Tag: Cronaca

  • Sprangate alla Maserati di Balotelli, ecco il perchè

    Sprangate alla Maserati di Balotelli, ecco il perchè

    Fino a qualche ora fa era un mistero, in Inghilerra, cosi come in Italia si domandavano il perchè la Maserati di Balotelli fosse stata distrutta a sprangate da ignoti. Le indagini del Sun arrivano però a svelare il mistero e da quanto scrive l’atto vandalico è la conseguenza di una rissa nata in un locale di lap dance tra Balotelli e i suoi amici contro i cinque buttafuori del locale.

    Pare, infatti, che SuperMario e i suoi amici importunassero le ragazze del locale e più volte richiamati avrebbero provocato i buttafuori ridendogli in faccia. Dopo aver lasciato il locale però Balotelli ha deciso di rientrare continuando la rissa con i buttafuori che a quel punto si sono scagliati sulla Maserati.

  • Arrestato Tonellotto, ex presidente della Triestina

    Arrestato Tonellotto, ex presidente della Triestina

    Flaviano Tonellotto, ex presidente della Triestina Calcio dal 2005 al 2006, è stato arrestato nella giornata di domenica e si trova ora rinchiuso nel carcere di Bollate con l’accusa diappropriazione indebita dei beni della società Triestina Calcio, per un ammontare totale di 4 milioni di euro e di truffa ai danni della Triestina”. L’ex presidente, immobiliarista sessantenne, infatti, aveva prelevato tale cifra con la finalità di rimpinguare le casse di una delle sue società immobiliari, e dovrà scontare nel carcere Lombardo la pena di un anno ed otto mesi di reclusione.

    L’ordine di carcerazione è stato emesso dal pm Pietrro Montrone, in esecuzione della condanna definitiva emessa dalla Corte d’Appello di Trieste, ed il ricorso alla Corte di Cassazione dell’ex presidente il 22 Febbraio è stato dichiarato inammissibile.

    Tonellotto era ricercato dal 23 Marzo, data in cui il pm Montrone aveva emesso l’ordine di carcerazione, inserendo i dati dell’ex presidente nel sistema Sdi delle forze dell’ordine. La cattura è avvenuta a Segrate, dove Tonellotto è stato portato in caserma per essere interrogato in merito alla sua posizione, come la prassi prevede. L’ex presidente ha nominato come suo difensore l’avvocato Luigi Colaleo di Milano che ha dichiarato: “Farò tutti i passi necessari per ottenere la libertà o quanto meno i domiciliari”.

    I fatti in questione, che hanno portato dapprima all’inchiesta e poi alla condanna dei mesi scorsi, sono legati al crac della Triestina Calcio ed all’attività dellalla Future S.A., ossia la cassaforte di Flaviano Tonellotto. Ma riguardano anche la Ipg di Milano, ossia l’immobiliare collegata alla vicenda dell’hotel “Il Carso” di Malchina, alla quale sarebbero stati versati 3 milioni di euro, prelevati proprio dalle casse della Triestina. Ed, in un intricato incrocio di società collegate fra loro, emerge anche il coinvolgimento dell’hotel “Il Carso”, ipotecato da Flaviano Tonellotto per la somma di 850 mila euro a garanzia di un mutuo concesso dalla Banca Popolare Friuladria, i cui soldi, anche in questo caso, erano spariti.

    Nel Maggio del 2008, poco prima della condanna in primo grado, Tonnellotto si dichiarava ottimista sulla vicenda: «Quando tutto sarà definito a livello di Tribunali, riprenderò i lavori…Trieste è una bella città e mi piace. I suoi abitanti molto meno. Qui non c’è la cultura del lavoro. Adesso che abbiamo vinto le elezioni metteremo a posto l’Italia. Bisogna lavorare, avere idee, non tenere i soldi in banca. Io ero venuto a Trieste per portare la squadra in serie A e un vicesindaco mi ha messo la città contro. Da quel momento sono iniziati i miei guai».

    Annunciando, inoltre, l’intento di riprendere in futuro in mano la società: “Prima o poi a Trieste ci torno con dieci milioni e mi compro di nuovo la Triestina. Ora ho capito come vanno le cose in questa città”. Ma non solo: il suo intento – fino a pochi mesi fa – infatti, era di effettuare un ritorno in grande stile a Trieste, sia nel mondo del calcio che in politica, candidandosi a sindaco per le prossime elezioni amministrative del 2011, annunciando nello scorso mese di Settembre sulla sua pagina web: “Per molti motivi  dopo aver conosciuto la realta’ politica, economica, giudiziaria e finanziaria, mi presento come Sindaco di Trieste”.

