La morte di Gheddafi è stata accolta positivamente da tutta la comunità internazionale decretando la fine della guerra libica e di una dittatura che ormai da molto tempo opprimeva la Libia. A gioire per la fine della tirannia di Gheddafi c’è anche Claudio Gentile costretto a lasciare la Libia insieme a tanti altri italiani dopo il colpo di stato. “Sono felice per quello che è accaduto oggi, è la caduta, la fine di una dittatura che durava più di 40 anni. Migliaia di persone in Italia saranno contente di questo esito, sono certo che molti torneranno in Libia. C’era molto rancore nei confronti di Gheddafi che aveva colpito gente che non c’entrava niente. I miei zii mi hanno raccontato di aver dovuto lasciare tutto, dai soldi ai gioielli, è stato duro per la gente che lì si era costruita un futuro” Il campione del mondo dell’82 conferma poi la volontà di guidare la nazionale “Mi è stato chiesto se accettavo questo incarico, so che non è prestigioso ma lo faccio per una questione affettiva. Mi sento legato a questo Paese e se posso dare una mano, la do volentieri”.
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Base jumper vivo per miracolo. Il paracadute non si apre. Video
Le immagini di Christopher Brewer stanno facendo il giro del mondo e il commento è univoco: si tratta di un miracolo. Il base jumper statunitense impegnato in uno dei suoi consueti lanci da un ponte ha concluso la sua vertiginosa discesa in un fiume alla velocità di 110 km/h per un problema al paracadute che si è aperto solo qualche secondo prima dell’impatto.
La notizia è però che il ventisettenne soccorso e portato in ospedale è fuori pericolo di vita avendo riportato solo la frattura al bacino e lesioni ai polmoni e alla spina dorsale. Il miracolo pare sia dovuto alla tuta che indossava il ragazzo che è riuscita in qualche modo ad opporre resistenza all’aria riducendo la velocità d’impatto.
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Napoli, accoltellati due tifosi del Bayern
Questa sera in un San Paolo che va verso il tutto esaurito si affronteranno Napoli e Bayern Monaco per la terza giornata di Champions League che vale il primato nel Gruppo A. Ma la giornata, che avrebbe dovuto essere solo di festa, è stata purtroppo macchiata da un episodio di violenza. Nella notte infatti sono stati accoltellati, nel centro della città, nei pressi di Piazza Garibaldi, due tifosi tedeschi, rimasti vittime di un’agguato teso loro da alcune persone a bordo di due motorini. Fortunatamente i due supporters bavaresi sono rimasti feriti in maniera lieve. Soccorsi all’ospedale Loreto Mare, le due vittime, di 42 e 47 anni, sono stati curati e dimessi dal nosocomio napoletano. Secondo quanto hanno riferito alle forze dell’ordine, i due sono stati sorpresi alle spalle dai propri aggressori e quindi senza avere la possibilità di difendersi. Sull’episodio, spregevole, arriva immediata la condanna del sindaco di Napoli Luigi De Magistris:
“Episodi del genere offendono lo spirito di festa e attesa positiva che sta caratterizzando la città in queste ore e vanno assolutamente condannati, soprattutto da parte di chi ama lo sport e il calcio in quanto occasioni di divertimento e di aggregazione“.
Purtroppo però l’immagine di Napoli è stata ancora una volta macchiata per colpa dei soliti imbecilli che non hanno niente a che fare con le tantissime migliaia di persone civili che avrebbero solo voluto godersi una bellissima serata di sport.
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Dan Wheldon è morto, tragedia in IndyCar a Las Vegas. Video
Finisce in tragegia la gara di IndyCar di Las Vegas con un incidente shock che ha coinvolto ber 13 monoposto ed è costata la vita a Dan Wheldon nonostante i soccorsi e il trasporto in elisoccorso in ospedale siano stati pressocchè immediati.
Il pilota non ha potuto far nulla evitare il groviglio di macchine innescato da Wade Cunningham dopo 12 giri andando a sbattare decollando poi in area prima di fermare la sua corsa contro le recinsioni. La sua autovettura oltretutto ha preso fuoco.
Wheldon vincitore della 500 miglia di Indianapoli era fuori dal giro in questa stagione ed ha accettato la proposta del CEO della IndyCar per l’ultima corsa della stagione cercando di accaparrarisi il premio di 5 milioni di dollari messo in palio per il vincitore “disoccupato” della corsa. Di seguito vi proponiamo il video tratt0 da Youtube e qualche immagine del cruento incidente sul circuito di Las Vegas.
