Tag: Cronaca

  • Bosman, l’uomo che ha cambiato il calcio è al verde e combatte contro l’alcool

    Bosman, l’uomo che ha cambiato il calcio è al verde e combatte contro l’alcool

    Correva l’ anno 1995 ed uno sconosciuto giocatore belga, decise di intraprendere una delle battaglie legali più avvincenti della storia dello sport e non solo. Il suo nome è Jean-Marc Bosman proprio quel cognome che, accoppiato alla famosa sentenza del ’95, permise ai giocatori di trasferirsi gratuitamente ad un altro club alla scadenza del loro contratto.

    Una sentenza storica che cambiò improvvisamente il mondo del calcio per sempre, un cambiamento forse per molti giusto e invece per altri no, ma che fece di Jean-Marc Bosman un simbolo conosciuto in tutto il mondo. Di quel giocatore ma soprattutto di quell’uomo adesso non resta quasi nulla, infatti Bosman vive grazie al sussidio statale in una casa alla periferia di Liegi senza nemmeno la possibilità di stare accanto alla propria famiglia, la compagna Carine e i due figli Martin e Samuel.

    In un intervista esclusiva al Sun queste le tristi parole di Bosman:  “È stata molto, molto dura perché ho vinto davanti alla corte ma io sono l’unico ad aver pagato, pagato e pagato. La gente pensa che io abbia messo da parte una fortuna, ma la mia presunta fortuna non arriverebbe a pagare nemmeno un giorno dello stipendio di Wayne Rooney. I soldi presi dalla FifPro (200mila sterline, ndr) e il risarcimento stabilito dalla corte (si parla di un milione di sterline, ndr) sono stati inghiottiti dagli avvocati e dalle spese processuali, mentre l’idea della partita-celebrazione che ci sarebbe dovuta essere è fallita e mi sono accontentato di un match contro il Lille davanti ad appena 2mila persone”.

    “La mia vittoria nel processo Bosman è stata enorme, ma la vittoria più grande è stata quella contro l’alcool. Dovrei essere il giocatore più famoso del Belgio, ho il mio posto nella storia e ho combattuto a lungo per conquistarlo, ma nessuno mi conosce. Non voglio aver fatto tutto questo per niente. Sono felice che ora i miei colleghi guadagnino un sacco di soldi, non sono geloso di questo e ho dato la mia carriera affinchè non fossero più trattati come degli schiavi. Voglio solo che il merito mi sia riconosciuto e che la gente sappia che come esiste una legge Bosman esiste anche un ragazzo che per quella legge ha dato tutto e che per questo è diventato un alcolizzato.

    Infatti dopo la sentenza, Bosman inizia la parabola discendente della propria vita, depressione e alcool la fanno da padrone a tal punto da fargli rischiare la vita con un unico pensiero, aver buttato la carriera e forse anche la vita, per una battaglia che ha arricchito tutti, anzi quasi tutti.

     

     

  • Schweinsteiger contro Materazzi “adesso capisco Zidane”

    Schweinsteiger contro Materazzi “adesso capisco Zidane”

    L’epica vittoria nerazzurra all’Allianz Arena ha avuto un appendice un pò incresciosa, la gioia dei giocatori interisti si è contrapposta alla rabbia dei tedeschi, adesso fuori da tutte le competizioni, e si è arrivati quasi alla rissa, con i giocatori pronti a sfidarsi viso contro viso.

    Niente di trascendentale, cose che capitano. Quello che però torna ancora una volta a far discutere è il comportamento di Materazzi accusato da Bastian Schweinsteiger di esser un provocatore ritornando ancora una volta sulla testata di Zidane nel 2006 “Capisco come si è sentito Zidane. Materazzi non ha fatto altro che provocare già dagli spogliatoi. Non è un comportamento corretto”.

    Matrix anche senza giocare continua a far discutere ergendosi sempre più a paladino e bandiera dei suoi tifosi ma accrescendo anche il numero dei “nemici”, in questi ultimi anni il suo comportamento è migliorato tantissimo diventando un uomo spogliatoio ma, adesso, dovrebbe imparare ad aver un comportamento consono anche nelle vittorie.

  • Dramma Abidal, ha un tumore al fegato

    Dramma Abidal, ha un tumore al fegato

    Un comunicato ufficiale da parte del Barcellona lascia tutti i tifosi sbigottiti, Eric Abidal ha un tumore al fegato e venerdì prossimo si sottoporrà ad un intervento chirurugico dal dottor Jopep Fuster Obregon. “Su richiesta del giocatore si richiede di rispettare il diritto alla privacy”.

    La notizia sconvolgente ha comunque partorito un tam tam mediatico che ha coinvolto giocatori, colleghi e tifosi che con messaggi e preghiere si sono immedesimati nel dramma di Eric ma il pensiero comune è quello che il francese supererà anche questa battaglia, quella più difficile. In bocca al lupo!

  • Nucini e Facchetti, doppio autogol di Narducci. Calciopoli non esiste

    Nucini e Facchetti, doppio autogol di Narducci. Calciopoli non esiste

    E’ da tempo che ne sono convinto e con i miei post cerco di sensibilizzare chi crede ancora alla farsa di Calciopoli. Il colonnello Auricchio insieme ai pm Narducci e Capuano hanno costruito un castello di sabbia che d’udienza in udienza si sta sgretolando come neve al sole.

    Ieri, al Tribunale di Napoli è stata definitivamente compromessa la credibilità dei pm Narducci e Capuano e a farla crollare sono stati proprio i supertest Nucini e Facchetti Jr chiamati a dar nuova credibilità alla tesi dell’accusa, portando finalmente prove certe e inconfutabili di una rete occulta che mirava a condizionare l’andamento del campionato.

