Tag: cristiano doni

  • Atalanta, striscione offensivo contro la Gazzetta. Società in silenzio

    Atalanta, striscione offensivo contro la Gazzetta. Società in silenzio

    Giornalisti contro ultras e viceversa. In mezzo, la società Atalanta. A Bergamo è scoppiata la polemica dopo che un giornalista della Gazzetta dello Sport ha deciso di scrivere un pezzo contro il tifo atalantino, o meglio, contro il capo ultrà della curva bergamasca, tale Claudio Galimberti (detto il Bocia). La risposta della Curva nerazzurra? Uno striscione con su scritto “La Gazzetta dello Sport e dell’infamia“. Frase forte e forse eccessiva, se vista dal punto di vista esterno, probabilmente normale per una tifoseria messa sotto accusa per qualche personaggio scomodo finito sotto la lente dell’inchiesta portata avanti dal giornalista sportivo. L’Atalanta Calcio non ha preso posizioni a riguardo, scatenando ancor di più la rabbia della redazione del giornale rosa che si aspettava almeno le scuse per la frase ingiuriosa esposta dai proprio sostenitori.

    L’INIZIO – “Atalanta curva pericolosa“. Questo è stato il titolo scelto dal giornalista della Gazzetta per aprire la sua inchiesta che non dev’essere piaciuta alla tifoseria bergamasca. Il pezzo parlava del maxi processo contro alcuni componenti del tifo nerazzurro e soprattutto contro il capo ultrà, accusato di associazione per delinquere. I fatti analizzati, trattano il periodo 2006-2012, coinvolgendo altri personaggi sportivi, legati alla maglia dell’Atalanta di quel periodo. Tra questi troviamo Antonio Conte (tranquilli juventini, non è a rischio squalifica!) reo di aver mandato un messaggio solidale a Galimberti al momento della conferma del Daspo, Cristiano Doni che aveva un rapporto privilegiato con l’ultrà. Anche l’allenatore Agostinelli avrebbe avuto contatti con il tifoso, alla ricerca di una sponsorizzazione per potersi sedere sulla panchina bergamasca. Ed infine, anche tra l’ex presidente Ruggerie Galimberti ci fu uno scambio di contatti alla ricerca di un colloquio con il questore per poter far calare la repressione.

    Curva Atalanta
    Lo striscione delle polemiche © Dino Panato/Getty Images

    LA RISPOSTA ATALANTINA – Non si è fatta attendere la risposta nerazzurra con lo striscione che ha scatenato molte polemiche. La Gazzetta non ha sopportato l’accostamento dell’aggettivo infamia al proprio quotidiano, difendendo l’operato sempre professionale del proprio dipendente.

    L’ATALANTA – La società atalantina ha preferito sorvolare sull’accaduto piuttosto che prendere una posizione netta sulla vicenda. Il club nerazzurro, sempre legato al proprio pubblico, probabilmente non vorrebbe mettersi contro i propri tifosi. Questo ha suscitato l’incredulità nella redazione del “quotidiano rosa” che si aspettava un minimo di buon senso e almeno un rimprovero alla propria curva. Proprio la Gazzetta, non sazia, lancia l’ennesima provocazione. Come è potuto entrare questo striscione se non è stato autorizzato dalla Questura?

    Certo, il Bocia è indifendibile (le condanne e le denunce ricevute testimoniano la non brillantissima condotta), ma generalizzare sulla violenza di una curva per colpa di una decina di personaggi molto scomodi (tutti legati al capo ultrà) non sembra la via più corretta per condannare il calcio violento e gli atteggiamenti intimidatori. Un passo indietro da parte di tutti, probabilmente sarebbe la via più giusta.

  • Calcioscommesse inizia il processo sportivo, Atalanta e Doni patteggiano

    Calcioscommesse inizia il processo sportivo, Atalanta e Doni patteggiano

    Era prevista per questa stamattina, presso l’ex Ostello della Gioventù al Foro Italico di Roma, l’apertura del processo sportivo inerente al primo filone del Calcioscommesse per il quale il procuratore federale Stefano Palazzi aveva deferito alla Disciplinare 61 tesserati e 22 società, fra queste 3 di Serie A (Atalanta, Novara e Siena) e 10 di Serie B, per 33 gare sospette e finite sotto inchiesta. La Commissione disciplinare, presieduta dal presidente Sergio Artico, da Claudio Franchini, Riccardo Andriani, Valentino Fedeli e Andrea Morsillo, era chiamata a valutare le richieste di stralcio dei calciatori in carcere e di patteggiamento. Accettate come parti terze interessate Cesena, Nocerina, Trapani e Vicenza, esclusi il Barletta perché non potrebbe ricevere vantaggi dall’esito del procedimento, Codacons e Federsupporter.