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Ciclismo, il C.T. Paolo Bettini indagato per Abuso d’Ufficio
Una carriera da corridore sublime, unanimemente riconosciuto come uno dei corridori di classiche più forti di tutti i tempi ma una vita fuori dalle competizioni con alcuni grattacapi per il C.T. Paolo Bettini Il c.t. della Nazionale, dopo le note vicessitudini con il fisco, risulta essere indagato per abuso d’ufficio nell’ambito di una inchiesta antidoping della procura di Padova. Le accuse da parte dei magistrati riguardano un avvertimento che Bettini fece ad un corridore prima di un controllo antidoping. Dura la presa di posizione del presidente federale Renato Di Rocco: “Era un nostro accertamento medico. Bettini avvertì il corridore per il rispetto degli orari”. L’episodio su cui la procura di Padova indaga risale al raduno premondiale della Nazionale nel 2010, quando gli azzurri erano all’Hotel Le Robinie di Busto Arsizio, in vista dell’impegno di Melbourne. Nell’ambito dei controlli sulla salute degli atleti, la Federazione aveva deciso di svolgere analisi sui convocati. “Questo è un controsenso – dice Di Rocco – e il magistrato si informi bene. Era un controllo interno, di quelli che facciamo regolarmente. Bettini fece un sollecito perché l’atleta non mancasse”. Anche Bettini replica duramente alle accuse: ” sono allibito, nell’ambito delle mie funzioni di commissario tecnico e in accordo con la federazione ho avvertito tutti i corridori del controllo a tutela della salute per evitare che alcuni di loro giungessero in ritardo per gli esami. Lo faccio sempre, anche in vista del raduno prima del recente Campionato del Mondo di Copenhagen, mi sono comportato così”. Bisognerà fare assolutamente chiarezza sulla vicenda con la Federazione italiana che risulta essere tutta compatta attorno a Bettini. In una nota arrivata nella serata di ieri, la federazione ha precisato che: “a tutela della salute degli atleti, tali controlli preventivi sono assolutamente di routine con precise finalità antidoping. Tali controlli vengono effettuati sistematicamente dalla FCI nel primo giorno di ogni raduno della nazionali e del quale gli atleti devono essere ovviamente informati. E’ specifico compito del commissario tecnico, nell’ambito delle funzioni e nel rispetto delle direttive federali, secondo protocolli approvati dalla Federazione stessa, avvertire gli atleti di detti accertamenti medici”.
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Basket: Lite in un bar, muore Chauncey Hardy
E’ finita in modo tragico l’avventura di Chauncey Hardy in Romania: il giovane playmaker, appena 23enne, del Giurgiu ha pagato a caro prezzo una lite scoppiata in un bar trovando la morte in un periodo abbastanza felice di una vita fatta purtroppo di molti problemi: da ragazzo infatti Hardy ha avuto problemi con la legge per via del suo temperamento forte e per qualche brutta amicizia stretta nelle strade della sua città. Il basket però lo stava tenendo lontano dai guai e dopo 4 anni di Università a Sacred Heart per il ragazzo spunta l’occasione di giocare in Europa con il neo promosso Giurgiu nella Serie A romena. Hardy non si lascia scappare l’occasione: sabato aveva affrontato la Dinamo, battuta 91-86 dopo un supplementare nella seconda giornata del campionato. Ed il playmaker era stato decisivo con 22 punti, 6 rimbalzi e 9 assist. Dopo la vittoria, la seconda in 2 gare per il neopromosso Giurgiu, Hardy era uscito con i compagni a festeggiare in un bar. Qui però la lite con Ionut Adrian Tanasoaia, 25enne che si è costituito lunedì alla Polizia di Bucarest. Tanasoaia, che ora rischia 15 anni di carcere (e sono pure pochi), ha raccontato di aver colpito Hardy con un pungo dopo che il giocatore aveva avvicinato la sua ragazza per ballare con lei. L’omicida ha detto che Hardy ha sbattuto la testa contro il pavimento di cemento ed un’altra superficie dura. Secondo il referto del medico, il giocatore è arrivato in ospedale già in coma con una grave ferita alla testa e diverse lesioni. Il cuore del giocatore poi si è fermato anche 2 volte sul tavolo operatorio. E la seconda è stata fatale perchè non c’è stato modo di rianimarlo. Hardy spediva alla madre buona parte dei soldi guadagnati giocando in Romania. Purtroppo il tragico evento ci priva di un giocatore e di un uomo che avrebbe meritato una seconda occasione dalla vita dopo i suoi guai giovanili.
