Tag: Claudio Marchisio

  • Trofeo Berlusconi alla Juventus, battuto 3-2 un brutto Milan

    Trofeo Berlusconi alla Juventus, battuto 3-2 un brutto Milan

    E’ andato secondo previsioni il trofeo Berlusconi 2012. Vittoria meritata di una Juventus che seppur con qualche defezione di troppo ha addomesticato un Milan troppo brutto per essere vero. Che la rivoluzione estiva non facesse presagire nulla di buono lo si era capito da tempo, ma per quanto visto a San Siro contro i bianconeri la sensazione è che la strada per poter competere riguardo lo scudetto è veramente tanta. Specie dopo l’addio, annunciato da Galliani a fine gara, di Antonio Cassano. Un altro pezzo da novanta che lascia i rossoneri, apparsi contro la Juventus quasi incapaci di tenere testa alla formazione avversaria. Il gol di Robinho in apertura aveva un po’ illuso, ma la pronta risposta di Marchisio, la traversa di Vucinic e il gol di Vidal hanno ribaltato il tutto.

    Nella ripresa uno dei più attesi, Matri, in predicato di passare proprio ai rossoneri, ha tramortito i padroni di casa in gol nel finale, su rigore, con Robinho. Troppo poco per una squadra che nell’ultimo ventennio, per lungo tempo, ha dominato in Italia ed in Europa e che probabilmente per la prima volta sembra cominciare la stagione fuori dalle pretendenti per lo scudetto. Di contro c’è una Juventus che non molla mai, nemmeno quando Carrera decide di partire con diverse novità. Come Marrone, inserito al centro della difesa o Pogba in mezzo al campo.

    Entrambi, nonostante la giovane età, riescono a dire la loro più che egregiamente, in modo cosi da non far sentire troppo le assenze di Chiellini e Pirlo. Due tra i tanti, visto che mancavano anche Buffon, Caceres e Isla. Insomma, non dei novellini. Veramente poche le note liete tra gli uomini di Allegri: l’unica forse è legata a Constant, il cui contributo a centrocampo è stato veramente importante, tale da non fare rimpiangere chi è andato via. Per il resto buone prove per Montolivo, Flamini e Yepes. Per il resto, Robinho a parte, si è visto veramente poco, e sono state gli uomini di maggior talento a tradire i rossoneri: Boateng e Pato su tutti.

    La Juventus alza il trofeo Berlusconi © Claudio Villa/Getty Images

    Passando alla partita nonostante Carrera schieri una Juve rabberciata, con gli inserimenti a sorpresa di Marrone dietro, Padoin e De Ceglie laterali, fa molto meglio di un Milan che di fatto deve fare a meno di Mexes e Ambrosini, mentre Pato comincia dalla panchina. Un intervento errato di Storari su tiro di Flamini spiana la strada a Robinho per il gol illusorio. Sì perché proprio nel giro di un amen ecco che De Ceglie scodella in mezzo per Marchisio il quale in scivolata anticipa Flamini e fulmina Abbiati. Boateng gioca a nascondino e a parte Constant i rossoneri non ci fanno bella figura.

    Dall’altra parte la Juve si da da fare, con Vidal solito guerriero in mezzo al campo, Pogba che si limita a fare il compito assegnato e dunque rispettando le consegne del tecnico e un Vucinic che dopo un inizio in sordina esce allo scoperto centrando una grande traversa. Fa meglio Vidal in chiusura di frazione che sfrutta un fuorigioco applicato male dal Milan battendo col piattone destro Abbiati. Nella ripresa rivoluzione di Carrera che cambia ben 7/11 della squadra, gettando nella mischia fra gli altri Bonucci, Giaccherini, Quagliarella e Matri.

    Nel Milan fa l’ingresso in campo Pato ma di fatto non si vedrà mai. A differenza di Matri, sempre attivo e capace di sfruttare uno svarione del Milan per calare il tris. La dinamicità di Giaccherini rischia di costare casa ai padroni di casa che negli ultimi istanti rientrano in gara dopo che Boateng si fa commettere fallo da un acerbo Masi in area di rigore. Dal dischetto Robinho segna ma non evita una sconfitta giusta. Servono rinforzi, e anche urgentemente, viceversa per i tifosi del Milan potrebbe essere una stagione avara di emozioni. Dall’altro lato continua a crescere la consapevolezza, quella del gruppo juventino, di poter dire la propria con qualsiasi formazione scenda in campo.

    La video sintesi di Milan-Juventus 2-3:
    [jwplayer config=”60s” mediaid=”151270″]

  • Buffon furioso, la grinta di un vero capitano

    Buffon furioso, la grinta di un vero capitano

    Lo hanno definito il “giallo Buffon” e così è stato, almeno fino alle interviste post gara che hanno svelato l’arcano, la ragione della sua rabbia furiosa al triplice fischio finale della partita vinta dagli Azzurri contro la Germania. Immagini quasi surreali, di totale contrasto fra gli umori festanti del gruppo Azzurro e dei tifosi italiani ed il volto scuro del capitano, che abbandona il campo in tutta fretta, spintonando via chi prova ad abbracciarlo, come Demetrio Albertini ed il secondo portiere Morgan De Sanctis (ed anche la mascotte dell’Europeo, ndr) per correre negli spogliatoi, a sbollire la tensione in solitudine. Niente festeggiamenti per l’ennesima vittoria contro i tedeschi che, alla vigilia, sembravano un ostacolo quasi insormontabile, niente celebrazioni per una finale Europea che mancava da dodici anni e che è stata centrata contro tutti i pronostici e nonostante le tensioni e le difficoltà con cui questa spedizione in Polonia e Ucraina è stata preparata, niente sorrisi, neppure accennati.

    Eppure, dopo i gol di Mario Balotelli, Gigi aveva esultato alla grande, come spesso gli capita di fare, con gli occhi spalancati dalla gioia per il risultato eccezionale che stava maturando, per il modo in cui gli Azzurri stavano fronteggiando un avversario fino a ieri imbattuto: grinta e caparbietà, lucidità e voglia di stare in campo con raziocinio, di stupire tutti con le idee di gioco. Lo sguardo determinato del numero uno, però, lasciava intendere di come il nostro capitano ci credesse fin dall’inizio, di come bramasse raggiungere questo obiettivo, di regalare un altro sogno al popolo italiano, come nel mondiale di sei anni fa: lo ha detto lui stesso, svelando di aver trascorso la notte della vigilia di Italia-Germania a rivedere su You Tube i video delle piazze in festa nel post Italia-Inghilterra dei quarti di finale, per caricarsi con la passione e l’entusiasmo dei tifosi. Quell’ intensità “assorbita” dai video, Gigi Buffon ieri l’ha trasferita in campo, partendo dalla sua concentrazione assoluta nel cantare l’inno Nazionale, con gli occhi chiusi ed a voce alta, e poi la grande carica mostrata in campo, la reattività sui pericoli tedeschi, la lucidità nel guidare il reparto difensivo.

