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  • Coni, presentato il nuovo logo

    Coni, presentato il nuovo logo

    Il Coni ha svelato il nuovo logo realizzato in occasione dei cento anni di attività celebrati proprio quest’anno. Si tratta, però, di un elemento che sancisce di fatto il ritorno all’antico, al passato ed alla tradizione, riscoprendo il simbolo delle origini proprio in occasione delle imminenti celebrazioni. Il nuovo logo del Coni presenterà un tricolore in bella vista su sfondo bianco ed i cerchi olimpici in testa. Il tricolore, inoltre, riporta la scritta “Italia” mentre la sigla “Coni” è riportata in basso in nero ed in stampatello. Il nuovo logo del Comitato Olimpico Nazionale Italiano è stato così presentato questa mattina al Foro Italico di Roma, nella Casa delle Armi, alla presenza del presidente del Coni Giovanni Malagò e di illustri esponenti dello sport Azzurro e delle istituzioni: Franco Carraro, Gianni Petrucci, Mario Pescante. Presenti, inoltre, importanti campioni dello sport del presente e del passato che hanno fatto da “padrini” e “madrine” al battesimo del nuovo marchio: da Alessandra Sensini ad Armin Zoeggeler, da Giuseppe Abbagnale a Manuela Di Centa, da Jessica Rossi a Mauro Checcoli.

    Coni, presentato il nuovo logo
    Coni, presentato il nuovo logo

    In occasione della presentazione del nuovo simbolo, si è colta l’occasione per fare il punto sulle celebrazioni del centenario del Coni, che proprio nel Giugno del 1914 vide “la luce”. Tali festeggiamenti prenderanno il via il prossimo 8 Giugno e proseguiranno fino al 10 Giugno, prevedendo la giornata clou il giorno 9 con una serie di eventi musicali e concerti, il passaggio delle frecce tricolori e una diretta televisiva su Rai Uno dal Foro Italico. In occasione delle celebrazioni del centenario è stata, inoltre, coniata anche una medaglia commemorativa.

    L’accento posto sulla presentazione del logo del Coni ha, poi, delle importanti implicazioni a carattere di marketing: il presidente Giovanni Malagò, infatti, ha voluto sottolineare la rilevanza dello sfruttamento del merchandising in particolar modo con la creazione dei “Coni-Point” in cui saranno disponibili i prodotti ufficiali che, ovviamente, riporteranno il nuovo logo del Coni.

    Proprio in tal senso, il presidente Giovanni Malagò ha dichiarato come il nuovo logo fosse un suo desiderio, perchè “tengo tantissimo alla striscia di colore oro e alla scritta Italia, e sono sicuro che questo nuovo marchio potrà farci vendere tantissimi nostri prodotti”. 

  • Coni, Malagò elimina tessere gratis ai parlamentari

    Coni, Malagò elimina tessere gratis ai parlamentari

    La classe politica italiana sembra voler cambiare, incamminandosi sulla strada del rinnovamento delle istituzioni e dei costumi, per provare ad avvicinarsi alla società civile con la quale nel corso degli ultimi decenni si è creata una vera e propria frattura che appariva insanabile e incolmabile. Secondo alcuni osservatori il cambio di tendenza registrato negli ultimi tempi è da attribuire allo Tsunami del Movimento Cinque Stelle che, al grido di “arrendetevi, siete circondati” e con il successo elettorale ottenuto alle urne, ha spaventato non poco la vecchia politica impolverata e l’ha costretta ad adeguarsi alle richieste per evitare di essere completamente cancellata dell’anti-politica. Emblematici esempi di questo processo ancora in corso sono rappresentati dall’elezione della Presidentessa della Camera dei Deputati Laura Boldrini e del Presidente del Senato Piero Grasso, due figure di “rottura” con i cosiddetti mestieranti della politica e che hanno fatto dell’impegno civile la bandiera della propria esistenza. Un messaggio in tal senso, poi, sembra giungere anche dall’altra sponda del Tevere, da quella Città del Vaticano troppo spesso riluttante al cambiamento ed all’abbandono degli sfarzi che per secoli l’hanno contraddistinta, anteponendo i privilegi e i lussi alla vera essenza del cattolicesimo. In direzione opposta, invece, sembra essere l’elezione di Papa Francesco, che già dalle prime parole pronunciate, dal tono amichevole e poco formale, dalla volontà di incontrare da vicino i fedeli, dalla rinuncia ai simboli di sfarzo quali il mantello broccato o la croce d’oro preferendole quella di ferro. Un vento nuovo, dunque, che sta avvolgendo questo periodo sferzato dalla tempesta della crisi e che, almeno su tali aspetti, sembra portare qualche novità importante che si estendono anche ad un altro mondo tradizionalmente improntato al riconoscimento dei privilegi alla casta, quello dello sport. In tale direzione, dunque, suona come rivoluzionaria la decisione del Coni – per volontà del neo presidente Giovanni Malagò – di eliminare le tessere con le quali i parlamentari potevano beneficiare di ingressi gratuiti allo stadio.