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Addio a Steve Jobs, da Del Piero a Lance Amstrong. Il saluto del mondo dello Sport
Tutti noi questa mattina abbiamo avuto un risveglio più triste. Chiunque quest’oggi ha avuto un pensiero per Steve Jobs il padre delle più grandi scoperte del nostro secolo, l’uomo che con le sue idee e la caparbietà ha stravolto le normali concezioni del mondo cambiandone i paradigmi e inoltrandolo in nuovi confini. E’ per questo che non ci stupiamo se anche il mondo dello sport apparentemente distante da quello di Steve Jobs ha avuto per lui quest’oggi un pensiero. Alessandro Del Piero, ad esempio, attraverso il suo sito ha scritto questa mattina “Come credo molti di voi, questa mattina mi sono svegliato con la brutta notizia della morte di Steve Jobs, uno che con la forza delle idee e della creatività ha provato a cambiare il mondo, almeno un po’. Di sicuro verrà ricordato come un grande del nostro tempo, a lui rivolgo il mio pensiero“. . Robinho e Sneijder invece attraverso i propri canali Twitter si sono limitati ad un conciso ma eloquente “Rip, Steve Jobs”. Andreas Iniesta ha riportato invece uno stralcio del significativo discorso che Jobs fece ai neolaureati dell’Università di Stanford che vi consigliamo di riascoltare. Serena Williams “Steve Jobs è il Thomas Edison dei giorni nostri. Ci mancherai ma la tua leggenda vivrà per sempre”. Eloquente anche il messaggio di Lance Amstrong che si dice fortunato di averlo potuto conoscere e passar del tempo con lui.
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Napoli-Milan: Le pagelle, Cavani show, Pato dov’è?
De Sanctis 7: Miracolo su Aquilani a parte, non è chiamato ad interventi ad alto coefficiente di difficoltà, ma proprio perchè il resto della serata lo trascorre in totale tranquillità, il valore della sua parata aumenta, soprattutto per il momento cruciale della gara in cui è arrivata. Maggio 7: copre e attacca, recupera e riparte, è un motorino instancabile su tutta la fascia destra, ha anche il merito di fare da ponte per il gol del pareggio di Cavani. Una pedina fondamentale per il gioco di Mazzarri. Gargano 7: Il centrocampista uruguaiano vince il ballottaggio con Dzemaili e garantisce non solo una grossa copertura in fase di non possesso palla, ma anche una velocità d’impostazione nella ripartenza per il contropiede, proprio da una sua brillante azione personale nasce il secondo gol del Matador Cavani. Hamsik 5,5: Dei tre tenori è quello che canta meno, non si vede quasi mai ed è spessissimo fuori dal gioco, poco pungente e poco incisivo. Il suo inizio di stagione di certo non è entusiasmante ma avrà tempo per recuperare, di certo da uno come lu ci si aspetta molto di più. Cavani 9: Il voto parla da sè, 3 gol uno più bello dell’altro, il suo rodaggio per questa seconda stagione all’ombra del Vesuvio è durato solo una partita, poi s’è sbloccato il matador, 1 gol a Manchester, 3 al Milan e tanta tanta corsa anche a verso la propria area di rigore, la particolarità di questo ragazzo è infatti che non solo segna gol a ripetizione ma spesso lo si ritrova a difendere al limite della propria area e ad impostare la ripartenza della squadra. Napoli (3-4-2-1): De Sanctis 7; Campagnaro 6,5, Cannavaro 6,5, Aronica 6; Maggio 7, Inler 6,5, Gargano 7, Dossena 6 (34′ st Zuniga 6,5); Hamsik 5,5 (19′ st Dzemaili 6,5), Lavezzi 6,5 (37′ st Pandev sv); Cavani 9. A disp.: Rosati, Fernandez, Santana, Mascara. Thiago Silva 6: Nesta ultimamente non sembra più quello dei tempi migliori e allora a tener su la baracca ci prova lui, di certo nulla può quando si vede spuntare maglie avversarie da tutte le parti e quando dal centrocampo alla difesa non c’è filtro e i napoletani sembrano passeggiare fino al limite dell’area sua terra di competenza. Nocerino 5,5: A Palermo era diventato insostituibile, a Milano dovrebbe sostituire Gattuso e Flamini, la terza scelta e onestamente a vederlo giocare ieri se ne capisce il motivo, non è un giocatore tecnico ma se viene a mancare anche la tenacia c’è poco da fare. Aquilani 6: E’ l’unico a dare un po’ di verve all’attacco milanista, segna la rete del momentaneo vantaggio e si divora quella del pareggio dopo l’uno-due del Napoli. Troppo poco però per uno che ha l’ingrato compito di sostituire Pirlo. Cassano 6: Ci prova con poca convinzione, la sufficienza è soprattutto per l’assist che regala ad Aquilani, poi troppe parole e pochi fatti, passa più tempo a lamentarsi con l’arbitro che a costruire qualcosa di buono per la manovra offensiva della propria squadra. Deve crescere e tanto se vorrà insidiare il posto dei rientranti Ibra e Robinho. Pato 4,5: Cavani s’è visto lui dov’è? Perde alla grande la sfida a distanza con il bomber azzurro e non si rende mai pericoloso in zona d’attacco. A tratti appare nervoso, da un fenomeno del suo livello ci si aspetta di gran lunga molto di più. Milan (4-3-1-2): Abbiati 5,5; Abate 5,5, Nesta 5,5, Thiago Silva 6, Bonera 5 (20′ st Antonini 5,5); Nocerino 5,5,Van Bommel 4,5 (20′ st Emanuelson 5,5), Seedorf 5; Aquilani 6 (32′ st El Shaarawi sv); Pato 4,5, Cassano 6. A disp.: Amelia, Yepes, Taiwo, Valoti.