    Il memoriale portato da Facchetti, invece, non è stato considerato attendibile e pertanto non potrà esser usato come prova “non è sufficientemente garantita la veridicità degli appunti, del resto – ha detto ancora la Casoria – hanno un valore probatorio molto scarso”. Lo stesso Facchetti ha però “incastrato” “Nucini confessando una confidenza del padre ucini segnalò a mio padre che aveva arbitrato una gara, Avellino-Messina, commettendo errori intenzionalmente per danneggiare l’Avellino”.

    L’arbitro amico di Giacinto Facchetti ha poi dato il colpo di grazia contraddicendosi in molte occasioni e costringendo spesso la giudice Casoria al richiamo ufficiale. L’ex arbitro ha poi confermato di aver ricevuto una sim dal ds del Messina Mariano Fabiani, ritenuto vicino all’ex dg della Juve Luciano Moggi, una scheda telefonica ma ancora una volta cambia la versione dicendo questa volta di non averla mai utilizzata, mentre in altre occasioni diceva di aver ricevuto qualche telefonata.

    Di seguito vi riportiamo la cronistoria dell’udienza del 15/3/11 (via juvemania.com)
    CONTROESAME DI FACCHETTI

    Avv. Prioreschi: Lei ha detto che De Canio era della GEA?
    Facchetti: Sì.
    Avv. Prioreschi: Sa che gli allenatori non potevano essere sotto procura?
    Facchetti: No.

    Avv. Gallinelli: Questo processo si riferisce a quale campionato?
    Facchetti: 2003-2004 e 2004-2005.
    Avv. Gallinelli: Questo processo?
    Facchetti: No, 2004-2005 e 2003-2004…
    Avv. Gallinelli: Lei ha fatto riferimento a fatti del 2004-2005?
    Facchetti: No, ad anni precedenti.
    Avv. Gallinelli: Le contesto allora che Lei ai pm riferisce: ‘Prendo atto che dovrò riferire sulla struttura che condizionava il campionato fino all’anno 2006”: può riferire quali erano questi fatti?

    Avv. Gallinelli: Sa se Suo padre registrava le conversazioni con Nucini?
    Facchetti: No.
    Avv. Gallinelli: Questo non l’ha letto sui gionali?
    Facchetti: No.
    Avv. Gallinelli: Posso esibire un articolo de La Repubblica.
    Facchetti: Ah sì, quello di Mensurati.
    Avv. Gallinelli: Quindi lo sapeva?

    LO SHOW DI NUCINI: LE CHICCHE
    Avv. Prioreschi: Sulla scheda data da Fabiani: Lei prima ha indicato il numero, ma poi ha detto di non averla usata e che Le sono arrivate solo un paio di telefonate. Lei il 23 settembre 2007 ai carabinieri ha detto di avere avuto la scheda ancora imballata e che l’aveva buttata via.
    Opposizione del PM Narducci.
    L’avv. Prioreschi si arrabbia: Avrebbe dovuto farle Lei queste domande, lo sa bene quante versioni ha dato sul fatto!
    Avv. Prioreschi: Ha detto prima che l’aveva usata, poi che non lo aveva fatto, che non ricordava il numero, poi dice che non l’ha buttata… mi dice dopo 7 anni come ha fatto a ricordare il numero nel 2010?
    Nucini (a Prioreschi che incalza): STA CALMO!
    Presidente Casoria: Non si permetta!
    Nucini: A Borrelli dico che l’ho annotata, poi a Lei, che mi ha posto la stessa domanda dopo un controesame di 6 ore, ho dato la stessa risposta, ho sempre detto che l’avevo annotata.
    Presidente Casoria: Ma nei verbali c’è scritto il contrario.

    Avv. Morescanti: Sono state fatte 25 domande sul punto e Lei mi ha detto: ‘Magari me lo ricordassi’.
    Nucini urla.
    Avv. Morescanti: Presidente, lo faccia stare zitto!
    Nucini: Allora, facciamo così: la scheda me l’ha data Marconi e a Torino c’era Garibaldi.
    Presidente Casoria: Nucini, Lei si sta squalificando come teste, tutto ciò verrà registrato.

    Avv. Prioreschi: Le leggo il verbale della scorsa udienza in cui veniva chiesto se Lei aveva conservato il numero dopo averlo dato a facchetti, Lei rispondeva di no.
    Nucini: Non avevo capito la domanda, intendevo una copia.
    Avv. Prioreschi: Le chiedo di interrompere l’interrogatorio e nominare un difensore.

    Presidente Casoria: Cinque minuti fa il figlio di Facchetti ha detto che lei avrebbe arbitrato con dolo la gare e che era un arbitro pentito, lo ha detto o no?
    Nucini: Assolutamente no. È impensabile, bisogna vedere se davvero Facchetti lo ha detto al figlio, i fatti oggettivi corrispondono a quello che io e Facchetti abbiamo vissuto insieme.
    Avv. Prioreschi: Il posto di lavoro offerto da Facchetti. Mi fa la cronistoria dei colloqui procurati da Facchetti?
    Nucini: Dott Paolillo (attuale AD dell’Inter ndr) presso la Banca Popolare di Milano
    Avv. Prioreschi: L’attuale dirigente dell’Inter?