    La notizia principale è il patteggiamento richiesto dall’Atalanta (che ha trovato l’opposizione del Cesena) e da Cristiano Doni, quest’ultimo rinuncerà al ricorso presentato al Tnas, e accettato da Palazzi: la squadra orobica, dopo l’handicap del -6 della stagione appena conclusa, ha chiesto 2 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato mentre per l’ex fantasista la richiesta è di 2 anni di squalifica (a fronte dei 3 anni e mezzo chiesti dal procuratore federale). In totale le richieste di patteggiamento accettate sono 20 ora tutte al vaglio della Commissione Disciplinare. Nel dettaglio si tratta di:

    • Atalanta: 2 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Serie A e 25 mila euro di multa;
    • Ascoli: 1 punto di penalizzazione e 20 mila euro di ammenda;
    • Grosseto: 6 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Serie B e 40 mila euro di multa;
    • Livorno: 15 mila euro di multa;
    • Modena: 2 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Serie B;
    • Cremonese: 1 punto di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Lega Pro Prima Divisione e 30 mila euro di multa;
    • Frosinone: 1 punto di penalizzazione
    • Cristiano Doni: 2 anni di squalifica;
    • Carlo Gervasoni: 1 anno e 8 mesi di squalifica;
    • Filippo Carobbio: 1 anno e 8 mesi di squalifica;
    • Kewullay Conteh: 1 anno e 8 mesi di squalifica;
    • Alessandro Pederzoli: 1 anno e 4 mesi di squalifica;
    • Mirco Poloni: 1 anno di squalifica;
    • Francesco Ruopolo: 1 anno e 4 mesi di squalifica;
    • Antonio Narciso: 1 anno e 3 mesi di squalifica;
    • Dario Passoni: 1 anno e 2 mesi di squalifica;
    • Juri Tamburini: 10 mesi di squalifica;
    • Andrea De Falco: 6 mesi di squalifica;
    • Alfonso De Lucia: 5 mesi di squalifica;
    • Vittorio Micolucci: 4 mesi di squalifica;
    • Marco Cellini: 4 mesi di squalifica;
    • Nicola Mora: 4 mesi di squalifica;
    • Gianfranco Parlato: 2 mesi di squalifica
    Stefano Palazzi © Valerio Pennicino/Getty Images

    Empoli e Vicenza, attraverso i propri legali, hanno contestato i 6 punti di patteggiamento richiesti dal Grosseto considerando questa come una pena troppo lieve. Il giudice per le indagini preliminari Salvini ha accettato le richieste di scarcerazione per Acerbis e Turati disponendo per loro l’obbligo di firma mentre restano in carcere sia Stefano Mauri e Omar Milanetto.

    Questo l’elenco dei tesserati coinvolti nel calcioscommesse deferiti dal procuratore federale Palazzi alla Disciplinare:

    Paolo Domenico Acerbis, Andrea Alberti, Mirko Bellodi, Cristian Bertani, Davide Caremi, Filippo Carobbio, Mario Cassano, Edoardo Catinali, Marco Cellini, Roberto Colacone, Alberto Comazzi, Luigi Consonni, Kewullay Conteh, Achille Coser, Federico Cossato, Filippo Cristante, Andrea De Falco, Franco De Falco, Alfonso De Lucia, Cristiano Doni, Nicola Ferrari, Riccardo Fissore, Luca Fiuzzi, Alberto Maria Fontana, Ruben Garlini, Carlo Gervasoni, Andrea Iaconi, Vincenzo Iacopino, Vincenzo Italiano, Thomas Hervé Job, Inacio José Joelson, Tomas Locatelli, Giuseppe Magalini, Salvatore Mastronunzio, Vittorio Micolucci, Nicola Mora, Antonio Narciso, Maurizio Nassi, Gianluca Nicco, Marco Paoloni, Gianfranco Parlato, Dario Passoni, Alex Pederzoli, Alessandro Pellicori, Mirco Poloni, Cesare Gianfranco Rickler, Gianni Rosati, Francesco Ruopolo, Nicola Santoni, Vincenzo Santoruvo, Maurizio Sarri, Luigi Sartor, Alessandro Sbaffo, Mattia Serafini, Rijat Shala, Mirko Stefani, Juri Tamburini, Marco Turati, Daniele Vantaggiato, Nicola Ventola, Alessandro Zamperini.

