Non è mancato il pubblico della grandi occasioni per la finale di ritorno della Coppa Italia Primavera: il San Paolo di Napoli ha raccolto oltre 30.000 spettatori per assistere all’atto decisivo per l’assegnazione dell’importante trofeo. Alla fine, dopo i tempi supplementari, l’ha spuntata la squadra bianconera, che si è imposto per 2-1, dopo il pareggio dell’andata per 1-1. In vantaggio su calcio di rigore con Padovan, la Juventus è stata poi riacciuffata da una rete di Novotny, mentre nei supplementari Mattiello ha siglato il punto decisivo che ha piegato la resistenza dell’estremo difensore azzurro Crsipino. La Juve ha così raccolto il suo terzo successo nella manifestazione, dopo le affermazioni del 2004 e del 2007; il Napoli è uscito tra gli applausi del suo pubblico, ma è stata soltanto una magra consolazione. Non sono mancate, però, neanche le polemiche.
Infatti, i giocatori juventini Padovan e Gerbaudo si sono resi protagonisti di esultanze offensive verso il pubblico partenopeo per festeggiare i gol bianconeri. In particolar modo l’esultanza Gerbaudo, definita dal referto arbitrale “a sfondo sessuale”, ha costretto il direttore di gara Sala a tirar fuori il cartellino rosso nei confronti del giocatore della Juventus. Un comportamento quello dei giocatori juventini che ha costretto la società bianconera a dover porre improvvise e dovute scuse nei confronti del pubblico del San Paolo e della squadra partenopea. Il calcio giovanile dovrebbe essere più che mai un deterrente verso il razzismo e la violenza. Invece questa finale di Coppa Italia Primavera inaspettatamente ha rappresentato un motivo per mettere in vetrina comportamenti non proprio da incorniciare, anzi tutt’altro.
Il tecnico della Juventus Primavera Marco Baroni ha, però, prontamente e correttamente stemperato gli animi, essendo il primo a richiamare i suoi giocatori per il comportamento tenuto. Del resto nel 1990 Baroni con un suo colpo di testa vincente contro la Lazio proprio al San Paolo regalò al Napoli il secondo Scudetto della sua storia. Al di là di tutto, la finale è stata ben giocata e la Juventus ha meritato il successo finale. Su entrambi i fronti ben presto si sentirà parlare dei giovani protagonisti sia della Juventus che del Napoli.
Il Derby Roma – Lazio rappresenta una novità assoluta nella storia delle finali della Coppa Italia. Mai le formazioni capitoline in precedenza si erano affrontate nell’atto finale della manifestazione tricolore. In verità soltanto in due occasioni la Coppa Italia nella sua storia è stata assegnata dopo la disputa di un derby. Nel 1938 la Juventus si aggiudicò la coppa nazionale, battendo per due volte in finale i cugini del Torino con Gabetto grande protagonista. Entrambe le partite si giocarono nel capoluogo piemontese ed i bianconeri prevalsero per 3-1 e per 2-1. Nel 1977, invece, la Coppa Italia fu vinta dal Milan, che prevalse nel Derby della Madonnina. La finale si giocò a San Siro e arbitrata da Gussoni di Tradate. I rossoneri di Nereo Rocco prevalsero con due reti nella ripresa siglate da Aldo Maldera e Giorgio Braglia.
Non pochi, invece, sono i precedenti Roma – Lazio in Coppa Italia, con sfide spesso affascinanti e ricche di aneddoti. Il primo precedente risale alla stagione del 1935/36 e la Roma si impose per 2-1. Nel 1957/58 i laziali ottennero la loro rivincita, vincendo per 3-2. Nell’estate del ’69, invece, un derby fu sospeso a tre minuti dal termine per interruzione all’impianto d’illuminazione dell’Olimpico e la Roma vinse a tavolino per 2-0, in quanto la Lazio era la società ospitante.
Nel ’71 il derby fu risolto da Chinaglia, mentre nel ’74 da Pierino Prati. Più avvincenti senza dubbio furono quelli della stagione del 1997/98 e vinti entrambi dalla Lazio nei quarti di finale per 4-1 e per 2-1. Il computo complessivo dei derby di coppa vede comunque in vantaggio la Roma con 9 successi, di fronte ai 5 della Lazio e 3 pareggi. L’ultimo nel 2011 è stato vinto per 2-1 dalla Roma. La finale è prevista per il prossimo 26 maggio all’Olimpico e più che per l’attesa per lo spettacolo che le squadre potranno offrire in campo, l’attenzione è concentrata soprattutto per gli eventuali problemi di ordine pubblico. Nell’ultimo derby di campionato non sono mancati incidenti ed il Prefetto e le forze dell’ordine sono chiamate ad un grande lavoro organizzativo e preventivo.
