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  • FIGC: Carlo Tavecchio eletto nuovo Presidente

    FIGC: Carlo Tavecchio eletto nuovo Presidente

    Il calcio italiano ha un nuovo Presidente: questi è Carlo Tavecchio il quale è stato eletto come ampiamente previsto nei giorni e nelle settimane scorse: l’urna non lo ha tradito.  Dunque il calcio italiano riparte da lui, riparte dall’ex Presidente della Lega Nazionale Dilettanti che ha trionfato con il 63.18% dei voti alla terza votazione.

    Sarà Tavecchio ad avere il compito, ampiamente arduo, di riportare il calcio italiano a un livello che manca da troppi anni; saranno tante le cose che il nuovo Presidente sarà chiamato a dover fare, a dover sistemare. Ci vorrà del tempo, magari mesi, magari anni, solo il tempo saprà dire se Tavecchio sarà all’altezza dell’incarico assegnatogli; incarico che assume in uno dei momenti più bui del calcio italiano, uscito con le ossa rotte dal Mondiale Brasiliano e senza più appeal da parte dei top player del calcio europeo.

    carlo tavecchio 2

    “Dopo la prima sessione di voto ho dovuto chiedere ai miei collaboratori che mi aiutassero a scrivere qualcosa per un ringraziamento dal profondo del cuore”. Queste sono le prime parole pronunciate dal neo Presidente FIGC appena eletto: “Oggi alla presenza delle più alte cariche Uefa, c’è sempre una dimostrazione di grande serietà e comportamento di democrazia. Desidero ringraziare coloro che mi hanno confermato la fiducia e fatto sentire il loro appoggio anche in momenti difficili.”

    Carlo Tavecchio ha assicurato che “entro il 18 agosto mi presenterò con la lista delle cose fatte, non ho avuto alcun approccio con il CT, nessuna operazione di governance che va condivisa con il Consiglio Federale“.

    Tavecchio è stato sostenuto sin dall’inizio dalla lega di Serie B, dalla Lega Pro e dalla Lega Nazionale Dilettanti, più una importante maggioranza dei club di Serie A. Il fronte dello sfidante sconfitto, Demetrio Albertini, è sempre stato dall’inizio più risicato: Assocalciatori, Assoallenatori e arbitri.

    Nel corso del suo intervento in assemblea elettiva Tavecchio aveva parlato dell’importanza essenziale del sistema mutualità , la redistribuzione dei proventi tv alle leghe minori, e la legittima aspettativa della Serie A per una calibrazione statuaria.Tradotto ciò significa: più potere ai grandi, più soldi ai piccoli. Nel corso della mattinata ha letto il discorso parola per parola scritto, evitando cosi di cadere in pericolose bucce di banane.

    Non servono più parole, servono i fatti, serve che il calcio italiano torni ad essere competitivo, ad essere ammirato, visto come un modello per chi lo osserva dall’Italia e dall’Estero. Solo in tempo ci dirà se Tavecchio riuscirà a restituire quella credibilità che ormai non c’è più.

  • Consiglio Federale: lunedi si decide il nuovo Presidente

    Consiglio Federale: lunedi si decide il nuovo Presidente

    Il giorno decisivo sarà lunedi prossimo, l’11 agosto, il giorno del Consiglio Federale che deciderà il successore di Giancarlo Abete. Ma già quest’oggi potrebbe essere stata una giornata di quelle che lasciano il segno. Lui, come l’altro candidato alla presidenza Demetrio Albertini, non erano presenti a Firenze dove si è svolta l’elezione dei due consiglieri federali  della Lega Pro nel gran giorno in cui sono stati stabiliti i tre gironi della prossima Lega Pro Unica. Per una volta uniti, i due contendenti, hanno deciso di non darsi battaglia in pubblico, almeno per oggi.

    Albertini, però, non ha nulla da perdere, Quando si è candidato aveva dalla sua parte soltanto il 30% dei voti: 10% allenatori, 20% atleti. La Lega Dilettanti e la Lega Pro non si sono fino a ora scomposte, decidendo di seguire il percorso tracciato dai rispettivi presidenti Carlo Tavecchio e Mario Macalli e regalando al primo dei due un pacchetto che vale da solo la maggioranza assoluta: 34% rappresentato dalla Lega Dilettanti e 17% per la Lega Pro. In data odierna la Lega Pro si è mantenuta compatta dalla parte di Tavecchio, queste le parole del Presidente Macalli:

    “La Lega Pro è unita, poi che una Lega con 60 società possa perdere quattro, cinque o sei adesioni al momento del voto non mi meraviglia affatto. Come Lega Pro quando abbiamo preso un impegno lo abbiamo sempre mantenuto. Abbiamo perso dei voti anche quando eravamo un blocco di granito.  Rispetto chi non la pensa nella stessa maniera. L’importante -evidenzia- è che la maggioranza di questa lega sia quella che ha dimostrato di essere questa mattina. Tutte le richieste su cui ci sono state votazioni oggi sono state votate all’unanimità, non a maggioranza.”