    Questo invece l’elenco delle società:

    Albinoleffe, Ancona, Ascoli, Atalanta, Avesa, Cremonese, Pescara, Empoli, Frosinone, Grosseto, Livorno, Modena, Monza, Novara, Padova, Piacenza, Ravenna, Reggina, Rimini, Sampdoria, Siena, Spezia.

  • Atalanta niente sconti, il Tnas conferma il -6

    Atalanta niente sconti, il Tnas conferma il -6

    Il Tribunale Nazionale di arbitrato dello Sport, in breve Tnas, ha confermato quest’oggi la decisione di mantenere la penalità di sei punti per il campionato in corso ai danni dell’Atalanta, per le note vicende legate allo scandalo scommesse, sulle quali – come noto – indaga la procura di Cremona.

    In particolare, la società atalantina aveva presentato ricorso per la penalizzazione inflitta in classifica, che da inizio stagione ha costretto i bergamaschi ad un vero e proprio tour de force per lottare per la conquista della salvezza con la zavorra della penalità, ma il collegio arbitrale – presieduto da Bartolomeo Manna – ha respinto l’istanza promossa dal club, confermando in sostanza la decisione della Corte di Giustizia Federale. Resta, pertanto, confermata la responsabilità oggettiva per l’Atalanta, legata al coinvolgimento diretto nella vicenda del capitano della squadra, Cristiano Doni, già squalificato per tre anni e mezzo in seguito alle combine legate ad Atalanta-Piacenza del 19 Marzo 2011, e di Thomas Manfredini, che poi è stato prosciolto in secondo grado.

    Cristiano Doni | ©Claudio Villa/Getty Images

    La conferma della penalità, dunque, ha i suoi risvolti sulla classifica di serie A, considerando che la squadra di mister Colantuono si trova, attualmente, in nona posizione, con un buon margine “di sicurezza” rispetto alla zona calda e che, se non avesse avuto la penalità, avrebbe occupato la settima posizione, in piena lotta Europa League insieme a Roma, Catania ed Inter.

    Lo scandalo calcioscommesse, dunque, avrà ancora i suoi strascichi sul campionato di serie A, in un clima di attesa e di incertezza per i prossimi sviluppi della vicenda, anche alla luce di quanto annunciato da Enrico Mentana nel suo Tg de La 7 (come riportato ieri dal Pallonaro, ndr) che ha parlato di una “nuova ondata di arresti”, in particolare legati alla squadra del Bari, in cui molti giocatori si sarebbero direttamente attivati per mettere a punto delle combine nelle ultime nove partite del campionato 2010-2011.

    Una situazione destinata ad evolversi nelle prossime 24-48 ore, e che potrebbe minare ancor di più la credibilità del mondo del calcio di casa nostra.

  • Calcioscommesse, Mentana annuncia arresti in Serie A

    Calcioscommesse, Mentana annuncia arresti in Serie A

    Nuova puntata della telenovela calcioscommesse. Durante l’edizione serale del Tg di La7, Enrico Mentana ha annunciato una nuova ondata di arresti per le prossime 24/48 ore dei calciatori coinvolti nell’inchiesta partita l’estate scorsa dalla procura di Cremona per poi proseguire parallelamente a Bari. Alcuni nomi eccellenti hanno già conosciuto le patrie galere, come ad esempio il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e l’ex difensore del Bari Carlo Gervasoni. Nei giorni scorsi due uomini facenti parte del gruppo degli “zingari” si sono consegnati spontaneamente alla polizia. Una vera svolta è quindi attesa nelle prossime ore, quando la Procura del capoluogo pugliese potrebbe accendere i fuochi d’artificio.