    Giovanni Malagò nuovo presidente del Coni | immagini dal web
    Coni elimina tessere gratis parlamentari | immagini dal web

    Una decisione ovviamente simbolica per seguire la tendenza in atto e per mettere in chiaro che il nuovo corso del Coni (e quindi dello sport italiano) vuole andare di pari passo con le istanze di cambiamento del Paese, andando a promuovere una decisione anti-casta e anti-privilegi che affonda la sua ratio nella intollerabilità del fatto che coloro che beneficiano di cospicue indennità parlamentari abbiano il diritto divino di accedere nei settori più esclusivi degli stadi gratuitamente, mentre la gente comune è costretta a pagare il biglietto, tra l’altro anche a prezzi molto cari, anche per andare in curva.

    Può apparire singolare che una decisione del genere, che dà uno scossone molto forte alla Roma del potere e dei privilegi, sia partita proprio sotto la presidenza del Coni di un uomo come Malagò cresciuto nel quartiere altolocato dei Parioli, e che sia stato per anni membro e poi presidente di uno dei circoli più esclusivi della Capitale, ossia il circolo Aniene: eppure, è accaduto proprio ieri, 18 Marzo 2013.

    Anche i parlamentari pagheranno il biglietto allo stadio, dunque, e grazie alla decisione del Coni per molti di loro sarà come scendere dall’Olimpo per mescolarsi ai comuni mortali: era ora!

  • Malagò e il nuovo Coni: “Non deve appiattirsi sul calcio”

    Malagò e il nuovo Coni: “Non deve appiattirsi sul calcio”

    La sua elezione a presidente del Coni è giunta di sorpresa, ribaltando ogni pronostico della vigilia considerando che il suo competitor, Raffaele Pagnozzi, era l’uomo di fiducia del presidente uscente Gianni Petrucci, che fino all’ultimo ha spinto per la vittoria di Pagnozzi, suo braccio destro per vent’anni. Invece, i numeri hanno dato ragione a Giovanni Malagò, imprenditore molto noto e frequentatore dei salotti romani che contano, presidente del prestigioso Circolo Canottieri Aniene oltre che del Comitato Organizzatore dei Mondiali di Nuoto del 2009, ma anche ex calciatore agonista di calcio a cinque. Un uomo che, dunque, nel mondo sportivo si trova perfettamente a suo agio e che lo conosce a 360 gradi, con intenti innovatori, almeno stando alle dichiarazioni post-vittoria. Ma nel cercare di comprendere le  ragioni alla base della sua elezione, ed in particolar modo il “ribaltone” clamoroso che lo ha portato a superare per 40-35 il suo rivale Pagnozzi, secondo i bene informati ci sarebbe l’appoggio di uomini di potere molto influenti, che occupano sponde politiche trasversali. Tra questi, Gianni Letta che non ha mai fatto mistero della sua vicinanza, così come Mario Pescante, già parlamentare e sottosegretario con delega allo sport nel Governo Berlusconi dal 2001 al 2006. Ma anche la canoista italo-tedesca Josefa Idem, attualmente impegnata come testimonial e supporter della campagna elettorale di Pierluigi Bersani, e che in molti prevedono possa divenire il prossimo Ministro dello Sport nel caso in cui la coalizione di centrosinistra vincesse le prossime elezioni.

