprio dissenso per la sostituzione che lo ha visto suo malgrado coinvolto, essendo stato costretto a lasciare il proprio posto a Mirko Vucinic. Giusto puntare su un guizzo del montenegrino, giustiziere dell’Inter una settimana fa, ma tagliare l’uomo che più di tutti aveva imbarazzato la difesa avversaria è sembrato un vero e proprio suicidio sportivo.

    Perché non è stato richiamato in panchina capitan Totti, a dir poco abulico per tutti i 90′ e con le batterie in riserva? Prima d’ora Ranieri non si era fatto tanti scrupoli a confinare in panca il leader maximo, è molto probabile però che le ultime uscite verbali del capitano, congiunte all’esangue bottino raccimolato in campionato, cinque punti (otto di distacco dagli odiati cugini laziali), abbiano limitato non poco la “libertà di pensiero” del tecnico di Testaccio.

    Certo, in un momento di vacche magre come questo inimicarsi Totti non sarebbe una mossa arguta: se Ranieri può decidere chi segregare in panchina, Totti può decidere chi decide di segregare i giocatori in panchina. Questo, in virtù dell’immenso potere conferitogli per essere rimasto a Roma quando tutti lo cercavano. Ed è sempre per lo stesso potere che il capitano giallorosso può limitare gli allenamenti settimanali a tre sgambate, dilazionate in sei giorni, con il proprio preparatore Vito Scala: per chi gioca a quei livelli significa “mi alleno quando e come voglio”. Dunque, il fatto che da tempo non “corra” è un fattore da imputare non solo agli anni e agli infortuni, vedi Scholes e Giggs, entrambi più in là con gli anni del trequartista capitolino ed entrambi alle prese con bizze fisiche che hanno travagliato le loro carriere.

    Per non parlare dei deprecabili atteggiamenti che suole assumere, e giusto per non rivangare il passato, il riferimento va alla manata rifilata ad un avversario oggi a Napoli. Il suo talento è indiscutibile, ma quando si rende protagonista di questi episodi del campione resta solo il nome scritto sulla maglietta. Cazziato il capitano, il tecnico Ranieri non può essere esentato da una tiratina d’orecchie: continui a usare Totti quando serve, il coraggio è tale se la situazione si preannuncia avversa. Il suo posto è in ballo, purtroppo vincere con o senza Totti non cambia nulla. Perdere con o senza Totti, sì. A Ranieri l’onere di risollevare la Roma che, parafrasando l’Inno di Mameli, schiava di Totti Iddio la creò. Mister, è ora di tirare fuori gli attributi (per dirla con un france-sismo)…

  • Javier Pastore, fuoriclasse in pectore

    Javier Pastore, fuoriclasse in pectore

    Di lui non si può più parlare di ‘aspirante campione’ ma già di ‘campione affermato’ con possibilità di diventare un fuoriclasse: Javier Pastore, il ‘Nuovo Kakà’ ha tutte le ragioni per poter aspirare al ruolo di protagonista assoluto nel calcio del domani. Alla sua seconda stagione in Italia, ha fatto vedere cose interessantissime sin dalle prime partite dello scorso anno ma è in questo avvio di 2010/11 che sta deliziando la platea con giocate di primissimo livello e reti da numero uno.

    Grande tecnica, visione di gioco, capacità realizzativa, propensione per l’assist vincente ed ottima lettura e conduzione delle ripartenze oltre ad una concretezza poco usuale per un trequartista: il giovane Javier, in effetti, ricorda molto da vicino il fuoriclasse brasiliano ex Milan (non solo per la posizione in campo dunque) e contando la giovanissima età ha ancora numerosi margini di miglioramento; ha inoltre dalla sua parte una struttura fisica eccezionale (1,87 cm per 73 kg, come riporta l’ “Almanacco Panini 2010”. Nato nel 1989 a Cordoba, Pastore ha giocato nel Talleres e nell’ Huracan ed è sbarcato in Sicilia nell’estate 2009 per mettersi a disposizione di Walter Zenga prima e Delio Rossi poi. Dopo un avvio parzialmente problematico, con il trainer ex Lazio in panchina ha iniziato ad aumentare il proprio minutaggio in campo e con esso il livello delle sue prestazioni, sempre buone e talvolta eccelse.

    Dopo il Mondiale, oscurato dalla stella Messi (nonostante una rassegna iridata non memorabile della sua Argentina e della ‘Pulce’ blaugrana) con il quale potrebbe formare un tandem senza eguali nel prossimo decennio, in maglia rosanero sta facendo faville. E’ infatti su standard di rendimento elevatissimi, tanto che si parla di lui come l’uomo mercato più importante della prossima sessione estiva, con tutte le Big del Calcio Mondiale pronte a far follie pur di accaparrarsi le sue prestazioni: chi la spunterà?

