Tag: Cronaca

  • Ciclismo, Visconti indagato dai Nas nell’ operazione “Lance Armstrong”

    Ciclismo, Visconti indagato dai Nas nell’ operazione “Lance Armstrong”

    Anche il campione italiano in carica, Giovanni Visconti, finisce sotto la lente d’ ingrandimento dei Nas, nell’ ambito dell’ operazione che ruota al nome di Lance Armstrong ed al suo storico preparatore Filippo Ferrari.

    Oltre al campione italiano, risulterebbero coinvolti anche il compagno di squadra Diego caccia e Morris Possoni. L’azione, coordinata dal pm di Padova, Benedetto Roberti, è avvenuta con due gruppi di investigatori: Nas di Firenze e Guardia di Finanza di Padova da Visconti, che abita sul San Baronto (Pistoia); Nas di Brescia da Caccia e Possoni, che vivono nella zona di Bergamo. Per le perquisizioni, che si sono concluse con sequestro di agende, contratti e cartelle cliniche, i tre sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Padova.

    Adesso Visconti potrebbe rischiare una squalifica, infatti Ferrari è stato inibito ad aver rapporti con i tesserati Uci dal lontano 2002 e chi viene sorpreso ad aver contatti con lui, sia per una semplice telefonata, sia per la compilazione di tabelle di allenamento, rischia un deferimento dalla Procura antidoping con una squalifica da 3 a 6 mesi.

    

  • Menez sotto choc, sassi contro il parabrezza

    Menez sotto choc, sassi contro il parabrezza

    Chi sa se gli americani sono ancora cosi convinti di aver fatto un affarre acquistando la Roma. La crisi di risultati sta facendo degenerare l’ambiente giallorosso che ai fischi dell’Olimpico e il clima di contestazione ha aggiunto una vile aggressione ai danni di Menez preso come capro espiatorio.

    Il francese ieri al centro delle cronache per un battibecco con Montella è stato raggiunto da alcune sassate sul parabrezza mentre faceva ritorno a casa dall’Olimpico nel post allenamento. Il giocatore che ha sporto denuncia contro ignoti ha subito uno choc non riuscendo a chiudere occhio per tutta la notte e dopo questo episodio si fa sempre più concreto l’addio alla società giallorossa al termine della stagione.

  • La Lazio piange il “Pola”. E’ morto Luigi Polentes

    La Lazio piange il “Pola”. E’ morto Luigi Polentes

    Lutto in casa Lazio: è morto quest’ oggi all’età di 66 anni Luigi Polentes, detto “Pola”, ex difensore che si laureò campione d’ Italia con la Lazio nello storico primo scudetto biancoceleste conquistato nel 1974.

    Giunse nel club capitolino dal Perugia nel 1969 e vi militò fino al 1977, collezionando ben 110 presenze e segnando un gol, per poi chiudere la carriera nel Modena. Un giocatore che seppe conquistare il cuore di tutti, schivo ed estraneo a qualsivoglia forma di polemica, arrivato nella diffidenza generale ma che seppe farsi apprezzare da tutti, “un atleta dalla condotta esemplare”, come ricorda Antonio Buccione presidente della Polisportiva Lazio.

     na nota ufficiale del club biancoceleste lo ricorda ed esprime il cordoglio nei confronti della sua famiglia: “La S.S. Lazio, il Presidente Claudio Lotito, l’allenatore, i giocatori e tutto lo staff si uniscono al cordoglio della famiglia Polentes per la scomparsa di Luigi, protagonista con la Lazio della conquista dello scudetto del 1974″.

     

  • Napoli, Catania e Brescia deferite ma la classifica è salva

    Napoli, Catania e Brescia deferite ma la classifica è salva

    La Commissione Federale della Federcalcio ha deferito sette società tra serie A e Serie B per irregolarità fiscali. Le squadre (Napoli, Catania e Brescia nella massima serie e Varese, Modena, Atalanta e Reggina per il torneo cadetto) dovranno rispondere per di irregolarità riguardanti le modalità di pagamento di emolumenti e contributi.

    Il deferimento avvenuto dopo un controllo della Covisoc può comunque produrre, qualora venisse riscontrato l’illecito, soltanto delle pene pecuniaria pertanto le classifiche non avranno stravolgimenti.

  • Debiti Roma, interviene la Consob

    Debiti Roma, interviene la Consob

    L’inchiesta di Repubblica di cui abbiamo parlato ieri (leggi l’articolo) – a proposito della gestione della famiglia Sensi dell’ AS Roma, che ha lasciato una situazione finanziaria non propriamente solida, con un buco di bilancio ed alcuni procedimenti giudiziari in corso – ha lasciato alcuni strascichi importanti.