    Giovanni Malagò nuovo presidente del Coni | immagini dal web
    Giovanni Malagò nuovo presidente del Coni | immagini dal web

    Il neo presidente del Coni Giovanni Malagò, però, chiamato a rispondere su tali aspetti preferisce mettere da parte gli orientamenti politici per considerare in primo piano i rapporti personali con Josefa Idem e Gianni Letta, che lui stesso definisce “all’insegna dell’affetto profondo, che prescindono dalle implicazioni politiche”, precisando poi che “quando si parla di sport non contano le casacche di appartenenza”. L’intento del presidente Giovanni Malagò sarà, dunque, quello di porre al centro dell’attenzione il processo riformatore ed innovatore che dovrà riguardare l’intero mondo sportivo italiano, cercando di ascoltare le esigenze dell’intero movimento e non soltanto dei suoi dirigenti.

    In tal senso, pare che la sua elezione sia stata fortemente voluta proprio dai vertici degli sport cosiddetti “piccoli” – anche se in tal senso il neo presidente smentisce di essere stato appoggiato solo dalle federazioni minori – ma è innegabile il fatto che nella sua intenzione c’è la volontà di rendere maggiore giustizia a quegli sport che solitamente non riescono ad accedere alla grande utenza e che sono costretti a vivere di “briciole”.

    In tal senso è molto chiara la dichiarazione di Giovanni Malagò a proposito del fatto che “il Coni non dovrà più essere appiattito sul mondo del calcio”, un messaggio che giunge ben chiaro al movimento calcistico, abituato a “fagocitare” la maggior parte della torta del panorama sportivo italiano. Tuttavia, non è corretto ipotizzare un’esclusione del calcio dalla Giunta del Coni – anche se lo stesso Malagò aveva avanzato tale proposta – ed anche il presidente dell’ Assocalciatori Damiano Tommasi, che ricopre anche il ruolo di membro del Consiglio Nazionale del Coni, sembra essere concorde con la volontà di creare una sinergia tra Coni e mondo calcistico, in modo che la forza mediatica della disciplina sportiva più seguita e popolare possa essere al servizio del Coni e, dunque, degli altri sport.

  • Giovanni Malagò eletto nuovo presidente del Coni

    Giovanni Malagò eletto nuovo presidente del Coni

    Un’elezione a sorpresa per la presidenza del Coni del dopo Gianni Petrucci, almeno a giudicare dalle previsioni della “vigilia” che davano per grande favorito Raffaele Pagnozzi, uomo di fiducia per oltre vent’anni del presidente uscente e segretario generale del Coni. Invece, a spuntarla è stato Giovanni Malagò, 53 anni, imprenditore romano conosciuto per la sua vita mondana e per le sue frequentazioni alto-borghesi al punto tale da guadagnarsi qualche anno fa il soprannome di “Megalò” da parte di Susanna Agnelli, e già presidente del circolo canottieri Aniene e del Comitato organizzatore per i Mondiali di Nuoto di Roma 2009, oltre grande tifoso della Roma ed ex giocatore agonista di calcio a cinque. Il voto gli ha dato ragione con un 40 preferenze contro 35 ancor più inaspettato dopo i discorsi dei due candidati, considerando che l’intervento pre-voto di Pagnozzi era risultato assai più applaudito di quello di Malagò lasciando intendere che avrebbe avuto maggiori consensi; invece, non è stato così ed i 76 “grandi elettori” dello sport italiano hanno preferito lui. Quali le ragioni di un cambio così inatteso e, secondo molti, radicale? La risposta più “gettonata” in tal senso sembra essere quella di una necessaria svolta nel panorama sportivo italiano, una non più rimandabile “scossa per lo sport del nostro Paese”. 