    Gigi Buffon | © Shaun Botterill/Getty Images

    Buffon sente la maglia Azzurra come pochi altri, crede nei suoi sogni (come lui stesso aveva scritto su Facebook alla vigilia, ndr) e trasmette il suo sentimento in ogni gesto, come un capitano, più di un capitano: una guida per lo spogliatoio, un motivatore, un consigliere per i più giovani. Sente su di sè l’onore e l’onere del suo ruolo, e lo esercita in maniera impeccabile, anche a costo di rimproverare l’amico e compagno di squadra Claudio Marchisio dopo il 3 a 0 fallito, richiamandolo a gran voce per rimarcare che tali occasioni non devono essere sprecate, soprattutto in una semifinale perchè “l’Europeo non è una cosa seria, di più”.

    Per tutte queste ragioni, un leader navigato come lui, che sul campo ha vissuto gioie incredibili e delusioni cocenti, ha preferito non festeggiare la vittoria di ieri, semplicemente perchè non era soddisfatto della sofferenza vissuta nel finale, quando qualche leggerezza di troppo avrebbe potuto costarci molto cara, con il rigore di Ozil nel primo minuto di recupero, e con altri tre ancora da giocare, che aveva messo a rischio un match dominato e controllato per novanta minuti. “In una partita così, in cui si gioca per qualcosa di unico, per un traguardo così prestigioso, non è giusto che si soffra negli ultimi cinque minuti e si scherzi con il fuoco” – questo il Buffon-pensiero – considerando che, se i tedeschi avessero trovato il pareggio nel finale, ai supplementari la gara “sarebbe finita 9-2 per loro”.

    Anche se appariva in netto contrasto con il sentimento di giubilo generale, dunque, la rabbia del nostro capitano deve essere letta in maniera totalmente positiva, intendendola come grande fame di vittoria, come voglia di guidare i giovani del gruppo a crescere ancora, anche a costo di “rompergli le scatole”, trasmettendo loro l’importanza di riuscire a chiudere le gare al momento giusto, con il necessario cinismo che consente di non correre rischi inutili in match tanto delicati. Il tempo dei sorrisi potrebbe arrivare tra pochi giorni ma, per ora, teniamoci stretto il nostro “ Buffon Furioso“, in parallelo con il celebre Orlando di Ludovico Ariosto: la sua mentalità vincente è il cuore pulsante dello spogliatoio Azzurro.

    Video della rabbia di Buffon al termine di Italia-Germania:

    [jwplayer config=”15s” mediaid=”145527″]

  • Italia-Inghilterra, le pagelle. Personalità Pirlo, eremita Rooney

    Italia-Inghilterra, le pagelle. Personalità Pirlo, eremita Rooney

    Di seguito le pagelle della sfida Italia-Inghilterra. Tra gli Azzurri tantissimi voti alti, e non poteva essere altrimenti vista la grande prova profusa, ad eccezione di qualche uomo apparso un po’ in ombra, leggasi Cassano. Tra gli inglesi sono pochi quelli che si salvano, in particolare ci si aspettava molto di più da Gerrard e Rooney. Positivo invece Terry.

    PAGELLE ITALIA
    Buffon 7: La parata ad inizio gara su Johnson è il preludio ad una serata positiva che passa dalla punizione di Gerrard sulla quale non si fa sorprendere e soprattutto dal rigore parato a Young.
    Abate 6,5: Nel primo tempo quasi non crede ai propri occhi vedendo l’autostrada che ha davanti. Nella ripresa invece comincia a spingere come un dannato e solo un guaio fisico lo ferma.
    Barzagli 7: Intavola duelli dai quali esce sempre vincente, chiunque sia l’avversario. Una prova maiuscola la sua che guida veramente in maniera impeccabile la difesa.
    Bonucci 7: C’era un po’ di timore fra i tifosi Azzurri alla vigilia del match, ma lui ha spazzato via ogni ombra con una prova perfetto. Anticipa, chiude e sui calci piazzati si fa trovare sempre in avanti. Impeccabile.
    Balzaretti 7: E’ una costante spina nel fianco per gli inglesi. Tanti cross, tanta corsa, si danna l’anima per una gara intera. Prova generosa e di qualità la sua.
    Marchisio 7: Maiuscola la sua prova in mezzo al campo. Sembra non patire la stanchezza e soprattutto nello stretto fa girare palla che è una bellezza. Serve due assist d’oro a De Rossi che non li sfrutta.
    Pirlo 7,5: Quel rigore, più che stilisticamente, è stato bello per la scossa che ha dato alla squadra in un momento di grossa difficoltà. Per compiere una pazzia ci vuole personalità, e lui ne ha da vendere. Durante la gara sbaglia poco o nulla.
    De Rossi 7: Fosse entrato quel gol al 3’, di sicuro sarebbe entrato in lizza per la marcatura più bella dell’Europeo. E invece nella ripresa fallisce uno dei gol più facili della competizione, ma ciò non offusca la splendida prova che offre in mezzo al campo. Abbandona il terreno solo per infortunio.
    Montolivo 6,5: Il rigore sbagliato, sebbene importante, non inficia un’ottima prestazione. Più volte smarca Balotelli davanti al portiere, ma se deve dare una mano ai compagni in difesa lo fa senza problemi. Resiste 120’, e ciò è già una notizia visto che non era pienamente in condizione.
    Balotelli6: La porta la centra solo ai calci di rigore, quando non sbaglia di fronte al suo compagno Hart. Tra le occasioni fallite però rilevante appare essere solo la prima quando si appisola e permette a Terry di rientrare. Ma è l’unico azzurro, De Rossi a parte, a calciare verso la porta avversaria.
    Cassano 5,5: Dopo tre gare di buon livello incappa nella classica giornata storta. Si fa vivo due volte a fine primo tempo, ma è troppo poco per uno come lui.
    Maggio 6,5: Gioca i supplementari ma si dimostra degno sostituto di Abate con un paio di spunti veramente ottimi. Peccato solo per quel giallo, ingiusto, che gli farà saltare la gara di Varsavia.
    Nocerino 7: Un peperino nei 40’ in cui è in campo. Corre in lungo e soprattutto in largo quando Prandelli lo sposta a sinistra.
    Diamanti 7: Scatenato. Da quando entra in campo svaria dappertutto e centra un palo che per poco non permetteva di chiudere il match in anticipo. Segna il rigore decisivo: di sicuro troverà più spazio contro la Germania.
    Prandelli 8: L’artefice della splendida gara azzurra è sua. Azzecca i tre sostituti più che le sostituzioni visto che due di queste sono obbligate. Ma è l’atteggiamento della squadra a convincere appieno.

