Tag: Cronaca

  • Morte Morosini, è polemica ambulanza bloccata dai vigili urbani

    Morte Morosini, è polemica ambulanza bloccata dai vigili urbani

    La morte del centrocampista del Livorno Piermario Morosini lascia degli interrogativi dovuti ai soccorsi. L’ambulanza infatti ha impiegato diversi minuti, circa 3 o 4, prima di fare il proprio ingresso sul manto erboso dell’Adriatico e permettere al 25enne giocatore amaranto di essere trasportato verso l’ospedale cittadino. Il motivo? Una macchina dei vigili urbani ostruiva l’ingresso sul campo da gioco. E così si sono persi secondi, per alcuni ininfluenti, per altri importanti, fatto sta che diverse persone presenti hanno immortalato la scena.

    Ci hanno pensato i vigili del fuoco a rompere uno dei vetri dell’autovettura, abbassando così il freno a mano e spingendo il mezzo in modo da rimuoverlo dal punto d’ingresso al campo da gioco e lasciando cosi lo spazio all’ambulanza affinché facesse ingresso sul terreno. Basti pensare che la barella è arrivata in campo attraverso l’ausilio di alcuni giocatori del Pescara che hanno intuito il tutto e si sono lanciati verso la zona in cui era ferma l’ambulanza.

    Pescara – Livorno l'arrivo dell'ambulanza
    Tanto è bastato per scatenare proteste e indignazioni sul web, nonostante per il primario di cardiologia dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, Leonardo Paloscia, tale ritardo non sia risultato decisivo ai fini della salvezza di Morosini.

    Nonostante tutto però il Comune di Pescara avvierà un’indagine interna e aiuterà l’autorità giudiziaria al fine di far luce sulla vicenda in questione. Proprio in queste ore, tra l’altro, è in corso una riunione presso la sede dei vigili urbani di Pescara per ricostruire gli attimi che hanno portato alla morte di Piermario Morosini, durante Pescara Livorno. Presenti il comandante Carlo Maggitti, l’assessore alla Sanità del Comune abruzzese Roberto Renzetti ed esponenti delle forze di polizia. Nelle prossime ore sono attese novità in tal senso, ma in questo caso è chiara e palese la responsabilità di chi ha lasciato l’auto in un punto cosi strategico facendo perdere ai soccorritori secondi importanti.

    Video Piermario Morosini si accascia in campo
    La Serie A si ferma per la morte di Morosini

  • Il calcio italiano in lutto per Morosini, la Figc ferma tutti i campionati

    Il calcio italiano in lutto per Morosini, la Figc ferma tutti i campionati

    Giusto fermarsi di fronte a tragedie del genere; giusto fermarsi in un pomeriggio di shock e sgomento, che ha colpito all’improvviso il calcio italiano.

    La notizia della decisione da parte della Federcalcio di sospendere tutti i campionati nazionali (professionistici e dilettantistici) dopo aver appreso la tragica notizia della morte di Piermario Morosini, centrocampista del Livorno deceduto dopo essersi accasciato sul terreno di gioco durante la sfida tra i labronici e il Pescara, è arrivata tempestiva, e ci sembra giustissima per il rispetto nei confornti di uno sfortunato ragazzo di 25 anni che se n’è andato così all’improvviso mentre faceva ciò che più gli piaceva nella vita.

    In un primo momento si pensava di far rispettare un minuto di silenzio in tutti i campi, compreso quello di Milano dove le squadre di Milan e Genoa erano già sul terreno di gioco per il riscaldamento. Successivamente la Figc ha deciso per la sospensione dell’ intero turno di Serie A  e di tutti i campionati inferiori.

