Tag: claudio ranieri

  • Inter, Ranieri verso l’esonero. Pronto Stramaccioni

    Inter, Ranieri verso l’esonero. Pronto Stramaccioni

    L’ Inter che non perdeva da addirittura quattro turni, torna ad assaggiare l’amaro boccone della sconfitta proprio contro gli eterni rivali bianconeri della Juventus. Ranieri ci ha provato, ha schierato una formazione che per 60 minuti ha retto contro una Juve più tonica più scattante e con molta più corsa sulle corsie esterne,  prima di ripetere lo stesso copione delle ultime partite nerazzurre: disattenzione mostruosa difensiva e tutto quando di buono fatto si squaglia come neve fresca al sole. Forse si è vista nel primo tempo, la miglior Inter della stagione. La luce nerazzurra splendeva prima del gol di Caceres, a cui poi è seguito il buio totale a testimoniare come quella scintilla di cui parlava Massimo Moratti si sia spenta da tempo, e per riaccenderla servirebbe qualcosa in più delle semplici motivazioni dovute all’importanza di un big match come quello di ieri. Bye bye terzo posto e sogno Champions League, ora si può e si deve riprogrammare nell’immediato il futuro di una squadra che dovrà ripartire da zero.

    OBI E POLI – Ranieri sempre indicato come non colpevole delle disfatte e delle cadute nerazzurre, non rimane esente da colpe nella sconfitta di ieri sera. Analizzando la partita, rimane inspiegabile la sostituzione di Obi, risultato essere il migliore in campo dei suoi e di Andrea Poli, che arginava e spegneva la luce del fulcro del gioco bianconero, ovvero Andrea Pirlo. Usciti loro due l’ Inter è praticamente rimasta vulnerabile e scoperta sotto ogni punto di vista. Puntare nuovamente su un Forlan apparso più che demotivato e assolutamente spento in attacco evidenzia il poco coraggio del tecnico romano, che preferisce affidarsi allo zoccolo duro della rosa, composta dai senatori, quasi per cercare di rimanere aggrappato alla sua panchina più che ‘rischiare’ di lanciare qualche giovane in grado di dare freschezza e mobilità a una squadra davvero a corto di ossigeno.

    Andrea Stramaccioni © Christopher Lee Getty Images Sport

    STRAMACCIONI- Serpeggia nell’aria il dubbio sulla permanenza di Claudio Ranieri alla guida dell’Inter. Un segnale chiaro è stato lanciato ieri dallo stesso presidente Massimo Moratti, che ha preferito volare a Londra per gustarsi di persona il trionfo della sua primavera nella Next Gen Series, ad opera di un brillantissimo tecnico come Andrea Stramaccioni, mentre a Torino in tribuna era presente Angelomario il figlio del presidente. A questo punto fuori dalla Champions, senza nemmeno la possibilità di raggiungere il terzo posto, e senza aver dimostrato in serata di possedere quella scintilla in grado di far ripartire i nerazzurri, il posto di Ranieri più che saldo sarebbe definibile come traballante. L’immagine del forte abbraccio tra il presidente nerazzurro e il tecnico dei golden boys Stramaccioni, parla in maniera eloquente da sola. Considerando come questo finale di stagione non avrà grandi emozioni da regalare ai tifosi e che dopo sette anni l’Inter chiuderà la stagione con il proprio slogan da ‘Zeru tituli’, forse è proprio ora il momento migliore per dare un’enorme opportunità a Stramaccioni, permettendogli perché no di far assaporare il calcio dei big a quei giovani talenti che stanno maturando nel migliore dei modi nella cantera nerazzurra.

  • Inter all’inferno Juventus in Paradiso

    Inter all’inferno Juventus in Paradiso

    Non riesce l’impresa dell’Inter di Ranieri di infrangere l’imbattibilità della Juve proprio allo Juventus Stadium, proprio per mano del nemico numero uno, quella rivalità che l’era Calciopoli non ha fatto altro che rafforzare. E proprio a Calciopoli era chiaro il riferimento della coreografia sugli spalti della squadra ospite. Un grande scudetto bianconero centrale che faceva da spartiacque su tutti gli scudetti, ventinove, conquistati sul campo dalla Vecchia Signora come a voler ribadire da parte dei supporters che sulla questione, forse, non si potrà mai voltare pagina.

    La Juventus aveva l’arduo compito di portare a casa i tre punti per continuare a rimanere sulla scia del Milan che anche ieri nell’anticipo contro la Roma ha chiaramente confermato che di mollare non ne ha nessuna intenzione; salvare l’imbattibilità stagionale che da settimane ormai fa gola a tante squadre (si è discusso molto alla fine di Juve – Milan in Coppa Italia sulla questione “imbattibilità infranta o no“), salvare l’imbattibilità proprio contro il rivale numero uno di sempre. Conte ci riesce, porta a casa i tre punti battendo per 2-0 i nerazzurri. Fondamentale la mossa di richiamare in panchina Pepe e un poco lucido Matri per l’inserimento di Bonucci e Del Piero. Proprio il capitano chiuderà il match facendosi ancora una volta trovare pronto alla chiamata del mister.

