Una follia di Salvatore Masiello poteva avere conseguenze ancora più gravi, il difensore napoletano del Bari nel prepartita di Coppa Italia contro l’Avellino ha avuto un diverbio con il giovane portiere Zlamal al seguito di uno scherzo orchestrato da Masiello e Caputo nei suoi confronti.
Ieri tutti i grandi ammiratori, compreso chi vi scrive, di Gabriel Omar Batistuta erano caduti nello sconforto più totale apprendendo la notizia della difficoltà dell’ex capitano della Fiorentina a camminare per più di mezz’ora causa il progressivo deterioramento dei tendini delle caviglie sottoposte, nella lunga carriera dell’Argentino, a continue infiltrazioni.
Dopo la Supercoppa italiana giocata ieri, anche nel calcio d’oltremanica è ora di fare sul serio, si assegna, infatti, oggi nella splendida cornice dello stadio di Wembley, la Community Shield. La competizione come da prassi viene disputata fra la squadra vittoriosa in Premier League e quella detentrice della coppa nazionale inglese, quest’anno, come accaduto ieri a Pechino, sarà un derby ad assegnare il primo trofeo inglese della stagione 2011-2012, si affronteranno, infatti, il Manchester United di sir Alex Ferguson e i cugini del City guidati dal nostro Roberto Mancini. La sfida si preannuncia calda e le due compagini, che già vantano un precedente nello stesso stadio risalente allo scorso Aprile e che vide i Citizens imporsi sui cugini Devils, di sicuro non si risparmieranno, aldilà del valore del trofeo un derby è pur sempre un derby. Moduli speculari quelli adottati dalla due squadre di Manchester, che useranno un classico 4-4-2. In casa City, la situazione non poteva essere migliore, gli uomini di Mancini arrivano alla partita dopo aver disputato un ottimo precampionato, ma senza l’asso argentino Tevez, sempre più lontano da Manchester, ma con un Aguero in più pronto a mostrare ai suoi nuovi tifosi di valere i 43 mln spesi dallo sceicco. La formazione del Mancio dovrebbe quindi vedere Hart fra i pali, Richards e l’ex laziale Kolarov esterni bassi e Lescott e Kompany coppia centrale a completare il pacchetto difensivo. A centrocampo Yaya Toure e Silva agiranno sulla linea dell’out e Milner e De Jong diga centrale, davanti probabile panchina per Bad Boys Balotelli, con Aguero a far coppia con Dzeko.
Dopo il patteggiamento di alcuni tesserati, tra cui il difensore dell’Ascoli Vittorio Micolucci e Stefano Bettarini che dovranno scontare una squalifica di un anno e due mesi, e del Chievo, costretto a pagare un’ammenda di 80 mila euro, il procuratore della Figc Stefano Palazzi ha avanzato oggi le sue richieste per le persone coinvolte nello scandalo del calcio scommese.
tuttosportRichiesta una penalizzazione di 7 punti, da scontarsi nel campionato 2011-2012, per l’Atalanta neo promossa in Serie A mentre i suoi due tesserati coinvolti, il capitano Cristiano Doni e il difensore Thomas Manfredini, rischiano una squalifica di 3 anni e 6 mesi, il primo, e 3 anni pieni, il secondo. Inoltre Palazzi ha chiesto la radiazione per l’ex bomber di Lazio e della Nazionale Beppe Signori, secondo gli inquirenti la mente della banda legata al calcio scommesse, (5 anni, il massimo della pena, più preclusione) così come per l’ex capitano del Bari Antonio Bellavista, il portiere del Benevento e figura chiave della vicenda Marco Paoloni, il centrocampista dell’Ascoli Vincenzo Sommese, l’ex calciatore Mauro Bressan, il ds del Ravenna Giorgio Buffone, Massimo Erodiani, Gianni Fabbri, il difensore del Piacenza Carlo Gervasoni e Nicola Santoni. Per quanto riguarda gli altri club invece, detto già del Chievo, richiesta una forte penalizzazione anche per l’Ascoli, 6 punti da scontare nel prossimo campionato cadetto, e 90 mila euro d’ammenda, 14 punti per il Benevento più 30 mila euro