    Giovanni Malagò eletto nuovo presidente del Coni | immagini dal web
    Giovanni Malagò eletto nuovo presidente del Coni | immagini dal web

    Giovanni Malagò e la sua “squadra” avranno, dunque, questo compito senz’altro arduo ma tra i suoi supporters c’è chi mostra ampia fiducia nelle sue capacità di attuare questo cambiamento. In primis, Vittoria e Ludovica, le due figlie gemelle nate dalla relazione con l’attrice Lucrezia Lante Della Rovere, che sono giunte a Roma da Los Angeles per appoggiare il padre, e proprio a loro Giovanni Malagò ha rivolto il primo abbraccio dopo la notizia della vittoria a sorpresa che lo ha proclamato neo presidente del Coni. Subito dopo, in maniera sportiva (ed era proprio il caso di esserlo considerando la carica ricevuta, ndr) Giovanni Malagò ha rivolto un pensiero allo “sconfitto”, affermando che “è facile vincere ma è più difficile mettersi nei panni di chi non vince. Da sportivo ed in assoluta sincerità voglio fare un abbraccio a Lello (Raffale Pagnozzi, ndr)“.

    Quali i suoi propositi da neo numero uno del Coni? “Farò di tutto per onorare quella che per me è la più importante carica del Paese e non solo di questo Paese”. In attesa di conoscere in maniera specifica in che modo declinerà questo intento innovatore, le reazioni che sono giunte alla sua elezione sono contrastanti. In tal senso, se lo sconfitto Raffaele Pagnozzi ha mostrato grande fair play, congratulandosi e rivolgendo un in bocca al lupo al vincitore, il presidente uscente Gianni Petrucci non ha nascosto il suo disappunto sottolineando come “Pagnozzi resta il più grande di tutti”, precisando come per lui “questa è stata una sconfitta nonostante non fossi io il candidato”. 

    Entusiaste, invece, due delle più grandi atlete olimpiche dello sport italiano come la canoista Josefa Idem e la velista Alessandra Sensini che sottolineano all’unisono come “Malagò sia la persona giusta per il cambiamento, con un segnale di discontinuità rispetto al passato”. 

  • Sentenza Conte Tnas, c’e’ fiducia nell’assoluzione

    Sentenza Conte Tnas, c’e’ fiducia nell’assoluzione

    Domani la Juventus si troverà ad affrontare due sfide decisive per il prosieguo sereno e positivo dell’intera stagione. Infatti il club bianconero sarà impegnato su due fronti, diversi fra loro, ma estremamente collegati dal punto di vista psicologico che potrebbero, qualora si concludessero nel migliore dei modi, dare immensa gioia a tutto il popolo bianconero.

    In serata ci sarà l’esordio allo Juventus Stadium in Champions League contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk , una partita decisiva per proseguire il cammino in Champions dopo l’ottimo pareggio conseguito in casa del Chelsea, ma prima succederà qualcosa d’importante per il tecnico della Vecchia Signora Antonio Conte.

    Nel pomeriggio infatti ci sarà la tanto attesa sentenza del Tnas (Tribunale Nazionale dell’Arbitrato Sportivo) che dovrà decidere, nel suo terzo grado di giudizio, la colpevolezza o l’assoluzione di Antonio Conte in merito alla presunto combine del match Albinoleffe – Siena che ha costretto il tecnico leccese a subire una squalifica di 10 mesi in primo grado e confermata anche dalla Corte Federale d’Appello in una sentenza, quella di secondo grado, a dir poco agghiacciante dal punti di vista giuridico.

