Tag: Cronaca

  • Mourinho Real Madrid, divorzio a giugno?

    Mourinho Real Madrid, divorzio a giugno?

    Mourinho sta vivendo il periodo più difficile della sua permanenza al Real Madrid. Dopo la discussione avuta in allenamento con Sergio Ramos e Casillas all’indomani dell’ennesima sconfitta contro il Barcellona, il tecnico portoghese ha dovuto subire l’onta della rivolta dei tifosi al Bernabeu, durante l’ultima sfida di campionato contro l’Athletic Bilbao (vinta in rimonta per 4-1). La trasmissione spagnola Punto Pelota lancia il “bombazo”, ovvero l’addio dell’allenatore “Blancos” a fine stagione. Ci sono poi le stesse dichiarazioni di Mou ai giornalisti iberici, che lasciano trasparire la volontà di abbandonare il transatlantico spagnolo. Mourinho Real Madrid, fine di un idillio?

    josè mourinho | ©OLAF KRAAK/AFP/Getty Images

    “LA PRIMA VOLTA” – C’è sempre una prima volta, in alcune occasioni può portare a drastiche conseguenze. Il dietrofront del Bernabeu nei confronti del “vate” di Setubal è una novità assoluta nella carriera dell’ex tecnico di Porto, Chelsea e Inter. La remuntada subita dagli uomini di Guardiola nell’andata degli ottavi di Copa del Rey ha acceso la contestazione del pubblico madrileno, sfociata infine nei copiosi fischi rivolti all’undici di Mou nella partita interna contro il Bilbao, anche dopo la notizia lanciata da Marca circa la polemica che ha avuto luogo nel quartier generale del Real fra il tecnico e la coppia spagnola Ramos-Casillas. “Non mi era mai successo, ma non c’è nessun problema, c’è una prima volta per tutto, queste le affermazioni cariche di ironia nei confronti dei supporter della squadra, ricordando anche come Zidane, Ronaldo e lo stesso CR7 sono stati oggetto in passato di pesanti contestazioni da parte del Bernabeu.

    “VIA IL 30 GIUGNO” – Nella stessa serata la trasmissione televisiva spagnola Punto Pelota ha messo in agitazione il club di Florentino Perez sostenendo come Mourinho lascerà la squadra a fine stagione, sia che ottenga un successo di rilievo (Liga o Champions) oppure concluda la carriera al Real con la sola Copa del Rey dello scorso anno vinta contro il Barcellona nell’unico Clasico dove il Barça è uscito sconfitto nell’ultimo anno e mezzo.

    VENTATA DI FUOCO – Lo stesso allenatore portoghese ha contribuito a gettare benzina sul fuoco terminando la conferenza stampa con frasi piuttosto eloquenti e che mai prima d’ora erano uscite dalla sua bocca. “Non sono stato io a volere il Real Madrid, mi hanno chiamato loro”, la presa di posizione forte di Mou, che ha aggiunto inoltre: “Io faccio solo il mio lavoro, e magari riesco ad aver successo e un giorno saranno altri a essere tristi”. Tifosi e Bernabeu sono avvisati. Altra tappa cruciale nell’avventura di Mourinho in Spagna sarà il ritorno del Clasico contro il Barcellona, in programma nella serata di domani. Una rimonta Real rimetterebbe tutto in discussione, mentre l’ennesima sconfitta farebbe piombare ai minimi termini la popolarità del portoghese fra i fan dei “Blancos”.

  • Lega Calcio, Cellino e Zamparini abbandonano “non c’è legalità”

    Lega Calcio, Cellino e Zamparini abbandonano “non c’è legalità”

    Non c’è pace nella Lega Serie A. Nell’assemblea convocata questa mattina per eleggere il vice presidente c’è stato l’abbandono del presidente del Palermo Maurizio Zamparini e quello del Cagliari Massimo Cellino. I due hanno manifestato il proprio disappunto nei confronti di una situazione “anti-democratica” (come dichiarato dallo stesso numero uno rosanero). La contemporanea assenza di Roma e Fiorentina ha fatto saltare il quorum, fissato a 14, per l’elezione del numero due in Lega, ruolo ricoperto nel recente passato da Rosella Sensi. Dopo tre tentativi, i presidenti della massima serie si sono arresi, consegnando al genoano Enrico Preziosi una vittoria di Pirro.

