I minuti finali sono ancora una volta decisivi per il Milan di Allegri che dopo aver rimontato all’ultimo respiro il Torino supera il Celtic nei 10’ minuti conclusivi. (altro…)
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Il Milan giovane non sfonda. Bene Zapata, Bojan delude
Sia la Sampdoria che il Milan, erano due squadre che stavano attraversando un buon periodo di forma, soprattutto i blucerchiati, reduci dall’ormai nota vittoria in casa bianconera della scorsa giornata. I rossoneri presentavano un tridente offensivo giovanissimo formato da Bojan, El Shaarawy e Niang per infrangere la retroguadia doriana. Il Milan arrivava alla sfida di Marassi dopo i fatiscosi 120 minuti disputati in Tim Cup contro la Juventus: la partita, per dovere di cronaca, finì 2-1 per i bianconeri con la squadra di Allegri eliminata dalla competizione. Le previsioni erano dunque quelle che descrivevano la sfida come ricca di gol in quanto il Diavolo è solito sì far gol ma anche di concederne e la Sampdoria poteva vantare in zona offensiva il baby talento Icardi. Non è però andata così. Il Milan per la prima volta in campionato termina una partita sul risultato di 0-0. Era già successo una volta ma in Champions League contro l’Anderlecht.
FURIA SAMP – Il Milan ci mette un bel po’ di tempo prima di entrare in partita. Nei primi 15|20 minuti di gioco c’era in campo una sola squadra: la Sampdoria. I padroni di casa hanno rischiato di portarsi in vantaggio in più di un’occasione ma un Abbiati in versione super è riuscito a parare tutto. Prima ci prova De Silvestri, ma i guantoni del portiere rossonero respingono il tiro insidiosissimo dell’ex viola, poi è la volta di Poli che in due occasioni ha testato i riflessi dell’estremo difensore rossonero. Abbiati ha ben deviato in corner entrambe le conclusioni. La furia della Samp termina e il Milan può iniziare la sua partita. Nel primo, scialbo di occasioni, sono pochi i giocatori rossoneri a convincere. El Shaarawy è spaesato e non riesce mai ad accendere la luce. Bojan è costretto ad arretrare fino a centrocampo per cercare di impostare l’azione vista l’assenza di piedi buoni in mediana ma il catalano è spesso impreciso. Niang si impegna come può ma Allegri non può chiedere miracoli ad un ragazzo di diciotto anni all’esordio in Serie A. Il risultato di tutto è che il Milan non riesce a pungere e Romero non ha quasi mai da sentirsi impensierito: solo qualche conclusione da distanza siderale ma niente di serio.
ZAPATA OK – Il secondo tempo inizia così com’era terminato il primo. Il Milan è ormai entrato in partita e cerca di trovare il varco giusto per colpire i padroni di casa. La Samp, dopo i buonissimi minuti iniziali, si è spenta. Nonostante i 120 minuti sulle gambe della partita settimanale il Milan non decresce anzi, aumenta il proprio rendimento fino a confezionare una nitidissima palla gol. Bojan mette al centro un pallone tesissimo all’altezza della linea di porta. El Shaarawy non arriva all’appuntamento con il pallone, ci arriva Boateng che, solo con gran parte della porta sguarnita, calcia proprio dove Romero può far sua la sfera. La Sampdoria comunque si difende bene, buona la prestazione di Palombo a sostituire Berardi, e il Milan non avrà più palle gol importanti. Gli stessi padroni di casa provano ad osare di più ma i rossoneri hanno in Zapata l’uomo in più: il colombiano ha praticamente annullato Icardi, pericolo numero uno della Samp. L’argentino si può mettere in mostra quando, trovatosi a tu per tu con Abbiati dopo un regalo di Mexes, potrebbe segnare il gol del vantaggio ma la conclusione è da dimenticare. Il punteggio non cambia e il pareggio è sostanzialmente giusto. Occasione sprecata per i rossoneri: buona prova della Sampdoria di Delio Rossi che colleziona un altro punto contro un’altra big.