Alla fine, in finale di Coppa Italia ci va la Lazio, che attende di conoscere quale sarà la sua avversaria il prossimo 26 Maggio, proprio allo Stadio Olimpico: Inter o Roma. Lazio-Juventus, semifinale di ritorno, è stato un match intenso e combattuto, caratterizzato da una Juventus che, nei primi minuti parte forte con la consapevolezza di essere chiamata a segnare almeno due gol per potersi qualificare con certezza: così, nei primi minuti di gioco, Vucinic si invola in area di rigore, Marchetti va in uscita bassa e lo falcia ma l’arbitro Banti non fischia il penalty anche se le proteste appaiono molto più pacate rispetto a Juventus-Genoa. La Juventus fa la partita, ma con Giovinco davanti non riesce a sfruttare qualche rara buona idea, ed il centrocampo non è all’altezza degli standard bianconeri, considerando che Marchisio, Pirlo, Pogba sono in panchina. Marrone cerca di fare il vice-Pirlo e non sfigura neppure ma, ovviamente, il paragone non può reggere.
Il primo tempo di Lazio-Juventus si chiude sullo 0-0, che già qualificherebbe i laziali, ma alla prima vera occasione da gol biancoceleste Gonzalez va in gol, con un ottimo colpo di testa a cogliere l’invito perfetto di Ledesma, bruciando sul tempo Peluso, ancora una volta troppo leggero in marcatura: 1-0. La gara si incanala, così, su binari differenti, con la Juventus costretta ancor di più a cercare il gol per poter acciuffare i supplementari, e la Lazio che decide di chiudersi per bloccare gli spazi agli attacchi bianconeri, cercando di sfruttare la velocità del neo entrato Lulic in ripartenza (al posto di Hernanes coinvolto in uno scontro di gioco fortuito che lo ha costretto a uscire dal campo sanguinante, ndr), e di Floccari entrato al posto di uno sfiancato Klose. Conte decide di inserire Pirlo e Marchisio a centrocampo al posto di Padoin e Marrone, e Quagliarella come terza punta per rafforzare il reparto offensivo, ma il gol del provvisorio pareggio scaturisce al 91′ su errore difensivo di Radu, che spalanca la porta a Vidal che colpisce da pochi passi: 1-1.
Ma, con ben 5 dei sei minuti di recupero concessi ancora da giocare, tutto può ancora succedere ed è così che la difesa juventina cade nuovamente nella “trappola” laziale, proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo, con la difesa schierata: Vidal non tiene bene la marcatura di Floccari, e l’attaccante biancoceleste realizza il 2-1, festeggiando sotto la curva Nord il gol-qualificazione. Quando tutto sembrava ormai perduto, però, la Juventus ha l’occasione di ribaltare clamorosamente il discorso-finale, con la possibilità di segnare il clamoroso 2-2 con un’azione in velocità di Giovinco che tira di destro a mezz’altezza, ma Marchetti è attentissimo a parare, e poi Marchisio che avrebbe la porta spalancata per ribadire in rete ma, clamorosamente, calcia la palla a lato.
Così, non c’è più tempo: dopo sette minuti di recupero, Banti fischia la fine di Lazio-Juentus, con i biancocelesti e Petkovic che festeggiano sotto la Nord la qualificazione alla finale, con tanto di inno cantato dall’intero Olimpico, e riproposizione dell’ormai celebre volo dell’aquila. Per la Juventus, invece, tanto rammarico per gli errori di misura sottoporta e per la non capacità di incidere concretamente in attacco: d’altronde, non è una novità.
Pagelle Lazio-Juventus:
Marchetti 7 Contro la Juventus, si sa, si esalta: lo ha dimostrato più volte, ed oggi ne dà l’ennesima conferma con la parata su Giovinco nel finale che salva la qualificazione della Lazio
Gonzalez 7 Gol dell’1-0 a parte, una partita di grande abnegazione, sostanza e vivacità
Vidal 6.5 Grintoso, tenace e determinato, segna il gol-illusione del pareggio, poi sbaglia sulla marcatura di Floccari
Giovinco 5 Non è in palla, protesta troppo spesso con l’arbitro e finisce anche ammonito per simulazione. Potrebbe rifarsi nel finale, ma Marchetti gli chiude la porta
Marchisio 5 Entra per venti minuti a causa delle imperfette condizioni fisiche (postumi influenzali) ma pesa su di lui come un macigno l’errore più clamoroso sotto porta, ed il rimpianto qualificazione che ne consegue
Tabellino Lazio-Juventus:
Lazio (3-5-1-1): Marchetti 7; Biava 6, Dias 6, Ciani 6; Konko 6.5, Gonazalez 7 (41’ st Cana), Ledesma 6.5, Hernanes 6 (18’ st Lulic), Radu 5.5; Mauri 6.5; Klose 5 (25’ st Floccari 7).
