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  • La carica di Edi Reja “puntiamo al terzo posto”

    La carica di Edi Reja “puntiamo al terzo posto”

    A volte è incredibile come nel calcio tutto possa cambiare repentinamente, basti pensare come una giornata di campionato possa cambiare radicalmente le prospettive delle diverse squadre.

    Strano ma vero, soprattutto in casa Lazio. Prima della vittoria di ieri contro il Catania, sonoro e netto 4 a 1 al Massimino, la Lazio doveva cercare di guardarsi alle spalle, dalla rincorsa di Roma, Juve e Udinese ora, invece, anche per i risultati negativi di Roma e Juventus, può guardare avanti con grande fiducia, puntando addirittura al terzo posto, dando il quarto ormai per consolidato, a cinque giornate dal termine del campionato.

    La pensa così anche il tecnico Edi Reja, e, verrebbe da dire, se si sbilancia lui allora qualcosa è realmente cambiato. Il tecnico, infatti, dall’inizio della stagione ha cercato di spegnere i facili entusiasmi, almeno nelle dichiarazioni: dapprima affermava di puntare a quota quaranta, ossia alla salvezza, poi ha pian piano iniziato ad accarezzare quel sogno, che pareva assolutamente irragiungibile all’inizio del campionato, chiamato quarto posto, ossia preliminari di Champions League. Ora, invece, trova il coraggio di spronare i suoi ad alzare l’asticella, aumentando il coefficiente di difficoltà ed ambizione, puntando al terzo posto, ossia alla qualificazione dalla porta principale.

    Anche perchè il terzo posto è davvero a portata di mano, distante soli tre punti, ed il calendario nella prossima giornata propone proprio lo scontro diretto con l’Inter, attualmente in terza posizione. Far risultato a San Siro appare difficile ma non impossibile, soprattutto in virtù del difficile momento attualmente attraversato dai nerazzurri, ma avrebbe comunque un’ importanza assoluta, anche per poter affrontare con maggior serenità l’altro scontro diretto, con l’Udinese di Guidolin, fermo restando che la quota qualificazione quest’anno si è alzata, e sarà necessario conquistare almeno 69 – 70 punti. Edi Reja in merito alla situazione attuale dichiara: “Soprattutto in virtù dello scontro diretto di Udine sarebbe stato importante staccarli in questa giornata. Senza contare che ora l’Inter avrà ancora la motivazione di giocarsi il secondo posto con il Napoli. Lo stesso Milan, che è ad un passo dallo Scudetto, ora potrà gestire. Adesso è chiaro che i punti necessari per raggiungere il piazzamento Champions aumenteranno”.

    Il segreto della Lazio secondo il tecnico finora è stato l’approccio alle gare, la mentalità e l’ umiltà, con tenuta mentale, rialzandosi di fronte ad ogni difficoltà. In questo discorso, si inserisce la situazione legata agli screzi del tecnico con Zarate, che avevano portato all’esclusione dell’argentino dall’unidici titolare di ieri, relegandolo in panchina per “punirlo” per il ritardo in allenamento. Il destino, però, ha voluto regalare alla vicenda un lieto fine, con la complicità inconsapevole di Giuseppe Sculli. Dopo 13′ della gara di Catania, infatti, l’attaccante calabrese si è infortunato, costringendo il tecnico a sostituirlo proprio con Mauro Zarate. L’ingresso dell’Argentino, però, ha avuto un impatto straordinario sul match, in termini di assist, giocate e di gol, la rete che ha suggellato il definitivo 4 a 1.

    Edi Reja, dunque, non può che ringraziarlo, coccolarlo ed elogiarlo, consapevole dell’estremo valore tecnico del suo giocatore dal geniale estro: “In alcune circostanze, quando si è lasciato andare a qualche dribbling di troppo davati la difesa, Zàrate mi ha fatto venire quasi un infarto, Ma devo dire che si è calato alla grande nello spirito della gara. Tra l’altro spesso si è sacrificato molto anche in fase di ripiegamento, è stato costante come rendimento, ha fatto benissimo sulle corsie esterne, in particolare su quella di destra. Ma Mauro è già un po’ di tempo che sta facendo bene, ci sta mettendo il piglio giusto, ha promesso che vuole finire alla grande, mi auguro continui così”.

