Tag: Curiosità

  • Balotelli, scappatella napoletana. Beccato a cena con la Fico

    Balotelli, scappatella napoletana. Beccato a cena con la Fico

    Poteva e doveva esser la sua serata un modo per conquistare definitivamente il Manchester City e dar un messaggio all’Italia intera che sul suo estro e la sua crescita sperava di poter contare in vista dell’Europeo 2012 dove gli azzurri arriveranno con un attacco non al meglio visti gli infortuni di Cassano e Giuseppe Rossi.

    Mario Balotelli invece balza ancora una volta alle cronache per un comportamento fuori

    Mario Balotelli | ©Paul Ellis/Getty Images
    dagli schemi e che con ogni probabilità costringerà Mancini a rivedere il suo undici iniziale. L’ex nerazzurro infatti ieri sera ha rotto le ferree regole del ritiro inglese eludendo i controlli per una scappatella amorosa con la sua Raffaella Fico. Pare che Balotelli non abbia resistito alla tentazione di mangiare una pizza al Borgo Marinaro ma sopratutto di veder la sua ultima fiamma con la quale sembra aver superato le incomprensioni di qualche settimana fa.

    Se è riuscito a farla franca ai controlli della sorveglianza inglese Balotelli però non è riuscito ad evitare quelli dei fotografi e dei napoletani che lo hanno immortalato in giro e preso d’assalto a caccia di foto ricordo e autografi. La notizia di un possibile scoop è iniziato a circolare nell’ambiente partenopeo già dal pomeriggio di ieri, quando è stata avvistata in giro per la città la bella Fico, ha trovato conferma poi nella notte quando l’azzurro ha lasciato l’albergo da una via secondaria con l’aiuto di un bodyguard.

    Non è ancora arrivata una comunicazione ufficiale anche se come riporta Calcionapoli24.it potrebbe anche esser stata autorizzata da Mancini rompendo per una volta le ferree regole dei ritiri prepartita. Nelle indiscrezioni sulle probabili formazioni di ieri Balotelli doveva esser preferito a Dzeko come prima punta con il terzetto delle meraviglie Silva, Aguero e Nasri, se la fuga non fosse stata autorizzata invece per SuperMario si profilerebbe la tribuna con il probabile inserimento di Dzeko nel ruolo di terminale offensivo.

  • Manchester City, record di perdite da 227 milioni di euro

    Manchester City, record di perdite da 227 milioni di euro

    Alla faccia del fair play finanziario. Il Manchester City ha chiuso l’anno 2010-2011 con pesanti perdite di bilancio che si aggirano intorno ai 227 milioni di euro battendo ogni record di perdite mai regisrate in Premier League.

    Balotelli esulta con Aguero | © Laurence Griffiths/Getty Images

    Il proprietario del club, lo sceicco Mansour, che dal suo avvento – nel 2008 – si è sbizzarrito in acquisti onerosissimi e concesso ingaggi faraonici, ha superato di gran lunga il magnate russo Roman Abramovic che con il suo Chelsea nel 2005 aveva registrato un passivo di 164 milioni di euro. Robinho, Shaun Wright-Phillips, Carlos Tevez, Emmanuel Adebayor, Kolo e Yayà Toure, David Silva, Aleksandar Kolarov, Mario Balotelli, Edin Dzeko, Gael Clichy, Samir Nasri e Sergio Aguero è solo una parte di una lunga lista degli acquisti voluti dallo sceicco per portare il secondo club di Manchester sugli stessi livelli dei cugini dello United per un totale di 700 milioni di euro spesi in 3 anni. In particolare è significativo l’esborso quest’estate di 45 milioni di euro, la cifra record in Premier League spesa per un calciatore, per prelevare dall’Atletico Madrid Aguero e strapparlo alla concorrenza della Juventus che aveva messo le mani sul giocatore.

