Tag: Cronaca

  • Bologna deferito, il patron Porcedda denuncia la banca

    Bologna deferito, il patron Porcedda denuncia la banca

    La FIGC, su segnalazione della Co.vi.soc., la Commissione di vigilanze e controllo sui bilanci delle società, ha deferito Sergio Porcedda e Silvino Marras, rispettivamente presidente e amministratore delegato del Bologna, per non non aver provveduto a corrispondere gli stipendi ai tesserati felsinei oltre a non aver pagato l’Irpef per il bimestre maggio giugno 2010.

    Il Bologna ora rischia, quasi certamente, una penalizzazione di 3 punti in classifica che andranno a compromettere il campionato dei rossoblu. Porcedda, subito dopo aver appreso la notizia del deferimento, si è recato dai carabinieri per denunciare la banca presso la quale aveva autorizzato il pagamento degli emolumenti tramite una fidejussione ritenuta dall’istituto di credito non valida.
    Domani il presidente, che nei giorni scorsi aveva rassicurato tutto l’ambiente e i giocatori, parlerà in conferenza stampa per spiegare tutta la situazione venutasi a creare.

    In Serie B deferito l’Ascoli con il suo presidente Benigni per la mancata attestazione del pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Enpals relativi agli stipendi del trimestre aprile, maggio e giugno 2010 mentre in Lega Pro sono tante le società a tremare.

  • Barbara Berlusconi sarà dirigente del Milan

    Barbara Berlusconi sarà dirigente del Milan

    Il Milan e la famiglia Berlusconi continueranno ancora a lungo il loro cammino comune e forse per allontanare le susseguenti voci di possibile cessione entrerà a far parte dello staff dirigenziale della società Barbara Berlusconi.

    La figlia del presidente del consiglio farà forse da apprendistato per sostituirlo alla presidenza tra qualche anno. A dar l’annuncio ufficiale è il sito del club con una nota che vi alleghiamo di seguito:

    “Oggi la dottoressa Barbara Berlusconi ha incontrato nella sede di via Turati l’Amministratore Delegato Adriano Galliani per discutere di un suo possibile impegno all’interno del Club. L’ingresso di Barbara testimonia la grande importanza del Milan per la Famiglia Berlusconi, da sempre emotivamente vicina alla squadra, e ne conferma la volontà di continuare a mantenerla ai vertici del calcio mondiale”
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  • Intercettazione tra Meani e Paparesta: “il dossier e il saluto al boss”

    Intercettazione tra Meani e Paparesta: “il dossier e il saluto al boss”

    Oggi nell’udienza del Processo a Calciopoli il giudice ha dato nel 23 novembre 2010 la data ultima per presentare nuove intercettazioni e sentire il lungo elenchi di testimoni. E come per incanto in una sola giornata ne sono uscite due nuovi che pongono l’indice sul Milan e in particolare sull’operato di Galliani e sui rapporti tra Meani e Paparesta, intercettati mentre parlano del famoso dossier consegnato a Letta, del ringraziamento al “boss”. Dall’audio si evince la paura di Paparesta di esser scoperto con le mani nella marmellata, mentre il delegato agli arbitri rossonero sembra più spigliato e sicuro.

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  • Tavaroli diserta ma Bertini mette sale all’udienza

    Tavaroli diserta ma Bertini mette sale all’udienza

    Doveva esser il giorno di Tavaroli ma nelle stanze del tribunale partenopeo non s’è visto, anche Bigon, chiamato dai legali di Lillo Foti, ha declinato l’invito ma l’udienza è stata ravvivata dalla dichiarazione spontanea di Paolo Bertini, ex arbitro tra i protagonisti del processo sportivo che nella sua esposizione ha toccato temi molto rilevanti mettendo in evidenza ancora una volta le incongruenze della tesi accusatoria.