d’ammenda, 9 punti per la Cremonese (30 mila euro d’ammenda) e 4 per il Piacenza (50 mila euro d’ammenda) mentre per Alessandria e Ravenna sono state richieste rispettivamente la retrocessione all’ultimo posto e l’esclusione del campionato di competenza. Di seguito tutte le richieste del procuratore federale: CLUBAtalanta: 7 punti di penalizzazione da scontare nel 2011-12. Ascoli: 6 punti di penalizzazione da scontare nel 2011-12 più 90 mila euro di ammenda. Verona: 50 mila euro d’ammenda. Alessandria: retrocessione all’ultimo posto del campionato di competenza. Benevento: 14 punti di penalizzazione da scontare nel 2011-12 più 30 mila euro d’ammenda. Reggiana: 2 punti di penalizzazione da scontare nel 2011-12 Ravenna: esclusione dal campionato di competenza più 50 mila euro d’ammenda. Piacenza: 4 punti di penalizzazione da scontrare nel campionato 2010-11, più 50 mila euro d’ammenda. Cremonese: 9 punti di penalizzazione da scontare nel 2011-12 piu’ 30 mila euro d’ammenda. Viareggio: 1 punto di penalizzazione da scontare nel 2011-2012 Spezia: 1 punto di penalizzazione da scontare nel 2011-12. Taranto: 1 punto di penalizzazione da scontare nel 2011-12. Portogruaro: 50 mila euro d’ammenda. Virtus Entella: 40 mila euro di ammenda. Sassuolo: 50 mila euro d’ammenda. Cus Chieti: 1 punto di penalizzazione piu’ 4 mila e 500 euro di ammenda. Pino Di Matteo: 12 punti di penalizzazione da scontare nel 2011-12 piu’ mille e 600 euro d’ammenda. TESSERATIGiuseppe Signori (tecnico): 5 anni di squalifica più preculsione, più 1 anni e 6 mesi di squalifica in continuazione. Marco Paoloni (Benevento): 5 anni di squalifica più preculsione, più 5 anni di squalifica in continuazione. Cristiano Doni (Atalanta): 3 anni e 6 mesi di squalifica Thomas Manfredini (Atalanta): 3 anni di squalifica Massimo Erodiani (giocatore calcio a 5): 5 anni di squalifica più preculsione, più 8 anni di squalifica in continuazione. Vincenzo Sommese (Ascoli): 5 anni di squalifica più preculsione, piu’ 2 anni di squalifica in continuazione. Antonio Bellavista (tecnico) : 5 anni di squalifica più preculsione, più tre anni e 6 mesi di squalifica in continuazione. Giorgio Buffone (ds Ravenna): 5 anni di squalifica più preculsione, più tre anni e 3 mesi di squalifica in continuazione. Mauro Bressan (tecnico): 5 anni di squalifica più preculsione, più 6 mesi di squalifica in continuazione. Carlo Grevasoni (Piacenza): 5 anni di squalifica più preculsione, più 1 anno di squalifica in continuazione. Gianni Fabbri (presidente Ravenna): 5 anni di inibizione più preclusione. Nicola Santoni (tecnico Ravenna): 5 anni di squalifica più preclusione. Daniele Deoma (tecnico): 1 anno e 9 mesi di squalifica. Giorgio Ventroni (presidente Alessandria): 5 anni di inibizione. Leonardo Rossi (tecnico Ravenna): 3 anni di squalifica. Antonio Ciriello (vicepresidente Ravenna): 4 anni di inibizione. Daniele Quadrini (Sassuolo): 1 anno di squalifica. Davide Saverino (Reggiana): 3 anni di squalifica.
E’ cominciato, questa mattina all’Hotel Parco dei Principi a Roma, il processo sportivo sullo scandalo rappresentato dal calcioscommesse e che interessa numerosi personaggi illustri del mondo del calcio nonchè numerose società sportive. I primi a prendere la parola sono stati gli avvocati delle difese che hanno presentato le eccezioni contro le società, Triestina, Monza, Sudtirol, Frosinone, Varese, che si sono costituite terze parti interessate. Dopo una breve sospensione da parte del collegio giudicante costituito dal Presidente Sergio Artico, Claudio Franchini, Amedeo Citarella, Luca Giraldi e Gianfranco Tobia, per decidere sull’accettazione o meno, ha deciso di ammettere al dibattimento le prime quattro e di escludere il Varese perché non interessata direttamente dal procedimento.
