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  • Petrucci tuona “doping legale, il calcio è malato”

    Petrucci tuona “doping legale, il calcio è malato”

    Dopo la sentenza del Tnas che si è dichiarato incompetente sul ricorso della Juve sullo scudetto 2006, il presidente del Coni Gianni Petrucci, lancia un duro atto di accusa:

    Basta basta io non ci sto, il calcio è malato di doping legale, se va avanti così sarà commissariato dall’opinione pubblica. C’è mancanza di rispetto per le regole e per l’etica, non devono prevalere gli arroganti e i prepotenti. Mi riferisco ad una parte del calcio italiano di vertice perché stiamo assistendo a cose mai viste

    Gianni Petrucci| © Paolo Bruno / Getty Images

    La rabbia del Presidente del Coni scaturisce dalle ultime vicende giudiziarie emerse dopo lo scandalo Calciopoli. Nel corso della conferenza stampa di oggi,  al Comitato Olimpico Italiano, Petrucci si è anche espresso a proposito dei recenti sviluppi della questione legata allo Scudetto 2006 assegnato all’Inter e sul ricorso della società bianconera al Tnas:

    Ha fatto bene la Lega ed Abete a non togliere lo scudetto all’Inter. Condivido tutte le sue decisioni e quelle del Tnas. Non so se sia giusto aver dato quello scudetto all’Inter, non sta al Coni dirlo. Le regole però sono state rispettate e per il Coni il discorso è chiuso. Chi lo vuol riaprire creerà problemi alla serenità del calcio italiano“.

    Tuttavia Petrucci non polemizza con il presidente bianconero, Andrea Agnelli ma piuttosto invita tutti i sostenitori della Vecchia Signora ad “essere meno tifosi e di usare il buon senso“, sul presidente Agnelli dice:

    Non sono rimasto deluso dal suo comportamento, ognuno fa quello che ritiene giusto. Ho conosciuto l’avvocato e ho rispetto per una famiglia cha ha fatto grandi cose per il calcio. Loro portano avanti le loro idee, io le rispetto, ma non sono le mie“.

    Il Coni ha affidato ad una commissione di esperti il compito di tutelare la federazione dagli attacchi dei tribunali, la commissione è costituita da 5 saggi: Pasquale De Lise, Paolo Salvatore, Piero Alberto Capotosti, Roberto Chieppa e Giulio Napolitano, i quali avranno il compito – dice Petrucci – di “difenderci da questi ricorsi perenni ai tribunali“.

    Infine Petrucci ha spiegato la situazione dei rapporti con la Lega calcio di serie A

    La prima giornata di serie A non si è giocata per mancanza del contratto collettivo […] A marzo si è dimesso il presidente Beretta, ma possibile che in questi mesi non sia riuscito ad eleggerne un altro? Non possiamo andare avanti così, facciano qualcosa di costruttivo ed eleggano il nuovo presidente. Lega A a rischio commissariamento? Questo non lo so, ma loro lo sanno, visto che hanno fatto tanti studi per vedere se potevano essere commissariati. Io spero riflettano con serenità sulle mie parole. Il problema sono la categoria di avvocati che illudono i presidenti facendogli credere che le regole si possono raggirare. Purtroppo non si accetta più il risultato del campo finchè avremo voce per difendere le nostre regole, lo faremo. I presidenti lo sapevano quando sono entrati nel mondo dello sport: i soldi sono loro, le regole sono nostre“.

    Alle parole di Petrucci non poteva farsi attendere la replica di Andrea Agnelli, più volte tirato in ballo durante il monito del presidente. Il numero uno dei vertici bianconeri ha perciò radunato una conferenza stampa prevista a Vinovo alle 17.30, in cui replicherà alle accuse mosse dal rappresentante del Coni.

  • Atletica, maledizione Howe, tendine d’Achille ko. Addio mondiali e forse carriera

    Atletica, maledizione Howe, tendine d’Achille ko. Addio mondiali e forse carriera

    Un fuoriclasse di primo livello sulle piste d’atletica che forse dovrà dire addio per sempre alle competizioni sportive. Andrew Howe si ferma di nuovo, rottura del tendine d’achille sinistro.