    Antonio Conte ©Claudio Villa/Getty Images

    L’atmosfera nell’entourage di Antonio Conte sembra abbastanza serena, i legali del tecnico bianconeri sono estremamente fiduciosi nell’esito positivo della decisione dei giudici del CONI e puntano addirittura ad una clamorosa assoluzione. Ricordiamo per prima cosa che il giudizio davanti al Tnas è sostanzialmente un arbitrato ed i giudici del CONI saranno chiamati a rivalutare in toto tutta la posizione di Antonio Conte a prescindere dal valutare situazioni di illegittimità o errori di diritto e potranno essere inseriti dei testimoni dando così, quella garanzia costituzionale di difesa all’imputato, che in primo e secondo grado è sostanzialmente mancata considerato che la giustizia sportiva italiana permette in primo e secondo grado alla stessa parte (la federazione) di essere organo inquirente, con il procuratore Palazzi ed organo giudicante in un medesimo giudizio.

     

  • Federica Pellegrini rivuole Lucas, la Fin si oppone

    Federica Pellegrini rivuole Lucas, la Fin si oppone

    Il triangolo Federica Pellegrini, Federazione Italiana Nuoto e Philippe Lucas sembra essere qualcosa di infinito: a quanto pare infatti la FIN ha messo con le spalle al muro la nuotatrice italiana, spiegando di non aver preso bene la decisione affrettata dell’atleta veneta. Secondo quanto riportato da Paolo Barelli, vertice della Federazione Italiana Nuoto, la campionessa avrebbe infatti solamente informato della sua decisione, invece di consultare chi di dovere prima di chiamare il tecnico francese.

    “Non si può dare tutto per scontato, non può essere tutto bianco o nero, chi sta con me o contro di me. Di questo ci siamo rotti le scatole – ha spiegato Barelli – siamo sempre stati a disposizione della Pellegrini con grande compiacimento, ora valuteremo anche questa sua quarta, quinta necessità, ma normalmente le cose avvengono al contrario”.

    Federica Pellegrini contro la Fin © MARTIN BUREAU/AFP/GettyImages

    Parole che fanno ben capire qual è stato il problema principale: decidendo di portare all’interno dello staff italiano nuovamente Lucas, Federica Pellegrini ha scavalcato i piani alti della Fin e del CONI. Questo suo movimento ha infastidito non poco chi di dovere, facendo scaturire delle risposte non piacevoli che sono andate anche ad irritare la diretta interessata.

    Proprio nella giornata di ieri infatti si è tenuta la riunione al CONI dove si è discusso sui risultati azzurri ai Giochi Olimpici di Londra: di certo non è stato messo da parte il problema della squadra dell’Italnuoto, la quale è sembrata essere l’unico lato negativo di questa esperienza olimpica. In luce è ovviamente stato messo il flop dei big, tra cui spicca quello della Pellegrini la quale ha voluto specificare che la scelta di portare Lucas a Verona come tecnico la riporterebbe in alto.

    “Molti pensavano che ambissi a fare un reality e invece ho lavorato su un’idea che costruisse un programma di lavoro verso Rio 2016 – ha affermato l’azzurra – Sono un po’ scossa in quanto non so perché la Fin abbia detto certe cose. Le mie scelte sono state fatte in base ai risultati e con Lucas penso che si siano visti anche i minimi miglioramenti. Spero che il caso si chiuda il prima possibile, intanto io torno ad allenarmi”.

  • Lotito – Coni, è rottura. Lazio al “Barbera” per l’Europa?

    Lotito – Coni, è rottura. Lazio al “Barbera” per l’Europa?

    Piove sul bagnato in casa Lazio. Dopo le squalifiche inflitte a Dias e Marchetti per la rissa finale di Udine, sorgono nuove tensioni sull’ asse Lotito Coni per la gestione dello Stadio Olimpico di Roma. Il presidente della Lazio, ha ufficialmente annunciato che le prossime partite europee della squadra biancoceleste si giocheranno allo Stadio Renzo Barbera di Palermo, poichè è stato impossibile trovare un accordo di massima con il Coni.

