Tag: Claudio Marchisio

  • La Juve soffre a Siviglia ma vola agli ottavi

    La Juve soffre a Siviglia ma vola agli ottavi

    L’obiettivo è centrato, se pur con una partita di grande fatica e sofferenza, la Juve espugna Siviglia e si conquista la momentanea vetta del girone ma sopratutto la matematica certezza del passaggio agli ottavi di finale di Champions League. 

    La squadra di Allegri presentatasi in Spagna con il 4-3-3 e priva di calciatori importanti del calibro di Higuain, Dybala, Pjaca, Barzagli e Benatia, ha saputo reagire all’iniziale svantaggio, trovando il pari sul finale del primo tempo e completando poi il sorpasso negli ultimi minuti della seconda frazione.

    Nel caldissimo impianto del Sanchez Pizjuan, la Juve ha provato a partire con il piglio giusto ma dopo solo 9 minuti è andata sotto per una conclusione di Pareja da fuori area che ha sorpreso Buffon infilandosi nell’angolo basso.

    Il gol del Siviglia ha stordito per diversi minuti la Juventus che è parsa incapace di trovare una reazione, anche a causa di un Pjanic non certo in grande serata. I bianconeri hanno provato a spaventare Sergio Rico con un paio di conclusioni, fuori di poco quella di Khedira, ma la svolta della gara, in favore della compagine italiana, l’ha causata un avversario, ovvero Franco Vazquez. 

    L’ex Palermo infatti ha commesso la sciocchezza di prendere due cartellini gialli in pochi minuti, lasciando i suoi compagni in 10 contro 11 al minuto 36. Ottenuto il vantaggio numerico la Juve prova a chiudere nella sua metà campo il Siviglia e riesce ad ottenere il pari con un rigore, per trattenuta di Mercado su Bonucci, trasformato da Marchisio nel recupero del primo tempo.

    Nella ripresa ci si attende una Juve d’assalto ma gli uomini di Sampaoli, espulso per continue proteste, si chiudono bene dietro e non soffrono molto anche per la bassa intensità e per la lentezza del gioco bianconero.

    Quando la sfida sembra indirizzarsi verso un 1-1, che fa più gola agli spagnoli che alla Juventus, ecco che al 84° arriva la conclusione da fuori di Bonucci che non lascia scampo a Sergio Rico. 

    La reazione degli andalusi è tutta grinta e rabbia ma per Gigi Buffon arriva in area solo qualche pericoloso tiro-cross. La Juve può far male in contropiede, il giovanissimo Kean spreca una chance ghiotta, non fa la stessa cosa Mandzukic che nel terzo minuto di recupero piazza il diagonale che s’infila in gol per il definitivo 1-3 che regala gli ottavi di Champions League ad una Juve non bellissima ma certamente efficace.

    SIVIGLIA – JUVENTUS 1-3 (9° Pareja (S), 45°+2 rig. Marchisio (J), 84° Bonucci (J), 93° Mandzukic (J)

    SIVIGLIA (3-5-2): Sergio Rico; Mercado, Pareja, Rami; Mariano (77° Kranevitter), Iborra, Nzonzi, Vitolo, Escudero; Vazquez, Vietto (46° Sarabia).

    Allenatore: Sampaoli.

    JUVENTUS (4-3-3): Buffon; Dani Alves, Rugani, Bonucci, Evra (72° Sturaro); Khedira, Marchisio, Pjanic (84° Kean); Cuadrado (87° Chiellini), Mandzukic, Alex Sandro.

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Clattenburg.

    Ammoniti: Mandzukic (J), Pjanic (J) Mercado (S), Evra (J), Cuadrado (J), Iborra (S).

    Espulso: Vazquez (S).

     

     

  • Morata gol, la Juve espugna il San Siro nerazzurro

    Morata gol, la Juve espugna il San Siro nerazzurro

    Una Juventus con tante seconde linee riesce ad imporsi a San Siro andando a complicare la corsa all’Europa League dell’Inter.

    I nerazzurri possono recriminare di non aver sfruttato un primo tempo in cui la Juventus è apparsa sotto ritmo e con la testa altrove e per alcuni errori che hanno agevolato i gol dei bianconeri, clamorosa la papera di Handanovic per il gol del 2-1 di Morata.

    Alvaro Morata | Foto Twitter
    Alvaro Morata | Foto Twitter

    Proprio Alvaro Morata è da considerarsi il protagonista del match, non tanto per il gol, che è più colpa del portiere sloveno, ma per le continue accelerazioni e giocate che hanno messo in crisi la retroguardia dell’Inter.

    Veniamo al racconto della gara.

