Tag: Cronaca

  • L’importanza di chiamarsi Francesco

    L’importanza di chiamarsi Francesco

    In principio furono i “vaffa” contro Rizzoli, reo di aver ostacolato un tiro del capitano romanista nel match Udinese-Roma della stagione 2007-2008 e che costarono al Pupone un’ammenda di 1000 euro, oggi gli improperi di Francesco Totti sono rivolti verso l’arbitro Russo e anche stavolta però il numero 10 è riuscito a farla franca. Eh si! Nonostante le regole molto ferree in materia di insulti alla terna, in Italia vi è molto spesso la tendenza ad adoperare metri di giudizio molto diversi, a seconda di chi si rende protagonista di tali atteggiamenti, e spesso si tende a sorvolare su qualche parolina di troppo, soprattutto quando a proferirla sono alcuni giocatori con un forte carisma e appeal. E’, come dire, la cosiddetta sudditanza psicologica, tanto cara a noi calciofili del Bel Paese.

    Purtroppo come già ricordato, un campione come Totti non è nuovo a tali atteggiamenti nei confronti dei direttori di gara. Per l’amor del cielo, nessuno vuole martirizzare il capitano giallorosso, ma stigmatizzare l’accaduto e ridurlo ad un banale scatto di nervosismo durante un’azione di gioco risulterebbe ancor più grave. L’agonismo e la tensione si, sa fanno parte del gioco, ma  il tanto declamato buon senso arbitrale a volte rischia di diventare un’arma a doppio taglio, specie se in occasioni molto simili a quelle che hanno coinvolto il Pupone, il risultato è stato quello di applicare il regolamento alla regola (vedi Ibrahimovic), cosa a cui, invece, il numero 10 pare essere immune.

    Ai tempi del caso Rizzoli, ci furono le immediate scuse con successive polemiche sui differenti metri di giudizio applicati dalle nostre giacchette nere, oggi, invece, forse per la dinamica diversa dell’insulto, allora Totti affrontò faccia a faccia l’arbitro bolognese, la cosa pare essere di poco interesse. Sta di fatto che il caro “King of Rome” c’è ricascato e ha purtroppo rovinato una serata che poteva e doveva essere speciale sia per lui che per la sua Roma, vista la vittoria importante che l’ha rimessa in corsa sul fronte Champions e visti i suoi 206 gol in serie A. A sbagliare però non è stato solo l’attaccante giallorosso ma anche l’arbitro Russo, che contravvenendo a quanto riportato nel regolamento non solo ha sorvolato sulle offese (“A fracicò, pezzo di m….” n.d.r) rivolte alla sua persona, ma si è anche allontanato dal giocatore dimostrando così poca fermezza e poco polso nell’affrontare con autorità il capitano romanista; questo atteggiamento di sicuro non avrà fatto piacere al povero Glik, che proprio per proteste, a mio giudizio motivate, poco dopo sarà espulso. Certo il giovane centrale difensivo del Bari avrà tempo, se rimarrà in Italia, di capire “L’importanza di chiamarsi Francesco”.

  • Superbike, droga sui camion Kawasaki

    Superbike, droga sui camion Kawasaki

    Kawasaki nel caos. Questa mattina la polizia doganale di Dover ha scoperto durante una perquisizione un carico di droga in due camion che trasportavano le moto e i pezzi della “Verdona” della Paul Bird Motorsport, il team che gestisce le Kawasaki ufficiali nel campionato Superbike diretti a Monza dove domenica si correrà il Gran Premio d’Italia.
    Sono stati rinvenuti 8 kg di cocaina, 71 kg di anfetamine, 100 kg di marijuana e anche una pistola.

    In manette sono finite 4 persone, tra cui un meccanico italiano, che in seguito sono state rilasciate sotto cauzione. L’accusa per loro è di importazione di sostanze stupefacenti e di armi da fuoco.

