Tag: cleveland cavaliers

  • NBA, il calendario definitivo. Italiani in campo il 26 dicembre

    NBA, il calendario definitivo. Italiani in campo il 26 dicembre

    La NBA ha ufficializzato per intero il calendario per la regular season 2011/2012. Finora era stato reso noto solo il primo turno che prevedeva (e tutt’ora prevede) 5 gare nella sera del 25 dicembre, giorno di Natale. Il primissimo match della nuova stagione metterà di fronte al Madison Square Garden di New York i padroni di casa dei Knicks contro gli eterni rivali dei Boston Celtics (squadra che tra l’altro ha eliminato la franchigia della “Grande Mela” negli ultimi playoff, precisamente al primo turno).

    Nba | foto tratta dal web

    Il via è fissato per le ore 12.30 negli Stati Uniti, le 18.30 in Italia quindi sarà una sfida che visto l’orario permetterà a molti appassionati di seguirla interamente in diretta. A seguire (ore 14.40 in America, le 20.30 in Italia) la tanto attesa rivincita delle ultime Finals NBA tra i padroni di casa dei Dallas Mavericks campioni in carica ed i vice campioni dei Miami Heat del fantastico trio LeBron James-Dwyane Wade-Chris Bosh che proverà anche quest’anno un nuovo attacco al titolo. Poi si passerà alle 3 gare notturne con i Los Angeles Lakers del pluricampione Kobe Bryant che ricevono i Chicago Bulls dell’ultimo M.V.P. stagione Derrick Rose alle ore 23.00 italiane, gli Oklahoma City Thunder dell’asso Kevin Durant che attendono la visita degli Orlando Magic dell’uomo mercato Dwight Howard (ore 2.00 in Italia) e per finire il derby californiano tra Golden State Warriors e Los Angeles Clippers (orario 4.30 di notte), 2 formazioni in rampa di lancia dopo aver “accumulato” tantissimo talento negli ultimi Draft. Una prima giornata dunque molto interessante e con tanti spunti tecnici, da seguire molto attentamente per capire i nuovi rapporti di forza all’interno della Lega.

    Per quanto riguarda i 3 italiani che giocano oltreoceano l’esordio in vista del nuovo campionato è fissato per il giorno seguente, il 26 dicembre: all’una di notte nel nostro Paese i Toronto Raptors di Andrea Bargnani sfideranno a Cleveland i rinnovati Cavaliers dei rookie Irving e Thompson (rispettivamente prima e quarta scelta assoluta all’ultimo Draft), poche ore più tardi (alle 2.30) Danilo Gallinari ed i suoi Denver Nuggets faranno visita ai campioni in carica dei Dallas Mavericks e del fenomenale Dirk Nowitzki. A mezz’ora di distanza poi il via alla gara tra i Phoenix Suns ed i New Orleans Hornets di Marco Belinelli (che dovrebbe essere riconfermato in queste ore dal team della Louisiana). Il primo “derby italiano” della stagione andrà in scena a New Orleans il giorno dell’Epifania, 6 gennaio 2012, con gli Hornets di Belinelli che ospiteranno i Nuggets di Gallinari. Il primo confronto invece tra Danilo Gallinari ed Andrea Bargnani si terrà a Denver il 27 gennaio mentre Belinelli sfiderà Bargnani il 29 febbraio quando i Raptors giocheranno a New Orleans. In tutto i “derby Azzurri” programmati per la stagione 2011/2012 saranno 7 e saranno ovviamente tutti da seguire.

    Per completare il discorso sul calendario c’è da ricordare che ogni team deve disputare 48 incontri con squadre della propria Conference e solamente 18 con avversarie della Conference opposta. L’unico momento nel quale i giocatori potranno per così dire “tirare il fiato” sarà durante l’All Star week end, che quest’anno si giocherà ad Orlando (All Star Game il 26 di febbraio).