    Mancini, che non può contare su Hernanes squalificato e Guarin infortunato, inserisce rispettivamente Shaqiri e Brozovic. Davanti classica coppia d’attacco Icardi-Palacio.

    Allegri pensa alla finale di Coppa Italia e fa ampio turnover lasciando a Torino Tevez, Buffon, Vidal, Evra e Chiellini. Dall’inizio partono Storari in porta, Romulo e Sturaro a centrocampo, insieme a Marchisio, in avanti coppia Matri-Morata.

    La partenza è piacevole, al tiro di Icardi respinto in corner da Storari risponde Morata con due ripartenze pericolose. Al 9° l’Inter passa, conclusione da fuori di Brozovic, tocca Icardi e la palla finisce in gol. Il ritmo si abbassa con l’Inter che prova a gestire il vantaggio e con la Juventus che non pressa. Al 22° Morata si riaccende se ne va da solo e costringe Handanovic alla gran chiusura in corner. Risponde l’Inter con Palacio che sfrutta un errore di Lichtsteiner ma Storari chiude. Handanovic torna protagonista poco dopo neutralizzando un bel tiro dal limite di Sturaro. Al 39° l’Inter prima sfiora il gol con Shaqiri che da fuori colpisce l’incrocio, sulla ribattuta Brozovic segna ma si alza la bandierina, gol annullato. Al 42° errore di Medel in retropassaggio, Matri s’invola, supera Vidic, entra in area, il serbo lo stende, è rigore, con giallo, Marchisio con freddezza glaciale trasforma. Il primo tempo si chiude con il risultato di 1-1.

    Si riparte con un Morata scatenato che prima va via a tutta velocità alla difesa dell’Inter ma calcia fuori, poi dopo meno di un minuto non riesce a girare in gol di testa da due passi. La gara si mantiene equilibrata senza altre grandi occasioni nel primo quarto d’ora. Al 65° ci prova Shaqiri ma la palla esce sul fondo. Anche D’Ambrosio ci prova ma la palla, colpita al volo, esce non di molto. Allegri inserisce anche Pogba ed al 83° i bianconeri trovano il vantaggio, il tiro è di Morata da fuori area ma Handanovic si fa sorprendere e la palla finisce in gol. La reazione dell’Inter è furiosa ma i nerazzurri non hanno fatto i conti con Storari che prima para sul perfetto inserimento di Palacio e poi con un balzo felino respinge il tiro a botta sicura di Icardi. Morata è scatenato, conquista calci di punizione, con un colpo di testa sfiora la doppietta, insomma una gran partita per lui. L’Inter gioca più sui nervi che sul gioco ma non crea praticamente più niente, finisce 2-1 per la Juventus. Una sconfitta che complica la corsa europea dei nerazzurri.

     

    INTER – JUVENTUS 1-2 (9° Icardi (I), 42° rig.Marchisio (J), 83° Morata (J))

    Inter (4-3-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, Vidic, Ranocchia (89° Gnoukouri), Juan Jesus; Brozovic (82° Podolski), Medel, Kovacic; Shaqiri (71° Nagatomo); Icardi, Palacio.

    Allenatore: Mancini.

    Juventus (4-3-1-2): Storari; Lichtsteiner (55° Ogbonna), Barzagli, Bonucci, Padoin; Romulo, Marchisio, Sturaro; Pereyra (78° Pogba); Morata, Matri (66° Llorente).

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Doveri

    Ammoniti: Ranocchia (I), Brozovic (I), Vidic (I), Morata (J), Lichtsteiner (J), Kovacic (I), Juan Jesus (I)

  • Brienza ferma la Juve, a Cesena è 2-2

    Brienza ferma la Juve, a Cesena è 2-2

    Un buonissimo Cesena riesce a fermare la capolista sul 2-2. La Juventus non riesce così ad allungare sulla Roma che nel pomeriggio in casa non era riuscita ad andare oltre allo 0-0 contro il Parma. 

    Gli uomini di Allegri possono decisamente mangiarsi le mani perchè dopo aver ribaltato l’iniziale svantaggio, si sono fatti riagganciare da Brienza nella ripresa ma soprattutto per il calcio di rigore fallito da Vidal al 82° che probabilmente avrebbe consegnato i 3 punti e il +9 sulla Roma.

    Il gol del 2-2 di Brienza | Foto Twitter
    Il gol del 2-2 di Brienza | Foto Twitter

    Veniamo al racconto della gara.

    Di Carlo schiera il suo Cesena con il 4-3-1-2 con Renzetti che stringe i denti e si prende il suo posto sulla fascia. In avanti Brienza si posiziona alle spalle di Defrel, non al meglio, e Djuric.

