Tag: Cronaca

  • Anja Paerson, gay e mamma finalmente felice

    Anja Paerson, gay e mamma finalmente felice

    L’ex super campionessa del circo bianco in gonnella, la svedese Anja Paerson, si confessa a 360° durante un talk show alla radio pubblica svedese, dichiarando al mondo intero di essere gay e di voler diventare mamma.

    L’ indiscrezione dell’omosessualità della svedese circolava da tanto tempo all’interno del mondo dello sci con la Paerson che, abbandonata l’attività agonistica la scorsa stagione, finalmente può liberarsi di un peso insopportabile.

    La due volte vincitrice della coppa di cristallo e pluricampionessa olimpica (ricordiamo piacevolmente l’oro nello slalom a Torino 2006) e mondiale (sette ori iridati e dominatrice dei mondiali in casa sua, ad Are nel 2007), non si rese conto subito della sua vera identità sessuale, galeotto fu l’incontro nel 2005 con una giovane connazionale di nome Filippa. Tra le due scoppiò subito una bella amicizia che con il passare del tempo diventò sempre più profonda e intima. Una realtà sicuramente difficile non tanto da accettare, perché l’identità sessuale non si trasforma durante la vita ma si acquisisce dalla nascita, ma quanto riuscire a superare quella barriera di “vergogna” ed “imbarazzo” che l’ignoranza umana purtroppo crea nonostante comunque si siano fatti notevoli passi avanti.

    Anja Paerson ©SAMUEL KUBANI/AFP/Getty Images

    adesso il mio sogno è tornare in Svezia e vivere felice finalmente con la mia compagna Filippa, e so anche cosa farò in futuro, la mamma”, “ero follemente innamorata di Filippa ma era dura e non volevo accettare questa situazione ma non pensavo che il mio cuore potesse battere così per una donna”.

    queste le dichiarazioni della Paerson che annuncia anche di voler affrontare una grande e nuove sfida,  e cioè quella di poter avere un figlio con la consapevolezza di poter vivere liberamente la propria omosessualità, senza essere più attorniata dalle continue voci che le hanno reso la vita fuori e dentro l’attività agonistica, sicuramente non facile.

  • Calcioscommesse sentenze Disciplinare. Per il Siena “solo” una multa

    Calcioscommesse sentenze Disciplinare. Per il Siena “solo” una multa

    Arrivano puntuali i verdetti della Disciplinare sul caso calcioscommesse. E in parte la stessa conferma quelle che sono le richieste della Procura Federale, con qualche sconto solo con riferimento alle società più colpite. In Serie A partirà con due punti di penalizzazione il neopromosso Pescara, punito per responsabilità oggettiva di un proprio tesserato, nella fattispecie Nicco, colpevole di aver alterato unitamente a Gervasoni l’esito di Piacenza Pescara del 9 aprile 2011. In Serie B invece -4 per il Novara che tuttavia potrà partecipare alla Coppa Italia. Sempre tra i cadetti penalizzazione di la Reggina, anch’essa costretta a partire da -4 e che come il Novara ha ricevuto uno “sconto” di 2 punti.

    Padova -2 ed Empoli -1, proprio come da richiesta della Procura Federale, le altre penalizzazioni. In Lega Pro l’Albinoleffe, nonostante la richiesta iniziale di -27, partirà da -15, e ciò è dovuto ai danni ricevuti dalla società per gli illeciti commessi dai propri tesserati.. Colpite ma con qualche riduzione anche Piacenza (da -19 a -11), Ancona (da -10 a -8), Monza (da -6 a -5) mentre solo -1 per Ravenna e Avesa. Sempre in tema di società solo un’ammenda per Sampdoria, Siena e Spezia, colpevoli solamente di avere in rosa giocatori che compirono illeciti negli anni passati. Una decisione singolare e che farà discutere proprio quest’ultima.