    Andrew Howe | ©THOMAS LOHNES/AFP/Getty Images
    Il tendine di Howe ha fatto crak in allenamento a Rieti. Il 26enne è andato subito a Roma, dove il prof. Carlo Tranquilli, responsabile dell’Istituto di Scienza dello Sport del Coni, e il prof. Giuseppe Fischetto (Responsabile sanitario della federatletica) hanno confermato la diagnosi. “È imprescindibile ed urgente un intervento chirurgico – le parole di Fischetto – che verrà eseguito domani stesso a Perugia, alla Clinica Ortopedica, dal prof. Giuliano Cerulli”. “Per una stima dei tempi di recupero – il commento di Tranquilli – dovremo attendere l’intervento di domani. Concorderemo successivamente con il prof. Cerulli il percorso di riabilitazione”. Per  Howe, che sabato avrebbe dovuto partecipare al meeting Terra Sarda nei 200 metri, si tratta di una ricaduta, infatti l’aretino era già stato operato al tendine d’Achille sinistro nel settembre 2009 e questa particolare situazione preoccupa seriamente per il prosieguo della sua carriera che si spera, non sia arrivata al capolinea.

  • Ira Lotito sul Coni: “Estorsione sull’Olimpico”

    Ira Lotito sul Coni: “Estorsione sull’Olimpico”

    © Giuseppe Bellini/Getty Images
    Si infuoca la polemica fra Claudio Lotito ed il Coni per la concessione dello stadio Olimpico alla Lazio per disputare le partite in casa della prossima stagione. Il Coni, infatti, attende dalla società biancoceleste due milioni di euro per la concessione dello stadio, in termini di canone di locazione maturato, così come deciso dalla sentenza del Tribunale: la squadra di Lotito, però, non pare aver alcuna intenzione di versare la somma stabilita e, per mezzo del suo Presidente, parla di vera e propria “estorsione” da parte del Coni, causata dal fatto che la Roma ha adempiuto ai suoi obblighi ed ora il Coni si attende la medesima condotta da parte della Lazio.   La questione, però, dovrebbe risolversi in tempi brevi, poichè il Coni attenderà il pagamento dovuto fino al 30 Giugno, come termine massimo per la concessione della liberatoria per l’utilizzo dello Stadio Olimpico e, se il pagamento non arrivasse, potrebbe compromettere l’iscrizione della squadra al prossimo campionato oltre che lasciare eventualmente spazio al Coni per rivalersi sulla società biancoceleste con azioni esecutive.   Gli attacchi di Lotito al Coni vanno oltre il limite del consentito con una arringa molto pesante nei confronti della principale istituzione sportiva italiana, che ha colpito particolarmente il presidente Gianni Petrucci, il quale si è detto sconcertato per le parole usate da parte di Lotito, che riveste anche la carica di consigliere federale. Lotito vorrebbe onorare il contratto che scade il 30 Giugno, per poi riformularne un altro basato su criteri differenti rispetto al precedente e, soprattutto, in linea con le “possibilità” della Lazio che, secondo Lotito, sono differenti da quelle della Roma, così come è ben diverso il “grado di utilizzo” dell’impianto, visto e considerato che la Roma solitamente disputa un numero di gare superiori rispetto alla sua squadra. Il braccio di ferro è appena cominciato.

  • Rugby, Il Flaminio resterà tempio italiano. il Sei Nazioni rimane a Roma

    Rugby, Il Flaminio resterà tempio italiano. il Sei Nazioni rimane a Roma

    Il presidente della Federazione Italiana Rugby, Giancarlo Dondi ha annunciato che l’ Italia proseguirà la sua avventura al Sei Nazioni a Roma e sempre al Flaminio scongiurando così, la paventata ipotesi, che gli azzurri del rugby potessero giocare fuori dalla capitale le gare del Six nations.