  • I Knicks sbarcano a Milano. Gallinari e D’Antoni sfidano il loro passato

    I Knicks sbarcano a Milano. Gallinari e D’Antoni sfidano il loro passato

    Profumo di NBA: cresce l’attesa per l’amichevole tra l’Olimpia Milano e i New York Knicks, una delle franchigie della massima Lega statunitense di basket più amate dell’intero globo. Per l’occasione la città meneghina si è fatta trovare pronta ed ha riservato un’accoglienza calorosa ai due grandi ex della partita, il coach Mike D’Antoni e l’ala Danilo Gallinari. Il tecnico è un mostro sacro a Milano avendo giocato con l’Olimpia per ben 13 stagioni e da dove è anche partita la sua carriera da allenatore avendola allenata per 4 anni, Danilo invece torna a giocare contro la società che lo ha lanciato nel basket professionistico e che gli ha dato la possibilità di crescere, maturare e di approdare in NBA con la franchigia della città della Grande Mela.

    Ci sarà dunque anche un pizzico di emozione per i due che qui hanno lasciato un pezzo del loro cuore. La gara, in programma alle 18:30, verrà ospitata in un Forum d’Assago gremito in ogni ordine di posti. Che lo spettacolo abbia inizio…

  • Calciopoli, il perito svela: fu Facchetti a dire “Metti Collina” e non Bergamo

    Calciopoli, il perito svela: fu Facchetti a dire “Metti Collina” e non Bergamo

    Mistero svelato. Una delle intercettazioni più roventi portate in aula dalla difesa di Luciano Moggi per smontare la tesi accusatoria a suo carico come “deus ex machina” di Calciopoli nel processo di Napoli e che ha fatto scontrare addetti ai lavori e tifosi finalmente ha la sua verità. L’intercettazione in questione è la tanto discussa telefonata dell’ex presidente dell’Inter Giacinto Facchetti, scomparso nel 2006, e l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo prima di un Inter – Juventus del 28 novembre 2004. In quel dialogo (si parlava di designazioni arbitri ndr) uno dei due interlocutori disse all’altro “Metti dentro Collina” difficilmente distinguibile dal nostro udito di chi fosse stata la paternità dell’affermazione perchè le due voci in quell’istante si sovrappongono una sopra l’altra.

    Ieri alla ripresa, dopo la pausa estiva, del processo Calciopoli in cui Moggi e Baldini hanno animato l’udienza sfiorando quasi la rissa, il perito, chiamato a risolvere il rebus, ha dato il suo responso dichiarando che ha pronunciare quella frase fu proprio il defunto Facchetti e non Bergamo come era stato scritto sui giornali e detto nei programmi televisivi sportivi in prima analisi.

    Di seguito l’audio dell’intercettazione tra Facchetti e Bergamo.

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  • Agnelli scrive a tifosi: “le nostre vittorie tutte meritate”

    Agnelli scrive a tifosi: “le nostre vittorie tutte meritate”

    Il cambio repentino dei tifosi bianconeri passati dalla contestazione ad oltranza ad incoraggiare i giocatori in ogni occasione lo si deve sopratutto ad Andrea Agnelli. Il giovane rampollo, da quando ha assunto la carica di presidente non ha perso occasione per tutelare squadra e tifosi e con un lavoro costante e certosino ha riacquistato la fiducia.

    Negli ultimi giorni lo scontro con l’Inter si è fatto ancora più accesso frutto della rivalità conclamata dalle vicende giuridiche di Calciopoli, oggi riprende il Processo, ma anche per l’ormai imminente big match. Andrea Agnelli a due giorni dal derby d’Italia ha voluto scrivere ai tifosi per rimarcare ancora una volta che la supremazia di vittorie bianconera è frutto della forza della squadra e non di affari loschi. DI seguito vi riportiamo il contenuto della lettera apparso sul sito ufficiale della Juventus:

    Cari tifosi,

    questa prima parte di stagione agonistica è stata spesso accompagnata da polemiche, da opinioni e in taluni casi da attacchi veri e propri alla Juventus e alla sua storia. Tra poche ore si aprirà il palcoscenico su una partita che da sempre racchiude gran parte della storia del calcio. Una storia per noi juventini fatta di passione e molto spesso di vittorie, tutte meritate sul campo.

    Le chiacchiere degli ultimi mesi hanno contribuito ad alzare i toni, mescolando spesso i ruoli. È venuto ora il momento di occuparsi del presente.

    Un tempo in cui gli azionisti e il management sono da una parte impegnati a tutelare e difendere i colori bianconeri in ogni sede, con i giusti strumenti e nel modo più corretto e trasparente, e dall’altra si concentrano quotidianamente per mettere in condizione i calciatori di offrire una prestazione all’altezza dei colori bianconeri.