    QUI IL CALENDARIO NBA 2011/2012 

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  • Shaq O’Neal nel suo libro attacca Bryant e James

    Shaq O’Neal nel suo libro attacca Bryant e James

    Shaquille O’Neal non smette di far parlare di sè: nella sua autobiografia, dal titolo “Shaq uncut: my story” in uscita nelle librerie americane il 15 novembre, l’ex centro NBA, ora 39enne, autore di quasi 29mila punti in carriera in 19 stagioni giocate (quinto posto assoluto nella classifica marcatori di tutti i tempi), attacca gli ex compagni di squadra Kobe Bryant (ai Los Angeles Lakers) e LeBron James (ai Cleveland Cavaliers).

    © Christian Petersen/Getty Images
    In alcuni stralci, già resi noti negli Stati Uniti, Shaq attacca 2 delle “Stelle” più amate dal pubblico della pallacanestro, non lesinando alcuni particolari davvero interessanti. Il primo a finire sulla graticola è l’ex amico (diventato da un certo periodo il suo peggior nemico per gli screzi avuti in maglia gialloviola) Kobe Bryant:

    • Nel 2003/2004 io sono sulla corda perché non ho ancora un contratto per l’anno successivo, Kobe lo è perché teme di andare in prigione per le accuse di stupro e quindi continuiamo a punzecchiarci. Subito prima della stagione 2003-04 Phil Jackson e il resto dello staff ci invitano a non accusarci più pubblicamente, pena una multa. Ma Kobe che cosa fa? Rilascia un’intervista in cui dice che sono grasso, fuori forma, e che stavo sfruttando l’infortunio all’alluce per avere più tempo libero e per convincere la dirigenza ad allungarmi il contratto. Così aveva rotto la tregua, ed alla successiva riunione di squadra dico a tutti che l’avrei ucciso. Lui si alza e mi guarda dritto negli occhi e mi dice: “Hai sempre detto di essere il mio fratello maggiore, ma quando è successa questa cosa in Colorado (le accuse di stupro, n.d.r.) non mi hai nemmeno chiamato. Pensavo che mi avreste supportato, tutti, almeno pubblicamente. Dovreste essere miei amici”. E così all’improvviso scopriamo che gli importava qualcosa di noi quando immaginavamo che non gliene fregasse nulla. A questo punto interviene Brian Shaw: “Kobe, perché dici così? Shaq ti ha invitato a un sacco di feste a cui non ti sei mai presentato, ti ha invitato al suo matrimonio e tu non c’eri. Poi tu ti sei sposato e non hai invitato nessuno. E ora che sei nei guai ti aspetti che prendiamo le tue difese?”. Shaw va avanti per un po’, ma quando la situazione sembra essersi calmata io mi alzo e dico a Kobe che l’avrei ucciso se avesse rilasciato un’altra intervista del genere. Lui mi risponde con un chissenefrega. Da quel giorno abbiamo chiuso“.

    Shaq racconta anche di un altro episodio avvenuto nel 1996/1997, anno in cui si trasferì ai Lakers dagli Orlando Magic dove trovò come suo compagno di squadra Kobe Bryant che i gialloviola acquistarono al Draft di quella stagione dagli allora Charlotte Hornets:

    • Era giovane e immaturo, ma tutto quello che sta facendo ora me lo aveva già detto. Ricordo quando in autobus mi diceva che voleva essere il miglior realizzatore dei Lakers, vincere 5-6 anelli ed essere il migliore di sempre. Io lo liquido con un “sì, certo”, ma lui mi guarda negli occhi e mi dice che vuole essere il Will Smith della NBA. Ricordo che in quella mia prima stagione ai Lakers avevamo in squadra 2 matricole e li trattavamo piuttosto male: è un rito di passaggio in tutte le squadre NBA, ma noi forse siamo andati un po’ oltre. Derek Fisher, l’altra matricola, ha subìto senza lamentarsi. Kobe invece è andato dritto a lamentarsi da Jerry West!