    Il monito del Presidente del Coni Gianno petrucci che nei gorni scorsi aveva assolutamente rifiutato la possibilità che l’ Italia giocasse il prestigioso torneo fuori dalle porte di Roma è andato a buon fine. La decisione è arrivata al termine dell’incontro avuto, proprio da Dondi, in Campidoglio con il sindaco Gianni Alemanno e la Fondazione Nervi, rappresentata da Marco Nervi. Ora la Fir dovrà comunicare al Board del Sei Nazioni e alle altre cinque federazioni che il Flaminio di Roma continuerà ad essere il terreno di gioco dei match interni dell’Italia nel Torneo. Solo dopo la Fir annuncerà i termini del nuovo accordo.

    Il nuovo Flaminio sarà di 40mila posti, ha detto l’architetto Eloi Suarez, titolare del progetto di ristrutturazione e ampliamento del stadio. Secondo quanto previsto originariamente, ora il Comune dovrebbe dare il via ai lavori per le zone ospitality e stampa, mentre dopo i due incontri che l’Italia giocherà al Flaminio nel 2012 contro Inghilterra (11 febbraio) e Scozia (17 marzo), dovrebbero cominciare i lavori per l’ampliamento, che si dovranno quindi chiudere prima del Sei Nazioni del 2013.

  • Ciclismo, Petrucci: “Adesso basta non vi crede più nessuno”

    Ciclismo, Petrucci: “Adesso basta non vi crede più nessuno”

    Durissima presa di posizione del Presidente del Coni Gianni Petrucci che ha chiesto fortemente alla Federazione Italiana uno stop deciso e fermo al doping.

    Le parole del Presidente:”Abbiamo chiesto un’azione forte, serve un atto dirompente perchè la realtà è che il numero dei corridori positivi è una parte di storia del ciclismo”. Ed ancora “Io sono fortemente preoccupato – ha detto Petrucci al termine della Giunta Coni – e deve essere il ciclismo stesso a fare atti concreti, a dire basta. Il presidente Di Rocco deve dire “la dovete smettere perchè non vi crede più nessuno”. Ogni volta ci illudiamo di una vittoria e a quell’entusiasmo segue la disillusione”. Al duro monito di Petrucci ha replicato Di Rocco che dovrà studiare azioni immediate per dare seguito all’appello del capo dello sport italiano. “Mi associo al basta di Petrucci, dobbiamo fermare questa situazione che è drammatica – ha detto Di Rocco – se servirà fermarsi lo faremo, e se potessi impedire ad alcuni corridori di partecipare al Giro, lo farei cominciando da Contador: ma non è nelle mie possibilità e quindi penseremo ad altro”.

    Sicuramente, ed è opinione di chi vi scrive, partire dall’ esclusione dei corridori coinvolti in situazione di doping dalle grandi corse a tappe è un ottimo inizio, come già succede in Francia ma è inoltre opportuno cambiare le regole del gioco e di condotta di tutto il sistema con sanzioni più pesanti anche dopo la prima positività perché il garantismo e la fiducia in una riabilitazione, negli ultimi anni, è tremendamente fallito in questo sport.

  • Doping: lotta o liberalizzazione?

    Doping: lotta o liberalizzazione?

    Negli ultimi anni l’accostamento sport-doping è stata una triste consuetudine, alla quale si è finiti per abituarsi, soprattutto nel mondo del ciclismo. Gli inasprimenti dei controlli non sembrano avere apportato l’effetto desiderato, ed, al contrario, pare che le sostanze adoperate si evolvano sempre di più, incrementando la difficoltà di rilevazione così come la pericolosità sia nel breve che nel lungo periodo.

    Il mercato parallelo delle sostanze illecite è più che mai in una fase di florida espansione poichè la domanda non accenna a decrescere.

    In accordo con il principio che afferma “quando il nemico non si può combattere conviene allearsi a lui”, il celeberrimo oncologo Umberto Veronesi, sulla scia del procuratore antidoping Ettore Torri, giunge ad una proposta provocatoria, che permetterebbe di risolvere la problematica nei suoi aspetti più pericolosi. “Non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male. Prendete l’Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti. Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto, ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere, alla salute”.