  • Morto Morosini malore in campo durante Pescara – Livorno

    Morto Morosini malore in campo durante Pescara – Livorno

    Nuovo dramma nel mondo del calcio questa volta, purtroppo, la notizia spiacevole ci giunge da vicino: Piermario Morosini, centrocampista del Livorno, è morto in seguito ad un improvviso malore accusato durante la gara di campionato di Serie B tra il Pescara e la squadra toscana allo Stadio Adriatico, partita che è stata sospesa immediatamente. Al 31′ del primo tempo Morosini è caduto a terra senza essere colpito da nessuno. Ha provato per due volte a rialzarsi, poi è finito giù. Il compagno di squadra Schiattarella ha lanciato per primo l’allarme, poi sono intervenuti i medici che gli hanno praticato un massaggio cardiaco con l’ausilio di un defribillatore. Dopo circa 4 minuti è arriva l’ambulanza che ha portato via Morosini. Anche sugli spalti un tifoso ha avuto un malore ed è stato soccorso.

    Piermario Morosini | © Maurizio Lagana / Getty Images

    Il giocatore è stato portato in ospedale in ambulanza tra le lacrime dei compagni che inermi hanno assistito al dramma. I giocatori toscani, con le mani fra i capelli sono infatti rientrati nel tunnel degli spogliatoi. Morosini è stato trasportato all’Ospedale Civile Santo Spirito di Pescara. La gara è stata sospesa, e anche dagli spalti, accortasi subito della gravità dei fatti, sono giunti immediati i cori dei tifosi: “Sospendete la partita“, mentre l’unico a rimanere in campo è stato Zeman, forse scosso dall’accaduto.

    Fino a quel momento, la partita era sul risultato di 2-0 per il Livorno. I toscani sono passati in vantaggio al 4’ di gioco con Dionisi: angolo di Schiattarella e colpo di testa vincente dell’attaccante all’undicesimo centro in campionato. Otto minuti dopo il raddoppio arriva con Belingheri su punizione.
    I fatti di oggi richiamano alla memoria quelli avvenuti circa un mese e che videro protagonista Fabrice Muamba, il calciatore si era accasciato sul campo durante l’incontro tra Bolton e Tottenham. Purtroppo però questa volta l’epilogo è triste Piermario Morosini non ce l’ha fatta. Il cuore del centrocampista non ha retto rendendo vane tutte le pratiche di rianimazione compiute in ospedale. Aveva soltanto 26 anni.

    Video malore Piermario Morosini Pescara – Livorno
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  • Calcioscommesse, il verbale di Gervasoni

    Calcioscommesse, il verbale di Gervasoni

    Il capitolo calcioscomesse entra nel vivo. Sono tante le novità e indiscrezioni venute a galla in questi ultimi giorni. Trema anche la Serie A,  in quanto,secondo alcune fonti, sono diverse le squadre coinvolte nella “manfrina”, ultima nell’ordine, il Siena e il suo presidente Mezzaroma, anch’egli citato da Gervasoni.

    Nell’ interrogatorio di Gervasoni appunto, avvenuto lo scorso 12 Marzo, ma reso noto tramite verbale solo in questi giorni, sono molte le gare sotto esame tra cui, Lazio-Genoa, Lecce -Lazio, Chievo-Udinese,  Abinoleffe-Padova, Modena-Siena e Verona-Bari. Alcune sue dichiarazioni hanno dell’incredibile e aprirebbero questo capitolo a nuovi scenari. La partita dall’enorme scandalo pare esser proprio la prima, Lazio-Genoa.

     Il primo calciatore nominato a riguardo, è Stefano Mauri, attualmente in forza alla Lazio. Gervasoni parla di un accordo di combine tra Mauri e alcuni suoi emissari tra cui Cassano e Zemperini, accordo sulla base di un “over- primo tempo”, che vedrebbero coinvolto anche Omar Milanetto, all’epoca in forza al Genoa. Secondo le parole di Gervasoni, Mauri e gli emissari della potenziale combine, si incontrarono a Formello per decidere il da farsi. L’accordo era chiaro, over al primo tempo e poi le due squadre si sarebbero giocate apertamente il secondo tempo. Ipotesi immediatamente smentita da Mauri, a suo giudizio estraneo ai fatti. Ma esiste un piccolo retroscena che inchioderebbe  il centrocampista laziale. Ilievski, compagno di combine di Gervasoni, al rientro da Formello, mostrò  agli “alleati” una foto che lo ritraeva abbracciato all’attuale capitano biancoceleste. Episodio smentito da Mauri, che all’uscita dall’interrogatorio di ieri ha commentato dicendo: ” Sono tranquillo, è tutto apposto. Non posso parlare, ma i tifosi biancocelesti stiano tranquilli, è tutto ok”.