    Stesso schema per Allegri che, al contrario di ciò che si pensava alla vigilia, non rinuncia a Pirlo. Con Tevez squalificato coppia d’attacco tutta spagnola Morata-Llorente. In difesa turno di riposo per Chiellini, gioca Ogbonna.

    La gara si apre su buoni ritmi e se la Juventus cerca di fare la gara il Cesena risponde con buon gioco, cercando di rubar palla e ripartire veloce. Anzi sono proprio i romagnoli a partire meglio con Buffon che al 7° deve intervenire per salvare una bella conclusione di Defrel. Immediata la risposta di Pogba ma Leali è pronto. Le azioni si susseguono, un pasticcio di Bonucci costringe Buffon al super intervento su Defrel. Il protagonista è sempre il portiere della nazionale che al 12° deve salvare su Ze Eduardo. Il gol però è nell’aria, errore di Pirlo, riparte il Cesena con Defrel che serve Djuric che batte Buffon. La Juventus non reagisce, anzi continua a sbagliare passaggi semplici che permettono al Cesena di continuare a metter paura alla retroguardia ospite. Al 27° però arriva il pareggio, Pogba è bravo a mettere il cross, la difesa del Cesena si dimentica di Morata che di testa trova il pareggio. La Juventus caricata dal pari si rilancia in avanti e al 33° con la zampata di Marchisio trova il gol del vantaggio. Il Cesena accusa il colpo e non riesce più a rendersi pericoloso ed il primo tempo si chiude sul 1-2.

    La ripresa riparte senza cambi ma la Juve sembra aver imparato la lezione e inizia in maniera più sicura rispetto all’inizio, anche se il Cesena ci mette tanta grinta e al 53° Djuric sfiora il pareggio. Gli ospiti sembrano poter controllare il possesso palla ma un tiro al volo di Brienza al 65° spaventa i tifosi della Juventus. Il Cesena non ci sta e al 70° Djuric piazza la sponda per Brienza che lascia partire la rasoiata del pareggio. La rete carica i romagnoli che ci credono e provano a portare a casa i 3 punti. Al 82° occasione clamorosa per la Juventus, Llorente si guadagna un calcio di rigore ma Vidal dal dischetto calcia a lato. La Juventus ci prova spingendo ma il Cesena tiene bene e alla fine è 2-2. La giornata odierna vede le distanze tra Juventus e Roma rimanere immutate.

     

    CESENA – JUVENTUS 2-2 (1-2) (17° Djuric (C), 27° Morata (J), 33° Marchisio (J), 70° Brienza (C))

    Cesena (4-3-1-2): Leali; Perico (60° Nica), Krajnc, Lucchini, Renzetti; Giorgi (83° Carbonero), De Feudis, Zè Eduardo; Brienza; Djuric (83° Rodriguez), Defrel.

    Allenatore: Di Carlo.

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Ogbonna, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba (75° Pereyra); Vidal (87° Pepe); Morata, Llorente (87° Coman).

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Russo.

    Ammoniti: Perico (C), Lichtsteiner (J), Bonucci (J), Nica (C)

  • Disfatta Italia. Prandelli si dimette, il gruppo contro Balotelli

    Disfatta Italia. Prandelli si dimette, il gruppo contro Balotelli

    Nella terza giornata del gruppo D di Brasile 2014 l’Italia perde 1-0 contro l’Uruguay: decide un colpo di testa di Godin nel finale. Ma nell’eliminazione degli azzurri pesano le folli decisioni arbitrali del messicano Rodriguez Moreno: espulso il centrocampista della Juventus Claudio Marchisio e salvato l’attaccante del Liverpool Luis Suarez che morde Chiellini. Uruguay qualificata agli ottavi di finale da seconda del girone, l’Italia saluta i Mondiali al girone per la seconda volta consecutiva. Un altro Moreno nel destino degli azzurri, Marco Antonio Rodriguez Moreno, messicano, 40 anni. Premesso questo, il direttore di gara messicano non va usato come alibi.

    Chiellini e Suarez
    Chiellini e Suarez

    L’Italia è stata poco brillante, quasi mai pericolosa e atta più a difendere il pareggio che a cercare il vantaggio. Questa sconfitta è un fallimento, perchè dopo la vittoria contro l’Inghilterra, gli azzurri hanno giocato molto male le due gare successive. Traditi da un Balotelli molto nervoso, ammonito come troppo spesso gli capita e sostituito nell’intervallo per non lasciare la squadra in dieci uomini. Le scelte di Cesare Prandelli sono state troppo prudenti; la manovra degli azzurri è stata lenta, compassata e prevedibile.