    Chissà se lo scaramantico tecnico goriziano ora non decida, almeno per le prossime cinque gare, di lasciar sempre in panchina Mauro Zarate, sperando in cinque repliche della straordinaria gara di ieri.

    In tal caso, di sicuro, all’argentino verrebbe perdonato qualsiasi ritardo in allenamento.

  • Roma, tra ambizione e diffidenza

    Roma, tra ambizione e diffidenza

    In questi mesi abbiamo imparato a conoscere Thomas DiBenedetto, lo “zio Tom” sbarcato dall’America per conquistare l’Italia e l’Europa proprio grazie alla Roma calcio ma in molti sono pronti a girurare che il vero punto di forza della cordata italoamericana che da venerdì è proprietaria della Roma è James “Jim” Pallotta leggenda degli Hedge Fund, comproprietario dei Boston Celtics tornati alla vittoria proprio con la sua scalata all’Nba.

    Roma spera che le sue intuizioni sportive possano davvero tramutare le grandi promesse che in questi giorni si sentono e che galvanizzano i tifosi con sogni sul mercato e propositi di vittorie in breve tempo. Pallotta intervistato da la Repubblica non fa mistero di voler puntare dritto allo scudetto primo obiettivo della nuova Roma e per far questo si dovranno rivedere le scelte societarie e per questo non si escludono addii eccellenti (De Rossi?).

    Oggi è Tullio Camiglieri, portavoce di DiBenedetto, ad alimentare l’entusiasmo “La Roma può puntare ad essere una squadra che esca dai confini cittadini per competere a livello internazionale su più fronti”. Puntando dritti alla costruzione dello stadio e a consolidamento della società.

    In Italia però c’è molta diffidenza e al monito di Berlusconi nei giorni scorsi si aggiugono quelli dei diffidenti Zamparini e Lotito. Il presidente del Palermo rivendica la bravura degli imprenditori italiani “DiBenedetto? Siamo tutti attenti a vedere quello che succede, perchè io sono un pò incredulo che un americano voglia investire e perdere nel calcio italiano. Io ho investito 80 milioni di mia liquidità più altri impegni per le fideiussioni, ma non ho visto nulla, magari vedrò qualche ritorno quando andrò via da Palermo. Noi italiani non siamo addormentati, siamo ottimi imprenditori”.

    Mentre Lotito in perfetto clima derby dubita sulle reali potenzialità della cordata “Non voglio fare i conti in tasca agli altri ma il bilancio è pubblico e alla fine loro chiuderanno la stagione con 40 milioni di debiti. Poi dovranno immettere ancora altro denaro per comprare e fare la squadra. Se portano idee nuove ben vengano, ma quella dello stadio non lo è, perchè io ne parlo da sette anni. Non è che arriva l’americano e fa lo stadio. Stiamo a Roma, e non in America, le paludi burocratiche italiane le conoscono tutti”.

  • Lazio: piacciono Cana e Ziegler, ma si punta anche su un colpo ad effetto

    Lazio: piacciono Cana e Ziegler, ma si punta anche su un colpo ad effetto

    Agguantando il quarto posto in classifica, la Lazio è ora artefice del proprio destino per quanto riguarda la qualificazione alla prossima Champions League. In caso di raggiungimento dell’ambito traguardo, come lo stesso ppresidente Lotito ha promesso, sarà tempo di rinforzare l’organico, mantenendo i “big” e puntando su giocatori di qualità che permettano di affrontare al meglio la prossima stagione.

