Tag: Cronaca

  • Coni, Malagò elimina tessere gratis ai parlamentari

    Coni, Malagò elimina tessere gratis ai parlamentari

    La classe politica italiana sembra voler cambiare, incamminandosi sulla strada del rinnovamento delle istituzioni e dei costumi, per provare ad avvicinarsi alla società civile con la quale nel corso degli ultimi decenni si è creata una vera e propria frattura che appariva insanabile e incolmabile. Secondo alcuni osservatori il cambio di tendenza registrato negli ultimi tempi è da attribuire allo Tsunami del Movimento Cinque Stelle che, al grido di “arrendetevi, siete circondati” e con il successo elettorale ottenuto alle urne, ha spaventato non poco la vecchia politica impolverata e l’ha costretta ad adeguarsi alle richieste per evitare di essere completamente cancellata dell’anti-politica. Emblematici esempi di questo processo ancora in corso sono rappresentati dall’elezione della Presidentessa della Camera dei Deputati Laura Boldrini e del Presidente del Senato Piero Grasso, due figure di “rottura” con i cosiddetti mestieranti della politica e che hanno fatto dell’impegno civile la bandiera della propria esistenza. Un messaggio in tal senso, poi, sembra giungere anche dall’altra sponda del Tevere, da quella Città del Vaticano troppo spesso riluttante al cambiamento ed all’abbandono degli sfarzi che per secoli l’hanno contraddistinta, anteponendo i privilegi e i lussi alla vera essenza del cattolicesimo. In direzione opposta, invece, sembra essere l’elezione di Papa Francesco, che già dalle prime parole pronunciate, dal tono amichevole e poco formale, dalla volontà di incontrare da vicino i fedeli, dalla rinuncia ai simboli di sfarzo quali il mantello broccato o la croce d’oro preferendole quella di ferro. Un vento nuovo, dunque, che sta avvolgendo questo periodo sferzato dalla tempesta della crisi e che, almeno su tali aspetti, sembra portare qualche novità importante che si estendono anche ad un altro mondo tradizionalmente improntato al riconoscimento dei privilegi alla casta, quello dello sport. In tale direzione, dunque, suona come rivoluzionaria la decisione del Coni – per volontà del neo presidente Giovanni Malagò – di eliminare le tessere con le quali i parlamentari potevano beneficiare di ingressi gratuiti allo stadio.

    Giovanni Malagò nuovo presidente del Coni | immagini dal web
    Coni elimina tessere gratis parlamentari | immagini dal web

    Una decisione ovviamente simbolica per seguire la tendenza in atto e per mettere in chiaro che il nuovo corso del Coni (e quindi dello sport italiano) vuole andare di pari passo con le istanze di cambiamento del Paese, andando a promuovere una decisione anti-casta e anti-privilegi che affonda la sua ratio nella intollerabilità del fatto che coloro che beneficiano di cospicue indennità parlamentari abbiano il diritto divino di accedere nei settori più esclusivi degli stadi gratuitamente, mentre la gente comune è costretta a pagare il biglietto, tra l’altro anche a prezzi molto cari, anche per andare in curva.

    Può apparire singolare che una decisione del genere, che dà uno scossone molto forte alla Roma del potere e dei privilegi, sia partita proprio sotto la presidenza del Coni di un uomo come Malagò cresciuto nel quartiere altolocato dei Parioli, e che sia stato per anni membro e poi presidente di uno dei circoli più esclusivi della Capitale, ossia il circolo Aniene: eppure, è accaduto proprio ieri, 18 Marzo 2013.

    Anche i parlamentari pagheranno il biglietto allo stadio, dunque, e grazie alla decisione del Coni per molti di loro sarà come scendere dall’Olimpo per mescolarsi ai comuni mortali: era ora!

  • Pistorius, libertà su cauzione in attesa del processo

    Pistorius, libertà su cauzione in attesa del processo

    Il tribunale di Pretoria ha deciso per la scarcerazione dietro pagamento della cauzione di centomila euro di Oscar Pistorius, accusato di omicidio della fidanzata  Reeva Steenkamp nella notte di San Valentino, quando la povera ragazza si trovava nella villa dell’atleta, definita a seguito del tragico episodio “casa degli orrori”. Si tratta di una decisione presa dal giudice Desmond Nair, dopo un’attesa di due ore circa in cui sono state passate in rassegna dettagliata le motivazioni dell’accusa e della difesa. Il giudice ha, così, deciso di accordare la scarcerazione all’atleta paralimpico facendo leva su due aspetti principali: la non sussistenza del pericolo di fuga o di inquinamento delle prove, e l’assenza di pericolo per la società. Questo, ovviamente, non ha nessun tipo di conseguenza sull’esito del processo che dovrà stabilire la sua colpevolezza, o meno, nell’omicidio della sua fidanzata ma è un provvedimento consentito dalla legge sudafricana che affonda la sua ratio sul sovraffollamento delle carceri: pertanto, è possibile accordare la libertà condizionata – in casi particolari, come questo – prima di conoscere il giudizio finale.