    L’Italia tra la Costa Rica e l’Uruguay è riuscita a calciare verso la porta avversaria solamente tre volte; nessun giocatore è mai riuscito a saltare l’uomo e la qualità in palleggio dell’ottimo Verratti e di Pirlo, elegante ma un pò appannato, non è bastata.

    Se non si tira in porta le partite non si vincono. Prendere gol da calcio fermo fa male, e conferma i limiti difensivi di un reparto arretrato il quale ha subito tre reti nelle tre sfide del girone, tutti e tre evitabili.

    Lo 0-0 avrebbe portato l’Italia agli ottavi di finale, ma a gioire è stato l‘Uruguay. Brasile amarissimo rialzarsi sarà molto dura. Il C.T. dell’Italia Cesare Prandelli rassegna le dimissioni a fine match; insieme a lui se ne va anche il Presidente della F.I.G.C. Giancarlo Abete. Queste le parole dell’ormai ex C.t.: ” Al termine della partita ho parlato con il Presidente Federale e ho visto che il progetto tecnico è di mia responsabilità e rassegno le dimissioni. Abbiamo camuffato i problemi del calcio italiano, ma dopo il mio rinnovo del contratto ci siamo trovati di fronte a delle agressioni verbali e ci siamo sentite persone che rubavano i soldi ai contribuenti. E questo è un motivo per cui rassegno le dimissioni Non ho mai rubato soldi, vado a casa a testa alta. Pago le tasse, non volevo sentirmi dire che rubo i soldi”. 

    Amareggiato il capitano azzurro, Gigi Buffon, che a fine gara si leva un sassolino dalle scarpe contro coloro che alla vigilia di Brasile 2014 criticavano le scelte di Prandelli sui “vecchi” : “Sempre gli stessi a tirare la carretta. In campo bisogna fare, e non basta il potrebbe fare o magari il farà“, il riferimento chiaro era su Balotelli e a fargli eco, ma con parole ancora più esplicite è De Rossi: “Dobbiamo ricordarci bene tutto però e ripartire da uomini veri, non dalle figurine o dai personaggi. Questi non servono alla Nazionale. Le parole di Buffon? Le sottoscrivo in pieno e non perché mi ha messo tra quelli della vecchia guardia. Noi incarniamo lo spirito giusto e noi ci mettiamo sempre la faccia. Chi non ha la stessa passione e lo stesso impegno può restare a casa”

    L’unico guizzo azzurro arriva al 12′ punizione su di Pirlo, ma Muslera alza in calcio d’angolo. Al 59′ Rodriguez vicino al gol: Suarez gli concede un 1-2 e lui con il sinistro da ottima posizione calcia fuori. Al 60′ l’Italia rimane in dieci uomini per l’espulsione di Claudio Marchisio. Al 66′ ci prova Pirlo da fuori area palla alta sopra la traversa. All’81’ vantaggio dell’Uruguay con un colpo di testa di Godin su calcio d’angolo di Ramirez.

    ITALIA-URUGUAY (0-0) 0-1

    Italia (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Darmian, Verratti (75′ Thiago Motta), Pirlo, Marchisio, De Sciglio; Balotelli (46′ Parolo), Immobile (71′ Cassano)

    Uruguay (4-4-2): Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, A. Pereira (63′ Stuani); Lodeiro (46′ Maxi Pereira), Gonzalez, Arevalo Rios, Rodriguez (78′ Ramirez) ; Cavani, Suarez

    AMMONITI: 23′ Balotelli, 47′ Rios, 77′ De Sciglio, Muslera

    ESPULSI: 60′ Marchisio

  • Italia, buona la prima. A Manaus è trionfo azzurro

    Italia, buona la prima. A Manaus è trionfo azzurro

    E’ un grande esordio quello dell’Italia ai Mondiali 2014. Un successo prezioso, sofferto grazie alle reti di Marchisio al 35′, il pareggio di Sturridge al 37′ e il gol del successo da parte di Balotelli al 50′. Qualche sofferenza di troppo difensiva, ma con bel gioco e con autorità l‘Italia vince la sua prima gara al Mondiale brasiliano battendo 2-1 l’Inghilterra tosta e vivace, ma non irresistibile.

    Questa è l’Italia che piace a Cesare Prandelli: con tre registi (Pirlo, Verratti e De Rossi, quest’ultimo è stato il più arretrato)  e le volate dei terzini (Darmian soprattutto, la vera rivelazione della serata), gli azzurri hanno mostrato personalità, sono stati sospinti e trascinati dalla freschezza atletica di Candreva e Darmian, dalla classe di Pirlo in mezzo al campo e dal solito immenso Barzagli il quale ha messo diverse pezze alle continue amnesie di Paletta.  La solitudine di Balotelli era un prezzo che si doveva pagare: un  prezzo che nel suo caso, ha fatto la differenza. Mario Balotelli è stato criticato tanto, forse troppo ma ha disputato un’ottima gara al debutto e, nel caldo torrido di Manaus, è stato lui a decidere il match. Contava vincere e la vittoria è arrivata, il Mondiale è iniziato con il sorriso per l’Italia ora l’ostacolo Costa Rica, prima nel girone D insieme agli azzurri.