    La causa principale del conflitto sull’asse Lotito Coni è  il contratto d’ affitto dello stadio Olimpico, contratto prossimo alla scadenza, il quale non è stato ancora rinnovato. Dopo innumerevoli  trattative , la Lazio ha rifiutato l’ultima proposta del Coni. Il rischio che la squadra biancoceleste giochi le coppe europee lontano da Roma la prossima stagione è reale e concreto, in quanto entro la mezzanotte di lunedì deve essere presentata la documentazione alla Uefa per la licenza, che serve per partecipare alle coppe del prossimo anno.

    Claudio Lotito © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Sul pagamento dell’ affitto dello Stadio Olimpico da parte della Lazio al Coni pare non esserci alcun problema. Problema presente invece per la gestione di alcune aree esterne ed interne allo stadio, che la società Lazio vorrebbe utilizzare come area-marketing, ma che il Coni non intende cedere. Si riuscirà a trovare un accordo di massima nelle prossime ore?

    Intanto Lotito ha fatto sapere che non intenderà smuovere la sua posizione di un “centimetro”, “O così o niente”! Il Coni dovrà valutare dunque l’ unica offerta proposta dal presidente della società biancoceleste e trarne sentenza. La Lazio in questi anni, ha ottenuto i risultati più importanti tra le mura amiche. Rinunciare allo Stadio Olimpico comporterebbe l’alterarsi di tante certezze. La prima sicuramente sarà quella dell’ apporto dei tifosi, costretti ad emigrare in Sicilia per sostenere la squadra, (naturalmente a proprie spese). Saranno quindi entusiasti gli ultras biancocelsti di trasferisrsi in affitto a Palermo? Ci pensi bene Signor Lotito…

  • Luciano Moggi radiato: “Ricorrerò alla Corte Europea”

    Luciano Moggi radiato: “Ricorrerò alla Corte Europea”

    Luciano Moggi, dopo la conferma della radiazione, ha parlato chiaro, dichiarando guerra al sistema giudiziario italiano.

    Parole forti, ricche di rabbia, accompagnate da tanta delusione: “Ero stato chiaro fin da subito, quando questa storia ebbe inizio. Andrò fino in fondo questo è poco ma sicuro. E’ giusto che si faccia chiarezza su tutto. Qua si vede solo ciò che si vuol vedere. Tralasciando la mia posizione penso alla Juventus, ai suoi tifosi, a ciò che hanno assistito in questi anni. I veri campionati falsati sono quelli dal 2006-2010″.

    Le fasi precenti alla radiazione definitiva di Big Luciano li conosciamo bene: Moggi insieme ad Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini  furono squalificati a vita dalla commissione disciplinare della Federcalcio per le vicende di Calciopoli il 15 giugno del 2011, sentenza poi confermata quando la Corte di Giustizia Federale respinse il ricorso in estate. Sappiamo benissimo, che Moggi era stato sospeso precedentemente per 5 anni dalla Federcalcio con una motivazione chiara, ma non del tutto equa con episodi avvenuti successivamente, dove, altre società calcistiche tennero lo stesso comportamento, ma con conseguenze diverse.

    luciano moggi | © GIULIO PISCITELLI/AFP/Getty Images

    Ecco il “vecchio” comunicato della Federcalcio:

    Il fatto che altri soggetti obbligati all’osservanza della normativa federale possano aver tenuto, in ipotesi tutt’ora da accertare, condotte analoghe a quelle acclarate nei confronti del Moggi dalle sentenze rese, non fa venir meno la gravità di quanto contestato al deferito”.

    Dopo la sentenza definitiva di radiazione da parte dell’Alta Corte del Coni, Moggi, dopo avere analizzato la posizione della Juventus, ha parlato della sua posizione personale: “Come ho già detto, penso alla Juventus, ma penso anche a me è ovvio. Questa è una vera e propria sentenza politica. I due processi sportivi hanno detto che non c’erano illeciti e anche al processo di Napoli è emerso che il campionato 2004-05 era regolare, che il sorteggio degli arbitri era regolare, che le ammonizioni mirate non c’erano. Incalza l’ex D.g bianconero: “Andrò alla Corte Europea per i diritti dell’uomo e vediamo cosa succede. Ci troviamo di fronte ad accuse che non hanno riscontro nei fatti, è una cosa grave ma cosi è e ci difenderemo nelle sedi più opportune. Ripeto, la radiazione è una sentenza politica, hanno cominciato così e vogliono finire così”.