    Maurizio Zamparini | © Tullio M.Puglia/Getty Images

    “NON C’E’ LEGALITA” – Pesante presa di posizione da parte dei due presidenti più famosi fra gli appassionati di calcio, etichettati dalla stampa nazionale con l’epiteto di mangia-allenatori (entrambi sono primi nella speciale classifica anche durante questa stagione, grazie ai due esoneri fin qui realizzati, con buona pace per Pioli, Donadoni, Ficcadenti, Mangia). Il patron rosanero ha affermato che insieme a Cellino non torneranno più in Lega fino a quando non verrà ristabilita la legalità, la democrazia.

    IL POMO DELLA DISCORDIA – I “ribelli” si domandano il perché l’assemblea dei presidenti di Serie A non affronti la questione della presidenza, sulla cui sedia è riposta la figura virtuale di Maurizio Beretta, virtuale perché lo stesso Beretta ha presentato da alcuni mesi le dimissioni dopo l’autentica rivolta di quasi tutti i presidenti di A lo scorso novembre, i quali lo accusavano di immobilità (anche a seguito della vertenza con l’Assocalciatori per il varo del nuovo regolamento collettivo). L’ennesima occasione “sprecata” dai colleghi ha mandato su tutte le furie Zamparini e Cellino, spesso uniti nelle battaglie sindacali all’interno della Lega. Riusciranno insieme a mandare in tilt i lavori dell’assemblea e spingere dalla loro parte la maggioranza dei club ottenendo così una vittoria diplomatica storica per i club “minori” ?

  • Morto Joe Paterno, leggenda del College Football

    Morto Joe Paterno, leggenda del College Football

    E’ morto Joe Paterno, vera e propria leggenda del College Football NCAA. Il grandissimo e storico head coach se n’è andato all’età di 85 anni, compiuti giusto un mese fa il 21 dicembre, a causa di un tumore ai polmoni che non gli ha lasciato scampo.

    Joe Paterno

    JoePa” (questo il suo soprannome) aveva preso le redini della squadra di football college dei Penn State Nittany Lions nel 1966 dopo che nel 1950 era entrato a far parte del coaching staff, rimanendo saldamente al timone fino a quest’anno quando è stato costretto a dimettersi dopo che è stata portata alla luce una vicenda deprorevole ed estremamente triste in cui Paterno non era direttamente responsabile ma nella quale non si era comportato da persona giudiziosa: stiamo parlando di un’orrenda storia di pedofilia di cui si è reso protagonista il suo vice Jerry Sandusky che tra il 1994 ed il 2009 avrebbe abusato di 8 ragazzini. Nel 2002 un suo abuso fu visto da un altro allenatore dei Nittany Lions, Mike McQueary, che avvertì subito Paterno che anzichè rivolgersi alle autorità competenti segnalò il caso solo ai vertici universitari che per coprire l’eventuale scandalo non proferirono parola. Molti anni più tardi, la denuncia di questi ragazzi sui quali erano stati compiuti gli abusi, ha gettato nel fango non solo l’onore di Penn State University ma anche quello di “JoePa” che travolto dalle responsabilità morali (legalmente infatti non ha compiuto nessun crimine) attribuitegli un pò da tutta la stampa americana è andato lentamente incontro alla caduta del suo mito. Le conseguenze di questa vicenda sono state devastanti anche per la sua salute: i familiari in un comunicato hanno reso noto che Paterno ha combattuto fino alla fine con il suo male, come era nel suo stile da allenatore vincente che non molla mai, ma alcuni fans vicini al leggendario coach affermano che aveva da tempo lasciato che il tumore prendesse il sopravvento abbassando tutte le sue difese.