  • Roma-Bari: “Luna Park” al San Nicola

    Roma-Bari: “Luna Park” al San Nicola

    Bari-Roma
    Doveva essere una partita dal copione già segnato e invece, come nelle migliori tradizioni calcistiche, il match tra Bari e Roma ha regalato emozioni a ripetizione. 3 espulsioni, 3 rigori, di cui uno sbagliato, 5 gol e continui capovolgimenti di fronte sono un bel biglietto da visita per chi ancora si ostina a pensare che il calcio italiano sia finito. A differenza di quanto si possa pensare a fare la partita è il Bari, che Mutti ridisegna relegando in panchina sia Rossi, sostituito da Belmonte, sia Rivas e Ghezzal schierando al loro posto i giovani Huseklepp e Romero. Sono proprio i biancorossi a passare in vantaggio al 25° su rigore, realizzato da Bentivoglio e concesso un po’ generosamente dall’arbitro Russo per un fallo di mano di Juan, la squadra capitolina appare frastornata ma grazie al suo indomito capitano raggiunge un pareggio a dir poco immeritato, al minuto 30 è, infatti, Francesco Totti a siglare il punto del 1-1 con una splendida punizione che gli vale anche l’aggancio a Roby Baggio nella classifica dei marcatori di sempre di serie A. I giallorossi rimesse le cose a posto cercano adesso di fare propria la partita, ma ecco quello che non t’aspetti, a 3′ dalla fine della prima frazione di gioco il giovane attaccante norvegese Huseklepp sigla una splendida rete in torsione di testa, la sua prima in serie A, portando nuovamente in vantaggio la squadra di casa. Si va a riposo sul 2-1. Al rientro dagli spogliatoi Montella corre ai ripari e sostituisce uno scialbo Menez con Borriello, ma dopo soli 3 minuti De Rossi si rende protagonista di un bruttissimo gesto nei confronti di Bentivoglio, colpevole di averlo irriso con un tunnel, il rosso è inevitabile. Roma che rimane in dieci e partita che si complica ulteriormente. Quando tutto sembra presupporre ad un’ennesima occasione mancata per l’undici capitolino, ecco che il Bari decide di rimettere in corsa gli avversari, Belmonte atterra in area Juan, è rigore, Totti si presenta sul dischetto e fa 2-2, 14 in campionato e 206 in serie A. Passano 60 secondi e su un’azione dalla destra di Romero, il difensore brasiliano rischia l’autogol ma la sua deviazione sbatte sul palo a Doni batttuto. La partita rimane viva ed emozionante. Al 32′, sugli sviluppi del calcio d’angolo la Roma resta in avanti e Borriello viene atterrato in area da Glick. Alla moviola si noterà poi che anche l’attaccante napoletano ha strattonato il difensore barese, che verrà anche espulso dall’arbitro Russo per eccessive proteste. Nuovo calcio di rigore, stesso angolo ma stavolta, Gillet sfiora quel tanto che basta per deviare la palla sul palo, si rimane sul pareggio. Finale incandescente, Ghezzal in contropiede colpisce la traversa con un splendido lob dal limite, dall’altra parte del campo, al termine di un’azione poco pericolosa, Perrotta e Masiello discutono e il romanista colpisce l’esterno biancorosso proprio sotto gli occhi dell’assistente di linea, rosso per il centrocampista e Roma in nove. Con cinque minuti di recupero e le squadre entrambe in inferiorità la partita pare aver avviarsi alla fine senza sorprese, ma come in ogni film che ha regalato continue sorprese, il finale non poteva deludere, ed ecco che sull’ultima azione della partita su un cross di Riise ciccato da Borriello, Rosi, probabilmente sbagliando il controllo, di pancia spinge in rete il punto del vantaggio giallorosso. Partita finita e Roma a -1 dal quarto posto, anche grazie alla pesante sconfitta dell’Udinese in casa della Fiorentina, e per una volta giallorossi pronti a tifare Juventus, nella partita che stasera vedrà impegnati i bianconeri all’Olimpico di Roma contro la Lazio.

  • Bari-Roma: ultimissime e probabili formazioni

    Bari-Roma: ultimissime e probabili formazioni

    Partita che non dovrebbe riservare alcun tipo di sorpresa quella tra un già retrocesso Bari ed una Roma a caccia di punti sicuri per consolidare il posto in Europa League e continuare un’improbabile, ma non impossibile, rincorsa al quarto posto.

    La squadra padrona di casa ha problemi di abbondanza in difesa e poche risorse in attacco, ma nonostante tutto cercherà di onorare fino alla fine il proprio campionato. L’allenatore Mutti dovrebbe optare per il solito albero di natale con Gillet in porta e a protezione dell’estremo difensore belga il quartetto composto da Masiello e Parisi sulle fasce e Glik-Rossi coppia centrale. Sulla linea mediana del campo dovrebbero agire Bentivoglio, Almiron e Gazzi, con l’attaccante algerino Ghezzal a fare da punta centrale e il duo Huseklepp-Rivas a fungere da trequartisti alle sue spalle.