    Andrea Pirlo © Laurence Griffiths/Getty Images

    PAGELLE INGHILTERRA
    Hart 6: Si trova bombardato di conclusioni ma di miracoli ne può fare pochi, aiutato com’è dalla fortuna. Si fa vedere in particolare sul tiro di Cassano a fine primo tempo. Non pervenuto ai rigori.
    Johnson 6,5: Tra i pochi a salvarsi, l’unico a spingere in avanti e a dare un po’ di verve ai suoi. Solo un grande Buffon gli nega la gioia del gol. Certo è che dietro deve faticare per tenere a bada Balzaretti.
    Terry 6,5: In un modo o nell’altro una pezza lui ce la mette sempre. Si fa spazio con l’esperienza ed è decisivo in particolare nel primo tempo su Balotelli.
    Lescott 6: Soffre tanto la dinamicità di SuperMario, tanto che tenta più volte di usare il corpo per fermarlo.
    Cole 5,5: Soffre la dinamicità di Abate quando difende, e non punge quasi mai. Dal dischetto calcia molto male.
    Milner 5: Sembra partire bene, ma piano piano si spegne e diventa un oggetto misterioso.
    Gerrard 5,5: Stanco, non in serata. Dovrebbe trascinare i suoi, dare cambi di direzione, qualità. Ed invece è chiamato solo al lavoro sporco.
    Parker 6: Il meno peggio dei suoi in mezzo al campo, l’unico che prova a mettere i bastoni tra le ruote alle manovre azzurre.
    Young 5: Potrebbe fare veramente tanto ed invece punge praticamente mai e per non farsi mancare nulla manda anche un rigore sulla traversa.
    Rooney 5: Un eremita li davanti. Dopo la palla gol di inizio gara evapora, con Barzagli e Bonucci che lo annullano.
    Welbeck 5: Assente ingiustificato. Si fa vivo solo sul finire di primo tempo ma una prestazione cosi è davvero sottotono.
    Walcott 5: Con la sua velocità sembrava dovesse fare sfracelli ed invece l’area di rigore italiana sembra essere solo un miraggio per lui.
    Carroll 5: Spizza qualche pallone, commette qualche scorrettezza. In concreto però, dalle parti di Buffon non c’è mai.
    Hodgson 4,5: Si chiude a riccio nel tentativo di riuscire da allievo, a superare il maestro. Ma se ne torna a casa facendo una figuraccia.

  • Italia-Inghilterra 4-2 dopo i calci di rigore. In semifinale la Germania

    Italia-Inghilterra 4-2 dopo i calci di rigore. In semifinale la Germania

    Se è vero che le vittorie sofferte sono le più belle, quella conquistata dall’Italia contro l’Inghilterra, che vale la semifinale contro la Germania, è stata veramente stupenda. Sofferenza, ovviamente, legata al fatto di non essere riusciti in 120’ a forzare il fortino inglese, complici legni, difetti di mira e quanto altro. Sofferenza anche per essere finiti sotto ai calci di rigore, per aver intravisto una grande beffa pari a quella che subì l’Olanda nell’Europeo del 2000 proprio contro l’Italia. E invece no, una volta tanto ha vinto chi ha meritato, chi ha giocato per quasi due ore ad una porta. Insomma, in Italia-Inghilterra si è visto veramente di tutto.

    I Leoni hanno forse esasperato l’atteggiamento all’italiana, non vedendo mai la porta azzurra dopo un paio di occasioni iniziali. Merito di una Nazionale, quella di Prandelli dalla feroce generosità e dalla classe superba che ha messo alle corde gli inglesi, i cui timori della vigilia possiamo dire fossero veramente fondati. Gerrard che gira a vuoto e impallidito nella morsa dei centrocampisti azzurri, Rooney che non vede una palla contro Barzagli e Bonucci.

    Chiari segnali questi, di come la squadra di Prandelli abbia demolito i britannici, duri però a morire, forse perché assistiti dalla dea bandata. Ma alla fine i rigori hanno dimostrato la vera essenza dell’Italia, in tutti i sensi. Il tiro fuori di Montolivo aveva fatto precipitare gli Azzurri, ma la follia di Pirlo, con un cucchiaio che tanto ricorda quello di Totti nella già citata Italia-Olanda del 2000 e la parata di Buffon su Cole segnano la svolta che poi diventa apoteosi al gol di Diamanti. L’Italia c’è e se la stanchezza non farà brutti scherzi contro la Germania ne vedremo delle belle.

    INIZIO PALPITANTE – Prandelli e Hodgson non cambiano nulla rispetto a quanto preventivato alla vigilia. Negli Azzurri c’è Montolivo al posto di Thiago Motta. L’avvio vede un’Italia spumeggiante e già dopo un paio di giri di lancette potrebbe passare grazie a De Rossi che con una sventola dalla distanza fa tremare i pali della porta inglese. I britannici si scuotono, capiscono che nonostante il loro atteggiamento palesemente difensivo non possono difendere per tutti i 90’. E allora cominciano a spingere grazie anche alle sovrapposizioni costanti dei terzini, tanto che sfiorano il gol con Johnson il quale non sfrutta un’ottima palla gol in area azzurra grazie anche al bell’intervento di Buffon e Rooney che di testa manda di poco alto. Il momento d’oro degli inglesi finisce qui.