    Avv. Prioreschi: Bene. Rispondendo al PM ha detto che nei colloqui con Facchetti a volte faceva riferimento al fatto a vostre considerazioni. Io vorrei dividere le due cose. Quando ha riferito degli arbitri che facevano parte dell’associazione erano fatti o considerazioni?
    Nucini: Le dinamiche che ci interessavano ce le siamo andate a prendere, sul resto erano percezioni.
    Avv. Prioreschi: Quindi quando dice che gli arbitri facavano parte dell’associazione erano sue impressioni?
    Nucini: Si aveva la percezione.
    Presidente Casoria: Non impressioni ma percezioni.
    Nucini: Che alcuni arbitri rispondessero in maniera diretta altri indiretta.
    Avv. Prioreschi: Lei ai cc ha detto che era probabile che alcuni arbitri facevano parte del sistema Moggi. Preciso che questo era un nostro commento perché non avevamo prove di questa affermazioni.
    Nucini: Si è così era un commento su nostre percezioni.
    Avv. Prioreschi: Lei ai cc riferisce la storia che nel corso del 2001/2002 venivano mandati alla juve arbitri giovani se la ricorda?
    Nucini: Sì.
    Avv. Prioreschi: Risparmio la lettura. Questa cosa la riferisce prima di Lei Gianfelice e Lei la ripete. Lo fa perché lo aveva detto Facchetti o perché ne era a conoscenza?
    Nucini: Per noi quelli erano arbitri che rispondevano alle dinamiche, che poi fossero giovani…
    Avv. Prioreschi: No, così sta modificando. Le leggo la sua testimonianza in cui parla prpprio di arbitri giovani.
    Nucini: Avevamo fatto anche la considerazione che anche tra gli arbitro giovani potevano avere la possibilità di far conoscere l’associazione. In generale si parlava anche dei giovani che era molto facile riuscire ad influenzare.
    Presidente Casoria: Lei ha detto che nominavano i giovani perché erano influenzabili.
    Nucini: È così
    Presidente Casoria: E l’avv. ha fatto un elenco…
    Nucini: Anche quella era una percezione.
    Avv. Prioreschi: Ha mai arbitrato l’Inter dopo la nomina di Facchetti a Presidente?
    Nucini: Ho fatto il quarto uomo.
    Avv. Prioreschi: Ed era corretto visti i suoi rapporti?
    Nucini: Il quarto uomo è assolutamente ininfluente…
    Bergamo si inalbera e Nucini: “Dai Paolo, lo sai…”.
    L’avvocato Morescanti si arrabbia.
    Nucini: E poi io non posso ricordare quante volte ho fatto il quarto e anche ammesso e concesso che avessi fatto il quarto uomo …
    Presidente Casoria: Perché non ha detto a Facchetti, visto che stavate facendo questa indagine, che non era il caso?
    Nucini: Perchè l’indagine era già terminata, e poi io avendo la coscienza a posto potevo fare anche l’arbitro.
    Avv. Prioreschi: Mi arrendo!! Nessuna altra domanda.

    Avv. Gallinelli: Tra febbraio 2001 e l’estate del 2002 ha incontrato Facchetti?
    Nucini: Sì, ma in maniera molto superficiale.
    Avv. Gallinelli: E il sospetto sul malessere già c’era?
    Nucini: Io lo avevo già, non lo confidai a Facchetti.
    Avv. Gallinelli: Si sentiva anche telefonicamente?
    Nucini: Dopo l’estate 2002 sì.

    Avv. Gallinelli: Lei ha parlato con Facchetti dell’articolo o della convocazione della Boccassini?
    Nucini: No.
    Avv. Gallinelli: Ed è vero che ha fatto scena muta?
    Nucini: Abbiamo parlato di calcio, punto.
    Avv. Gallinelli: In che senso?
    Nucini: Abbiamo parlato di calcio.
    Avv. Gallinelli: Quali erani gli argomenti?
    Nucini: Abbiamo parlato di calcio.
    Avv. Gallinelli: Ammonisca il teste!
    Presidente Casoria: Specifichi.
    Nucini: Io portai un articolo di giornale in cui Casarin aveva confidato che un arbitro gli aveva detto che un designatore gli aveva chiesto di ammonire un determinato giocatore che era diffidato.

    Avv. Gallinelli: Nel 2004 aveva già degli appunti? Li consegnò alla Boccasini?
    Nucini: No.
    Avv. Gallinelli: Perché?
    Nucini: Perché non me la sono sentita di affrontare da solo il problema che c’era nel mondo del calcio.
    Avv. Gallinelli: Quindi non parlò di Fabiani, delle schede, di niente?
    Nucini: No delle confidenze con Giacinto no.
    Avv. Gallinelli: Scusi ma non collaborava con Facchetti? Perché parla di solitudine?
    Nucini: In quel momento ero da solo, se andava fatta una denuncia dovevamo farla insieme.
    Avv. Gallinelli: Si è chiesto perché la Boccasini l’ha chiamata?
    Nucini: No.
    Avv. Gallinelli: Non sa se c’è stata una segnalazione di qualcuno dell’Inter?
    Nucini: No sono andato con nessuna indicazione di nessuno.
    Presidente Casoria: Cioè l’hanno chiamata e Lei è andato?
    Nucini: Sì.
    Presidente Casoria: E avete parlato del più e del meno.
    Nucini: Sì.
    Avv. Gallinelli: Io ho chiesto da un anno e mezzo la copia di questi fascicolo archiviato e non ho mai avuto risposta.
    Avv. Prioreschi: Lei ha firmato un verbale?
    Nucini: no.
    Presidente Casoria: Se hanno fatto una chiacchierata perché doveva firmare un verbale.

