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  • Celtics KO a Cleveland, Wade riscatta gli Heat, Belinelli affonda i Bucks

    Celtics KO a Cleveland, Wade riscatta gli Heat, Belinelli affonda i Bucks

    Il dopo LeBron James parte nel migliore dei modi per Cleveland che supera di misura Boston, che solo 24 ore prima aveva dato una lezione di gioco all’ex numero 23 dei Cavs ed alla sua nuova squadra, gli Heat.
    Sugli scudi Hickson con 21 punti, Gibson con 16 e Sessions con 14. Per Boston si salva Rondo grazie ai 18 punti e 9 assist. Opache le prestazioni di Allen e Pierce.

    I Nets battezzano il Prudential Center, nuovo impianto di Newark, con una vittoria grazie al duo Harris-Lopez che mette insieme 47 punti. Morrow decisivo con la tripla del sorpasso a pochi secondi dal termine. Detroit parte ancora male sebbene abbia 7 giocatori in doppia cifra.

    Decisivo il terzo quarto con un parziale di 25-8 che spacca il match in 2 a favore di Miami che va su un comodo +25. Wade protagonista con 30 punti, James solo 16 (e 9 palle perse, peggio delle 8 di ieri a Boston). Buona la prova, per i Sixers, del rookie Turner.

    Dopo una preseason perfetta da 8-0 ecco che nel momento più importante i Grizzlies si sciolgono come neve al sole. Atlanta passa in trasferta grazie a percentuali altissime da campo e con un Joe Johnson super da 22 punti. favoloso Josh Smith in difesa con ben 5 stoppate.

    Senza Evans fermo per squalifica, i Sacramento Kings espugnano il Target Center di Minneapolis in un match molto gradevole e con il risultato in bilico per tutti i 48 minuti. Decidono la freddezza di Udrih ed i 2 canestri di Landry nel finale dell’ultimo quarto. 22 punti con 11 rimbalzi per l’ex Rockets coadiuvato da un promettente Cousins che chiude la sua prima in NBA con 14 punti, 8 rimbalzi e ben 5 assist. Solo 11 punti per Love mentre Ridnour prende il timone della squadra chiudendo con 20 punti e buone percentuali, ma sono cifre che non bastano ai T-Wolves.

    Un ottimo Marco Belinelli da 18 punti e 6 rimbalzi in 36 minuti di gioco aiuta gli Hornets a battere dei coriacei Bucks che nonostante 5 uomini in doppia cifra devono arrendersi a Paul (17 punti e 16 assist) e West (22 punti). Milwaukee resta a contatto per tutto il match e raggiunge il -1 con la quinta tripla di Delfino (19 pts) ma il tiro fallito da Gooden e la quarta palla persa di Salmons fanno alzare la bandiera bianca nonostante il 15+15 di Bogut.

    Il trio Durant-Westbrook-Green (79 punti sui 106 di squadra) spazza via i generosi Bulls di un mai domo Derrick Rose. Durant ne firma 30, Westbrook 28 e Green 21 ed i Thunder volano grazie ad un quarto quarto al limite della perfezione. Noah incredibile con 18 punti e 19 rimbalzi.

    Vittoria abbastanza semplice per i Dallas Mavericks, trascinati da un ottimo Nowitzki da 28 punti e 13 rimbalzi. Per Charlotte si salva Thomas autore di 22 punti.

    Popovich non sarà contento dei 109 punti subiti ma gli Spurs conquistano ugualmente la vittoria con una grande prestazione offensiva e con le 3 stelle in grande spolvero. 65 punti per il trio Parker-Ginobili-Duncan con il caraibico apparso un buonissime condizioni: 22 punti con soli due errori al tiro (10/12). Ginobili infila 5 delle 9 triple degli Spurs mentre Parker ai 20 punti aggiunge anche 9 assist. Bene anche Jefferson che apre il parziale di 18-5 che risulterà decisivo nell’ultimo quarto. Indiana tira meglio (53%) ma perde troppi palloni (23) nonostante la grande gara del duo Hibbert-Granger (20/36 dal campo per 54 punti, 28 per il centro, 26 per l’ala).

    Nella rivincita del primo turno degli scorsi playoff di Western Conference i Nuggets stritolano i Jazz grazie ai 23 punti di Anthony. Male Utah che delude e non va oltre il 38% dal campo con più palle perse (22) che assist (21). Solo 3/10 per Williams che chiude da top scorer dei Jazz con 17 punti. Invisibile in neo acquisto Jefferson.

    Non c’è più Don Nelson ma la sua pallacanestro rimane l’anima della Oracle Arena. Partita da 250 punti totali con i Warriors che trionfano sui Rockets per la prima volta dal dicembre 2007 mentre Houston perde la seconda volata nel giro di 24 ore. Fantastica la prestazione di Monta Ellis che piazza 46 punti con un incredibile 18/24 dal campo. Doppia doppia per Lee (17 punti +15 rimbalzi) e per un ottimo Curry da 25 punti ed 11 assist. Ai Rockets non bastano i 42 liberi segnati (17/17 per Martin) e la monumentale prova di Scola, autore di 36 punti e 16 rimbalzi.

    Dopo il successo sui Suns, Portland concede il bis e va a prendersi la vittoria allo Staples Center contro i Clippers. Fondamentale è il dominio sotto il canestro dei Blazers che catturano 21 rimbalzi offensivi (13 per la coppia Aldridge-Camby). Si conferma Batum (15 pts, 3/4 da 3) mentre Roy timbra una doppia doppia con 22 punti e 10 rimbalzi. Clippers che segnano solo 17 punti negli ultimi 12 minuti nonostante il buon esordio di Griffin, autore di 20 punti e 14 rimbalzi. Male Kaman che sbaglia 14 dei 18 tiri presi.

    Toronto-New York: commento e tabellino

    Risultati NBA del 27 ottobre 2010

    Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 95-87

    • Cle: Hickson 21, Gibson 16, Sessions 14; Bos: Rondo 18, Davis 14, Pierce 13

    New Jersey Nets-Detroit Pistons 101-98

    • N.J.: Lopez 25, Harris 22, Morrow 13; Det: Prince 14, Stuckey 14, Villanueva 14

    Philadelphia 76ers-Miami Heat 87-97

    • Phi: Turner 16, Williams 15, Young 15; Mia: Wade 30, Jones 20, James 16

    Memphis Grizzlies-Atlanta Hawks 104-119

    • Mem: Conley 23, Gay 21, Arthur 19; Atl: Johnson 22, Bibby 19, Pachulia 17

    Minnesota Timberwolves-Sacramento Kings 116-117

    • Min: Ridnour 20, Beasley 17, Telfair 15; Sac: Garcia 22, Landry 22, Udrih 18

    New Orleans Hornets-Milwaukee Bucks 95-91

    • N.O.: West 22, Belinelli 18, Paul 17; Mil: Delfino 19, Maggette 16, Gooden 15, Bogut 15, Jennings 15

    Oklahoma City Thunder-Chicago Bulls 106-95

    • Okl: Durant 30, Westbrook 28, Green 21; Chi: Rose 28, Noah 18, Gibson 16

    Dallas Mavericks-Charlotte Bobcats 101-86

    • Dal: Nowitzki 28, Terry 22, Butler 13; Cha: Thomas 22, Wallace 16, Jackson 14

    San Antonio Spurs-Indiana Pacers 122-109

    • S.A.: Duncan 23, Ginobili 22, Parker 20; Ind: Hibbert 28, Granger 26, Collison 19