    Gervasoni parla anche del match Lecce-Lazio, con Mauri ancora coinvolto insieme ai due portieri del Lecce Rosati e Benassi. Da quel che riferisce, si parla di una combine sulla base di una vittoria  della Lazio con due goal di scarto. Gegic, altro collega di combine, investi 400 mila euro per pagare sia i giocatori del Lecce, sia quelli biancocelesti.

    Stefano Mauri © ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    Ecco alcune parole tratte dal verbale di Gervasoni:

    «…A questo punto devo riferire di un episodio che si riferisce alla trasferta ad Ascoli: ricordo che, prima dell’incontro con Micolucci, ci siamo fermati a mangiare presso il ristorante a Porto San Giorgio di un mio ex compagno di squadra che si chiama Bagalini Stefano che è fratello di Bagalini Roberto che fa l’arbitro. Gegic, avendo appreso da me del Bagalini Roberto, mi chiese se non ci fosse l’occasione di prendere qualche iniziativa anche nei confronti di quest’ultimo anche per combinare il risultato…Così accadde che di notte, dopo l’incontro con Micolucci, siamo ritornati al ristorante dove Gegic ha potuto parlare con Bagalini Roberto e gli ha chiesto se poteva dare la sua disponibilità per un over per una partita che si sperava potesse arbitrare nei giorni successivi. Il Bagalini rimase un po’ perplesso, anche se quando Gegic gli parlò di un possibile compenso tra i 50mila e gli 80mila euro si mostrò possibilista riservandosi di prendere una decisione….Credo che ci sia stato un incontro ulteriore tra Gegic e Bagalini. La cosa non ha avuto alcun esito…».

    «…Quanto a Verona-Bari del 10 giugno 2007…vidi la paritta e immaginavo che le due squadre si fossero messe d’accordo…A fine partita ho appreso da Bellavista, Santoruvo ed Esposito che si erano messi d’accordo con Sibilano, del Verona, il quale tramite il direttore sportivo Giuseppe Cannella, diede dei soldi prima della gara direttamente al proprio giocatore Sibilano, il quale li consegnò a Bellavista e Santoruvo. Poiché era stata prevista un’ulteriore dazione di 25mila euro Santoruvo ed Esposito mi chiesero la disponibilità di andare a recuperare all’indomani nei pressi della sede del Verona la somma dovuta che effettivamente mi venne consegnata dal ds Giuseppe Cannella…».

    Una domanda sorge spontanea. Ma cosa spinge un calciatore, ricoperto d’oro dalla testa ai piedi, a cadere nella trappola delle combine? Uno che guadagna oltre il milione di euro l’anno, o nella peggior delle ipotesi 500 mila euro netti, cosa può voler di più dalla vita? E’ vero che non ci si riesce mai ad accontentarsi di nulla a questo punto, i soldi facili sono una tentazione troppo grande per chiunque e a farne le spese  purtroppo sono ancora una volta i veri appassionati di questo sport, defraudati nell’onore e nell’orgoglio!

    Un capitolo a parte lo meriterebbe anche chi ha investito del denaro sulle agenzie di scommesse. Persone inconsapevoli  del fatto, che le “puntate” erano già pilotate dall’alto. Ma chi pensa ai principi di queste persone? Chi si prenderà mai la briga di sollevare un polverone per i soldi “rubati” a questa gente?

  • Lazio, morto il giovane Mirko Fersini

    Lazio, morto il giovane Mirko Fersini

    Mirko Fersini non ce l’ha fatta. Dopo il grave incidente dello scorso 6 Aprile, mentre era alla guida del suo scooter nella sua Fiumicino, Mirko si è spento stamane all’ospedale “San Camillo” di Roma.