    In proposito, si è espresso anche Igli Tare, direttore sportivo biancoceleste, confermando la volontà di rinforzare la squadra, non tirandosi indietro di fronte alle possibilità che il mercato potrà offrire, puntando, soprattutto, su giocatori che si integrino al meglio con il sistema di gioco di Reja, così com’è stato quest’anno nel caso dell’acquisto di Giuseppe Sculli.

    Inoltre, Tare non esclude la possibilità di un “grande arrivo”, con i nomi di Gilardino e di Klose in pole position per l’attacco, sottolineando che “se alla Lazio si associano dei nomi importanti è un chiaro sintomo che la società sta ritornando ad essere una grande squadra”.

    Inoltre, i biancocelesti appaiono fortemente interessati anche al centrocampista del Marsiglia Lorik Cana per il quale la Lazio offrirebbe circa 8 milioni di euro.

    A rivelarlo ufficialmente è stato lo stesso presidente Claudio Lotito, che ha dichiarato di apprezzare particolarmente Cana per la sua duttilità tattica – capace di giocare sia in difesa che a centrocampo – ed anche per la prontezza fisica e per la sua esperienza, dando mandato ad Igli Tare di trattare l’acquisto del suo connazionale, agendo d’anticipo rispetto ad altri club europei interessati al centrocampista albanese: “Tare si sta occupando direttamente di questa situazione, la richiesta è alta, ma sono fiducioso che troveremo una soluzione. Stiamo lavorando affichè Cana possa giocare nella Lazio”.

    Inoltre, la Lazio è fortemente interessata anche al 23 enne svizzero Reto Ziegler della Sampdoria, in scadenza di contratto a fine stagione, al quale in passato era interessato anche il Milan. I rossoneri, nella seduta di riparazione del mercato, erano certi del buon esito dell’operazione a fronte di un esborso di 2,8 milioni di euro, ma lo svizzero, poco prima della firma sui contratti, rifiutò il trasferimento al Milan – in aperto disaccordo con il suo procuratore Giuseppe Bozzo. In proposito, sembrava che il mancato trasferimento dello svizzero in rossonero, a seguito dell’accaduto, dovesse essere connesso ad un suo passaggio alla Lazio già Gennaio. Nel mercato di riparazione, però, l’accordo con la Sampdoria non si riuscì a trovare, rimandando l’operazione.

    Negli ultimi giorni, il club biancoceleste sembra aver ritrovato un forte interessamento nei confronti dello svizzero che si libererà a paramentro zero a fine stagione. Infatti, in merito all’affare Ziegler, anche il direttore sportivo Igli Tare ha confermato l’interessamento dei biancocelesti, elogiando le caratteristiche tecniche di Reto Ziegler e sottolineando che la sua condizione contrattuale potrebbe rappresentare un fattore in più per l’interessamento della Lazio nei suoi confronti: “ Ziegler è un giocatore con delle caratteristiche importanti, vedendo lo stato contrattuale che ha con la Sampdoria potrebbe essere un giocatore che riguarda la Lazio, da qui alla fine si vedrà. Se la Lazio raggiungerà un accordo con un giocatore, nel momento opportuno verrà comunicato. Vi prego di avere un po’ di fiducia e pazienza”.

  • Lazio – Roma il derby infinito: Montali risponde a Lotito

    Lazio – Roma il derby infinito: Montali risponde a Lotito

    La qualificazione alla prossima Champions League, e la conquista del quarto posto in classifica, per Roma e Lazio è diventata un pretesto per alimentare una già accesissima rivalità, prolungando quel clima di tensione che si respira in prossimità del derby almeno fino al termine della stagione. L’ombra dei sospetti e delle polemiche è sempre in agguato, con dichiarazioni provocatorie da ambo le parti.

    Nella giornata di domenica, nel post partita di Lazio – Parma, dopo la vittoria dei biancocelesti, ora quarti in classifica, Edi Reja ed il presidente Claudio Lotito avevano lanciato qualche frecciata al veleno all’indirizzo della “fortuna” giallorossa, riferita, senza mezzi termini, alle sviste arbitrali di sabato scorso nel match vinto dalla Roma al Friuli di Udine, contro l’Udinese di Guidolin, diretta concorrente per la corsa all’ambito quarto posto.