    In tema di tesserati invece confermare le richieste di radiazione unitamente a cinque anni di squalifica per Alessandro Zamperini, Mario Cassano, Luigi Sartor e Nicola Santoni. Per loro dunque l’avventura nel mondo del calcio potrebbe concludere qui: il primo viene condannato per “il ruolo di rilievo assunto nell’associazione a delinquere, la effettuazione di scommesse illecite e la partecipazione all’illecito sportivo relativo alla gara Cesena-Gubbio”; il secondo per “la violazione plurima degli articoli 6 e 7 del Codice di Giustizia Sportiva”; il terzo per “la sua funzione di collegamento con gli asiatici”; il quarto per “la pluralità degli illeciti commessi”, tra cui “l’alterazione effettiva del risultato di Padova-Atalanta del 26 marzo 2011”.

    Salvatore Mastronunzio © Giuseppe Bellini/Getty Images

    In totale quindi condannati in 33: 4 anni per Roberto Colacone, Alberto Comazzi, Luca Fiuzzi, Salvatore Mastronunzio, Marco Paoloni, Cesare Rickler, Mirko Stefani; 3 anni e 9 mesi per Franco De Falco, Riccardo Fissore, Andrea Iaconi; 3 anni e 6 mesi per Andrea Alberti, Davide Caremi, Federico Cossato, Alberto Fontana, Vincenzo Iacopino, Thomas Hervè Job, Mattia Serafini e Nicola Ventola; 3 anni e 3 mesi per Giuseppe Magalini, Gianni Rosati; 3 anni per Filippo Cristante, Nicola Ferrari, Ruben Garlini, Vincenzo Italiano, Maurizio Nassi, Gianluca Nicco e Daniele Vantaggiato; 9 mesi per Edoardo Catinali; 6 turni di squalifica per Vincenzo Santoruvo.  Prosciolti invece Luigi Consonni, Achille Coser, Maurizio Sarri e Rjiat Shala.

    Accettati tutti i patteggiamenti: (2 punti di penalizzazione e 25 mila euro di ammenda); Modena (2 punti); Livorno (15 mila euro di ammenda); Ascoli (1 punto di penalizzazione e 20 mila euro di ammenda); Grosseto (6 punti di penalizzazione, e 40 mila euro di ammenda); Frosinone (1 punto); Cremonese (1 punto di penalizzazione e 30 mila euro di ammenda). Cristiano Doni (2 anni di squalifica), Carlo Gervasoni (1 anno e 8 mesi), Filippo Carobbio (1 anno e 8 mesi), Kewullay Conteh (1 anno e 8 mesi), Alex Pederzoli (1 anno e 4 mesi, oltre a 10 mila euro di ammenda), Francesco Ruopolo (1 anno e 4 mesi), Antonio Narciso (1 anno e 3 mesi), Dario Passoni (1 anno e 2 mesi), Mirco Poloni (1 anno), Juri Tamburini (10 mesi), Andrea De Falco (6 mesi), Alfonso De Lucia (5 mesi), Marco Cellini (4 mesi), Vittorio Micolucci (4 mesi), Nicola Mora (4 mesi) e Gianfranco Parlato (2 mesi).

  • L’Usada mette nei guai Armstrong. A rischio i sette Tour de France

    L’Usada mette nei guai Armstrong. A rischio i sette Tour de France

    Non è ancora finita, anzi, si preannuncia una vera e propria guerra mediatica – legale fra l’ex ciclista e plurivincitore del Tour de France Lance Armstrong e l’agenzia americana antidoping (USADA) che accusa l’americano di aver fatto uso di Epo e di trasfusioni illegali.

    Questa volta l’agenzia americana sembra fare sul serio dichiarando di avere le prove che condannerebbero Armstrong all’eventuale perdita di alcuni o addirittura tutti i sui sette Tour de France accusandolo appunto, di aver fatto uso di Epo, testosterone, corticosteroidi e trasfusioni oltre che di agenti mascheranti, fornendo gli stessi prodotti ad altri.