    Dopo una settimana di coma, scandita dall’affetto di tutta la Lazio e di tutto il panorama calcistico italiano, il cuore del giovane Mirko ha smesso di battere stamane. Fatali le conseguenze riportate dal giocatore degli Allievi Nazionali dopo l’impatto del suo motorino contro un cassonetto. Le dinamiche dell’incidente non sono chiarissime, ma alcune indiscrezioni parlano di un’improvvisa sbandata dello scooter di Fersini, il quale perdendo il controllo del mezzo avrebbe impattato contro un cassonetto, perdendo il casco. Inizialmente si parlava di edema cerebrale inoperabile, ma nei giorni successivi all’incidente, la diagnosi era leggermente migliorata. Purtroppo questo non è bastato! La grande forza di volontà di Mirko di rimanere aggrappato alla vita, ha ceduto il passo al buio della morte.

    Mirko Fersini
    Mirko Fersini

    Dopo la scomparsa di Giorgio Chinaglia della settimana scorsa, questo di Mirko Fersini è il secondo lutto in casa Lazio a distanza di pochi giorni. Grande affetto dimostrato da tutta la città di Fiumicino verso i familiari del giovane. I massimi esponenti della Lazio hanno reso omaggio ai genitori di Mirko, stringendosi al loro fianco. I compagni di Fersini e l’allenatore degli Allievi Nazionali hanno chiesto di continuare il campionato, ma senza la maglia numero 2, quella che campeggiava sulle spalle di Mirko, che sarà così consegnata ai genitori, in suo onore.

    Mirko Fersini era considerato un giovane dalle grandi potenzialità, sia per la Lazio, sia per il futuro del calcio italiano. Esterno basso di grande corsa e temperamento. Amava “spingere” come un vero e proprio fluidificante. Il suo sogno era quello di poter esordire in Serie A con la maglia biancoceleste dinanzi ad un’ Olimpico tutto esaurito. Purtroppo quel sogno non potrà mai avverarsi, ma nessuno si dimenticherà mai quel ragazzino, cresciuto in un prato verde rincorrendo un pallone, nella speranza di diventare un eroe. Ciao Mirko…

    Video il luogo dell’incidente di Mirko Fresini
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  • Balotelli illeso dopo incidente stradale

    Balotelli illeso dopo incidente stradale

    I guai non finiscono mai. Di chi parliamo? Mario Balotelli ovviamente. L’attaccante del Manchester City stavolta è rimasto coinvolto in un incidente stradale a bordo della sua Bentley, anche se fortunatamente non ci sono state grosse conseguenze per lui. Trasportata in ospedale invece la fidanzata Raffaella Fico, anche se si è trattato solamente di una misura precauzionale come specificato anche dalla polizia che è intervenuta sul posto. Il fatto è avvenuto alle 15 di ieri quando Super Mario si è scontrato con un’utilitaria. Non è la prima volta che l’attaccante della Nazionale italiana rimane coinvolto in incidenti automobilistici.

    Accadde infatti nell’agosto del 2010 quando poche settimane dopo il suo arrivo in Inghilterra dall’Inter, a bordo della sua Audi A8 si scontro con un’altra autovettura e anche in quel caso Balotelli non riportò alcuna conseguenza. Un periodo piuttosto particolare quello attraversato dall’attaccante del Manchester City dopo le liti in campo con i compagni di squadra per chi dovesse battere un calcio di punizione e dopo lo scandalo del suo incontro con la escort Jenny, con l’attaccante ex Inter che non ha accettato i ricatti dei tabloid inglesi per censurare le foto. Un fatto, questo della scappatella con la escort, che avrebbe mandato su tutte le furie Raffaella Fico.

    Oggi intanto il Mirror ha pubblicato alcune dichiarazioni di Roberto Mancini, tecnico del Manchester City, il quale ha parlato proprio di Mario Balotelli. “Ho detto a Mario – ha affermato Mancini – che se avesse giocato con me dieci anni fa probabilmente gli avrei dato un pugno in testa tutti i giorni, perché il suo problema è la concentrazione. Dovrebbe solo pensare a giocare e poi starsene a casa: in questo modo nessuno parlerebbe delle altre questioni”.