    Nella Juventus si parte con il 4-3-3 con Conte che propone in attacco il tridente formato da Pepe-Matri-Vucinic; centrocampo affidato ai soliti Vidal, Marchisio e Pirlo. In difesa, recuperato Barzagli, si completa il reparto con Chiellini, De Ceglie e Caceres a lavorare sulle fasce. L’uruguagio accenderà le luci dello Juventus Stadium risultando tra i migliori in campo della serata assieme a Del Piero, Buffon e Arturo Vidal.
    Ranieri invece si affida al 4-4-2 con Milito e Forlan sul reparto avanzato, in difesa con Lucio, Samuel, Nagatomo e Maicon; centrocampo affidato invece all’instancabile Zanetti, Poli, Stankovic e Obi con Cambiasso spedito in panchina.

    Parte bene la Juve che riesce a spingere sulla destra trovando da subito due ghiotte palle gol che Matri sciupa malamente, dapprima colpendo centralmente di testa poi sparando alto di destro. Tanti errori dei padroni di casa creano tante occasioni per le ripartenze degli ospiti che sfruttano al meglio le verticalizzazioni. L’ultimo quarto del primo tempo è tutto a favore dei nerazzurri che sulla loro strada trovano il sempre attento Buffon: al 29′ il numero uno para sul colpo di testa di Forlan, qualche minuto più tardi dice no a Milito, al 35′ è il sinistro di Obi ad esaltare ancora una volta il portierone e cinque minuti più tardi tocca anche a Stankovic passare per i “guantoni di Super Gigi“. Poca Juve sul finale complice anche il pressing asfissiante di Poli su Pirlo e il confronto tra Vucinic e Maicon nettamente vinto dal brasiliano.

    Alessandro Del Piero © Giuseppe Cacace/Getty Images

    Si va negli spogliatoi e subito è Pepe a sprecare un contropiede che probabilmente farà accelerare la scelta di Conte di cambiare qualcosa in campo. Si passa dal 4-3-3 al 3-5-2 con Pepe e Matri che faranno posto a Bonucci e Del Piero. La mossa si rivelerà vincente e, subito dopo il gran tiro di Marchisio che Julio Cesar devierà in calcio d’angolo, arriva il vantaggio bianconero. Dalla bandierina Pirlo scodella un cross perfetto per la zuccata di Caceres che si trova inspiegabilmente solo in mezzo all’aria, dimenticato da Lucio. Per l’Inter la partita finisce con il gol dell’uruguagio, accusa il colpo moralmente anche con la complicità dello Stadio che diventa una bolgia, Ranieri capisce il momento no dei suoi e immediatamente cambia passando al 4-3-1-2 con Pazzini, al posto di Obi, che andrà a fare la terza punta insieme a Forlan e Milito e Faraoni che prenderà il posto di Poli. Per il tecnico nerazzurro però i cambi non avranno gli stessi effetti positivi come per il collega bianconero e infatti al 25′ Del Piero metterà a segno il suo 318esimo gol in carriera, il nono all’Inter e il secondo in cinque giorni, dopo il momentaneo 1-0 al Milan in Coppa Italia, legittimando il risultato. Il gol nasce da una palla dello stesso numero 10 bianconero per Vucinic, ma il montenegrino sbaglia clamorosamente a tu per tu con Julio Cesar. L’azione non finisce e sul proseguo Vidal recupera palla e fintando un tiro riesce a servire un pallone perfetto per il capitano che batte in uscita Julio Cesar. Linguaccia per i 40mila allo stadio e stessi cori che abbiamo sentito martedì sera in Coppa Italia contro il Milan.
    Sul 2-0 l’Inter smette di lottare e rischia anche di subire il colpo del 3-0 con Maicon che salva sulla linea su tiro di Quagliarella servito da Chiellini e lo Julio Cesar che nega la gioia del gol allo stesso difensore bianconero.

    La Juventus riesce a mantenere il passo del Milan lasciando invariata la distanza di 4 punti in classifica. Complice gli interventi sempre perfetti di Gigi Buffon che in questa stagione si fa trovare sempre pronto nelle poche occasioni in cui la difesa non si dimostra attenta e di Alex Del Piero, quel giovanotto appena trentasettenne che una volta chiamato in causa rispolvera le sue scarpine capaci di accendere lo Stadio. In settimana sentiremo tantissimo parlare di rinnovo contratto e recriminazioni sul suo poco utilizzo in questa stagione, soprattutto alla luce dei 14 pareggi dovuti alle innumerevoli occasioni sprecate dal reparto avanzato. Per l’Inter, che incassa la dodicesima sconfitta in campionato, la corsa al terzo posto si complica visto che il divario con la terza in classifica (Lazio) è ormai a 10 punti. L’obiettivo su cui riparare potrebbe essere quello dell’Europa League, anche se la concorrenza non è affatto scontata. Ciò che stasera potrebbe risultare diverso dalle altre sconfitte dell’undici nerazzurro è che per almeno un’ora, tuttavia, si è vista in campo una buona squadra.

  • Chiellini: Juve – Inter la partita più sentita

    Chiellini: Juve – Inter la partita più sentita

    Se qualche dubbio poteva esserci alla vigilia, Giorgio Chiellini chiarisce categoricamente il concetto: la partita più sentita, dal suo punto di vista, è sempre stata Juventus-Inter, e lo è ancora oggi, nonostante gli eterni rivali nerazzurri non siano diretti avversari per lo scudetto, in una stagione che li ha visti combattere con crisi interne, cambi di allenatore, eliminazione dalla Champions ad opera dell’ex juventino Deschamps, e tanto altro ancora.

