Tag: Cronaca

  • Funerali in curva: oltre il limite della follia

    Funerali in curva: oltre il limite della follia

    In Italia, qualche anno fa, nell’ormai lontano 2001, ci si meravigliava di come fosse possibile portare indisturbatamente, sfuggendo a qualsiasi forma di controllo, uno scooter in curva a San Siro e gettarlo, sempre indisturbatamente, giù dal terzo anello.

    Con l’avvento dei tornelli, oggi una simile impresa apparirebbe, dal punto di vista logistico, forse più difficile da compiere, anche se è ancora all’ordine del giorno vedere in curva la presenza di catene, bastoni, armi vere e proprie, armi improvvisate, ordigni di vario tipo e quant’altro, così com’ è accaduto – per citare l’esempio più eclatante – a Marassi durante il match Italia-Serbia, con l’ingresso indisturbato di Ivan il terribile e dei suoi seguaci che hanno messo a soqquadro l’intero stadio di Genova.

    In Colombia, però, la follia degli ultràs ha superato nettamente ogni minimo senso del decoro e della decenza, con la complicità del servizio di sicurezza.

    Domenica scorsa, allo stadio General Santander di Cucuta, durante il match fra Cucuta Deportivo (la squadra di casa) ed Envigado, valido per l’ottava giornata della prima divisione, a quindici minuti dal termine dell’incontro, in curva ha fatto irruzione un nutrito gruppo di ultràs con in spalla la bara contenente il corpo di un 17 enne tifoso, Cristopher Alexander Sanguino, ucciso proprio il giorno prima da alcuni sicari mentre assisteva ad una partita di calcio.

    Nell’intento degli amici ultràs, un gruppo organizzato dal nome “Barra del Indio”, la “visita allo stadio” era un modo per concedere al giovane compagno deceduto un ultimo saluto alla squadra del cuore, il Cucuta Deportivo, intonando cori in suo onore, ma – agli occhi della restante parte dei presenti allo stadio – si è trattato di una scena sconcertante ed imbarazzante, al punto che, dopo l’ingresso del feretro, l’intero stadio appariva completamente ammutolito dallo stupore. Ed il totale silenzio di incredulità è proseguito anche dopo il gol della squadra di casa, realizzato appena cinque minuti dopo dall’ingresso in curva della bara.

    L’aspetto più imbarazzante della vicenda è, comunque, la totale inerzia delle forze dell’ordine e del servizio di sicurezza dello stadio, che hanno permesso agli ultràs di entrare con il feretro e di rimanere all’interno dello stadio fino al termine dell’incontro, senza neppure accennare il minimo intervento.

    Sotto accusa, dunque, il sistema di controllo in entrata e l’operato degli addetti alla sicurezza, sul quale le forze dell’ordine hanno aperto un’inchiesta per individuare i responsabili oggettivi di una simile “distrazione”, con la promessa di concludere l’inchiesta in tempi brevi. “E’ evidente ch si sia trattato di un increscioso epidodio, ed abbiamo immediatamente avviato delle indagini per capire come sia potuto accadere”, ha dichiarato il comandante Alvaro Pico.  

    Oltre all’imbarazzo delle forze dell’ordine, l’episodio ha generato le furibonde reazioni delle dirigenze dei due club in campo e, pertanto, indirettamente coinvolti, ed in generale dell’intero mondo del calcio Colombiano. A tal proposito, il medico del Cucuta Deportivo, Julio Rivera, si è dichiarato “perplesso” dell’accaduto e “preoccupato” per il carente operato degli addetti alla sicurezza in merito ai controlli. “Le autorità annunciano severi controlli per evitare disordini ed atti di violenza negli stadi, e poi finisce che un gruppetto di tifosi riesca ad introdurre in curva un cadavere. E’ assurdo. Probabilmente la Colombia è l’unico posto al mondo in cui un simile fatto può accadere”.

    Chissà se, dopo tanto sconcerto e tanta indignazione, qualcosa cambierà…

    

  • Calciopoli, dal caso Pandev a Vieri. Settimana calda per l’Inter

    Calciopoli, dal caso Pandev a Vieri. Settimana calda per l’Inter

    Non solo il derby, a far crescere la tensione in casa Inter ci si mette una settimana complicata per Massimo Moratti e i dirigenti nerazzurri. Si parte oggi con Branca e Ghelfi ascoltati oggi per lo spinoso caso Pandev, nato in seguito ad un esposto del presidente della Lazio Lotito e riguarda la trattativa per il passaggio del macedone in nerazzurro. Per il presidente laziale l’accordo avvenne quando il giocatore era ancora sotto vincoli contrattuali con il club capitolino, toccherà a Branca e Ghelfi dimostrare il contrario.