    Mario Balotelli © Scott Heavey/Getty Images

    Mancini però ci tiene a Super Mario, tanto da volerlo aiutare a diventare ancora più grande dal punto di vista calcistico, visto che ne ha le potenzialità. “Se non diventerà un top player sarà solo colpa sua – afferma Mancini – perché ha tutte le qualità per essere un campione. Per questo voglio aiutarlo sempre, anche quando magari sono arrabbiato con lui, perché è il mio lavoro. Posso capire che i suoi compagni comincino a non poterne più dei suoi atteggiamenti, ma non è affatto vero che lo tratto in maniera diversa. I giocatori farebbero bene a concentrarsi solo sulle partite, perché gestire Balotelli è affar mio, non loro. Infatti, l’ho lasciato in panchina all’inizio della stagione per cinque o sei gare perché i suoi comportamenti non mi piacevano e lui ha sempre pagato, anche economicamente, per i suoi errori. Del resto, quando hai uno come Mario in squadra, devi dirgli le cose in faccia e io preferisco fare così“.

    Tra i due tuttavia non vi sono frequenti dialoghi, “altrimenti avrei bisogno io di uno psicologo“, dice Roberto Mancini, scherzando un po’ ma lasciando intuire che non è facile gestire un giocatore con il carattere di Balotelli, al quale tuttavia sembra essere andata bene nel non aver mai avuto Mancini come compagno di squadra: tra i due, a sentire le dichiarazioni dell’allenatore, ci sarebbe state sicuramente scinitille.

  • Moggi querela le Iene nell’ambito del dossier Baldini

    Moggi querela le Iene nell’ambito del dossier Baldini

    Nella torbida vicenda del falso dossier ai danni del dirigente della Roma Baldini, entra in scivolata Luciano Moggi. L’ex direttore tecnico della Juventus è intenzionato a querelare Paolo Calabresi delle Iene, nota trasmissione serale di Italia Uno. L’attore avrebbe citato il nome di Moggi nell’ambito della truffa tentata contro la società capitolina, per via di un “insolito” incontro richiesto dall’ex bianconero nei giorni in cui lo stesso Calabresi stava realizzando i filmati decisivi che avrebbero svelato l’inganno perpetrato nei confronti di Baldini e Mauro Baldissoni, consigliere d’amministrazione della Roma.

    Cerchiamo di ripercorrere le tappe che hanno poi portato Moggi ad intraprendere un’azione legale per diffamazione contro Paolo Calabresi.

    MASSONE – Nell’ultimo periodo va di moda la parola massone, come se fosse diventato sport nazionale affibbiare a qualcuno l’etichetta di maestro venerabile o semplicemente massone. Ovviamente più la persona è importante maggiore è la resa dello scoop in termini economici. E’ quello che hanno fatto due presentatori radiofonici, Roberto Renga e Giuseppe Lomonaco, attualmente indagati dalla procura della Repubblica. Secondo quanto dichiarato dalla “iena” Calabresi, Renga lo avrebbe avvicinato chiedendogli se fosse interessato ad una storia di massoneria, che aveva come attore principale il direttore dell’area tecnica della Roma Franco Baldini. Calabresi, d’accordo con i propri capi, organizzò un successivo incontro, durante il quale Renga mostra all’attore documenti e sms che proverebbero l’appartenenza alla massoneria di Baldini, segnalando come fonte la Digos. Tesi confermata dal collega di Renga, Giuseppe Lomonaco.

    MARCIA INDIETRO – A questo punto però si verifica la clamorosa marcia indietro dello stesso Lomonaco, appena quest’ultimo si accorge che Calabresi in realtà stava filmando il tutto con una telecamera nascosta. Una retromarcia repentina che ha fatto cadere il castello di accuse false nei confronti della nuova dirigenza giallorossa, e che ha convinto la stessa “iena” a denunciare il fatto.

    luciano moggi | © PACO SERINELLI/AFP/Getty Images

    MOGGI – Tra massoni, sms, documenti e leggende metropolitane ecco che spunta il nome di Luciano Moggi. Perché? Sempre Calabresi racconta di aver ricevuto una “strana” chiamata dall’ex dirigente della Juventus. In che senso strana? L’attore non si è ancora spiegato il motivo della telefonata, sopratutto perché Moggi non l’aveva mai cercato. L’unico incontro fra i due c’era stato nel 2007, quando Calabresi fece uno scherzo all’ex bianconero travestendosi da cardinale. Inoltre destò stupore agli occhi di Calabresi l’arco temporale in cui ricevette la telefonata, ovvero negli stessi giorni in cui era stato dal presentatore radiofonico Roberto Renga.