    Il difensore bianconero, che negli ultimi anni ha vissuto in prima persona la rivalità con i nerazzurri, accesa ancor di più dal post-Calciopoli, dall’anno in Serie B, dal ritorno in A, dalle polemiche di Mourinho, dagli scontri diretti giocati (e vinti nella maggior parte dei casi, ndr) che gasavano l’ambiente bianconero ma che poi, irrimediabilmente, finivano per avere un contraccolpo psicologico nel lungo periodo, come se la vittoria contro i nerazzurri fosse l’unico vero obiettivo stagionale per la Signora.

    Ecco perchè Chiellini, nell’immediata vigilia del match di questa sera, sottolinea come, nonostante “la pressione mediatica sia inferiore rispetto agli altri anni, nello spogliatoio la sfida all’Inter resta sempre una partita particolare”.  Inevitabile, poi, un commento su Ranieri, attuale tecnico dell’Inter ed ex allenatore bianconero, dal 2007 al 2009, una figura alla quale Chiellini è molto legato, con il quale è cresciuto molto, ed al quale dichiara apertamente di “dovere molto“.

    Giorgio Chiellini | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    A proposito di Inter, poi, il difensore bianconero, a 5 giorni dalla conquista della finale di Coppa Italia da parte della Juventus, azzarda un paragone tra la sua Juventus e l’Inter del 2005, che conquistò la Coppa Italia ed aprì, in quel modo, lo straordinario ciclo della “doppia M”, Mancini – Mourinho. In tal senso, infatti, quell’Inter mostrava una cattiveria ed una voglia di vincere realmente tangibile, così come la squadra di Antonio Conte, finora apparsa determinata, compatta e grintosa in ogni occasione.

    La partita “secca” di questa sera, però, sarà una gatta da pelare assolutamente non facile per la Juventus anche se “la Juventus ha una consapevolezza maggiore rispetto al passato”, parola di Giorgio Chiellini.

  • Juventus – Inter, Matri nel tridente. Gioca Forlan

    Juventus – Inter, Matri nel tridente. Gioca Forlan

    Continua la caccia della Juventus alla capolista Milan e per farlo questa volta deve battere i rivali di sempre dentro e fuori dal campo dell’Inter.
    A spiegare ai microfoni di Sky cosa significhi questa partita, soprattutto dopo Calciopoli, è stato Chiellini: “L’Inter rimane sempre la grande rivale. Forse si avverte meno pressione mediatica su questa sfida, ma posso assicurare che nel nostro spogliatoio resta una partita che ha un significato particolare“.

    La Juventus per continuare a sperare nel sogno scudetto deve fare bottino pieno contro la squadra nerazzurra approfittando del fatto che la gara si giocherà allo Juventus Stadium, ci sarà il tutto esaurito e un inferno attenderà i nemici storici.  L’Inter, che non è in un gran periodo di forma, ha  registrato una sola vittoria nelle ultime nove partite di campionato, ma sicuramente venderà cara la pelle e a confermarlo sono le parole di Pazzini: “Gli stimoli in partite come questa vengono da soli la Juve ha più da perdere e noi vogliamo fare bene anche per Moratti, che ci è sempre stato vicino. E’ una fortuna avere una persona come lui che ci spinge, ci sprona e ci dà fiducia“.

    Una Juventus che giocherà contro l’orgoglio di una squadra ferita, fischio d’inizio alle ore 20.45, arbitro Andrea De Marco di Chiavari. A Torino l’unico assente sicuro sarà lo squalificato Lichtsteiner sostituito sulla corsia di destra dall’ottimo Caceres, e Giaccherini, fermato da un attacco influenzale; Conte recupera Barzagli che sarà a disposizione del tecnico ma difficilmente sarà rischiato dal primo minuto. La difesa dovrebbe essere quindi completata da Chiellini-Bonucci come centrali e da De Ceglie laterale sinistro.
    A centrocampo giocheranno i “soliti” Vidal-Pirlo-Marchisio mentre in attacco rispetto alla gara di Coppa Italia contro il Milan giocherà Matri che sarà affiancato sulle corsie laterali da Vucinic e Pepe. Vedremo dunque una Juve che si posizionerà in campo con il 4-3-3.

    Juventus – Inter © Claudio Villa/Getty Images

    E’ importante per l’Inter almeno tanto quanto per la Juve portare a casa i 3 punti per un duplice motivo. Rimanere aggrappati alla speranza in chiave qualificazione Champions e riuscire a fregiarsi di aver infranto l’imbattibilità della Juve proprio allo Juventus Stadium. Queste le parole di Ranieri al riguardo:

    Rischia di più la Juve  perché perdendo vede allontanarsi sempre di più il Milan. Inoltre, hanno anche il timore che l’Inter sia la squadra che la riesce a battere in casa violando il loro stadio e facendogli perdere la prima partita. Noi lotteremo su ogni pallone. Affrontiamo la Juve ora e alla penultima giornata il Milan, penso che loro due lotteranno fino in fondo per lo scudetto per cui noi potremmo essere l’ago della bilancia. Non aver nulla da perdere aiutera? Me lo auguro, nelle ultime partite siamo stati più leggeri, siamo pronti ad affrontare questa Juve che sta facendo molto bene. Non partiamo favoriti e mi dispiace, ma è una grande gara e dobbiamo cercare di vincerla, come sempre. Anche se ripeto: sono stato dall’altra parte e so cosa vuol dire questa gara. E data la classifica, rischiano più loro“.