    O’Neal non risparmia neanche l’altra grande “Star” del pianeta NBA, ovvero LeBron James con cui ha giocato per una sola stagione a Cleveland, nel 2009/2010:

    • LeBron era una star grandissima, come lo ero io nel 2000 con i Lakers quando dominavo la NBA. Mike Brown, il nostro coach, era una brava persona, ma stava sempre sulla corda perché nessuno poteva dire niente a LeBron. Volevano tutti che restasse, quindi gli permettevano di fare praticamente tutto. Ricordo una sessione video in cui il coach stava analizzando gli errori in difesa dopo una partita. In uno spezzone LeBron non ritorna a difendere dopo aver sbagliato un tiro, ma il coach non dice una parola e passa alla clip successiva, in cui Mo Williams commette lo stesso errore. Ed il coach lo riprende. Delonte West allora si alza dalla sedia e protesta, ed il coach praticamente gli dà ragione. Non so se Kobe ascolterà Mike Brown (nuovo tecnico dei Lakers), ma di sicuro LeBron non l’ha mai fatto!

    Fonte: Gazzetta dello Soprt

  • NBA Draft 2011: Irving a Cleveland, per Minnesota c’è Williams

    NBA Draft 2011: Irving a Cleveland, per Minnesota c’è Williams

    Tutto secondo copione nella notte del Draft NBA 2011: i Cleveland Cavaliers prendono con la prima scelta assoluta Kyrie Irving, playmaker di Duke University, destinato, secondo molti esperti, a diventare uno dei migliori giocatori nella Lega.  

    nba.com
    Con la scelta numero 2 i Minnesota Timberwolves selezionano Derrick Williams, ala grande dal talento indiscutibile di Arizona University, secondo gli addetti ai lavori il giocatore più pronto a calcare i parquet della NBA.   Alla terza finisce il primo giocatore internazionale, il turco Enes Kanter, centrone turco selezionato dagli Utah Jazz. Scelta numero 4 ancora per i Cavs che mettono sù l’accoppiata playmaker-ala con l’acquisizione di Tristan Thompson da Texas University, uno dei prospetti con più margini di miglioramento tra tutti quelli presenti al Draft. I Toronto Raptors di Andrea Bargnani invece con la chiamata numero 5 prendono l’ennesimo giocatore europeo selezionando Jonas Valanciunas del club lituano del Lietuvos Rytas, un giocatore che può districarsi bene sia nella posizione di centro che in quella di ala grande. Vedremo quale sarà il futuro di Bargnani nella squadra canadese, se formerà l’accoppiata di lunghi con Valanciunas oppure il centro lituano ne prenderà il posto in squadra e l’italiano sarà sacrificato per arrivare ad altri giocatori. Per quanto riguarda l’elenco completo delle scelte tra poche ore ci sarà l’ufficialità del Draft. Al più presto aggiorneremo la situazione fino a renderla definitiva.

  • NBA: E’ la notte del Draft

    NBA: E’ la notte del Draft

    Questa notte, a partire dall’una circa (ora italiana), prenderà il via il Draft NBA, evento che assegna i migliori prospetti universitari alle 30 franchigie che compongono la Lega.

    nba.com
    Occhi puntati sui Cleveland Cavaliers, che hanno la prima e la quarta scelta assoluta dopo un’annata da dimenticare, sui Minnesota Timberwolves, che posseggono la seconda scelta, sugli Utah Jazz, in terza posizione, e sui Toronto Raptors di Andrea Bargnani che chiameranno per quinti. Tra i giocatori sembra ormai scontato che il playmaker di Duke University, Kyrie Irving, sarà la prima scelta assoluta chiamata dai Cavs, suo principale antagonista sarà Derrick Williams, fortissima ala di Arizona che comunque non andrà oltre la seconda chiamata e per cui molte squadre stanno cercando di fare un accordo con i Timberwolves per arrivare al giocatore, primi fra tutti i Phoenix Suns che vorrebbero fare di Williams (talento dell’università di casa) il nuovo Amar’è Stoudemire. L’appuntamento è per l’una di questa notte per un Draft che si preannuncia veramente emozionante.