    Nella giornata di oggi, infatti, la Consob, organo di vigilanza sulle società quotate in borsa, ha convocato una rappresentante della società giallorossa, Cristina Mazzoleni, ed un avvocato che ha seguito l’intera operazione di cessione della società alla cordata statunitense guidata da Di Benedetto, presso i suoi uffici per un incontro di approfondimento sulle tematiche emerse dall’inchiesta del quotidiano la Repubblica e per delineare un quado maggiormente chiaro dell’intera vicenda, facendo luce sui punti chiave emersi dalle indiscrezioni.

    La notizia delle pendenze di circa 60 milioni di euro, inerenti soprattutto stipendi non pagati, a distanza di oltre dieci anni, ad ex giocatori (fra gli altri Gabriel Batistuta, Siviglia, Helguera), potrebbe essere, infatti, una problematica da chiarire per una società quotata in Borsa come quella giallorossa e, in tal senso, si registra la convocazione degli esponenti della società presso gli uffici di vigilanza della Commisione presieduta da Giuseppe Vegas.

    La società romanista, però, già nella giornata di ieri aveva ridimensionato i contorni dell’inchiesta de La Repubblica, dichiarando che ” L’articolo è una rappresentazione del tutto fuorviante rispetto all’effettiva situazione economica”.

    Nei prossimi giorni si attende un chiarimento definitivo della questione.

  • As Roma: i debiti nascosti della gestione Sensi

    As Roma: i debiti nascosti della gestione Sensi

    Nei giorni scorsi, nel clima di costante attenzione sull’ operazione di cessione dell’ As Roma alla cordata di imprenditori statunitensi guidati da Thomas Di Benedetto, e composta da James Pallotta, Richard D’Amore e Michael Ruane,  ci si è soffermati soprattutto sul lato delle vicende presenti, sull’immediata attualità legata alla firma del contratto ed alle prospettive future della società, in termini di organizzazione aziendale e di strategie tecnico – calcistiche e di mercato, trascurando quale sia la reale situazione dell’As Roma gestita dalla “generosa” famiglia Sensi per 18 anni, non sempre, però, all’insegna della totale trasparenza e, soprattutto negli ultimi anni, all’insegna di una lunghissima serie di debiti, una vera e propria voragine nei conti.

    Un buco che ha costretto gli acquirenti a stelle e strisce ad un immediato esborso di circa settanta milioni di euro, nell’acquisto del 67 % delle azioni e nell’ effettuare un aumento di capitale, per far fronte alle perdite di oltre 36 milioni di euro.

    Sulla pagina web del quotidiano “La Repubblica”, si è approfondito il contenuto del ” Legal due diligence report”, il documento redatto dall’advisor dei venditori di “As Roma” il 23 novembre del 2010, che consente di comprendere le profonde ragioni di una trattativa tanto complessa ed articolata che, nei giorni in cui la firma definitiva non arrivava a suggelare l’accordo, appariva alla stregua di una soap opera a puntate: una fotografia ben poco edificante della gestione passata della società, fra “pagherò”, contenziosi e debiti di ogni genere nei confronti di dipendenti, enti terzi ed ex calciatori.

    Dal report, in primis emerge che sulla società “As Roma” grava attualmente un contenzioso giudiziario di ammontare compreso fra i 50 e i 60 milioni di euro, che riguarda direttamente gli ex giocatori giallorossi, Gabriel Omar Batistuta, il quale chiede 9 milioni, Gustavo Bartelt, che chiede anche 9 milioni, Ivan Helguera, al quale un tribunale Spagnolo ha già riconosciuto un indennizzo di 185 mila euro, Mauro Esposito, per una cifra di circa 475 mila euro, Sebastiano Siviglia, che pretende la differenza di stipendio che  deve ricevere a distanza di dieci anni.

    Ma non sono soli gli excalciatori a vantare pagamenti dovuti ma non effettuati nei confronti della ex società della famiglia Sensi.

    La Due diligence, infatti, riassume anche tutte le altre posizioni per le cause di valore superiore ai 100 mila euro, ed in esse è ricompresa anche la posizione dell’avvocato Filippo Lubrano, ex componente del cda della società giallorossa, in causa a Milano per una cifra di 2,5 milioni di euro. Inoltre, vengono annoverate anche le posizioni dell’ex medico sociale ed attuale consigliere regionale Mario Brozzi, della società di marketing “Dls”, per una cifra di 2 milioni e mezzo di euro, la casa di cura “Villa Stuart”, dove si recano solitamente i calciatori giallorossi infortunati, nei confronti della quale le fatture non saldate giungono ad 1 milione e 300 mila euro.