    Pistorius libero su cauzione | © Fred Duval/Getty Images
    Pistorius libero su cauzione | © Fred Duval/Getty Images

    Sulla decisione di scarcerazione presa dal giudice Nair pesa anche la condizione fisica di Oscar Pistorius che, essendo costretto ad adoperare le protesi  ad entrambe le gambe, non avrebbe possibilità di fuggire, sentenziando l’impossibilità di evadere da qualsiasi posto con le protesi. Per evitare ulteriormente tale pericolo di fuga, è stato deciso il ritiro del passaporto di Oscar Pistorius ed è stato predisposto che non si rechi in aeroporto.

    La notizia della scarcerazione è stata accolta, così, in maniera totalmente contrastante: soddisfazione da parte dei suoi familiari presenti in aula, lacrime da parte dell’imputato, cori e urla di protesta anche al di fuori del Tribunale, provenienti in particolare dai diversi movimenti che lottano contro la violenza sulle donne.

    Una beffa per chi crede nella colpevolezza e nella premeditazione dell’unico indiziato, ancor di più ad ascoltare le parole del suo tecnico Ampie Louw, presente in aula, che ha subito annunciato il ritorno agli allenamenti da parte di Pistorius per ritrovare la “routine necessaria” e la “normalità” preferendo evitare ogni tipo di commento nel merito delle responsabilità del suo atleta.

    Come se nulla fosse, dunque, nonostante siano trascorsi soltanto tre giorni dalla cremazione del corpo della povera Reeva Steenkamp.

  • Malagò e il nuovo Coni: “Non deve appiattirsi sul calcio”

    Malagò e il nuovo Coni: “Non deve appiattirsi sul calcio”

    La sua elezione a presidente del Coni è giunta di sorpresa, ribaltando ogni pronostico della vigilia considerando che il suo competitor, Raffaele Pagnozzi, era l’uomo di fiducia del presidente uscente Gianni Petrucci, che fino all’ultimo ha spinto per la vittoria di Pagnozzi, suo braccio destro per vent’anni. Invece, i numeri hanno dato ragione a Giovanni Malagò, imprenditore molto noto e frequentatore dei salotti romani che contano, presidente del prestigioso Circolo Canottieri Aniene oltre che del Comitato Organizzatore dei Mondiali di Nuoto del 2009, ma anche ex calciatore agonista di calcio a cinque. Un uomo che, dunque, nel mondo sportivo si trova perfettamente a suo agio e che lo conosce a 360 gradi, con intenti innovatori, almeno stando alle dichiarazioni post-vittoria. Ma nel cercare di comprendere le  ragioni alla base della sua elezione, ed in particolar modo il “ribaltone” clamoroso che lo ha portato a superare per 40-35 il suo rivale Pagnozzi, secondo i bene informati ci sarebbe l’appoggio di uomini di potere molto influenti, che occupano sponde politiche trasversali. Tra questi, Gianni Letta che non ha mai fatto mistero della sua vicinanza, così come Mario Pescante, già parlamentare e sottosegretario con delega allo sport nel Governo Berlusconi dal 2001 al 2006. Ma anche la canoista italo-tedesca Josefa Idem, attualmente impegnata come testimonial e supporter della campagna elettorale di Pierluigi Bersani, e che in molti prevedono possa divenire il prossimo Ministro dello Sport nel caso in cui la coalizione di centrosinistra vincesse le prossime elezioni.