    Per ovvi motivi, la candidatura per ora è sfumata e, con tutta probabilità, sarà molto difficile anche il suo ritorno nella Triestina Calcio.

  • Doping: lotta o liberalizzazione?

    Doping: lotta o liberalizzazione?

    Negli ultimi anni l’accostamento sport-doping è stata una triste consuetudine, alla quale si è finiti per abituarsi, soprattutto nel mondo del ciclismo. Gli inasprimenti dei controlli non sembrano avere apportato l’effetto desiderato, ed, al contrario, pare che le sostanze adoperate si evolvano sempre di più, incrementando la difficoltà di rilevazione così come la pericolosità sia nel breve che nel lungo periodo.

    Il mercato parallelo delle sostanze illecite è più che mai in una fase di florida espansione poichè la domanda non accenna a decrescere.

    In accordo con il principio che afferma “quando il nemico non si può combattere conviene allearsi a lui”, il celeberrimo oncologo Umberto Veronesi, sulla scia del procuratore antidoping Ettore Torri, giunge ad una proposta provocatoria, che permetterebbe di risolvere la problematica nei suoi aspetti più pericolosi. “Non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male. Prendete l’Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti. Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto, ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere, alla salute”.

    Un’impostazione rivoluzionaria, soprattutto poichè proviene dal pensiero di un medico tanto autorevole, oltre che ex Ministro della Salute. Andando al nocciolo della questione, i punti salienti sono due: affrontare la vicenda con atteggiamento paternalista, a tutela della salute degli atleti oltre che della trasparenza del gioco, portando avanti i valori della correttezza e della trasparenza; oppure, arrendersi all’impossibilità di sradicare un fenomeno tanto diffuso, all’impossibilità di combattere la mentalità della “corsa alla vittoria a tutti i costi”, alla difficoltà di adeguare i controlli all’evoluzione della ricerca farmaceutica ed ai fortissimi interessi economici in ballo, limitandosi a costatare l’esistenza del fenomeno ed evitandone gli aspetti più degenerativi.

    La prima strada implica il prevalere della morale, ed in apparenza è la più giusta, ma finora tale impostazione non è stata in grado di arginare il fenomeno. Principalmente, è un problema di mentalità e, dunque, è difficile estirparlo quando è già esploso, quando le soluzioni possono essere solo dei rimedi parziali e temporanei, ed occorrerebbe agire “alla radice”, sulla cultura dello sport pulito a “monte”, nelle squadre giovanili e nelle palestre, coltivando la mentalità del “divertimento”, in contrasto all’ossessione del risultato con ogni mezzo.

    L’attuale dichiarazione di Veronesi andrebbe ben contestualizzata. E’ una provocazione che vuol fare emergere l’impossibilità di arginare il fenomeno con i mezzi che si adoperano adesso: o si agisce diversamente, oppure si finisce per sprecare risorse destinabili ad altro. Non a caso, molti sportivi si sono espressi in modo concorde allo scienziato.

    Francesco Moser, celebre ex ciclista italiano, dichiara: “Se non riusciamo ad utilizzare un sistema efficace che permetta il controllo per tutti, allora è bene liberalizzarlo per aggirare il problema”. Così come afferma lo sciatore statunitense quattro volte campione del mondo, Bode Miller: “Penso che sia una cosa giusta perché vuol dire dare le stesse possibilità a tutti e questo non ha niente a che vedere con ciò che è bene e ciò che è male. Se tutto viene autorizzato è giusto, se tutto viene proibito è giusto ugualmente. Il problema – ha concluso il quattro volte campione del mondo – è che i controlli antidoping non hanno niente a che fare con l’equità, coloro che vogliono doparsi arrivano ai test senza alcun problema e i controlli non servono a niente se non a perdere denaro e tempo”.

    Il mondo dello sport italiano, però, non ha colto – o ha preferito non farlo – il reale senso delle affermazioni dell’autorevole Umberto Veronesi. Il presidente del Coni Gianni Petrucci, a tal proposito, ha dichiarato: “Rispetto uno scienziato come il professor Veronesi ma non condivido quanto ha detto. Io ho la responsabilità ed il dovere di tutelare i giovani e rispettare le leggi”.