    Ma non basta: il 18 Ottobre scorso, come riporta l’articolo di Repubblica, i sindacati hanno recapitato una lettera di messa in mora della società, denunciando i vari e continui ritardi nel pagamento degli stipendi, l’uso frequente di lavoro straordinario, il mancato rispetto dei piani di ferie, delle norme sulla privacy e degli accordi sui bonus.

    Una conduzione della società ben al di là della definizione di sana amministrazione, dunque, così come testimoniano anche i 402 contratti a tempo determinato firmati dalla società negli ultimi cinque anni nei confronti di professionisti, a volte anche pensionati, per mandati difficilmente comprensibili, che si aggiungono alla questione del rinnovo dei contratti da 15 mila euro al mese dei giardinieri dei campi di Trigoria, scaduti e rinnovati tacitamente da tempo.  Così come appare a dir poco insolito che una società che fatichi a pagare gli stipendi ai dipendenti possa concedere un prestito di circa 200 mila euro, in scadenza nel 2012, nei confronti di Bruno Conti, ad oggi restituito per metà.

    Alla luce di tutto questo, dunque, ai Paperoni statunitensi spetterà il compito – tutt’altro che agevole – di reindirizzare la gestione della società sui binari della regolarità.

  • Scandalo a Bologna, i giocatori usano pass disabili: la Procura indaga

    Scandalo a Bologna, i giocatori usano pass disabili: la Procura indaga

    A Bologna è scoppiato un caso che di calcistico ha ben poco, a parte il fatto che coinvolge alcuni calciatori della formazione rossublu, e che ha ben poco di edificante per i soggetti coinvolti.

    Molte delle targhe della auto di giocatori della formazione felsinea, infatti, sono state associate a soggetti portatori di handicap e, pertanto, hanno beneficiato di trattamenti riservati alle persone diversamente abili senza averne alcin titolo, come, ad esempio, l’accesso alle zone a traffico limitato, la circolazione nei giorni di divieto, la sosta gratis nelle zone di parcheggio a pagamento e sulle strisce blu.  

    L’inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto Valter Giovannini, che ha inviato nella giornata di ieri, martedì, gli uomini della polizia municipale nel centro sportivo di Casteldebole per sentire le persone coinvolte, mentre Viviano e Di Vaio sono stati ascoltati in procura come persone informate sui fatti, ma non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione in proposito nei confronti della stampa.

    Il permesso disabile sarebbe appartenuto a Marilena Molinari, una donna disabile che si occupa di aiutare i giocatori appena arrivati nella città bolognese a svolgere alcuni servizi, una sorta di “guida” in città, per pagare bollette, trovare casa, muoversi in città. La donna, dunque, avrebbe associato il suo permesso alle targhe delle vetture: da qui il coinvolgimento dei calciatori del Bologna, anche se Marilena Molinari non è dipendente della società Bologna ma opera mediante un’agenzia.

    Il centrocampista congolese Gaby Mudingayi nelle sue  dichiarazioni rese alla Polizia Municipale ha voluto spendere parole di difesa nei suoi confronti e nei confronti della donna coinvolta, confermando quanto dichiarato agli agenti anche in conferenza stampa: “Non vedo tutto questo casino, e comunque c’è un’indagine in corso. Io non ho sbagliato e neanche Marilena. Io vorrei ringraziare Marilena. Quando sono arrivato è stata la prima ad aiutarmi, a trovare a casa e per tante altre cose. Tutte le volte lei ci aiuta: Tante volte io ho portato Marilena in città per fare delle commissioni per me, e lei mi ha inserito”.

    L’obiettivo delle indagini sarà, ora, quello di verificare se, dopo aver svolto le commissioni in cui Marilena Molinari li ha coadiuvati, i calciatori coinvolti abbiano continuato ad usufruire dei benefit handicap, oppure abbiano correttamente provveduto a far rimuovere la loro targa dalla lista dei disabili autorizzati.

  • Barbara Berlusconi nel cda del Milan, primo passo verso la presidenza?

    Barbara Berlusconi nel cda del Milan, primo passo verso la presidenza?

    Oggi pomeriggio nell’assemblea di apporvazione del bilancio il Milan dovrebbe ratificare l’ingresso nell’organigramma societario di Barbara Berlusconi. La figlia del presidente dovrebbe aver al momento un ruolo marginale che l’aiuti a crescere e a capire la gestione societaria per una ipotetica successione del padre alla presidenze.