  • NBA: I voti della stagione. Central Division

    NBA: I voti della stagione. Central Division

    Dopo aver esaminato la stagione delle squadre della Atlantic Division, passiamo a dare i voti alle 5 franchigie che fanno parte della Central Division.

    CHICAGO BULLS: 9,5. Stagione strepitosa per i giovani Bulls che guidati dal fenomenale Derrick Rose, premiato alla fine come M.V.P. della regular season, hanno ottenuto un risultato che ad inizio anno nemmeno il più ottimista dei tifosi di Chicago avrebbe potuto prevedere: la squadra dell’Illinois ha infatti collezionato ben 62 vittorie a fronte di sole 20 sconfitte riuscendo ad avere alla fine il miglior record NBA tra tutti i 30 team del campionato, sorpassando proprio nell’ultimo turno i San Antonio Spurs, in testa alla Lega fin dalla prima giornata. Incredibile la crescita tecnica di questa formazione e di questi giocatori che nell’anno precedente erano riusciti a malapena ad arrivare ad un record del 50% (41 vittorie e 41 sconfitte) qualificandosi come ultimi nei playoff ad Est e venendo eliminati per 4-1 dai Cavs di LeBron James. L’avvento in panchina di un coach preparato (anche se privo di esperienza) come Tom Thibodeau, assistente per tanti anni ai Boston Celtics, ha permesso questo salto di qualità, unito come già detto, all’esplosione di Rose che diventerà un giocatore dominante negli anni a venire. Ha contribuito a questo exploit anche l’acquisto di Boozer dai Jazz, mentre per completare l’opera in questo mercato estivo urge trovare una guardia di livello, unico vero punto debole dei Bulls. La finale di Conference contro Miami ha messo in mostra le lacune di questa squadra e se la dirigenza saprà lavorare interpretando al meglio i segnali avuti pare certo che avremo una delle squadre più forti della Lega nelle prossime stagioni, che magari potrà puntare ad eguagliare i grandi Bulls di Michael Jordan, Scottie Pippen e Phil Jackson che portarono ai rossoneri ben 6 titoli.

    nba.com

    CLEVELAND CAVALIERS: 5. Dopo l’abbandono della superstar LeBron James nello scorso mercato estivo, i Cavaliers si affacciavano alla nuova stagione con molti punti di domanda e poche certezze. L’ annata non è stata per niente positiva (19 vittorie e 63 partite perse) culminata con il ben poco invidiabile record di 26 sconfitte consecutive (battuti i Nuggets dei primi anni del 2000 ai quali apparteneva la serie più lunga nella storia della Lega). Tuttavia una piccola fiammella di speranza è arrivata sul finire di campionato tramite 2 diversi episodi: innanzitutto nelle ultime giornate di regular season i Cavs hanno fatto intravedere dei progressi che lasciano ben sperare per il futuro ottenendo molte vittorie che hanno permesso alla franchigia dell’Ohio di lasciare l’ultimo posto in classifica ai Minnesota Timberwolves, poi la Draft Lottey ha regalato la scelta numero 1 e numero 4 alla squadra di coach Byron Scott, 2 posizioni che sicuramente porteranno 2 grandi giocatori a Cleveland tra quelli in uscita dalle Università o in alternativa dall’Europa. Proprio per questo il futuro appare un pò più roseo, anche se la salita non è ancora finita e la ferita causata dall’addio di James è ancora aperta e sanguinante.