    Presidente Casoria: Perché quando è andato dalla Boccassini non ha parlato di tutto?
    Nucini: Per pudore della morte di Facchetti.
    Avv. Morescanti: Ma la Boccassini è del 2003! (Facchetti muore nel 2006, ndr)

    Difesa Racalbuto, avv. Mungiello: Nella cena del natale 2002 lei chiede chi era Fabiani vero?
    Nucini: Sì.
    Avv. Mungiello: Di che stavate parlando?
    Nucini: Di nulla.
    Avv. Mungiello: Eravate muti tra un’insalata di rinforzo e un capitone

    Avv. Morescanti: Lei ha riferito che l’Inter Le aveva promesso un posto di lavoro, se Lei fosse stato allontanato dal mondo del calcio
    Nucini: Ha formulato male, non è l’Inter.
    Avv. Morescanti: Volevo dire Facchetti.
    Nucini: Lei formula la domanda sbagliata…
    Avv. Morescanti: Io non formulo la domanda sbagliata, troppa confidenza! Quindi è stato Facchetti.
    Nucini: Sì.
    Avv. Morescanti: Lei ha detto anche che avrebbe subito rifiutato.
    Nucini: Sì.
    Avv. Morescanti: Invece qui, oggi, ha fatto un elenco di banche. Perché la volta precedente ha detto che aveva rifiutato?
    Nucini: Io ho detto che lui si è prodigato…
    Avv. Morescanti: No, non è vero, nel verbale c’è scritto che si è proposto…
    Nucini: Vada a rileggersi tutto.
    Avv. Morescanti: Io non mi rileggo tutto e Lei non si permette! Perché va nelle banche?
    Presidente Casoria: Facchetti l’ha obbligata ad andare nelle banche? E’ andato con i suoi piedi?
    Nucini: Ma certo, Lui sapeva che quello che stavamo facendo era imbarazzante.

    Avv. Morescanti: La Boccassini non le ha fatto domande specifiche?
    Nucini: No.
    Avv. Morescanti: Le contesto che la volta precedente ha dichiarato che Ella Le aveva fatto domande specifiche sulle confidenze. Quando ha mentito oggi, o la volta precedente?

    ZAMPARINI E IL SORTEGGIO DI RIZZOLI

    PM Narducci: Nel 2004 ha trattato con la Juve per Maresca e Miccoli?
    Zamparini: Sì, andai a Torino ad incontrare l’amico Moggi.
    PM Narducci: E parlaste solo di questi due giocatori o anche del Palermo?
    Zamparini: Moggi mi chiese come andava il campionato, io gli dissi “Bene, gli arbitri sono un po’ scarsi”. Mi chiese quali erano gli arbitrri migliori della B ed io dissi Rizzoli, e Moggi telefonò e disse: “Vediamo se si può avere Rizzoli per il Palermo la prossima gara con il Verona che è importante”. Effettivamente arrivò Rizzoli ed io mi meravigliai. Moggi seppe subito che io ne avevo parlato con gli altri presidenti e mi disse: “Bella riconoscenza”; ed io gli dissi “Se mi hai voluto fare un piacere non me ne fare più altrimenti dovrò informare le autorità”.

    Avv. Prioreschi: Questa gara era un anticipo?
    Zamparini: Sì, del venerdì.
    Avv. Prioreschi: Quindi anche il sorteggio si fa in anticipo?
    Zamparini: Non lo so, credo che non si faccia.
    Avv. Prioreschi: Si c’è, anche per l’anticipo, Lei non ha collocato temporalmente questa telefonata di Moggi?
    Zamparini: Sicuramente prima della gara.
    Avv. Prioreschi: È in grado di escludere che quando Moggi fa la telefonata il sorteggio era già stato fatto?
    Zamparini: Non lo so, non so in che giornata era la telefonata né quando si fa il sorteggio dell’anticipo.
    Avv. Prioreschi: Quale era stata la sua valutazione della telefonata, se era finta o vera?
    Zamparini: Non penso mai che Moggi faccia le telefonate finte davanti a me, eravamo nel suo ufficio, non ricordo se col fisso o il portatile, non ci credevo nemmeno, mi sono preoccupato quando ho saputo che Rizzoli era effettivamente l’arbitro.
    Avv. Prioreschi: Può riferire le parole di Moggi?
    Zamparini: No assoltamente, io dissi che tra i più bravi c’era Rizzoli e lui alzò il telefono.

    Presidente Casoria: Lei ha detto che questo fatto avvenne allo studio di Moggi: non riesce proprio a ricordare e a risalire in che data avvenne?
    Zamparini: Bisognerebbe controllare, ma non so.
    Presidente Casoria: Quanti incontri ha fatto del genere?
    Zamparini: Uno solo.
    Presidente Casoria: E non sa collocarlo?
    Zamparini: No.
    Presidente Casoria: Può andare.

    Dichiarazione spontanea di Pairetto: In questa occasione il sorteggio è avvenuto il giovedì, quindi, né io né Paolo Bergamo eravamo presenti, in quanto è stato fatto a Roma nella nostra segreteria.

    L’avvocato Prioreschi deposita il verbale del sorteggio, nel quale è riportato chi lo ha effettuato, ovvero Manfredi Martino davanti al notaio Ioli.

    Dichiarazione spontanea di Luciano Moggi:
    “Il Concord è l’albergo dove si riunisce la Juventus, dove ci sono cento tifosi. Lei si immagina che io faccio venire Nucini in quell’albergo quando a cento metri c’è casa mia, dove si arriva dal garage direttamente in casa?”

    L’udienza è tolta. Si torna il aula il 19 aprile.