La semifinale di ritorno Lazio-Juventus in programma questa sera allo stadio Olimpico di Roma alle ore 20.45 determinerà il nome della prima finalista della Coppa Italia, in attesa di conoscere nel mese di Aprile quale sarà la seconda finalista, che scaturirà dal ritorno di Inter-Roma. Il risultato di partenza è l’1-1 dell’andata della scorsa settimana disputata allo Juventus Stadium che pone, così, la Lazio nella condizione di poter superare il turno anche in caso di 0-0 di questa sera, oltre che con qualsiasi risultato di propria vittoria, mentre la Juventus per evitare i supplementari e qualificarsi deve vincere oppure puntare su un pareggio a suon di gol, dal 2-2 in poi per intenderci.
Lazio – In casa Lazio c’è la volontà di fare la grande impresa e riscattare la sconfitta di campionato contro il Chievo, ancor di più perchè dovrebbe rientrare Miroslav Klose, probabilmente anche dal primo minuto, la “punta di diamante” di Petkovic. Il tecnico biancoceleste, però, alla vigilia ha fatto pretattica, nascondendo la formazione e non presentandosi in conferenza stampa, delegando al suo posto il capitano Mauri (autore del gol del pari nella gara d’andata della scorsa settimana, ndr) che non ha perso occasione per riservare una “frecciatina” ai rivali, sottolineando il suo “auspicio” circa il non condizionamento dell’arbitro per una gara che “vale la stagione”. In campo, comunque, la squadra di casa dovrebbe schierarsi con la difesa a tre con Biava, Dias e Ciani ed il centrocampo formato da Konko, Gonzalez, Ledesma, Hernanes e Radu, e Mauri a supporto della punta che, appunto, sarà Klose o, in alternativa, Floccari.
Juventus – Calcoli e combinazioni di risultato a parte, però, la situazione in casa bianconera non è delle migliori, considerando le premesse con cui gli uomini di Conte si sono avvicinati a questo Lazio-Juventus: dalla stangata del giudice sportivo per le proteste del post-Juventus-Genoa, all’avvicinamento in classifica del Napoli, ora a solo tre punti di distanza, fino alle critiche sul “non stile Juve” e le difficoltà realizzative che continuano a persistere.
In tanta negatività la buona notizia per il mister salentino è il ritorno di Andrea Pirlo tra i disponibili, anche se inizierà il match dalla panchina ed al suo posto dovrebbe esserci Marrone dal primo minuto. In attacco, invece, scenderà in campo la coppia titolare, ossia il rientrante dal primo minuto Giovinco e Mirko Vucinic, anche perchè il montenegrino è stato squalificato per un turno dal giudice sportivo e, quindi, non sarà disponibile per la gara di campionato con il Chievo. Sarà in panchina, invece, Marchisio a causa di un attacco influenzale, mentre sugli esterni sono favoriti Giaccherini e Isla, con il centrocampo completato da Vidal e Padoin. In difesa, spazio al terzetto “titolare” di questo periodo, con Leonardo Bonucci che giocherà l’ultima partita prima di scontare le due giornate di squalifica in campionato.
Allo stadio Olimpico di Roma, la semifinale di ritorno Lazio-Juventus sarà diretta dal signor Banti di Livorno e, mai come questa volta, la “provenienza geografica” risulta essere un particolare molto rilevante.
Doveva essere spettacolo e così è stato. L’andata della semifinale di Coppa Italia Roma-Inter ha visto i padroni di casa superare 2-1 i nerazzurri. Le reti tutte nel primo tempo. Alessandro Florenzi sblocca l’incontro al tredicesimo minuto, quando su colpo di testa segna il momentaneo 1-0. Il raddoppio arriva poco dopo la mezzora, sempre su colpo di testa, ma stavolta è Mattia Destro a trafiggere un incolpevole Handanovic. L’Inter è comunque viva, come dimostra il palo esterno colpito da Guarin prima che la Roma trovasse il doppio vantaggio. Gli sforzi dell’undici di Stramaccioni vengono premiati al minuto 44 della prima frazione di gioco, quando Palacio sigla la rete che mantiene in corsa i nerazzurri in vista del match di ritorno in programma il prossimo 17 aprile.