    È il giornale americano Washington Post che fa da tramite alle accuse vere e proprie dell’Usada che sostiene di essere in possesso di campioni di sangue, raccolti nel 2009 e nel 2010, “perfettamente compatibili con manipolazioni sanguigne, incluso l’uso di Epo o di trasfusioni”.  Inoltre, ancora l’agenzia, afferma di essere in possesso di preziose testimonianze di ex corridori e di persone coinvolte direttamente nel mondo del ciclismo, che incastrerebbero in maniera inequivocabile il campione americano.

    Armstrong dal canto suo non è rimasto certamente a guardare dichiarando testualmente: “Non mi sono mai dopato e, a differenza dei miei accusatori, ho gareggiato per 25 anni senza cali di prestazione e superando oltre 500 test – la replica in una nota di Amstrong -. L’Usada ignora questa fondamentale distinzione e accusa me anzichè coloro che hanno ammesso di aver fatto uso di doping e questo la dice lunga sulla sua mancanza di correttezza e su questa vendetta“.

    Lance Armstrong ©Mario Tama/Getty Images

    L’agenzia americana, che si ricorda non ha giurisdizione penale ma solamente sportiva, è fermamente convinta della colpevolezza di Armstrong tanto da dichiarare che il texano, assieme ad altri cinque ex tesserati, tre dottori tra cui Michele Ferrari, un preparatore e il team manager Johan Bruyneel, abbia messo in piede un sistema basato sul doping dal ’98 al 2011. A far capire che questa volta si fa sul serio, l’agenzia americana antidoping ha escluso il texano dalla partecipazione alle gare di triathlon competizione amata da Armstrong sin dai tempi del suo approdo nel panorama ciclistico internazionale.

    Continuano quindi le ombre del doping su Lance Armstrong, ombre che con il passare del tempo diventano sempre più numerose e che rischiano di macchiare in maniera indelebile una delle storie sportive ed umane più significative di tutto lo sport mondiale.

  • Scontri Genoa Samp, arrestato un tifoso del Grifone

    Scontri Genoa Samp, arrestato un tifoso del Grifone

    Si è presentato alla Questura di Genova insieme ai suoi avvocati il giovane tifoso rossoblu 19enne che ora dovrà rispondere delle pesanti accuse di tentato omicidio e di lesioni gravissime ai danni di tre tifosi della Sampdoria appartenenti al club “Irish Clan“. L’aggressione è avvenuta Sabato notte nei pressi del locale in via Geirato dove si trova il club di tifosi doriani che stavano festeggiando il ritorno in serie A dei blucerchiati.  Un super testimone ha raccontato nei minimi particolari le fasi dell’aggressione che è sfociata poi in una vera e propria rissa. Alle origini della rissa ci sarebbe una frase “insulsa” detta con provocazione “Cosa avete da festeggiare?“.  Da lì il via alla follia del gruppo di tifosi che, armati di coltelli e con bottiglie di vetro rotte hanno dato vita ad una guerriglia. Alla fine sono rimasti a terra in cinque, tutti doriani: tre feriti gravi di cui due riportano ferite al polmone e al fegato e l’altro all’addome, altri due con lievi lesioni.

    Tifoseria Genoa | © Marco Luzzani / Getty Images

    Il giovane tifoso genoano fermato con l’accusa di tentato omicidio è stato interrogato per tre ore e quindi rilasciato per un cavillo burocratico, ma la sua posizione potrebbe aggravarsi. Infatti in Questura il ragazzo avrebbe confessato di appartenere alla frangia degli “Ideale Ultras“, gruppo di sostenitori rossoblu che ieri aveva diffuso una nota per dissociarsi dall’episodio di sabato scorso, definendolo “un gesto folle“.

    Nel corso dell’interrogatorio il tifoso avrebbe più volte raccontato la stessa versione, ovvero quella di essere ubriaco la sera dell’aggressione e di essere stato raggiunto da un raptus di follia. Inoltre, il ragazzo avrebbe dichiarato di non essersi accorto se durante la rissa altri tifosi del Genoa si siano uniti a lui anzi, a tal proposito, uno dei suoi avvocati si è limitato di dire che “il suo assistito ha ammesso le sue responsabilità”. Il racconto non ha del tutto convinto gli inquirenti secondo i quali, invece,  il giovane non può aver portato a termine l’aggressione di Sabato da solo, per tale motivo sperano che il ragazzo possa dare loro indicazioni utili a rintracciare i suoi complici.