    Balotelli porta in vantaggio l'Italia
    Balotelli porta in vantaggio l’Italia

    L’Italia è stata sistemata con il 4-1-4-1 con Chiellini spostato sulla fascia sinistra e Darmian a destra. Paletta e Barzagli i centrali difensivi. A centrocampo il doppio regista, Pirlo e Verratti, con Marchisio e Candreva a ridosso di Balotelli.

    Roy Hodgson ha schierato si quattro attaccanti ma ha preferito giocare di rimessa, come certifica l’azione folgorante del pareggio. Modulo schierato è stato il 4-2-3-1 con Sturridge supportato da Wellbeck, Rooney e Sterling.

    Al 4′ minuto del primo tempo è Sterling a mandare la palla sull’esterno rete con un tiro pericoloso da 35 metri. L’Inghilterra è partita bene e Sirigu ha effettuato una bella parata sul destro di Henderson al 6′. Al 24′ ci vuole tutta la bravura di Barzagli che si immola sul cross di Wellbeck: sugli esterni gli inglesi hanno creato non pochi grattacapi. La partita si è sbloccata al 35′ con uno schema da corner, la palla arriva a Marchisio, dopo una meravigliosa finta di Pirlo, che con un destro rasoterra mette la sfera nell’angolino: gran bel gol. Ma la gioia degli azzurri dura solo due minuti: al 37′ l’Inghilterra ha pareggiato con un contropiede velocissimo a sinistra con Rooney che crossa per Sturridge. errore di Paletta che se lo è perduto e Sturridge da due passi ha riportato la situazione in parità. Nei minuti di recupero arrivano due occasioni in sequenza per gli azzurri: al 46′ grande invenzione di Balotelli che anticipa Hart e prova un bel pallonetto ma salva sulla linea Jagielka. Sugli sviluppi dell’angolo successivo Candreva calcia sul primo palo ma la palla finisce sul palo.

    Al 50′ giocata sontuosa di Candreva, cross perfetto per Balotelli che di testa ha schiacciato dentro riportando in vantaggio l’Italia.  Al 54′ spunto assurdo di Rooney che salta  De Rossi e spara, palla fuori di poco. Al 61′ grande azione di Candreva che ha effettuato un altro cross ma Balotelli non ci è arrivato per un soffio. Al 64′ c’è stato un destro a giro di Barkley e Sirigu ha respinto la sfera lateralmente. La partita, da qui in poi, non ha portato grandi occasioni da rete, gli inglesi ci hanno provato ma senza mai impensierire Sirigu. La traversa nel recupero di Pirlo chiude un match ben giocato dagli azzurri. Con il cuore i ragazzi di Prandelli hanno retto e hanno gestito il minimo vantaggio.

    ITALIA-INGHILTERRA 2-1 (1-1) (35′ Marchisio, 37′ Sturridge, 50′ Balotelli)

    ITALIA (4-1-4-1): Sirigu; Darmian, Barzagli, Paletta, Chiellini; De Rossi, Candreva (79′ Parolo), Pirlo, Verratti (57′ T. Motta), Marchisio; Balotelli (73′ Immobile).

    INGHILTERRA: (4-2-3-1); Hart; Johnson, Cahill, Jagielka, Baines; Gerrard, Henderson (73′ Wilshere); Rooney, Sterling, Wellbeck (61′ Barkley); Sturridge (80′ Lallana).

    ARBITRO: Kupiers ( Olanda )

    AMMONITI: Sterling

     

     

  • Nazionale: tanti esperimenti ma poca birra

    Nazionale: tanti esperimenti ma poca birra

    E’ una Nazionale che delude quella che conclude l’ultimo test pre-mondiale sul suolo italico e dire che l’avversario scelto era uno di più morbidi del carniere, il Lussemburgo.

    A Perugia finisce 1-1 con alcuni spunti interessanti da verificare contro difese decisamente più probanti ma con i soliti e troppi dubbi. Poco importa su come arriva il gol del pareggio dei lussemburghesi, un evidente errore di posizionamento su palla inattiva, più importante e preoccupante è che non riusciamo a chiudere le partite facili dando una prova di superiorità su avversari decisamente alla portata. Nel test di tre giorni fa contro l’Irlanda ci poteva stare, dopo l’infortunio di Montolivo, da parte degli azzurri un certo timore nello sviluppare gioco ma contro il Lussemburgo doveva essere o almeno ci si aspettava una sgambata accademica condita da gol e occasioni.