    Giovanni Malagò nuovo presidente del Coni | immagini dal web
    Giovanni Malagò nuovo presidente del Coni | immagini dal web

    Il neo presidente del Coni Giovanni Malagò, però, chiamato a rispondere su tali aspetti preferisce mettere da parte gli orientamenti politici per considerare in primo piano i rapporti personali con Josefa Idem e Gianni Letta, che lui stesso definisce “all’insegna dell’affetto profondo, che prescindono dalle implicazioni politiche”, precisando poi che “quando si parla di sport non contano le casacche di appartenenza”. L’intento del presidente Giovanni Malagò sarà, dunque, quello di porre al centro dell’attenzione il processo riformatore ed innovatore che dovrà riguardare l’intero mondo sportivo italiano, cercando di ascoltare le esigenze dell’intero movimento e non soltanto dei suoi dirigenti.

    In tal senso, pare che la sua elezione sia stata fortemente voluta proprio dai vertici degli sport cosiddetti “piccoli” – anche se in tal senso il neo presidente smentisce di essere stato appoggiato solo dalle federazioni minori – ma è innegabile il fatto che nella sua intenzione c’è la volontà di rendere maggiore giustizia a quegli sport che solitamente non riescono ad accedere alla grande utenza e che sono costretti a vivere di “briciole”.

    In tal senso è molto chiara la dichiarazione di Giovanni Malagò a proposito del fatto che “il Coni non dovrà più essere appiattito sul mondo del calcio”, un messaggio che giunge ben chiaro al movimento calcistico, abituato a “fagocitare” la maggior parte della torta del panorama sportivo italiano. Tuttavia, non è corretto ipotizzare un’esclusione del calcio dalla Giunta del Coni – anche se lo stesso Malagò aveva avanzato tale proposta – ed anche il presidente dell’ Assocalciatori Damiano Tommasi, che ricopre anche il ruolo di membro del Consiglio Nazionale del Coni, sembra essere concorde con la volontà di creare una sinergia tra Coni e mondo calcistico, in modo che la forza mediatica della disciplina sportiva più seguita e popolare possa essere al servizio del Coni e, dunque, degli altri sport.

  • Giovanni Malagò eletto nuovo presidente del Coni

    Giovanni Malagò eletto nuovo presidente del Coni

    Un’elezione a sorpresa per la presidenza del Coni del dopo Gianni Petrucci, almeno a giudicare dalle previsioni della “vigilia” che davano per grande favorito Raffaele Pagnozzi, uomo di fiducia per oltre vent’anni del presidente uscente e segretario generale del Coni. Invece, a spuntarla è stato Giovanni Malagò, 53 anni, imprenditore romano conosciuto per la sua vita mondana e per le sue frequentazioni alto-borghesi al punto tale da guadagnarsi qualche anno fa il soprannome di “Megalò” da parte di Susanna Agnelli, e già presidente del circolo canottieri Aniene e del Comitato organizzatore per i Mondiali di Nuoto di Roma 2009, oltre grande tifoso della Roma ed ex giocatore agonista di calcio a cinque. Il voto gli ha dato ragione con un 40 preferenze contro 35 ancor più inaspettato dopo i discorsi dei due candidati, considerando che l’intervento pre-voto di Pagnozzi era risultato assai più applaudito di quello di Malagò lasciando intendere che avrebbe avuto maggiori consensi; invece, non è stato così ed i 76 “grandi elettori” dello sport italiano hanno preferito lui. Quali le ragioni di un cambio così inatteso e, secondo molti, radicale? La risposta più “gettonata” in tal senso sembra essere quella di una necessaria svolta nel panorama sportivo italiano, una non più rimandabile “scossa per lo sport del nostro Paese”. 

    Giovanni Malagò eletto nuovo presidente del Coni | immagini dal web
    Giovanni Malagò eletto nuovo presidente del Coni | immagini dal web

    Giovanni Malagò e la sua “squadra” avranno, dunque, questo compito senz’altro arduo ma tra i suoi supporters c’è chi mostra ampia fiducia nelle sue capacità di attuare questo cambiamento. In primis, Vittoria e Ludovica, le due figlie gemelle nate dalla relazione con l’attrice Lucrezia Lante Della Rovere, che sono giunte a Roma da Los Angeles per appoggiare il padre, e proprio a loro Giovanni Malagò ha rivolto il primo abbraccio dopo la notizia della vittoria a sorpresa che lo ha proclamato neo presidente del Coni. Subito dopo, in maniera sportiva (ed era proprio il caso di esserlo considerando la carica ricevuta, ndr) Giovanni Malagò ha rivolto un pensiero allo “sconfitto”, affermando che “è facile vincere ma è più difficile mettersi nei panni di chi non vince. Da sportivo ed in assoluta sincerità voglio fare un abbraccio a Lello (Raffale Pagnozzi, ndr)“.