  • Zamparini: “Se perdiamo le prossime lascio”

    Zamparini: “Se perdiamo le prossime lascio”

    Maurizio Zamparini
    L’ha minacciato tante volte e per svariate ragioni, ma alla fine è sempre rimasto in sella, stavolta però il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini ha sbottato ed è sembrato convinto a lasciare la guida dei rosanero se con Milan e Catania dovessero arrivare due sconfitte.

    «Se perdo anche con Milan e Catania mi dimetto da presidente del Palermo: sarebbe un record, sette partite di fila non le ho mai perse, neanche cinque». «In quelle occasioni si fanno tentativi, non c’è sicurezza – ha aggiunto, rispondendo a una domanda sul recente cambio di allenatore – io stanotte ci pensavo se ho fatto bene…ma sono tentativi: se Cosmi vince è un tentativo riuscito, se Cosmi perde».

    Se Cosmi perde potrebbe essere la fine del patronato di Zamparini, almeno così pare. Certo gli appuntamenti che aspettano l’undici siciliano non sono dei più facili, già dal prossimo turno se la vedranno in casa con il Milan e se prima Il Barbera rappresentava una fortezza inespugnabile, dopo la pesante sconfitta con l’Udinese le certezze dei palermitani sono venute sempre meno. La causa del periodo nero del Palermo è anche difficile da individuare, ma si sa come sempre quando qualcosa non funziona a farne le spese sono sempre gli allenatori e il povero Delio Rossi ha pagato un prezzo forse troppo alto rispetto alle sue reali colpe. La squadra sembra svuotata e poco reattiva, Zamparini, accolla le colpe dell’insuccesso dei suoi, anche ai torti arbitrali subiti che ad onor del vero non sembrano poi così evidenti. Mancano ancora due partite per conoscere le sorti societarie dei rosanero e staremo a vedere se questa volta il presidente avrà intenzione di mantenere la promessa, qualora dovessero arrivare due sconfitte, soprattutto, quella nel derby una partita sempre molto sentita in terra sicula. Sono comunque certo che alla fine il presidente ci ripenserà e che questa sua esternazione potrebbe essere solo servita a spronare i suoi, per destarli da quel torpore in cui sembrano essere caduti da 5 partite a questa parte.

  • Spagna, il ciclone doping coinvolge Barcellona e Valencia

    Spagna, il ciclone doping coinvolge Barcellona e Valencia

    E’ una lotta senza esclusioni di colpi in Spagna dove alle accuse di favoritisimi pro Barcellona da parte di Josè Mourinho arrivano oggi pensati accuse verso il club catalano. Dopo le accuse di Fuentes che misero in dubbio i successi della Spagna agli Europei e ai Mondiali è Antonio Alcalà, giornalista di Cadena Cope a puntare l’indice contro i successi di Guardiola e del Valencia.

    Il Real Madrid ha preso subito la palla al balzo chiedendo controlli più severi, mentre le due società indignate hanno subito emesso comunicati ufficiali chiedendo la netta smentita. Alcalà accusa il Valencia di accettare la consulenza di Fuentes in persona mentre accusa i medici blaugrana di aver una dubbia reputazione.

    Questo il contenuto del comunicato del Barcellona: “Dopo le gravi insinuazioni diffuse ieri sera da ‘Cadena Cope’, il Barcellona vuole esprimere pubblicamente la propria indignazione assoluta per queste allusioni infondate che accomunerebbero il club a pratiche di doping, e vuole manifestare la propria condanna per azioni che non hanno niente a che vedere con il gioco limpido e che screditano gravemente l’immagine della competizione sportiva. Il Barcellona esige una rettifica immediata e annuncia che gli uffici giudiziari stanno già studiando azioni legale volte a difendere l’onore del Club, dei suoi tecnici, dei giocatori e dei proprio medici, obiettivo per cui è disposto ad arrivare fino in fondo. Le accuse hanno peraltro un effetto boomerang su tutto il calcio spagnolo, visto che i giocatori del Barça compongono lo scheletro della Nazionale iberica campione del Mondo in Sudafrica pochi mesi fa”.

    Fa seguito quello del Valencia: “Il Valencia vuole manifestare la propria indignazione di fronte alle notizie date da Cadena Cope e rilanciate da numerosi media. Il Valencia non ha mai lavorato, nè si è mai avvalso in forma diretta o indiretta del signor Eufemiano Fuentes e qualsiasi affermazione contraria può considerarsi una grave mancanza di sincerità da parte dei media che la supportano”.

    Le accuse sono tutte da provare e solo il tempo potrà dire chi ha ragione, ma tutto questo tam tam non fa altro che aumentare il tono dello scontro sopratutto adesso che la Liga è tornata in discussione con il passo falso del Barcellona a Siviglia.

  • Pagelle Parma-Napoli 1-3: Torna Lavezzi ma Cavani dov’è?

    Pagelle Parma-Napoli 1-3: Torna Lavezzi ma Cavani dov’è?

    Victor Ruiz 6,5: Il giovane difensore spagnolo esordisce alla grande e si mostra all’altezza della situazione, tiene botta con un cliente non facile come Candreva e non si perde mai in fronzoli, si muove con una certa autorità nonostante l’età e la poca esperienza maturata fino ad adesso. Ottimo investimento per il futuro.

    Maggio 6,5: Fa dannare Modesto che lo deve inseguire per tutta la fascia, poco presente in fase difensiva dove concede troppo a Palladino, si riscatta totalmente siglando il terzo gol, che chiude di fatto i giochi. In ripresa dopo le opache prestazioni con Milan e Brescia.

    Hamsik 6,5: Nonostante il gol e l’assist non brilla come al solito e non gioca il suo miglior calcio, da uno come lui ci si aspetta sicuramente molto molto di più in fase di costruzione e di possesso palla, troppo spesso lo si trova a vagare senza meta. Designato da Nedved come suo erede ha molto ancora da imparare dal giocatore ceco.