Roma-Inter, come quando perché
Se la Roma avesse continuità per tutti i novanta minuti, forse a quest’ora parleremmo di un’altra partita, e perché no, anche di un altro campionato. Limitandoci però all’incontro di ieri sera, la squadra di Zeman ha tanto incantato nel primo tempo quanto deluso nella ripresa, dove si è letteralmente sciolta come un kinder cereali dimenticato nella tasca della tuta. E la sensazione di aver dimenticato qualcosa in tasca ce l’hanno anche i tifosi della Roma, che spesso credono di aver acquistato il biglietto per vedere soltanto la prima parte di partita, domandandosi dove e quando verrà disputata la ripresa. Così una domanda sorge spontanea: non sarà il caso di dosare un pochino meglio le energie per offrire al pubblico pagante uno spettacolo altrettanto decoroso anche nei secondi 45 minuti di gioco? Rifletta Zdenek, rifletta.
Non va meglio in casa interista, sia chiaro. Alla vigilia Stramaccioni ci aveva presentato il match di Coppa Italia come quello dove avremmo assistito alla migliore Inter stagionale. Beh, se è davvero tutto qui, credo che i tifosi della Beneamata abbiano di che preoccuparsi. Un primo tempo giocato con un 3-4-1-2 dove Pereira più che sembrare un calciatore pareva di quei simpatici pescatori che ritrovi dalla mattina fino alla sera fermi come degli ebeti in attesa di tirare su qualche trota, consapevoli però di avere più possibilità di pescare il mostro di Lochness che altro. L’ex Porto è riuscito nell’impresa di far sembrare Piris un fenomeno, cosa che il paraguaiano sa perfettamente di non essere, anche perché altrimenti l’acquisto di Torosidis non avrebbe avuto molto senso.
Le cose sono un po’ migliorate nella ripresa, per l’Inter si intende, anche se non era poi così difficile fare peggio del primo tempo, sopratutto se consideriamo l’assenza dei padroni di casa. In ogni caso i nerazzurri non si sono resi nel concreto pericolosi davanti a Stekelenburg, ma si sono limitati a fare i fenomeni poco prima di raggiungere l’area avversaria. Forse che manchi il passaggio finale e quella fantasia necessaria per far sì che uno sterile dominio si trasformi in un gol? Ah già, adesso arriva Belhanda. Ma scusa, l’Inter non aveva già Sneijder? Manco fossimo a Mistero…
Le pagelle
Piris 7,5: forse nella sua vita non lo prenderà più questo voto, quindi siamo contenti di darglielo. La prestazione di ieri del paraguaiano sembrava quella che era solito sfornare Cafu ogni domenica. Destro 6,5: può diventare davvero l’uomo Coppa Italia della Roma. Prima il gol ai tempi supplementari contro la Fiorentina, ieri sera il gol del momentaneo 2-0. Hai visto mai che da brocco si trasforma in fenomeno? Palacio 6,5: dopo 43 minuti passati a chiedersi il come quando perché, l’argentino si ritrova quasi casualmente un pallone da buttare dentro. Come tre giorni fa, stessa porta, quasi stesso minuto. Quando si dice la provvidenza. Pereira 3: non ce ne voglia Alvaro ma ieri si è fatto una risata pure Piris, e non è poco. Ricordiamo che Pereira è sbarcato alla Pinetina per più di dieci milioni. Fate un po’ voi.
Questa sera all’Olimpico la semifinale d’andata di Coppa ItaliaRoma-Inter ci dirà chi tra giallorossi e nerazzurri avrà più possibilità di conquistare l’accesso alla finalissima del torneo, che ricordiamo mette in palio l’agognata Europa. Dopo il posticipo di domenica scorsa conclusosi con uno scialbo 1-1, Roma e Inter saranno di nuovo contro per giocarsi forse qualcosa di più che un semplice quarto o quinto posto in classifica. Per Zeman la partita di oggi è una delle ultime chiamate stagionali, anche dopo le bordate pronunciate dal direttore generale Franco Baldini, deluso di vedere la squadra così lontana dall’obiettivo stagionale, con il terzo posto che dista ormai dieci punti quando siamo entrati nella seconda parte di stagione. Riuscirà il boemo a invertire definitivamente la rotta?