    Se la passione per il Milan è uscita allo scoperto grazie all’amore per Pato o viceversa non è dato saperlo ma lady B è sempre più spesso sugli spalti al fianco a Galliani del quale sembra aver preso l’entusiasmo e la gioia nel festeggiare i gol.

    Conferme dell’imminente ingresso societario si hanno dalle parole di PierSilvio Berlusconi ”Se mia sorella Barbara ha trovato un lavoro che le piace e l’appassiona, non posso che esser felice per lei che mette molto impegno in tutto quello che fa”

  • Calciopoli, a sentenza entro luglio nonostante tutto

    Calciopoli, a sentenza entro luglio nonostante tutto

    Con l’udienza di ieri si è conclusa la fase dibattimentale nelle stanze del Tribunale di Napoli dal prossimo tre maggio inizierà la fase requisitoria e se non dovessero esserci ulteriori intoppi e l’istanza di ricusazione per il giudice Casoria dovesse esser respinta, il processo civile a Calciopoli potrebbe produrre una prima sentenza per il mese di luglio.

    I pm, però, usciti anche ieri frastornati e con il chiaro intento oramai di prender ulteriore tempo chiedendo l’integrazione di nuovi testimoni (il presidente del Genoa Preziosi) e l’inserimento di stralci recuperati dai forum dei tifosi oltre che da Repubblica e la Gazzetta dello Sport per avallare la propria tesi per rifugiarsi nella prescrizione.

    Luciano Moggi
    intanto ha confermato di voler rinunciare alla prescrizione “Prescrizione al Processo di Napoli? Non l’accetterò mai. Hanno voluto il processo e ora è giusto che si vada fino in fondo!”. e poi afferma di voler prender parte anche al secondo processo sportivo nonostante il rischio radiazione ma solo ad alcune condizioni “Radiazione Figc? Io ancora – dice a Gold tv – non ho ricevuto nulla. Comunque se riceverò la comunicazione di un’eventuale doppio processo sportivo, come quella già recapitata a Mazzini e Giraudo, siccome non fui presente al grande circo 2006 dove in pochi giorni fu distrutta la Juventus e colpiti i suo dirigenti. Questa volta – continua sicuro Big Luciano – non esiterei a partecipare di persona a questi ulteriori processi purchè però la Federazione dia la possibilità a televisioni, giornali e Radio (in primis Radio Radicale) di presenziare all’evento perchè tutti gli sportivi e non devono conoscere quello di cui siamo stati veramente imputati. Parteciperò solo a queste condizioni, d’altronde non credo di chiedere molto”

  • Boxe, Clemente Russo sospeso dalla Polizia. A rischio Londra 2012

    Boxe, Clemente Russo sospeso dalla Polizia. A rischio Londra 2012

    Clamorosa decisione della Polizia di Stato che ha deciso di sospendere Clemente Russo, uno dei pugili dilettanti più forti al mondo, iridato nel 2007 e medaglia d’ argento agli giochi olimpici di Pechino 2008.

    La decisione è stata presa in seguito alla partecipazione del pugile al film “Tatanka” tratto dalle pagine del romanzo di Roberto Saviano “Bellezza e l’Inferno” nelle sale dal 6 maggio in cui Russo interpreta il personaggio principale, Tatanka appunto. Il film narra la storia di un ragazzo di Marcianise a cui lo sport, la boxe, ha permesso di scappare dalle terre di Gomorra, di affrancarsi da una realtà pericolosa e di prendere le distanze da un futuro  che sembrava già scritto.

    La richiesta della Polizia è stata chiara, cambiare alcune scene del film, nella convinzione che avrebbero offerto un’immagine distorta di quella che è la realtà di Gomorra, della vita di coloro che contro Gomorra lottano ogni giorno. Ma il pugile di Marcianise si è rifiutato andando avanti per la sua strada senza cambiare la sceneggiatura iniziale, scatenando l’ inevitabile reazione dei suoi capi.

    Al rifiuto del pugile, la Polizia di Stato ha risposto quindi con la sospensione di 6 mesi, una decisione che si è resa necessaria, per ricordare che “Lui, come ogni poliziotto – spiega il Dipartimento di pubblica sicurezza- è tenuto al rispetto delle regole. Se non lo fa, da esempio positivo si trasforma in negativo”.

    Con la sospensione Clemente Russo è fuori dalla Fiamme Gialle e quindi corre seriamente il rischio di compromettere le qualificazioni alle Olimpiadi di Londra 2012, come si suol dire, oltre al danno la beffa per chi cerca di trasmettere segnali positivi senza nessun tipo di compromessi e andando diritto per la propria strada.