    Bari (4-3-2-1): Gillet; Masiello A., Glik, Rossi, Parisi; Bentivoglio, Almiron, Gazzi, Huseklepp, Rivas; Ghezzal.
    A disp: Padelli, Romero, Belmonte, Donati, Codrea, Raggi, Alvarez.

    In casa Roma, Montella e i suoi sono chiamati a non sbagliare una partita che potrebbe essere cruciale per rientrare nell’Europa che conta. Purtroppo però l’aeroplanino dovrà fare a meno di due pedine importanti del suo centrocampo, sia De Rossi, sia Pizarro hanno, infatti, dato segnali di prbabile forfait per la trasferta in terra di Puglia. Il modulo adottato dai giallorossi dovrebbe essere sempre lo stesso con Doni tra i pali e Cassetti, Juan, Burdisso e Riise a formare la linea difensiva; De Rossi e quasi sicuramente Brighi a fare da scudo a centrocampo e con Taddei, Vucinic e Perrotta ad agire alle spalle dell’unica punta Totti. Panchina quindi sia per Menez che per Borriello, che da quando Montella è stato chiamato ad allenare la squadra capitolina, finisce molto spesso a seguire la partita seduto in panchina.

    Roma (4-2-3-1): Doni; Cassetti, Burdisso, Juan, Riise; Brighi, De Rossi; Taddei, Perrotta, Vucinic; Totti.
    A disp.: Lobont, Loria, Castellini, Rosi, Simplicio, Menez, Borriello.

  • Bari, martedì si conoscerà il futuro

    Bari, martedì si conoscerà il futuro

    Oltre alla disastrosa stagione calcistica, culminata con la prematura aritmetica retrocessione in serie B senza appello, il Bari deve affrontare problemi societari molto seri, in quanto il 15 Maggio scadrà il termine per il pagamento degli emolumenti arretrati per calciatori e staff, per il trimestre Gennaio – Marzo, e la compagine societaria non sembra nelle condizioni di riuscire ad adempiere correttamente al punto che, nei giorni scorsi il presidente Matarrese avrebbe chiesto apertamente di poter spalmare il pagamento degli stipendi ancora dovuti in tempi più lunghi, proprio a causa delle difficoltà economiche del club.

    Nella piena emergenza, quindi, è indispensabile rintracciare nuovi capitali, che potrebbero provenire da una cordata di tre  imprenditori pugliesi,  Vito De Gennaro, Vito Ladisa e Pasquale Guastamacchia, che entro Martedì potrebbero fare il loro ingresso in società, acquistando una parte rilevante del pacchetto societario. Il principale problema, però, sarebbe connesso all’ incertezza riguardante anche il trio di imprenditori, i quali – al momento – pare non si siano ancora incontrati personalmente per coordinare la strategia da adoperare, avendo provveduto soltanto all’ analisi della documentazione riguardante il club biancorosso, ed avendo inviato i propri consultenti dell’ incontro svolto ieri pomeriggio.

    Proprio l’analisi della situazione societaria ha lasciato delle perplessità rilevanti agli imprenditori pugliesi, che hanno potuto riscontrare una pesante situazione debitoria di oltre 12 milioni di euro fino a Giugno.

    In vista di questa spinosa problematica da afffrontare in tempi molto brevi, dunque, uno dei componenti della cordata, ossia l’imprenditore Vito De Gennaro, vorrebbe proporre la costituzione di una “new- co”, in cui ognuno dei tre soci potrebbe acquisire il 20% della società, facendo sì da mantenere distinto il capitale dei nuovi soci, da quello detenuto dalla famiglia Matarrese, proprio a tutela degli interessi della cordata stessa. La famiglia Matarrese, però, dal canto suo non sembra aver gradito di molto tale proposta, sollevando anche dei dubbi di fattibilità, così come gli altri due potenziali soci interessati non hanno ancora valutato concretamente tale possibilità che, poi, dovrà essere confrontata con i regolamenti di Lega.

    In un clima di siffatta incertezza, dunque, l’ unica presenza realmente operativa è quella di Domenico De Bartolomeo, presidente degli Edili di Confindustria di Bari, oltre che già socio al 10 % della società barese, che è stato incaricato dal presidente Vincenzo Matarrese di vagliare gli eventuali nuovi ingressi in società, fungendo da cerniera e da punto di riferimento fra il “vecchio” ed il “nuovo”.