    Lavezzi 8: Torna e il Napoli ritrova gioco e vittoria, non sarà San Gennaro ma per i tifosi napoletani è sicuramente una manna e un dispensatore di miracoli viste le ultime tre partite dei partenopei. Un assist, un gol e tanta tanta sostanza, con lui in campo è tutta un’altra musica e la parola scudetto non pare poi così tanto tabù.

    Cavani 5: Il bomber da 20 reti si è bloccato, da 4 partite ha smarrito la via del gol e il suo digiuno continua anche al Tardini. Quasi mai pericoloso, l’attaccante uruguayano ha le polveri bagnate e non è un caso che da quando lui non segna più il Napoli soffre ed ha avuto un calo di risultati.

    Napoli: De Sanctis 6; Santacroce 6(40’st Cribari s.v.), Cannavaro 6, Ruiz 6,5; Maggio 6,5, Pazienza 6, Yebda 6 (33’st Gargano s.v.), Zuniga 6; Hamsik 6,5(47’st Mascara s.v.), Lavezzi 8, Cavani 5. (Iezzo, Vitale, Sosa, C.Lucarelli).

     

    Pagelle Parma

    Valiani 4,5: Non ne azzecca una, impacciato poco propositivo, non approfitta mai degli spazi che Zuniga gli concede e non è certo per merito suo se l’esterno del Napoli non punge quasi mai e non crea problemi alla retroguardia parmense. Da rivedere sicuramente.

    Modesto 4,5: Vale lo stesso discorso fatto per Valiani, con una sola differenza i pericoli vengono tutti dalla sua parte e lui non riesce a trovare il bandolo della matassa, lasciando scoperta più volte la difesa a tre, cosa che lo porta a discutere con Lucarelli e Galloppa e a prendersi gli improperi di Marino. Colpevole su entrambe le prime due reti degli avversari è l’ombra di quel laterale che a Reggio Calabria ricordano come un motorino instancabile che faceva faville sulla fascia.

    Galloppa 4: Sulle qualità tecniche poco da dire, il ragazzo è bravo e si vede, quando è in giornata è uno dei migliori centrocampisti che il calcio italiano abbia a disposizione, ma stasera anche lui non ne indovina una, troppo farraginoso nella manovra e avulso dal gioco dei suoi. Come ciliegina su una prestazione mediocre si fa buttare fuori a causa di un intervento scoordinato e pericoloso sul malcapitato Hamsik.

    Palladino 7,5: Il più pericoloso dei suoi, autore di una prova superba si rende più volte pericoloso e sigla un gol meraviglioso che vale il momentaneo vantaggio. Un giocatore restituito alla causa qualora riuscisse a confermarsi su questi livelli e a questi ritmi potrebbe dare una grossa mano al Parma per raggiungere una salvezza che appare sempre più complicata dopo questa sconfitta.

    Bojinov 5: Marino gli da fiducia preferendolo a Crespo, per sostituire l’infortunato Amauri, ma il bulgaro sembra un giocatore all’ultima stagione in carriera nonostante i 25 anni all’anagrafe. Aveva incantato il pubblico di Lecce con le sue giocate e il suo fiuto del gol, ma i lunghi infortuni che l’hanno tenuto fuori dal campo di gioco per mesi si fanno sentire. Ha bisogno di tempo per ritrovare fiducia in sé stesso e condizione fisica adeguata.

    Parma: Mirante 5; Zaccardo 5, Paci 6, A.Lucarelli 5,5; Valiani 4,5, Galloppa 4, Dzemail 5, Modesto 4,5 (43’st Pisano s.v.); Candreva 6,5(24’st Giovinco 6), Palladino 7,5, Bojinov 5(15’st Crespo 5). (Pavarini, Feltscher, Morrone, Felipe Oliveira)

  • 150 anni d’unità d’Italia: le dieci imprese sportive

    150 anni d’unità d’Italia: le dieci imprese sportive

    In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia la redazione del Pallonaro vuole condividere con tutti i lettori i momenti più belli e appassionanti dello sport italiano, vissuti in questi 150 anni che hanno segnato la storia del nostro paese e delle nostre più profonde tradizioni e passioni popolari.