Grande spavento per El pibe de Oro, Diego Armando Maradona, a seguito dell’incidente che lo ha coinvolto ieri sera, nei pressi di Buenos Aires, ad Ezeiza, a pochi metri dalla sua abitazione, quando l’ex campione e cittì argentino ha perso il controllo della sua vettura, una Honda 4 x 4, e si è schiantato contro un pullman in un incrocio stradale, fra Araucaria e Los Talas, proprio mentre si stava recando a trovare la mamma, Dona Tota, 81 enne, ricoverata da circa una settimana in gravi condizioni all’ ospedale De los Arcos di Buenos Aires, nel Barrio de Palermo, e per le cui condizioni nei giorni scorsi Maradona si era dichiarato molto preoccupato.
E’ un Leonardo voglioso di raccontare tutta la verità quello che si presenta in conferenza stampa a Milano, stadio San Siro, svelando tutti i retroscena che hanno portato al suo addio all’Inter. L’ormai ex tecnico nerazzurro ha spiegato ai microfoni dei giornalisti tutto quello che è successo nell’ultimo mese:
Leonardo | Claudio Villa/Getty Images
Mi sembrava giusto raccontare, dopo questo mese, come sono andate le cose. E’ stato un mese, anzi, 2 anni agitati. La verità è che finita la Coppa Italia, ero molto felice per me per questa vittoria, la prima da allenatore. 6 mesi di Inter, molto intensi, visto anche il mio passato. Avevo deciso di fare le mie vacanze, dopo il periodo in Brasile avevo appuntamento col presidente per organizzare la stagione e stavo lavorando proprio per questo“.
“Poi è arrivata la chiamata del Paris Saint Germain, con loro ancora non ho firmato nulla, mi hanno cercato molto in questi anni, sia nel 2004, sia nel 2006, che nel 2008. Stavolta è arrivata un’altra chiamata che mi ha fatto tanto piacere, ho un legame forte con questo club, con il quale ho giocato. Loro mi hanno invitato a conoscere un possibile progetto, non era ancora stato acquistato dai nuovi proprietari. Io sono stato più volte cercato e l’ho comunicato al presidente, dicendogli che non sapevo cosa fare, anche rispetto alla mia vita. Con Moratti c’è un rapporto straordinario, non credo che voi lo possiate capire. Abbiamo parlato di tutto, della situazione, dei nuovi investitori, del progetto. Sono andato a Doha, l’11 giugno, prima di andare in Brasile: mi raccontano tutto, li conoscevo già. Sono le stesse persone che si stanno occupando anche del Mondiale del 2022, sono già nel calcio“.
“A questo punto la mia prima risposta è stata di dire loro la mia impossibilità al trasferimento al PSG. Ho fatto presente che ormai la nuova stagione era già in corso. Poi ho incontrato Moratti e lì è scattato qualcosa che non mi aspettavo veramente. Lui mi ha detto che era una cosa bella, io ho detto che preferivo andare in Brasile e pensarci bene. Mi ha trattato come se fosse un padre, ho parlato con i suoi figli e mi hanno confermato che si comporta così, se lui crede che una cosa sia positiva per noi lascia che si decida per il nostro meglio. Le cose non erano ancora state decise quando, per la logica del mercato, dei contatti, è venuta fuori la cosa di Bielsa, del contatto con l’agente ed è esploso tutto, si è innescato un meccanismo incontrollabile, che ha creato un casino della madonna. Io rispetto i giudizi di tutti, ma sono venute fuori troppe cose, si è creata una situazione insostenibile“.