Semifinale di Coppa Italia, Roma-Inter vale una stagione
Allo stato attuale delle cose è la Roma di Zdenek Zeman ad avere più pressione rispetto all’Inter. Ha più pressione anche perché le assenze di Osvaldo e Pjanic non possono essere inserite nella tradizione del “ma che ce importa”. L’attacco giallorosso sarà quindi guidato da Mattia Destro, match winner la scorsa settimana nei quarti di finale contro la Fiorentina. Insieme a lui giocheranno Totti e Lamela, con l’argentino chiamato al riscatto dopo l’opaca prestazione di domenica. A centrocampo dovrebbe partire dal primo minuto De Rossi, con Tachtisidis (fischiato nel pre-partita di Roma-Inter dalla stessa curva giallorossa) che si accomoderà inizialmente in panchina. Al fianco di capitan futuro agiranno Bradley e Florenzi. Il pacchetto arretrato sarà composto dalla coppia centrale Marquinhos e Castan, con Piris e Balzaretti terzini. In porta torna titolare Stekelenburg.
Nell’Inter prosegue l’emergenza in attacco, dove Stramaccioni dovrà fare a meno degli infortunati Milito e Cassano. Per il resto i nerazzurri si schierano con il 3-4-1-2, lo stesso modulo utilizzato tre giorni fa. Handanovic guiderà la difesa a tre composta da Juan Jesus, Ranocchia e l’ex Chivu. Gli esterni saranno capitan Zanetti e Alvaro Pereira, mentre al centro giocheranno Cambiasso e Gargano. Alle spalle della coppia d’attacco Palacio-Rocchi, Stramaccioni conferma il colombiano Guarin, che ha ben impressionato in questo nuovo ruolo durante il match di campionato.
I precedenti in Coppa Italia
Roma-Inter è diventata negli ultimi anni una classica del calcio italiano. I precedenti nelle semifinali di Coppa Italia sono già nove. Il bilancio parla di quattro vittorie a testa per giallorossi e nerazzurri, con un solo pareggio (stagione 2005-2006, finale d’andata all’Olimpico, gol di Cruz e Mancini). Negli ultimi due precedenti a vincere è sempre stata l’Inter. Nel 2010 con il gol di Milito che consegnò al club nerazzurro uno storico triplete, con la contemporanea vittoria di scudetto e Champions League. Due anni fa invece, sempre in semifinale, l’Inter sconfisse per 1-0 i giallorossi con un gol di Stankovic. Gli uomini di Leonardo poi si sarebbero qualificati alla finale, vinta da Zanetti e compagni dopo aver battuto il Palermo nell’atto conclusivo del torneo.
Le probabili formazioni di Roma-Inter
Roma (4-3-3): Stekelenburg, Piris, Castan, Marquinhos, Balzaretti, De Rossi, Bradley, Florenzi, Totti, Destro, Lamela. Inter (3-4-1-2): Handanovic, Chivu, Juan Jesus, Ranocchia, Gargano, Cambiasso, Zanetti, Alvaro Pereira, Guarin, Palacio, Rocchi.
La semifinale d’andata di Coppa Italia Juventus-Lazio finisce ancora in pareggio, così come già accaduto in campionato, con un protagonista assoluto in campo, il portiere biancoceleste Marchetti, capace di salvare più volte il risultato impedendo alla Juventus di raddoppiare e consentendo, così, alla Lazio di restare in partita con il guizzo finale del pareggio, pesante perchè segnato in trasferta. Il risultato di 1-1 racconta nelle fasi iniziali un match in cui la squadra di Antonio Conte, molto rimaneggiata in attacco, fatica a costruire grandi pericoli, se si esclude la grande occasione per Marchisio nei minuti iniziali, e che dopo un primo tempo “di studio”, nella ripresa si ravviva, con l’occasione per Matri al 9′ del secondo tempo, con Marchetti bravo a rispondere deviando in angolo. Al 18′, poi, arriva il vantaggio bianconero con cross dalla sinistra di Giaccherini per Federico Peluso che è bravo a staccare di testa e realizzare l’1-0, suo primo gol in maglia juventina.
Il vantaggio potrebbe essere più cospicuo qualche minuto dopo, con due clamorose palle-gol per Vidal al minuto 26′, che prima colpisce il palo con Marchetti ormai battuto e poi non riesce a raccogliere l’assist in area di Barzagli. Al 35′ è ancora Arturo Vidal ad avere di testa l’occasionissima per il raddoppio, con assist perfetto di Mirko Vucinic, ma è ancora una volta il portiere Marchetti a salvare la sua porta deviando in angolo. La Juventus, dunque, costruisce ma non concretizza e, così, arriva la doccia gelata del pareggio laziale al minuto 41′ sugli sviluppo di un calcio d’angolo calciato dal neo entrato Candreva, sul quale De Ceglie perde la marcatura di StefanoMauri, che è libero di battere a rete da posizione ravvicinata e battere Storari: 1-1. Al 47′ ultimo tentativo della Juventus con tiro da fuori di Giaccherini, sul quale il portiere Marchetti è ancora molto attento.