    QUERELA – Alla telefonata seguì poi un incontro nello studio legale di uno dei due avvocati di Moggi. Anche in questo caso Calabresi si domandò il motivo per il quale Moggi l’avesse voluto ricevere, sopratutto il perché della presenza dei suoi legali. La “iena” afferma che l’ex dirigente sportivo non ha accennato in alcun modo alla vicenda relativa al falso dossier nei confronti di Baldini, e sempre lo stesso Calabresi si è detto sorpreso per la domanda rivoltagli da Moggi in merito al suo figlio più giovane, che milita nelle giovanili della Roma. L’attore ha infine espresso i propri dubbi riguardo il comportamento di Moggi, insinuando un presunto coinvolgimento dello stesso ex bianconero nella vicenda Baldini. Di conseguenza Moggi ha chiesto ai suoi avvocati di intraprendere le vie legali nei confronti di Calabresi. Come andrà a finire?

    Leggi anche:
    Roma, falso dossier contro Baldini. C’è l’inchiesta della procura 

  • E’ morto Giorgio Chinaglia, l’ex laziale colto da infarto

    E’ morto Giorgio Chinaglia, l’ex laziale colto da infarto

    E’ morto Giorgio Chinaglia. Ad annunciarlo, alle 17:37, le agenzie di stampa. Il 65enne ex attaccante della Lazio, ribattezzato Long John, si è spento in Florida, dove si trovava da diverso tempo. Considerato latitante dalla giustizia italiana che aveva emesso un mandato di arresto europeo nei suoi confronti per riciclaggio, Chinaglia si trovava  in una clinica a seguito di un infarto che lo aveva colpito appena due giorni fa. Sembrava aver superato la fase critica ed invece stamani il suo cuore ha cessato di battere. Dal 2011 era ambasciatore dei New York Cosmos, squadra dove ha militato a fine carriera e di cui fanno parte nel ruolo di presidente Pelè e come direttore tecnico Cantona.

    Nato a Carrara Giorgio Chinaglia ad appena 9 anni si sposto con la sua famiglia in Galles dove mosse i primi passi da calciatore. A 22 anni il rientro in Italia dove militò prima nella Massese, poi nell’Internapoli e infine nella Lazio nel corso della stagione 69/70. Dotato di un grandissimo fisico ma di scarsa tecnica, Chinaglia mette a segno 12 gol nelle prime due stagioni di A. Nonostante la retrocessione resta in Serie B, inizialmente controvoglia, con la Lazio, mettendo a segno ben 21 reti che consentono ai biancocelesti di ritornare prontamente nella massima serie.

    Giorgio Chinaglia © Donald Bowers/Getty Images

    Sempre nel ’72, ancora in B, viene convocato dalla Nazionale italiana esordendo con un gol dinanzi alla Bulgaria. In A arriva la sua consacrazione visto che conquista anche uno scudetto, il primo della storia laziale, condito da 24 reti, prima dei mondiali del 1974 dove comincia il suo declino. L’anno dopo infatti resta alla Lazio siglando 14 gol e nonostante la fascia di capitano decide di lasciare il calcio italiano per giocare nei New York Cosmos, squadra che annovera tra le proprie fila Pelè, Beckenbauer, Carlos Alberto e Cruyff.