    Lotito, dal canto suo, aveva aggiunto alle allusioni del suo tecnico la proposta di creare una sorta di “task force” che possa vigilare sulla regolarità delle ultime partite di campionato, assicurandone, così, la trasparenze e la correttezza, evitando il compiersi di torti arbitrali a danno della regolarità dei verdetti del campo : “La mia task force ha creato scompiglio? Sono allibito. Difendo il sistema. Non ho fatto riferimenti a situazioni specifiche, ho solo detto che il sistema deve essere gestito in modo trasparente. Rimango sorpreso e perplesso che ci siano state queste reazioni alle mie parole. So­no molto sorpreso. Perché si preoccupa solo la Lazio? L’equi­tà del sistema dovrebbe stare a cuore a tutti. Se qualcu­no ha posizioni diverse, lo dica chiaramente. Mi sarei aspettato un coro di adesioni, è sorprendente che qual­cuno si preoccupi. Sia chiaro: non chiedo che la Lazio venga tutelata, chiediamo che venga protetto il sistema all’interno del quale c’è anche la Lazio“.
    Non si è fatta attendere, così, la risposta della Roma, nelle vesti di GianPaolo Montali, direttore operativo giallorosso, che ribatte colpo su colpo alle allusioni sospettose di Lotito, rimarcando la necessità di far cambiare la mentalità del calcio italiano, evitando di alimentare perennemente la cultura del sospetto: “Se lo scorso anno la Roma avesse avuto fortuna nelle partite con Samp, Li­vorno, Napoli e Cagliari, oppure se noi avessimo avu­to la fortuna di vedere un Lazio – Inter diverso, ora gio­cheremmo con lo scudetto cucito sulla maglia. E poi la fortuna è una qualità, io nel volley ho vinto tutto e mi chiamavano Gastone… Le persone sono ciò che dicono e ciò che fanno, certe co­se si commentano da sole. Ci vuole più coraggio a sta­re zitti che a parlare. Per me sarebbe facile con un pa­io di battute accattivarmi i tifosi della Roma ma in que­sta città bisogna cambiare mentalità. Non si può get­tare il sasso e poi nascondere sempre la mano…“.

    All’eco delle polemiche esplose sulle due sponde del Tevere, si aggiungono anche le dichiarazioni dei calciatori. Ieri Cristian Brocchi aveva dichiarato che la Lazio merita più di altre squadre la qualificazione, alludendo sempre alla fortuna dei cugini: “Se siamo dove siamo lo dobbiamo solo a noi. A differenza di altri nessuno potrà dire che i nostri punti non sono punti meritati. Siamo poco appoggiati da stampa e nell’ambiente del calcio italiano. Siamo orgogliosi indossare la maglia della prima squadra della Capitale. Se dovessimo centrare questo obiettivo vorrà dire che ce lo siamo meritato più di altri. Parlando di ieri sera mi sembra giusto dire che il rigore per la Roma era netto, però il problema è che c’era anche quello per l’Udinese”.

    Oggi, dalla sponda romanista, si registrano le dichiarazioni di risposta del portiere brasiliano Julio Sergio, a difesa della stagione giallorossa nei confronti delle illazioni biancocelesti: “Non penso che in questo campionato ci siano stati vantag­gi arbitrali a nostro favore, per il resto non è la prima volta che sento fare questi discorsi dalla Lazio. Per quanto mi riguarda chiedo solo rispetto“.

  • Lazio: quarto posto e polemiche. Lotito ricorre ad una task force

    Lazio: quarto posto e polemiche. Lotito ricorre ad una task force

    La vittoria di ieri con il Parma ha riportato buonumori e sorrisi in casa Lazio, rilanciando le ambizioni Champions, e sorpassando l’Udinese sconfitta dalla Roma. E’ stata una prova importante quella dei biancocelesti, che hanno mostrato determinazione e carattere, oltre che grinta, concretezza e maturità.