    L’arbitro, con dati alla mano, ha riscontrato come in quel famoso 2005 la Juventus ebbe con lui una media punti inferiore a quella tenuta in campionato e sopratutto quella con il Milan nei suoi arbitraggi fu addirittura superiore. Oltretutto l’arbitro confessò che l’errore più grave di quell’anno fu la mancata espulsione di Nesta in un Milan-Atalanta che poteva valere lo scudetto. Di seguito vi riportiamo la lunga deposizione di Bertini:

    “Mi scuso se non sarò chiaro o se avrò difficoltà comunicative, ci tenevo a dire alcune cose importanti. Volevo rimarcare: sono un arbitro di calcio da una vita, oggi a 46 anni sono ancora un arbitro. In questa vita ho rispettato regole scritte nel regolamento e quelle non scritte tramandate da mio padre arbitro e dall’Aia. Io sono stato ligio a questo atteggiamento. Non ho mai fatto parte di alcuna associazione a delinquere, mi è suonato alieno essere accostato ad una fattispecie così. Potevo essere associato a una non associazione: ogni partita si è sottoposti a critiche, i club sono sempre scontenti. Ogni gara si crea una non associazione: anche con Moggi e la Juve era una non associazione perché anche la Juve così come tutte le squadre arbitrate sono state scontente del mio operato e di altri. Perché è normale sbagliare: l’arbitro va in campo e sbaglia, a volte non sbaglia ed è criticato lo stesso, spesso ingiustamente”

    Juventus – Milan

    “L’errore dell’arbitro è tanto più rimarcato se messo in comparazione con le immagini tv, quella è un’altra partita, un’altra realtà: l’arbitro non potrà mai essere comparato con un sistema elettronico di 30 telecamere. Quindi io ho sbagliato, ma l’ho fatto ovviamente pensando di fare bene, all’istante, non per svantaggiare o avvantaggiare qualcuno. L’ho fatto anche contro la Juve. Anche a favore e contro le squadre in competizione con la Juve. Quando mi hanno accusato non s’è preso in considerazione che nel 2004-2005 per aver arbitrato 5 partite, 3 delle quali della Juventus, la Juve con me ebbe una media punti inferiore del campionato, con me meno punti che con gli arbitri qui. Con me il Milan, il competitore, ottenne più punti della Juve e più punti della sua media punti. Per essere uno dell’associazione ci sono dati che non tornano. Nella gara denominata partita regina di tutte le partite, Juve-Milan: voglio rimarcare (ho rivisto 15 volte quella gara, non mi dò pace) fu una partita arbitrata assolutamente bene. Lo dissero gli osservatori, qualche critico più oggettivo di altri. In quella gara ci sono dati oggettivi: 23 volte ho arbitrato in quella stagione, ho comminato 35 ammonizioni per squadra di casa e 41 per quella in trasferta, una media di ammonizioni di 1,52 per la squadra di casa e 1,78 per gli ospiti. Punizioni fischiati sono stati 449 a favore di squadra 437 per gli ospiti: equilibrio marcato. Questi sono dati ufficiali forniti alla Figc. Ho fischiato 4 rigori: 2 e 2 e 3 espulsioni. In Juventus-Milan una media di falli fischiati 42, 15 per la Juve, 27 per il Milan: un solo ammonito, contro la Juve. Uno scostamento rispetto alla media di 4,5 falli in meno alla Juve rispetto alla media e +8 per gli ospiti in quella partita. Io ho solo questo e le risultanze degli osservatori per confutare questa accusa: l’osservatore fu soddisfatto, commisi l’errore di fermare Kakà che subì un fallo con ammonizione perché era un fallo duro e invece Kakà poteva continuare a giocare. Fermai per un mancato vantaggio al Milan: questo è l’errore umano in quella partita”.