    Cesare Prandelli nel post-partita ha detto bene, i giocatori sono ancora imballati e si nota, tuttavia regola antica del calcio è che dove fisicamente non arrivi puoi sopperire tecnicamente facendo girare la palla e questo è avvenuto con una velocità troppo lenta dalla difesa al centrocampo e più velocemente dal centrocampo in avanti in fase di costruzione dove infatti nel primo tempo ne ha beneficiato Marchisio per il vantaggio azzurro su assist al bacio di Balotelli.

    Claudio Marchisio esulta dopo il gol realizzato | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Claudio Marchisio esulta dopo il gol realizzato | Foto Twitter / Il Pallonaro

    La prevedibilità e la poca velocità dell’impostazione del gioco da dietro permette al Lussemburgo di “calmare” ulteriormente la partita e tenere il campo fino all’ingresso di Cassano che innesca con due giocate “al bacio” prima Balotelli e poi Candreva che colpiscono i montanti della porta ospite. Nel frattempo la retroguardia ha scricchiolato solo in un paio di incursioni sulle fasce che hanno solo sortito l’effetto di traversoni imprecisi. Su un calcio d’angolo il Lussemburgo pareggia con un colpo di testa di Chanot anticipando Aquilani.

    Partiamo dai dubbi evidenziati. Negli azzurri ci sono diversi giocatori che non stanno troppo bene, Barzagli, Sirigu e  Motta su tutti e da quì si potrebbe parlare del “caso” Giuseppe Rossi che è stato escluso dalla rosa definitiva proprio per lo stesso motivo, ma il discorso è stato ampliamente trattato e ormai non è più opportuno tornarci. Per il portiere addirittura partirà in allerta anche Mirante per il Brasile. Il dubbio evidente che è stato proposto in queste due uscite azzurre è proprio relativo alla fase d’impostazione della manovra dove la velocità e la precisione dei costruttori di gioco (Verratti e Pirlo) non sembra esserci, complice anche il poco movimento degli attaccanti provati da Prandelli, Cassano escluso.

    De Sciglio e Abate si propongono molto bene in avanti sulle fasce e possono essere un’arma in più se iniziano, quando effettuano i cross, a trovare le punte in area ma la cosa è avvenua molto di rado in queste due ultime uscite. Non benissimo invece in copertura, dove sia l’Irlanda che il Lussemburgo sono riusciti a sfruttare i loro binari per rendersi pericolosi.

    La difesa è da registrare in maniera ottimale e soprattutto da rendere meno confusionara la posizione degli interpreti, troppo spesso i centrali si pestano i pedi nelle chiusure e nell’impostazione, quando la manovra parte da dietro, ci sono pochissime idee. In condizione è apparso finora solo Chiellini.

    Insomma la sensazione è che con la concentrazione alta e uno stato di forma negli undici in campo accettabile la nostra Nazionale vada troppo a corrente alternata e contro avversari più intelligenti tatticamente e più maturi (vedi Inghilterra) la possibilità di andare in difficoltà sia molto alta.

    I lati positivi sono molti però. La formazione azzurra, vuoi per defezione di alcuni, vuoi per le scelte del C. T. è composta da una rosa che può interpretare diversi moduli e modificare in base alle caratteristiche diverse dei giocatori il tipo di partita.

    Già in uno stato di condizione accettabile sono apparsi Marchisio, Cassano, De Sciglio, Chiellini, Verratti, Cerci e Candreva per gli altri rimangono una decina di giorni per mettersi a posto e per tutti c’è da provare proprio queste variabili da  sfruttare al meglio in un torneo breve come un Mondiale. Difficile quindi sarà vedere schierato un 4-3-3 in partenza, perché aggraverebbe troppo su un centrocampo che ha bisogno ancora di filtri e sostegno da parte delle punte che devono fare pressing sui portatori di palla avversari. Più probabile quindi una partenza con un 4-4-2 classico che possa essere modificato in corsa e che diventa poliedrico in base all’avversario di turno con l’inserimento di velocisti e talentuosi per colpire negli spazi lasciati dagli avversari. Posiamo immaginare e provare diverse soluzioni in entrambe le fasi di gioco, ma ci vuole più birra.

    In pratica sebbene il gruppo non porti stelle illuminate, particolarmente dall’ultima stagione, è comunque composto da elementi in grado di cambiare il volto della squadra in corsa ed in maniera efficace, questa probabilmente sarà l’arma della nostra Nazionale ed è una caratteristica che, se verrà fuori, potrebbe essere determinante. Delle big solo Argentina e Spagna hanno in rosa tale varietà di scelta tattica in seno pertanto almeno in questo siamo competitivi. Staremo a vedere.