    Denver Nuggets-Utah Jazz 110-88

    • Den: Anthony 23, Afflalo 22, Billups 14; Uta: Williams 17, Millsap 15, Bell 12

    Golden State Warriors-Houston Rockets 132-128

    • G.S.: Ellis 46, Curry 25, Lee 17; Hou: Scola 36, Martin 28, Hayes 16

    Los Angeles Clippers-Portland Trail Blazers 88-98

    • Cli: Gordon 22, Griffin 20, Butler 16; Por: Roy 22, Aldridge 19, Batum 15
  • NBA: Poche ore al via, cresce l’attesa per Heat e Lakers

    NBA: Poche ore al via, cresce l’attesa per Heat e Lakers

    Mancano poche ore al via della nuova stagione NBA che si aprirà alle ore 19.30 locali (l’1.30 circa in Italia) con l’attesissima sfida tra i nuovissimi e scintillanti Miami Heat del trio delle meraviglie LeBron James-Dwyane Wade-Chris Bosh che faranno visita ai “vecchi Big Three” di Boston ovvero Paul Pierce-Kevin Garnett-Ray Allen (aiutati ormai in pianta stabile dal playmaker Rajon Rondo). Alle ore 10.00 locali (le 4.00 italiane) invece seconda partita che vedrà impegnati i Suns a Portland. Mentre chiusura con il botto poco più tardi, alle 10.30 (le 4.30 in Italia), con l’esordio dei bicampioni dei Los Angeles Lakers, in casa contro i Rockets, dove ci sarà anche la consegna, tramite una piccola cerimonia, degli anelli ai gialloviola per il trionfo dello scorso campionato.

    Tutti gli occhi sono puntati su queste 2 franchigie: degli Heat già abbiamo accennato, l’altra, i Lakers di Kobe Bryant e Phil Jackson, sono probabilmente ancora la squadra da battere anche quest’anno ma potrebbero essere arrivati al “canto del cigno” alla fine di questa stagione vista l’età media non più verdissima. In molti dicono che lasceranno strada proprio agli Heat, che è opinione comune, hanno acquisito tantissimo in termini di talento, forza fisica, tecnica, e chi più ne ha più ne metta. E ciò pare lampante visto che nel basket moderno mai nessuna squadra era riuscita ad ammassare così tanto talento nel giro di poche ore, riuscendo a rifirmare l’uomo franchigia Dwyane Wade (dopo Kobe Bryant la migliore guardia nel panorama NBA) e ad affiancargli in un lasso di tempo ridottissimo Chris Bosh dai Toronto Raptors (forse la migliore ala grande per talento puro nella Lega, peccato che alcune volte la tenuta mentale non sia altrettanto eccellente) e LeBron James dai Cleveland Cavaliers, il più forte giocatore di pallacanestro sulla faccia della Terra secondo il giudizio di moltissimi esperti NBA. Messi assieme questi 3 giocatori e reperiti sul mercato altri onesti comprimari, gli Heat si presentano ai nastri di partenza allo stesso livello dei Lakers (anzi, qualche agenzia di scommessa li dà anche per favoriti) e se non già da quest’anno, saranno la squadra da battere nei prossimi campionati. L’atmosfera sui parquet d’oltreoceano sarà particolarmente “calda” per gli Heat (che tradotto in italiano signica letteralmente “caldo”!): LeBron James infatti in pochi mesi ha visto il suo indice di gradimento pubblico calare più velocemente di quello di Obama e, dopo il fiasco dello show televisivo nel quale ha annunciato la sua “decisione” di andare a Miami, è diventato decisamente impopolare. Gli Heat così dovranno convivere con l’etichetta di squadra antipatica per la maggior parte dei tifosi a stelle e strisce. Nessun problema, sostengono i “Big Three”, le sentenze comunque le darà soltanto il campo da gioco come al solito.

    Poi dopo i 2 “dream team” tutte le altre outsider, in primis gli Orlando Magic del centro più forte della Lega, Dwight Howard, ruolo che più di ogni altro riesce a spostare gli equilibri di una franchigia. Magic molto equilibrati e compatti, che dovranno guardarsi dai soliti Celtics, sempre più vecchietti con l’aggiunta di Shaq O’Neal, ma sempre pericolosi.
    A seguire, tutte le altre squadre con gli Oklahoma City Thunder pronti ad esplodere, dopo l’ultima ottima stagione, sotto la guida del fenomenale Kevin Durant che il mondo intero ha potuto ammirare negli ultimi Mondiali di Turchia a Settembre (premiato come M.V.P. del torneo). E vista l’età di Kobe Bryant (32 anni ma si va per i 33) ecco che il numero 35 nativo di Washington è incredibilmente diventato l’anti-LeBron: il pubblico ed i tifosi americani lo amano immensamente, la faccia da ragazzino (e lo sarebbe anche visti i 22 anni compiuti il 29 settembre), un viso”pulito” e tante buone azioni che la gente non fa fatica a leggere ed interpretare, lo hanno portato incredibilmente alla ribalta ponendolo in contrasto con il “nuovo nemico pubblico James”. Gli applausi per Durant sono arrivati anche la settimana scorsa quando il giocatore, scelto dalla famosissima rivista “Sports Illustrated” come uomo copertina, ha voluto dividere la cover del settimanale con 2 suoi compagni di squadra, l’ex Biella Thabo Sefolosha ed il serbo Nenad Kristic. Questa la dichiarazione del numero 35 Thunder:

    • Mi sembrava giusto, di loro si parla troppo poco e meritano un po’ di pubblicità, i successi della squadra non sono solo merito mio ma soprattutto loro”.

    Kevin Durant può seriamente puntare al premio di M.V.P. stagionale e facendo ciò potrebbe anche trascinare i Thunder dove nessuno osa immaginare: tanto talento abbonda tra le file degli ex Seattle Sonics (ed inoltre sono la squadra più giovane della Lega!) pronti già ora ad essere i vice Lakers ad Ovest, in attesa di prenderne il posto tra un anno ed iniziare a sfidare gli Heat per il predominio nella Lega.

    Tutte le altre squadre sembrano avere un qualcosa in meno rispetto a questi 5 top-team, ma le sorprese in NBA sono sempre dietro l’angolo: d’altra parte basta un’operazione di mercato per proiettare una squadra mediocre tra le possibili contender al titolo (come potrebbe diventarlo New York se riuscisse ad acquisire Carmelo Anthony dai Nuggets).

    Tra i nuovi giocatori che si affacciano al palcoscenico della NBA da tenere d’occhio la prima scelta assoluta del Draft 2010 di Washington, John Wall. E la prima scelta assoluta del Draft 2009 Blake Griffin (L.A. Clippers) che è considerato rookie a tutti gli effetti visto che lo scorso anno poco prima di debuttare in regualr season un brutto infortunio lo ha tolto di mezzo per tutto l’anno. Sono loro 2 a giocarsi il titolo di debuttante dell’anno e succedere così a Tyreke Evans dei Kings, ma attenzione ad un’altro debuttante proprio di Sacramento, DeMarcus Cousins, centro dalle enormi potenzialità, quinta scelta assoluta dei californiani che però in ordine di gradimento dopo una buona preseason ha già scavalcato nelle gerarchie dei critici sia la seconda scelta assoluta Evan Turner, la terza, Derrick Favors e la quarta Wes Johnson.