    In casa Nerazzurra è confermato il modulo del 4-4-2, il tecnico Ranieri recupera Chivu e Stankovic, con il serbo in ballottaggio con Cambiasso per chi dei due giocherà al fianco di Poli a centrocampo. Nagatomo prenderà posto in difesa al posto del Rumeno; l’altro ballottaggio sarà tra chi affiancherà Milito in attacco, il dubbio è tra Forlan e Pazzini con l’Uruguaiano in vantaggio sull’ex doriano, mentre Ranieri dovrà fare sicuramente a meno di Alvarez e Sneijder, che anche ieri si sono allenati a parte.

    PROBABILI FORMAZIONI JUVENTUS – INTER

    JUVENTUS (4-3-3): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini, De Ceglie; Vidal, Pirlo, Marchisio; Pepe, Matri, Vucinic. A disposizione: Storari, Barzagli, Padoin, Giaccherini, Del Piero, Quagliarella, Borriello. All. Conte.

    INTER (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Zanetti, Poli, Cambiasso, Obi; Milito, Forlan. A disposizione: Castellazzi, Ranocchia, Chivu, Faraoni, Stankovic, Zarate, Pazzini. All. Ranieri.

  • Juventus – Inter, i 10 derby d’Italia più significativi pre e post Calciopoli

    Juventus – Inter, i 10 derby d’Italia più significativi pre e post Calciopoli

    Il big match della 29^ giornata di Serie A vede Juventus Inter affrontarsi per la 157^ volta in campionato. I bianconeri sono in vantaggio sui rivali nerazzurri, grazie ai 74 successi ottenuti fino ad oggi, contro le 44 vittorie degli interisti. Riviviamo i 10 derby d’Italia più belli degli ultimi vent’anni, prima e dopo Calciopoli, spartiacque fondamentale nella storia recente dei due club.

    ’96-97 Juventus Inter 2-0 (Jugovic, Zidane) – La Juve di Marcello Lippi stava scrivendo pagine indelebile per il calcio italiano. L’anno precedente i bianconeri avevano conquistato la Champions League battendo l’Ajax ai rigori nella finale dell’Olimpico. Nella stagione ’96-97 muoveva i primi passi in Serie A il neo acquisto Zidane, che nel giro di pochi anni diventò il calciatore simbolo della corazzata di Lippi, costruita dalla triade Bettega-Giraudo-Moggi. Quell’anno la Juve vinse lo scudetto, mentre l’Inter di Roy Hodgson conquistò il terzo posto.

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    ’97-98 Juventus Inter 1-0 (Del Piero) – Un match che passerà alla storia del calcio. La sfida scudetto del campionato ’97-98 viene vinta dalla Juventus grazie alla rete di Del Piero, ma sopratutto grazie al rigore non assegnato dall’arbitro Ceccarini per il fallo di Iuliano ai danni del Fenomeno Ronaldo. L’allora tecnico dell’Inter Gigi Simoni incredulo entrò in campo correndo verso il fischietto di gara, che pochi secondi dopo avrebbe assegnato un rigore alla Juve. Alla fine i bianconeri vinsero lo scudetto, scavalcando proprio quel giorno i nerazzurri.

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    ’02-03 Juventus Inter 3-0 (Gugliempietro autogol, Nedved, Camoranesi) – Un incontro a senso unico quello del marzo 2003. La Juventus di Marcello Lippi vinceva il derby d’Italia per 3-0 e si involava verso la conquista dell’ennesimo scudetto della storia bianconera. Quell’anno la Vecchia Signora fu vicina all’accoppiata scudetto-Champions League, però i sogni europei si infransero nella sfida di Manchester dove il Milan vinse ai rigori una finale tutta italiana. L’Inter, guidata da Cuper, terminò il campionato al secondo posto in classifica.

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    ’03-04 Juventus Inter 1-3 (Cruz, Cruz, Martins – Montero) – Storica vittoria dell’Inter di Zaccheroni, che dopo 10 anni sconfigge la Juventus al Delle Alpi. La doppietta dell’argentino e il gol di Obafemi Martins firmano il successo nerazzurro. Gli uomini di Zac non riusciranno però a scavalcare la Juve in classifica, giungendo quarti, alle spalle dei bianconeri.

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    ’04-05 Juventus Inter 0-1 (Cruz) – Ancora il Giardiniero Cruz mette il sigillo su quella che fino ad oggi rappresenta l’ultima vittoria nerazzurra in casa della Juve. I bianconeri, con Capello al suo primo anno sulla panchina della Signora, si “accontenteranno” di vincere lo scudetto, chiudendo in testa a 86 punti. L’Inter di Roberto Mancini terminò al terzo posto dietro il Milan.

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    ’05-06 Juventus Inter 2-0 (Trezeguet, Nedved) – E’ l’anno del terremoto di Calciopoli. La squadra di Capello inizia la stagione vincendo il derby d’Italia per 2-0 grazie alle reti di Trezeguet e del ceco Nedved. I bianconeri vinceranno il secondo scudetto consecutivo, poi revocato e assegnato all’Inter di Mancini nell’estate successiva. Da lì in avanti i nerazzurri monopolizzeranno la Serie A, vincendo ininterrottamente fino al 2009-2010, l’anno dello storico “triplete”.