    Quali i suoi propositi da neo numero uno del Coni? “Farò di tutto per onorare quella che per me è la più importante carica del Paese e non solo di questo Paese”. In attesa di conoscere in maniera specifica in che modo declinerà questo intento innovatore, le reazioni che sono giunte alla sua elezione sono contrastanti. In tal senso, se lo sconfitto Raffaele Pagnozzi ha mostrato grande fair play, congratulandosi e rivolgendo un in bocca al lupo al vincitore, il presidente uscente Gianni Petrucci non ha nascosto il suo disappunto sottolineando come “Pagnozzi resta il più grande di tutti”, precisando come per lui “questa è stata una sconfitta nonostante non fossi io il candidato”. 

    Entusiaste, invece, due delle più grandi atlete olimpiche dello sport italiano come la canoista Josefa Idem e la velista Alessandra Sensini che sottolineano all’unisono come “Malagò sia la persona giusta per il cambiamento, con un segnale di discontinuità rispetto al passato”. 

  • Pistorius sempre più nei guai: mazza insanguinata e steroidi

    Pistorius sempre più nei guai: mazza insanguinata e steroidi

    Da quella maledetta notte tra il 13 ed il 14 Febbraio, il trascorrere dei giorni non fa che incrinare sempre di più la sua posizione, la sua reputazione, la sua credibilità. Oscar Pistorius ed il suo “Mito” non esistono più, indipendentemente dal corso che la giustizia farà: la sua immagine è compromessa anche solo dall’ombra dell’omicidio intenzionale della sua fidanzata, ed a questo quadro già di per sè terribilmente grave si aggiunge anche la notizia del ritrovamento nella sua abitazione di una mazza da cricket insanguinata utilizzata probabilmente da Pistorius per sfondare la porta del bagno in cui la povera fidanzata si era rinchiusa per provare a scappare, oppure da lei stessa per provare a difendersi dalla furia di Pistorius. A ciò si aggiunge anche la notizia della telefonata di Pistorius ad un amico, Justin Divaris, prima di telefonare all’ambulanza: secondo quanto riferito dallo stesso Divaris, in quella telefonata Pistorius avrebbe confessato l’omicidio di Reeva Steenkamp supplicandolo: “portami via, ho ucciso la mia bambina”. Infine, ma non per importanza, il ritrovamento di sostanze dopanti ed in particolare di steroidi anabolizzanti, nella sua abitazione di Pretoria. Le sostanze dopanti sarebbero state assunte da Oscar Pistorius probabilmente per finalità sportive e, in tal senso, sarebbero state una delle cause del suo raptus omicida, un’esplosione di rabbia innescata dagli effetti collaterali di quegli anabolizzanti assunti. Per far luce su questo aspetto, l’atleta sudafricano è già stato sottoposto ai prelievi del sangue necessari a verificarne la presenza ed i risultati delle analisi verranno resi noti nei prossimi giorni.

    Pistorius, mazza insanguinata e steroidi | © AFP/Getty Images
    Pistorius, mazza insanguinata e steroidi | © AFP/Getty Images

    Doping e omicidio, un mix esplosivo per disgregare e frantumare in mille pezzi colui che era un ragazzo ammirato in tutto il mondo per la sua grande forza di volontà, per la sua tenacia nel volersi sentire normale e gareggiare con gli atleti non paralimpici, nonostante fosse costretto a fare i conti con le sue due protesi, in gara e nella vita. Un connubio che mostrava la faccia buona di questo ragazzo ventiseienne e che, però, è stato spazzato via bruscamente in una notte buia ed ancora misteriosa. Pian piano che i giorni trascorrono continuano ad emergere tasselli sempre più inquietanti che continuano ad aprire crepe su crepe nella sua possibilità di dimostrare la non volontarietà dell’omicidio che, ad oggi, pare assai improbabile anche a causa di alcuni “segnali” che sembrano divenire sempre più importanti, rappresentando dei “campanelli d’allarme” inascoltati fino alla notte di San Valentino.

    Basti pensare che, qualche settimana fa, in un elegante ristorante di Johannesburg, Oscar Pistorius si trovava a cena in compagnia del pugile professionista Kevin Lerena che fu protagonista, suo malgrado, di uno strano incidente rivelato in questi giorni alla stampa sudafricana.