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Trofeo Berlusconi, occhi puntati su Zapata e Pogba. Gara particolare per Matri
Arriva ad una settimana dall’inizio del campionato il più classico dei tornei estivi italiani. Il trofeo Berlusconi in programma alle 21 a San Siro tra Milan e Juventus però sarà parecchio diverso dall’ultima edizione. E forse si può anche affermare che mai come nell’ultimo anno di cose, tra un’edizione e l’altra del memorial intitolato al padre del presidente milanista Luigi, ne sono cambiate. Innanzitutto per ciò che riguarda la differenza con la passata stagione: dodici mesi fa infatti l’ambiente rossonero, reduce da quello scudetto che ha interrotto la lunga egemonia dell’Inter, era molto carico, e sognava in grande per l’Italia e l’Europa.
Dall’altro lato vi era una Juventus piccola piccola, incapace pochi mesi prima di qualificarsi perfino in Europa League, e che vedeva alla guida un Antonio Conte alla prima avventura con una grande squadra. Insomma qualche piccola speranza c’era, ma minore rispetto ai grandi timori causati dalle annate precedenti. Tra fine 2011 e inizio 2012 è successo quello che tutti sanno, ovvero la Juventus capace di ritornare sul tetto d’Italia e il Milan secondo che in estate ha praticamente smantellato una squadra, non solo per via delle clamorose cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic, ma anche causa l’addio di tanti veterani, sovvertendo cosi quella che era la situazione dell’anno precedente. Stavolta infatti è la Juventus che sembra avere qualcosina in più, almeno sulla carta.
Ma non sempre, storicamente, ciò viene considerata una cosa positiva al trofeo Berlusconi: nel corso degli anni infatti ha preso piede una questione scaramantica. Tantissime volte infatti chi ha perso questo incontro, ha poi vinto il campionato. E’ successo perfino la scorsa stagione, quando la Juventus usci sconfitta nonostante il gol di Vucinic, grazie ai gol rossoneri di Boateng e Seedorf. Per ciò che riguarda la condizione delle due squadre vi è da dire che sarà un match dove non ci saranno alcuni dei protagonisti più attesi. Nella squadra bianconera infatti out Chiellini, Caceres, Isla, Pirlo e Buffon. Va meglio ad Allegri che deve fare a solo di Ambrosini e Mexes.
Al rientro dopo l’esperienza con la nazionale brasiliana Pato, ma ci sarà spazio anche per Constant e Zapata, quest’ultimo osservato speciale in vista della stagione che comincerà presto. Esordio a San Siro anche per Montolivo, mentre non ci sarà, almeno dall’inizio Cassano. Nella Juventus invece la curiosità dei tifosi è rivolta verso Pogba, talentuoso francese chiamato a sostituire Pirlo.
Situazione paradossale invece per Matri, il quale scenderà in campo con la maglia bianconera ma che presto potrebbe trovarsi a vestire quel rossonero che in serata affronterà d’avversario. Spazio anche per un ritrovato De Ceglie oltre che per Lichtsteiner, negli ultimi giorni nel mirino del Paris Saint Germain. Per le due compagini sarà la prima volta sul campo in sintetico-misto di San Siro che l’Inter ha voluto già collaudare. Per Conte invece le ultime prove tecniche di collegamento con la panchina sulla quale siederà Massimo Carrera.
Milan – Juventus, le probabili formazioni:
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Bonera, Zapata, Antonini; Flamini, Montolivo, Constant; Boateng, Robinho, Pato. Allenatore: Allegri
JUVENTUS (3-5-2): Storari; Lucio, Bonucci, Barzagli; Lichtsteiner, Vidal, Pogba, Asamoah, De Ceglie; Vucinic, Matri. Allenatore: Carrera -
Cristian Zapata in prestito, Milan dice addio a Tevez e Dzeko
Dopo ricerche affannose il dado è tratto. Il rinforzo tanto decantato nel reparto arretrato del Milan è giunto. A sorpresa è Cristian Zapata, il colombiano ex Udinese che tanto fece bene in Italia quanto male in Spagna. Fatalità vuole che dopo il suo arrivo a Villareal, il sottomarino giallo è affondato veramente, in Segunda. I tifosi rossoneri possono già fare gli scongiuri, affinché l’acquisto del sudamericano non profetizzi alcuna sciagura futura. Per il dopo Thiago quindi la dirigenza di Via Turati ha scelto il profilo basso, sebbene il Zapata formato “italiano” non era dispiaciuto affatto, tanto da essere ricercato dallo stesso Milan quando la gioielleria Pozzo chiedeva oltre 10 milioni di euro per la sua cessione. Non è come avere Thiago però, d’altronde chiunque fosse arrivato non lo sarebbe stato.