  • Stoke City, Andrew Hall arrestato per l’omicidio della fidanzata di 15 anni

    Stoke City, Andrew Hall arrestato per l’omicidio della fidanzata di 15 anni

    Arrestato il giovane talento inglese Andrew Hall, 18enne calciatore dello Stoke City, con la grave accusa di omicidio. Secondo la polizia del posto, il giovane calciatore è sospettato di avere ucciso a coltellate la giovane fidanzatina di appena 15 anni, Megan-Leigh Peat, all’alba di sabato durante una festa nella città di Ampthill, nel Bedfordshire.

    La ragazza sarebbe morta durante il trasporto in ospedale, alcuni testimoni hanno raccontato agli inquirenti di aver notato Andrew Hall, fuggire dal party tutto sporco di sangue e, secondo indiscrezioni, sembra che gli stessi agenti si sarebbero imbattuti nel fuggitivo che perdeva vistosamente sangue da un dito. Nella notte sarebbe così scattato l’ordine di arresto per il giovane che è stato fermato in attesa di essere interrogato dagli inquirenti che stanno effettuando i rilevamenti scientifici sul luogo dell’omicidio della giovanissima ragazza. Prima di essere portato in carcere, Hall è stato accompagnato in ospedale per farsi curare un dito quasi mozzato.

    Andrew Hall

    La storia tra i due giovani era iniziata circa 10 mesi fa quando i due si erano conosciuti tramite degli amici comuni. Nei prossimi giorni saranno resi noti i risultati dell’autopsia che chiarirà molti dubbi sulla tragica vicenda. Intanto amici e parenti della povera ragazza hanno lasciato messaggi di cordoglio sul luogo dell’omicidio, il più straziante è stato quello del padre della giovane ragazza, David: “Mi manchi più di quanto dicano le parole, sarai nei miei pensieri e nel mio cuore per sempre. Ti voglio bene, papà”.

    Non si conoscono ancora i motivi che abbiano potuto scatenare la folle reazione del giovane centrocampista dello Stoke City, probabilmente alla base potrebbero esserci dei futili motivi di gelosia che avrebbero scatenato il raptus di Hall. Nessuna presa di posizione da parte dello Stoke City che non ha voluto commentare sul suo tesserato ma pubblicando solo un comunicato in cui si esprime il dolore per la triste vicenda “Possiamo solo dire che in questo tragico momento i nostri pensieri sono tutti per la famiglia di Megan“.

  • Boxe, addio a Teofilo Stevenson, l’ultimo idealista

    Boxe, addio a Teofilo Stevenson, l’ultimo idealista

    Uno dei più grandi pugili della storia della nobile arte ci lascia all’età di 60 anni, il cubano Teofilo Stevenson viene messo ko da un infarto, un avversario troppo forte anche per la sua immensa forza.

    Grandissimo pugile che faceva della forza e dell’intelligenza sul quadrato del ring i suoi punti forti abbinati ad uno destro devastante. Mattatore ai giochi olimpici con tre ori consecutivi dal 1972 al 1980 (che potevano essere sicuramente quattro se non fosse per il boicottaggio di Cuba a Los Angeles 1984), viene da tutti unanimemente considerato come l’ultimo grande idealista dello sport internazionale.