    Paterno non potrà neanche testimoniare al processo che vedrà Sandusky salire sul banco degli imputati per gli abusi sessuali da lui stesso perpetrati per anni. Su questo punto l’unica dichiarazione pubblica dell’head coach dei Nittany Lions, dopo il licenziamento, fu raccolta dal Washington Post e Paterno in quell’occasione disse che non aveva denunciato Sandusky perché non si riteneva adatto a gestire la situazione ed aveva paura di fare qualcosa che potesse mettere a repentaglio l’Università.

    Ritornando alla sua carriera l’ultima partita sulla panchina di Penn State è stata quella del 29 ottobre 2011, quando la sua squadra ha battuto Illinois 10-7 facendo registrare la 409ma vittoria che lo ha reso il coach piu’ vincente di sempre nella storia dei Nittany Lions. Solo 136 invece le sconfitte, in 38 delle sue 46 stagioni ha avuto un record positivo riuscendo a vincere ben 24 Bowls e 12 li ha persi. Per 2 volte ha conquistato il titolo NCAA, nel 1982 e nel 1986. 3 i successi nella Big Ten, la sua Conference e la squadra che vince questa divisione si porta a casa lo Stagg-Paterno Trophy, coppa intitolata a lui e ad Amos Alonzo Stagg (morto da quasi 50 anni) e questo fa capire la portata e lo spessore di questo grande allenatore.

    Addio grande coach JoePa…

  • Calcioscommesse, Andrea Masiello choc, 9 partite del Bari truccate

    Calcioscommesse, Andrea Masiello choc, 9 partite del Bari truccate

    Nella giornata di ieri Andrea Masiello è stato ascoltato per due ore dal procuratore di Cremona De Martino, che gestisce l’inchiesta dello scandalo scommesse. Il verbale dell’interrogatorio dell’ex difensore del Bari, ora in forza all’Atalanta, è stato secretato. Nonostante ciò, i quotidiani in edicola questa mattina hanno scritto riguardo il possibile allargamento dell’inchiesto a 9 incontri che la squadra pugliese lo scorso anno affrontò nell’ultimo scorcio di campionato, quando la retrocessione del club in Serie B era ormai praticamente certa. Mercoledì prossimo il giocatore è atteso dal procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, capo di un secondo filone d’indagine nel capoluogo pugliese.

    andrea masiello | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Sono sei le partite della società biancorossa sulle quali il pm De Martino avrebbe accertato l’avvenuta combine: Bologna-Bari 0-4, Bari-Chievo 1-2, Parma-Bari 1-2, Cesena-Bari 1-0, Bari-Sampdoria 0-1, e l’ormai famosa Palermo-Bari conclusasi per 2-1 (come dichiarato dall’ex difensore dei galletti Carlo Gervasoni, dove la combine fallì in quanto non venne raggiunto l’over con due gol di scarto da parte dei padroni di casa, a causa dell’errore dal dischetto del rigore del capitano rosanero Miccoli, dopo aver tentato il cucchiaio, il quale però era all’oscuro di tutto). Numerosi dubbi anche su altri tre match del campionato di Serie A dello scorso anno: Bari-Catania 1-1, Bari-Roma 2-3, Bari-Lecce 0-2.

    Inquietante il filone d’inchiesta seguito da Antonio Laudati, secondo il quale ci sarebbe lo zampino del clan Parisi nell’ambito del calcioscommesse, con riferimento specifico alla società pugliese. Il clan, avendo sotto controllo un’agenzia di scommesse a Londra, sarebbe riuscita attraverso le puntate illegali a riciclare denaro proveniente dal traffico di sostanze stupefacenti. Inoltre ricadrebbero numerosi indizi di colpevolezza sul gruppo degli Zingari, i quali avrebbero fatto da tramite fra i calciatori e lo stesso clan Parisi. Oltre ad Andrea Masiello, Carlo Gervasoni durante l’interrogatorio del 27 dicembre scorso aveva fatto il nome di altri cinque giocatori del Bari: Alessandro Parisi (Torino), Nicola Belmonte (Siena), Marco Rossi (Cesena), Simone Bentivoglio (Sampdoria), Daniele Padelli (Udinese).

