Tag: cristian stellini

  • Squalifica Conte, motivazioni Tnas: probabilmente colpevole

    Squalifica Conte, motivazioni Tnas: probabilmente colpevole

    Le motivazioni della riduzione di squalifica ad Antonio Conte da dieci a quattro mesi per omessa denuncia nell’ambito dell’inchiesta Scommessopoli, è stata sintetizzata in un documento di dodici pagine in cui il Tnas, collegio arbitrale della Cassazione dello Sport, esprime le sue ragioni in merito alla decisione.

    Il tutto si riconduce al principio cardine del “non poteva non sapere” dell’illecito di Albinoleffe-Siena del 29 Maggio 2011, che si riferisce direttamente all’autoaccusa del suo vice, dunque il suo più fidato collaboratore, Cristian Stellini. Il ragionamento seguito, che assume le forme di una sorta di sillogismo aristotelico, è il seguente: Cristian Stellini sapeva dell’illecito, Cristian Stellini è il vice di Conte, Conte sapeva dell’illecito o, meglio, “non poteva non sapere”, nonostante lo stesso Stellini aveva specificato che Conte era all’oscuro delle combine.

    In termini prettamente giuridici, il Tnas definisce l’applicazione di tale principio come “assenza di necessità di raggiungere la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio“, proprio alla luce del fatto che tra le due ipotesi – Conte sapeva o Conte non sapeva – “l’una appare più probabile e plausibile dell’altra”. Da qui discende la squalifica, strettamente connessa alla confessione di Stellini, che ha avvalorato e “tolto ogni dubbio” alle parole di Pippo Carobbio e, dunque, emerge come la confessione del vice di Conte sia stata interpretata in maniera difforme: ritenuta credibile nel confermare le parole del “grande accusatore” Carobbio, ritenuta non credibile nella parte in cui esclude ogni coinvolgimento di Conte.

    Ma l’aspetto più rilevante è che, se anche la “deduzione” fosse corretta dal punto di vista formale, manca la prova provata della colpevolezza di Antonio Conte perchè si fa sempre riferimento al coinvolgimento di Stellini – che ebbe un ruolo diretto nell’illecito di quella gara – estendendo in automatico le sue responsabilità a quelle di Conte presumendo che se il suo vice sapeva delle irregolarità anche l’allora tecnico del Siena doveva esserne a conoscenza dato lo stretto rapporto tra i due.

    Antonio Conte, le motivazioni del Tnas alla sua squalifica | © Filippo Alfero/AFP/GettyImages

    In tal senso, però, viene ad essere corretto il tiro rispetto al primo grado, quando i giudici della Commissione Disciplinare attribuirono a tutti la regola della “certezza” in merito all’illecito di quella gara, prima della condanna a dieci mesi inflitta a Conte da parte della Corte Federale della Figc nel processo d’appello in cui si fece riferimento al medesimo principio richiamato dal Tnas, ossia a quello della “non necessità di raggiungere la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio“.

    In tutto ciò, per semplificare al massimo, la posizione di Antonio Conte è quella di essere “probabilmente colpevole” e questo pare essere sufficiente per la giustizia sportiva che, come noto, può attenersi ad un differente standard probatorio rispetto alla giustizia ordinaria. In tal senso, infatti, lo stesso documento del Tnas afferma che sotto il profilo probatorio per affermare la colpevolezza di un incolpato “non occorre la certezza assoluta della commissione dell’illecito né il superamento di ogni ragionevole dubbio come nel diritto penale”; per la giustizia sportiva, invece, “risulta sufficiente un grado inferiore di certezza, ottenuta sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti”.

    Alla luce di tale motivazione, parafrasando l’ormai celebre conferenza stampa dello stesso Conte riproposta dal comico Maurizio Crozza, lo stesso mister bianconero avrà nuovamente lo spunto per ritenere la sua squalifica “agghiacciante” perchè nell’ambito delle non certezze e della probabilità, la sua lontananza dalla panchina dal 10 Agosto al prossimo 9 Dicembre è, e rimarrà, una certezza.

  • Salernitana-Bari, altra partita combinata in Serie B

    Salernitana-Bari, altra partita combinata in Serie B

    Le parole del capo della polizia Antonio Manganelli hanno allertato un po tutti e iniziano a spuntare fuori interessanti particolari sui nuovi sviluppi sul calcio scommesse. Ad essere coinvolto è il Bari. Parliamo della stagione 2008-2009, la società pugliese ottiene la promozione in serie A in anticipo rispetto alla fine del campionato e all’ultima giornata andrà di scena a Salerno, per la sfida Salernitana-Bari, con i campani coinvolti nella lotta per non retrocedere. Le due società sono storicamente amiche, idem le due tifoserie, legate da un vecchio gemellaggio. Si sviluppa così l’idea di poter vendere la partita visto che da una parte la partita in questione non aveva alcun valore, mentre dall’altra ci si giocava la permanenza nella serie cadetta.