    Quarantacinque milioni che sembrano noccioline in confronto a quanto lo sceicco paperone aveva proposto a gennaio del 2009 al Milan per Kakà con i rossoneri, lo ricordiamo tutti, che avevano vacillato davanti all’esorbitante offerta e praticamente venduto la sua stella per una cifra superiore ai 100 milioni di euro – poi l’operazione non andò in porto per il rifiuto del fantasista brasiliano di andare a giocare nel Manchester City che allora non era ancora la potenza diventata oggi, e quest’state al Real Madrid per Cristiano Ronaldo con Mansour che sarebbe stato disposto a versare nelle casse del club madridista la bellezza di 180 milioni di euro in contanti e ad offrire un ingaggio di 23 milioni a stagione al giocatore pur di vedere con la maglia dei Citizens l’asso portoghese.

    Tornando alle perdite registrate, il calcolo non tiene però conto degli introiti che il City riceverà per la sponsorizzazione dello stadio dalla Etihad Airways, la compagnia aerea sempre di proprietà di Mansour, che garantisce un’entrata di circa 40 milioni di euro, e i ricavi Champions di quest’anno.
    Nonostante ciò, a pochi anni dall’entrata in vigore del fair play finanziario (si potrà spendere solo quanto si guadagna, per i primi anni ai club sarà consentito un massimo di perdite già prestabilito ma che queste dovranno sparire del tutto nella stagione 2018-2019) voluto dal presidente della Uefa Michel Platini e che bisognerà rispettare se i club vorranno partecipare alle competizioni europee, il City, che attualmente sta dominando in Premier League, ha bisogno di porre un freno a tutte queste spese folli e mettersi in regola con il bilancio. Un’operazione questa già prevista per il risanamento del club come ha affermato il responsabile operativo del Manchester City Graham Wallace.

  • Moggi condannato. Il “così fan tutti” non ha pagato

    Moggi condannato. Il “così fan tutti” non ha pagato

    Calciopoli è finita? Il processo di Napoli si è concluso con la condanna di Luciano Moggi e la conferma di una associazione a delinquere che mirava a stravolgere il normale corso del campionato italiano di calcio. Sono passate più di 24 ore e pur non avendo ancora chiaro su quali siano le reali conseguenze del dispositivo emesso dal giudice Casoria presso il Tribunale di Napoli sono riuscito a convincermi dell’idea, che tra l’altro mi accompagna da ormai tanti mesi, di qualche errore di valutazione della strategia difensiva di Luciano Moggi. Parliamoci chiaro, per quasi tutti Calciopoli era Moggiopoli e il processo avrebbe avuto un vincitore o un vinto solo e soltanto per l’assoluzione o condanna di Luciano Moggi. Per come è partito e si è sviluppato il processo gli altri membri, pur appartenenti alla “cupola” erano soltanto di contorno, accessori per l’una o l’altra tesi.