    In grande spolvero Hernanes, autore del primo gol peraltro molto bello, ma anche Zarate e Ledesma, oltre che Floccari, l’autore del raddoppio biancoceleste.

    Ma, nonostante le liete notizie, Reja sembra turbato in vista dello sprint finale di campionato, preoccupato da strani episodi: “ Sono preoccupato per il finale, lo ero durante l’anno e lo sono adesso, mi auguro che da qui alla fine le partite siano tutte corrette, ci sono stati episodi e si stanno ripetendo. Chi temo di più tra Udinese e Roma? Temo di più la Roma, considerando come le girano le cose penso sia sempre abbastanza fortunata”.

    Frecciata mirata e precisa, andata a segno proprio all’indirizzo dei cugini-rivali, distanti ma non troppo nella corsa al quarto posto dopo la contestata vittoria di Udine: la fortuna nelle parole di Reja vuol proprio significare “errore arbitrale”, o “favore” che dir si voglia, con particolare riferimento al rigore netto negato all’Udinese sabato sera.

    Non poteva mancare, in proposito, l’intervento del presidente Lotito, che già nella settimana scorsa aveva invocato al rispetto della trasparenza nel finale di campionato ed a una maggiore attenzione agli arbitraggi, per evitare sviste clamorose come quella che ha penalizzato la Lazio contro il Napoli al San Paolo, con l’annullamento del gol “fantasma” a Brocchi, che, invece, oggettivamente era regolare.

    L’idea di questa settimana è l’istituzione di una sorta di task force appositamente creata per vigilare sulle ultime giornate di campionato e garantirne la regolarità: “Ho messo in campo una task force per la verifica dell’andamento delle ultime sei giornate di campionato. Mi avvalgo delle istituzioni, sono un uomo delle istituzioni, rispettoso delle norme. Ritengo ci siano cose che non collimano e allora mi dovrò rivolgere alle istituzioni preposte. Sul campo esprimiamo qualità che ci vengono negate per situazioni esterne. Non consentirò a nessuno di procurare danni alla Lazio”. Ed aggiunge: “Ritengo che le prossime partite sono sei finali e sono molto difficili. Dobbiamo fare in maniera che i risultati dipendano esclusivamente dal merito delle squadre”.

    Il duello capitolino a distanza trova legna da ardere nel fuoco delle polemiche anche nelle parole di Brocchi, particolarmente allusorio ai favori arbitrali giallorossi: “In proposito avrei qualcosa da dire”.

    Per ora, comunque, la Lazio deve pensare agli impegni di campo piuttosto che alla vis polemica, anche in virtù dell’aver riconquistato la quarta posizione e, dunque, il destino della qualificazione è esclusivamente nelle sue mani, prestando attenzione, però, alle numerose insidie che il calendario propone da qui alla fine del campionato: la doppia trasferta con Catania ed Inter, la partita in casa con la Juventus, il delicatissimo  scontro diretto con l’Udinese al Friuli, e l’ultima in casa con il Genoa.

    Il difensore Guglielmo Stendardo ha dichiarato in proposito: “Ci servono 12 punti almeno per essere certi del quarto posto”.

    A tal proposito, è essenziale la compattezza e lo spirito di squadra, evitando che le polemiche ed i nervosismi possano scuotere l’ambiente in senso negativo.

  • Ibra, cosa ti succede? Totti non è finito

    Ibra, cosa ti succede? Totti non è finito

    Scopriamo il bello e il brutto della 32esima giornata di Serie A con la nostra rubrica settimanale Liscio e Sbalascio.

    Al primo posto dei nostri Lisci si piazza Francesco Totti, il capitano della Roma, rivitalizzato dalla cura Montella: il 34enne attaccante giallorosso è il vero trascinatore di questa Roma che cerca di non perdere il treno per l’Europa che conta, e sta trascinando a suon di gol la sua squadra, segno che la voglia e la classe che l’hanno sempre contraddistinto non è per niente scemata.