    SAGRA DEGLI ERRORI – Da questo momento in poi è solo Italia. Tanto possesso palla grazie anche ad un centrocampo devastante, con De Rossi e Marchisio schegge impazzite, Montolivo a tutto campo e Pirlo solito regista, un esterno di difesa assai ficcante come Balzaretti, ma i varchi sono veramente pochi visto che l’Inghilterra è letteralmente asserragliata. Dunque tocca provare a scavalcarla e cosi ci pensa Pirlo che lancia sul filo del fuorigioco Balotelli il quale quasi incredulo di cotanta grazia si lascia rimontare da Terry che partiva alle sue spalle. Un film già visto contro la Spagna.

    Il giocatore del City si potrebbe rifare poco dopo su una geniale imbeccata di Montolivo ma da posizione centrale calcia in bocca ad Hart. E Cassano? Per mezz’ora buona è il fantasma di se stesso. Esce dal torpore dopo mezz’ora abbondante quando di testa apparecchia per Balotelli che, tanto per cambiare, si fa anticipare. Quindi Fantantonio si mette in proprio con un bel tiro dalla distanza: Hart ci mette i guantoni. L’Inghilterra dal guscio ci esce una sola volta Welbeck ma i risultati non sono confortanti. Insomma un primo tempo che si chiude con il rammarico per le tante palle gol sprecate.

    LA MUSICA NON CAMBIA – Nella ripresa l’Italia comincia come aveva finito il primo tempo. L’assedio continua e la prima ghiotta palla gol capita a De Rossi che servito da Marchisio spara fuori da posizione più che invitante. Intanto Abate comincia a spingere come non aveva fatto nel primo tempo e aumentano i grattacapi per Hodgson. Balotelli e Montolivo sprecano due grandi occasioni, il secondo a porta quasi vuota ma in equilibrio precario. Insomma l’Italia c’è, ma il gol non arriva.

    Italia esulta a fine gara © Laurence Griffiths/Getty Images
    SI CAMBIA – Hodgson capisce che cosi non va, perché non solo in difesa si soffre e solo un buon Terry tiene in piedi la baracca, ma in avanti Rooney e Welbeck sono oggetti misteriosi. Colpa anche di un centrocampo abulico, con un Gerrard totalmente irriconoscibile. L’allenatore britannico prova a dare la scossa con il gigante Carroll, chiamato a fare sponde (e falli) e lo sgusciante Walcott. Ma non cambierà, di fatto, proprio nulla. Dall’altra parte Prandelli lancia Diamanti al posto di un Cassano stanco. E’ questo l’unico cambio del tecnico azzurro che poco dopo si vede costretto a sostituire anche De Rossi e Abate con Nocerino e Maggio. I tre nuovi si riveleranno molto utili, con Diamanti che si affianca a Montolivo dietro l’unica punta Balotelli nello schema ad albero di Natale. Ma il risultato non cambia.

    ULTIMI SFORZI AZZURRI – Nei supplementari Prandelli rimodula i suoi con il 4-4-2, con Nocerino largo a sinistra. Si continua ad attaccare a tutto spiano, con Diamanti che colpisce un altro palo su tiro cross e Nocerino che va in gol ma la sua gioia viene frenata dal guardalinee che sventola la bandierina: è fuorigioco. Intanto Maggio si becca, ingiustamente, un giallo pesante: essendo diffidato salterà la gara con la Germania. Finisce cosi 0-0, si va ai rigori.

    DALL’INCUBO ALL’APOTEOSI – Solitamente chi domina nei tempi regolamentari viene beffato ai calci di rigore. E cosi sembra quando Montolivo, dopo i centri di Balotelli e Gerrard, calcia fuori. Un incubo per il centrocampista che scoppia in lacrime. Rooney legittima il vantaggio dei suoi aumentando la paura degli Azzurri che hanno un sussulto quando Pirlo si inventa un cucchiaio che tiene tutti con il fiato sospeso. Un gesto che forse scuote l’Italia e innervosisce gli inglesi. Young centra in pieno la traversa e le cose si rimettono in sesto. Nocerino non sbaglia a differenza di Cole che calcia male e Buffon non può far altro che bloccare la sfera. Il penalty decisivo capita sui piedi di Diamanti che spiazza Hart e fa esplodere l’apoteosi azzurra: l’Italia c’è, anche dagli undici metri. L’incubo di quattro anni fa con la Spagna è scacciato. Game over invece per l’Inghilterra. Con un cuore grande cosi nemmeno la corazzata Germania fa poi così tanta paura.

    Italia-Inghilterra, le immagini:
    [jwplayer config=”120s” mediaid=”144964″]

  • Italia-Inghilterra c’è Balotelli, sorpresa Montolivo

    Italia-Inghilterra c’è Balotelli, sorpresa Montolivo

    Sarà Italia-Inghilterra di questa sera a chiudere il quadro dei quarti di finale di Euro 2012. Sulla carta il più equilibrato, considerando che negli altri c’è stata una squadra che è riuscita ad imporsi sia per gioco che per risultato sull’altra. Stasera a Kiev però dovrebbe essere diverso: da una parte un’Italia che ha riacquisito brio e vitalità dopo il match con l’Irlanda e la qualificazione con brivido grazie al mancato biscotto tra Spagna e Croazia, dall’altra un’Inghilterra che o per scarsa autoconvinzione o per pretattica sembra affrontare questo match con un po’ di timore.

    Fatto sta che anche i bookmakers, nonostante il buon cammino dei britannici nel girone eliminatorio, chiuso dai Leoni d’oltre Manica al primo posto, danno gli Azzurri favoriti. Un match indubbiamente affascinante tra due squadre che da più partite sono state considerate simili per il modo di giocare. Incontro del tutto particolare per Mario Balotelli, non tanto per lo sfogo della vigilia ma anche e soprattutto perché gioca in Inghilterra e si troverà davanti alcuni dei suoi compagni di squadra al Manchester City, Lescott su tutti. Ma sarà sfida a distanza, o se preferite derby di Manchester, con Wayne Rooney. Due grandi talenti vogliosi di ben figurare anche in nazionale. Formazioni quasi fatte, anche se c’è un dubbio che attanaglia Cesare Prandelli e forse lo farà fino a poche ore prima dell’inizio del match: è quello legato a Thiago Motta.