  • La carica dei 102, la Juve tra record, mercato e allenatore

    La carica dei 102, la Juve tra record, mercato e allenatore

    Record italiano demolito e record europeo quasi raggiunto (quello dei 103 punti del Celtic nel 2002, in un campionato certo meno combattuto della Serie A). Ormai la Juve di Antonio Conte non la smette di frantumare record su record che non saranno battuti certo facilmente. Innanzitutto 19 su 19 in casa e “solo” 14 su 19 in trasferta (1-1 Inter, 1-1 Lazio, 2-2 Verona, 4-2 Fiorentina, 2-0 Napoli). 102 punti su 114, numeri pazzeschi per una squadra pazzesca che però ancora una volta in Europa non riesce a sfondare. Oggi con il Cagliari non è stato un problema portare a casa i tre punti, con un 3-0 maturato nel primo tempo grazie alla solita perla di Pirlo, al gol di piede di Llorente che continua a dimostrare che non è bravo solo di testa e al gran gol di Marchisio, che mostra ancora una volta la sua eleganza col pallone tra i piedi. Per il secondo anno di fila è Juve-Cagliari la partita della premiazione (l’anno scorso finì 1-1). Come sempre grande entusiasmo in casa Juve, in cui però, adesso, bisogna parlare di mercato, a cui è strettamente legato il rinnovo di Conte, che ancora una volta si è mostrato molto ambiguo ai microfoni di SKY e anche con i propri giocatori (Llorente ha detto che Conte non parla di queste cose negli spogliatoi).

    La Juventus campione d'Italia
    La Juventus campione d’Italia

    Proviamo a stilare le pagelle di una stagione che ancora una volta ha visto la Juve protagonista.

     Chiellini 8: come sempre una sicurezza lì dietro, ma ogni tanto si fa male e la difesa bianconera ne risente.

    Caceres 7: il jolly di riserva: se serve un centrale ecco Caceres, se serve un esterno destro ecco Caceres. Qualche disattenzione, ma comunque dimostra di essere un giocatore importante per i bianconeri.

    Ogbonna 6: qualche problema ad ambientarsi, magari per il passato granata, ma quando serviva c’era, magari non svolgendo al meglio il lavoro.

    Pogba 8: qualsiasi sia il suo valore di mercato, è un fenomeno e continua a dimostrarlo ogni giorno che passa, con agganci super e gol fantascientifici.

    Pepe sv: si è rivisto nel finale, ma il numero 7 deve rifarsi l’anno prossimo. Preferibilmente senza altri infortuni.

    Marchisio 7.5: pochi ma importanti i suoi gol questa stagione, iniziata piuttosto male per il principino, che si era sbloccato all’ andata proprio col Cagliari.

    Vucinic- Quagliarella 5.5: rispettivamente uno e due gol e poche apparizioni, chiaro segno che la cessione, già vicina a gennaio, è imminente.

    Tevez 9: chi diceva che non meritava il 10 ora probabilmente si è ricreduto. Il bomber che la Juve cercava lo ha trovato per soli 9 mln. Con lui è tutta un’altra squadra. E come se non bastasse, è stato nominato MVP dell’anno.

    Giovinco 6: poche apparizioni, ma quando la formica atomica è in campo il gioco è più scattante.

    Peluso-Padoin-Isla 5: gli esterni di riserva. Peluso e Padoin hanno trovato un gol a testa, Isla è ancora a secco, ma ormai non si può più dire “deve recuperare dall’infortunio”, perché è passato tanto tempo e l’Isla di Udine non si trova più.

    Llorente 8: arriva tra lo scetticismo generale e conquista i tifosi con 16 gol, tante sponde e non solo gol di testa, ma anche di piede.

    Barzagli 7.5: dietro è una sicurezza, ma la tendinite lo ha lasciato out per troppo tempo

    Osvaldo 7: riscattare o  non riscattare? Ha giocato poco e il Southampton chiede una cifra troppo alta. Si vedrà.

    Bonucci-Pirlo 8: ruoli diversi ma sempre registi, il primo alterna partite perfette a qualche errore, il secondo decide le partite ma in alcune occasioni è quasi invisibile.

    Asamoah-Lichtsteiner 8.5: fenomenali sulla fascia, creano palle gol, fanno giocate e creano confusione in area. Perfetti per il 3-5-2.

    Vidal: 8.5: come sempre perfetto il cileno, che segna 11 gol e si inserisce come un’attaccante. Altro uomo di mercato da trattenere.