    Un in bocca al lupo speciale va ai nostri 3 connazionali della NBA: a Marco Belinelli, che nella sua nuova casa di New Orleans dovrà dimostrare di poter restare nella Lega dopo anni in cui non ha mostrato la sua classe (nè ai Warriors, nè ai Raptors); a Danilo Gallinari che spera di poter proseguire la sua avventura ai Knicks e non essere mandato a Denver come contropartita di Melo Anthony; ad Andrea Bargnani, che si è trovato catapultato all’improvviso come uomo franchigia dei Toronto Raptors dopo il tradimento di Chris Bosh e dovrà essere il vero leader ed uomo squadra di un gruppo in ricostruzione.

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  • NBA 10/11: Analisi Central Division

    NBA 10/11: Analisi Central Division

    Il viaggio ad Est degli Stati Uniti si conclude con la Central Division. Sarà corsa a 2 per il predominio della divisione centrale: il talento premierebbe i Bulls per la prima piazza, la profondità del roster invece farebbe optare per i Milwaukee Bucks. La lotta non si risolverà prima delle ultime partite di stagione regolare perchè ambedue le squadre paiono attrezzate per arrivare verso traguardi molto ambiziosi. I Bulls possono contare sul talento purissimo di Derrick Rose, playmaker dalle potenzialità virtualmente illimitate, nativo proprio di Chicago (anche se come il suo collega di Boston Rajon Rondo deve costruirsi un tiro dalla lunga distanza molto più pericoloso di quello mostrato fino ad ora) che quando attacca il ferro risulta quasi immarcabile. A Rose è stato aggiunto un fuoriclasse come Carlos Boozer e dopo anni in cui i “Tori” non hanno avuto una power forward degna di questo nome, sembrano finalmente aver coperto il buco con la sua acquisizione dagli Utah Jazz. Sempre dai Jazz è arrivato Kyle Korver (ed i suoi tiri da 3 punti) ed un altro ex di Salt Lake City risulterà utile nel corso della stagione (Ronnie Brewer). Luol Deng sarà chiamato ad una stagione solida come terzo violino della squadra, mentre i progressi di Joakim Noah sono sotto gli occhi di tutti ed il ruolo di centro pare quindi ben coperto. A Milwaukee invece hanno voluto fare le cose in grande, completando il già ottimo roster dello scorso anno con acquisizioni mirate e che non faranno rimpiangere i titolari quando si siederanno in panchina per rifiatare: Chris Douglas-Roberts nel settore “piccoli” e Drew Gooden e Larry sanders (rookie dalle ottime qualità) tra i lunghi possono dare ampio respiro ai titolari senza far scendere il livello tecnico della squadra. In più è stato rifirmato un tassello importante come Salmons, vera chiave di svolta la scorsa stagione dopo il suo arrivo dai “nemici” divisionali dei Bulls. Se anche Michael Redd recupererà dai brutti infortuni degli ultimi anni e tornerà ai livelli da All-Star che gli competono, ecco qui una formazione molto quadrata, equilibrata in ogni ruolo e soprattutto ostica da affrontare per chiunque. Il tutto sotto la guida dell’allenatore più preparato in NBA, ovvero Scott Skiles, che ha sempre fatto “miracoli” in ogni luogo dove si sia seduto per dirigere una squadra NBA.
    Più distaccate paiono Cleveland ed Indiana: ma se per gli orfani di King James è più il desiderio di vendetta nei confronti del “Re ingrato”, a voler mostrare che la squadra non risentirà dell’abbandono di LeBron (tecnicamente il roster non pare di primo livello), i Pacers hanno messo su una squadra molto interessante che, sperano i tifosi, nel più breve tempo possibile possa ritornare ai fasti dei grandi Pacers targati Reggie Miller di qualche stagione fa (Finale NBA contro i Lakers nel 1999/2000, KO per 4-2). Mancava un playmaker ed è arrivato, quel Darren Collison che l’anno scorso da rookie non fece rimpiangere l’infortunato Chris Paul negli Hornets, con prestazioni straordinarie e che ha ampi margini di miglioramento. In più il rookie Paul George promette battaglia ed insieme alla stella Danny Granger (quest’anno da molti indicato come il vero antagonista di Durant nella corsa al titolo di cannoniere) ed al centro Roy Hibbert (220 centimetri ed una crescita costante che lo stanno portando ad essere uno dei migliori interpreti nel ruolo) proveranno ad essere la vera sorpresa della stagione. Se le cose andranno per il verso giusto potrebbero anche raggiungere i playoff, a sorpresa, perchè il talento non manca, ma l’ottavo posto ad Est (l’unico realisticamente possibile) dovrebbe metterli contro le corazzate Miami o Orlando, destinandoli a sicura uscita nel primo turno della post season.
    In ricostruzione invece i Detroit Pistons che oggettivamente non possono ambire ad un record superiore alle 30-35 vittorie. Ripartire dal rookie Monroe e cercare di prendere qualche altra scelta alta al Draft è l’imperativo di una squadra che deve ricostruire partendo dai migliori giovani che nei prossimi 2 anni usciranno dalle università americane. Il futuro tornerà a splendere solo in questo modo.

    CHICAGO BULLS: A Chicago sono stufi di aspettare l’intervento “divino” che porti un nuovo Jordan (niente da fare per le acquisizioni di Wade e James nella calda Estate 2010) nel roster dei “Tori” ed allora ecco che il mercato ha regalato un giocatore tra i più fondamentali in NBA, Carlos Boozer, eclettica ala grande, devastante vicino a canestro per la potenza fisica (punti +rimbalzi lo fanno uomo da doppia-doppia ogni serata) ma molto bravo anche lontano da canestro, con un buon piazzato anche dai 4-5 metri viste le mani molto “dolci”. Per una stagione da protagonisti dovrà esserci piena sintonia tra lui e l’uomo franchigia di Chicago, ovvero Derrick Rose: l’asse “Rose to Boozer” risulterà determinante per le sorti della squadra dell’Illinois, e proprio il playmaker dovrà prendere la squadra per mano e mostrare a tutti che il Mondiale vinto con team U.S.A. a settembre lo ha fatto crescere come uomo e come giocatore, il suo apporto risulterà imprescindibile ed essenziale se si vorrà arrivare il più lontano possibile. A dare una mano ai 2 ci sarà in primis Luol Deng, che in ala piccola avrà un ruolo chiave per cercare di portare i compagni ai traguardi fissati dalla dirigenza. E poi Joakim Noah, che a centro area assicura centimetri, potenza, agilità ed anche un discreto talento. Non è un giocatore da tiri piazzati, ma sotto i tabelloni è uno dei pochi giocatori in NBA che non perde un duello, vista anche la sua tenacia ed il suo carattere poco arrendevole. Panchina che vedrà Brewer e Korver (insiema a Boozer tutti ex Jazz) dare un apporto sostanzioso, ed il turco Omer Asik dare fiato a Noah. Resta vivo il sogno di portare Carmelo Anthony a Chicago, ma la trattativa è molto difficile per via delle esose richieste dei Denver Nuggets che sparano alto tra giocatori e scelte al Draft, col rischio di perderlo in Estate a zero come free agent. Il colpo Anthony proietterebbe i Bulls come contender nella corsa al titolo!
    In panchina da verificare Tom Thibodeau, al primo incarico in panchina come capo allenatore dopo essere stato un pezzo molto importante delle fortune Celtics degli ultimi anni come assistente di Doc Rivers: la difesa di Boston è tutta una sua creazione ed i risultati sono stati fenomenali, vederemo se riuscirà ad essere così tanto efficace anche a Chicago. In definitiva Bulls favoriti per il primo posto nella Central (obiettivo stagionale dichiarato) per il talento ma attenzione alla completezza ed alla solidità dei Milwaukee Bucks.