    Fiorentina – Inter
    “Per Inter-Fiorentina le ammonizioni di due giocatori viola che non giocarono contro la Juve: nel processo sportivo l’accusa di Borrelli, sentito da lui, portai il filmato della gara e facendo vedere che quella gara che le ammonizioni non potevano non essere comminate. Ho rivisto poi la gara e il tema dell’accusa: i giocatori viola diffidati erano tre e Dainelli commise cinque falli e non lo ammonii e quello fu un errore. Sulle altre gare ho dati simili. Io in quel campionato ho commesso molti errori, ma il più importante l’ho commesso con l’assistente durante Atalanta-Milan: era nello stesso giorno di Roma-Juve, in quella gara non ho espulso Nesta per fallo da ultimo uomo. Era un contropiede, ero a 50 metri dal fallo e il mio assistente non prese provvedimento, non mi aiutò: quella partita era sull’1-1, avrei dovuto lasciare il Milan in 10 e poteva decidere il campionato, avvantaggiai il Milan che al 94′ segnò vincendo. Ho subito critiche enormi: venni massacrato, anche da Moggi sui giornali. Nell’arbitraggio non potrò più fare errori, ne ho fatti tanti. Qui mia controparte la Figc che mi ha assolto nei due processi sportivi: ho pagato molto, quattro anni di vita cancellati, con conseguenze familiare e di lavoro. Confido in un giudizio rapido: abbiamo rinunciato ai testi per arrivare prima possibile ad un giudizio”

  • Calciopoli: la morte del papa aiutò Galliani

    Calciopoli: la morte del papa aiutò Galliani

    File scottanti, intercettazioni bollenti, omissioni pericolose. Il processo napoletano a Calciopoli sta delineando un profilo completamente diverso da quello disegnatoci nell’estate del mondiale tedesco dalla giustizia sportiva tramite la ricostruzione del colonnello Auricchio e dei pm.

    Assodato che l’Inter non meriti la corona dell’onestà il lavoro dei periti della difesa stanno scovando nuove intercettazione che comproverebbero l’interessamento anche di Adriano Galliani nella lotta di potere per assicurarsi i servigi dei designatori e cercar di modificare a tavolino l’esito del campo.

    Tuttosport, oggi, proprio dopo la piccata risposta dell’ad rossonero alle accuse di Marotta, pubblica una intercettazione tra Meani, Ramaccioni e lo stesso Galliani in cui quest’ultimo svela le pressioni per fal saltare la giornata di campionato per recuperare Kaka e Shevechenko. Di seguito vi lasciamo l’intercettazione riportata da Tuttosport

    Ecco la telefonata Meani-Ramaccioni- Galliani del 3 aprile 2005(L’audio dell’intercettazione)

    Meani. Ciao Silvano ( Ramaccioni, il team manager, ndr) sono Leonar­do. Allora cosa han fatto? Hanno fatto slittare il campionato, allora, praticamente Ramaccioni. Sì, Sì Se vuoi ti pas­so il presidente, te lo passo. E’ sli­tatto.

    Galliani: Leonardo?
    M: Dottore?
    G. Allora abbiamo slittato, giochia­mo sabato alle 20.30, anzi alle 18 col Brescia, poi domenica andiamo Siena.
    M. Senza Kakà senza l’altro
    G. Ma secondo lei io dormo?
    M. No
    G. Lei pensa che io dormo, ma por­ca troia. Anche perché quel figlio di puttana di Moggi, le racconto: Mog­gi, che è un figlio di puttana, faccio sentire anche a Costacurta così si carica. Ha pure chiamato Preziosi ( e gli ha detto) Adriano l’ha fatto ap­posta così recupera i sudamerica­ni, c’hanno Shevchenko che sta meglio, hanno spostato di una set­timana. Con l’Inter ce l’abbiamo già. Dopo pensiamo a quelli di Torino l’abbiamo già sistemata perché l’ac­coppiata Moggi- Capello è?
    M. : E’ micidiale?
    G. : Come Capello- Sensi, via Ca­pello, Sensi è tornato amico. L’ab­biamo purgato già l’anno scorso ( la Roma di Capello perse lo sprint scudetto col Milan, ndr), lo purghia­mo anche quest’anno ( allenando la Juve, ndr). Fa niente ( ride). Capito Leonardo. E’ pieno di uccelli padu-l­i, se non tiri le corde, non capisco­no?
    M: Anche se ho visto che nel sor­teggio gli è saltato fuori Collina ( ar­bitrerà Fiorentina- Juve 3- 3 del 10 aprile 2005, ndr): e ciò è positivo.
    G. : Tranquillo, vigilare su tutto.