    Oscar Pistorius, infatti, al ristorante avrebbe afferrato la pistola di un amico per dargli un’occhiata e tolse la sicura dall’arma: improvvisamente, partì un colpo che rimbalzò in terra e per pochi centimetri non colpì il pugile ad un piede. Pistorius si accorse della gravità della sua negligenza e, secondo quanto racconta lo stesso Kevin Lerena, si scusò immediatamente della leggerezza del suo gesto, che avrebbe potuto avere gravi conseguenze.

  • La Polizia non crede a Pistorius, ha voluto uccidere Reeva Steenkamp

    La Polizia non crede a Pistorius, ha voluto uccidere Reeva Steenkamp

    La notizia dell’uccisione di Reeva Steenkamp, trentenne modella e fidanzata di Oscar Pistorius, da parte dell’atleta sudafricano che la credeva un ladro introdottosi nella sua abitazione, ha sconvolto il mondo intero anche considerando la fama planetaria dell’atleta connessa alle sue prestazioni agonistiche ed al fatto che è entrato nella Storia come primo uomo al mondo a partecipare alle Olimpiadi nonostante abbia le gambe amputate. Le circostanze nelle quali è avvenuto il tragico episodio sono ancora da chiarire, anche se la versione raccontata agli inquirenti di Pretoria da Pistorius appena arrestato lascia molti dubbi e risulta essere poco credibile. Pistorius, infatti, ha dichiarato di essersi svegliato di soprassalto appena la sua fidanzata si è introdotta nella sua abitazione, e di aver sparato per difendersi ritenendo fosse un ladro impugnando la sua calibro 9 poi ritrovata sul luogo del delitto: i proiettili hanno colpito la malcapitata Reeva Steenkamp alla testa ed al braccio, facendola morire sul colpo stando alle prime ricostruzioni della Polizia Sudafricana. Almeno in apparenza, secondo la versione fornita dall’atleta agli inquirenti, si sarebbe trattato di un tragico incidente anche se nelle ultime ore si stanno rincorrendo voci e indiscrezioni che lasciano intuire uno scenario molto differente rispetto all’omicidio colposo e la stessa Polizia avrebbe escluso l’errore, facendo intendere di sospettare che l’omicidio fosse intenzionale. 

    Pistorius, la Polizia esclude l'errore | © Fred Duval/Getty Images
    Pistorius, la Polizia esclude l’errore | © Fred Duval/Getty Images

    Domani in tribunale alle ore 9 locali, ed alle 8 italiane, vi sarà la prima udienza a Pretoria, e Pistorius comparirà in aula per rispondere dell’omicidio della sua fidanzata così come comunicato dalla Procura della Repubblica, rimandando l’udienza che era stata in precedenza fissata per il pomeriggio odierno. In attesa di conoscere gli sviluppi connessi a tale udienza, si stanno diffondendo elementi di rilievo connessi alla vita privata della coppia che – a posteriori – sembra possano essere letti come preoccupanti “segnali” di ciò che è accaduto tragicamente quest’oggi, proprio nel giorno di San Valentino, la festa dedicata in tutto il mondo a chi si ama.

    Pare, infatti, che la Polizia sudafricana fosse a conoscenza di precedenti casi di violenza domestica avvenuti in quella lussuosa villa, e che anche nelle prime ore di questa mattina, i vicini di casa avessero udito urla e grida provenienti dall’abitazione di Pistorius, trasformatasi poco dopo, fra le 4 e le 5 del mattino, nella scena del delitto. Un aspetto che risulta essere ancora più inquietante se si considera che la bella fidanzata di Pistorius era testimonial di diverse campagne contro la violenza sulle donne e contro gli stupri, che in particolar modo in Sudafrica sono una piaga sociale molto radicata, e che solo qualche giorno fa la povera Reeva Steenkamp aveva postato sulla propria pagina Facebook un commento in cui si diceva fortunata di “potersi svegliare la mattina in una casa sicura e felice”, aggiungendo nella giornata di ieri tutta la sua felicità per l’arrivo del giorno di San Valentino, twittando con entusiasmo: “Sono così eccitata per questo grande giorno, dovrebbe essere un giorno d’amore per tutti. Può essere benedetto”.

    Avrebbe dovuto esserlo, ma purtroppo si è trasformato nel giorno della sua tragica scomparsa, proprio per mano dell’uomo che amava.