    Arrivi: Carlos Boozer (da Utah), Kyle Korver (da Utah), Ronnie Brewer (da Memphis), C.J. Watson (da Golden State), Kurt Thomas (da Milwaukee), Omer Asik (dal Fenerbache), Keith Bogans (da San Antonio)
    Partenze: Rob Kurz (a Granada), Chris Richard (Free Agent), Hakim Warrick (a Phoenix), Brad Miller (a Houston), Jannero Pargo (Free Agent), Acie Law (a Memphis), Kirk Hinrich (a Washington), Kevin Seraphin (a Washington)
    Scelte al Draft: Kevin Seraphin (pick 17, a Washington)
    Probabile Quintetto Base: Derrick Rose (PG), Keith Bogans (SG), Luol Deng (SF), Carlos Boozer (PF), Joakim Noah (C)

    ROSTER

    Guardie: Derrick Rose, Keith Bogans, Ronnie Brewer, Kyle Korver, C.J. Watson
    Ali: Carlos Boozer, Luol Deng, Taj Gibson, James Johnson, Brian Scalabrine, Kurt Thomas
    Centri: Joakim Noah, Omer Asik
    Head Coach: Tom Thibodeau

    CLEVELAND CAVALIERS: L’Estate del 2010 sarà ricordata per sempre a Cleveland. Come dimenticare il giorno del tradimento di LeBron James, che ha deciso di andare a giocare con gli amici Wade e Bosh in quel di South Beach! Nonostante il desiderio di rivalsa nei confronti del “traditore” James il futuro non appare roseo in Ohio: i primi malumori dopo l’addio di James si sono avuti con Mo Williams ed Antawn Jamison, che potrebbero anche essere ceduti a stagione in corso. E neanche Varejao sembra sicuro di rimanere. A Cleveland le cose stanno cambiando rapidamente: la rivoluzione in casa Cavs era cominciata subito dopo l’uscita dai playoff nella passata stagione, difatti sia l’allenatore Mike Brown, sia il G.M. Danny Ferry non sono più al loro posto, così in pochi mesi la franchigia dell’Ohio ha cambiato la figura chiave in società, il General Manager, la guida tecnica ed il giocatore di riferimento!
    Chris Grant è stato nominato nuovo G.M. ed ha da una parte un compito complicatissimo (se non impossibile): sostituire Lebron James nell’organico della squadra e trovare un nuovo giocatore di riferimento sia dentro sia fuori dal campo.
    Nessuno si aspetta molto da questa versione “light” dei Cavaliers perciò sia Grant sia il nuovo coach Byron Scott possono lavorare con calma e cercare di costruire un progetto tecnico nuovo senza subire le pressioni di un ambiente ancora sotto shock per la partenza di James.
    Scott si trova per la prima volta in carriera a guidare una squadra senza un grande playmaker, prima Kidd a New Jersey poi Paul a New Orleans, dovrà quindi trovare il modo di dare un’organizzazione in grado di far giocare e vincere i Cavaliers nella prossima stagione, non sarà un’impressa facile vista la struttura del roster dei Cavs che si troveranno senza i punti di riferimento tecnici delle passate stagioni e senza quello che è stato il playmaker, miglior realizzatore e miglior stoppatore della squadra nelle ultime stagioni.
    Guardando al roster attuale di Cleveland i giocatori più forte tecnicamente sono sicuramente Jamison e Williams, giocatore che ha la personalità per diventare la guida dei nuovi Cavs (sempre che ne abbia voglia) a cui Byron Scott chiederà di prendere in mano le sorti della squadra nei momenti difficili e di tornare ad essere ancora un realizzatore come ai tempi della sua militanza nei Bucks.
    Un giocatore che potrebbe trovare spazio in questa situazione e contribuire alla causa dei Cavs è Ramon Session, la guardia arrivata in cambio di Delonte West da Minnesota, potrà portare punti dalla panchina e magari trovare anche qualche partita in quintetto base se Scott andrà con un quintetto piccolo con Parker spostato in ala piccola, Jemison spostato in ala grande.
    La stagione 2010-2011 dei Cavaliers si annuncia come un lungo percorso della squadra alla ricerca della propria identità tecnica e di uno spirito di gruppo andato perso con la partenza di Lebron James.
    La proprietà, i tifosi, tutta la città si sono stretti attorno alla squadra dopo la firma di James per gli Heat, però per quanto tempo i tifosi continueranno a riempire la Quicken Loans Arena?
    Il compito più arduo per Scott e per i suoi giocatori sarà proprio questo, dare credibilità alla squadra e al suo progetto e non far disinnamorare i tifosi Cavs della squadra.
    Da quest’anno potrebbe partire la rivoluzione a Cleveland, verosimilmente la squadra non sembra poter andare oltre le 30 vittorie in stagione, a meno che la rabbia ed il furore agonistico per il tradimento di James non facciano scattare qualcosa nella testa dei giocatori. Ma a Cleveland tutti attendono il 2 dicembre 2010 ed il 29 marzo 2011, quando qualcuno farà ritorno in quello che è stato il suo regno per 7 lunghi anni…

    Arrivi: Ramon Session, Kyle Lowry, Joey Graham, Ryan Hollins, Samardo Samuel
    Partenze: Lebron James, Delonte West, Shaquille O’Neal, Zidrunas Ilgauskas
    Scelte al Draft:Christian Eyenga, Manny Harris (undrafted), Samardo Samuels (undrafted)
    Probabile Quintetto Base: Mo Williams (PG), Anthony Parker (G), Antawan Jamison (SF), J.J. Hickson (PF), Anderson Varejao (C)

    ROSTER

    Guardie: Anthony Parker, Mo Williams, Ramon Session, Daniel Gibson, Christian Eyenga, Manny Harris.
    Ali: Antawn Jamison, J.J. Hickson, Jamario Moon, Jawad Willliams, Joey Graham, Leon Powe, Samardo Samuels.
    Centri: Anderson Varejao, Ryan Hollins.
    Head Coach: Byron Scott