    Il giocatore si è allenato a parte negli ultimi giorni e non appare al top, tanto che alla fine potrebbe sedere in panchina. Due i possibili sostituti: Nocerino e Montolivo. Quest’ultimo sembra essere favorito, anche perché più abituato a giocare dietro le punte a differenza dell’altro. Per il resto formazione confermata con Chiellini unico indisponibile causa infortuno. Nel 4-3-1-2 di Prandelli davanti a Buffon difesa formata da Bonucci e Barzali centrali mentre sulle corsie laterali sono confermati Abate e Balzaretti che bene hanno fatto contro l’Irlanda. Il trio di centrocampo è quello composto da Marchisio, Pirlo e De Rossi mentre Montolivo dovrebbe agire alle spalle di Cassano e Balotelli, con Di Natale che partirà dalla panchina ma che probabilmente troverà spazio nel corso del match.

    Mario Balotelli © FABRICE COFFRINI/Getty Images
    Dall’altra parte invece Hodgson non cambierà il 4-4-2 che l’ha portato sin qui grazie al pareggio con la Francia e alle vittorie su Svezia e Ucraina. In porta ci andrà Hart. Davanti a lui Terry e Lescott con Johnson e Cole che avranno il compito di presidiare le corsie laterali. In mezzo al campo regia affidata a Gerrard e Parker con Milner e Young chiamati a spingere a supporto delle due punte Welbeck e Rooney, quest’ultimo autore di un gol all’esordio contro l’Ucraina.

    Italia-Inghilterra, le formazioni:
    ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Abate, Barzagli, Bonucci, Balzaretti; Marichisio, Pirlo, De Rossi; Montolivo, Balotelli, Cassano. In panchina: Maggio, Giaccherini, Di Natale, De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Thiago Motta, Diamanti, Nocerino, Borini, Giovinco. Allenatore: Prandelli
    INGHILTERRA (4-4-2): Hart; Johnson, Terry, Lescott, Cole; Milner, Gerrard, Parker, Young; Rooney, Welbeck. In panchina: Green, Butland, Jones, Baines, Jagielka, Kelly, Downing, Henderson, Oxlade Chamberlain, Walcott, Carroll, Defoe. Allenatore: Hodgson

  • Marchisio e lo “scudetto di tutti” pensando alla Coppa Italia

    Marchisio e lo “scudetto di tutti” pensando alla Coppa Italia

    Il tempo dei festeggiamenti scudetto è già archiviato in casa Juventus – almeno per ora – considerando che ieri la squadra è tornata a Vinovo per preparare la finale di Coppa Italia in programma allo stadio Olimpico di Roma domenica sera contro il Napoli: obiettivo “double”, dunque, per chiudere al meglio un’annata straordinaria e renderla super, per salutare ancora una volta il Capitano con un trofeo da alzare al cielo. Tutti questi sono i temi della finale dell’Olimpico in casa bianconera, ma anche la fame di Conte che, di certo, non si sazia solo con la vittoria del campionato, considerando che il tecnico ha ridato all’ambiente la mentalità giusta per vincere, dopo tanti anni di digiuno, facendo leva proprio su “quel fuoco e quella voglia che ci hanno portato a compiere questo percorso che è iniziato con lo scudetto ma che vogliamo portare avanti con la Coppa Italia”.

    Questa l’analisi compiuta da uno dei maggiori protagonisti del campionato bianconero, Claudio Marchisio, già proiettato alla finalissima di domenica, di cui sottolinea la temibilità dell’avversario partenopeo, rimarcando la difficoltà delle partite disputate in campionato contro la squadra di Walter Mazzarri, sia nella gara di andata che di ritorno, definendo le due gare contro gli azzurri “due periodi importanti del nostro campionato”: all’andata il centrocampista osservò la gara dalla tribuna, percependo la difficoltà del match, che poi terminò con un rocambolesco pareggio, mentre al ritorno – allo Juventus Stadium lo scorso 1 Aprile – osservò dal campo la vittoria bianconera, che segnò un passo fondamentale verso l’obiettivo finale.

    Claudio Marchisio con la coppa © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    La serata di domenica sarà, dunque, un match da vivere appieno, ma con la consapevolezza delle difficoltà che potrà riservare, data la forza degli avversari e le loro motivazioni in campo; pertanto, la Juventus dovrà puntare ancora una volta sulle sue caratteristiche migliori, ossia la voglia di vincere, la solidità del gruppo ed il gioco, le tre “chiavi di volta” della stagione bianconera, che ha avuto diverse impronte, come lo stesso Marchisio ricorda nell’intervista rilasciata a Sky, sottolineando, in particolare, il contributo di coloro che hanno avuto meno visibilità, ma che sono stati comunque determinanti ed “impressionanti” secondo il centrocampista bianconero. In particolare, gli arrivi del mercato di Gennaio, Marco Borriello (in gol a Cesena) e Martin Caceres (determinante proprio nelle gare di coppa Italia), ma anche Emanuele Giaccherini, rivelatosi duttile e prezioso quando è stato chiamato in causa, ed il giovane Marrone, che ha trovato il gol nella passerella finale contro l’Atalanta mostrando ottime prospettive future.

    Se quello della Juve è stato lo “scudetto di tutti”, secondo il “Principino”, il merito è anche loro, così come è stato fondamentale il contributo “delle persone che ci hanno sempre dato una grossa mano, che hanno fatto sì che non ci mancasse nulla, dimostrando grande amore nei nostri confronti”.
    Il percorso intrapreso è appena cominciato e merita di essere portato avanti, aprendo un ciclo – in accordo con quanto sostenuto dal compagno di reparto Andrea Pirlo – e puntando a rinforzarsi anno dopo anno, per competere al livello delle più grandi, considerando il ritorno della Juventus nell’Europa che conta, ossia la Champions League.

  • Il sogno è realtà Juventus Campione d’Italia

    Il sogno è realtà Juventus Campione d’Italia

    Il sogno è diventato realtà: la Juventus è Campione d’Italia regalando ai suoi milioni di tifosi le gioie negate sei anni fa, perchè a tanto risale l’ultimo tricolore conquistato dai bianconeri e cancellato poi dallo scandalo calciopoli. Conte ha portato a termine la sua missione siglando l’ennesimo risultato positivo battendo il Cagliari per 2-0 nella serata che registra il crollo milanista control’Inter.