  • Arrestato Oscar Pistorius, ha ucciso la fidanzata

    Arrestato Oscar Pistorius, ha ucciso la fidanzata

    La notizia è di quelle terribilmente e tragicamente incredibili. Oscar Pistorius, l’uomo che ha scritto una pagina nuova non solo nella storia dell’atletica leggera, ma in quella di tutta la storia dell’umanità, è stato arrestato a Pretoria in Sud Africa, dopo aver ucciso in maniera, a quanto pare accidentale, la sua fidanzata, la bellissima modella 30enne Reeva Steenkamp. Secondo una prima, ma veritiera ed attendibile ricostruzione degli inquirenti, Pistorius avrebbe sparato alla sua fidanzata, credendola un ladro. Infatti, sempre secondo la ricostruzione dei fatti e la stessa confessione dell’atleta sudafricano, la Steenkamp si sarebbe introdotta di notte nella casa di Pretoria dove vive Pistorius nel quartiere esclusivo di Silver Lakes per fargli una sorpresa nel giorno di San Valentino. Una fatalità dai contorni a dir poco agghiaccianti. Infatti, la malcapitata si è introdotta in casa con le chiavi, ma i rumori hanno spaventato ed insospettito Pistorius, che ha aperto il fuoco, colpendo inavvertitamente la sua fidanzata con due fatali proiettili della sua pistola alla testa.

    Oscar Pistorius | © Bryn Lennon/Getty Images
    Oscar Pistorius | © Bryn Lennon/Getty Images

    La polizia, intervenuta dopo poco sul posto, ha ritrovato la pistola calibro 9 sul luogo del delitto ed ha condotto Pistorius in carcere, anche se in un primo momento non ha rivelato agli organi di informazione l’identità del celebre atleta sudafricano. La maggior parte dell’opinione pubblica sudafricana al momento ha condiviso la tesi sostenuta da uno sconvolto Pistorius. La sua reazione pare sia dovuta anche all’aumentare negli ultimi mesi dei crimini e dei furti in appartamento in tutto il Sud Africa e nella stessa capitale Pretoria. Nelle prossime ore, ad ogni modo, sono attesi sviluppi su una notizia sconvolgente, che rapidamente ed inevitabilmente ha fatto il giro del mondo.
    Oscar Leonard Carl Pistorius, nato a Johannesburg il 22 novembre del 1986, è stato il primo uomo a correre con le gambe amputate alle Olimpiadi, avvalendosi di protesi inferiori costruite in fibre di carbonio. L’atleta subì una faticosa operazione quando era ancora bambino in seguito ad una grave malattia. Alle Olimpiadi di Londra del 2012 è giunto fino alla batteria delle semifinali dei 400 metri con il tempo di 45,44”, facendo parlare tutto il mondo non soltanto sportivo di un risultato sensazionale. Il Sud Africa allo stesso mondo rimane con il fiato sospeso in attesa di ulteriori sviluppi ed accertamenti su una tragedia dalla dinamica incredibile e sulle attuali condizioni di Oscar Pistorius.

  • Corona si è arreso, condanna da quasi 8 anni

    Corona si è arreso, condanna da quasi 8 anni

    Game over. The end. Fine della fuga per Fabrizio Corona, condannato a quasi 8 anni di carcere per estorsione ai danni di noti personaggi televisivi e sportivi, in particolar modo, la condanna è stata confermata nel processo ai danni dell’ex attaccante bianconero Trezeguet, reo di aver pagato sotto minaccia, circa 25 mila euro al Re dei Paparazzi per comprare delle foto compromettenti che ritraevano il giocatore in atteggiamenti intimi con una donna (mettendo a rischio così il suo matrimonio). Dopo anni di processi, scandali e amori finiti (vedi quello con Belen), Corona dovrà passare quasi un decennio di vita dietro le sbarre. Eppure ha tentato la fuga, arrivando fino alle porte di Lisbona con l’obiettivo di prendere il volo verso il Brasile o Santo Domingo… Tentativo fallito! Fabrizio Corona si arrende.

    I quattro giorni di latitanza gli costeranno la pena maggiore. Nessuno sconto ai 7 anni e 10 mesi di condanna. Secondo la polizia italiana, sentendosi braccato, ha deciso di costituirsi.