  • Morto Franco Cimminelli ex presidente Torino

    Morto Franco Cimminelli ex presidente Torino

    Franco Cimminelli è morto nella mattinata di oggi in una clinica milanese, dove si trovava ricoverato in attesa di un’operazione alle vertebre. Causa del decesso un ictus improvviso che ha colpito l’ex presidente del Torino. Cimminelli aveva 75 anni. Noto imprenditore calabrese, aveva fondato nel 1972 la società Ergom Materie plastiche S.p.a (confluita successivamente in Magneti Marelli, e ridenominata Plastic Components and Modules Automotive), la cui sede principale si trova a Grugliasco Torino (TO).

    Franco Cimminelli | foto La Stampa

    Nel mondo del calcio Cimminelli non ebbe molta fortuna. Prelevò il Torino al termine della stagione ’99-00, quando i granata guidati da Mondonico retrocedettero in Serie B. Il campionato cadetto era diventato l’incubo per i tifosi del Toro, costretti a seguire la propria squadra del cuore per la quarta volta negli ultimi 5 anni nella serie minore. Il primo atto ufficiale di Cimminelli fu quello di nominare come presidente Attilio Romero. Il primo anno sembra quello della svolta. Dopo un avvio disastroso della squadra, sotto la gestione del nuovo tecnico Gigi Simoni, viene chiamato alla guida dell’undici granata l’allenatore della Primavera Giancarlo Camolese, che riuscì nell’impresa di risollevare le sorti della squadra con 8 successi consecutivi ed ottenere la promozione in Serie A chiudendo a quota 73 punti.

    Fu una delle poche gioie per Franco Cimminelli, che nei restanti 5 anni visse la retrocessione in Serie B nella stagione 2002-2003, il record negativo di presenze nella partita Torino Ascoli dell’anno successivo, con 899 spettatori presenti al Delle Alpi. Nel 2005 l’ultimo sussulto. Prima la risalita in Serie A, dopo aver battuto nella finale dei playoff il Perugia (vittoria per 1-2 in trasferta e sconfitta indolore tra le mura di casa per 0-1). In estate però lo choc che colpì l’ambiente del Toro e destò grande scalpore nei media. Alla squadra venne negata l’iscrizione nella massima serie a causa di mancanza di garanzie economiche. Umberto Cairo prelevò la società che dovette ripartire dalla Serie B grazie al Lodo Petrucci, Cimminelli patteggiò una condanna a due anni e otto mesi per il crac finanziario.

  • Tifoso Genoa grave dopo scontro con poliziotto, era ubriaco

    Tifoso Genoa grave dopo scontro con poliziotto, era ubriaco

    Un tifoso del Genoa, Massimo Moro, è stato ricoverato in ospedale in seguito ad una colluttazione con un poliziotto. Il 38enne era stato fermato all’ingresso dello stadio San Siro dove si era recato in compagnia del cognato e di due amici per assistere al match di Coppa Italia, disputat ieri sera, Inter – Genoa perchè, secondo la versione data dalla Questura, visibilmente ubriaco e perchè non avrebbe fornito la documentazione richiesta agli agenti.

    All’uomo è stato vietato l’ingresso e, separato dagli amici, mentre veniva portato al più vicino posto di polizia per un “normale controllo” è andato in escandescenza cercando di aggredire uno degli agenti soccorso prontamente da un collega, nella colluttazione l’uomo è caduto a terra sbattendo la testa e riportando, come si apprenderà poi, un trauma cranico e una lesione polmonare. Le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe in pericolo di vita. Il tifoso, che secondo le prime analisi avrebbe avuto un tasso alcolico di 3g/l nel sangue e il quale è stato ritrovato in possesso di sostanze stupefacenti, è in stato di fermo con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale piantonato dagli agenti nel reparto di rianimazione del Policlinico di Milano dove si trova ricoverato.