La gara termina così in parità, con un risultato che rimanda il verdetto della semifinale alla gara di ritorno, in programma la prossima settimana allo stadio Olimpico di Roma: la Lazio ha, però, il merito di uscire ancora una volta imbattuta dallo Juventus Stadium avendo avuto la forza di resistere e non soccombere e, poi, di reagire realizzando il pesante gol del pari che costringerà la Juventus, al ritorno, a “dover fare” la partita in trasferta. La Juventus, dal canto suo, paga le troppe assenze in avanti, con il solo Matri costretto a far reparto (fino all’entrata nel finale di Vucinic, ndr) ed anche una condizione fisica imperfetta di alcuni uomini chiave, con Bonucci (uscito anzitempo per una botta) e Pogba che hanno terminato la gara acciaccati.
Juventus-Lazio, le pagelle:
Vidal 6.5 Era in dubbio alla vigilia, Conte lo schiera e fornisce una prova da guerriero: lotta e corre, costruisce occasioni per il raddoppio anche se, forse anche per un pizzico di sfortuna, non concretizza
De Ceglie 5 Entra nel secondo tempo, ma diviene protagonista negativo nella marcatura di Mauri, che lo beffa nell’azione del gol del pareggio
Marchetti 7.5 Ancora protagonista assoluto allo Juventus Stadium dove sembra esaltarsi: salva il raddoppio juventino in tre-quattro occasioni
Mauri 7 Segna il gol del pareggio che corona una gara di grande personalità e sostanza
Il programma delle semifinali di Coppa Italia si apre questa sera con la sfida di lusso Juventus-Lazio, che vedrà di fronte la capolista in campionato e una delle due inseguitrici, in uno scontro che si preannuncia di alto livello anche se sarà privo di alcuni protagonisti importanti, soprattutto nei reparti offensivi delle rispettive squadre a causa di qualche infortunio di troppo. In casa Juventus, mister Conte, infatti, ha problemi di formazione sia a centrocampo, dove saranno sicure le assenze di Andrea Pirlo, non convocato a causa di un affaticamento muscolare, ed Arturo Vidal – che partirà dalla panchina – che nel reparto d’attacco, dove mancherà lo squalificato Quagliarella e l’acciaccato Sebatian Giovinco, mentre Mirko Vucinic partirà dalla panchina per evitare di sforzare troppo il tendine d’Achille dopo i novanta minuti disputati sabato scorso contro l’Udinese. In avanti, quindi, come preannunciato da Conte in conferenza stampa è probabile l’esperimento dal primo minuto del modulo con l’unica punta Alessandro Matri, supportato da un centrocampo in cui il compito di agire in regia sarà affidato a Paul Pogba, protagonista indiscusso dell’anticipo con l’Udinese, ed al rientrante Claudio Marchisio, oltre che il confermatissimo Giaccherini, apparso in ottima forma e che potrebbe essere utile soprattutto in fase di spinta assecondando le sue naturali inclinazioni in tal senso. Il reparto difensivo, invece, vedrà la presenza di Barzagli, Marrone e Caceres, con il probabile riposo concesso a Bonucci, oltre che a Buffon, che sarà sostituito da Storari- come sempre accade in Coppa Italia.
La Lazio di Vladimir Petkovic, invece, sta attraversando un buon periodo di forma, considerando che proviene da ben 15 risultati utili consecutivi, ma in campo sarà priva di un uomo-gol fondamentale, il suo bomber Miroslav Klose, che sarà sostituito da Sergio Floccari, a segno nel match di campionato contro il Palermo, ed anche in tal caso sarà schierato nel ruolo di unica punta. Assente anche Konko, che verrà sostituito da Cavanda nel ruolo di terzino destro, a completare la retroguardia insieme a Biava, Ciani e Lulic. Il centrocampo biancoceleste, invece, è al completo con Candreva (ex dell’incontro), Gonzalez, Mauri ed il Profeta Hernanes.