    La telefona­ta Meani- Galliani del 19 aprile 2005
    Galliani: Ha parlato con qualcuno dei due ex designatori?
    Meani: Dio bono, altro che parlato. Non ha visto che in macchina c’era Ancelotti e gli bestemmiavo paro­lacce, e Ancelotti mi fa: ma che co­sa gli dici.
    G. A chi?
    M. A Bergamo e Mazzei, perché Pairetto è in Germania
    G. : E che dicono questi signori?
    M. : Si cagano addosso: frasi di cir­costanza? “ chi va a pensare un er­rore del genere da uno così ( Baglio­ni, ndr)”. Con una squadra come il Milan a un minimo dubbio si sta giù con la bandiera, non si va su a van­vera. Questa è gente che non è pre­parata psicologicamente. Cosa vi preoccupate più del Palermo? Ha visto la designazione? Ci mandano persino Puglisi ( amicissimo di Mea­ni, ndr). Adesso, gli ho detto, vieta­to sbagliare e vietato sbagliare dal­l’altra parte ( della Juve, ndr), nel senso contrario però. Questo è un periodo pericolosissimo.
    G. : Lo so, lo so.
    M.: Anche perché lui mi fa: siete an­dati in vantaggio lo stesso? ( dopo l’annullamento del gol di Sheva, il Milan segnerà con Crespo l’ 1- 0, ndr). Gli ho detto: comincia a darmi il mio gol. Dottore, ha parlato ieri con Collina ( con cui doveva parlare segretamente per un futuro da desi­gnatore: ricordiamo che allora per la scelta del designatore serviva il placet del presidente di Lega, Gal­liani, ndr)? La cercava.
    G. : No.
    M. : Guardi che la chiamerà.
    G. : Adesso, lo cerco io.

  • Galliani vs Marotta. E’ rottura tra le alleate?

    Galliani vs Marotta. E’ rottura tra le alleate?

    “Mi dispiacciono le sue dichiarazioni, poteva evitarsele perché noi noi non parliamo mai degli altri e lo inviterei a fare altrettanto: altrimenti gli potrei far notare che l’altra sera c’era un rigore su Mexes o altro… Mai mi sarei sognato di andare a parlare di rigori dati o non dati alla Juve: ha sbagliato”.

    Ha aspettato, temporeggiato perchè il derby era una partita troppo importante per il Milan ma una volta incamerati i tre punti Adriano Galliani, con il “ghigno” da capolista bacchetta Beppe Marotta per le dichiarazioni fatte nel post partita di Juventus-Roma. Il plenipotenziario rossonero non ha preso bene il paragone fatto dal dg bianconero per testimoniare il disappunto della Vecchia Signora per il trattamento arbitrale.

    L’uscita di Marotta potrebbe esser uno sfogo dovuto al nervosismo del momento, ma conoscendo l’enorme esperienza dell’ex doriano viene più facile immaginarlo come un attacco mirato per far sorgere uno stato d’allerta minando di fatto l’alleanza tra due delle super potenze del calcio.

    Ai tempi della Triade Milan e Juve erano praticamente alleate nelle stanze del potere, dai diritti tv alla politica sportiva per poi farsi battaglia in campo e nei salotti sportivi. L’ultimo Moggi attaccò pubblicamente il potere mediatico rossonero ma la gestione successiva cercò di riportare la calma con un presunto accordo di non belligeranza sul calciomercato.

    Adesso? Il riavvicinamento tra Agnelli e Moggi potrebbe scardinare ancora una volta le carte in tavolo facendo saltare i possibili scambi a gennaio pensati per completare i buchi in organico. Ci sarà una nuova guerra fredda?