    Notizia shock quella testimoniata dal direttore Enrico Mentana, il quale ha parlato di un’imminente ondata di nuovi arresti nel mondo del calcio. Tali dichiarazioni fanno seguito a quelle rilasciate dal capo della Polizia Manganelli, che un mese fa durante un convegno sullo sport a Roma aveva preannunciato la scure dello Stato sullo scandalo scommesse. Pare dunque essere giunta l’ora x, quella che potrebbe portare il calcio sull’orlo del baratro sportivo. Dopo Calciopoli il gioco più amato dagli italiani è pronto a subire l’ennesimo schiaffo morale. I più ottimisti vedono in scommessopoli grandi analogie con il precedente scandalo del 2006. Allora arrivò la vittoria nella Coppa del Mondo. Quest’anno gli Europei?

    enrico mentana | © Ernesto Ruscio/Getty Images

    Secondo le indiscrezioni coloro che al momento rischiano di più sono proprio i calciatori del Bari, in quanto gli inquirenti avrebbero in mano prove schiaccianti che dimostrerebbero le combine delle ultime nove partite dei biancorossi durante la stagione 2010-2011, quando i galletti retrocessero in Serie B. Dall’edizione di stamani del Messaggero si apprende che i calciatori indagati presso la Procura di Bari sarebbero Nicola Belmonte, Antonio Bellavista, Marco Esposito, Ghezzal, Marco Rossi, Andrea Masiello, Simone Bentivoglio, Alessandro Parisi, Daniele Portanova. Oltre agli stessi giocatori, pesanti sospetti ricadrebbero anche sul famoso infermiere Angelo Iacovelli (colui che avrebbe fatto da tramite fra squadra e organizzazione criminale), e alcuni ristoratori complici dei calciatori.

  • Calcioscommesse, Doni interrogato 3 ore in Figc

    Calcioscommesse, Doni interrogato 3 ore in Figc

    E’ stato un lungo interrogatorio, durato circa tre ore, quello cui è stato sottoposto questa mattina Cristiano Doni, ex capitano dell’Atalanta, davanti ai rappresentanti della procura federale della Figc, nello studio milanese di Via Montenero del suo legale, l’Avvocato Salvatore Pino, in merito all’ormai nota inchiesta della procura di Cremona sul Calcioscommesse, denominata “Last bet”, che ha coinvolto – tra gli altri – l’ex centrocampista nerazzurro, in particolare per alcuni match della scorsa stagione, come Atalanta-Piacenza, Atalanta-Ascoli e Padova-Atalanta.

    In merito all’interrogatorio odierno, pare non ci sia “nulla di nuovo da segnalare”, considerando che – secondo quanto emerso – Doni avrebbe confermato ciò che aveva già sostenuto durante l’interrogatorio reso alla procura di Cremona, ed in particolare nei confronti dell’autorità giudiziaria della città lombarda.

    In particolare, secondo quanto è emerso, questa mattina il calciatore non avrebbe rivelato alcun elemento che possa condurre al coinvolgimento di altri soggetti al di fuori di quelli già segnalati, anche se avrebbe riferito alcuni particolari ed alcuni dettagli particolarmente interessanti per la giustizia sportiva.

    Cristiano Doni arrestato nell'inchiesta Last Bet | ©Claudio Villa/Getty Images

    Il legale di Doni, inoltre, al termine dell’interrogatorio non ha voluto confermare che si sia discusso della partita tra Atalanta e Pistoiese, di oltre dodici anni fa, dell’agosto 2000, che secondo lo stesso Doni sarebbe stata oggetto di “combine”. Il legale Salvatore Pino, però, si è semplicemente limitato a sottolienare che, in riferimento a tale partita, si tratterebbe comunque di “un episodio già prescritto”.

    Al termine dell’interrogatorio, durato appunto tre ore circa, l’ex capitano dell’Atalanta ha comunque preferito non sottoporsi alle domande dei cronisti, andando via subito in taxi: dopo la decisione comunicata dal presidente del Coni Gianni Petrucci – presa di comune accordo con il presidente della Figc Giancarlo Abete – in merito alla necessità di non prendere assolutamente in considerazione l’ipotesi amnistia, probabilmente l’umore di Doni e degli (ormai ex) giocatori coinvolti non sarà affatto dei migliori.