  • Balotelli insultato in strada, Manchester adesso è piccola

    Mario Balotelli continua a far notizia, scaricato da Mancini e dal Manchester City il Bad Boy è stato vittima dell’ira di qualche teppistello che giorni addietro ha preso a sprangate la sua Maserati.

    Oggi invece impazza sul web la foto in cui SuperMario viene insultato da un tifoso con il gesto della “V” che in Inghilterra assume un significato diverso dal nostro.

    Gli episodi di sofferenza iniziano ad esser molteplici e a questo punto non è escluso un suo addio all’Inghilterra e a Manchester a fine stagione e un ritorno in Italia in cerca d’amore….

  • Mexes ko, stagione finita. Con la Juve ultima gara in giallorosso?

    Mexes ko, stagione finita. Con la Juve ultima gara in giallorosso?

    Una brutta tegola per la Roma di Vincenzo Montella che dopo il ko contro la Juventus all’Olimpico perde anche Philippe Mexes per l’ultima parte della stagione. Il difensore francese ha riportato “lesione del legamento crociato anteriore” del ginocchio sinistro chiudendo praticamente la sua stagione.

    Montella perde il suo giocatore migliore e l’autentico leader del pacchetto arretrato spesso in difficoltà in sua assenza. Potrebbe esser quella di ieri sera contro la Juventus l’ultima sua partita in maglia giallorossa, Mexes in scadenza di contratto sembra infatti ormai legato al Milan per la prossima stagione.

    I rossoneri adesso comunque dovranno monitorare le condizioni del francese chiamato a sostituire Alessandro Nesta orientato a lasciare il calcio in caso di scudetto.

  • Bin Hammam vs Blatter: sfida per il potere Fifa

    Bin Hammam vs Blatter: sfida per il potere Fifa

    Il termine ultimo per presentare le candidature alla presidenza Fifa è scaduto Venerdì primo Aprile e le uniche due nomination sono state quelle del presidente uscente, lo svizzero Joseph Blatter, 75 anni, in carica dal 1998, e di Bin Hammam, 61 anni, presidente al terzo mandato della confederazione asiatica, oltre che multi milionaro del Qatar.

    Gli altri due candidati,  il giornalista americano Grant Wahl e l’ex capitano del Cile Elias Figueroa, si sono tirati fuori dalla corsa nella giornata di giovedì poichè non hanno trovato l’appoggio di una confederazione, requisito necessario per presentare la propria candidatura. Così, la Fifa con un comunicato ha annunciato lo “scontro a due”, dopo aver “effettuato un accurato processo di verifica”.

    Sarà un testa a testa infuocato, con l’asiatico che ha dimostrato di non voler adoperare l’arma della diplomazia, criticando aspramente e pubblicamete l’operato di Sepp Blatter, in particolare in riferimento alla sua arcaica “linea conservatrice”, che ostacola il naturale inserimento dell’innovazione tecnologica nel calcio, in un anacronistica difesa della superiorità dell’uomo nei confronti della macchina. “Blatter non è oramai in posizione di difendere il buon nome della Fifa. Al contrario, quanto più parla della Fifa, più persone passano all’opposizione – dice il qatariota – non vedo niente in un futuro con lui come non vedo nulla nella gestione che si sta andando a concludere. La Fifa non è stata ancora in grado di accettare una proposta tecnologica per la linea di porta, ad esempio: c’è poca creatività in lui”.

    D’altronde, se Blatter dovesse essere rieletto, il prossimo 1 Giugno durante il 61° Congresso della Fifa, si tratterebbe del suo quarto mandato consecutivo. La sua gestione, però, oltre alle critiche dell’avversario Bin Hammam, suscita ed ha suscitato il malcontento di molti addetti ai lavori ed appassionati – su tutti, agli scorsi Mondiali di Sud Africa le proteste dell’Inghilterra di Capello per il gol annullato ingiustamente a Lampard contro la Germania, anche se il pallone aveva varcato interamente la linea di porta – anche perchè l’immagine e l’operato dello svizzero non sono mai state percepite come all’insegna della totale trasparenza ma, piuttosto, orientate a preservare e rafforzare sempre più il suo potere per renderlo incontrastato.

    Appare, infatti, insolito che le prime dichiarazioni di apertura all’introduzione del supporto tecnologico siano giunte soltanto a soli tre mesi dalle elezioni, dopo che – per anni – si era espresso con categorici diktat di segno opposto:  “Penso che nel 2012 avremo un sistema capace di rilevare se la palla ha varcato la linea o meno e, una volta pronto, lo introdurremo ai Mondiali del 2014, per evitare quella che gli inglesi hanno definito un’ingiustizia evidente, c’era da riaprire il dibattito e lo abbiamo fatto”.