    Considerato dal mondo sportivo e non come uno degli ultimi rivoluzionari della storia cubana che considera lo sport professionistico illegale. Celebre fu infatti il suo rifiuto ad una borsa di quasi 5 milioni di dollari per entrare nel mondo professionistico della boxe e sfidare il grande Muhammad Ali. L’incontro non ci fu mai ed anzi, proprio Alì divenne grande amico di Stevenson condividendo sicuramente dei valori che ai giorni nostri sono decisamente lontani. Stevenson abbandonò la boxe dilettantistica di cui fu l’assoluto dominatore per oltre un ventennio nel 1986 diventando allenatore e poi vice presidente della Federazione cubana di boxe e decretando Felix Savon, tre volte olimpionico dei massimi come lui ai Giochi di Barcellona ’92, Atlanta ’96 e Sydney 2000, suo legittimo erede. Un record quello messo a segno da Stevenson nella sua lunghissima carriera da dilettante difficilmente eguagliabile con le sue 301 vittorie su 321 incontri.

    Teofilo Stevenson ©STAFF/AFP/GettyImages

    Oltre che grandissimo sul ring, Teofilo Stevenson si è dimostrato unico anche nella vita normale, famosa infatti la frase del grande Teofilo che dichiarò testualmente ad un amico: Cos’è un milione in confronto all’amore di otto milioni di cubani?” rinunciando di fatto a fare la storia anche nel pugilato c.d. dei grandi e ricevendo in premio dal leader maxismo Fidel Castro come ricompensa al celebre rifiuto, una casa.

  • Obodo libero “Sono riuscito a scappare”

    Obodo libero “Sono riuscito a scappare”

    Dopo 24 ore di prigionia, nella nottata di ieri 10 Giugno, è stato liberato dai suoi rapitori il centrocampista Nigeriano di proprietà dell’Udinese, Christian Ododo, che era stato sequestrato nella mattinata di Sabato da un gruppo di guerriglieri armati nei pressi di una Chiesa che pretendevano, in cambio del rilascio, il pagamento della somma di 150 mila euro.

    Sembra che, dopo aver pagato il riscatto, nella giornata di ieri è giunta la notizia della liberazione del giocatore, così come confermato dalla sua famiglia. Ad annunciare il lieto fine di questa spiacevole vicenda è stata la fidanzata del calciatore la quale subito dopo il rilascio ha telefonato il procuratore del ragazzo, Bruno Carpeggiani, per dargli la buona novella: “E’ libero, sta bene, è accanto a me nell’auto, abbiamo pagato un riscatto“. Le prime parole di Obodo, riferite dal fratello Kenneth che lo ha già incontrato sono state “Ringrazio Dio, ora non posso dire nint’altro, soltanto ringraziare Dio“.

    Lo stesso fratello del giocatore avrebbe fatto sapere, poche ore più tardi dal rilascio, che i sequestratori erano in 5, tre dei quali sono già stati catturati dalle forze dell’ordine, ma, assicura Kenneth, “non è stato pagato alcun riscatto“. Intanto, intervenuto ai microfoni di SkySport24, Christian Obodo ha raccontato la sua terribile esperienza:

    Christian Obodo © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Non mi hanno liberato sono riuscito a scappare. Quando sono arrivato in Chiesa alcuni uomini incappucciati mi hanno preso. Mi hanno portato in mezzo alla foresta, non si vedeva niente. Mi hanno coperto la faccia e mi hanno ordinato di chiedere il riscatto alla mia famiglia. Tre di loro sono andati a ritirare il denaro, ma nel frattempo sono stati catturati. Uno è rimasto con me ma ad un certo punto aveva il cellulare scarico. Vedendo che i tre non facevano ritorno, l’altro rapitore mi ha portato fuori dove ha recuperato un cellulare di una ragazza e ha chiamato. Non appena io dall’altra parte del telefono ho sentito che gli dicevano ‘uccidi Christian perché gli altri sono stati arrestati’, ho deciso di rischiare, l’ho spinto ed è caduto in un burrone e sono scappato. Successivamente ho chiesto aiuto e sono stato riconosciuto. Poi anche l’altro complice è stato arrestato. Comunque a organizzare il sequestro è stata una delle tante persone che io ho aiutato. Fortunatamente tutto è andato bene, ma è stata una pessima esperienza, che non dimenticherò mai e che mi ha insegnato a vedere le cose in maniera diversa“.