    DETROIT PISTONS: 5. Campionato assolutamente anonimo per i Pistons che, dopo essere stati la formazione dominante della Eastern Conference per 5-6 anni, da un paio di stagioni sono invece in profonda ricostruzione. Se esaminiamo gli obiettivi stagionali Detroit ha raggiunto la quota di 30 vittorie che in molti si auspicavano all’inizio, tuttavia qualcosa non ha funzionato e ha lasciato insoddisfatti i vertici del team che come prima mossa hanno licenziato coach Kuester. Il futuro dei rossoblu del Michigan è appeso inevitabilmente alle scelte del General Manager Joe Dumars che dovrà dimostrare di saper costruire una squadra vincente come già fatto con quella dei primi anni del nuovo millennio, team rimasto nella storia per talento e completezza: Chauncey Billups, Rip Hamilton, Tayshaun Prince, Rasheed Wallace e Ben Wallace erano il terrore dei parquet americani, una riedizione dei “Bad Boys” degli anni 1988-1990 squadra che vinse 2 titoli su 3 finali disputate. Dumars dovrà operare bene in sede di Draft e mercato, anche perchè con il cambio di proprietà ufficializzato poche settimane fa potrebbero esserci nuovi investimenti per riportare Detroit ai vertici della Lega.

    INDIANA PACERS: 6,5. Ci sono buone prospettive per il futuro dei Pacers: l’annata appena conclusa è stata soddisfacente dato che alla fine la franchigia di Indianapolis ha raggiunto i playoff nonostante alcune vicissitudini interne che hanno minato l’armonia nello spogliatoio. A pagare, a circa metà stagione regolare, ovviamente il coach Jim O’Brien, reo di non avere saputo tenere a bada uno spogliatoio in fermento che stava portando la squadra verso le ultime posizioni della Eastern Conference con una serie impressionante di sconfitte. Capìto il male della sua formazione, il Presidente Larry Bird ha fatto fuori O’Brien e messo in panchina il suo vice Frank Vogel che subito ha dato una raddrizzata alla squadra. Alla fine il record è stato negativo (37 vinte e 45 perse) ed è sembrato a molti che i Pacers abbiano agganciato l’ultimo posto per i playoff più per mancanza di competitività delle altre avversarie che per meriti propri, tuttavia aver disputato la post season rappresenta già una buona base di partenza per il futuro, anche in termini di esperienza. I miglioramenti dei gialloblu sul finire della stagione e nel primo turno dei playoff sono stati davanti agli occhi di tutti dato che i Bulls hanno sudato parecchio (non inganni il risultato finale della serie di 4-1 per Chicago) dato che i Pacers si sono ritrovati nelle prime 2 partite in trasferta ad un soffio dall’espugnare il parquet avversario, episodi che avrebbero potuto cambiare la storia della sfida al meglio di 7 incontri. Indiana ha un grande vantaggio rispetto agli altri team, quello di avere il monte ingaggi più basso (almeno in questa Estate) per poter prendere i migliori free agent disponibili sul mercato. Larry Bird dovrà dimostrare le sue capacità manageriali e riuscire ad assemblare un gruppo giovane e vincente che possa riportare i tifosi ai grandi fasti dei favolosi Indiana Pacers di Reggie Miller.

    MILWAUKEE BUCKS: 4,5. La formazione-delusione della Central Division: dopo aver disputato un’eccellente stagione nel campionato 2009-2010, culminata con l’arrivo ai playoff, ci si sarebbe aspettato un ulteriore miglioramento da parte della squadra di coach Skiles, anche perchè il mercato estivo era stato particolarmente gratificante con l’arrivo di 3 ottimi giocatori in Wisconsin come Drew Gooden, Corey Maggette e Chris Douglas Roberts oltre all’importantissima riconferma di un leader come John Salmons. Tutte queste premesse non hanno però trovato riscontro positivo in regular season, sia perchè a Milwaukee si è dovuto far fronte a diversi infortuni che hanno menomato il roster di Skiles, sia perchè alcuni giocatori non hanno reso come ci si sarebbe aspettato. Il tutto si è tradotto in una stagione deludente che ha portato 35 vittorie che non sono state sufficienti per garantirsi quantomeno l’ultimo posto disponibile per la post season, piazzamento andato ai Pacers per sole 2 partite vinte in più. Il voto negativo è quindi dovuto al fatto che a Milwaukee si è fatto un passo indietro (o forse meglio 2) se si paragonano e si mettono a confronto i 2 campionati (2009-2010 e 2010-2011). La prossima regular season sarà importante per i Bucks per capire in quale direzione muoversi per il futuro: in caso di annata positiva si potrà ancora dare fiducia a questo gruppo, altrimenti urgeranno degli aggiustamenti per poter essere competitivi.