  • Calcioscommesse, Mario Cassano interrogato nega tutto

    Calcioscommesse, Mario Cassano interrogato nega tutto

    Durante l’interrogatorio di ieri, Mario Cassano ha smentito categoricamente il suo coinvolgimento nello scandalo scommesse.  Il portiere del Piacenza si tira indietro dopo le accuse rivoltegli da Cristiano Doni e Carlo Gervasoni. Il giudice Guido Salvini non “incassa” alcuna confessione circa la combine di Atalanta-Piacenza, Siena-Piacenza e Mantova-Piacenza.  Con tutta probabilità Cassano verrà ascoltato insieme a Doni e Gervasoni per un confronto davanti al magistrato che potrebbe rivelarsi decisivo ai fini delle indagini, prima con l’ex capitano della squadra bergamasca e successivamente con l’ex difensore di Bari e Mantova.

    Il portiere del Piacenza ha affermato di non conoscere il centrocampista dell’Atalanta, che invece lo accusa per l’incontro di Serie B Atalanta-Piacenza del 19 marzo 2011. Nel precedente interrogatorio Doni aveva dichiarato che Cassano, in occasione del calcio di rigore poi trasformato dallo stesso calciatore  nerazzurro, gli avesse detto di calciare al centro e lui si sarebbe tuffato sulla sua destra (affermazione poi corrispondente all’esatta dinamica del rigore). Il portiere si difende dicendo che inizialmente non si mosse dalla posizione centrale e aveva cercato in ogni modo di parare il tiro, replicando la parata di cui si era reso protagonista un mese prima in un altro match del campionato cadetto.

     

    Rigettate anche le accuse di Carlo Gervasoni. L’ex difensore biancorosso ed ex compagno di squadra di Cassano, dichiarò di aver ricevuto un compenso di 20 mila euro come il portiere per la combine di Siena-Piacenza del 19 febbraio scorso e anche per il match Mantova-Piacenza, nel quale lo stesso portiere non era in campo perché squalificato.

    Una delle accuse più gravi che vengono mosse all’estremo difensore del Piacenza è quella di un presunto accordo con i bolognesi per ricevere 10 mila euro in cambio di ciascun gol subito volontariamente.

    Nel frattempo anche il centrocampista dell’Ascoli Alex Pederzoli nega le accuse che gravano sul proprio conto, dopo essere finito sul registro degli indagati.

  • Arrestato Mario Cassano consigliò a Doni dove batter il rigore. Video

    Arrestato Mario Cassano consigliò a Doni dove batter il rigore. Video

    L’indagine calcioscommesse continua nel suo corso e, questa mattina, è stata emanata un’ ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Mario Cassano, portiere del Piacenza, oltre che Angelo Iacovello, componente dello staff medico del Bari, utilizzato come “portadenaro” dai clan malavitosi. Le due ordinanze sono il culmine della terza fase dell’indagine denominata “Last Bet”, l’ultima scommessa, naturale prosecuzione delle fasi precedenenti, che fra giugno e dicembre hanno portato in carcere ben 33 persone, fra cui uomini di spicco del calcio fra cui l’ex bomber del Bologna e della Lazio Beppe Signori, Paoloni, Gervasoni, l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, solo per citare quelli più noti.

    Il portiere del Piacenza Mario Cassano, arrestato quest’oggi, è accusato di aver avuto un ruolo attivo nell’indirizzare gli esiti di alcuni match nella stagione di serie B 2008-2009 e 2010-2011. Secondo le indagini, le partite in questione sarebbero le seguenti: Piacenza-Albinoleffe, Siena-Piacenza, Piacenza-Mantova ed Atalanta-Piacenza, la gara in cui il portiere degli emiliani “consigliò” al capitano nerazzurro Cristiano Doni dove calciare il rigore, almeno stando alle dichiarazioni del capitano bergamasco.

    Mario Cassano arrestato scandalo calcioscommesse | ©Maurizio Lagana/Getty Images
    In tal senso, la procura di Cremona ha ormai concluso che il portiere del Piacenza sia stato coinvolto dall’organizzazione criminale che scommetteva e falsava gli incontri, ricevendo in cambio ingenti somme. Un reato, quello di frode sportiva, che coinvolge un portiere che nella sua carriera giovanile aveva ricevuto anche alcune convocazioni dall’Under 20, con 12 chiamate, ed anche dall’Under 21, senza però mai debuttare in campo. Nel 2002, inoltre, debutta in serie A in Parma-Fiorentina, disputando poi due partite in maglia Viola a causa delle assenze del portiere titolare Manninger.