    I parenti di Massimo Moro hanno chiesto di fare luce sulla vicenda sollevando non pochi dubbi su quanto sia effettivamente accaduto e chiedono che i sanitari accertino se il loro familiare abbia riportato lesioni interne in seguito a delle percosse degli agenti. Queste le dichiarazioni del cognato del tifso genoano: “Vogliamo capire, per noi quello che è successo è inspiegabile abbiamo contattato un avvocato e stiamo cercando di capire i motivi per cui Massimo è ridotto in queste condizioni. Siamo arrivati a Milano per assistere alla partita e per una serata di festa e non ci saremmo mai aspettati che finisse così“.

  • Calcioscommesse, Andrea Masiello confessa, Bari nei guai

    Calcioscommesse, Andrea Masiello confessa, Bari nei guai

    Guai in vista per il Bari. L’ex difensore biancorosso Andrea Masiello ha deciso di vuotare il sacco, dopo esser stato trascinato nella gogna mediatica da Carlo Gervasoni riguardo lo scandalo del calcio scommesse. Il suo legale, Salvatore Pino, ha dichiarato che questo pomeriggio il suo assistito si presenterà alle ore 15 dal procuratore capo di Cremona, Di Martino. Mercoledì prossimo invece il giocatore si recherà a Bari dove il procuratore Antonio Laudati e il pm Ciro Angelillis stanno seguendo un altro filone dell’inchiesta che ha colpito il calcio italiano, facendo vittime illustri, come il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni. La società pugliese rischia una penalizzazione dai 3 ai 5 punti in campionato, ma rischia la retrocessione se accertata la colpa oggettiva del club.

    andrea masiello | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    80 MILA EURO PER PALERMO-BARI – Secondo quanto dichiarato dai difensori del calciatore agli investigatori, Andrea Masiello racconterà di come la scorsa stagione la partita di campionato Palermo Bari venne venduta da lui stesso e altri compagni di squadra che militavano nella società biancorossa. Ottantamila euro, questa la cifra che l’organizzazione degli “zingari” ha assegnato ai giocatori del Bari per truccare la partita. Una combine che non andò però a buon fine, in quanto il risultato preventivato era l‘over  in favore del Palermo con almeno due gol di scarto nei confronti degli avversari, mentre il match giocato al Barbera si concluse con il punteggio di 2-1 in favore dei padroni di casa, con il capitano rosanero Fabrizio Miccoli che sbagliò un calcio di rigore, volutamente procurato dalla difesa dei galletti. calciando con il cucchiaio. Lo stesso giocatore del Palermo, come testimoniato da Gervasoni, non era assolutamente a conoscenza della combine, e quindi non è mai entrato a far parte del registro degli indagati.

    NON SOLO MASIELLO – Oltre ad Andrea Masiello, Gervasoni durante la dichiarazione dello scorso 27 dicembre agli investigatori, fece il nome di altri cinque giocatori del Bari, i quali risultano attualmente indagati: Nicola Belmonte (Siena), Daniele Padelli (Udinese), Marco Rossi (Cesena), Simone Bentivoglio (Sampdoria), Alessandro Parisi (Torino).

  • Pepe calpesta Messi, stampa spagnola “vergognoso”

    Pepe calpesta Messi, stampa spagnola “vergognoso”

    Il difensore del Real Madrid Pepe è finito sotto l’occhio del ciclone dei media spagnoli, dopo aver platealmente calpestato la mano di Messi nel secondo tempo del Clasico di ieri sera, vinto dai blaugrana per 1-2 sul campo dei “Blancos”, valevole per l’andata dei quarti di finale di Copa del Rey. Sdegno unanime nei media spagnoli, e lo stesso tecnico del Real Jose Mourinho ha avuto parole di condanna contro il gesto del proprio difensore. Botta e risposta su Twitter fra l’attaccante del Manchester Rooney e l’ex bandiera del club spagnolo Guti, con l’inglese che definisce “idioa” il portoghese.