Per prima cosa dovrà dimostrare di essersi ripreso dopo lo sbandamento generale durato meno di 12 mesi nelle terre di Spagna. Non che abbia giocato come ai livelli di Roque Junior (per voler resuscitare un datato ex difensore rossonero), diciamo però che non ha offerto prestazioni esaltante come ci aveva abituati al Friuli.
Il prestito di Zapata però fa riflettere il tifoso del Milan. Perché proprio il colombiano? Perché rinunciare oggi, 9 agosto, con 20 giorni d’anticipo ai sogni Tevez e Dzeko? Non dimentichiamoci infatti che l’ex friulano è extra-comunitario, e dopo il suo arrivo le caselle rossonere sono nuovamente occupate per tutto il resto della stagione.
Un lato positivo, paradossalmente, forse c’è: almeno stavolta i fan del Diavolo non potranno dire di essere stati raggirati. Galliani va ripetendo da settimane ormai che a Milano non arriveranno più top-player, e l’acquisto di Zapata conferisce alle parole dell’amministratore delegato i crismi della veridicità. D’accordo non sentirsi presi in giro, ciò non toglie però ad una pacifica potenziale protesta contro la dirigenza di Via Turati. Si era partiti da Rolando, per passare poi al capitano del Montpellier, arrivando infine a Zapata. Triplo salto mortale all’indietro, voto 10.
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Zapata al Villareal: saluta l’Udinese dopo 6 anni
Ora è ufficiale, dopo l’interessamento di diversi club italiani, Cristian Zapata è ormai un ex dell’Udinese, ed è stato rilevato dagli spagnoli del Villareal. Lo ha comunicato la stessa Udinese con una nota ufficiale sul suo sito, dopo sei anni di permanenza del colombiano in Friuli.
Con il Villareal Zapata ha firmato un quinquennale e potrà raggiungere i compagni spagnoli dopo il termine della Coppa America con la Colombia.
Dopo sei anni, dunque, una nuova avventura alle porte per il difensore 24 enne, che il club dei Pozzo aveva acquistato nel 2005 dal Deportivo Cali e che ha valorizzato nel nostro campionato, dove ha disputato 190 partite segnando cinque gol.
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Marchisio illude, Juve di nuovo nel baratro. Blitz dell’Udinese a Torino
Continua a meravigliare l’Udinese di Guidolin che, seppur non abbia espresso un buon calcio stasera a differenza delle precedenti uscite (vedi vittoria con l’Inter di 7 giorni fa e pareggio 4-4 a San Siro contro il Milan capoclassifica) riesce ad espugnare l’Olimpico di Torino al cospetto di una Juventus caduta in una nuova (vecchia ndr) crisi e che a questo punto è costretta a ridimensionare i propri obiettivi facendo scoppiare le ire dei tifosi.
Nel primo tempo le due squadre non si fanno male, sono poche infatti le occasioni da gol capitate da ambo le parti: Isla per i friulani fa venire i brividi a Buffon, il solito Del Piero per la Vecchia Signora, costretto ancora a portare il peso della squadra sulle sue spalle, impensierisce Handanovic con una staffilata da fuori area.
Nella ripresa l’Udinese si scuote e comincia ad assaltare la porta bianconera, Di Natale è impreciso, ma anche sfortunato, e scattato sul filo del fuorigioco sfiora il palo alla sinistra di Buffon. Ed ecco che impietosa sull’Udinese si abbatte la dura legge del gol: Gol mangiato, gol subito. E’ Marchisio infatti, fin lì non pervenuto, che estrae dal cilindro una giocata incredibile e di rovesciata dal limite dell’area trafigge Handanovic. Un gesto atletico bellissimo quello del centrocampista juventino.