    Un tempo nel quale i tifosi, con senso di responsabilità perfino superiore a quello di alcuni dirigenti, sostengono la propria squadra anche nei momenti di difficoltà, senza cadere in inutili esagerazioni e violenze che macchierebbero l’impegno congiunto di tutti coloro che hanno a cuore la Juventus: calciatori, tecnici, dirigenti, dipendenti e milioni di sostenitori.

    Un tempo che dura da 113 anni e continuerà anche dopo questi novanta minuti nei quali tutti dovremo essere tifosi leali per poi tornare al nostro lavoro: la Juventus continuerà a farlo nelle sedi competenti perché le ragioni di tutti siano ascoltate e valutate con pari dignità.

    Forza Juve
    Andrea Agnelli

  • Torino, sale il tono dello scontro. Una testa di maiale per Cairo

    Torino, sale il tono dello scontro. Una testa di maiale per Cairo

    Sale il clima di contestazione a Torino nei confronti del presidente granata Urbano Cairo, questa mattina davanti alla sede del Torino, è stata trovata una testa di maiale.

    A fianco alle testa dell’animale c’era una scritta di vernice rossa che recitava “Vattene porco” . E’ il terzo episodio di contestazione dura contro il Toro in un mese, alla bomba carta contro la sede si erano susseguite due scritte sempre in vernice rossa davanti la sede e l’azienda dell’editore con un grande Game Over. Sull’episodio sta indagando la Digos.

  • Boxe, compie 35 anni il match Alì-Frazier di Manila

    Boxe, compie 35 anni il match Alì-Frazier di Manila

    Sono passati 35 anni da quel 1 Ottobre 1975 che segnò una data storica nel mondo del pugilato: in quel giorno, infatti, venne disputato uno dei più importanti match nella storia della disciplina, per alcuni il più importante in assoluto, il “Thrilla in Manila” tra Joe Frazier e Muhammad Alì, il terzo incontro-scontro tra i due.

    I due più grandi pesi massimi della storia della noble art (insieme a Rocky Marciano, imbattuto campione del mondo dei pesi massimi di origini italiane), diedero vita ad un match cruento e spettacolare un anno dopo un altro incontro che ha indelebilmente segnato la storia di questo sport, il “Rumble in jungle” di Kinshasa tra lo stesso Alì e George Foreman (vittoria di Alì contro i pronostici).

    La battaglia di Manila tra due ori olimpici (Foreman a Tokyo ed Alì a Roma), venne definita “quanto più vicino alla morte “ nella carriera dei due grandissimi pugili, diversi in tutto ma uguali nella grandezza. Quindici riprese di sangue e cazzotti, quindici riprese di lotta e sudore. Vinse Alì e mise un altro mattone alla costruzione della sua imperitura leggenda.

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  • Colombo lancia il sasso: “Ci sono molti gay nel mondo del calcio”

    Colombo lancia il sasso: “Ci sono molti gay nel mondo del calcio”

    Paolo Colombo giornalista sportivo di La 7 qualche tempo fa fece coming out dichiarando pubblicamente la propria omosessualità squarciando in qualche modo il virile mondo del calcio. Il giornalista, ospite ieri sera del Chiambretti Night è andato oltre svelando altri particolari inquietanti su presunti casi di omosessualità nel calcio e sopratutto nelle big di serie A.

    Colombo, senza far nomi ovviamente, svela che tutt’ora gioca nella Juventus tra centrocampo ed attacco un calciatore omosessuale e un altro giocava nel Milan fino a non molto tempo fa.

    “Nella Juve c’è un gay che milita tra il centrocampo e l’attacco . Un altro omosessuale ha lasciato il Milan e ora gioca altrove. Io stesso ho avuto una relazione con un calciatore straniero arrivato in Italia a fine anni ’90” – E continua – Non parlare dell’omosessualità nel calcio è un’autodifesa di quel mondo. Nel calcio però di gay ce ne sono, me ne accorgo quando li intervisto. Anche nelle squadre al top della classifica. Ci sono giocatori controllati, giocatori per cui le società hanno ritirato le foto perché questi erano in compagnia di uomini anche nudi sulle barche. C’è una sorta di pudore da parte delle società per proteggere il giocatore, anche se poi l’anno dopo, lo stesso giocatore, viene immediatamente ceduto.

  • Totò Schillaci fà il boss in “Squadra antimafia – Palermo oggi”

    Totò Schillaci fà il boss in “Squadra antimafia – Palermo oggi”

    Dalle notti magiche di Italia ’90 agli schermi della tv, Totò Schillaci l’eroe dell’Italia targata Vicini ci riprova a sfondare il piccolo schermo prendendo parte alla fiction di Canale 5 “Squadra antimafia – Palermo oggi”. Il bomber siciliano dopo aver provato a sfondare con l’Isola dei Famosi avrà una piccola parte come boss di mafia nella sua Palermo.

    Attualmente il siciliano gestisce una scuola calcio in Sicilia e grazie a Valsecchi proverà a cimentarsi nel ruolo di attore, anche se a noi piace ricordarlo cosi:

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