    Un’impostazione rivoluzionaria, soprattutto poichè proviene dal pensiero di un medico tanto autorevole, oltre che ex Ministro della Salute. Andando al nocciolo della questione, i punti salienti sono due: affrontare la vicenda con atteggiamento paternalista, a tutela della salute degli atleti oltre che della trasparenza del gioco, portando avanti i valori della correttezza e della trasparenza; oppure, arrendersi all’impossibilità di sradicare un fenomeno tanto diffuso, all’impossibilità di combattere la mentalità della “corsa alla vittoria a tutti i costi”, alla difficoltà di adeguare i controlli all’evoluzione della ricerca farmaceutica ed ai fortissimi interessi economici in ballo, limitandosi a costatare l’esistenza del fenomeno ed evitandone gli aspetti più degenerativi.

    La prima strada implica il prevalere della morale, ed in apparenza è la più giusta, ma finora tale impostazione non è stata in grado di arginare il fenomeno. Principalmente, è un problema di mentalità e, dunque, è difficile estirparlo quando è già esploso, quando le soluzioni possono essere solo dei rimedi parziali e temporanei, ed occorrerebbe agire “alla radice”, sulla cultura dello sport pulito a “monte”, nelle squadre giovanili e nelle palestre, coltivando la mentalità del “divertimento”, in contrasto all’ossessione del risultato con ogni mezzo.

    L’attuale dichiarazione di Veronesi andrebbe ben contestualizzata. E’ una provocazione che vuol fare emergere l’impossibilità di arginare il fenomeno con i mezzi che si adoperano adesso: o si agisce diversamente, oppure si finisce per sprecare risorse destinabili ad altro. Non a caso, molti sportivi si sono espressi in modo concorde allo scienziato.

    Francesco Moser, celebre ex ciclista italiano, dichiara: “Se non riusciamo ad utilizzare un sistema efficace che permetta il controllo per tutti, allora è bene liberalizzarlo per aggirare il problema”. Così come afferma lo sciatore statunitense quattro volte campione del mondo, Bode Miller: “Penso che sia una cosa giusta perché vuol dire dare le stesse possibilità a tutti e questo non ha niente a che vedere con ciò che è bene e ciò che è male. Se tutto viene autorizzato è giusto, se tutto viene proibito è giusto ugualmente. Il problema – ha concluso il quattro volte campione del mondo – è che i controlli antidoping non hanno niente a che fare con l’equità, coloro che vogliono doparsi arrivano ai test senza alcun problema e i controlli non servono a niente se non a perdere denaro e tempo”.

    Il mondo dello sport italiano, però, non ha colto – o ha preferito non farlo – il reale senso delle affermazioni dell’autorevole Umberto Veronesi. Il presidente del Coni Gianni Petrucci, a tal proposito, ha dichiarato: “Rispetto uno scienziato come il professor Veronesi ma non condivido quanto ha detto. Io ho la responsabilità ed il dovere di tutelare i giovani e rispettare le leggi”.

  • Radiazione Moggi: l’Alta Corte se ne lava le mani

    Radiazione Moggi: l’Alta Corte se ne lava le mani

    Arriva un’altra spallata per il presidente Abete e sopratutto per il modo di gestire da parte della Figc l’ormai incresciosa vicenda Calciopoli. Il Processo di Napoli ha tolto il coperchio su una giustizia sommaria e piena di angoli bui. Il presidente Abete per scongiurare il ritorno nel calcio di Moggi lo scorso 19 gennaio inviò una richiesta di parere all’Alta Corte del Coni sulla possibilità di radiazione di Big Luciano e di altri 41 tesserati.

    L’Alta Corte ha respinto al mittente la richiesta bollandola come “inammissibile” e spiegando di non poter intervenire “su una controversia in atto per la quale sia stata avviata una procedura avanti a organi della giustizia sportiva o in ordine alla quale vi sia la possibilità di proporre ricorso all’Alta Corte”.

    La patata bollente adesso torna nelle mani del presidente Abete e c’è curiosità nel mondo pallonaro per capire quale altra decisione possa prendere.

  • Ora è ufficiale, domenica si gioca. I calciatori revocano lo sciopero.