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Cavani-Milan: 3-1
C’è solo il Napoli al San Paolo, un Milan evanescente subisce il contropiede degli undici di Mazzarri e torna a casa con molti interrogativi e una partita da dimenticare in fretta, fortuna per Allegri & co. che già mercoledì sarà campionato e i Campioni d’Italia avranno modo di rifarsi. Pensare che i rossoneri partono subito alla grande e all’undicesimo sono già in vantaggio con un splendido colpo di testa in tuffo di Aquilani che sfrutta al meglio la libertà concessagli dalla difesa partenopea e insacca su assist di Cassano. Neanche il tempo di esultare che è già pareggio e siglare il punto dell’1-1 è il solito Edinson Cavani che sfrutta un ponte di Maggio su punizione di Lavezzi e insacca sotto le gambe di Abbiati con un preciso diagonale. Parità ristabilita e partita che sembra incanalarsi in una dura lotta a centrocampo con scontri al limite del regolamento, ma ecco che al 35° è Gargano a dare la svolta, conquista palla al limite dell’area e percorre 60 metri di campo in velocità e senza trovare giocatori rossoneri ad ostacolare la propria corsa, il centrocampista uruguaiano arrivato al limite dell’area milanista appoggia la connazionale Cavani che da dentro l’area fa partire un bolide sul primo palo sul quale l’estremo difensore del Milan nulla può, 2-1 e San Paolo in delirio. Tre minuti dopo però ancora Aquilani avrebbe la palla per il pareggio liberato a tu per tu con De Sanctis, l’ex centrocampista di Roma e Juve incrocia col piatto destro sul secondo palo, ma il portiere partenopeo si distende e compie un mezzo miracolo con il braccio sinistro respingendo il tiro del milanista. Si va a riposo col vantaggio azzurro. Comincia il secondo tempo e il Napoli, ancora con Cavani chiude i conti, stavolta il gol è un mix di tecnica e fiuto del gol, azione insistita dei partenopei sulla destra Lavezzi mette in mezzo e su una respinta corta di Nesta, el Matador si avventa sulla palla e con un sinistro al volo di prima intenzione trafigge Abbiati e chiude la pratica Milan. I Campioni d’Italia senza Ibra e Boateng e con un Pato mai pericoloso perdono la bussola e non portano quasi pericoli alla porta difesa da De Sanctis, solo al 70° su una bella azione sull’asse Seedorf-Cassano, il barese mette in mezzo dalla linea di fondo un invitante pallone per il Papero rossonero che però prende male il tempo dello stacco e di testa manda sopra la traversa, ormai il Milan è poca roba e i padroni di casa riescono ad amministrare in maniera tranquilla il doppio vantaggio. Girandola di sostituzioni con Allegri che gioca la carta El Shaarawi, ma il faraone italiano non riesce a dare nessun aiuto in più alla manovra d’attacco dei suoi. Sono infatti ancora gli azzurri sospinti da un pubblico mai sazio ad andare vicini alla rete del poker, prima con un bel tiro dal limite di Dzemaili che esce fuori di poco e poi con Lavezzi che non sfrutta un invitante assist in profondità di uno splendido Cavani. La partita si trascina fino alla fine senza regalare altre emozioni, il Milan è poca cosa e il Napoli amministra le forze in vista del prossimo impegno infrasettimanale di campionato, il match si conclude dopo 3 minuti di recupero, con i giocatori di casa sommersi dai calorosi applausi dello splendido pubblico del San Paolo e con gli ospiti che lasciano il campo a capo chino e con la testa già a mercoledì