    La questione richiede, però, una risoluzione efficace in termini brevi, anche perchè è necessario programmare in linea di massima il futuro, oltre che garantire al club l’ iscrizione alla prossima serie B. Ecco perchè, al massimo nella giornata di Martedì prossimo si conoscerà l’esito della trattativa svolta nel corso della riunione svolta nel tardo pomeriggio di ieri, alla quale hanno partecipato lo stesso presidente Vincenzo Matarrese, Domenico De Bartolomeo ed i rappresentanti e consulenti dei tre imprenditori membri della cordata, e nella quale si è entrati nel merito dei possibili sviluppi per il prossimo futuro, in termini di organizzazione, strategie da adottare, ed in termini di investimenti concreti da operare.

    Fino a Martedì, però, tutti i presenti sono obbligati ad un patto di riservatezza della durata di “quattro giorni di silenzio”.

  • La Francia si scopre razzista: stop ad arabi e neri nei vivai

    La Francia si scopre razzista: stop ad arabi e neri nei vivai

    Il calcio Francese è nella bufera, così come nei giorni scorsi lo è stato il Governo Francese per la decisione di bloccare l’arrivo dei treni alla frontiera di Mentone, per evitare l’arrivo degli immigranti nordafricani, che poi l’Eliseo ha reso più moderata comunicando che aveva solo carattere temporaneo. 

    Di oggi, invece, è la notizia che la Federazione calcistica francese, secondo Mediapart on line, stia studiando la realizzazione di un sistema di quote rivolte agli arabi ed ai neri nei vivai, per evitare che troppi calciatori vengano formati nei vivai francesi e scelgano, poi, di vestire la maglia di altre nazionali sfruttando la doppia nazionalità. Inoltre, il provvedimento vorrebbe anche porre un limite ai troppi neri alti, atletici e possenti  a discapito dei calciatori bianchi. Una discriminazione in senso proprio, che va in parallelo con le polemiche legate alle decisioni dell’ Eliseo in termini di politiche migratorie.

    La Federazione francese, però, al momento smentisce le indiscrezioni, precisando che nessuna decisione è ancora stata presa in proposito.

    Sarebbe, comunque, una decisione drastica ed in qualche modo epocale, dopo unba lunga stagione di nazionale multietnica, culminata nella vittoria del mondiale di Francia ’98, e nell’ Europeo 2000, con il simbolo del franco – algerino Zinedine Zidane, ma anche Lilian Thuram, Desailly, Patrick Viera, Wiltord, Henry, e così via.

    Un cambiamento molto forte, se dovesse essere realmente attuato, ma anche un cambiamento molto distante dalla realtà della società civile francese in cui convivono in modo più che naturale etnie fra loro diverse già alla seconda o terza generazione, e perfettamente integrate in tutti i campi.

  • Basket: Insulti ad Abiola Wabara, denunciata una persona

    Basket: Insulti ad Abiola Wabara, denunciata una persona

    La Digos di Como ha trasmesso in Procura la denuncia a carico dell’unico soggetto identificato e ritenuto responsabile degli insulti razzisti fatti il 6 aprile scorso, durante la partita dei quarti di finale playoff fra Comense e Geas Sesto San Giovanni, verso la giocatrice di colore Abiola Wabara.

    E’ questo l’esito delle indagini a cui sono giunti gli inquirenti dopo una ventina di giorni di duro lavoro per fare chiarezza sull’accaduto. L’uomo,  comasco, 31 anni e tifoso del Calcio Como, privo di legami con le tifoserie del basket, ha ora in carico una denuncia per istigazione all’odio razziale.

    Il lavoro della Digos aveva inizialmente portato alla circoscrizione di alcuni supporters del Como, anche se l’identificazione e l’attribuzione di responsabilità è avvenuta solo successivamente. Si è arrivati poi a stabilire che la frase, riferita alle caratteristiche razziali della giocatrice, è stata una iniziativa del solo denunciato, e non del gruppo di cui sembrava far parte. Infatti fin da subito la polizia aveva acquisito i video realizzati all’interno del Palasampietro, per prendere visione dei volti dei tifosi presenti, soggetti che comunque erano conosciuti da chi si occupa di sicurezza nei luoghi sportivi. Il reato ascrittogli è stato inserito nel codice penale nel 2006, e punisce “con la reclusione fino ad un anno e 6 mesi o con la multa fino a 6.000 euro, chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

    C’è anche un secondo tifoso denunciato, un 40enne tifoso di Cantù, che è accusato di invasione di campo, e quindi non ha nulla a che vedere con il coro razziale della persona citata prima.