    La seconda sarà domani e riguarderà la richiesta di danni presentata da Vieri per i pedinamenti e le intercettazioni da parte di Telecom. L’udienza non dovrebbe aver nuovi testimoni ma c’è fermento su un presunto nuovo esposto presentato dai legali dell’ex attaccante arricchito con delle prove.

    Giovedì a soli due giorni dal derby toccherà al patron Moratti. Sarà Palazzi a recarsi nell’uffici nerazzurri e ascoltare il presidente in merito all’esposto presentato dal presidente della Juventus Andrea Agnelli chiedendo la revoca dello scudetto del 2006 alla luce del nuovo filone dell’inchiesta.

  • Paolo Maldini rinviato a giudizio per corruzione

    Paolo Maldini rinviato a giudizio per corruzione

    La bandiera del Milan e del calcio italiano Paolo Maldini è stato questa mattina rinviato a giudizio con la pesante accusa di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. L’ex giocatore dovrà difendersi dall’accusa mossa nel tentativo di agirare un controllo fiscale attraverso la corruzione di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate.

    Secondo i pm Maldini avrebbe utilizzato lo stesso funzionario per una verifica illecita relativa ad un’operazione immobiliare che voleva portare a termine in Toscana.

  • Processo Gea, altro flop dei pm. Assolti i Moggi

    Processo Gea, altro flop dei pm. Assolti i Moggi

    Si è conclusa con l’assoluzione dall’accusa di associazione a delinquere volta all’alterazione della concorrenza nel settore dei procuratori di Luciano Moggi, suo figlio Alessandro, gli agenti Zavaglia, Lippi e Gallo e il dirigente Ceravolo nell’ambito del Processo Gea.

    La Corte d’Appello di Roma ha peraltro effettuato uno sconto di pena per Luciano e Alessandro Moggi riguardo alle accuse di violenza privata. Big Luciano ha avuto ridotto la sentenza ad 1 anno di reclusione per il caso di violenza privata nei confronti del centrocampista Emanuele Blasi, è stato imposto un risarcimento di 10.000 euro per l’ex procuratore Antonelli e di 2.000 euro per la FIGC, mentre il figlio Alessandro è stato condannato a 5 mesi per la vicenda relativa ai contratti dei due bielorussi Zeytulaev e Boudianski.

    I legali dei Moggi nonostante la sentenza sia coperta da indulto hanno già annunciato di ricorrere in Cassazione “È stato respinto il ricorso in appello dei PM che volevano riproporre l’associazione a delinquere. Tutte le pene sono coperte dall’indulto ma andremo in Cassazione. Speravamo nell’assoluzione definitiva. E’ rimasta un’imputazione sui bielorussi, è paradossale: una tentata violenza nei confronti di due persone con le quali Alessandro ha parlato per tre mintui in totale come emerge dagli atti di questo processo. Comunque che la tesi principale del processo è crollata: niente asociazione e ancora una volta assoluzione per il nostro altro assistito Zavaglia.”

  • Abidal torna a casa, tra un mese in campo

    Abidal torna a casa, tra un mese in campo

    Eric Abidal
    Eric Abidal è tornato a casa. Ad una settimana dall’intervento cui si era sottoposto per l’asportazione del tumore al fegato che gli era stato diagnosticato tempo, il difensore francese del Barcellona ha lasciato questa notte l’ospedale, secondo quanto reso noto dal club catalano che, sul proprio sito Internet, parla di un “decorso post-operatorio soddisfacente da tutti i punti di vista e senza alcuna complicazione”. Per quanto riguarda i tempi di recupero, lo staff medico del Barcellona ha fatto sapere che Abidal in quattro settimane comincera’ a fare un lavoro fisico. “Il giocatore e’ stato dimesso ieri sera e si trova ora a riposo a casa sua. Il processo postoperatorio e’ stato soddisfacente sotto tutti gli aspetti e non ha presentato nessuna complicazione. Il giocatore proseguirà il recupero a casa sua e si prevede che possa cominciare a svolgere degli esercizi fisici in quattro settimane per poi tornare, in un secondo momento, a lavorare con il gruppo”. Nella nota, ancora una volta, il Barcellona ribadisce che il giocatore francese ha chiesto il massimo rispetto per la sua privacy.

  • Basket: E’ morto Aldo Allievi

    Basket: E’ morto Aldo Allievi

    Il basket italiano perde uno dei suoi dirigenti più amati: stiamo parlando di Aldo Allievi, 83 anni, che se ne va portando con sè un pezzo di storia della pallacanestro italiana: fu Presidente dell’epopea di Cantù e nei 30 anni di presidenza Allievi, infatti, Cantù divenne la “Regina d’Europa”, vincendo ben 10 trofei continentali.

    Furono conquistate 2 Coppe dei Campioni, 4 Coppe Korac e 4 Coppe delle Coppe. A cui vanno aggiunte anche 2 Coppe Intercontinentali oltre a 2 Scudetti, completati da 13 titoli giovanili.