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    ’07-08 Juventus Inter 1-1 (Cruz, Camoranesi) – Il primo derby d’Italia post Calciopoli termina in parità. La Juventus guidata da Ranieri acciuffa il pareggio al 77° minuto, dopo che i nerazzurri erano passati in vantaggio nel corso del primo tempo con la rete di Cruz. I bianconeri chiuderanno il campionato al terzo posto, mentre gli uomini di Mancini getteranno le basi per il dominio degli anni successivi.

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    ’08-09 Juventus Inter 1-1 (Balotelli, Grygera) – Ancora un pareggio fra le due acerrime rivali. La banda di Mourinho va in gol per prima grazie a un contropiede finalizzato da Balotelli. Nei minuti di recupero la Juve pareggia i conti con un colpo di testa del difensore Grygera sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ranieri verrà esonerato dalla dirigenza bianconera poco prima della fine del campionato nonostante la squadra fosse in piena corsa per un posto in Champions League. L’Inter invece vincerà l’ennesimo scudetto dopo Calciopoli.

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    ’09-10 Juventus Inter 2-1 (Felipe Melo, Eto’o, Marchisio) – I bianconeri, con Ciro Ferrara in panchina, riescono nell’impresa di sconfiggere i campioni d’Italia in carica dell’Inter. Il gol della vittoria viene siglato dal centrocampista Marchisio dopo uno splendido dribbling in area di rigore. Sarà però un successo che non troverà seguito nella stagione juventina, con la Vecchia Signora che chiuderà al settimo posto in classifica, mentre l’Inter di Mourinho vincerà il quarto scudetto consecutivo e suggellerà la trionfale cavalcata in Europa nella finale del Bernabeu contro il Bayern Monaco.

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    ’10-11 Juventus Inter 1-0 (Matri) – Nel post Calciopoli la trasferta di Torino resta proibitiva per l’Inter, che anche nella stagione dopo il triplete non riesce ad espugnare il Delle Alpi. Decide l’incontro la rete del neo acquisto Alessandro Matri, al suo terzo gol con la maglia bianconera. Per Leonardo derby d’Italia indigesto, dopo il pareggio a reti bianche dell’andata. Gli uomini di Del Neri non riusciranno a fare meglio del settimo posto finale, mentre i nerazzurri chiuderanno in seconda posizione alle spalle dei cugini del Milan.

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  • Ranieri e Derby d’Italia: la pressione sarà sulla Juve

    Ranieri e Derby d’Italia: la pressione sarà sulla Juve

    La vigilia del Derby d’Italia, partita di ritorno, quest’anno appare tranquilla, fin troppo, senza polemiche nè frecciatine tra i due club. Una situazione alquanto inedita, soprattutto se si pensa ai pre-Juventus-Inter del post-Calciopoli, in cui i bianconeri volevano riscattare sul campo i veleni ricevuti dal club nerazzurro, e con le parole al vetriolo di Mourinho sempre ricche di spunti interessanti. In quegli anni, sulla panchina bianconera sedeva Claudio Ranieri, colui il quale, a detta di Morinho, “era troppo vecchio per acquisire una mentalità vincente”. Eppure, quella Juventus di mister Ranieri, sul campo riuscì a vincere contro quell’Inter stratosferica, a San Siro, così come è già accaduto anche quest’anno nella gara d’andata alla Juventus di Antonio Conte.

    Sulla panchina nerazzurra, già lo scorso 29 Ottobre, sedeva Claudio Ranieri, così come accadrà domenica sera, allo Juventus Stadium, nel ritorno del derby d’Italia: una partita sempre importante e determinante, anche se – quest’anno – la situazione pare essersi capovolta. Non è più l’Inter a giocarsi lo scudetto, afflitta dagli innumerevoli problemi della stagione, bensì la Signora a dover centrare il massimo risultato per rimanere in corsa tricolore, sperando in un passo falso del Milan, prima o poi.

    Ecco perchè Claudio Ranieri, da tecnico navigato ed esperto, alla vigilia del big match cerca di riversare tutte le pressioni della gara sui bianconeri, che – secondo il suo giudizio – temono di poter subire la prima sconfitta stagionale, perlopiù nel tempio dello Juventus Stadium, ad opera degli eterni rivali nerazzurri. Pressione che si aggiunge a pressione, per la Juventus, che non può permettersi passi falsi per evitare che il Milan divenga imprendibile: la squadra di Ranieri sarà, dunque “l’ago della bilancia” del campionato considerando il fatto che affronterà domani la Juventus e poi il Milan alla penultima giornata, in un derby che si preannunciua già da ora incandescente.

    Claudio Ranieri © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Dal suo punto di vista, inoltre, mister Ranieri si augura che la pressione sulla Juventus sia un punto a favore per i suoi uomini, che giocheranno “a cuor leggero” anche se “non è giusto dire che non abbiamo nulla da perdere”, considerando il fatto che “un risultato positivo nel match con la Juve potrebbe darci la scintilla per far bene nel finale di stagione”.

    Un finale di stagione che sarà decisivo anche per le sorti dello stesso Claudio Ranieri che, ad oggi, pare avere ben poche chance di restare in nerazzurro nella prossima stagione, considerando i magri risultati di quest’anno, sia in campionato che in Champions league, con la cocente eliminazione subita da parte del Marsiglia di Didier Deshamps. Tuttavia, Ranieri preferisce non preoccuparsi del prossimo futuro, rimanendo concentrato solo sul presente: anche se non lo dice apertamente, per lui battere la Juventus sarebbe una soddisfazione personale, una rivincita preziosa dopo gli screzi con la società (in particolare con Jean Claude Blanc, ndr) che lo costrinsero ad andar via, nonostante una gestione nel complesso positiva, che gli consentirebbe un parziale riscatto oltre che una grande soddisfazione personale.