    Nel campionato americano Chinaglia fece faville, con 193 gol in 213 partite conquistando anche quattro titoli nazionali. Torna in Italia per rivestire il ruolo di presidente della Lazio nel 1983 ed allo stesso tempo ha parte delle azioni dei Cosmos ma nel 1985 decide di lasciare tutto causa problemi economici. Nel corso degli anni ha avuto modo di collaborare con Foggia, Lanciano e Lazio ma senza riuscire a ripetere da dirigente i fasti del Chinaglia giocatore.

    Nel 2006 iniziano i guai di Chinaglia con la giustizia. La Dda di Napoli lo accusa di riciclaggio per conto della camorra e sempre nello stesso anno la Guardia di Finanza richiese un ordine di custodia cautelare nei suoi confronti per estorsione e aggiotaggio a causa di alcune irregolarità in un tentativo di scalata nell’acquisizione della Lazio, società tra l’altro quotata in borsa. Secondo la Gdf Chinaglia voleva riciclare i soldi appartenenti alla famiglia dei Casalesi acquisendo la società biancoceleste.

    Nel 2007 la Consob infligge allo stesso Chinaglia una multa di 4,2 milioni di euro per la vicenda relativa alla Lazio, in quanto lo stesso avrebbe ostacolato l’attività di vigilanza dello stesso organo, accusando l’ex attaccante di aver messo in diffuso la notizia che un gruppo chimico farmaceutico era pronto a rilevare le Aquile. Nel 2008 poi Chinaglia viene colpito da un mandato di arresto per riciclaggio, ma come accaduto anche passato risulta latitante per la giustizia italiana essendo residente in Florida.

  • Ciclismo, Eddy Merckx coinvolto in uno scandalo di corruzione

    Ciclismo, Eddy Merckx coinvolto in uno scandalo di corruzione

    L’ex fuoriclasse del ciclismo mondiale, il belga Eddy Merckx, sarebbe rimasto coinvolto in uno scandalo di corruzione a causa di una fornitura di biciclette alla polizia di Anderlecht.

    A dare la notizia per primo è stato il quotidiano belga  “La Derniere Heure”, notizia che viene confermata da fonti della magistratura belga che sta indagando in un inchiesta più ampia sulla corruzione nella polizia, che avrebbe implicato numerosi alti gradi.

    Il cinque volte vincitore del Tour De France ed unanimemente riconosciuto come il ciclista più forte di tutti i tempi, sarebbe il protagonista di un caso di corruzione a causa della vendita di 48 biciclette alla polizia belga. Il “Cannibale” nel 2007, era titolare appunto di una fabbrica di biciclette la “Eddy Merckx Cycles” e secondo le rivelazioni del quotidiano belga “La Derniere Heure”, la polizia avrebbe informato Merckx delle offerte presentate dalla concorrenza in seguito ad una gara d’appalto che prevedeva appunto, la fornitura di bici, ai tutori dell’ordine belgi. Sempre secondo il quotidiano, il capo della polizia belga Philippe Boucar avrebbe ricevuto in cambio della preziosa informazione, una bici definita di “lusso” ad un prezzo stracciato.

    Eddy Merckx ©Mark Gunter/AFP/Getty Images

    Periodo quindi decisamente no per il fuoriclasse belga, pochi giorni fa infatti, era trapelata un indiscrezione circa una presunta patologia cardiaca (cardiomiopatia ipertrofica) riscontrata durante il periodo in attività agonistica, che ne metteva a serio rischio la vita, se sottoposto a seri sforzi.  “Con questa diagnosi – aveva spiegato il cardiologo Lavezzaro – molti atleti oggi non ottengono l’ idoneità. Pur in assenza di sintomi, esisteva in effetti un reale rischio di morte improvvisa”. Il medico personale di Eddy Merckx, tuttavia, non giudicò quella malformazione cardiaca così grave da impedirgli di correre, anche se alla base del suo ritiro – a 33 anni – in molti sostengono ci fosse proprio questo problema.

    Per quanto riguarda lo scandalo corruzione, Merckx doveva essere incriminato il 6 dicembre del 2011 ma la data  fu rimandata in quanto il belga, stava ricevendo la “Legion d’Onore” e cioè la massima onorificenza francese un riconoscimento questo, che sarebbe sembrato assolutamente fuori luogo vista la presunta condotta, non proprio da fuoriclasse, tenuta da Merckx nell’ambito delle sue attività imprenditoriali.