    Dal canto suo, anche l’avversario Bin Hammam ha dimostrato di possedere un solido network di relazioni su cui contare all’interno della Fifa, ed un influente potere su cui far leva per sperare nell’elezione. La sua posizione, infatti, è stata assolutamente decisiva nella decisione di assegnare al Qatar l’organizzazione di Mondiali del 2022, sbaragliando un’agguerrita concorrenza (anche degli Usa), e facendo sì che il Qatar divenisse il più piccolo Paese del Mondo (circa 11.500 kmq per 1.750.000 abitanti) ad ospitare le fasi finali della Coppa del Mondo, con la conseguente costruzione di almeno dodici impianti.

    Blatter rappresenta la riconferma del “vecchio”, dello strapotere Europeo sulle dinamiche del potere calcistico; Bin Hammam, invece, è il “nuovo” che avanza, espressione della la volontà dei Paesi emergenti di assumere un ruolo più centrale nei giochi di potere, non accettando supinamente il monopolio Europeo.

    Lo svizzero, però, qualora venisse rieletto, ha annunciato che si tratterà del suo ultimo mandato, designando già il suo erede, Europeo naturalmente, il fidato Presidente dell’Uefa Michelle Platini:  “Platini desidera candidarsi alla presidenza della Fifa nel 2015 . Sente di avere la capacità per fare un passo avanti”.

    Nel frattempo, bisognerà attendere il primo Giugno per conoscere l’esito delle elezioni 2011.

  • Napoli-Lazio: “O’ Miracolo” del Matador

    Napoli-Lazio: “O’ Miracolo” del Matador

    Napoli-Lazio
    Ci si aspettava spettacolo e spettacolo è stato, una partita dalle mille emozioni con continui ribaltamenti di fronte e di risultato, una partita come non si vedevano da anni al San Paolo e che con quella di ieri sera tra Milan e Inter, confermano che il calcio italiano sarà anche impoverito ma di spettacolo ne regala e parecchio. La partita inizia con un ritmo blando le squadre passano i primi 20 minuti a studiarsi, con una Lazio sempre attenta a coprire gli spazi ed evitare le sortite sulle fasce di Lavezzi e Dossena da una parte e Maggio dall’altra. La prima vera occasione porta la firma di Hamsik che sfruttando un assist di Lavezzi arriva alla conclusione, tiro potente ma facile per Muslera respingere in angolo. E’ però la Lazio, a passare con un gran gol di Mauri, che al limite dell’area supera in dribbling, un colpevole, Cannavaro e batte con un tiro in controtempo De Sanctis. Al 32° è ancora il trequartista degli aquilotti a sfruttare una dormita della difesa partenopea e a presentarsi davanti all’estremo difensore azzurro mandando di poco a lato con il destro. Il Napoli risponde con una manovra scialba, l’undici di Mazzarri sembra accusare il colpo, la squadra è nervosa e la manovra è molto scialba. Si va a riposo con il risultato di 1-0 per la Lazio. Al ritorno dagli spogliatoi il tecnico toscano predica calma ma la sua squadra appare molto nervosa e non in grado di produrre pericoli per la porta avversaria e sono, infatti, ancora i capitolini a passare per la seconda volta con Dias, che sfruttando un cross su punizione di Garrido, anticipa De Sanctis e sigla la rete del 2-0, la partita sembra volgere a favore dell’undici di Reja. Sembra, ma così non è, al 59° è Dossena a riaprire i giochi siglando il gol del 2-1 di testa, sfruttando una deviazione su una punizione battuta da Lavezzi. Subito dopo la rete Mazzarri fa uscire Pazienza e fa entrare al suo posto Mascara, arretrando Hamsik sulla linea di centrocampo e schierando un tridente puro, la mossa si rivela azzeccata proprio sugli sviluppi di una punizione conquistata dall’ex Catania, arriva la rete del pareggio ad opera di Cavani che liberatosi in area sfrutta un prezioso assist di testa di Maggio, ed è sempre il neo-entrato a sbagliare una ghiotta occasione a tu per tu con Muslera. Sulla ripartenza della stessa azione Brocchi tira una bordata dal limite che sbatte dalla traversa e rimbalza all’interno della riga di porta, per l’arbitro però non è gol e si continua a giocare, passa solo un minuto ed è al 68° che la Lazio si riporta in vantaggio, azione di Zarate sulla sinistra che entra in area e lascia partire un diagonale sinistro che De Sanctis respinge, ci pensa però Aronica, che con uno sciagurato intervento per evitare il tap-in di Mauri insacca nella propria porta in scivolata. Passano 10′ e Mazzarri effettua un altro cambio Gargano per Dossena, e il Napoli trova il pareggio, ancora da palla inattiva, Lavezzi mette in mezzo, sponda di Cannavaro per Cavani che viene atterrato in area da Biava, rigore ed espulsione giusta del difensore biancoceleste, sul dischetto si presenta il Matador che non sbaglia e sigla il punto del 3-3. Nei successivi 7′ girandola di cambi con Stendardo e Floccari, subentranti al posto di Bresciano e Stendardo, per la Lazio e Lucarelli posto di Yebda. Napoli a trazione anteriore con 4 punte più Hamsik in campo, ma con l’uomo in più da sfruttare, però il coraggio del tecnico azzurro viene premiato, proprio Lucarelli, spizza di testa per Cavani che parte sul filo del fuorigioco e si presenta a tu per tu con Muslera e lo batte con un pallonetto di esterno destro. E’ l’apoteosi il San Paolo esplode in un boato che non si ricordava da anni, la gioia dei giocatori in campo è incontenibile ed è ancora “Il guerriero di Dio” a mettere la sua firma su un successo insperato fino alla fine del primo tempo. Dopo il 4-3, non succede più niente e il Napoli si porta a -3 dalla capolista Milan. Adesso sognare non è più necessario bisogna credere e combattere per raggiungere quella vetta che non è poi così lontana, di certo c’è che in questi giorni San Gennaro avrà il suo bel da fare per stare ad ascoltare tutte le suppliche del popolo del “Ciuccio”.