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    LEGGI I VOTI DELLA NORTHWEST DIVISION

  • Basket: E’ morto Mike Mitchell, aveva 55 anni

    Basket: E’ morto Mike Mitchell, aveva 55 anni

    Nba Sim
    Una triste notizia scuote il mondo del basket: Mike Mitchell, ex giocatore NBA con un glorioso passato anche in Italia, è morto per via di un tumore all’età di 55 anni. Mitchell lottava contro il cancro da 2 anni e si è spento a San Antonio, nel Texas. La sua carriera cestistica inizia ad Auburn University e viene scelto al primo giro del Draft NBA del 1978. Viene scelto dai Cleveland Cavaliers, poi passa ai San Antonio Spurs, in totale colleziona 10 anni nella Lega con una eccellente media realizzativa di 19.8 punti e 5.6 rimbalzi. Dopo aver superato alcuni problemi di droga, iniziò una seconda carriera in Europa. in particolare nel campionato italiano dove ha giocato per 2 stagioni a Brescia, una a Napoli e ben 7 a Reggio Emilia, segnando un totale di 9.064 punti. Tutto ha inizio con la Filodoro Brescia (dal 1988 al 1990), poi passa alla Filodoro Napoli nell’anno seguente. Dopo una piccola parentesi in Israele (al Maccabi Tel Aviv), c’è il ritorno in Italia a Reggio Emilia, con 7 indimenticabili campionati ad altissimo livello fino al ritiro che avviene nell’anno 1999. Ciao Mike, che il tuo possa essere un riposo sereno…

  • NBA: Shaquille O’Neal si ritira

    NBA: Shaquille O’Neal si ritira

    Un piccolo messaggio sul suo profilo personale di Twitter, così Shaquille O’Neal ha deciso di dire basta al basket giocato e ringraziare i tifosi di tutto il mondo.

    • Ragazzi, è andata. Dopo 19 anni ho deciso di smettere. Lo voglio comunicare prima a voi tifosi perchè mi avete sempre sostenuto e ci tengo a ringraziarvi

    Queste le parole del centro dei Boston Celtics che chiudono 19 anni di una carriera straordinaria ed a tratti irripetibile. Per molti Shaq ha rappresentato il primo vero centro dominante dopo l’era Jabbar, unico nei suoi modi di fare e come comunicatore.

    L’ultima parola però potrebbe anche non essere scritta dato che la sua attuale squadra, i Celtics, non hanno nè confermato, nè smentito le intenzioni di O’Neal.

    Shaq fu scelto al draft del 1992 dagli Orlando Magic. Nel 1996 passò ai Los Angeles Lakers, squadra in cui rimase fino al 2006 e con cui vinse 3 titoli. Furono i litigi con l’altra star gialloviola Kobe Bryant ad indurre il centro a cambiare aria e a passare nel 2004 ai Miami Heat. Nel 2006 O’Neal vinse il suo quarto ed ultimo anello. Le ultime squadre con cui ha giocato sono state i Phoenix Suns, i Cleveland Cavaliers e i Boston Celtics.