    DETROIT PISTONS: Probabilmente anche quest’anno i Pistons andranno a fare la Lottery per le scelte al Draft. La squadra non sembra minimamente attrezzata per arrivare alla post season, la guida tecnica, che già non aveva convinto lo scorso anno (John Kuester) è rimasta inalterata, allora non si riesce a capire come questi Detroit Pistons possano emergere dal limbo della mediocrità. L’aggiunta di Tracy McGrady, ormai lontano parente del fenomenale giocatore di qualche stagione fa, non sposta gli equilibri, un declino tecnico e fisico che a “Mo-Town” conoscono bene visto che 2 stagioni fa passò per il Palace di Auburn Hills la controfigura di Allen Iverson. La squadra è da rifondare negli elementi più vecchi e stiamo parlando di colonne come Richard Hamilton, Prince, Ben Wallace e Wilcox, (oltre alla già citata inutile acquisizione di McGrady) giocatori che hanno fatto sicuramente la storia della franchigia, ma che hanno chiuso un ciclo e che da qualche altra parte potrebbero trovare più stimoli: un quintetto in pratica, che potrebbe far risparmiare qualche milione di dollari alla franchigia, nel salary cap, se si trovassero le giuste destinazioni ai giocatori, e magari potrebbe far arrivare nel Michigan qualche scelta alta nei prossimi 2 Draft per prendere qualche giovane promessa. La ricostruzione di un nucleo vincente potrebbe anche ripartire così, ma le scelte ovviamente spetteranno al G.M. Dumars. Quest’anno è stato pescato Greg Monroe con la settima scelta, prospetto molto interessante tra le ali grandi. Rodney Stuckey, già affermato nell’ultima stagione, ed Austin Daye rappresentano il futuro della squadra assieme ovviamente al già citato Monroe. Presente buio, ma operando bene i Pistons potrebbero ben presto risollevarsi, l’importante è fare le scelte giuste per un futuro importante.

    Arrivi: Tracy McGrady (da New York),
    Partenze: Kwame Brown (a Charlotte)
    Scelte al Draft: Greg Monroe (pick 7), Terrico White (pick 36)
    Probabile quintetto base: Rodney Stuckey (PG), Ben Gordon (SG), Tayshaun Prince (o Austin Daye) (SF), Greg Monroe (PF), Charlie Villanueva (o Ben Wallace) (C)

    ROSTER

    Guardie: Rodney Stuckey, Ben Gordon, Rip Hamilton, Tracy McGrady, Will Bynum, Terrico White
    Ali: Tayshaun Prince, Austin Daye, Greg Monroe, Jonas Jerebko, Jason Maxiell, DaJuan Summers, Chris Wilcox
    Centri: Charlie Villanueva, Ben Wallace
    Head Coach: John Kuester

    INDIANA PACERS: La probabile sorpresa stagionale: la dirigenza dei Pacers ha lavorato benissimo sul mercato ed in sede di Draft viste le acquisizioni di Darren Collison (ciò che serviva veramente ad Indiana vista la carenza nel ruolo di playmaker) e di James Posey dagli Hornets (anche se è costato il sacrificio di Troy Murphy finito ai Nets nello scambio a 4 squadre) e l’innesto dei giovani Magnum Rolle, Lance Stephenson ma soprattutto Paul George. Inoltre visto l’infortunio dello scorso anno anche Hansbrough potrebbe essere considerato un rookie e vista questa abbondanza di giovani i Pacers guardano con ritrovato ottimismo al futuro. La squadra pare veramente ottima, con Collison a portare palla e Rush come probabile partente come guardia titolare. Ala piccola sarà invece Danny Granger, stella della franchigia, con Hansbrough che occuperà il ruolo di ala grande e Hibbert come centro. In panchina 2 dei difensori migliori della Lega, Posey e Jones che saranno chiamati sul parquet soprattutto nelle sfide contro i Miami heat per fronteggiare il duo James-Wade. Inoltre Coach O’Brien potrà varare altri 2 tipi di quintetto, uno molto alto ed uno piccolo: il primo vedrà protagonisti il solito Collison (inamovibile), Granger in guardia, il rookie George come ala piccola, Hansbrough o McRoberts come ala grande e Hibbert come centro. Il secondo invece sarà formato da Collison come play, Rush o Stephenson nel ruolo di guardia, George come ala piccola, Granger ala grande (molta duttilità per il numero 33 che può spostarsi senza difficoltà in 3 ruoli) ed Hansbrough come centro. Proprio Granger sarà fondamentale per i Pacers: dopo l’esperienza con la selezione americana ai Mondiali, in molti lo indicano come il vero antagonista di Kevin Durant come miglior marcatore della Lega. In sostanza finalmente coach Jim O’Brien può dirsi soddisfatto della squadra che potrebbe ambire all’ottavo posto ad Est e disputare i primi playoff dopo anni di buio. Ma il limite ed il talento dei giovani Pacers sono sconfinati e la stagione potrebbe riservare tante soddisfazioni.

    Arrivi: Darren Collison e James Posey (New Orleans Hornets)
    Partenze: Troy Murphy (New Jersey Nets), Luther Head (New Orleans Hornets), Earl Watson (Utah Jazz)
    Scelte al draft: Paul George (pick 10), Lance Stephenson (pick 40), Magnum Rolle (pick 51)
    Probabile quintetto base
    Darren Collison (PG), Brandon Rush, (SG), Danny Granger (SF), Tyler Hansbrough (PF), Roy Hibbert (C)

    ROSTER

    Guardie: Darren Collison, A.J. Price, T.J. Ford, Brandon Rush, Lance Stephenson, Dahntay Jones
    Ali: Danny Granger, Paul George, Mike Dunleavy, James Posey, Josh McRoberts, Tyler Hansbrough, Magnum Rolle
    Centri: Roy Hibbert, Jeff Foster, Solomon Jones

    HEAD COACH: Jim O’Brien

    MILWAUKEE BUCKS: I Bucks sono attrezzatissimi per dare battaglia ai Bulls per il primo posto nella Central Division: gli acquisti di Gooden, Boykins, Douglas-Roberts e soprattutto Maggette danno profondità ad un roster già molto competitivo, la riconferma di Salmons dimostra che Milwaukee fa sul serio per le prime posizioni ad Est. Importante sarà l’asse Jennings-Bogut, con il palymaker chiamato alla riconferma dopo l’ottima stagione da rookie ed i centro che deve mostrare di essersi ripreso dopo il terribile infortunio al braccio di fine stagione scorsa. Se l’asse funzionerà i Bucks potrebbero essere la vera mina vagante dei prossimi playoff. Il secondo quintetto di Milwaukee potrebbe tranquillamente raggiungere un posto nei playoff: Boykins in sostituzione di Jennings, Redd (sperando che gli infortuni siano alle spalle può tornare ad essere un All-Star) di Salmons, Douglas-Roberts e Delfino di Maggette, Ilyasova di Gooden ed il rookie Sanders di Bogut, danno ampie garanzie di tenuta fisica,mentale e tecnica, in più il solido difensore Mbah a Moute sarà il jolly della situazione potendo giostrare in 3 ruoli differenti (guardia, ala piccola ed ala grande). Insomma c’è tutto per fare benissimo, compreso il coach, Scott Skiles, capace di fare sempre miracoli in qualsiasi posto sia andato ad allenare, riuscendo a togliere sempre dalle risorse umane a sua disposizione il meglio del meglio. Obiettivo primo posto nella Central, e di essere poi tra le prime 4 ad Est. Sognare, poi, non costa davvero nulla…

    Arrivi: Earl Boykins (Washington Wizards FA), Jon Brockman (Sacramento Kings), Keyon Dooling (New Jersey Nets FA), Chris Douglas-Roberts (New Jersey Nets), Drew Gooden (Los Angeles Clippers FA), Corey Maggette (Golden State Warriors), John Salmons (Milwaukee Bucks FA).
    Partenze: Charlie Bell (Golden State Warriors), Dan Gadzuric (Golden State Warriors), Royal Ivey (Oklahoma City Thunder FA), Darnell Jackson (Sacramento Kings), Luke Ridnour (Minnesota Timberwolves FA), Kurt Thomas (Chicago Bulls FA).
    Scelte al draft: Larry Sanders (15th VCU), Darington Hobson (37th New Mexico), Tiny Gallon (47th Oklahoma).
    Probabile quintetto base: Brandon Jennings (PM), John Salmons (SG), Corey Maggette (SF), Drew Gooden (PF), Andrew Bogut (C).