    Potrebbe esser anche vero che la Juventus rischierà di più nella gara contro l’Inter, ma la pressione sui nerazzurri non sarà affatto assente: Juventus-Inter, d’altronde, è sempre e comunque il derby d’Italia.

     

  • Inter, Bielsa nella mente di Moratti

    Inter, Bielsa nella mente di Moratti

    Continua il toto allenatore in casa Inter, dove la conferma di Ranieri anche dopo giugno ormai è da considerarsi una pura utopia. Sfogliando la margherita dei tecnici, i nomi rimangono sempre gli stessi, con ‘Il Loco’ Marcelo Bielsa che sembra essere leggermente favorito su Andrè Villas Boas, e su Blanc. Idee e impostazioni tattiche differenti per tutti i tecnici, ed è per questo motivo che Massimo Moratti aspetterà il termine di questa stagione, scegliendo l’allenatore che gli darà più garanzie per partire con un progetto a lungo termine.

    GASPERINI E RANIERI – La storia recente infatti insegna che prendere le decisioni senza programmare il futuro non dai mai i risultati sperati. Proprio l’ex tecnico nerazzurro Gian Piero Gasperini, fu scelto in estate in un momento inaspettato, poiché l’addio di Leonardo fu di fatto come un fulmine a ciel sereno, facendo saltare ogni piano nei vertici interisti. La lista dei rifiuti eccellenti è lunghissima, con Fabio Capello in primis, poi il tentativo di strappare al Porto Andrè Villas Boas, trattativa frenata solo dall’onerosa clausola rescissoria e infine il no di Bielsa, poiché già promesso sposo dell’Athletic Bilbao. Solo allora, quasi per accontentarsi, e quasi perché fosse l’unico disponibile su piazza, si scelse l’ex tecnico del Genoa Gasperini, con i risultati che tutti conosciamo: campagna acquisti che non ha mai assecondato le richieste del tecnico, e dettami tattici che non sono mai entrati nelle menti dei calciatori nerazzurri. Via il Gasp l’arrivo di Ranieri il normalizzatore aveva riportato la squadra a correre, a giocare e a vincere, illudendo tifosi e dirigenza di aver risolto tutti i problemi con la bacchetta magica. Ora che l’Inter è ripiombata nella crisi di risultati, e che probabilmente nella prossima stagione sarà fuori dalle competizioni europee (con mancati introiti), la programmazione e la scelta del tecnico adatto diventano una necessità imprescindibile.

    Marcelo Bielsa © SAMUEL KUBANI/AFP/Getty Images

    BIELSA – L’attuale tecnico dell’Athletic Bilbao, già in estate sembrava essere ad un passo dalla panchina dell’Inter, con Massimo Moratti da sempre suo grande estimatore. Un allenatore con modi davvero particolari, e con un carattere assolutamente eccentrico a ricordare Josè Mourinho. Con la squadra spagnola sta ottenendo in terra basca ottimi risultati, con l’ultima impresa in Europa League, dove ha eliminato il Manchester United di Alex Ferguson. Ha un contratto di un anno, e la scadenza è fissata a giugno, momento in cui sia l’Inter, sia il Chelsea partiranno alla carica per cercare di strapparlo agli spagnoli. Un suo arrivo in nerazzurro comporterebbe una rifondazione molto ampia, poiché il suo modulo preferito sarebbe un 4-3-3 condito dalla continua corsa degli esterni, e con un centrocampo a triangolo. I nomi che si associano al loco, sono quelli di Isla e Asamoah in forza all’Udinese, il sogno Lavezzi da sempre pupillo di Moratti, e la forte candidatura ultima in ordine di tempo di Giuseppe Rossi, con il suo agente a rimarcare il fascino e l’appeal dei nerazzurri. Ovviamente senza Champions, sarebbe più difficile strappare Lucas del San Paolo ai forti interessi del Chelsea. Occhio anche a Iker Muniain dell’Athletic Bilbao, giocatore prediletto da Bielsa.

  • Inter, parla Moratti: “Ranieri rimane, Oriali uscita antipatica”

    Inter, parla Moratti: “Ranieri rimane, Oriali uscita antipatica”

    Il presidente dell’Inter Massimo Moratti ha rotto il silenzio durato un intero giorno dopo il pareggio striminzito contro l’Atalanta. Intercettato dai microfoni dei giornalisti, ha rilasciato il suo punto di vista, come si legge oggi sulle pagine della Gazzetta dello Sport.  Periodo assolutamente negativo per la sua squadra, che dopo l’illusoria vittoria contro il Chievo e l’inutile vittoria contro il Marsiglia, che di fatto è costata i nerazzurri l’eliminazione della Champions, cerca in quest’ultimo scorcio di campionato nel tentativo di rendere possibile l’impossibile: in poche parole, conquistare il terzo posto.