    Storari-Rubinho sv: poche presenze se hai Buffon sopra di te. Storari titolare in Coppa Italia e soprattutto con la Roma, facendo grandissime parate. Rubinho, terzo portiere, elogiato oggi da Conte, ha avuto 45° minuti di spazio col Cagliari.

    Buffon 9: come si fa a dire che è finito? copre lo specchio della porta con dei riflessi pazzeschi e spesso salva la Juve. Una sicurezza

    Antonio Conte 9: il condottiero della Juve non sbaglia un colpo: 102 punti e un rinnovo che, con una squadra così, come si fa a non firmare?

     

  • Serie A, la Juve espugna il Mapei e va a un passo dal titolo

    Serie A, la Juve espugna il Mapei e va a un passo dal titolo

    Che siano 30, che siano 32, ormai la Juve è a un passo dal terzo campionato di fila della Serie A. Letteralmente un passo, perché nella sfida casalinga con l’Atalanta il 5 maggio, non proprio una data qualsiasi per i bianconeri, la squadra di Antonio Conte avrà a disposizione due risultati su tre. Volendo essere pignoli, effettivamente con una vittoria sarebbe tutto chiuso, con un pareggio non del tutto, perché se la Juve pareggiasse con l’Atalanta e perdesse 4-0  o più con la Roma non avrebbe lo scontro diretto.

    Lasciando stare i minimi particolari, lo scudetto è vicinissimo e si evince anche dall’esultanza di tutta la squadra a fine partita, da Tevez a Rubinho fino a un Antonio Conte che in stile Mourinho è entrato in campo a festeggiare il terzo gol.  In realtà, però, a inizio partita non c’era tanto da esultare per la Juve: al 9° Sansone recupera palla, va in contropiede, serve Zaza che di mancino (con deviazione di Ogbonna) trova il gol del vantaggio. Poi la Juve si sveglia (un po’ com’era successo a Lisbona) e al 34° Tevez mette dentro con deviazione di Longhi. Ripresa a senso unico, la Juve attacca e trova il gol con l’inserimento di Marchisio (assist fantastico di Pirlo) che continua a segnare poco ma fa sempre gol importanti. A chiudere la partita ci pensa Llorente: cross di Lichtsteiner appena entrato al posto di Isla, splendido colpo di tacco del re leone e 1-3 che chiude la partita. Ora per i bianconeri testa al ritorno col Benfica, per i neroverdi la salvezza è ancora da raggiungere.

    L'esultanza dei giocatori bianconeri
    L’esultanza dei giocatori bianconeri

    Le pagelle:

    SASSUOLO: Pegolo 5.5, Gazzola 5.5, Longhi 5.5, Cannavaro 5.5, Antei 5.5; Ziegler 6 (dal 65° Floccari 6), Magnanelli 6.5, Chibsah 6.5 (dal 78° Brighi sv); Zaza 7, Floro Flores 5.5, Sansone 6.5 (dall’ 83° Masucci SV)

    JUVENTUS: Buffon 6; Barzagli 5.5, Chiellini 6, Ogbonna 4.5 (dal 74° Bonucci 6); Isla 5.5 (dal 63° Lichtsteiner 6.5), Marchisio 6.5, Pirlo 6 (dall’ 80° Vidal sv), Pogba 6, Asamoah 6; Tevez 7, Llorente 6.5

  • Fantacalcio: i migliori ed i peggiori, le statistiche dopo la 24ma giornata

    Fantacalcio: i migliori ed i peggiori, le statistiche dopo la 24ma giornata

    La 24ma giornata che essendo stata spalmata  su 4 giorni, non è stata semplicissima da organizzare per chi gioca al Fantacalcio senza dubbio è stata piena di Bonus per i Fantallenatori.

    In questo turno oltre ai gol dei soliti Bomber, si segnalano dei bonus decisamente inaspettati come quelli di Molinaro, Peruzzi o Schelotto, ma anche dei ritorni al gol come nel caso di Palacio, Marchisio ed Insigne.

    In questa giornata sono stati segnati 32 gol: Nene, Peruzzi, Spolli, Izco, Cuadrado, Gilardino (2), Konatè, Icardi, Palacio, Asamoah, Marchisio, Llorente, Mauri, Emerson, Paulinho, Balotelli, Dzemaili, Ins

  • Juventus-Real Madrid, tutto in una notte. Le formazioni

    Juventus-Real Madrid, tutto in una notte. Le formazioni

    La grande serata di Champions League è arrivata: nella sfida che vede affrontarsi Juventus-Real Madrid allo Stadium, la padrona di casa ha il compito di dimostrare di essere in grado non solo di affermarsi in Italia ma di poter anche competere in campo internazionale. (altro…)