    Ora è ufficiale, domenica si gioca. I calciatori revocano lo sciopero.

    Dopo le trattative ad oltranza dei giorni scorsi e le dichiarazioni fiduciose dei diretti interessati, finalmente è arrivata la tanto attesa ufficialità della revoca dello sciopero, indetto dall’Associazione Italiana Calciatori e previsto per il prossimo weekend (11 e 12 dicembre) che avrebbe bloccato la 16esima giornata del campionato di Serie A, per il contratto collettivo scaduto lo scorso 30 giugno e la riformulazione di alcuni punti in esso contenuti.
    E’ stato raggiunto infatti l’accordo tra le parti interessate (AIC e Lega Calcio) su 6 degli 8 punti alla base dello scontento dei calciatori, mentre rimane fuori quello più spinoso dei “fuori rosa” per il quale si comincerà a lavorare per inserirlo nel nuovo sotto la supervisione del presidente della FIGC Giancarlo Abete. L’ottavo, quello dei “trasferimenti coatti” non è stato preso in considerazione venendo definitivamente stralciato. Il nuovo contratto colletivo avrà una validità di tre anni. Questo il comunicato dell’AIC:

    • L’Associazione Italiana Calciatori, preso atto del buon andamento dei lavori per la stesura del nuovo testo dell’Accordo Collettivo, con la mediazione del Presidente della FIGC Abete, e sentiti i rappresentanti delle squadre, comunica che rientra l’azione di protesta in attesa della definitiva sottoscrizione e che i calciatori di Serie A scenderanno in campo alla 16a giornata di campionato fissata l’11 e il 12 dicembre prossimi“.

    Pienamente soddisfatto anche il presidente del CONI Gianni Petrucci che ha commentato così la revoca dello sciopero:

    • Fortunatamente, grazie a Campana, Beretta e Abete, che ha condotto molto bene la trattativa, non ci sara’ nessuna astensione che sarebbe stata un brutto spot per il calcio e i calciatori. Ci sono formule diverse per esprimere il proprio dissenso“.
  • Ciclismo: Avviso di Garanzia ad Alessandro Petacchi. Indagato per “sospetto utilizzo di sostanze proibite”.

    Il 36enne velocista della Lampre, Alessandro Petacchi è stato raggiunto da un avviso di garanzia in merito all’indagine condotta dal Pm Roberti a Padova per un possibile uso di Perfluorocarburo o Pfc e albumina umana, sostanze queste, proibite in ambito sportivo e pericolose per la salute umana se assunte fuori dall’uso prescritto.

    L’incartamento di Petacchi, con altri documenti, è ora in mano anche della procura antidoping del Coni diretta da Ettore Torri. Al momento non è possibile risalire con certezza come il nome del velocista della Lampre sia saltato fuori, dato che i filoni dell’inchiesta risultano essere diversi: dalla perquisizione a casa di Lorenzo Bernucci, compagno di squadra di Petacchi nella Lampre, ai blitz al GiroBio e alle 22 perquisizioni quasi tutte a casa di clienti dell’endocrinologo Filippo Manelli, uno dei personaggi chiave dell’inchiesta. È probabilmente in questo quadro che deve essere saltato fuori il nome di Petacchi, forse attraverso una confessione di uno degli interrogati. Fra questi c’era anche un ex massaggiatore della Lampre, che aveva cercato di inserirsi pure nel mondo del calcio offrendo la sua collaborazione ad alcuni giocatori del Napoli.

    Per quanto riguarda le sostanze proibite, il Perfluorocarburo o Pfc, Il suo uso canonico è terapeutico: aiutare, per esempio, nell’immediato soccorso, le persone che hanno perso molto sangue. L’uso dopante è invece legato alla possibilità di aumentare il trasporto di ossigeno senza che il risultato sia “avvertito” dall’ematocrito, cioè sfuggendo a ogni controllo, anche indiretto. Non c’è mai stato un “positivo” per Pfc: su questo fronte l’antidoping sta lavorando, ma il traguardo è lontano. Sono noti, invece, i possibili effetti dell’assunzione, con il rischio di embolie. Quanto all’albumina umana, sarebbe usata in funzione diluente, per rendere il sangue meno denso riducendo l’ematocrito.