  • Napoli – Lazio, probabili formazioni

    Napoli – Lazio, probabili formazioni

    Napoli-Lazio
    Ultimo anticipo del 31° turno di campionato quello fra Napoli e Lazio, che con la convincente vittoria del Milan nel derby, che ha probabilmente chiuso il discorso scudetto, obbliga gli uomini di Mazzarri a regalare una speranza ai propri tifosi e anche alle proprie ambizioni, visto che con un successo sui biancoazzurri capitolini si porterebbero al secondo posto sempre a 3 punti dalla capolista. Tre i nodi da sciogliere per il tecnico livornese, relativi alla formazione da contrapporre agli uomini dell’ex Reja: due relativi al terzetto di difesa ed uno alla mediana. Davanti a De Sanctis, infatti, il solo capitan Cannavaro è certo di scendere in campo, gli altri due posti sono rispettivamente contesi fra Aronica e Ruiz, autore di un’ottima prova nell’ultima gara contro il Cagliari, e Santacroce ed il rientrante Campagnaro. A centrocampo invece il ballottaggio è fra Yebda e Gargano, con il primo favorito sul secondo. Napoli (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Ruiz; Maggio, Pazienza, Yebda, Dossena; Hamsik, Lavezzi; Cavani. In panchina: Iezzo, Santacroce, Aronica, Gargano, Sosa, Mascara, Lucarelli. All. Mazzarri In casa Lazio, invece, il tecnico friulano, che sarà accolto da applausi per il suo trascorso con la squadra campana, dovrà fare a meno degli squalificati Ledesma, Matuzalem e Radu, quest’ultimo colpito da un grave lutto familiare. Proprio a causa di queste assenze Reja, pare essere orientato ad utilizzare un abbottonato 4-1-4-1, con Brocchi ad agire davanti alla difesa ed un inedito duo di centrocampo formato da Hernanes e Mauri, con Sculli e Gonzalez ad agire sugli esterni e il solo Zarate di punta. Mentre l’unico nodo da sciogliere è chi sarà l’uomo che sostituirà Radu, con Garrido in vantaggio su Scaloni. Lazio (4-1-4-1): Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Garrido; Brocchi; Gonzalez, Hernanes, Mauri, Sculli; Zarate. In panchina: Berni, Scaloni, Stendardo, Bresciano, Foggia, Floccari, Kozak. All. Reja

  • Arrestato Righetto capo ultrà dei Commandos Ultra Tigre

    Arrestato Righetto capo ultrà dei Commandos Ultra Tigre

    La Digos ha arrestato Marco Righetto, trentacinquenne leader dei Commando Ultra Tigre gruppo storico della Curva Sud. Righetto è stato fermato nei pressi di San Siro e nella sua automobile è stato trovato un mini arsenale: un ordigno artigianale valutato “dal potenziale micidiale”, più quattro coltelli, una mazza da baseball e una bomboletta di spray urticante.