  • Muamba, condizioni stabili. Il Bolton spera nel miracolo

    Muamba, condizioni stabili. Il Bolton spera nel miracolo

    “Condizioni stabili ma sempre critiche”, recita così l’ultimo bollettino medico su Muamba, il centrocampista del Bolton collassato durante l’incontro di FA Cup di sabato scorso contro il Tottenham. Tutto il mondo del calcio si è stretto intorno al calciatore inglese, con dediche commoventi che hanno riempito gli stadi europei. Twitter ha raccolto pensieri e preghiere, dai semplici tifosi ai colleghi più illustri. Le prossime ore saranno decisive, la vita di Muamba è appesa ad un filo. Al London Chest Hospital è ora atteso un ospite speciale, il miracolo.

    SETTE MINUTI INFINITI – Il cuore del 23 enne ha smesso di battere per sette interminabili minuti, un eternità. Se non fosse stato per il pronto intervento del cardiologo Andrew Deaner, forse oggi si starebbe raccontando una storia diversa. Restano però pesanti punti interrogativi sul dopo, quando Muamba si sveglierà nuovamente e a quale vita andrà incontro. Nel cuore dei suoi genitori e della compagna, che tre anni fa lo fece diventare padre (a proposito, auguri Fabrice), la risposta c’è già ma fatica ad uscire. La paura e le lacrime frenano le speranze, pronte ad esplodere in un fiume in piena al primo spiraglio di luce che Muamba offrirà loro.

    BOLTON SHOCK – Gli occhi dei calciatori del Bolton sono rimasti al White Hart Line, là dove meno di 48 ore fa hanno visto il proprio compagno di squadra crollare sul terreno di gioco in maniera drammatica. Il presidente Gartside e l’allenatore Coyle non lo hanno abbandonato nemmeno un secondo da quel 41′ minuto maledetto della sfida contro il Tottenham. Tutta la squadra è sotto shock, e con ogni probabilità verrà presto ufficializzata la decisione di abbandonare definitivamente la FA Cup. Ricordiamo che il match di sabato è stato sospeso dall’arbitro Webb dopo un breve colloquio con i giocatori di entrambe le squadre, visibilmente shoccati dall’accaduto.

    fabrice muamba | © Alex Livesey/Getty Images

    DEDICA CAHILL – Tra le immagini più belle che la Premier ha voluto inviare a Muamba c’è quella di Gary Cahill, suo ex compagno di squadra al Bolton, acquistato dal Chelsea durante l’ultima finestra di mercato invernale. Il difensore dei Blues, dopo il gol nel match di FA Cup contro il Leicester, ha mostrato la maglietta che recitava pray 4 Muamba, un messaggio che sta invadendo il mondo del web e i social network più famosi.

    LA PREGHIERA DI TWITTER – Twitter ha vestito i panni di primo ambasciatore per trasmettere all’inglese la solidarietà del mondo sportivo. Il Fenomeno Ronaldo è stato tra i primi a incitare Muamba. E’ stata poi la volta di Wayne Rooney e Rio Ferdinand, due leggende della Nazionale britannica. Da sottolineare la preghiera di Wilshere, insieme a Muamba una delle promesse più interessanti del football inglese. Anche in Italia i calciatori di Milan e Juve sono voluti stare vicino al centrocampista del Bolton. I rossoneri Boateng ed Emanuelson attraverso Twitter, mentre Pirlo al termine della sfida contro la Fiorentina ha voluto dedicare il suo gol a Muamba. Dalla Spagna è arrivata la preghiera speciale di Eric Abidal, lo sfortunato difensore del Barcellona in attesa di un nuovo fegato. Al Bernabeu il Real Madrid è sceso in campo mostrando una maglia con la scritta “Get well soon Muamba” (riprenditi presto Muamba).

    I messaggi di tifosi e giocatori per Fabrice Muamba

    LE IMMAGINI DEI SOCCORSI A FABRICE MUAMBA