  • Sampdoria, festa promozione rovinata dagli scontri con i tifosi genoani

    Sampdoria, festa promozione rovinata dagli scontri con i tifosi genoani

    I festeggiamenti da parte dei tifosi della Sampdoria per le vie di Genova dopo la promozione in Serie A ottenuta sul campo del Varese sono stati rovinati da alcuni episodi di violenza. Ciò a causa della violenta aggressione, ai danni di supporters doriani, da parte presumibilmente di tifosi del Genoa che però non avevano addosso sciarpe o altro materiale della propria squadra, avvenuta in via Geirano nel quartiere di Molassana. Il bilancio è pesante: cinque tifosi blucerchiati feriti, tre dei quali in gravi condizioni.

    Un agguato secondo la squadra mobile della questura di Genova e a farne le spese sono stati L.S. di 18 anni, di Sestri Ponente, attualmente ricoverato in rianimazione all’ospedale San Martino per ferite all’addome e al fegato; M. S. di 20 anni, anche lui nello stesso reparto a causa di colpi al torace e un polmone perforato; P. R. di 21 anni, con ferite alle gambe, all’addome e ad un polso. Sebbene tutti e tre non sono in pericolo di vita hanno riportato brutte conseguenze. Ferite più lievi per altri due tifosi che se la sono cavata con prognosi di 10 e 7 giorni.

    Secondo quanto si è appreso l’episodio di violenza sarebbe avvenuto nei giardinetti pubblici vicino al club doriano “Irish Clan”, allorquando una trentina di tifosi si era riversato in strada per festeggiare la promozione della propria squadra del cuore, trovando però altrettante persone con volti coperti da caschi, con coltelli, cocci di bottiglia e catene ad aspettarli. Scoppia cosi una violenta rissa con l’allarme dato poi da una coppia di passanti in macchina. Nel momento in cui le prime volanti sono accorso sul posto c’è stato un fuggi fuggi generale con la Polizia che ha fermato i cinque feriti e altre sei persone, due delle quale denunciate per resistenza a pubblico ufficiale. Nessuno ha collaborato.

    Tifosi Sampdoria © Marco Luzzani/Getty Images

    Uno dei feriti, tra l’altro, era stato colpito da Daspo appena l’anno scorso dopo aver staccato alcuni seggiolini dello stadio Ferraris. Intanto i capi ultras del Genoa, nel corso di un’intervista a La Repubblica, dicono di aver “perso il controllo dei più giovani”. Il timore è che queste frange violente del tifo diano adito ad ulteriori scontri, e la paura è che ci siano conseguenze ancora più gravi. Tanto che le due fazioni si sarebbero incontrate in un bar, a serrande abbassate, per discutere della situazione, lasciandosi con la promessa di riportare un po’ di ordine all’interno delle rispettive tifoserie.

    Quelli che hanno tirato fuori le lame sono dei ragazzini. Cani sciolti. Cattivi, imbottiti di droghe chimiche, pieni di rabbia. Senza controllo. Due volte stupidi, e pericolosi. Per questa loro porcata rischia di scatenarsi un gran casino” dicono a La Repubblica i capi ultras genoani. “È una cosa che non ha niente a che vedere con il nostro mondo. Noi non rifiutiamo la violenza: ho passato una vita a battermi negli stadi di tutta ltalia. Ma rischiare di morire a diciott’anni per una coltellata è una cosa che mi fa venire il voltastomaco” continuano. Ci sarà finalmente un po’ di tranquillità che permetterà di ritrovare i veri valori dello sport?

  • Il leccese Obodo rapito in Nigeria. Chiesto un riscatto di 150 mila euro

    Il leccese Obodo rapito in Nigeria. Chiesto un riscatto di 150 mila euro

    Una drammatica notizia arriva dal continente africano e tocca da vicino il mondo del calcio italiano: Christian Obodo, centrocampista del Lecce ed in passato anche con Perugia e Udinese, è stato sequestrato stamattina nel suo Paese di origine, la Nigeria. Secondo quanto si apprende, alle 9:20 Obodo si stava recando a messa nella sua città di origine, Warri, situata nella regione del Delta, quando alcuni uomini armati lo hanno fermato e portato via con loro. Versione questa confermata anche dal cognato del giocatore, ovvero Obidike Okechukwu, il quale ha confermato all’Ansa che si tratta di un sequestro e che i rapitori si sarebbero già fatti vivi con la famiglia in tal senso.