    Negli anni di presidenza Allievi, Cantù lanciò alcuni giocatori di spessore internazionale che hanno scritto nel bene la storia del basket italiano, tra i quali ricordiamo Pierluigi Marzorati, Fabrizio Della Fiori, Carlo Recalcati, Antonello Riva, Giuseppe Bosa, Denis Innocentin, Alberto Rossini.

    Fatale al “Sciur Aldo” una brutta caduta domestica qualche mese fa che lo aveva “ridotto” in coma, fino al tardo pomeriggio di ieri, quando Allievi si è spento nel suo letto.

    La Bennet Cantù lo ricorderà domenica con la fascia nera del lutto nella partita contro Sassari.

  • Ansia Inter, per Ranocchia derby a rischio

    Ansia Inter, per Ranocchia derby a rischio

    Oggi ha lasciato il ritiro della Nazionale per proseguire alla Pinetina le cure al ginocchio ma le parole di questa sera di Andrea Ranocchia non faranno certo dormire sonni tranquilli ai nerazzurri in vista del derby che può decidere una stagione.

    Il giovane difensore è preoccupato per le condizioni del suo ginocchio e mette in dubbio la sua presenza nella stracittadina “Ginocchio ok per il derby? Non lo so. E’ un po’ di settimane che mi dà un po’ di problemi e dopo la partita con il Bayern si è un po’ accentuato. Lavorerò giorno per giorno, poi valuteremo”.

    “Sono voluto restare comunque perché l’Inter aveva due giorni di riposo
    – ha detto Ranocchia ai microfoni di Sky – ci sono stati dei miglioramenti ma non come speravo e adesso, purtroppo, devo andare via”.

    Il difensore nerazzurro spera di non dover ricorrere alla chirurgia per risolvere il problema. “Operarmi? Mi auguro di no. Adesso il ginocchio è un po’ infiammato e stiamo lavorando per riportarlo nelle condizioni migliori. Contro il Milan voglio esserci ma prima devo pensare a guarire e a star bene”.

  • Roberto Carlos vittima di razzismo, tifoso Zenit gli porge una banana. Video

    Roberto Carlos vittima di razzismo, tifoso Zenit gli porge una banana. Video

    Spiecevole episodio di razzismo per Roberto Carlos nella sua nuova avventura in Russia con la maglia Anzhi. Durante la partita contro lo Zenit di Spalletti un tifoso dagli spalti durante la partita gli ha porto una banana mezza sbucciata.

    Non sono escluse sanzioni per il club anche se lo stesso ha subito preso le distanze annunciando una indagine e in una nota ha ricordato “a tutti i tifosi che l’intolleranza razziale è inaccettabile, e che il calcio unisce tutta la gente a prescindere da stato sociale, colore della pelle o confessione religiosa“.

    Roberto Carlos ha comunque stigmatizzato il gesto “Nei 37 anni della mia vita ne ho viste di tutti i colori – ricorda al sito russo Life Sports – e quindi non mi stupisco per una banana. Se qualcuno voleva insultarmi con questo gesto, che ciò gli pesi sulla coscienza”.

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  • Le Roi rimane in sella. Platini confermato alla Uefa