    Nel dopo partita e nei giorni seguenti all’incontro l’episodio aveva destato molta indignazione e forti reazioni da più parti. Fin da subito gli ultras del Calcio Como assieme al gruppo degli Eagles Cantù, avevano emesso un comunicato, con il quale si dissociavano da qualsiasi responsabilità nell’episodio, che in poco tempo aveva raggiunto ogni angolo del nostro Paese.

    Nel comunicato le 2 tifoserie congiunte dichiaravano che non c’era stato alcun coro razzista nei confronti di Abiola Wabara.
    Tant’è vero che anche gli arbitri non avevano scritto nulla nel loro referto. E pensavano fosse solo una manovra orchestrata dalla Geas Sesto San Giovanni, squadra in cui milita Wabara, sostenendo la teoria dell’enfatizzazione dell’accaduto.

    Ora si è arrivati, si spera, all’epilogo della vicenda, certamente episodi del genere non fanno onore alla cultura di un Paese e di una Nazione che deve dimostrare di poter convivere con idee che fino a qualche tempo fa forse erano sconosciute.

  • Diritti Tv, le medio-piccole al contrattacco “le big sovvertono il voto”

    Diritti Tv, le medio-piccole al contrattacco “le big sovvertono il voto”

    La guerra sui diritti televisivi della serie A non sembra aver avuto tregua, neppure con le festività pasquali. La posta in palio è molto alta, circa 200 milioni di euro, e per questo motivo nessuna delle parti sembra voler cedere terreno all’ altra, in una guerra di trincea, a colpi di  memorie difensive, legata soprattutto alla questione del calcolo delle quote dei bacini d’ utenza, necessaria per determinare la suddivisione dei diritti Tv.

    Le 15 società medio piccole ieri hanno presentato alla Corte federale la propria memoria difensiva, in risposta al reclamo delle cinque big (Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli) che, congiuntamente, rappresentano ben l’ 81 % dei bacini d’ utenza.

    Il motivo del contendere è sempre legato ai criteri da adottare per determinare l’ ormai celebre “bacino“, sui quali le due fazioni non riescono a trovare alcun punto di incontro, date le esigenze totalmente contrapposte. Infatti, i cinque club più grandi vorrebbero che nel conteggio venissero menzionati esclusivamente i tifosi, ossia coloro che sono supporters di una sola squadra (circostanza più probabile nel caso delle cinque big), mentre le quindici medio piccole vorrebbero che si considerassero anche i cosiddetti “simpatizzanti”, ossia coloro che, oltre a tifare per una big simpatizzano anche per una seconda squadra (magari per motivi di apparteneza geografica), leggendo i quotidiani sportivi, acquistando materiale di merchandising, seguendo anche occasionalmente le partite allo stadio; inoltre esse ritengono questo fattore “simpatizzanti” assolutamente determinante ai fini del riscontro dell’ audience televisiva.

    Come detto, però, le grandi si sentono danneggiate economicamente da tale eventualità, ritenendo che in questo tipo di suddivisione, avrebbero solo da rimetterci, non vedendo premiato il loro maggiore sforzo in termini di investimenti nel calcio italiano, e vedendo, di conseguenza, penalizzata anche la loro competitività a livello europeo. Si calcola, infatti, che se il discorso del bacino d’ utenza venisse risolto a vantaggio delle quindici medio piccole, le big avrebbero una perdita abbastanza consistente: Juventus ed Inter guadagnerebbero dieci milioni di euro in meno, il Milan otto milioni di euro in meno ed il Napoli due milioni di euro in meno.

    Il punto di partenza della diatriba, che al momento non mostra alcun segno di possibile risoluzione, è nella Legge Melandri, proposta dall’ ex Ministro dello Sport del Governo Prodi, per tentare una riequilibratura nella suddivisione dei diritti televisivi, evitando che lo strapotere delle grandi danneggi in quelche modo le altre squadre e ne comprometta la gestione economica.