    Anche se da molti viene visto come sport d’elite, la passione italiana per il tennis è a dir poco viscerale, e quindi risulta doveroso, inserire nella nostra particolare lista dei momenti più belli dello sport italiano la vittoria della Coppa Davis in Cile nel 1976. Prima del viaggio in Cile, a Dicembre, ci furono molte polemiche. Il regime del generale Pinochet non era certamente ben visto dal governo italiano e quindi per questa trasferta si temeva perfino per l’incolumità dei giocatori. Fu il presidente del Coni, nonostante tutte le pressioni politiche, a decidere che l’Italia avrebbe giocato a Santiago. E fu Pietrangeli in prima persona a battersi senza riserve per poter giocare quella finale. La squadra cilena non era molto forte, era arrivata in finale grazie a delle fortunate circostanze e al fatto che anche altre squadre avevano rinunciato a giocare in Cile. Fu Corrado Barazzutti a dare il primo punto all’Italia contro Jaime Fillol miglior tennista cileno, senza storia fu il secondo singolare tra Panatta, davvero in gran forma, e Patricio Cornejo. Il punto decisivo venne già alla terza giornata con il nostro doppio Panatta-Bertolucci vincitori su Fillol-Cornejo.
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    Sempre nel tennis, sicuramente rimarrà per sempre impressa nella mente degli italiani la storica vittoria di Francesca Schiavone al Roland Garros del 2010, facendo dell’atleta, la prima tennista italiana insieme a Panatta a vincere una prova dello slam. La milanese non partiva sicuramente tra le favorite e nella sua carriera, fino al quel momento aveva sì regalato partite importanti, soprattutto in Fedup, ma non vi era mai stato un acuto in singolare. Il cammino della milanese è favoloso, coronato nella finale contro l’ australiana Samantha Stosur, battuta in due set 6-4, 7-6.
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    L’ Italia si sa, nel mondo del calcio è uno dei paesi di riferimento, ma la consacrazione a livello mondiale, dopo i due titoli dell’ era Mussolini, avviene con un po’ di ritardo ed in due periodi difficili del calcio italiano. Anno 1982, l’ Italia calcistica è scossa dallo scandalo scommesse ed uno dei giocatori coinvolti risulta essere un giovane attaccante molto promettente, Paolo Rossi. Enzo Bearzot, recentemente scomparso, decide comunque di convocarlo e crea il primo silenzio stampa della storia della nazionale italiana. Il risultato è una marcia trionfale fino alla finale di Madrid dove viene battuta nettamente la Germania Ovest per 3-1 con Paolo Rossi capocannoniere del torneo iridato.
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    Passano 14 anni e siamo nel 2006, altro scandalo denominato “calciopoli” con la squadra più blasonata e famosa d’ Italia, la Juventus, direttamente interessata. Il C.T. è Marcello Lippi, uomo simbolo della Juventus vincente degli anni ’90 che non si dimette e anzi, costruisce la squadra italiana proprio sullo zoccolo duro bianconero, convocando i vari Cannavaro, Buffon e Del Piero, Zambrotta e Camoranesi. Il risultato è assolutamente imprevedibile alla vigilia, Italia campione del mondo per la quarta volta in finale sulla Francia ai rigori con Fabio Cannavaro pallone d’oro nello stesso anno.
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    Olimpiadi invernali di Calgary 1988, in questa località canadese irrompe a livello mondiale uno dei personaggi più esplosivi e coinvolgenti dello sport italiano, capace di interrompere un festival di San Remo per far seguire in tutta Italia la sua impresa. Il suo nome è Alberto Tomba che a Calgary realizza una doppietta fantastica a soli 20 anni, oro nel gigante e nello slalom speciale.
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    Siamo a Lillehammer, Norvegia e corre l’ anno 1994, qui si compie una delle più grandi imprese di squadra dello sport italiano. La staffetta 4X10 km italiana conquista la medaglia d’ oro battendo i padroni di casa della Norvegia infliggendogli la delusione sportiva più grande dell’ intera nazione scandinava. Il fantastico quartetto è composto da Maurilio De Zolt, il super veterano che a 43 anni tiene in prima frazione in classico, con Albarello e Vanzetta che, con le due successive frazioni, consentono a Silvio Fauner di partire insieme al mostro sacro norvegese, Bjorn Daehlie completando l’ impresa piazzando una sprint sontuoso circondato da bandiere norvegesi.
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    Alle Olimpiadi di Sydney 2000 il nuoto italiano scrive una delle sue pagine più belle a livello olimpico con Domenico Fioravanti. Il ranista azzurro è autore di una fantastica doppietta conquistando il titolo olimpico sia nei 100m che nei 200m diventando il primo nuotatore italiano a conquistare due medaglie d’ oro nella stessa edizione.
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    Vincere nello stesso anno il Giro d’ Italia ed il Tour de France è impresa riservata a pochissimi nel panorama del ciclismo mondiale ed un romagnolo dalla testa pelata, soprannominato il “pirata” di cui nome fa Marco Pantani, nel 1998 riesce nell’ impresa vincendo la corsa rosa in un duello emozionante con il russo Pavel Tonkov e la Grand Boucle schiantando in montagna il kaiser tedesco Ian Ullrich. Un personaggio rimasto nei cuori di tutti, sportivi e non.
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    È una maglia che un ciclista indossa per un anno intero e che simboleggia il titolo di campione del mondo. Gianni Bugno riesce nell’ impresa di indossarla per due anni consecutivi realizzando una fantastica doppietta, vincendo il titolo mondiale su strada a Stoccarda nel 1991 e l’ anno dopo a Benidorm nel 1992.
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    La maratona è la gara di chiusura di ogni olimpiade ed in due occasioni l’ ultimo inno ascoltato è stato quello italiano. Anno 1988, Seoul Corea del Sud, un fantastico Gelindo Bordin stacca tutti nella torrida strada coreana conquistando una storica medaglia d’ oro nella maratona olimpica. L’ impresa viene ripetuta ad Atene, nel 2004 la culla delle olimpiadi moderne dove un altro maratoneta azzurro batte tutti gli avversari arrivando in solitudine al traguardo. Il suo nome è Stefano Baldini che con la medaglia d’ oro chiude una delle olimpiadi più vittoriose dello sport italiano.
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    La parola motori in Italia ha un solo unico significato, Ferrari. La casa di Maranello rappresenta sicuramente in maniera unica il Made in Italy al mondo, frutto di una combinazione vincente di eleganza, lavoro e competenza ai massimi livelli. L’ esempio arriva sicuramente dalla formula 1, competizione simbolo a livello mondiale dell’ efficienza della casa di Maranello. Più di mezzo secolo di competizioni con molte squadre alla ribalta ma con una sempre presente e soprattutto vincente con un simbolo rappresentato da un cavallino rampante ed un colore inconfondibile, il rosso.