  • Calciopoli non si dimentica, il tavolo c’e’ ma manca la pace

    Calciopoli non si dimentica, il tavolo c’e’ ma manca la pace

    Nemmeno il clima natalizio ha portato al rasserenamento degli animi dei protagonisti del c.d. “tavolo della pace” che si è tenuto in giornata a Roma, presso la sede del CONI.

    L’incontro è durato 4 ore e 36 minuti, un tempo lunghissimo che faceva già presagire un esito negativo della vicenda ed infatti, all’uscita dell’incontro, nessuno si è fermato a parlare con i giornalisti presenti. Calciopoli è una ferita ancora aperta e tutt’altro dimenticata da due dei protagonisti più importanti del tavolo e cioè Andrea Agnelli ed ovviamente Massimo Moratti.

    Massimo Moratti presente al Tavolo della Pace | ©Paolo Bruno/Getty Image

    Il tentativo del Presidente del Coni Gianni Petrucci non è quindi riuscito, ma d’altronde era facile prevedere un finale simile considerate le premesse della vigilia. Cercare di eliminare i veleni presenti nel calcio italiano con un tavolo era impresa assai ardua, quasi velleitaria dopo il terremoto del 2006. Massimo Moratti ed Andrea Agnelli si son parlati con la consueta calma e chiarezza ma nessuno dei due ha fatto un passo indietro con la Juve che è rimasta decisamente ferma sulle sue posizioni anche per quanto riguarda la richiesta di maxi risarcimento di 443 milioni di euro fatta alla Federcalcio.

    Un tentativo non riuscito“, è questo il commento tanto semplice quanto scontato del numero uno dello sport italiano Gianni Petrucci che si sforza di respingere parole come fallimento o sconfitta, perché comunque “si è discusso, anche se nella fattispecie gli interessi sono divergenti“. Pensare che la Juventus dopo la battaglia legale intrapresa a suon di ricorsi per riavere i due scudetti e l’Inter che si considera la società vittima del sistema moggiano potessero fare un passo indietro grazie solamente alla mediazione del Coni e con la presenza di illustri esponenti dei club più importanti d’Italia era, ribadiamo, pensiero utopistico ed al limite dell’impossibile.

    Certo, resta da capire l’utilità della presenza di alcuni club nel tavolo e la loro effettiva posizione con il Milan e la Fiorentina benché colpite diciamo di striscio dallo scandalo, convinte comunque anche loro di aver subito un torto nel 2006, il Napoli del presidente De Laurentiis estraneo ai fatti e con la Lazio del presidente Claudio Lotito colpita anch’essa da calciopoli ma inspiegabilmente assente al tavolo romano.

    Il parere di chi vi scrive è volto verso un indirizzo prettamente politico dell’incontro che aveva come unico scopo quello di pesare la forza economica e politica delle società presenti e con l’ennesima presa in giro di un governo sportivo italiano nuovamente dimostratosi assolutamente incapace a gestire uno degli scandali, se non lo scandalo, più grande della storia del calcio italiano.

  • Moratti “Agnelli? E’ Natale. Ma niente regali”

    Moratti “Agnelli? E’ Natale. Ma niente regali”

    In vista del prossimo “tavolo della pace” convocato dal presidente del Coni Petrucci del 14 Dicembre, il presidente nerazzurro Massimo Moratti intervistato dal giornalista Maurizio Pizzoferrato dell’Agenzia Area in occasione dell’esposizione nell’Inter club di Montecitorio della Coppa del mondo vinta un anno fa, esprime il suo parere in merito a quest’incontro rispondendo ad alcune domande.