    E’ Vittorio Micolucci, ex giocatore del Bari, a portare su questa pista i procuratori incaricati sul caso calcioscommesse. La ricostruzione dei fatti vede due calciatori della Salernitana, Fusco e Ganci, contattare i senatori del Bari, Gillet e Stellini, per fissare un incontro sulla partita. Tutto ciò avviene in un autogrill autostradale, con i primi che offrono una cifra tra i 200 e i 300 mila euro per comprarsi la partita.

    Cristian Stellini
    Stellini, coinvolto nella combine Salernitana-Bari © Valerio Pennicino/Getty Images

    LO SPOGLIATOIO – Luogo: palestra. Invitati: tutto lo spogliatoio tranne l’allenatore. I due senatori Gillet e Stellini misero al corrente i compagni di questa “importante offerta“, invitandoli ad accettare la proposta in modo tale da spartirsi il bottino. Gazzi decise di andar via, gli altri accettarono.

    LA PARTITA – Salernitana-Bari finì 3-2. I campani con la salvezza in tasca e i pugliesi con i soldi. Tutti felici e contenti. Da segnalare l’assenza proprio di Gillet e Stellini dall’undici iniziale. Il primo per scelta tecnica, il secondo per un piccolo infortunio muscolare.

    Ma chi è davvero coinvolto in questa nuova combine? Tutta la rosa barese! Anche se rimangono dei dubbi su Gazzi e Ranocchia. Il primo si allontanò dalla riunione in palestra e, secondo gli inquirenti, fu costretto ad accettare in omaggio un computer, mentre l’attuale difensore dell’Inter non guadagnò nulla, girando l’intera cifra ad Angelo Iacovelli, il tutto fare della società pugliese. I calciatori ormai sono alle strette e potrebbero esserci ripercussione nell’ambito del processo sportivo ancora in atto. Il reato minore per chi non ha accettato la combine potrà essere l’omessa denuncia, facendo scattare così in automatico la squalifica.

    Naturalmente, la vendita della partita fece il giro di tutta la città e ci fu un giro di scommesse importante sul match, dove viene coinvolto anche un carabiniere che, ascoltata la soffiata, anziché denunciare il tutto, decide di puntare sulla partita e ora rischia guai dal punto di vista penale.

    L’allenatore di quel Bari era Antonio Conte, che si ritrova così nuovamente in mezzo ad un caso simile a quello dei tempi di Siena. Secondo le testimonianze, non venne coinvolto nell’affare anche se c’è chi giura che uno come lui, sempre attento ai minimi dettagli, aveva intuito che qualcosa non andava nei suoi ragazzi. Rischia anche lui l’omessa denuncia, ma ci si augura stavolta che, prima di dare delle squalifiche si possano ascoltare varie campane.

    Ecco il video della azioni salienti di quel famoso Salernitana-Bari
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  • Albinoleffe-Siena, Carobbio e Salvatore Mastronunzio

    Albinoleffe-Siena, Carobbio e Salvatore Mastronunzio

    Le motivazioni della sentenza sullo scandalo scommesse della Corte Federale d’Appello in merito alla squalifica di Antonio Conte ha riportato in auge l’ultima partita del campionato 2010/2011 Albinoleffe-Siena vinta dai bergamaschi allora allenati da Emiliano Mondonico e per gli inquirenti combinata con l’intento di favorire i padroni di casa. Mossi dalla curiosità e con la voglia di farci una nostra idea abbiamo iniziato il nostro cammino a ritroso cercando di ricostruire la vicenda iniziando con le immagini della partita (che vi proporremo a fine articolo), contestualizzandola poi nel campionato e aggiungendoci poi le motivazioni della sentenza, le confessioni di Filippo Carobbio, di Salvatore Mastronunzio e infine valutando la posizione di Antonio Conte.

    Cosa c’è scritto nella sentenza della Corte Federale d’Appello?