    RANIERI RESTA– Sulla fuga nel primo tempo del match contro l’Atalanta, i più maligni hanno intravisto, la fine di una pazienza nei confronti del tecnico romano Claudio Ranieri. Moratti ha voluto subito smentire qualsiasi illazione, confermando a pieno la fiducia fino alla fine di questa stagione all’attuale allenatore nerazzurro:

    Massimo Moratti © Paolo Bruno Getty Images Sport

    Ranieri resta: è serio e responsabile. E non fa danni. Non si possono prendere in tre giorni decisioni che riguardano il futuro. C’è il rischio, con la fretta, di rovinare i piani, tutto. Ranieri è una persona seria, elegante, responsabile e mettendo mano alla situazione in fretta si potrebbero fare danni, e fra l’altro mi pare che Ranieri non sia uno che fa danni. Insomma: Ranieri rimane, è sicuro del proprio posto”.

    Risolto anche il mistero, sulla sparizione dalla tribuna d’onore, dove Moratti, avrebbe abbandonato la sua poltrona, per dirigersi in una saletta degli spogliatoi da cui avrebbe visto il match, provando un qualcosa di scaramantico, che ovviamente a partita finita non avrebbe avuto i suoi effetti.

    CASO FORLAN- Ovviamente immancabili le domande sul rifiuto di Forlan di scendere in campo gli ultimi dieci minuti del match, per una posizione tattica da lui non gradita. Moratti come lo stesso Ranieri cerca di evitare di alimentare sterili polemiche spiegando il suo pensiero sulla questione:

    “Sì, ho parlato con entrambi, prima con l’uno e poi con Ranieri: innanzitutto non è una cosa grave, ma soprattutto quel che è accaduto mi pare una conseguenza del rapporto che c’è fra di loro, un rapporto franco”.

    Spiegando come lo stesso uruguaiano parli di una necessità forte di tornare a ritrovare una vittoria importante in grado di trasformarsi in una specie di scossa che faccia ripartire l’Inter sui giusti binari per il finale di stagione. La sfida contro la Juventus, potrebbe realmente riportare i nerazzurri a risorgere o ad affossarli ulteriormente, costringendoli a dire addio al sogno Champions una volta per tutte. Lo Stesso Moratti ricalca le parole dell’attaccante interista:

    “Forlan dice che dobbiamo tornare alla vittoria? Ha ragione, vincendo un match come quello di Torino può anche cambiare la situazione. Devono risvegliarsi tutti, e allora spero che possa davvero scattare la scintilla: a volte basta un successo per invertire veramente la rotta”.

    Chiusura netta e decisa anche sul fronte duello mediatico tra Oriali e Branca, dove il presidente nerazzurro, trova ‘antipatiche’ le esternazioni di Oriali considerando come adesso sia fuori dall’ambiente Inter. Sull’operato di Branca non ci sono ripensamenti, affermando come la sua permanenza in nerazzurro è dovuta al fatto che lui lo consideri un bravo direttore sportivo. Nel finale a chi gli chiedesse se il prossimo allenatore sula panchina dell’Inter sarà italiano o straniero, Moratti si svincola in maniera scaltra: “Buonasera eh…”.

  • Inter – Atalanta 0-0, le pagelle. Milito spreca un altro rigore

    Inter – Atalanta 0-0, le pagelle. Milito spreca un altro rigore

    Inter praticamente nulla in campo oggi conto l’Atalanta di Colantuono. Partita senza emozioni e senza reti, dove i nerazzurri riescono nuovamente a sprecare un’occasione ghiottissima per rosicchiare punti alla Lazio per la rincorsa al terzo posto in classifica. È proprio il bomber della squadra, il Principe Diego Milito a sprecare il match ball nel primo tempo, sbagliando dopo l’errore di Chievo, il secondo rigore consecutivo. La partita, oltre al rigore fallito da Milito e al mancato penalty non concesso da Gava su un evidente fallo di Lucio ai danni di Gabbiadini, non regala ulteriori emozioni, con lo stesso presidente Moratti che lascia il suo posto in tribuna d’onore già nel finire di primo tempo. Un segnale che potrebbe tradursi, nella fine della pazienza e della fiducia nei confronti di Ranieri?

    Pagelle Inter

    Lucio 4,5 Reo di aver di fatto regalato il gol in Champions League a Brandao contro l’OM, avrebbe l’occasione buona per riscattare quanto di brutto fatto vedere in coppa e invece dopo un buon inizio, nel finale stende in area Gabbiadini da dietro. Gava non vede, e viene graziato su un episodio che probabilmente sarebbe risultato determinante nell’andamento del match.

    Diego Milito © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Maicon 5,5 Irriconoscibile. Il Colosso, come lo chiamavano i suoi tifosi è solo un ricordo del terzino destro più forte del mondo. Al limite gli si potrebbe concedere l’appellativo di terzino destro più forte di Appiano Gentile. Svogliato, poca corsa, e una quantità infinita di cross sbagliati, questa la fotografia del suo match.

    Poli 6 Non delude le aspettative, svolgendo in maniera discreta il suo compito. Coprendo, ripartendo, e servendo buoni palloni ai compagni di reparto. Ci prova da lontano ma trova una pronta risposta di Consigli.

    Zanetti 6,5 Evergreen. Gli anni passano per tutti, meno che per lui. Assoluto migliore in campo, con 39 primavere alle spalle. Da segnalare una progressione palla al piede dalla difesa con cui salta mezza squadra avversaria fino ad arrivare nei pressi dell’area atalantina.

    Milito 4,5 Involuzione totale di un giocatore che sembrava recuperato sotto ogni punto di vista. Tralasciando il secondo rigore fallito consecutivamente, gioca un match all’insegna degli errori, sbagliando tutto o quasi. Forse, accusa le fatiche del match di Champions, e vista l’età non può caricarsi da solo il peso dell’attacco nerazzurro come faceva in passato.