    Le Roi rimane in sella. Platini confermato alla Uefa

    Michel Platini
    Lo faceva in campo e riesce a farlo anche da dietro una scrivania, Michel Platini ha convinto tutti. A differenza del 2007 quando i voti contrari furono 23, a fronte dei 27 che gli permisero di iniziare l’avventura a capo della Uefa. Le Roi, è stato rieletto oggi presidente dell’Uefa per acclamazione dal congresso dell’organizzazione del calcio europeo in corso a Parigi. A dirla tutta, il francese era l’unico candidato alla successione della propria presidenza. Il voto però è stato per acclamazione. Il plebiscito per l’ex giocatore della Juventus sta a testimoniare quanto di buono il presidente della Uefa ha saputo mettere in campo, in questi anni di gestione. Molte le proposte del francese a cercare di migliorare e, soprattutto regolare, un calcio malato che ha necessariamente bisogno di riforme. Il suo “cavallo di battaglia”, rappresentato dal Fair Play finanziario ne è la prova provata. “L’unità della famiglia del calcio è stata ripristinata con un dialogo tra la Uefa, le federazioni, le leghe, i club e i giocatori nei migliori interessi del calcio, mentre i rapporti con la Fifa sono stati eccellenti. Il ruolo sociale del calcio è stato rafforzato con il lancio della campagna Respect e lo sviluppo delle attività di responsabilità sociale della Uefa. Abbiamo condotto riforme per combattere il razzismo negli stadi, ma anche intensificato la lotta al doping – ha ricordato Platini -. Abbiamo deciso di attaccare il complesso problema della corruzione legata al calcioscommesse e in questo senso abbiamo adottato una politica di tolleranza zero verso giocatori, arbitri e dirigenti”. “Abbiamo intensificato e migliorato i nostri rapporti con le istituzioni europee – ha continuato -. Infine, insieme, abbiamo avviato il grande progetto del fair play finanziario, voluto per tutelare il calcio per club. Il progetto, –ha sottolineato il presidente della Uefa-, deve salvaguardarci contro la scomparsa dei grandi club per una gestione finanziaria azzardata”. Chissà se i presidenti di Barcellona, Manchester, Inter e Chelsea, la pensano come Platini, in fondo il tanto decantato fair play condizionerà molto il loro futuro, anche e soprattutto negli investimenti di mercato. Con Le Roi al comando le cose si complicano e parecchio, inoltre, questa riconferma potrebbe essere un ulteriore tassello che lo avvicina alla successione a Blatter alla presidenza della Fifa. “Il rinnovamento del valore del calcio giocato dalle nazionali, l’introduzione delle misure per il fair play finanziario, la lotta contro la violenza e le scommesse illegali e la fine della discriminazione a livello istituzionale saranno le azioni principali nei quattro anni a venire, -ha assicurato. Infine un invito a tutti a dare un importante contributo al benessere del calcio-. “Tutto è possibile – ha detto –. La cosa importante è restare fiduciosi, e mantenere intatta la passione per questo gioco, perché è un gioco – agendo sempre secondo i concetti di trasparenza, responsabilià, apertura, eccellenza e unità. E’ in questo modo che avremo un calcio più morale, più giusto e più umano. Abbiamo l’importante compito di pensare alla prossima generazione – il calcio che vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti – ha concluso Platini –. Lasciateci continuare ad avere il coraggio di prendere le decisioni necessarie per proteggere il calcio così come lo amiamo. Siamo i garanti di questo calcio e i guardiani di un ideale – dobbiamo esserne orgogliosi – di sicuro io sono orgoglioso”. Giancarlo Abete, presidente della Figc, è stato nominato nuovo vicepresidente a Parigi dal Congresso delle 53 Federazioni Europee. Su designazione di Platini, Abete entra ora nel gruppo dei 5 vicepresidenti insieme al turco Enes Erzik, allo spagnolo Angel Maria Villar Llona, all’inglese Geoffrey Thompson e al cipriota Marios Lefkaritis. Dopo 11 anni di assenza, dall’avvicendamento di Antonio Matarrese nel 2000, l’Italia torna al vertice della Confederazione continentale. « L’abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras. » disse di lui l’avv. Agnelli, di certo ne ha fatta di strada quel timido ragazzo di Joeuf, che incantava le folle e deliziava i palati sopraffini amanti del bel gioco, e pare non aver perso il vizio solo che adesso al posto dei suoi piedi spettacolari preferisce dilettarsi con le parole.    

  • Fabio Cannavaro scende in politica per aiutare Napoli

    Fabio Cannavaro scende in politica per aiutare Napoli

    Fabio Cannavaro è pronto a metter la sua immagine a servizio di Gianni Lettieri, candidato sindaco di Napoli per il centrodestra, in caso di vittoria alle amministrative, per aiutare la sua Napoli. E’ lo stesso candidato a sindaco ad annunciare l’accordo raggiunto con il giocatore attraverso una mail. L’ex capitano della Nazionale dovrebbe occuparsi del rilancio partenopeo con uno speciale assessorato che si occupi dello sport e dei giovani. Di seguito vi riportiamo le dichiarazioni del candidato a sindaco e l’email di risposta di Cannavaro tratte da Repubblica.it

    “Ho chiesto – ha spiegato Lettieri – a Fabio, che ha subito accettato, di impegnarsi al mio fianco per il rilancio della città di Napoli, mettendo a frutto la sua esperienza per aiutare i giovani a credere in loro stessi e nello sport. So che ha molti impegni ma so anche che di fronte alla sfida di far vincere la sua Napoli non si tirerà indietro”.

    “Condivido i tuoi progetti sulla rinascita della città di Napoli
    – scrive Cannavaro nella lettera – che vorrai promuovere come sindaco, in special modo per quanto attiene ai giovani e alla soluzione delle problematiche che da troppo tempo li affliggono. Voglio perciò aiutarti in questa sfida difficile ed entusiasmante che va oltre ogni schieramento politico e le logiche di partito. Ho ancora un anno di contratto, durante il quale cercherò di impostare l’assessorato più idoneo creando un team dedicato di professionisti, dirigenti e funzionari comunali. A contratto scaduto, spenderò il mio tempo ad aiutare Napoli e i napoletani. So che è una grande responsabilità e che i problemi sono molti, ma ho sempre sognato di poter fare qualcosa di importante per la mia città”.