  • Roma e Bologna rischiano 3 punti di penalizzazione

    Roma e Bologna rischiano 3 punti di penalizzazione

    Roma e Bologna dopo un avvio di campionato deludente sembrano essersi riprese iniziando la rimonta verso gli obiettivi prefissati di inizio stagione ma stando alle indiscrezioni riportate da Repubblica le due società potrebbero incorrere in tre punti di penalizzazione per il mancato pagamento delle mensilità ai giocatori.

    Oggi è l’ultimo giorno utile per saldare i pagamenti degli stipendi arretrati risalenti ai mesi di luglio, agosto e settembre e stando cosi le cose pare inevitabile la penalizzazione. I tre punti riporterebbero dietro i giallorossi costringendoli ancora una volta ad inseguire un posto in Champions e allontanandoli praticamente dalla vetta, mentre il Bologna perderebbe il vantaggio accumulato sulle rivali per la salvezza.

  • Cassano chiede i danni. La rottura adesso è definitiva

    Cassano chiede i danni. La rottura adesso è definitiva

    Ha provato ad usare la diplomazia, a chieder scusa e a far intervenire tifosi e giocatori per ricostruire lo strappo ma adesso anche Antonio Cassano ha deciso di indossare la corazza e rispondere con la stessa moneta alle richieste di rescissione avanzate dal presidente Garrone.

    Le ultime esternazioni del presidente e la deposizione delle motivazione per il ricorso al Collegio Arbitrale hanno fatto capire al barese e al suo entourage di dover voltare decisamente pagina e adesso pare sia pronto a chieder un risarcimento danni di un milione di euro oltre che la risoluzione del contratto.

    Adesso c’è attesa per le decisioni della Lega e in vista di gennaio si potrebbe scatenare un asta per assicurarsi le prestazioni del barese voglioso di recuperare il tempo perso e sopratutto la nazionale. L’ipotesi più suggestiva sembra esser quella del Parma di Ghirardi per dar ancor più brio ad una squadra che inizia a carburare.

  • La Juve si ravvede, Agnelli ritira la querela contro Moggi

    La Juve si ravvede, Agnelli ritira la querela contro Moggi

    Il tempo e galantuomo !Luciano Moggi cinque anni fu messo al centro di uno scandalo venendo additato, insieme agli altri due membri della “Triade”, di esser al centro di una cupola che modificava il normale corso del campionato con sotterfugi e combine.

    L’attacco fu da parte della magistratura ma anche la Juventus non perse tempo a prender le distanza da Big Luciano querelandolo per la gestione finanziaria della squadra. Il nuovo corso bianconero con Andrea Agnelli alla presidenza preso atto dell’assoluzione in primo grado ha deciso di ritirare la denuncia facendo perder di fatto consistenza al processo portato avanti per il ricorso della procura di Torino.

    La stima tra il rampollo di Casa Fiat e Moggi non è mai stata nascosta ma questo passo ufficiale che segue quello di sedersi alla stessa poltrona al Processo di Napoli per ribadire l’innocenza bianconera e quindi la ricusazione dei due scudetti all’Inter.

  • Samp vs Cassano, ecco i motivi della rottura

    Samp vs Cassano, ecco i motivi della rottura

    “Si è verificata una insubordinazione, ingiure e minacce rivolte a superiori. La gravità dell’episodio costringe la Società a richiedere la più grave delle sanzioni, la rescissione del contratto che, purtroppo, comporta anche la perdita dell’opportunità di ricavare eventuale corrispettivi dalla cessione del contratto sportivo del calciatore che scadrà nel 2013. Ma è evidente che è in gioco la credibilità dell’intero staff dirigenziale della Società”.

    Il tanto atteso e auspicato passo indietro della Sampdoria e del presidente Garrone non c’è stato e a questo punto la rescissione sembra esser un passaggio quasi obbligato. Il presidente doriano, poco prima che venisse pubblicato il contenuto del ricorso alla Lega Calcio, aveva addirittura, confessato ai microfoni, di voler cancellare Cassano dai suoi ricordi addirittura rinnegando il glorioso passato del giocatore in maglia blucerchiata: “Cassano fa parte di una storia che è meglio non raccontare”.