    Gli ultrà rossoneri dopo una visita a Milanello a Gattuso e compagni erano accorsi a San Siro per preparare la coreografia per questa sera frutto di cinque mesi di lavoro e che avrà come tema centrale i 25 anni di presidenza Berlusconi, il derby e ovviamente Leonardo.

    Si spera che l’attività di prevenzione delle forze dell’ordine riesca a scongiurare tafferugli o altri episodi che nulla hanno a che fare con la rivalità calcistica.

  • Ale10FriendsforJapan, la campagna solidAle di Del Piero per il Giappone

    Ale10FriendsforJapan, la campagna solidAle di Del Piero per il Giappone

    Ale Del Piero scende in campo per aiutare il Giappone lanciando la campagna Ale10FriendsforJapan che mira a raccogliere fondi per i paesi nipponici colpiti dal terremoto prima e poi dalla tsunami e adesso sotto il macigno del disastro nucleare. Da ieri dal sito www.ale10friendsforjapan.org, è possibile acquistare a 15 euro la t-shirt ideata da Del Piero: la bandiera italiana ospita al suo interno quella del Giappone, con un ideogramma che significa “amicizia”.

    “Per i nipponici, questo è il momento più travagliato della loro storia dal dopoguerra a oggi – dice Alex in conferenza stampa – Sono colpito dall’attualità di un paese al quale mi sento molto legato. A Tokyo ho vinto un’Intercontinentale nel 1996, mentre a Sendai, ora devastata, ho fatto il ritiro con la Nazionale ai Mondiali del 2002. “utti i proventi verranno devoluti alla Croce Rossa giapponese – prosegue il capitano bianconero -, la prima forza impegnata sul campo. Inoltre abbiamo aperto un conto corrente per raccogliere le donazioni (Iban: IT53X0622511805100000003092). Ci impegneremo al massimo: vogliamo lanciare un segnale forte di amicizia verso un popolo che ha dimostrato grande dignità”.

    Tra le altre iniziative c’è l’ipotesi di una amichevole tra la nazionale azzurra e quella nipponica guidata da Zaccheroni e tante altre idee mirate ad aiutare il Giappone in un momento di difficoltà.

    La solidarietà si può indossare. Così come il senso di vicinanza a un popolo, la partecipazione al suo dolore, la voglia di tendere la mano a chi si sta rialzando. Io vorrei che ci fosse tutto questo nella t-shirt che da oggi sarà in vendita sul sito ale10friendsforjapan.org creato da me apposta per sostenere questa iniziativa.
    In fondo, il senso del progetto è tutto in una parola: amici, ovvero la traduzione dell’ideogramma che si compone sul tricolore e si fonde con la bandiera giapponese. E’ il logo di “Ale10friendsforJapan”, una nuova iniziativa marchiata “SolidALE” che – attraverso la vendita di questa maglietta al prezzo di 15 euro più spese di spedizione – darà un aiuto alla Croce Rossa giapponese impegnata nella difficilissima opera di sostegno alla popolazione colpita dal devastante terremoto dello scorso 11 marzo.
    Il premier giapponese Naoto Kan ha dichiarato che si tratta del momento peggiore per il Paese dal dopoguerra. Questi numeri, aggiornati al 30 marzo, spiegano bene la situazione:
    11.232 morti
    16.361 dispersi
    2.778 feriti
    Quasi 19.000 case sono completamente distrutte e più di un milione di edifici sono stati danneggiati. Ad oggi 175mila persone sono ospitate nei centri d’accoglienza. Credo che muoversi per aiutarli sia il minimo che possiamo fare anche noi da qui.
    Al Giappone sono legati alcuni dei ricordi più belli della mia carriera, grazie alla mia professione ho conosciuto un Paese e un popolo straordinario, che con orgoglio, dignità e infinito impegno si sta già risollevando. Non lasciamoli soli, basta poco per offrire un aiuto concreto.
    Grazie al progetto “Ale10friendsforJapan” la solidarietà si può indossare, sì: io mi sono già messo la maglietta. Fatelo anche voi. E seguite anche su www.alessandrodelpiero.com tutte le iniziative di “Ale10friendsforJapan”.
    Entra in questa squadra e scendiamo in campo: amici, insieme, per il Giappone.

    Alessandro Del Piero