    ROSTER

    Guardie: Earl Boykins, Carlos Delfino, Keyon Dooling, Chris Douglas-Roberts, Brandon Jennings, 22 Michael Redd, 15 John Salmons.
    Ali: Jon Brockman, Tiny Gallon, Drew Gooden, Darington Hobson, Ersan Ilyasova, Corey Maggette, Luc Richard Mbah a Moute, Larry Sanders.
    Centri: Andrew Bogut.
    Head Coach: Scott Skiles.

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  • NBA, preseason: Miami perde contro gli Hawks, Belinelli delude contro i Thunder

    NBA, preseason: Miami perde contro gli Hawks, Belinelli delude contro i Thunder

    I nuovi Miami Heat di LeBron James cadono nuovamente, questa volta contro gli Atlanta Hawks, ed ora il record in preseason è addirittura perdente: 3 vittorie e 4 sconfitte. Non bastano i 38 punti di LeBron per portare a casa il successo, Atlanta mette 5 uomini in doppia cifra (Mike Bibby con 13 punti, Al Horford che ne ha aggiunti altri 12 con Josh Smith e Crawford a quota 11, oltre allo spettacolare Joe Johnson da 27) a cui va aggiunto un ottimo Marvin Williams (finalmente decisivo) con la bomba ad un minuto dalla fine (93-88 Hawks) per 9 punti totali ed 11 rimbalzi. Miami paga ancora l’indisponibilità di Wade, ma se il limite di una formazione costruita per vincere è solo un’assenza (per quanto importante) c’è da iniziare a preoccuparsi.

    Dopo la straordinaria prestazione di solo 24 ore fa, Marco Belinelli incappa in una serata pessima: contro gli Oklahoma City Thunder solo 2 punti in 20 minuti per l’italiano che segna un brutto 0/5 dal campo (i 2 punti solo in lunetta) con 3 palle perse. Ottima invece la prova degli avversari a tratti devastanti, con un gioco spumeggiante che ha fatto valere la superiorità tecnica ed atletica della squadra di Kevin Durant (19 punti, 5 rimbalzi ed anche 8 assist per lui), ben aiutato dai soliti Westbrook (crescita spaventosa di partita in partita per il play, alla fine 17 punti) e Green (14 punti). Da segnalare i 13 punti di Cook, il tiratore da 3 punti che per quasi 2 anni non sono riusciti a trovare ad OKC e che ora fornisce di un’arma in più la franchigia neonata dell’Oklahoma, ed il rientro in campo dopo l’operazione al dito di Krstic che ha dato solidità in difesa e a rimbalzo. Thunder che si candidano ad essere la possibile outsider per il titolo se la continua crescita dei giovani della squadra procederà secondo i tempi previsti, senza intoppi.

    Nelle altre partite della notte 26 punti di Sessions guidano i Cavaliers alla vittoria su Milwaukee, gli Spurs si impongono nel derby con i Rockets, Brandon Roy (23 punti) guida i Blazers al successo sui Nuggets (inutili i 21 di Anthony), mentre i campioni dei Lakers demoliscono i Warriors con un sonoro 120-99 (23 punti per Gasol, Bryant tenuto a riposo).

    Risultati preseason NBA 21 ottobre 2010

    New Orleans Hornets-Oklahoma City Thunder 86-101

    • (N.O.: West 24, Belinelli 2; Okl: Durant 19)

    Golden State Wariors- Los Angeles Lakers 99-120

    • (G.S.: Curry 19; Lak: Gasol 23)

    Miami Heat-Atlanta Hawks 89-98

    • (Mia: James 38; Atl: Johnson 27)

    Milwaukee Bucks-Cleveland Cavaliers 77-83

    • (Mil: Douglas-Roberts 16; Cle: Sessions 26)

    Denver Nuggets-Portland Trail Blazers 83-90

    • (Den: Anthony 21; Por: Roy 23)

    Houston Rockets-San Antonio Spurs 103-111

    • (Hou: Martin 21; S.A.: Blair 17)
  • NBA: Presentate le nuove maglie per la stagione 2010-2011

    NBA: Presentate le nuove maglie per la stagione 2010-2011

    Sono state presentate le nuove maglie per la stagione agonistica 2010-2011.
    La principale novità dello sponsor tecnico, l’Adidas, consiste nella leggerezza del tessuto che, a quanto riportano molti esperti dell’azienda tedesca, aprirà una nuova era per quanto riguarda lo sviluppo dei tessuti che si utilizzeranno nella progettazione delle future maglie.
    La nuova tecnica realizzativa è stata chiamata “Revolution 30”.

    Per quanto riguarda più propriamente le divise delle 30 franchigie del basket d’oltreoceano sono da riportare alcune novità: alcune squadre hanno cambiato logo in Estate e quindi l’Adidas ha preso la palla al balzo per disegnare delle nuove maglie da gioco. E’ il caso dei Golden State Warriors e degli Utah Jazz, con un ritorno al vintage molto gradito dai tifosi delle squadre. I Warriors passano al blu (molto più tenue rispetto a quello degli ultimi anni) e visto che il nuovo logo prevede la raffigurazione del ponte che attraversa la baia di San Francisco, (lo spettacolare Golden Gate), anche sulle maglie è stato impresso il segno distintivo della baia! L’effetto non è da disprezzare!

    Ritorno al passato, come già detto, anche per i Jazz, che rispolverano sia nel logo, che nelle divise, la famosa nota musicale e sanciscono il ritorno al classico colore viola che fu tanto famoso ai tempi del duo Stockton-Malone.

    Cambio di maglia anche per i Cavaliers che orfani di James, probabilmente hanno deciso di tagliare tutti i ponti con il recente passato: il color vinaccia ha lasciato posto ad un bordeaux con rifiniture in giallo ed il nome della città e della franchigia (a seconda dell’uso della maglia da trasferta o di casa) ha assunto contorni più sobri.

    Piccoli aggiustamenti ma neanche troppo evidenti per i Los Angeles Clippers e per i Minnesota Timberwolves (dove dalle maglie sono scomparsi gli alberelli in verde quasi fluorescente che facevano le rifiniture dei bordi) per lasciare spazio ad un colore molto più scuro che ora definisce i contorni.

    Ci si attendeva qualche novità nel logo e nelle divise da gioco degli Oklahoma City Thunder del nuovo fenomeno Kevin Durant, visto che nella tormentata e movimentata Estate del 2008, quando i Sonics di Seattle furono rilocati dalla Lega ad Oklahoma City, i colori sociali ed il design del logo furono introdotti in fretta e furia visto che l’avvio della stagione regolare incombeva sulla squadra. Invece tutto è rimasto fermo, magari l’anno prossimo sarà quello giusto per vedere qualcosa di nuovo sulle maglie della piccola città del “Mid-West” degli Stati Uniti.