    Pagelle Atalanta

    Consigli 7 Il migliore dei suoi, con un paio di ottimi interventi a sventare il vantaggio nerazzurro.  Poi nega la gioia del gol a Milito dagli undici metri, con l’intuizione dell’angolo e la realizzazione di una parata che vale quanto un gol (+ 3 per chi gioca al Fantacalcio)

    Bellini 5,5 Ingenuo nell’abbraccio su Pazzini che di fatto si regala il rigore ai nerazzurri. Trattenuta fin troppo evidente in un momento cruciale della partita.

    Schelotto 6,5 Buona prova dell’argentino, nella fase di ripartenza, con le sue accelerazioni mette in seria difficoltà il reparto difensivo nerazzurro.

    Moralez 6 Stesso discorso per il Frasquito, che insieme a Schelotto, sfruttando gli spazi lasciati liberi da un’Inter gettata in avanti, crea scompiglio e pericoli sulle corsie laterali con i suoi spunti individuali.

    Gabbiadini 6,5 Entra per sostituire l’infortunato Marilungo, e ha subito un’ottima occasione per portare i suoi in vantaggio, con un gran colpo di testa neutralizzato da una bella parata di Julio Cesar. Si libera di Lucio e poi si fa stendere in area, senza trovare l’occhio dell’arbitro Gava che non gli concede il rigore e fa semplicemente segno di continuare.

    Video Inter Atalanta

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  • Forlan – Ranieri guai in casa Inter?

    Forlan – Ranieri guai in casa Inter?

    Non bastassero le ultime brutte prestazioni dell’Inter, l’ambiente nerazzurro inizia a palesare delle spaccature evidenti tra giocatori e tecnico. Il primo indiziato in questo caso è Diego Forlan. L’attaccante uruguaiano, dopo aver disputato una buona gara contro il Catania, e aver ritrovato la via del gol, ha deluso fortemente i tifosi e lo stesso Ranieri nel match di ritorno degli ottavi di Champions League contro l’Olympique Marsiglia. Iniziano le prime schermaglie: al minuto tredici della ripresa, nel match contro i francesi il tecnico nerazzurro toglie Sneijder (per infortunio) e Forlan , con la curva  che gli inonda di fischi. L’attaccante interista nel lasciare il campo per dirigersi verso la panchina non da la mano a Ranieri.

    ACQUA SUL FUOCO- Il tecnico nerazzurro Claudio Ranieri per stemperare l’atmosfera, e spegnere le polemiche sul nascere, nella classica conferenza stampa alla vigilia del match contro l’Atalanta, aveva spiegato a parole sue, come il giocatore non ce l’avesse con lui, ma fosse contrariato con se stesso per non essere riuscito a dimostrare il suo reale valore. Chiusura del caso, con l’appellativo di ‘ragazzo d’oro’ per l’attaccante uruguaiano da parte dello stesso Ranieri.

    Forlan e Ranieri © ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/Getty Images

    PROFESSIONISTA SERIO?- Qualche dubbio rimane, e senza voler vedere del marcio in ogni situazione, spunta fuori un’indiscrezione direttamente dalla Gazzetta dello Sport, che avrebbe avvistato il giocatore alla vigilia dell’ultimo match in un noto ristorante milanese fino a tarda notte, quasi a voler screditare quanto di buono detto da Ranieri, in merito alla professionalità del ragazzo. Ovviamente, parlando di professionisti, e proprio di professionalità dei grandi campioni, più di qualche tifoso avrà storto il naso oggi alla notizia del mancato ingresso in campo di Forlan, poiché la posizione di esterno lo avrebbe messo in condizione di rifiutarsi di giocare per il semplice fatto di non sentirsela. A fine partita ancora una volta tocca al Ranieri versione vigile del fuoco, cercare di spegnere il caso sorto, con queste parole:

    “Forlan non s’è rifiutato di entrare, stavamo discutendo di una cosa tattica. In settimana non abbiamo parlato, abbiamo discusso da quando è arrivato, quali sono i rispettivi credo calcistici, e niente di più”.

    Lo stesso attaccante nerazzurro, intervistato nel post partita dai microfoni dei giornalisti ha voluto chiudere le polemiche , replicando come non fosse successo niente, e dando conferma alla versione di Ranieri. Dalle ultime indiscrezioni che filtrano nell’ambiente, in realtà il tecnico e l’attaccante avrebbero avuto delle divergenze sul ruolo da ricoprire in campo, dove Ranieri avrebbe chiesto a Forlan di svolgere l’estenuante lavoro fatto da Eto’o in passato, mentre l’uruguaiano non avrebbe gradito l’idea, e proprio per questo motivo si sarebbe rifiutato di entrare nella partita di oggi. Nel prossimo turno ci sarà la Juventus, e Ranieri oltre ai miracoli dal punto di vista tattico, sta cercando di parare ogni attacco dal punto di vista mediatico e non. Forse nemmeno un maestro nell’arte della comunicazione come Mourinho avrebbe saputo resistere all’assedio mediatico che deve sormontare l’attuale tecnico nerazzurro. Forlan e soci con questi atteggiamenti di certo non aiutano l’ambiente, dimostrando l’esatto contrario della parola professionalità.

    Sono attesi ulteriori sviluppi, con un possibile nuovo caso Tevez all’orizzonte?