    In una Trieste piovosa che ha accolto gli oltre 20 mila tifosi che hanno sfidato la distanza e i prezzi proibitivi dei biglietti imposti dalla società sarda, è subito la Juventus a sbloccare il risultato con Vucinic che sul filo del fuorigioco sfrutta un lungo lancio di Bonucci e trafigge con un diagonale preciso Agazzi in uscita. Il Cagliari subisce il colpo e la Juve cerca di aprofittarne sfiorando il gol prima con Pepe e poi con Marchisio. Al 15′ arriva il gran boato al Nereo Rocco, l’Inter passa in vantaggio sul Milan e la Juve è momentaneamente Campione d’Italia, sugli spalti è gran festa che però viene interrotta dal grande spavento per Lichtsteiner costretto ad uscire in barella per un brutto colpo in testa durante uno scrontro con Pinilla e poi per un tiro dello stesso giocatore sardo che sfiora il palo e addirittura fa gridare al gol il telecronista Sky. Si chiude con il vantaggio dei bianconeri e il risultato di parità tra Milan e Inter la prima parte di gara.

    Cagliari Juventus 0-2 – Juve Campione D'Italia | © Giuseppe Bellini / Getty Images

    Nella ripresa piomba la notizia del vantaggio dei rossoneri sull’Inter grazie al gol di Ibrahimovic e ciò basta per mettere pressione ai giocatori di Conte che sembrano più nervosi e faticano più del solito a creare gioco. Il Cagliari prova a fare la partita e i cambi di Ficcadenti dimostrano l’intento dell’allenatore di provare a fare il colpaccio. Tuttavia non ci sono pericoli da segnalare dalle parti di Buffon. A spianare la strada della Juve ci pensano anche le buone notizie che arrivano da Milano, Milito pareggia su rigore e ipoteticamente si comincia a rivedere nuovamente il tricolore dalle parti di Torino. Al 78′, aiutata da un pizzico di fortuna, la Juventus mette in cassaforte il risultato portandosi sul 2-0 grazie ad un autorete di Canini che beffa Agazzi nel tentativo di anticipare il neo entrato Borriello. Sugli Spalti è esplosione dovuta anche alla notizia della tripletta rifilata da Milito ai cugini lombardi. All’85’ Maicon travolge il Milan con il definitivo 4-2 consegnando ufficialmente lo scudetto nella mani di Conte: il Mister può finalmente urlarlo ai suoi giocatori “E’ scudetto“. Si attende solo il fischio finale, la Juventus si laurea ancora Campione d’Italia, con una giornata di anticipo e, questa volta, senza subire neanche una sconfitta in campionato.

    CAGLIARI JUVENTUS 0-2
    Cagliari (4-3-3): Agazzi 6,5; Ariaudo 6, Canini 5, Astori 6, Pisano 6; Ekdal 5,5, Conti 6, Nainggolan 6,5; Thiago Ribeiro 5 (4′ st Cossu 6), Pinilla 56, Ibarbo 5 (17′ st Larrivey 5,5). A disp.: Avramov, Bovi, Perico, Dessena, Nené. All.: Ficcadenti 5,5
    Juventus (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 7, Bonucci 7, Chiellini 7,5; Lichtsteiner 7 (25′ Caceres 7), Vidal 7 (8′ st Giaccherini 7), Pirlo 7, Marchisio 7, Pepe 7; Matri 7 (26′ st Borriello 7), Vucinic 7. A disp.: Storari, Estigarribia, Del Piero, Quagliarella. All.: Conte 7

    Video highligths Cagliari Juventus

    [jwplayer config=”180s” mediaid=”136885″]

  • Pasticcio Buffon, Juventus – Lecce 1-1. Milan a -1

    Pasticcio Buffon, Juventus – Lecce 1-1. Milan a -1

    Annullato il primo match ball per la Juve, doveva essere la partita della vita, una partita da non sottovalutare, come chiedeva Conte e invece alla fine succede quello che non ti aspetti: Juventus in vantaggio contro un Lecce che non è mai stato in partita, contro una squadra ormai quasi retrocessa, costretta a giocare quasi tutto il secondo tempo in inferiorità numerica. Juventus Lecce finisce 1-1 riaprendo così il campionato a 2 partite dalla fine con il Milan che insegue ora solo a una lunghezza.

    In uno stadio gremito che sembra una bolgia, la Juventus parte al solito a 1000 ma già dal 6′ le cose non si mettono bene per Conte che è costretto ad effettuare il primo cambio per infortunio a de Ceglie con l’inserimento di Caceres. All’8 minuto i bianconeri si portano in vantaggio grazie alla rete siglata da Marchisio: su cross di Pirlo Marchisio riesce ad insaccare di testa con un tiro che non è irresistibile ma che beffa Benassi. Per il Principino il miglior modo di festeggiare le 200 presenze in serie A tra Juventus ed Empoli. Poco dopo due minuti dal vantaggio bianconero pronta arriva la risposta del Milan che risponde a Marchisio con il gol di Muntari sull’Atalanta. E poi comincia il solito gioco asfissiante dei padroni di casa che provano a testa bassa a chiudere la partita, ci prova ancora Marchisio, tra i più ispirati dei suoi, e ci prova Vidal che sbaglia clamorosamente il raddoppio calciando a fil di palo da posizione più che ghiotta.
    Il Lecce è assente e spaesato nel tentativo di contenere la furia bianconera ma, contro ogni previsione, riesce comunque nell’impresa di chiudere la prima parte della gara con un solo gol di svantaggio.

    Juventus Lecce – Gigi Buffon | © Valerio Pennicino/Getty Images

    La ripresa inizia con il boato per il riscaldamento di Del Piero anche se per vedere in campo il capitano si dovrà attendere 77′. Al 53′ l’episodio che cambia le sorti della partita: Cuadrado, il più vivace dei pugliesi, si fa espellere per doppia ammonizione dopo un fallo inutile quanto stupido su Caceres. Il Lecce rimane in inferiorità e, paradossalmente, a pagarne le conseguenze è la Juventus, che subisce un calo di concentrazione e permette all’avversario di ragionare ed organizzarsi.
    La Juventus, che è parsa più stanca del solito, ci prova comunque con Vidal che in serata no, calcia malissimo a tu per tu con Benassi. Ci prova anche Quagliarella con un gran tiro dalla distanza che esce di poco e infine ancora il portiere leccese nega la gioia del gol al neo entrato Matri. Buffon si accinge a disputare l’ennesima partita da spettatore non pagante, ruolo che ricoprirà fino a 5 minuti dal termine: un retropassaggio di Barzagli che il portiere stoppa male regala il pallone a Bertolacci per la rete dell’1-1 che ammutolisce lo Juventus Stadium e fa esplodere San Siro riaprendo il discorso scudetto. Eppure Conte lo aveva detto “niente cali di concentrazione il cammino è ancora lungo“, ma evidentemente non è stato troppo convincente con i suoi in questa settimana.
    Il Lecce nonostante il punto conquistato vede complicarsi la salvezza dato che il Genoa ha portato a casa i tre punti contro il Bologna aumentando il distacco dai giallorossi di altri due punti.