    Guarda tutte le maglie della stagione 2010-2011

  • NBA: Anthony in partenza dai Nuggets, Mo Williams pensa al ritiro!

    NBA: Anthony in partenza dai Nuggets, Mo Williams pensa al ritiro!

    Ultime notizie di mercato clamorose in NBA: Denver pare oramai rassegnata a perdere il suo gioiello Carmelo Anthony.
    La dirigenza della franchigia del Colorado deve solo decidere quale offerta accettare tra le 5 finora pervenute. Le squadre interessate sono i New Jersey Nets (in primissima fila) che offrirebbero la terza scelta assoluta al Draft di quest’anno, ovvero Derrick Favors, i contratti in scadenza di Murphy ed Humpries più una futura prima scelta.
    Interessatissimi anche i Golden State Warriors che metterebbero sul piatto il sophomore Stephen Curry e qualche altro giocatore.
    In ritardo invece i Chicago Bulls e i New York Knicks che invece pochi giorni fa erano molto più avanti nelle trattative. I Knicks in particolare vorrebbero Carmelo solo in Estate quando potrebbero prendere la fortissima ala dei Nuggets a zero senza dare niente in cambio e preservando Danilo Gallinari che altrimenti entrerebbe nello scambio con Denver.
    In utima fila, ma da non sottovalutare, gli Houston Rockets che per pareggiare il contratto che si porta dietro Anthony dovrebbero dare Kevin Martin (che non pare però gradito) ai Nuggets. La situazione è ancora più complicata dal fatto che le scelte di Houston per il Draft del prossimo anno non saranno alte visto che la squadra pare competitiva con il ritorno all’attività agonistica di Yao Ming, il che non darebbe a Denver la possibilità di scegliere i giovani campioni che usciranno la prossima stagione dall’Università, visto che i Nuggets vogliono includere nel pacchetto delle trade anche eventuali scelte future al Draft.
    La situazione è comunque in evoluzione e verrà monitorata nei prossimi giorni (se non nelle prossime ore).

    Per quanto riguarda le altre trattative, Earl Watson firmerà a breve con gli Utah Jazz e sarà il sostituto di Deron Williams nel ruolo di playmaker.

    Ed a proposito di playmaker dichiarazione shock di Mo Williams, dei Cleveland Cavs, che dopo l’addio di LeBron James pensa al ritiro anche se sta tornando sui suoi passi nelle ultime ore. Queste le sue dichiarazioni:

    • Mi son seduto e mi son soffermato sul fatto che non potrò più giocare con uno dei migliori giocatori del mondo e che non potrò più giocare con colui che mi ha dato maggior fiducia in questi 2 anni“.

    Se Mo Williams (che ha solo 27 anni) è riuscito addirittura ad arrivare ad essere un All Star (anno 2008-2009) molti meriti sono dovuti alla presenza del “Prescelto” in quel di Cleveland e Mo sa che quest’anno certi palloni non li riceverà più:

    • Sarà molto dura, molte cosa cambieranno in campo e fuori, come non vedere più una maglia con il numero 23 per strada o nello spogliatoio, ma la vita va avanti e credo proprio che dovrò reagire

    Intanto i Miami Heat sono vicinissimi all’acquisizione di Erick Dampier, tagliato nei giorni scorsi dai Charlotte Bobcats di Michael Jordan per non sfondare la soglia della luxury tax e non pagare la relativa multa alla Lega. Il centro ex dei Dallas Mavericks potrebbe essere l’ennesima acquisizione di prestigio, per la squadra della Florida, sul mercato dei free agent, visto che della squadra costruita in Estate gli unici che anche lo scorso anno vestivano la maglia degli Heat sono la stella Dwyane Wade e Udonis Haslem.

  • NBA, calendario: Si parte col botto, Celtics-Heat alla prima

    E’ stato reso noto il calendario ufficiale della prossima stagione NBA. E le sorprese non sono mancate, visto che il 26 ottobre, data di apertura della nuova stagione agonistica, si avranno subito 2 match veramente interessanti (ed uno in particolar modo): si parte con Los Angeles Lakers-Houston Rockets nella Western Conference, mentre nella Eastern si avrà una partita da palati fini, ovvero Boston Celtics-Miami Heat, con LeBron James che ritornerà subito sul luogo del delitto visto che i Celtics nel campionato appena concluso sono riusciti ad eliminare i Cleveland Cavaliers, ex squadra di James, in 6 partite con l’ultima gara proprio al Garden di Boston.

    Ma le sorprese non finiscono qui perchè già il giorno dopo si avrà il primo derby italiano tra i Toronto Raptors di Andrea Bargnani e Marco Belinelli ed i New York Knicks di Danilo Gallinari! Insomma una partenza veramente col batto per il massimo campionato di basket al Mondo.
    Il 29 ottobre ci sarà invece il primo derby della Florida tra Miami Heat e Orlando Magic, potenzialmente le possibili finaliste della Eastern Conference, mentre lo stesso giorno i campioni in carica dei Lakers andranno in Arizona a giocare la riedizione dell’ultima Finale di Western Conference contro i Phoenix Suns, rinnovatissimi ma sempre pericolosi.

    Interessante anche il giorno di Natale con le sfide incrociate Boston Celtics-Orlando Magic e Los Angeles Lakers-Miami Heat (che sarà soprattutto un duello tra Kobe Bryant e LeBron James). Ma ci sono anche altre sfide di contorno molto interessanti in questo giorno come New York Knicks-Chicago Bulls ed Oklahoma City Thunder (possibile antagonista dei Lakers ad Ovest) contro i Denver Nuggets.
    Il 17 gennaio invece ci sarà l’atteso scontro proprio tra i giovani e talentuosi Thunder di Oklahoma City contro i campioni dei Lakers, vero banco di prova per testare le ambizioni degli ex Seattle Sonics.

    Il 17 dicembre invece ci sarà la sfida tra Knicks ed Heat al Madison Square Garden, ovvero ciò che poteva essere ed invece non è stato (visto che James non ha firmato con New York ma alla fine ha scelto Miami), mentre il ritorno del “Prescelto” a Cleveland è in programma il 2 di dicembre: e questo sarà un appuntamento da non perdere assolutamente! Per completezza le altre sfide tra Cleveland Cavs e Miami Heat saranno il 15 dicembre e 31 gennaio a Miami, e poi l’ultima sfida sarà il 29 marzo a Cleveland.