  • NBA: Scottie Pippen incorona LeBron James

    NBA: Scottie Pippen incorona LeBron James

    Faranno molto discutere le ultime dichiarazioni di Scottie Pippen, ex stella NBA dei Chicago Bulls di Michael Jordan e Phil Jackson che assieme vinsero 6 titoli.
    Queste le dichiarazioni rilasciate da Pippen subito dopo la finale di Eastern Conference tra i Bulls e gli Heat, parole che incoronano LeBron James, star di Miami che ha trascinato la sua squadra alla finale NBA contro i Dallas Mavericks:

    • Probabilmente Jordan è il più grande cannoniere di sempre ma penso che LeBron diventerà il miglior giocatore ogni epoca perchè abbina potenza fisica, capacità di segnare in ogni modo e abilità nel coinvolgere i compagni. James è completo, è un giocatore dominante in attacco ma anche in difesa. E’ un grande passatore, tira bene da fuori e sa creare grandi giocate in contropiede. E’ immarcabile. James potrebbe diventare veramente il miglior giocatore dell’intera storia di questo gioco”.

    Pippen ha così definitivamente incoronato Lebron James, le sue dichiarazioni hanno già suscitato qualche commento da parte degli addetti ai lavori ma la cosa più interessante (se avverrà) sarà ascoltare la replica del suo ex compagno, Michael Jordan, nei prossimi giorni.

  • NBA: Mike Brown nuovo allenatore dei Lakers, Ettore Messina sarà il suo assistente

    NBA: Mike Brown nuovo allenatore dei Lakers, Ettore Messina sarà il suo assistente

    Mike Brown, ex allenatore dei Cleveland Cavaliers di LeBron James, è il nuovo head coach dei Los Angeles Lakers di Kobe Bryant.
    Brown prende il posto di Phil Jackson che per il momento ha preso un pò di tempo per restare fuori dal giro e dedicarsi ai suoi problemi fisici.
    Una scelta arrivata un pò a sorpresa dato che secondo le indiscrezioni i favoriti alla panchina gialloviola erano Bryan Shaw, primo assistente proprio di Phil Jackson in questi anni, e Rick Adelman, fatto fuori a Houston nonostante ottimi risultati ottenuti con una squadra poco competitiva per via di numerosi infortuni che hanno menomato il potenziale dei Rockets.
    La scelta rappresenta una chiusura con il passato recente dato che Brown è famoso per la sua predilezione alla difesa rispetto all’attacco.
    Inoltre per il nuovo capo allenatore ci saranno subito le prime grane da risolvere dato che nello spogliatoio dei Lakers non regna più l’armonia da qualche tempo per via di screzi fra i giocatori nella vita privata.

    Ma la notizia che più ci riguarda direttamente è che sarà probabilmente Ettore Messina il suo vice nel nuovo incarico. L’allenatore italiano accetterà l’offerta proprio di Brown (nelle prossime ore?) che conosce Messina dal 2007 quando l’ex coach dei Cavs gli fece visita per studiare il suo metodo di lavoro. Un metodo di cui Brown sarebbe rimasto entusiasta e proprio per questo avrebbe fatto richiesta esplicita al suo nuovo team di affidare i movimenti offensivi e difensivi all’ex allenatore di Treviso, Bologna, Real Madrid e CSKA Mosca.
    Nei prossimi giorni se ne saprà di più ma le fonti parlano di quasi certezza per il tecnico italiano.
    Los Angeles intanto si prepara al mercato sperando di ringiovanire e potenziare una squadra che vuole subito tornare grande e dimenticare il brutto sweep subito in questa post season dai Dallas Mavericks.

  • NBA: La Draft Lottery premia Cleveland e Utah

    NBA: La Draft Lottery premia Cleveland e Utah

    Nella notte si è svolta la Draft Lottery NBA, evento che assegna in via definitiva l’ordine di scelta in vista del Draft di fine giugno.

    E’ uno degli eventi più seguiti negli Stati Uniti, che rende ufficiali tramite un sistema di lotteria, l’ordine delle squadre che al Draft potranno scegliere i migliori giocatori provenienti dalle Università e dall’Europa. Ovviamente partecipano a questa selezione solo le 14 squadre non qualificate per la post season, che ovviamente hanno bisogno di “aiuto” per riemergere dopo un anno da dimenticare. Dopo queste 14 squadre, infatti, l’ordine di scelta per chi ha ottenuto la qualificazione ai playoff, segue l’ordine del record di vittorie-sconfitte in stagione (i Bulls ad esempio avendo il miglior rcord NBA sceglieranno per ultimi con la 30esima scelta).