    Luciano Moggi | © PACO SERINELLI/AFP/Getty Images
    Buttato in prima pagina come il male assoluto, l’uomo che orchestrava a tavolino gli scudetti Big Luciano ha iniziato una battaglia personale nei confronti dei suoi accusatori, sovraesponendosi in salotti televisivi nazionali e locali gridando, più che la sua innocenza, la colpevolezza di altri. La difesa degli avvocati Prioreschi e Trofino si incentrata infatti principalmente su altre intercettazioni che hanno evidentemente dimostrato una prassi consolidata e comune ma che non hanno in nessun modo smentito la condotta di Moggi. L’encomiabile lavoro di Nicola Penta è servito a far saltare fuori non una verità parziale come quella disegnata dal colonnello Auricchio e perorata da Narducci, Beatrice e Capuano ma pur alleggerendo la posizione di Moggi in senso assoluto non è r . In un processo penale la prova “del cosi fan tutti” non fa che perorare la tesi dell’accusa. Non sono un avvocato, non ho nessuna esperienza giuridica ma sono un attento osservatore ed è facilmente dimostrabile che in tutti i processi dove l’imputato vuol trasformarsi in accusatore finisce per pagare. Moggi ha portato a galla nuove verità, ha fatto capire che di quel calcio e forse anche di quello attuale non c’era e non c’è niente da salvare ma obiettivamente al giudice Casoria che si trovava a decidere sulle colpe di Moggi e della presunta cupola poteva interessare la colpevolezza di Moratti o Facchetti? L’avvocato Morescanti, ad esempio, forse perchè non disponeva delle risorse di Moggi per sbobinare le intercettazione o semplicemente per strategia difensiva, ha invece difeso i suoi evidenziando la parzialità delle intercettazioni portate dall’impossibilità di esser realmente contestualizzate senza saper quelle precedenti e successive. Onestamente pensavo che dalle stanze di Napoli ci fosse una sentenza differente tanto per la mancanza di prove certe quanto per un dibattimento che ha smantellato ad ogni udienza una tesi dell’accusa e anche per questo son curioso di legger le motivazioni della sentenza. Per Moggi e gli altri imputati adesso ci sarà la possibilità di far appello e di dimostrare questa volta di non aver tenuto nessun comportamento rilevante. La partita sportiva non si è chiusa e non si chiuderà mai. Le prove sono nella ridicola esultanza della Juventus alla sentenza, nelle accuse di Palazzi all’Inter e Moratti e sopratutto nella consapevolezza che chi doveva salvaguardare il calcio all’epoca dei fatti è ancora in sella.

  • SoccerLife, social game gratuito sul calcio

    SoccerLife, social game gratuito sul calcio

    Un vero è proprio “boom” quello di soccerlife, il social game italiano nato da poco conta già migliaia di iscritti. Soccerlife  funziona come un social network dove però tutti gli amici si sfidano pronosticando partite di calcio.

    SoccerLife, social game su calcio gratuito
    Il gioco è molto semplice da capire e interamente gratuito,per iscriversi basta avere un’età minima di 16 anni, andare sul sito www.soccerlife.it , immettere i propri dati come succede in tutti i social network e sì inizia. Soccerlife non è un gioco manageriale, infatti non esistono squadre, ne giocatori, ne mercato, non è una copia del fantacalcio. In questo gioco si scommette, ma si scommette gratis quindi non confondetelo con un sito di scommesse, è tutt’altra cosa. E’ un gioco di abilità dove tutti gli utenti possono crescere di livello, vincere sfide, partecipare a competizioni, e i più bravi vincere fantastici premi senza spendere un centesimo. Come funziona? dopo essersi iscritti al gioco in soccerlife troverete tre personaggi:

    1. PRESIDENTE: che vi informa delle funzionalità che sbloccate man mano che si sale di livello
    2. COACH: che suggerisce le strategie da applicare per i pronostici (l’utente può ignorare i suggerimenti)
    3. SEGRETARIA: che dispone di applicazioni che consentono all’utente di ricevere nuove balls per continuare a giocare.

    Il gioco è suddiviso in 5 fasi, nella prima fase si posseggono le FreeBalls (colore verde) che servono per pronosticare eventi calcistici, ogni pronostico azzeccato assegna StartBalls. Le StartBall (colore giallo) consentono di pronosticare più partite, ogni pronostico esatto fa vincere all’utente SpecialBalls(colore azzurro). Queste agiscono su un più ampio palinsesto di partite da pronosticare,ogni pronostico esatto assegna HardBalls (colore rosso). Ogni pronostico azzeccato, scommettendo le HardBalls fa vincere all’utente un premio dal catalogo del sito. E non finisce qui, su soccerlife potrete conoscere nuovi amici, sfidarli e partecipare a tornei e competizioni. Per giocare non bisogna scaricare nessun software, basta andare sul sito ed iscriversi, soccerlife ogni settimana mette in palio fantastici premi da vincere  senza nessuna spesa per i partecipanti. Questa settimana, verrà fatta una seconda sfida pubblica, che premierà il vincitore con un Ipod Touch. Scommetto che andrete a iscrivervi, quindi buone scommesse a tutti!!!