    JUVENTUS LECCE LE PAGELLE

    Buffon 4: Non avremmo mai pensato di dover dare un voto del genere a Super Buffon in questa stagione ma la superficialità con cui ha gestito quel pallone a 5 minuti dalla fine di una partita già vinta non ci permette di fare altro. Il suo erroraccio potrebbe costare le fatiche di una intera stagione, ma sicuramente GiGi saprà come riparare al danno, già dalla prossima partita.

    Barzagli 6,5: E’ il giocatore del reparto difensivo più continuo del campionato. Non ha colpe sul pasticcio che ha portato al gol di Bertolacci.

    Pirlo 7: L’assist che confezione per il gol che porterà al vantaggio bianconero è uno dei pezzi più belli del suo repertorio. Sul finale perde un po’ di lucidità come il resto dei suoi compagni.

    Marchisio 7: Festeggia nel migliore dei modi le sue 200 presenze in serie A. Ci prova più volte ad andare a segno nel secondo tempo ma con meno fortuna.

    Vucinic 5: Le ultime prestazioni sembrano un ricordo, confezione qualche bell’assist nel primo tempo ma non prova mai la via del gol.

    Benassi 6.5: viene preso controtempo in occasione del gol di Marchisio, frastornato esce a vuoto qualche minuto dopo rischiando di subire la seconda rete poi nella ripresa salva prima su Vidal, aiutato anche dalla conclusione debole del cileno, e soprattutto su Matri distendendosi e mandando la palla in angolo.

    Cuadrado 4.5: uno degli uomini più temibili a disposizione di Cosmi, commette una leggerezza imperdonabile facendosi espellere per un fallo inutile su Caceres lasciando i compagni in 10.

    Bertolacci 6.5: è ancora lui a far male alla Juventus, dopo la rete del 24 febbraio 2011 scorso in un Lecce – Juventus 2-0, il centrocampista romano entra e segna, ha il merito di crederci e andare in pressione su Buffon che sbaglia il controllo sul retropassaggio di Barzagli.

    Juventus (3-5-2): Buffon 4; Barzagli 6.5, Bonucci 6, Chiellini 6; Lichtsteiner 5.5, Vidal 5.5, Pirlo 7, Marchisio 7, De Ceglie sv (6′ Caceres 6); Quagliarella 6 (27′ st Matri 6.5), Vucinic 5 (33′ st Del Piero 6). Panchina: Storari, Padoin, Giaccherini, Borriello. Allenatore: Conte 6

    Lecce (3-5-2): Benassi 6.5; Tomovic 6, Carrozzieri 6, Miglionico 6; Cuadrado 4.5, Blasi 6, Obodo 6 (26′ st Bertolacci 6.5), Delvecchio 6, Brivio 6; Seferovic 5 (5′ st Muriel 6), Di Michele 5 (15′ st Giacomazzi 5.5). Panchina: Petrachi, Di Matteo, Giandonato, Bojinov. Allenatore: Cosmi 6

    VIDEO JUVENTUS – LECCE 1-1 

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”136201″]

  • Juventus – Lecce, Quagliarella Vucinic per il primo match point

    Juventus – Lecce, Quagliarella Vucinic per il primo match point

    Tutto pronto per il primo dei tre match point che avrà a disposizione la Juve per chiudere il discorso scudetto. Alle 20.30 allo Juventus Stadium i bianconeri ospiteranno il Lecce di Serse Cosmi per quella che Antonio Conte ha definito come “la partita della vita“, anche perchè il Lecce avrà sete di punti dopo le due deludenti partite in campionato che rischiano di comprometterne la permanenza nella massima serie del Campionato italiano. Certamente dovranno arrivare anche buone notizie da Milano, dove i rossoneri incontreranno l’Atalanta.

    Conte, dopo 39 gare senza sconfitte (35 in campionato e 4 in Coppa Italia) vuole scrivere un nuovo capitolo della Vecchia Signora, un capitolo post Calciopoli, e il presupposto è quello di riportare il tricolore a Torino. Il tecnico inoltre prova a portare anche il record di imbattibilità attualmente detenuto da Fabio Capello con 42 gare senza sconfitte. Record anche per Claudio Marchisio il quale stasera festeggia le 200 presenze nella propria carriera tra Serie A e Serie B con le maglie della Juventus e dell’Empoli.

    Antonio Conte | © AFP / Getty Images

    La Juventus dovrebbe scendere in campo con il 3-5-2 visto che Pepe non è ancora del tutto guarito dalla distorsione alla caviglia e per questo appare difficile che Conte giochi con il 4-3-3 senza la presenza in campo dell’ex Udinese. Quagliarella è in vantaggio su Borriello, autore di due reti in altrettanti partite, per affiancare l’intoccabile Vucinic in attacco. Gli unici dubbi di Conte riguardano gli esterni, sulla destra Lichtsteiner è in ballottaggio con Caceres, dalla parte opposta De Ceglie è nettamente favorito su Giaccherini ed Estigarribia, mentre non ci sono dubbi in difesa e a centrocampo.

    Cosmi, che non potrà essere presente in panchina allo Juventus Stadium perché squalificato dal giudice sportivo (al suo posto siederà Mario Palazzi), deve fare a meno dello squalificato Esposito e dell’infortunato Corvia (stiramento al polpaccio, stagione finita). Difesa a tre con Oddo titolare mentre Cuadrado riprenderà il proprio posto sulla corsia di destra dopo il turno di squalifica, dalla parte opposta ballottaggio tra Di Matteo e Brivio, in attacco agiranno Di Michele e Muriel.

    PROBABILI FORMAZIONI JUVENTUS – LECCE

    JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, De Ceglie; Quagliarella, Vucinic.
    A disposizione: Storari, Caceres, Padoin, Giaccherini, Del Piero, Matri, Borriello.
    All. Conte.

    LECCE (3-5-2): Benassi; Oddo, Miglionico, Tomovic; Cuadrado, Blasi, Delvecchio, Giacomazzi, Brivio; Muriel, Di Michele.
    A disposizione: Petrachi, Carrozzieri, Di Matteo, Obodo, Bertolacci, Bojinov, Seferovic.
    All. Cosmi (squalificato).