    Demetrio Albertini
    Demetrio Albertini

    Sono oramai quotidiane le prese di posizione tra i favorevoli all’elezione di Tavecchio e i contrari. A dire la loro sono stati due pilastri della nazionale italiana: se per lo juventino Giorgio Chiellini: “Albertini è la persona giusta per cambiare il calcio italiano”; per il romanista Daniele De Rossi: “In America, Francia e Inghilterra per cose cosi sopo un giorno ti fanno dimettere. Non giudico la persona, ma le parole di Tavecchio sono gravi

    L’Italia ha già perso quello scarso credito internazionale che vantava, si è già esposta a un nuovo biennio di risolini da parte della Fifa e della Uefa per via delle frasi di un potenziale presidente fuori luogo, Tavecchio ha perso completamente credibilità ancor prima di essere eletto, ancor prima che si potesse entrare nel merito dei programmi, giudicare il suo operato e le sue intenzioni. Tavecchio ha già perso, soprattutto, perchè il contropotere, sul quale ha fatto leva magistralmente Andrea Agnelli, lo ha già messo spalle al muro. Lotito potrà anche riuscire a portarlo alla guida del calcio italiano ma non riuscirà mai a imporre in toto la propria visione e applicare a pieno il programma.

    Tavecchio ha già perso anche se probabilmente vincerà. Sarà il tempo a stabilire se, insieme a lui, è stato sconfitto tutto il movimento calcistico italiano.

  • Svolta nel calciomercato, fine delle comproprietà

    Svolta nel calciomercato, fine delle comproprietà

    Svolta incredibile oggi nel calcio italiano, il Consiglio Federale, riunitosi oggi a Roma, ha stabilito che dalla stagione 2014/15, dalla prossima finestra di calciomercato, fra i club non sarà più possibile stipulare contratti di comproprietà, viene così messa fine ad un istituto intorno al quale, nei primi anni duemila, aveva indagato il Fisco andando a sollevare diversi dubbi sulla legittimità di alcuni contratti.

    Resta la possibilità di rinnovare per un anno quelle ancora in essere, ma si tratta di una norma transitoria, l’istituto viene meno fino a esaurimento.

    Così ha chiarito la situazione il Presidente Federale Giancarlo Abete che ha anche aggiunto che si è trattato di una decisione imposta dalla FIGC visto che non tutte le società erano d’accordo:

    Giancarlo Abete
    Giancarlo Abete

    Non tutte le società della Lega di Serie A erano favorevoli, anche se la maggioranza era d’accordo. Non è stata una proposta della Lega, bensì una proposta diretta da parte della Federazione. Nei prossimi mesi verrà fatto un censimento della situazione sulle compartecipazioni ancora vigenti ma era evidente l’atipicità di questo istituto nel quadro normativo europeo, e anche in quello fiscale. Le comproprietà non saranno più possibili.

    Dunque si tratta di una vera e propria svolta che permette all’Italia di andare ad adeguarsi alla volontà dell’UEFA e seguire il passo che avevano già fatto in Inghilterra e Francia. Lo stesso massimo esponente del calcio europeo, Michel Platini, lo scorso inverno si era espresso sulla questione comproprietà:

    Le comproprietà inibiscono la volontà di un calciatore di scegliere il suo destino. Agente e opachi investitori determinano patti e scelte. E’ ora di dire basta.

    Oltre a questa decisione sulla fine delle comproprietà, il Consiglio Federale oggi a Roma ha anche stabilito le date di apertura delle prossime due sessioni di calciomercato per la stagione calcistica 2014/2015:  i tesseramenti in ambito professionistico saranno possibili da martedì 1 luglio a lunedì 1 settembre, fino alle ore 23 per quanto riguarda la sessione di calciomercato estiva, e da lunedì 5 gennaio a lunedì 2 febbraio, sempre fino alle ore 23 per quanto riguarda la sessione invernale.

     

     

  • Juve, Agnelli attacca ancora: “lo scudetto 2006 è dei prescritti non degli onesti”

    Juve, Agnelli attacca ancora: “lo scudetto 2006 è dei prescritti non degli onesti”

    Il presidente bianconero Andrea Agnelli si dimostra ancora fortemente interessato al tricolore della discordia, quello scudetto del 2006 che la Juventus conquistò sul campo con ben 91 punti ma che le fu tolto per le note vicende di calciopoli, nell’estate successiva ed assegnato all’Inter che ne fece un inno all’onestà.

    Il Presidente della Juventus Andrea Agnelli | ©Claudio Villa/Getty Images
    Queste le parole del figlio del compianto Umberto e nipote dell’avvocato Gianni all’interno della conferenza stampa convocata a Roma per presentare la strategia della società in seguito alle decisioni del Consiglio federale del 18 luglio scorso: “Avevo già riflettuto alla presentazione delle maglie sul timore che il Consiglio federale decidesse di non decidere. I fatti emersi dal processo di Napoli esprimono un’inaccettabile disparità di trattamento. Si è dichiarata incompetente la stessa istituzione che nel 2006 ha lapidato la Juventus. Il titolo di quella stagione lo abbiamo vinto sul campo con 91 punti, qualcun altro se l’è visto recapitare con un atto amministrativo. Ed ancora: “È stato definito lo scudetto degli onesti: al più, è lo scudetto dei prescritti, la Juventus non teme il confronto ed è aperta al dialogo ma solo in condizioni di parità. Non siamo ancora in condizione di chiedere indietro due scudetti che abbiamo vinto sul campo ma la cosa certa è che useremo tutti i mezzi concessi dalla Giustizia ordinaria in ogni suo grado”. Sempre Andrea Agnelli ha confermato la volontà della Juventus di presentare ricorso al Tribunale nazionale arbitrale per lo sport (Tnas) contro la mancata revoca dello scudetto 2006, decisa il 18 luglio dal Consiglio federale Figc. Uno dei legali del club torinese, Michele Briamonte, ha aggiunto inoltre, che i bianconeri sono pronti ‘ad andare al Tar, al Consiglio di Stato ed alle procure della Repubblica competenti’.