    La Lottery ha premiato Cleveland e Utah (uniche squadre che tra l’altro avevano acquisito a febbraio le scelte di altre 2 squadre, rispettivamente Clippers e Nets). E proprio le scelte prese dai Los Angeles Clippers e New Jersey Nets sono state quelle fortunate: Cleveland ha ottenuto la prima piazza, Utah la terza, nel mezzo i Minnesota Timberwolves che invece avevano il peggior record NBA.

    I Cavaliers hanno inoltre ottenuto la quarta chiamata assoluta con l’altra scelta (la loro), un gran guadagno dato che nell’ordine del record di regular season avrebbero scelto con la seconda e con l’ottava. Anche Utah sorride dato che potrà disporre della terza scelta e della 12 (mentre normalmente partiva con la sesta e con la dodicesima). Essendo 2 franchigie in ricostruzione non poteva esserci notizia migliore per i 2 team che ora guarderanno al futuro con più fiducia e con la prospettiva di ritornare tra le grandi squadre.

    Delusione in casa Raptors dato che la squadra di Andrea Bargnani nell’ordine era al terzo posto in classifica nella pre-Lottery ma che improvvisamente si è ritrovata al quinto posto per gli exploit dei Cavaliers e dei Jazz.

    Di seguito riportiamo l’ordine di probabilità delle squadre di ottenere la prima scelta assoluta a seconda del loro (peggiore) piazzamento in stagione (che fa riferimento alla regular season 2010-2011):

    1 Minnesota Timberwolves: 250 combinazioni, 25% di probabilità di poter avere la prima scelta
    2 Cleveland Cavaliers: 199 combinazioni, 19.9% di probabilità
    3 Toronto Raptors: 156 combinazioni, 15.6% di probabilità
    4 Washington Wizards: 119 combinazioni, 11.9% di probabilità
    5 Sacramento Kings: 88 combinazioni, 8.8% di probabilità
    6 Utah Jazz (ricevuta dai New Jersey Nets): 63 combinazioni, 6.3% di probabilità
    7 Detroit Pistons: 43 combinazioni, 4.3% di probabilità
    8 Cleveland Cavaliers (ricevuta dai Los Angeles Clippers): 28 combinazioni, 2.8% di probabilità
    9 Charlotte Bobcats: 17 combinazioni, 1.7% di probabilità
    10 Milwaukee Bucks: 11 combinazioni, 1.1% di probabilità
    11 Golden State Warriors: 8 combinazioni, 0.8% di probabilità
    12 Utah Jazz: 7 combinazioni, 0.7% di probabilità
    13 Phoenix Suns: 6 combinazioni, 0.6% di probabilità
    14 Houston Rockets: 5 combinazioni, 0.5% di probabilità

    E ora riportiamo l’ordine del Draft dopo la “Lottery”:

    1. Cleveland Cavaliers (scelta ricevuta dai Clippers)
    2. Minnesota Timberwolves
    3. Utah Jazz (scelta ricevuta dai Nets)
    4. Cleveland Cavaliers
    5. Toronto Raptors
    6. Washington Wizards
    7. Sacramento Kings
    8. Detroit Pistons
    9. Charlotte Bobcats
    10. Milwaukee Bucks
    11. Golden State Warriors
    12. Utah Jazz
    13. Phoenix Suns
    14. Houston Rockets

    Grande soddisfazione ed entusiasmo soprattutto a Cleveland, che disponendo di 2 scelte nelle prime 4 potrà veramente cercare di ritornare ai grandi livelli dell’era LeBron James. Delusione invece tra i tifosi Clippers (che avrebbero potuto avere la prima scelta assoluta da affiancare a Blake Griffin) e tra i fans dei Nets.

    L’appuntamento è ora per il 23 giugno data in cui si terrà il Draft NBA.