“Sono sempre stato a disposizione dell’Inter per rimanere, io non ho trattato con il Paris S.Germain fino a tre giorni fa. Ricordate la dichiarazione di Moratti prima dell’ingaggio di Gasperini, quando diceva che ero ancora l’allenatore dell’Inter e potevo restare. Moratti è una persona che per come mi ha trattato è eccezionale. Mi dispiace molto non essere più l’allenatore dell’Inter, parlo soprattutto di quello che ho creato con tutto l’ambiente, la dirigenza, la gente della Pinetina. Per me tutto questo gioco è stato un privilegio, mi sono capitate delle cose difficili, ma straordinarie. Non ho ipotizzato mai questa situazione. Quando è arrivata la proposta del PSG, ho pensato che era una cosa bella, magari per il futuro. Andare via dall’Inter oggi mi sembrava impossibile. Si ‘è creata una situazione insostenibile e si è arrivati a questo“.
“Io non indirizzo cose, o pensieri. Ho deciso di fare una conferenza stampa per chiarire le cose, giuro che è la verità. Non ho firmato niente, non ho mai parlato di soldi, non c’è niente di sicuro e ho iniziato a parlare per il nuovo ruolo al PSG da pochi giorni, da quando è finito il mio rapporto con l’Inter. Per me non è quello, fortunatamente non sto cercando niente, se non una sfida. Il PSG ha la nuova proprietà dal 30 giugno, da una settimana, anche loro non potevano fare niente. A prescindere dalle notizie, su di me uscivano giudizi. Dovevo fare un comunicato contro dei giudizi? Dovevo smentire una cosa che non c’è, vale a dire io al Psg?“.
“La tensione a Milano nei miei confronti? Non è il motivo di una mia partenza, è la mia vita, sarò sempre legato a Milano. Non pensavo che si potesse arrivare a dei livelli così alti, ma mi dispiace non tanto per me, quanto per il calcio italiano, perché queste cose lo fanno meno bello. Forse era una situazione non molto bella anche per l’Inter”. Galliani? Mi ha chiamato. Ci siamo allontanati negli ultimi tempi, però ci siamo sentiti. Nessun consiglio, lui ha solo cercato di capire se stavo bene. Non gli ho fatto delle confidenze sulla mia situazione. Aspettavo il momento di raccontare quello che ho vissuto. Mourinho? Ci siamo messaggiati, scherzavamo sulla situazione”. Non sono venuto qua a chiedere giustificazioni e comprensione, ho 42 anni! La situazione è stata creata per una possibilità che non era sicura, per il modo di essere presidente di Moratti che mi ha consentito di lasciarmi libero di scegliere. E’ nata un’incomprensione ed è diventata una situazione senza ritorno!“.
“Credo che nessuno nella mia carriera mi possa dire: ti ho fatto un favore. Preferisco non averne. Io le scorciatoie non le prendo. Gasperini? Non ha bisogno di consigli, è molto più esperto di me come allenatore. Troverà una squadra con tanta voglia. Faccio tantissimi auguri a lui e all’Inter. Calciopoli? Giudicare oggi è difficile, è la conseguenza di ieri. Questa base deve essere curata, altrimenti tra 3 mesi verrà fuori un altro problema. E’ alle origini che la cosa è molto debole!“.
“Pensare di tornare indietro è veramente inutile, la vita infatti va avanti, c’è sempre stata la chiusura di qualcosa e di conseguenza l’apertura di qualcos’altro. Mi dispiace perché tutto è successo in un modo che non è stato bello per nessuno. Ma questo è un giorno che per me è importante, perché è la chiusura del mio rapporto con l’Inter“.
Stefano Palazzi, procuratore federale incaricato di condurre gli interrogatori sulla vicenda calcioscommesse, preannuncia che la presente sarà una settimana intensa per l’inchiesta, “molto calda”.
Dopo tanti episodi negativi nell’ultimo mese, dall’incidente che lo ha coinvolto alla morte del suo amico che viaggiava con lui, alla morte delle altre due persone coinvolte che viaggiavano nella macchina che si è scontrata con il suv Toyota del calciatore, all’accusa di omicidio colposo, giunge una buona notizia per Hugo Campagnaro, il giocatore argentino del Napoli divenuto noto, appunto, per una tragica vicenda assolutamente non calcistica.