Ma il peggio per la Juve deve ancora arrivare: l’Udinese trova immediatamente il pari con una zampata di Zapata, al suo secondo gol consecutivo dopo quello segnato all’Inter, che di tap-in batte l’incolpevole Buffon il quale pochi attimi prima si era superato su un bolide di Di Natale. La Juventus si inchina a 5 minuti dal termine all’azione tutta di prima che vede protagonista Sanchez, il migliore in assoluto, che orchestra e finalizza: 2-1 e Vecchia Signora al tappeto. Nel finale espulsi Bonucci per un fallo di frustrazione su Sanchez e lo stesso attaccante cileno per doppia ammonizione dopo una scorrettezza su Del Piero.Al triplice fischio finale all’Olimpico scoppia la contestazione: tornano ad aleggiare i vecchi fantasmi della scorsa stagione. Domani è l’ultimo giorno di mercato (chiusura alle 19:00) la dirigenza ha il dovere di intervenire sul mercato (se non è già troppo tardi) se non vuole assistere da spettatore in poltrona per il secondo anno consecutivo alla Champions League. Sarebbe imperdonabile.
Il tabellino
JUVENTUS – UDINESE 1-2
60′ Marchisio (J), 67′ Zapata, 85′ Sanchez (U)
JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Grygera, Bonucci, Chiellini, Grosso; Krasic, Aquilani (85′ Sissoko), Felipe Melo, Marchisio (89′ Libertazzi); Martinez, Del Piero.
Panchina: Storari, Sorensen, Barzagli, Salihamidzic, Giannetti.
Allenatore: Del Neri
UDINESE (3-5-2): Handanovic; Benatia, Zapata, Domizzi; Isla, Pinzi, Inler (66′ Denis), Asamoah, Armero (92′ Coda); Sanchez, Di Natale (70′ Abdi).
Panchina: Belardi, Pasquale, Badu, Abdi, Corradi.
Allenatore: Guidolin
Arbitro: Giannoccaro
Ammoniti: Martinez, Grosso (J)
Espulsi: Bonucci (J); Sanchez (U) -
Liscio & Sbalascio: Cavani straripante, Inter dai due volti
Terminata la 17esima giornata e ultima di questo 2010, andiamo ad analizzare i protagonisti in positivo e in negativo del weekend del massimo campionato italiano.
Il nome del migliore in assoluto risulta essere senza ombra di dubbio quello di Edinson Cavani: il “Matador” ormai ci ha preso gusto a segnare nei minuti di recupero e anche ieri pomeriggio ha fatto esplodere il San Paolo con una perla da vero campione, estraendo dal cilindro una magia strepitosa. Napoli è ai supi piedi, il bomber uruguaiano sta facendo impazzire una piazza che sogna lo scudetto da ben 20 anni, quando a incantare i napoletani era un certo Diego Armando Maradona…
Segue al secondo posto della nostra classifica il portiere della Juventus Marco Storari. Il sostituto (e lo sta facendo alla grande) di Gigi Buffon corona il suo strepitoso 2010 parando un calcio di rigore a Marcolini nei minuti iniziali del match tra Chievo e Juventus.
Nulla può al minuto 92′ quando Pellissier lo beffa, ma comunque si è dimostrato sempre attento per tutto l’arco dei 90 minuti. Ora, che con molta probabilità lascerà il posto a Buffon, potrà accomodarsi in panchina, ma la Juve può sempre contare su un “secondo” di sicuro affidamento e rispolverarlo nei momenti di bisogno.L’ultima gradino del podio è dedicato all’Inter vincente, quella che ad Abu Dhabi ha trionfato contro il Mazembe portando a casa la Coppa del Mondo per Club. Il 2010 dei nerazzurri non si dimenticherà tanto facilmente, se si pensa che i trofei conquistati sono stati ben 5, ora ci si chiede se in campionato risalirà la china velocemente o cederà il titolo di Campione d’Italia a una delle rivali in corsa per il titolo.
Tra i peggiori di giornata troviamo ancora una volta Marco Rossi, il giovane difensore del Bari che si rende protagonista di un record a dir poco negativo: dopo essere rientrato in campo dopo la squalifica inflittagli per l’espulsione con la Sampdoria, ecco che prende un altro “rosso” nei minuti finali del primo tempo, lasciando i suoi compagni per oltre un’ora in inferiorità numerica. Una giovane promessa che sta gettando alle ortiche una grossa occasione per farsi notare dai grandi club del panorama italiano.