    Mario Cassano, classe 1983, cresciuto nelle formazioni giovanili del Monza, padre di una bambina – Bianca – nata nel 2009 e sposato con Martina, finisce, così, in carcere soprattutto a seguito del filone di dicembre dell’inchiesta, quando l’ex compagno di squadra ed amico di Mario Cassano, Carlo Gervasoni, lo chiamò direttamente in causa per il suo coinvolgimento nelle combine delle quattro partite del Piacenza sopracitate.

    Mario Cassano vs Cristiano Doni il rigore di Atalanta Piacenza
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  • Calcioscommesse arrestato Cassano. Bufera Dainelli

    Calcioscommesse arrestato Cassano. Bufera Dainelli

    Il ciclone calcioscommesse continua a regalare sorprese facendo saltare fuori nuovi e clamorosi coinvolgimenti che mettono a serio dubbio la credibilità dell’intero sistema. Dopo i pesanti coinvolgimenti di due istituzioni come Beppe Signori e Cristiano Doni un’altra bandiera da ieri è finita nel mirino della giustizia sportiva: Dario Dainelli bandiera ed istituzione del Genoa spedito nell’ultimo giorno di mercato al Chievo. Il difensore del Grifone insieme ad Omar Milanetto, altro illustre nome spedito anzitempo fuori dal calcio che conta, secondo le ricostruzioni della Procura avrebbero avuto un ruolo centrale nella combine di Lazio Genoa. Secondo la Procura di Cremona i due avrebbero avuto contatti diretti con gli emissari degli “zingari” dai quali oltretutto avrebbero compensi economici dopo il “successo” nel match. Dario Dainelli ieri in lacrime ha smentito ogni illecito dicendosi stupito dal coinvolgimento non conoscendo oltretutto nessuno dei personaggi coinvolti nell’inchiesta.

    Mario Cassano arrestato scandalo calcioscommesse | ©Maurizio Lagana/Getty Images
    A difesa di Dainelli si schierano anche il patron del Genoa Enrico Preziosi che spiega il trasferimento come una conseguenza di una lite tra il giocatore e la curva nord “Sono mesi che si parla di questa partita. Non ci credo, qualora dovessero emergere prove ne prenderemo atto. Erano lì per un addio al celibato, in una discoteca dove vanno tutti i giocatori.” In rete invece inizia a passare la teoria di addii al Genoa proprio per il coinvolgimento diretto nel vortice calcioscommesse e la conseguente rottura con l’ambiente del Grifone.

    Questa mattina poi il calcioscommesse ha “regalato” nuovi sviluppi con gli arresti di Mario Cassano, portiere del Piacenza accusato di aver preso parte all’alterazione di almeno 3 incontri nel campionato di serie B 2010/201 (Piacenza-Albinoleffe, Atalanta-Piacenza, Siena-Piacenza) e del match Piacenza-Mantova nel 2008/2009. Cassano è stato oltretutto tirato in causa da Cristiano Doni per il match Atalanta Piacenza confessando di aver concordato come battere il rigore. Finisce in carcere anche Angelo Iacovelli, 44 anni, vicino agli ambienti sportivi del Bari e accusato di esser l’anello di congiunzione tra Ilievski e Gegic (capi della banda degli zingari) e i giocatori del Bari mediando agli accordi economici per l’alterazione delle partite.

  • Cristiano Doni alla Gazzetta dello Sport “sono uno stupido”

    Cristiano Doni alla Gazzetta dello Sport “sono uno stupido”

    Cristiano Doni si sfoga durante l’intervista alla Gazzetta dello Sport e ammette le sue colpe nello scandalo calcioscommesse, rivolgendosi a chi ancora non ha il coraggio di parlare e rivelare ciò che è realmente accaduto. Un Doni a 360° gradi quello che si racconta alle pagine della Rosea, e le sue dichiarazioni raggiungeranno gran parte della penisola.