    Estorsione ai danni di Trezeguet. Corona condannato a 7 anni e 10 mesi di carcere © DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images
    Estorsione ai danni di Trezeguet. Corona condannato a 7 anni e 10 mesi di carcere © DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images

    La fuga – Un viaggio a bordo di una 500, durato ben 96 ore! A bordo un navigatore satellitare (decisivo per rintracciarlo) e un amico fidato. Un fuga frenata in parte dal mal tempo che ha colpito l’Europa, tanto da doversi fermare qualche ora al Colle di Tenda a causa della neve. Poi la lunga corsa verso il Portogallo, dove ad attenderlo c’erano dei vecchi amici portoghesi, pronti ad aiutarlo. Ma anche in questo caso, gli investigatori, grazie alla collaborazione dell’amico che ha aiutato Corona ad allontanarsi da Milano, sono riusciti a risalire a queste nobili famiglie disposte ad aiutare il Re dei Paparazzi. A questo punto, l’ex marito di Nina Moric vedendosi braccato, ha deciso di costituirsi, presentandosi volontariamente alla polizia portoghese.

    Le lacrime – Al momento della sua arresa, Corona sarebbe stato trovato in uno stato emotivo pessimo. Ha pianto, era avvilito.

    Le condanne – Il processo che ha coinvolto David Trezeguet è stato solo l’ultimo di tanti altri in cui ha ricevuto delle condanne definitive senza entrare in carcere. Infatti, se torniamo indietro di 2-3 anni troviamo le accuse, poi diventate condanne in:
    — detenzione di arma da fuoco
    —  uso e spaccio di banconote false
    — bancarotta fraudolenta
    — aggressione a pubblico ufficiale
    — corruzione

    Senza considerare gli altri provvedimenti giudiziari, dove ne uscì indenne come evasione fiscale e corruzione.

    Vita spericolata – Il 39enne catanese, un matrimonio alle spalle con Nina Moric e un figlio avuto dalla stessa showgirl (Carlos, 10 anni), non potrà certo dire di avere avuto una vita monotona, visti i tanti scandali in cui è stato coinvolto, d’altronde non ha mai nascosto la voglia di apparire e l’amore per i soldi. Disposto a tutto pur di raggiungere questi due obiettivi!

    Calciatori coivolti – Essendo Il Pallonaro, un blog sportivo, è giusto sottolineare tutti i giocatori coinvolti nello scandalo che costringerà Corona a scontare una pena di quasi 8 anni. Detto di Trezeguet, vero artefice “indiretto” di questa condanna, gli altri calciatori coinvolti negli ultimi anni sono stati Adriano, Coco e Vieri tra i più importanti. Mentre tra i “dirigenti” troviamo il celebre Lapo Elkann. L’arresto del Re dei Paparazzi sarà una manna dal cielo per i nostri calciatori? Probabilmente si, ma è anche giusto ricordare che, se non si ha nulla da nascondere, non ci si preoccupa troppo delle fotografie scattate…

  • Valentina Vezzali cede al fascino della politica

    Valentina Vezzali cede al fascino della politica

    Nella corsa alle candidature per le prossime elezioni politiche del 24 Febbraio, anche a causa del globale calo di interesse e di partecipazione, c’era da attendersi molti volti della società civile tra i candidati delle diverse liste, che fossero estranei alla politica ed alle sue logiche troppo note e, per questo, ormai non più credibili da parte degli elettori. In tal senso, la lista delle candidature per la Camera dei Deputati “Scelta Civica con Monti per l’Italia” del presidente Mario Monti presenterà soltanto volti mai prima d’ora coinvolti in politica e, tra questi, un volto “nuovo” per la scena politica ma di certo ben noto ai più, considerando la sfavillante carriera sportiva che l’ha portata ad essere anche la portabandiera azzurra alle scorse Olimpiadi di Londra 2012: la schermitrice Valentina Vezzali, jesina, pluricampionessa olimpica della scherma italiana.

    La Vezzali, dunque figurerà tra i primi cinque candidati della Lista Monti, insieme con Ilaria Borletti Buitoni presidente del Fai, Alberto Bombassei presidente di Brembo, Mario Sechi direttore del quotidiano “Il Tempo” e Luigi Marino presidente delle Confcooperative.