    Leggendo e rileggendo le tredici pagine della sentenza di appello la prima cosa che salta all’occhio è l’unicità dell’argomento: Antonio Conte. Una Corte Federale non può seguire la volontà popolare ma deve esser più completa possibile per sostenere la propria indipendenza e imparzialità. Nella sentenza invece si parla solo e soltanto del caso Conte omettendo ad esempio le motivazioni che hanno portato a rigettare il ricorso di Palazzi all’assoluzione di Pepe, Bonucci e Di Vaio. Andando avanti comunque cerchiamo di capire il perché dei 10 mesi di squalifica al tecnico della Juventus nonostante l’assoluzione per la partita Novara-Siena. Secondo i giudici Carobbio non è credibile per la partita Novara-Siena ma lo è per Albinoleffe-Siena e ad inchiodare Antonio Conte (“che non poteva non sapere”) ci sarebbero le posizioni di Stellini (suo collaboratore) e di Salvatore Mastronunzio.

    Filippo Carobbio: Si legge sulla sentenza “La teoria, elaborata dalla difesa del Conte, secondo la quale Carobbio sarebbe un soggetto che avrebbe, in modo quasi scientifico e peraltro a freddo, costruito un vero e proprio castello di menzogne al fine di causare un gravissimo pregiudizio alla società del Siena e al sig. Conte, non convince affatto. Non si vede per quale ragione la versione dei fatti, fornita da Carobbio e fatta propria dalla Disciplinare, sarebbe inattendibile, in quanto il predetto soggetto non avrebbe parlato di Conte quando si trovava in carcere o agli arresti domiciliari ma, più tardi, quando era stato rimesso in libertà. Di solito si sospetta della veridicità delle versioni, fornite da un soggetto quando si trovi in stato di restrizione della libertà personale in quanto si pensa che, al fine di ottenere la rimessione in libertà, un individuo sarebbe disposto a tutto, anche a mentire per compiacere, per così dire, la pubblica accusa”.

    Salvatore Mastronunzio per i giudici si rifiutò di combinare Albinoleffe-Siena | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Stellini più di Carobbio La posizione di Stellini oltre ad avvalorare la tesi di Carobbio dimostra, sempre secondo i giudici, che Conte “non poteva non sapere”. Stellini in quanto collaboratore e uomo di fiducia di Antonio Conte confessò di aver mandato proprio Carobbio e Terzi al termine della gara di andata a parlare con Bombardini e Garlini per tener buoni i rapporti in vista della gara di ritorno.

    La “vipera” Mastronunzio Ultimo cardine è la posizione di Salvatore Mastronunzio messo a detta dei giudici fuori rosa per essersi rifiutato di combinare la partita contro l’Albinoleffe per non aver ottenuto lo stesso trattamento per la partita contro l’Ascoli (nonostante la lunga militanza nell’Ancona) squadra sfavorita dalla vittoria dei bergamaschi.

    Video Albinoleffe-Siena 1-0 28 maggio 2011

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  • Antonio Conte “contraddittorio” nella sentenza della Disciplinare

    Antonio Conte “contraddittorio” nella sentenza della Disciplinare

    Nonostante l’assoluzione di Bonucci e Pepe sono letteralmente infuriati i tifosi della Juventus per via dei dieci mesi di squalifica inflitti dalla Disciplinare ad Antonio Conte. In molti si sono chiesti il perché di tale pena, dovuta lo ricordiamo ad una doppia omessa denuncia ai tempi del Siena. E a chiarire il tutto ci sono le motivazioni della sentenza. Motivazioni che parlando di un Conte a tratti contraddittorio con se stesso, specie quando si parla di Carobbio.

    E quest’ultimo invece considerato attendibile. Forse proprio a causa di ciò la Commissione Disciplinare ha respinto il patteggiamento di tre mesi con annessa multa di 200mila euro proposto diversi giorni fa. Alla fine è arrivato solo uno sconto su quanto richiesto da Stefano Palazzi, ovvero quindici mesi, ed ora toccherà ai legali del tecnico e della Juventus, con la new entry Giulia Bongiorno in testa, provare ad ottenere quantomeno una riduzione davanti alla Corte di Giustizia Federale prima e al Tnas poi.

    Per ciò che riguarda quanto riportato nelle motivazioni, Carobbio come detto viene considerato attendibile, non avendo, secondo quanto scritto nella sentenza, “un qualunque motivo di risentimento o convenienza che possa averlo spinto a coinvolgere altri soggetti”. Il silenzio degli altri tesserati del Siena all’epoca dei fatti viene invece considerato come frutto del timore di essere coinvolti nell’inchiesta per omessa denuncia, con il Sestu che avrebbe parlato con riferimento al match con il Novara. Secondo la Commissione disciplinare peraltro, non esisterebbero motivi di rancore da parte di Carobbio nei confronti di Conte.