    “SONO UNO STUPIDO” – Si definisce così Doni, auto-condannandosi per i suoi errori che l’hanno trascinato davanti alla gogna mediatica e portato dietro le sbarre di un carcere. Proprio quest’ultima esperienza ha segnato profondamente lo stato d’animo dell’ormai ex capitano dell’Atalanta. Il calciatore si ripeteva più volte durante la giornata di quanto fosse stato stupido e non si capacitava di come avesse potuto tradire la fiducia di migliaia di fan bergamaschi.

    Cristiano Doni | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    LA FERITA PIU’ GRANDE –  Proprio il male inferto alla sua squadra e ai tifosi della Dea rappresenta uno degli incubi rincorrenti del giocatore. Doni parla di una ferita che difficilmente verrà ricomposta, non cerca il perdono, ma si augura soltanto che i fan possano ricordare le tante gioie che in campo il giocatore Doni gli aveva regalato. Ha spiegato inoltre che non è intenzionato a lasciare la propria città, e nonostante tutte le difficoltà che potrà incontrare da qui in avanti, rimarrà a Bergamo, alla quale con tutta probabilità restituirà il premio di cittadino onorario conferitogli in passato.

    BASTA OMERTA’ – E’ il messaggio che Cristiano Doni lancia a coloro che ancora non hanno rilasciato dichiarazioni spontanee agli investigatori riguardo lo scandalo scommesse, giocatori e persone che sanno ma hanno paura di parlare per eventuali ripercussioni successive. Esalta Masiello come simbolo da seguire, e si dice ancora shoccato dopo aver appreso che il suo ex allenatore ai tempi dell’avventura in Spagna, Hector Cuper, il quale è indagato da Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) avendo ricevuto 200 mila euro in maniera sospetta, con gli investigatori che accusano l’ex allenatore dell’Inter di aver venduto 4 partite (due del campionato spagnolo e le altre due di quello argentino).

  • Pellissier intercettato, sospetti sul capitano del Chievo

    Pellissier intercettato, sospetti sul capitano del Chievo

    Sergio Pellissier, capitano del Chievo alla ricerca del centesimo gol in maglia gialloblu, non ha motivi per esultare in questi ultimi giorni dell’anno, segnati dalla seconda fase dello scandalo scommesse del calcio italiano.

    Sergio Pellissier | ©Dino Panato/Getty Images
    Al contrario, il suo nome è finito nel mirino per un’intercettazione “sospetta” riportata dal quotidiano la Repubblica, e riguardante i documenti allegati alle intercettazioni di Cristiano Doni ed i suoi interlocutori. In tal caso, l’intercettazione di riferisce ad una telefonata fra il capitano del Chievo, Pellissier appunto, ed un uomo dal marcato accento meridionale, al quale l’attaccante si rivolge in tono amichevole chiedendo testualmente: “Si può sapere quanto mi fai prendere da queste cose?”, con la pronta risposta dell’ interlocutore: “dai 250 ai 400”, la seguente risata di Pellissier e l’interlocutore che aggiunge: “Ho esagerato?” e Pellissier che precisa: “No anche un po’ di meno”.

    Il punto rilevante della questione riguarda il peso che si vorrà attribuire a tali parole, anche se la telefonata in questione è comunque stata considerata “rilevante”, poichè Pellissier è ritenuto coinvolto come compartecipe della manipolazione delle partite in cui è impegnata la squadra.

    In ogni caso, la società gialloblu, ed in particolare il presidente Luca Campedelli, si sono schierati dalla parte del giocatore, pur imponendogli ed imponendosi la linea del “no comment”, almeno finchè le cose saranno chiarite, anche se il presidente Campedelli ha comunque voluto precisare che “si butterebbe nel fuoco credendo all’estraneità di Pellissier ai fatti in questione”, riservandosi comunque di agire nelle opportune sedi per difendere la reputazione del Chievo Verona e dei suoi tesserati.

    Il legale dell’attaccante valdostano, l’avvocato Malagnini, inoltre, ha precisato quanto emerso già dal mese di giugno, all’avvio dell’inchiesta da parte della procura di Cremona, ossia che non sussiste la volontà di indagare il giocatore e che, pertanto, il polverone solleavato da tale intercettazione può essere racchiuso in un’ unica parola: “Millanterie”.

    Quel che realmente è stato, e quel che dovrà essere, lo si potrà scoprire soltanto quando la giustizia sportiva deciderà come pronunciarsi in merito, e sarà necessario attendere comunque almeno la fine di gennaio.

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