    Ciò che appare singolare, però, è il fatto che la stessa Valentina Vezzali qualche anno fa – nel 2008 – in pieno Governo Berlusconi, si era resa protagonista di un siparietto ai più non gradito, avvenuto negli studi televisivi di Bruno Vespa durante una puntata di Porta a Porta: la Vezzali era in tenuta da gara, con tanto di medaglie al collo e fioretto in mano, ed in studio era presente lo stesso Silvio Berlusconi al quale l’atleta azzurra regalò un fioretto personalizzato, lodandolo senza mezzi termini: “Credo che grazie a persone come lei possiamo sperare di andare avanti, di risolvere i problemi e di potercela fare” aggiungendo, poi, una frase che fece storcere il naso per l’allusione ardita e per l’eccessivo tono adulatorio: “da lei mi farei veramente toccare…”

    Valentina Vezzali candidata con "Scelta Civica" di Monti | ©  Dino Panato/Getty Images
    Valentina Vezzali candidata con “Scelta Civica” di Monti | © Dino Panato/Getty Images

    Ora, però, Valentina Vezzali sembra aver cambiato idea, voltando le spalle a Silvio Berlusconi, e ha deciso di lasciarsi coinvolgere con entusiasmo nel progetto-Monti, il quale in conferenza stampa ha spiegato le ragioni della sua candidatura sottolineando che “per dimostrare che l’Italia può vincere occorre affidarsi a persone che vincono”.

    Valentina Vezzali, dunque, si è detta onorata come “donna, come atleta e come italiana”, aggiungendo poi sul suo sito personale le motivazioni che l’hanno spinta a tuffarsi in quest’avventura tanto diversa dal suo ordinario, facendo leva proprio sul suo amore per l’Italia, sulla voglia di contribuire alla sua rinascita, dando il suo contributo personale a questo grande progetto di cambiamento della politica italiana proprio perchè “chi si è impegnato con successo nella vita deve mettersi a disposizione del proprio Paese quando c’è la possibilità di vedere sventolare con orgoglio il tricolore nel mondo”.

    Valentina Vezzali, però, ha già annunciato di non aver alcuna intenzione di rinunciare a continuare la sua carriera sportiva, che proseguirà come annunciato dopo Londra 2012 fino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, ma cercherà di destreggiarsi al meglio tra i due importanti impegni, anche con l’intento ambizioso di avvicinare il mondo dello sport a quello dei rappresentanti del popolo italiano.

  • Pistorius più veloce di un cavallo arabo. Il video spopola sul web

    Pistorius più veloce di un cavallo arabo. Il video spopola sul web

    Ama le sfide, è sudafricano e corre con le protesi di carbonio. Chi è? Non ci sono dubbi, si tratta di Oscar Pistorius, velocista diventato famoso oltre che per la sua disabilità anche per la forza e il coraggio di partecipare alle gare (con ottime prestazioni) anche con i normodotati. Ma stavolta vogliamo parlarvi dell’ennesima sfida dell’atleta sudafricano nella manifestazione “Definitely Able – Run Like the Wind” che tradotto vuol dire “Decisamente Abile – Correre Come il Vento“, dove ha sfidato un cavallo arabo purosangue. Il tutto si è svolto in Qatar, esattamente a Doha, davanti ad una buona cornice di pubblico. Lo scopo dell’esibizione, secondo il 26enne velocista, era di far vedere che con la determinazione, la forza e il coraggio si può ottenere qualsiasi risultato.

    La gara– La sfida si è disputata nel percorso di 120 metri del circuito di Aspire. L’atleta 26enne, partito con 15 metri di vantaggio, ha battuto con un leggero margine il cavallo arabo purosangue “Maserati”.

    Oscar Pistorius
    Pistorius impegnato nella sfida contro “Maserati” © KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images

    Soddisfazione – Oscar Pistorius si mostra contento davanti alle telecamera dopo la corsa, sottolineando come non fosse importante la vittoria, ma il messaggio da mandare a tutte le persone che trovano difficoltà a superare gli ostacoli. La scelta del cavallo arabo ha delle fondamenta, infatti in Arabia, viene considerato simbolo di forza e resistenza.

    Pistorius – Entrato nella storia delle Olimpiadi per aver partecipato ai Giochi Olimpici di Londra, l’atleta è stato acclamato dal pubblico presente nel circuito e il sudafricano non ha potuto fare altro che omaggiare i propri fan con foto, autografi e qualche intervista lampo sull’impresa – sfida appena conclusa.

    Evento – Grandissima soddisfazione per gli organizzatori della Richard Attias & Associates, autori della manifestazione che si incentrava sui rapporti tra lo sport e lo sviluppo. I numeri dichiarati confermano il successo con la partecipazione di oltre tremila persone arrivate da 60 paesi di tutto il mondo.

    Ecco il video dell’impresa – sfida di Oscar Pistorius contro il cavallo arabo purosangue “Maserati”
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