    Nella sua grande storia sportiva l’ Italia ha avuto molti fuoriclasse ma pochi possono vantarsi di essere considerati i più forti di tutti i tempi nel proprio sport. Sicuramente uno di questi è un pesarese nato a Tavullia nel 1979 e con un numero sempre fisso, il 46. Il suo nome è Valentino Rossi pilota del motociclismo mondiale che ha saputo unire ironia, intelligenza e spirito vincente, caratteristiche uniche del popolo italiano. Campione del mondo in tutte le classi, 125, 250, 500 e Motogp con tante marche, Aprilia, Honda e Yamaha. Ma è quest’ anno che il tricolore potrà sventolare unito sul podio, grazie al connubio tra il campionissimo e la Ducati.

  • Lavezzi Show, il Napoli torna a sognare

    Lavezzi Show, il Napoli torna a sognare

    Torna Lavezzi e torna anche il Napoli, che si aggiudica la sfida con il Parma con un risultato rotondo, risultato che però farà discutere per come è maturato, lasciando uno strascico di polemiche e di recriminazioni da parte emiliana.

    Comincia col piede giusto la gara degli uomini di Marino, è Palladino, in particolare, schierato a sorpresa al posto di Giovinco, ad andare vicino al gol due volte attorno al minuto 3: prima da destra sfiora il secondo palo con un bel diagonale dal limite, poi costringe De Sanctis alla prodezza dalla fascia opposta. Dopo una sfuriata partenopea che non produce grossi pericoli alla porta difesa da Mirante, è lo stesso attaccante ex Juventus a portare in vantaggio i suoi. Su azione d’angolo, al 28′, sigla l’1-0 con un destro al volo che batte l’incolpevole De Sanctis. Il primo tempo si conclude con gli emiliani in vantaggio e con un Napoli che sembra ancora in crisi di gioco.

    Quando si riprende, c’è il puntuale arrembaggio del Napoli che però, paradossalmente, riforza l’impressione che il Parma possa farcela, gli uomini di Marino appaiono tatticamente disciplinati e pressano stretto, tenendo gli azzurri lontano dalla porta di Mirante. Al 52′, però, arriva l’episodio della svolta: Lavezzi punta Modesto e mette in scena un’incursione delle sue in area servendo ad Hamsik un pallone invitante in area: lo slovacco è in netto fuorigioco ma nessuno se ne accorge, ed è inevitabilmente gol.
    Da qui comincia un’altra partita, il Parma demoralizzato sembra aver perso la verve del primo tempo e poco dopo arriva il raddoppio ancora sull’asse Hamsik-Lavezzi, con questa volta lo slovacco a fare da assist-man e il Pocho” a capitalizzare con un preciso diagonale che si è insaccato alla destra di Mirante.

    Passato in svantaggio il Parma è alle corde e a rendere ancor più complicate le cose ci si mette anche Galloppa che con un intervento scellerato su Hamsik si fa buttare fuori da Morganti e lascia i suoi in 10 uomini e con una rete da recuperare, entrano allora Crespo per un evanescente Bojinov e Giovinco per Candreva, ma il risultato non cambia è anzi il Napoli a passare con Maggio, che all’ 87 minuto, approfittando di un pasticcio della difesa gialloblu, sigla il terzo gol e chiude definitivamente i giochi.

    Caustico a fine partita il commento del presidente Ghirardi, che dopo aver teso la mano al collega De Laurentiis, in settimana, stasera non le manda a dire ed entra deciso a gamba tesa riprendendo le parole del produttore:

    “Questo sistema non funziona e porta le persone serie come me ad allontanarsi dal calcio. Devo cambiare hobby, questo non va più bene. Adesso le Genoveffe del campionato da tre sono diventate quattro, mentre noi ce ne stiamo nella nostra classifica del cavolo. C’è da chiedersi perchè investire ancora nel calcio”.

    La risposta di De Laurentiis, siamo certi non si farà attendere, c’è da chiedersi se stavolta il numero uno partenopeo si sentirà Genoveffa o ancora Cenerentola. Di certo il suo principe azzurro Walter Mazzarri, blindato in settimana, ha compiuto un vero e proprio miracolo con i suoi ragazzi iniettando dentro di loro una fiducia ed una convinzione da grande squadra, rodandola per un futuro glorioso che tutta la città sogna. C’è un solo interrogativo, sarà ancora lui a guidarla al gran ballo il prossim’anno, o si farà attirare dal fascino della Vecchia Signora?

     

  • Calciopoli: Vieri presenta un nuovo esposto contro l’Inter

    Calciopoli: Vieri presenta un nuovo esposto contro l’Inter

    Potrebbe avere un nuovo epilogo la convocazione di Massimo Moratti da parte del procuratore federale Palazzi in merito all’esposto presentato dalla Juventus e che ha come punto centrale lo scudetto assegnato a tavolino ai nerazzurri dopo lo scandalo Calciopoli.

    Da quanto riporta Tuttosport, Christian Vieri attraverso il suo avvocato Danilo Buongiorno è pronto a presentare un nuovo esposto nel quale rivendica ancora una volta la necessità di revocare lo scudetto ai nerazzurri per l’uso improprio delle intercettazione e dei pedinamenti ma rispetto a quello già presentato cambierebbero i contenuti. Pare infatti che l’ex bomber nerazzurro sia pronto ad allegare prove certe degli illeciti di Moratti e potrebbero esser utilizzati da Palazzi anche nel processo sportivo.

    Chi sa se queste prove ci aiuteranno a far luce su una presunta intervista di Vieri riportata da tantissime testate web nel novembre del 2009 e poi inspiegabilmente insabbiata.