    Con che approccio Massimo Moratti parteciperà al ‘tavolo della pace’ del 14 dicembre?
    “Prima di tutto si tratta di un invito, un invito del presidente del Coni, anche se è stato chiamato come l’hanno chiamato precedentemente altri e con altri scopi. Un invito a incontrarsi tra noi presidenti responsabili diretti di squadre di calcio. Lo scopo? Per conto mio lo scopo deve essere costruttivo. È costruttivo, per forza. Ci conosciamo tutti, quindi è importante vedere di costruire, attraverso l’amicizia, attraverso una collaborazione, e poi anche attraverso la Lega, affinché ci siano delle espressioni di costruttività e di progetti nuovi nel calcio italiano, che consentano di avere degli obiettivi che sono più alti di quelli di litigare tutti i giorni. Il passato? Ci sono altri che giudicano, che hanno già giudicato o che stanno giudicando: non è quello il tavolo per fare un discorso sul passato”.

    Il patron dell'Inter Massimo Moratti| ©Valerio Pennicino/Getty Images

    A quel tavolo ci sarà però anche il presidente della Juventus Andrea Agnelli, che probabilmente chiederà qualcosa, magari anche di restituire lo scudetto del 2006.
    “Va bene che siamo vicino a Natale, ma non credo che pretenda che gli faccia quel regalo… (sorride Moratti, ndr). Credo che quello sia qualcosa di cui sinceramente si può parlare come si può parlare in un bar, ma non sono quelli i tavoli in cui si decide se qualcuno ha avuto per fortuna o per sfortuna un certo tipo di atteggiamento, di comportamento, e qualcun altro no. Certo quel tavolo può solo servire per dire ‘va bene, facciamo finta di dimenticarci di tutto e andiamo avanti’. E questo lo posso dire io, soprattutto”.

    Di un tavolo della pace aveva parlato precedentemente anche Andrea Della Valle. Il fatto che adesso l’invito al tavolo venga da un’istituzione cambia qualcosa?
    “Certo, cambia lo scopo, perché allora l’invito era a un tipo di tavolo in cui io ero l’imputato innocente però ero l’imputato. Questo è un tavolo che non credo proprio abbia questo tipo di impostazione, anche perché come era assurda allora sarebbe assurda adesso”.

    PETRUCCI RISPONDE- Il  presidente del Coni Gianni Petrucci cerca di buttare acqua sul fuoco visto che il 14 dicembre si avvicina e le polemiche relative a quest’incontro non smettono di crescere, spiegando come il nome tavolo della pace non sia proprio il più adatto:

    “Non so perché il tavolo che ho convocato sia stato definito della ‘pace: ogni giorno c’è una nuova puntata di questa telenovela. Io ho già parlato direttamente con gli interessati, tutti mi hanno espresso le loro richieste ma poi alla fine sono contenti solo se polemizzano con me. L’incontro servirà soprattutto a rasserenare gli animi nel mondo del calcio. Vado avanti per la mia strada”.

    Il numero del Coni tende a precisare alcuni questioni relative all’annosa polemica senza fine di Calciopoli, punzecchiando i presidenti invitati e ribadendo come il Coni sia parte attiva in questa vicenda:

    “Tutti sono preoccupati per quello che diranno loro – ha voluto aggiungere Petrucci al termine della giunta del Coni – e nessuno si preoccupa per quello che dirò io. Parlerò eccome, esprimendo il mio punto di vista e spiegando quello che può essere fatto per lo sport italiano. Ogni giorno c’è una nuova puntata, e tutti danno per scontato che noi saremo passivi, ma il Coni sarà parte attiva. Nessuna mi detta l’agenda, io invito chi desidero. Avete fatto tutti i nomi. Non ho incontrato Agnelli ma anche se lo avessi fatto non lo direi. Ho parlato comunque al telefono con tutti: Agnelli, Diego Della Valle, Moratti”.

    Dichiarazioni tratte da : Fc Inter News.it, Eurosport.com