    pepe | © PEDRO ARMESTRE/AFP/Getty Images

    EROE IN NEGATIVO – La mossa di Mourinho di schierare Pepe come centrocampista centrale al fianco di Xabi Alonso e Diarra rivelava chiaramente il progetto del “vate” di Setubal, ovvero consegnare la gestione del pallone al Barça e giocare di rimessa con grande cattiveria agonistica in mezzo al campo. Una mossa già utilizzata in precedenti sfide contro la squadra di Guardiola, e spesso foriera di forti polemiche nell’immediato post partita. L’ultimo episodio è stato il cartellino rosso ricevuto nella semifinale d’andata di Champions League la scorsa stagione quando Pepe piombò su Dani Alves facendolo volare dal terreno di gioco. Il calciatore “imprescindibile” per Mourinho è stato espulso in altre due occasioni quando il Real ha incontrato il Barça, in campionato e nella Supercoppa spagnola.  L’aggressività del portoghese è esplosa al 21′ della ripresa quando decide di passeggiare letteralmente sulla mano del Pallone d’oro Messi. Non è stato l’unico episodio della “serataccia” del difensore madrileno, impreziosita da una clamorosa simulazione nel tentativo di spingere l’arbitro a punire un’inesistente gomitata di Fabregas.

    L’ATTACCO DEI MEDIA – Marca, quotidiano madrileno, definisce il comportamento di Pepe “Vergognozo”. As censura il gesto del centrale portoghese, riportando anche le parole del tecnico Mourinho, che nella conferenza del post partita ha affermato di essere “l’unico padre di questa sconfitta”. Eloquente il titolo del giornale catalano Sport, che sceglie come apertura “El Barca barre al Madrid mas sucio”, il Barcellona batte il Real Madrid più sporco, con chiaro riferimento a Pepe e la “passeggiata” sulla mano di Messi.

    CENSURA MOU – Lo stesso Mourinho critica pesantemente il fattaccio del suo connazionale e lo etichetta come “un gesto sicuramente censurabile se fatto intenzionalmente”. E’ molto probabile che la federazione di calcio spagnola prenderà una netta posizione nella vicenda Pepe-Messi, squalificando il calciatore del Real Madrid per numerose giornata di Liga. Il portoghese si rese già protagonista nella stagione 2008-2009 di una scazzottata in stile Far West nella partita contro il Getafe che gli costò dieci giornate di squalifica e un polverone mediatico senza precedenti in Spagna.

    ROONEY CONTRO GUTI – La bufera ha fatto presto il giro del mondo e anche i social network hanno vissuto ore frenetiche, con l’attaccante Red Devils che subito dopo il fallo da bollino rosso di Pepe ha rivolto parole al vetriolo contro il calciatore dei “Blancos”, definendolo un “vero idiota”. Non si è fatta attendere la risposta della bandiera del Real Madrid che risponde piccato all’inglese, affermando che sbagliare è umano, e se vuole essere un santo potrebbe dare l’esempio”. Real Madrid Barcellona, il Clasico è riuscito a diventare il derby planetario calcistico.

    IL VIDEO 

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  • Cuper nei guai, 200 mila euro dalla Camorra per 4 combine

    Cuper nei guai, 200 mila euro dalla Camorra per 4 combine

    Hector Cuper è finito in guai seri. Come riporta l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico di Inter e Parma avrebbe ricevuto dalla camorra una somma di 200 mila euro, portati in Spagna da alcuni affiliati e nascosti, come riporta la rosea, nei calzini e persino nelle mutande, per delle dritte sui risultati di alcune gare combinate. Questa volta però il campionato italiano non centra nulla perchè a finire sotto la lente d’ingrandimento della Dda di Napoli, che sta indagando su un filone dell’inchiesta riguardante il calcioscommesse e i clan affiliati alla camorra, sono due partite del campionato spagnolo e altrettante del campionato argentino.