    Riepilogo match clou:

    26 ottobre: Los Angeles Lakers-Houston Rockets; Boston Celtics-Miami Heat
    27 ottobre: Toronto Raptors-New York Knicks
    29 ottobre: Miami Heat-Orlando Magic; Phoenix Suns-Los Angeles Lakers
    2 dicembre: Cleveland Cavaliers-Miami Heat
    15 dicembre: Miami Heat-Cleveland Cavaliers
    17 dicembre: New York Knicks-Miami Heat
    25 dicembre: Los Angeles Lakers-Miami Heat; Boston Celtics-Orlando Magic; New York Knicks-Chicago Bulls; Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets
    17 gennaio: Los Angeles Lakers-Oklahoma City Thunder
    31 gennaio: Miami Heat-Cleveland Cavaliers
    29 marzo: Cleveland Cavaliers-Miami Heat

  • NBA: Shaquille O’Neal vicino ai Celtics

    Sembra proprio che i Boston Celtics siano vicinissimi all’acquisizione di Shaquille O’Neal.
    Nelle scorse settimane il giocatore era stato sotto stretta osservazione da parte degli Atlanta Hawks, ma l’accordo non era stato trovato e la trattativa era saltata.
    Pochi giorni fa si era vociferato di un possibile accordo con i Cleveland Cavaliers, sua ultima squadra in NBA. Ora invece la notizia di un accordo quasi fatto con la franchigia biancoverde che è alla ricerca di un lungo per sopperire all’assenza di Kendrick Perkins, fuori per un intervento ai legamenti del ginocchio. Lui e l’omonimo Jermaine occuperanno probabilmente il ruolo di centro fino al rientro del titolare.
    Pare che l’accordo sia stato trovato sulla base di 1,5 milioni di dollari, ma non è stata resa nota la durata che potrebbe essere anche di 2 anni e non solamente per uno.

    Per quanto riguarda le altre trattative, ottimo colpo degli Orlando Magic che riescono a rifirmare il playmaker Jason Williams che era andato in scadenza di contratto a fine giugno. I Magic completano così il loro roster per la prossima stagione, e sono la squadra con il monte ingaggi più alto assieme ai Los Angeles Lakers.

    I Minnesota Timberwolves invece tagliano la guardia Delonte West, appena acquisita dai Cleveland nello scambio che ha portato Ramon Sessions ai Cavs.

    Shannon Brown ha ricevuto una consistente offerta da parte dei New York Knicks: 4,5 milioni di dollari per giocare nella “Grande Mela” la prossima stagione, accordo che a meno di clamorose sorprese da parte dei Lakers, ultima squadra di Brown, pare in dirittura d’arrivo.

    Rudy Fernandez, talento spagnolo dei Portland Trail Blazers, pare molto vicino ai Chicago Bulls, a caccia di un forte tiratore perimetrale. Ai Blazers potrebbe approdare James Johnson ed una futura prima scelta al prossimo Draft dei Bulls per ottenere i servigi del giocatore iberico.

  • NBA: Josh howard resta ai Wizards, House per gli Heat, Graham sostituisce James ai Cavs

    Tanti i movimenti di mercato nella NBA. Josh Howard ha rinnovato per un anno il contratto che era scaduto con i Washington Wizards. Il compenso si aggirerebbe sui 3 milioni di dollari più alcuni incentivi che saranno devoluti al giocatore a seconda delle prestazioni personali e di squadra.

    Joey Graham invece è il sostituto di LeBron James ai Cleveland Cavaliers.
    L’ala piccola, reduce da una positiva stagione ai Denver Nuggets in cui è stata la riserva di Carmelo Anthony, producendo delle ottime prestazioni sul campo da gioco, ha firmato un contratto biennale da 2 milioni di dollari.

    Il general Manager dei Detroit Pistons, Joe Dumars, ha annunciato il rinnovo del contratto, scaduto alla fine di giugno, del playmaker Will Bynum. I termini dell’accordo, per una questione di politica societaria, ancora non sono stati resi noti.

    Gli Oklahoma City Thunder hanno tagliato la guardia tiratrice Kyle Weaver, che la scorsa stagione ha avuto grossi problemi di infortunio alla spalla sinistra e che per questo motivo aveva peggiorato tutte le sue statistiche di gioco nelle poche occasioni in cui era stato impiegato durante le partite di campionato. Weaver però aveva disputato una buonissima Summer League ad Orlando, dimostrando di essere tornato su buoni livelli, vedremo se la scelta del fenomenale General Manager di OKC, Sam Presti, pagherà anche stavolta.

    Von Wafer ha firmato un contratto di un anno, al minimo salariale per i Boston Celtics, che aggiungono così una valida alternativa per il tiro perimetrale.

    A proposito di Celtics, Eddie House, che era nel mirino dei biancoverdi per un ritorno nel Massachusetts, ha firmato per i soliti Miami Heat che a questo punto hanno quasi completato il roster per la prossima stagione.

  • Tragedia nella NBA, è morto Lorenzen Wright

    Grave lutto nel mondo della NBA: Lorenzen Wright, ex centro di Los Angeles Clippers, Memphis Grizzlies, Atlanta Hawks, Sacramento Kings e Cleveland Cavaliers è stato rinvenuto morto in un bosco non lontano dal delta del Mississippi.
    Del giocatore si erano perse le tracce dallo scorso 19 luglio, la sorella aveva dato l’allarme contattando le autorità competenti, fino a quando non si è avuta la triste notizia, ovvero il ritrovamento del corpo senza vita del giocatore.

    Wright da Memphis avrebbe dovuto recarsi ad Atlanta con i suoi 6 figli (che abitano proprio nel Tennessee con l’ex moglie), ma da una decina di giorni aveva fatto perdere le sue tracce preoccupando così i familiari, che avevano giustamente allertato la polizia. Dopo una lunga ricerca, un corpo è stato ritrovato privo di vita e non c’è voluto molto per risalire all’identità. Wright, 34 anni, aveva chiuso la sua carriera NBA con la maglia dei Cavaliers nella stagione 2008-09. La polizia ha avvertito in primis il padre di Lorenzen, Herb, un ex cestista con un passato da professionista in Finlandia che dal 1983 anni è su una sedia a rotelle dopo essere stato colpito alla schiena da un proiettile proprio davanti agli occhi del figlio. Il decesso sarebbe dovuto a uno o più colpi di arma da fuoco ma per adesso le autorità non si sbilanciano.

    Le autorità di Memphis infatti ancora non sono sicure di nulla sulla vicenda che ha ancora dei lati molto oscuri: in un primo tempo infatti si sarebbe pensato al suicidio visto che Wright stava attraversando un momento difficile da un punto di vista economico (il governo federale aveva messo anche i sigilli sia sulla sua villa ad Atlanta sia sulla sua casa di Memphis a causa dei debiti contratti dal giocatore) e soffriva di forti crisi depressive.
    Tuttavia l’indagine sta portando a galla nuovi elementi come ad esempio il fatto che il 19 luglio sarebbe partita una telefonata al 911 dal cellulare del giocatore nella quale una centralinista avrebbe udito delle grida e almeno 10 colpi di pistola, prima della brusca interruzione della chiamata. La polizia si è trincerata dietro il solito “no comment” e non rivela se il decesso di Wright è avvenuto per un singolo colpo di pistola, avvalorando così la tesi del suicidio, oppure se il corpo del cestista presenta più ferite da arma da fuoco.
    Gli amici di Lorenzen e chi lo conosceva bene però propendono per la tesi dell’omicidio.
    Soltanto nelle prossime ore le autorità di Memphis scioglieranno i dubbi sul decesso. Per ora di sicuro c’è solo che non rivedremo più Lorenzen Wright, e a tutti mancherà il suo umorismo, la sua grande disponibilità ed il suo sorriso, tutti nella NBA ne portano un bellissimo ricordo, dai compagni, ai tifosi, passando per gli allenatori. Ciao Lorenzen…