    Lo spezzino è attualmente impegnato al Tour de France dove è in lotta per la conquista della maglia verde, adesso la Lampre dovrà decidere se far continuare la corsa a tappe francese o sospendere il corridore in attesa di chiarimenti al riguardo.

  • Olimpiadi 2020: scelta la candidatura di Roma per ospitare i Giochi, battuta Venezia

    Olimpiadi 2020: scelta la candidatura di Roma per ospitare i Giochi, battuta Venezia

    Come era prevedibile, sarà Roma la candidata italiana per ospitare le Olimpiadi del 2020. La decisione è stata presa nel primo pomeriggio dalla Giunta del Coni che doveva scegliere tra la capitale e Venezia bocciando la candidatura di quest’ultima non avendo superato neanche la preselezione. Infatti la Commissione di valutazione del Coni ha assegnato a Roma un punteggio di 32.3 su 35, mentre Venezia ha totalizzato 20.1 su 35; di conseguenza una valutazione in decimi rispettivamente di 9.2 per la capitale e 5.7 per la città veneta. Sulla base dei criteri del Cio, Venezia non raggiungerebbe il parametro 6 (cioè di 21 punti) per superare la soglia individuata già per Rio 2016. La votazione del Consiglio nazionale, quindi, è stata una corsa a senso unico, perché ha dovuto prendere in considerazione un solo progetto, quello di Roma, poi approvato quasi all’unanimità (68 voti a favore, 1 contrario e 1 solo astenuto).
    Una decisione quella di escludere Venezia dettata da motivi logistici (alloggi e trasporti) e non solo (sicurezza ed esperienza).

    Non sono tardate ad arrivare le prime reazioni alla decisione del Coni di sostenere la candidatura di Roma. Il presidente del Coni Gianni Petrucci afferma:

    • Ci siamo attenuti alle regole del Cio, sono state in corsa due candidature belle ed affascinanti, non ho mai fatto pressioni o chiamato alcun membro del Consiglio Nazionale, chi ha mandato in giro certe voci lo ha fatto per mischiare le carte. La città è stata votata all’unanimità dalla giunta, con un astenuto e un contrario al consiglio: mi auguro che questa volta sia la candidatura di tutto il Paese.
      Qualche chance in più ce l’abbiamo e la scelta era per poter vincere la sfida del 2013 quando verranno assegnati i Giochi
      “.

    Abbastanza contrariato è il governatore della regione Veneto Luca Zaia:

    • Prendiamo atto del voto del Coni, che riteniamo insoddisfacente sia nel merito che nel metodo. Siamo assolutamente convinti che la proposta di Venezia non sia stata tenuta nella giusta considerazione e che, invece, avrebbe potuto rappresentare una novità seria per la qualità che esprime. Siamo certi che Venezia, capitale universale della bellezza, sia il miglior ambasciatore di tutto il nostro Paese nel mondo. Sia chiaro che ora non escludiamo un intervento formale in altre sedi. Garantisco inoltre che da oggi spulcerò personalmente l’intera documentazione voce per voce, sviscerando numeri, conti e promesse che sono alla base di una scelta che ritenere sbagliata è un eufemismo. Un nord penalizzato così fortemente di certo non servirà alla causa che ci si vuole prefiggere“.

    Sulla stessa riga, ma con toni ancor più accesi e discutibili, sono i commenti del presidente dell’Aero Club Italia Giuseppe Leoni, uno dei fondatori del partito della Lega Nord insieme ad Umberto Bossi e l’unico ad aver votato contro il progetto di Roma nel Consiglio nazionale:

    • Roma ladrona. Ora ci hanno rubato anche le Olimpiadi“.

    Come era ovvio, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno è intervenuto sulla questione cercando di smorzare le polemiche venutesi a creare:

    • Ora non c’è spazio per creare polemiche. Venezia è stata bocciata dal punto di vista tecnico in base a criteri scientifici quindi non si può parlare di scelta tra la città veneta e Roma“.