  • Juventus – Roma 4-0, le pagelle. Furia Vidal

    Juventus – Roma 4-0, le pagelle. Furia Vidal

    Noi vogliamo questo scudetto” canta lo Juventus Stadium, e la Juve ce la sta mettendo tutta per accontentare i suoi tifosi. La vittoria di misura contro la Roma ipoteca buona parte dello scudetto staccando il Milan a +3 dopo il passo falso in casa contro il Bologna. Partita già virtualmente chiusa all’ 8′ quando Vidal insacca per la seconda volta alle spalle di Stekelenburg; la Roma non riesce ad entrare mai veramente in partita e assiste inerme alla battaglia bianconera.

    JUVENTUS

    Buffon sv: Non è colpa sua se la Roma a parte qualche tiro da lunghissima distanza, non tira mai in porta.
    Bonucci 6,5: In assenza di attaccanti avversari da fermare, si fa notare come regista arretrato di difesa, esibendo alcuni pregevoli lanci a scavalcare il centrocampo Romanista.
    Chiellini 6,5: La serata non è particolarmente impegnativa in difesa e quindi si spinge in attacco sfiorando il gol di testa.
    Barzagli 6,5: Quasi una scampagnata per lui, non lascia nemmeno le briciole a Osvaldo.
    Lichtsteiner 6,5: Si trova molto più a suo agio nella difesa a quattro che non sulla linea dei centrocampisti, ma svolge senza particolari affanni il suo compito.
    De Ceglie 6,5: Un treno su quella fascia, sbaglia la misura di qualche cross ma indovina quello giusto per quello del vantaggio, sfiora anche il gol con un tiro al volo dal limite.
    Marchisio 7,5: E’ finalmente tornato il principino di inizio stagione, rigore ed espulsione guadagnati, gol del 4-0 e un altro salvato per miracolo del portiere, oltre ad aver annullato i centrocampisti avversari, e scusate se è poco.
    Vidal 8: Otto come i minuti che ci ha impiegato per mandare il Milan a -3 in classifica, corre per i compagni, pressa gli avversari, recupera palloni, finalizza e costruisce, sicuramente un acquisto fondamentale. (dal 22’ s.t.) Giaccherini 6: Partecipa alla fase di controllo dell’ultimo quarto di gara.
    Pirlo 7,5: Se il campionato della Juve finisse con la conquista dello scudetto, qualcuno non deve piangere per un gol non visto, ma deve rimpiangere un grandissimo campione come Pirlo; ciliegina sulla grande prestazione il gol sulla respinte del suo calcio di rigore.
    Quagliarella 6,5: Conte ha finalmente trovato il partner giusto da affiancare a Vucinic, anche se non arriva il gol lui lavora per la squadra pressando e facendo salire la squadra, un giocatore ritrovato. (dal 16’ s.t.) Del Piero 6,5: Entra quando la Juve ha smesso di attaccare ma lui ci prova ugualmente, si rende protagonista di un doppio scambio con Marchisio con miracolo finale del portiere su quest’ultimo.
    Vucinic 7: Entra in tutti e quattro i gol bianconeri non segna ma quando decide di cambiare passo la squadra gira che è una meraviglia, esce tra il tripudio dello Juventus Stadium. (dal 12’ s.t.) Borriello 4,5: Ha davanti a se intere praterie e lui si ferma a pascolare, fischiatissimo da tutto lo stadio il suo prestito è l’unica sconfitta della Juve fino ad oggi.
    Conte 7: Da una lezione di gioco al suo collega, non sbaglia nulla per quanto riguarda gli undici iniziali, la Juventus scende in campo con la convinzione di essere una grande squadra, un peccato vedere Matri rimanere in panchina e far entrare Borriello al suo posto, Luis Enrique non avrebbe firmato per il pareggio, Conte invece si è accontentato di vincere con 4 gol all’attivo visto che la sua Juventus per 40 minuti del secondo tempo ha smesso di attaccare.

    Claudio Marchisio | © GIUSEPPE CACACE / Getty Images

    ROMA

    Stekelenburg 5: Due gol subiti dopo nemmeno 10 minuti di gioco ed ennesima espulsione stagionale.
    Rosi 4,5: Dalla sua parte sfonda chiunque.
    Kjaer 4: Possibile che la rosa della Roma non disponga di un difensore che sia migliore di questo ragazzo?
    De Rossi 5: Mezzo voto in più soltanto perché non è un difensore di ruolo, serata pessima.
    Josè Angel 4.5: Non esce dal campo umiliato soltanto perché dalla sua parte gioca Lichtsteiner (non certo un fenomeno con i piedi) se avesse giocato un laterale offensivo di ruolo sarebbe stato sicuramente affondato.
    Gago 5,5: Il meno peggio del centrocampo giallorosso.
    Pjanic 5: In 61 minuti di gioco non è riuscito a trovare la posizione in campo. (dal 63’ s.t.) Lamela 3,5: Entra e si fa notare solo per lo sputo a Lichtsteiner, la prova tv farà il suo dovere.
    Perrotta 4,5: Era da Dicembre che non giocava titolare, Luis Enrique ha scelto per lui la serata peggiore.
    Marquinho 4,5: Non tocca un pallone, Vidal lo ridicolizza.
    Osvaldo 4: Un giocatore sceso in campo solo per bisticciare con gli avversari e con l’arbitro invece di giocare a pallone, si rende protagonista in negativo anche in conferenza stampa. (dal 57’) Bojan 5: Entra a partita già chiusa ma lui si becca un giallo per un brutto e inutile fallo a centrocampo.
    Borini 5,5: Non in perfette condizioni fisiche esce dopo 27’ minuti per la squalifica di Stekelenburg e far posto al portiere di riserva. (dal 27’ p.t.) Curci 6,5: Neanche il tempo di entrare e para un calcio di rigore ma Pirlo segna sulla ribattuta, evita almeno altri 2 gol, sicuramente il migliore dei suoi.

    Luis Enrique 3: Totti in panchina per mettere in campo un inutile Perrotta è uno schiaffo a chi ama il calcio, se da 33 partite la Roma fa i soliti errori è anche colpa sua, non avrebbe firmato per un pareggio invece ne esce con 4 gol subiti e zero segnati e con la 13° sconfitta stagionale, un allenatore Italiano sarebbe stato già esonerato.