    Quest’ultimo, nella sua tesi difensiva, aveva accusato il giocatore di averlo tirato in ballo solo per un permesso negato per assistere la moglie incinta. Ma per la Commissione disciplinare tale circostanza sarebbe “assolutamente incoerente”, causa anche la dichiarazione di Ficagna il quale aveva negato dissapori da parte di Carobbio con gli altri tesserati del Siena. La partita su cui si è concentrata più di tutte l’attenzione della Commissione disciplinare è quella tra Albinoleffe e Siena dove ci sarebbero stati degli accordi che avrebbero coinvolto i componenti dello staff tecnico delle squadre oltre ad alcuni giocatori.

    Antonio Conte| © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    Tra i nomi citati nelle motivazioni della sentenza quelli di Garlini, Terzi, Bombardini, Poloni, Sala, Passoni, Coppola, Vitiello e Stellini, quest’ultimo assistente di Conte e pochi giorni fa dimessosi dalla Juventus, che avrebbe confermato di aver avvicinato Carobbio al termine della gara di andata riferendo ai giocatori bergamaschi che “se avessero raggiunto i loro obiettivi stagionali avrebbero potuto lasciargli i punti e viceversa ottenerli da loro se ne avessimo avuto necessità“.

    Per Stellini si era trattato di un’iniziativa presa dallo stesso, ma la Commissione la pensa diversamente tanto da considerare Conte come punto cardine della società senese all’epoca e in grado dunque di conoscere tutta la circostanza venutasi a creare. Altra accusa per Conte quella relativa alla contraddizione sul caso Mastronunzio, giocatore messo fuori rosa sul finire della stagione. Dapprima il tecnico bianconero avrebbe dichiarato che la decisione era stata frutto di un infortunio, poi di scarso spirito di gruppo. Motivazione considerata poco credibile dalla Commissione. L’immagine di Conte che ne viene fuori, dunque, è quella di un soggetto non attendibile. Cosa che, ovviamente, la difesa del tecnico juventino cercherà di smentire.

  • Stellini lascia la Juventus. Smentita la rottura tra Conte e i legali bianconeri

    Stellini lascia la Juventus. Smentita la rottura tra Conte e i legali bianconeri

    Mentre la squadra già in Cina per la Supercoppa continuano i colpi di scena in casa Juventus con riguardo al calcioscommesse. Il lunedì bianconero è stato condito da due notizie: una ufficiale, l’altra venuta fuori ma subito smentita dai diretti interessati. Partiamo dalla prima: Cristian Stellini, assistente di campo di Antonio Conte, si è dimesso dallo staff tecnico bianconero. Lo stesso infatti ha optato per il patteggiamento di due anni e sei mesi riguardo all’inchiesta che coinvolge anche Conte per i fatti risalenti a quando i due lavoravano a Siena. Dimissioni, quelle di Stellini, giunta attraverso una lettera inviata dallo stesso ad Andrea Agnelli, nella quale l’ex giocatore di Bari e Como ha espresso tutto il suo stato d’animo, turbato, per quanto gli sta accadendo.

    La scelta di Stellini, come scritto dallo stesso, è nata dalla volontà di chiarire una volta per tutte la situazione in cui è stato coinvolto ma anche di togliere alla Juve un ulteriore fardello visti quelli già riguardanti Conte, Alessio, Pepe e Bonucci. In risposta a ciò Agnelli ha parlato di grande senso di responsabilità da parte di Stellini nei confronti della Juve. Smentita invece l’altra notizia venuta fuori nel pomeriggio di oggi, ovvero quella relativa ad una presunta rottura tra i legali della Juventus, Luigi Chiappero e Michele Briamonte, ed Antonio Conte.

    Antonio Conte © Paolo Bruno/Getty Images

    Si era parlato anche di Giulia Bongiorno come legale che avrebbe affiancato Antonio De Renzis, avvocato del trainer bianconero, ma subito dopo la società piemontese ha smentito tutto attraverso un comunicato aggiungendo anche che eventuali integrazioni al collegio già operante saranno prese in considerazione solo nel caso le renda necessario. Insomma nemmeno i primi impegni ufficiali stanno distogliendo l’attenzione su quanto accade relativamente al calcioscommesse e con la decisione della Disciplinare ormai imminente la tensione, inevitabilmente, continua a salire giorno dopo giorno.