I temi della semifinale d’alta quota Juventus-Lazio sono, dunque, incentrati sulle assenze di alcuni potenziali protagonisti (che ci si augura di vedere in campo nel match di ritorno all’Olimpico) ma anche nell’essenza di questa gara, che contrappone due tra le pretendenti alla vittoria finale sia in campionato che in Coppa Italia. I due tecnici avversari si rispettano vicendevolmente, e non ne hanno fatto mistero scambiandosi complimenti per il lavoro fin qui svolto, ma entrambi ovviamente puntano alla vittoria in chiave qualificazione alla finale. Come di consueto, nonostante l’emergenza Antonio Conte predica il verbo vincere ai suoi uomini per dimostrare che “non siamo mai stati in crisi”, ma anche Vladimir Petkovic non si nasconde e nelle dichiarazioni della vigilia ha delineato le caratteristiche necessarie per far risultato allo Juventus Stadium, caricando i suoi sotto il profilo psicologico: “occorre una Lazio di testa e di cuore, voglio dei guerrieri”.
Juventus-Lazio, le probabili formazioni:
Juventus (3-5-2): Storari; Barzagli, Marrone, Bonucci; Isla, Padoin, Pogba, Marchisio, Peluso; Giaccherini, Matri. A disposizione: Buffon, Rubinho, Caceres, Rugani, Lichtsteiner, De Ceglie, Vidal, Vucinic, Schiavone, Pol Garcia, Beltrame. Allenatore: Conte.
La vittoria contro l’Udinese in campionato, e i successivi pareggi delle inseguitrici Lazio e Napoli, ha dato una boccata d’ossigeno alla Juventus di Antonio Conte per cui, però, è già tempo di proiettarsi all’impegno contro la Lazio nella semifinale d’andata di Coppa Italia in programma domani sera allo Juventus Stadium. Per il mister bianconero i problemi principali riguardano la gestione degli infortunati che, in questo periodo, stanno affollando l’infermeria di Vinovo. Nella conferenza stampa di Conte, dunque, dapprima si fa la conta degli acciaccati, sottolineando la sicura assenza di Andrea Pirlo, anche se – a centrocampo – la buona notizia è il probabile ritorno di Claudio Marchisio.
In attacco, invece, la situazione della sua Juventus sembra realmente molto delicata e di piena emergenza e la “coperta” risulta essere davvero corta, considerando la sicura assenza di Fabio Quagliarella per squalifica (e di Niklas Bendtner, ovviamente, infortunato di lungo corso) ma anche il più che probabile forfait di Sebastian Giovinco, uscito anzitempo nel corso dell’anticipo di sabato sera: “quasi sicuramente non ci sarà”. Nel caso di Mirko Vucinic, che nelle scorse settimane era colui che maggiormente impensieriva il suo allenatore con i problemi al tendine d’Achille, le condizioni sono da valutare considerando che nella gara di sabato scorso ha portato a termine una gara intera dopo molto tempo e che, dunque, potrebbe essere rischioso schierarlo ancora dal primo minuto a distanza di tre giorni. In avanti, dunque, allo stato dei fatti rimane, così, soltanto la certezza-Matri, subentrato dalla panchina sabato scorso, ma che ha anche realizzato il quarto gol contro l’Udinese e che Conte stima molto “per la sua grande umiltà, mi rivedo nella sua voglia di migliorare” e che potrebbe indurre Conte a sperimentare un modulo ad una sola punta, ma non con Pogba avanzato perchè Conte preferisce il francese in mediana.
In generale, dunque, le valutazioni da fare in chiave reparto offensivo sembrano realmente necessarie, anche in virtù del fatto che per la Juventus è ormai giunto uno dei momenti topici della stagione, con impegni in campionato e Coppa Italia (il ritorno con la Lazio si disputerà la prossima settimana all’Olimpico, ndr) e poi gli ottavi di Champions League che incombono, ed è lo stesso mister Conte ad esprimersi in tal senso: “Bisognerà fare delle attente valutazioni, è un periodo in cui ci attende un mese e mezzo di lavori straordinari e ordinari”.
Non è dato sapere se il riferimento fosse o meno al mercato, un tema che, nelle ultime settimane, sembra essere diventato una sorta di tabù per Conte probabilmente anche a causa delle continue voci su probabili nuovi arrivi in attacco che, però, finora non si sono concretizzate. Ecco, dunque, che il mister salentino non smentisce il suo consueto senso pratico e pragmatico, concentrandosi sulla forza dell’avversario di domani sera, considerando che “ci giochiamo una finale”ed anche che la Lazio di Vladimir Petkovic è anche una delle dirette inseguitrici in campionato e che “lotterà fino in fondo con noi per lo scudetto“.