  • Io Ibra: i clan dell’Inter, Calciopoli e il pianto di Moggi

    Io Ibra: i clan dell’Inter, Calciopoli e il pianto di Moggi

    Uscirà venerdi in Italia la autobiografia di Zlatan Ibrahimovic e vista l’ondata di curiosità e indiscrezioni crediamo che resterà poco nelle librerie. Lo svedese non poteva esser banale nel racconto di se stesso svelando ai suoi fan tanti aneddoti interessanti del suo passato con le maglie di Juventus e Inter. Proprio sulle eterne rivali si concentrano i nuovi particolari delle pagine scritte da Ibra dopo che nei giorni scorsi erano arrivate quelle su Guardiola e il Barcellona e ieri quelle sul Milan. Lo svedese racconta il suo arrivo in bianconero e il primo incontro con Moggi avvenuto a Montecarlo durante il Gran Premio, Ibra era accompagnato da Raiola definito “Mino non si può definire un grande atleta. È un ciccione. Luciano Moggi, in un completo elegantissimo, era alle prese con un grosso sigaro; si capiva subito che era un individuo di potere”.

    Ibrahimovic e Cassano | ©Valerio Pennicino/Getty Images
    Calciopoli “Erano balle, almeno per la gran parte. Arbitri che ci favorivano? Ma andiamo! Avevamo lottato duramente, là in campo. Avevamo rischiato le nostre gambe, e senza avere nessun aiuto dagli arbitri, queste sono cazzate” Il pianto di Moggi La Juventus volava verso la conquista del secondo scudetto e Ibrahimovic era oramai diventato una certezza del campionato italiano e il fiore all’occhiello del dream team di Fabio Capello. La dirigenza indì una riunione con i giocatori nel corso della quale Moggi scoppiò in lacrime “Vidi Luciano Moggi cominciare a piangere davanti a noi durante lo scandalo di Calciopoli. Il mondo si era rovesciato. Noi stavamo portando a casa il secondo scudetto consecutivo e ci hanno tirato nel fango. Gli arbitri non ci favorivano, eravamo semplicemente i migliori e ci dovevano affondare, ecco la verita”. Il periodo all’Inter. La principale conseguenza del Processo a Calciopoli fu il suo passaggio all’Inter. Lo svedese sin dal suo arrivo intuì qualche problema di troppo nello spogliatoio spaccato tra i argentini, brasiliani e tutti gli altri. “La vera sfida era rompere quei cazzo di gruppetti. Li odiai fin dal primo giorno tutte le squadre rendono molto meglio quando fra i giocatori c’è coesione. All’Inter era l’opposto”. Ibra racconta che fu lui in persona a recarsi da Moratti per cercare una soluzione “Bisogna rompere questi dannati clan. Non possiamo vincere se lo spogliatoio non è unito”. L’ultima battuta su Cassano a dimostrazione dell’affiatamento tra i due anche fuori dal rettangolo verde “Cassano ha un po’ la fama del bad boy come me. Ma ha una meravigliosa qualità nel suo gioco. Mi piace davvero, e con lui siamo diventati una squadra ancora migliore”.

  • Incredibile, Hermes Toro-Matrice 47-0. Ospiti in campo per protesta

    Incredibile, Hermes Toro-Matrice 47-0. Ospiti in campo per protesta

    Una gara di calcio terminata 47 a 0: punteggio frutto di una protesta messa in campo, è proprio il caso di dirlo, dal Matrice, squadra di prima categoria molisana, girone B, dell’hinterland di Campobasso, ieri ospite della Hermes Toro, un’altra squadra nei pressi del capoluogo molisano.