    I rapitori hanno telefonato questa mattina a casa della mamma di Christian chiedendo un riscatto di circa 150 mila euro’‘ ha detto lo stesso Okechukwu, il quale si trova in Italia, precisamente a Udinese, città dove abita ormai da tempo, e il quale ha avuto notizia di tutto ciò dalla moglie che proprio stamattina era arrivata in Nigeria. Alla richiesta del riscatto, la madre del giocatore del Lecce, ovviamente preoccupata, avrebbe risposto che essendo sabato oggi le banche sono chiuse e che non ci sarebbe la possibilità, almeno momentaneamente, di pagare tale cifra.

    Christian Obodo © Maurizio Lagana/Getty Images

    Per ciò che concerne la dinamica del sequestro Okechukwu ha confermato quanto poco prima era venuto fuori da fonti ufficiose: ”Christian – dice – stava andando in chiesa, era da solo, intorno alle quattro del mattino ora italiana, quando alcune persone lo hanno preso e portato via”. Intanto il sito supersport.com ha riportato le dichiarazioni di un funzionario del governo del Delta il quale conferma il rapimento del giocatore di proprietà dell’Udinese.

    E’ tutto vero – ha detto -. Le informazioni sono ancora frammentarie, ma mi è stato riferito che mentre era al volante della sua auto, che aveva una targa speciale, è stato fermato e rapito. Sembra che proprio la targa personalizzata abbia attirato l’attenzione dei rapitori, che avevano notato Obodo mentre si dedicava alla vita notturna la sera precedente“. In questo momento si trova in Nigeria anche Kenneth Obodo, fratello di Christian, il quale gioca nel Pisa.

  • Morto Alessio Bisori, il nazionale pallamano si è suicidato

    Morto Alessio Bisori, il nazionale pallamano si è suicidato

    Una tragedia questa mattina ha sconvolto il mondo della pallamano: Alessio Bisori, giocatore dell’Ambra di Poggio a Caiano e della Nazionale italiana, è morto sotto un treno nei pressi della stazione di Bologna. Secondo le prime ricostruzioni il giovane 24enne si è suicidato gettandosi sotto le rotaie di un convoglio in arrivo.

    Ad avvalorare la tesi del suicidio le testimonianze di alcuni presenti alla scena che hanno visto Bisori sdraiarsi sul binario e il biglietto d’addio rinvenuto nella sua stanza d’albergo del capoluogo emiliano destinato alla famiglia del ragazzo sul quale avrebbe scritto ‘Non riesco più a vivere‘. Misteriose ancora le cause che hanno portato il giovane ragazzo al gesto estremo.

    Alessio Bisori

    Alessio Bisori da Bologna avrebbe dovuto raggiungere il raduno della Nazionaledi pallamano a Fasano, in Puglia nella provincia di Brindisi, per prepararsi insieme ai compagni, agli ordini del selezionatore Franco Chionchio, in vista del torneo di qualificazione agli Europei del 2014, in programma a Bari dall’8 al 10 giugno. Punto di forza del club pratese dell’Ambra, poteva vantare anche ben 54 presenze con la maglia azzurra.

    Il presidente della federazione, Francesco Purromuto, ha espresso alla famiglia del giocatore «il più profondo cordoglio del movimento. Con la scomparsa di Alessio Bisori la pallamano italiana perde uno dei suoi più giovani talenti e un punto di forza della Nazionale azzurra» disponendo un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive della pallamano che si disputeranno in Italia oggi e nel prossimo week-end. Inoltre la Nazionale italiana di pallamano al torneo di Bari giocherà con il lutto al braccio.