In merito al collega Petkovic, poi, Conte esprime parole di grande elogio, sottolineando la grande compattezza tattica della squadra biancoceleste, alla quale mister Petkovic ha saputo infondere grande consapevolezza e fiducia nei suoi mezzi: “sarà una Lazio forte, compatta e ordinata”.
E’ la Roma l’ultima semifinalista della Coppa Italia edizione 2013. La squadra giallorossa raggiunge così l’Inter, contro cui si giocherà l’accesso alla finalissima. Dall’altra parte del tabellone invece Juventus e Lazio. Ieri sera al Franchi la Fiorentina ha dovuto fare i conti con la rivoluzione adottata a sorpresa da Zdenek Zeman e la sfortuna più nera. Gli ospiti non possono che esultare, dal momento che il successo di ieri in casa dei gigliati può davvero rappresentare un nuovo inizio per la Roma, che adesso affronterà l’Inter tre volte in meno di dieci giorni (20, 23, 30 gennaio). Mastica amaro invece Vincenzo Montella, uno dei grandi ex della serata del Franchi. Per la sua Fiorentina infatti svanisce il sogno di raggiungere l’Europa attraverso la porta della Coppa Italia. A questo punto il campionato diventa l’unica valvola di sfogo per la squadra viola, arrivata alla terza sconfitta consecutiva dopo aver letteralmente incantato tutta Italia durante la prima parte di stagione.
CHI NON TI ASPETTI – L’1-0 finale porta la firma di Mattia Destro, bravo a sfruttare al meglio l’assist al bacio di Pjanic nel primo tempo supplementare, dopo che i novanta minuti regolamentari si erano chiusi sullo 0-0. Proprio lui, Destro, l’unico attaccante a disposizione di Zeman per la partita contro la Fiorentina, a causa delle indisponibilità di Totti (infortunato), Lamela e Osvaldo (squalificati), senza dimenticare Nico Lopez impegnato nel Sudamericano Under 20. Anche ieri l’ex attaccante di Siena e Inter ha fallito un’ottima palla gol nel corso del secondo tempo, ma alla fine è riuscito a scrivere il suo nome nella vittoria forse più importante fin qui della Roma targata Zeman, rivoluzionato dal boemo con una difesa a tre (Marquinhos, Burdisso, Castan) e l’unica punta Destro, aiutato da Pjanic e Florenzi, con gli esterni Piris e Balzaretti sacrificati sia alla fase difensiva che offensiva.
SFORTUNA – L’altro comun denominatore di Fiorentina-Roma ha il nome della sfortuna. I padroni di casa infatti hanno fatto la collezione di pali e traverse, colpiti per ben tre volte durante il match. Il primo legno è arrivato nel finale della prima frazione di gioco, quando Aquilani su punizione ha centrato la traversa. La sorte poi si accanisce contro lo spagnolo Borja Valero, il cui sinistro viene respinto dal palo. Se non bastasse, dopo essere passata in svantaggio, la Fiorentina ha colpito un nuovo legno, il terzo, con Cuadrado. Forse non era davvero destino.
Fiorentina-Roma 0-1, le pagelle Zeman 8: alla faccia del vecchio integralista. Sorprende tutti, anche i suoi stessi giocatori crediamo, con un’inedita difesa a tre. La squadra esce dal Franchi senza subire gol e con la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia, senza rinunciare al bel gioco. Chapeau. Destro 7: eroe per caso della serata giallorossa. Già, perché quando sbagli quelle occasioni per più gare di fila, e anche nella stessa partita, tutti pensano che non segnerai mai. Invece è la sua rete che decide l’incontro. De Rossi 6,5: nell’inedito 3-4-3 mostra di essere più a suo agio. Sfiora il gol nei primi minuti del primo tempo e dispensa autorevolezza al resto della squadra, salvo poi spegnersi nel finale. Montella 6,5: comunque sia andata non si possono non fare i complimenti alla Fiorentina e al suo allenatore, che ha tanto da recriminare in una partita giocata bene dai suoi giocatori, respinti soltanto dai tre legni. Borja Valero 6,5: quando lo si vede giocare ci si chiede perché non giochi in un grande club come Barcellona o Real Madrid. Ma tant’è, Firenze se lo tiene stretto. Jovetic 5,5: dopo il rientro dall’infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi di gioco per alcune settimane il montenegrino non ha ancora ritrovato quella lucidità sotto porta mostrata in avvio di campionato. Anche ieri Jojo ha continuato sulla falsa riga delle recenti apparizioni.