    Il Matrice ha, così, deciso di scendere in campo, ieri, senza opporsi in alcun modo agli attacchi degli avversari, per inscenare una protesta contro l’annullamento della gara della scorsa settimana, vinta contro il Monteverde ma annullata per un errore tecnico del direttore di gara.

    L’arbitro, infatti, nel corso della gara disputata la scorsa domenica, il 30 Ottobre, aveva espulso per doppia ammonizione il calciatore Kevin Sacco, poichè aveva annotato erroneamente – in occasione del primo cartellino giallo comminato – sul proprio taccuino il nome di Sacco anzichè il nome del suo compagno di squadra Ricciuto.

    Applicando il regolamento alla lettera, nonostante la vittoria comunque ottenuta nonostante l’inferiorità numerica dal Matrice, la gara in questione dovrà essere ripetuta: una circostanza assolutamente non gradita al Matrice che, dunque, ha deciso di dare visibilità al suo disappunto.

    Un punteggio da record, dunque, con la media di un gol segnato ogni due minuti dal Toro, con i calciatori del Matrice nelle vesti di spettatori in campo, passivi ad ogni iniziativa degli avversari, con il conseguente passivo di ben 47 gol subiti che non servirà ad ottenere nulla di concreto, ma a dare – almeno – visibilità al malcontento della squadra.

    Chissà se, in futuro, in occasione di provvedimenti del regolamento non graditi, altre squadre – anche big – decideranno di seguire l’esempio del Matrice inscenando forme di protesta in campo così singolari.

  • Autobiografia Ibra, altri particolari “Il Milan mi chiese di mentire”

    Autobiografia Ibra, altri particolari “Il Milan mi chiese di mentire”

    Dal clamore delle indiscrezioni l’autobiografia di Zlatan Ibrahimovic rischia di diventare un best seller, pubblicato in anteprima, dal maggior quotidiano svedese, nel primo capitolo il campione ha svelato particolari “scottanti” del suo anno al Barcellona rivelando un rapporto non del tutto idilliaco con Pep Guardiola ma anche, forse, la soggezione nei confronti di Lionel Messi. Da quelle pagine si era intuito la difficoltà nell’esprimersi al meglio con la maglia blaugrana mentre adesso al Milan si sentiva “a casa”. Dopo le nuove indiscrezioni però anche in casa rossonera qualche piccolo imbarazzo inizierà ad esserci, questa mattina infatti, Expressen, un altro quotidiano svedese, ha svelato particolari sulla famosa lite tra Ibra e lo Onyewu nella scorsa stagione cosi come gli insulti rifilati al guardalinee Nicoletti durante il match tra i rossoneri e la Fiorentina.

    Zlatan Ibrahimovic | ©Filippo Monteforte/Getty Images
    La famosa lite tra lo svedese e l’americano avvenuta nella settimana precendete all’impegno con il Palermo al Barbera ridimensionata subito dal Milan in realtà pare che ebbe una nuova appendice “In quella rissa con Onyewu mi sono rotto una costola ma non abbiamo detto niente. Ci siamo quasi ammazzati”. Sarà vero? L’altra rivelazione è più facile da credere e riguarda gli insulti al guardalinee nel corso della partita contro la Fiorentina che costarono ad Ibra la squalifica per tre giornate. La tesi ufficiale, confermata anche alle tv dal giocatore, diceva di una imprecazione indirizzata a se stesso per non esser riuscito a tener palla in realtà, gli insulti erano proprio riferiti all’assistente e fu il Milan a cercar l’escamotage per cercar di ridurre l’entità della squalifica “Il club mi chiese di dire una bugia”. Queste nuove rivelazioni confermano ancora una volta la forza caratteriale dello svedese ma anche l’incampacità a placare il suo ego a favore del gruppo, scommettiamo che presto ne arriveranno delle nuove?