    L’ex sottosegretario al Ministero dello Sport, Giovanni Lolli, a margine del conflitto ormai esploso, ha voluto precisare la reale ratio della legge Melandri, auspicando una risoluzione in tempi brevi della spinosa e delicata questione, facendo riferimento al buon senso: “Il nostro obiettivo nella legge Melandri era di incrementare le risorse e di distribuirle in maniera equa, dando di più alle squadre più piccole senza danneggiare le altre big nel confronto internazionale. Con un po’ di buon senso ci si può riuscire“.

    Lo scontro proseguirà il 3 Maggio in assemblea di Lega, con il fronte delle medio piccole che non ci sta a giocare la parte della Cenerentola, che gioca il campionato dei “disperati” come ha sottolineato il presidente del Parma Tommaso Ghirardi, mentre le cinque big continuano a sottolineare come nel conteggio dei bacini d’ utenza vadano menzionati soltanto i tifosi “militanti”, sottolineando le stesse parole dell’ex Ministro Giovanna Melandri all’ epoca della definizione della legge in questione, precisando la loro posizione tramite il vice presidente del Milan Adriano Galliani che vuol chiarire, una volta per tutte, il punto di vista delle big: “Noi vogliamo le indagini demoscopiche, ma nello spirito della legge devono misurare i sostenitori (ovvero i tifosi) e non qualcos’ altro che i medio-piccoli vorrebbero buttare dentro. Il ministro Melandri, quando noi ci lamentavamo perché la legge divideva il 40% dei diritti tv in parti uguali, ci rispondeva: “Tanto poi ci sarà il 30% da dividere in base ai tifosi e lì sarete indennizzati visto che quella graduatoria vi vede nettamente prima degli altri”.

  • Balotelli e il parcheggio “pazzo”. Multe per 11.000 Euro

    Balotelli e il parcheggio “pazzo”. Multe per 11.000 Euro

    Sicuramente i tabloid inglesi con l’ approdo di Mario Balotelli in Inghilterra hanno fatto un vero affare. Super Mario nella sua prima intervista al Manchester aveva pronunciato “I’m not a bad boy”, magari non sarà un cattivo ragazzo ma molto probabilmente è un pessimo parcheggiatore.

    A fare i conti in tasca a SuperMario è il Sun che quantifica in più di 11mila euro le multe già pagate da Balotelli dal suo arrivo a Manchester, nove mesi fa. Oltre mille euro di sanzioni al mese, una sovrattassa per la sua indisciplina al volante o, più semplicemente, la scarsa attenzione alla segnaletica stradale. Il record per le macchine di proprietà di Balotelli appartiene ad una Maserati che sarebbe stata sgomberata dal carro attrezzi ben 27 volte ma super Mario non sembra preoccuparsi assolutamente delle multe visto quanto guadagna al City (3,5 milioni di Euro) ed anzi, alcune volte risulta essere anche irrispettoso delle stesse autorità inglesi: “Una volta Mario è stato fermato dalla polizia con circa 30mila euro in contanti sul sedile del passeggero. Gli è stato chiesto la provenienza di quei soldi, e lui si è limitato a rispondere: ‘Perchè io posso’. Non ha un grande rispetto delle autorità”, ha spiegato un anonimo beninformato.

  • Si suicida Cheung Sai-ho: segnò il gol più veloce della storia

    Si suicida Cheung Sai-ho: segnò il gol più veloce della storia

    A soli 18 anni era stato detentore del record per il goal più veloce mai realizzato e a soli 35 anni ha deciso di togliersi la vita. Cheung Sai-ho era uno dei giocatori piu rappresentativi della Nazionale di Hong Kong e in giovanissima età era riuscito a mettere a segno quello che per lungo tempo era stato considerato il gol più veloce della storia: appena 2,8 secondi per mettere la palla in rete durante una partita della Portsmouth Cup del 1993. Poi Cheung ha militato a lungo tra la prima e la seconda divisione del campionato di Hong Kong raggiungendo anche il titolo di miglior giocatore nel 2003 e disputando le ultime stagioni nel “Happy Valley Athletic Association Football Club” dove é stato anche allenatore prima di ritirarsi nel 2008.

    SUICIDIO – Dopo la fine della carriera agonistica il giocatore asiatico aveva aperto un pub ad Hong Kong, e secondo quanto riportato dalla polizia, ieri era tornato a casa intorno alle 4 di notte ed ha avuto un’animata discussione con la moglie per motivi legati ai soldi. Intorno alle 6 Cheung si é lanciato dal 36° piano del grattacielo dove abitava e il terribile schianto ha messo in allarme vicini e vigilanza.