Altra palma di peggiore va a Cristian Zapata, difensore dell’Udinese, che nel match giocato contro la Lazio, nonostante non azzecchi una giocata, riesce nell’impresa di farsi un autogol a tempo scaduto concedendo così ai biancocelesti un regalo di Natale magnifico accorciando sul Milan a -3 al secondo poto in classifica, e condanna la sua squadra ad una sconfitta amara nonostante una grande prova, e per questo ancora più scottante.
Dopo averne citato gli onori, all’Inter dell’era Benitez vanno dati anche degli oneri. Perchè è palese che lo spogliatoio non lo segue, la dirigenza non lo ha mai appoggiato (al contrario lo attacca per i scarsi risultati ottenuti finora in campionato), e inoltre non hanno operato sul mercato come voleva lo stesso allenatore spagnolo, che avendo accumulato critiche su critiche, dopo la vittoria sul Mazembe decide di dare libero sfogo ai suoi sentimenti togliendosi qualche sassolino dalla scarpa in un momento decisamente non adatto, nel quale la squadra festeggiava la vittoria che la colloca sul tetto del Mondo. Il divorzio è ormai cosa certa, resta da capire se già dalla Befana sulla panchina siederà lui o qualcun altro.
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Calciomercato: Maxi scambio tra Napoli e Udinese
In attesa di definire la questione attaccante il Napoli sta per metter le mani su due pezzi pregiati dell’Udinese, dopo anni di corteggiamento stanno per arrivare alle pendici del Vesuvio il giovane ed esperto difensore Cristian Zapata e il centrocampista Gokhan Inler.
A confermare la stretta finale è Massimo Italiani, agente di Zapata intercettato dalla redazione di Tuttonapoli.net “Queste voci le ho sentite anch’io, fanno certamente piacere. Ormai sono anni che Christian viene accostato ad una piazza prestigiosa come Napoli – ha continuato Italiani – Il pubblico è straordinario, non serve aggiungere altro. Zapata ha un curriculum importante, 150 gare in serie A ed è un classe ’86. E’ pronto per un grande club. Napoli sarebbe una destinazione gradita, inoltre, l’anno prossimo giocherà anche in Europa, aspetto da non sottovalutare. I contatti con il club azzurro si sono intensificati nelle ultime settimane, mi hanno chiesto più volte informazioni. Credo che il futuro del mio assistito si saprà dopo i Mondiali, quando entrerà nel vivo il mercato”.
Nella trattativa potrebbero rientrare Cigarini e Denis pronti a trasferirsi in Friuli per rilanciarsi sotto l’attenta guida di Guidolin,
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Il Napoli ai napoletani: Donadoni dopo Quagliarella vuole anche Di Natale
Il Napoli vuole tornare a recitare un ruolo da protagonista dopo il flop della scorsa stagione e per farlo cerca di affidarsi a napoletani doc. Preso Fabio Quagliarella ora l’obiettivo numero uno si chiama Antonio Di Natale che il direttore generale Marino cercherà di strapparlo in tutti i modi all’Udinese per riportarlo a “casa” e regalare così al tecnico Donadoni un attacco esplosivo con i due ex friulani affiancati dal “Pocho” Lavezzi che ha dichiarato di voler rimanere a Napoli.
Il patron bianconero Pozzo però essendosi già privato di Quagliarella potrebbe cedere Di Natale solo davanti ad un’offerta irrinunciabile, cosa che al momento il club partenopeo non può permettersi: si parla di una cifra che si aggira intorno ai 20 milioni di euro.
Ma nelle mira di Donadoni è entrato anche il colombiano Zapata che secondo il tecnico sarebbe il difensore ideale per come intende schierare in campo la squadra nella prossima stagione. Marino ha offerto Santacroce, Mannini e 5 milioni di euro, Pozzo ne vuole almeno 12; si incontreranno a metà strada.
Donadoni sta realizzando pian piano il suo progetto che indiscutibilmente sta diventando sempre più interessante: dopo la conferma di Marek Hamsik, sul quale c’era la Juve in pressing, quella probabile di Lavezzi e gli acquisti già definiti di Quagliarella e Cigarini, gli acquisti di Di Natale e Zapata alzerebbero di molto il tasso tecnico della squdra oltre che portare vivacità ed entusiasmo nell’ambiente napoletano.