  • Milito nella terra dei nonni. Cittadino onorario di Terranova da Sibari

    Milito nella terra dei nonni. Cittadino onorario di Terranova da Sibari

    Ritorno alle origini per il Principe Milito, che ha ricevuto la cittadinanza onoraria del paese dei suoi nonni, Terranova da Sibari, in provincia di Cosenza, che Salvatore Milito e Caterina Borrelli – i nonni di Diego Milito, appunto – lasciarono cinquant’anni fa per emigrare in Argentina in cerca di fortuna. Accoglienza calorosissima per festeggiare l’evento, con il Municipio del paese super affollato, fra fan e curiosi, che acclamavano l’attaccante nerazzurro, che, al termine della “cerimonia” ha visitato anche il centro storico del paese, non risparmiandosi neppure in fatto di “assaggi” dei prodotti tipici calabresi che i suoi parenti e compaesani non gli hanno fatto mancare in occasione della sua visita in Calabria.

    Diego Milito | ©Maurizio Lagana/Getty Images
    Inevitabile, in una cornice tanto calorosa, che il Principe rispondesse a qualche domanda sul presente dell’Inter, e sulle prospettive future. Tema “caldo”, il tecnico Ranieri, che Diego Milito elogia, ritenendo che basterà solo un po’ di tempo, per apprendere al meglio le idee del mister e l’ impostazione che intende dare alla squadra. Il Principe, poi, ricorda che l’Inter ha tutte le carte in regola per risollevarsi dalle difficoltà, cercando di pensare “step by step”, una partita per volta. Grande fiducia, dunque, per il mister romano, per il futuro della stagione nerazzurra e per le potenzialità della squadra. Dopo la sosta, il campo rivelerà se il Principe calabrese-argentino avrà ragione.

  • Giappone, in gol di testa da 58 metri. Video

    Giappone, in gol di testa da 58 metri. Video

    A vedere le immagini mi è subito tornato in mente il fantasioso calcio disegnato dalle avventure di Holly e Benji e adesso forse capisco il perchè sia stato ideato in Giappone. L’eroe di giornata si chiama Ryujiro Ueda autore di un gol rocambolesco che oltre a conquistare il web lo farà entrare nel guinness dei primati.

    Ueda
    Ueda in gol da 58 metri
    Il difensore del Fagiano Okayama è riuscito nell’impresa di segnare di testa dalla sua metà campo respingendo un rinvio del portiere avversario. Il pallone, tutt’altro che regolamentare, ha preso una strana traiettoria andandosi a depositare in rete dopo aver scavalcato il disattendo portiere. La beffa è ancora più cocente perchè il gol è servito a vincere la partita per 1-0. [jwplayer config=”120s” mediaid=”103193″]

  • Iran, palpa il sedere, squalificato con la prova tv. Video

    Iran, palpa il sedere, squalificato con la prova tv. Video

    Il calcio, nonostante regole scritt, come ben sappiamo è spesso interpretabile tanto che i talk show televisivi fanno il boom di ascolti con le moviola. Quello che è successo però in Iran è una fatto alquanto singolare e per fortuna non ripetibile nel nostro calcio. Due giocatori del Persepolis Teheran, squadra finanziata dal governo, sono stati squalificati a tempo indeterminato per condotta immorale.

    Mohammed Nosrati e Sheys Rezaei, i due protagonisti, hanno secondo la federcalcio iraniana tenuto un comportamento non consono ad un atleta eccedendo nei festeggiamenti del gol di Damash. Come si può vedere dalla immagini che adesso impazzano sul web, il difensore Nosrati corre a festeggiare l’attaccante dopo il gol e approfittando della mischia palpa il sedere del compagno di squadra che nonostante la reazione (si vede dalle immagini) di stupore si è visto comminare la squalifica.

    “Nosrati e Rezaei
    – dice Ismail Hasanzadeh, responsabile della commissione disciplina della federcalcio iraniana – sono stati sospesi a tempo indeterminato da tutte le attività legate al calcio per aver commesso degli atti immorali”

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