    Hector Cuper | © MIGUEL RIOPA/AFP/Getty Images

    L’Hombre vertical, l’uomo tutto d’un pezzo come viene soprannominato, si sarebbe piegato dinanzi alle mazzette vendendosi alla camorra, accecato dalla bramosia del vil denaro. Ad inchiodare il tecnico, al quale viene contestato anche il reato di riciclaggio di denaro, una conversazione telefonica tra due presunti camorristi che se la prendevano con il tecnico reo di avergli “passato” dritte fasulle, una di queste quattro gare infatti non era terminata come aveva assicurato l’allenatore argentino.

    Cuper, interrogato sulla faccenda, avrebbe fornito delle spiegazioni vaghe e astruse cercando di giustificarsi affermando in un primo momento che quei soldi erano un prestito della suocera destinati al restauro di una casa salvo poi ammettere, incalzato dalle domande degli inquirenti, di aver incontrato realmente quegli uomini: “Questo tizio mi accusava, ma non sapevo perché. Io pensavo alla gara che dovevamo giocare e lui continuava a parlare. Perché non l’ho cacciato? Non so che cosa dirvi”.

    A questo punto gli inquirenti si aspettano che da un momento all’altro l’ex tecnico dell’Inter, uno dei protagonisti della celeberrima debacle nerazzurra del “5 maggio” all’Olimpico di Roma contro la Lazio che consegnò lo scudetto 2001-2002 alla Juventus, vuoti completamente il sacco e confessi così da poter allargare l’inchiesta e far luce su più aspetti possibili della vicenda e dell’intera inchiesta sul calcioscommesse, una pratica questa, come sta emergendo dai vari filoni, seguita da molti uomini dello sport apparentemente insospettabili, che si vendono per qualche migliaia di euro perdendo così l’onore e la rispettabilità, e denunciata, purtroppo, da pochi.

  • Fabrizio Corona condannato a 5 anni per estorsione a Trezeguet

    Fabrizio Corona condannato a 5 anni per estorsione a Trezeguet

    I propositi per il nuovo anno per Fabrizio Corona erano quelli di metter la testa a posto, facendo una vita più regolare e meno ad alta velocità, dopo anni di scorribande, eccessi, provocazioni e quant’altro.

    Fabrizio Corona | © DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images

    Oggi, però, giunge per lui una tegola che potrebbe in qualche modo minare la sua volontà di cambiamento, ossia la condanna a cinque anni di reclusione da parte della Corte d’Appello di Torino, relativa al caso di tentata estorsione ai danni dell’allora calciatore della Juventus, il bomber franco – argentino David Trezeguet, per un ammontare di 25.000 euro estorti e mai restituiti alla ex punta bianconera.

    In tal caso, i giudici hanno inasprito la pena inizialmente comminata, che era pari a tre anni e quattro mesi, anche alla luce del fatto che per Corona si tratta di una condotta reiterata, dopo i casi analoghi accaduti ai danni del pilota Marco Melandri e del calciatore brasiliano Adriano, quando si trattò sempre di utilizzo improprio di immagini private (quindi non di interesse pubblico) che non possono essere nè vendute nè archiviate, tantomeno facendo pressione sui soggetti interessati.

    All’epoca dei fatti, il 2009, il re dei paparazzi aveva estorto la somma a David Trezeguet a causa di alcuni scatti realizzati da un uomo dell’agenzia di Corona, durante alcune serate in giro per locali nella movida milanese, che lo ritraevano in compagnia di una misteriosa ragazza con la quale, con tutta probabilità e stando a quanto testimoniavano gli scatti in possesso del tatuatissimo Corona, avrebbe trascorso anche una nottata nel Maggio del 2009, perchè Trezeguet fu immortalato di buon mattino all’uscita dall’abitazione della ragazza in questione.

    La condanna, dunque, punisce severamente il compagno di Belèn Rodriguez che, però, per mezzo del suo stesso avvocato Giuseppe Lucibello non pare aver intenzione di evitare quegli atteggiamenti di vittimismo, che richiamano una “persecuzione legale” dovuta al nome “ingombrante” dell’imputato.