    Secondo gradino del “podio” per il Lecce: con una grande prova di forza va a vincere a Genova uno scontro diretto pesantissimo contro la Sampdoria, e la scavalca in classifica inguaiando seriamente proprio la squadra blucerchiata. Inoltre gioca anche un gran bel calcio e la salvezza non sembra essere ormai troppo lontana.

    Terzo e ultimo piazzamento dei Lisci per il Cesena, capace in 10 uomini di acciuffare al 96esimo una partita che fino al minuto 91 sembrava essere in ghiaccio per il Palermo, che conduceva 2-0. Prima la rete speranza dell’emergente Parolo, infine a 2 secondi dal termine la rete insperata del “piccolo” Giaccherini, per la gioia dei ragazzi di Ficcadenti che ci hanno creduto fino all’ultimo. Una rimonta “pazza” stile Inter della stagione 2004/2005, che può valere in ottica salvezza un punto d’oro. Da segnalare inoltre i comportamenti inspiegabili e non onorevoli di Miccoli e Liverani, i quali presi dal nervosismo, hanno tentato di scagliarsi contro alcuni tesserati bianconeri.

    Passando agli Sbalasci di giornata, troviamo al primo posto ancora Ibrahimovic, rientrante dalla squalifica di 3 turni inflittagli grazie alla prova tv per un pungo rifilato al difensore barese Marco Rossi. Ebbene, nonostante abbia giocato un gran match, nel quale si è rivista l’intesa perfetta con Pato nonostante le voci che li davano “incompatibili”, a tempo scaduto, per un pallone perso malamente commette la sciocchezza di mandare il guardalinee a quel paese e di beccarsi un rosso diretta che, regolamento alla mano, significherebbe 3 giornate di squalifica. Un’altra pesante sanzione in vista dell’importantissimo rush finale di campionato, che potrebbe consegnare dopo 7 anni lo scudetto ai rossoneri. Malessere o solo coincidenze? Che ci sia qualcosa a turbare il gigante svedese?

    Secondo posto per Leonardo Bonucci, il difensore “strapagato” dalla Juventus al Bari, ma che tutti questi soldi effettivamente non li vale, nonostante sia nel giro della Nazionale. Difensore troppo sicuro e superficiale, gioca una partita veramente pessima, condita da un’autogol rocambolesco di cui ha poche colpe. E’ veramente imbarazzante quando difende, vince solo una volta un duello con Floro Flores (manco fosse Messi, con tutto il rispetto per Floro, che è molto bravo) e per lo più è sempre spaesato. E’ veramente la brutta copia di quello ammirato l’anno scorso.

    Ultimo posto degli Sbalasci va a Claudio Lotito, il quale dopo aver acciuffato il quarto posto con la sua Lazio, tenta di difenderlo “diplomaticamente”, avvertendo la FIGC di eventuali complotti ai danni dei biancocelesti in vista della volata per il quarto posto che varrebbe i preliminari di Champions e che attualmente coinvolge quattro squadre (la stessa Lazio, l’Udinese, la Roma e la Juventus). Vogliamo ricordare a Lotito che ci sono squadre che hanno avuto più sfavori durante il corso della stagione (come la Juventus), ma che preferiscono concentrarsi sul campo evitando di aizzare gli animi in vista di un roventissimo finale di campionato. E questo comportamento da parte del patron della Lazio non ci sembra per niente signorile.

  • Lotito, fissa l’obiettivo Champions e lancia la sfida a DiBenedetto

    Lotito, fissa l’obiettivo Champions e lancia la sfida a DiBenedetto

    Nonostante la sconfitta di domenica scorsa contro una diretta concorrente, il Napoli di Mazzarri, la Lazio crede ancora fermamente nella possibilità di agguantare il quarto posto, valido per la qualificazione alla prossima Champions League, ed ha intenzione di riprendere la corsa già dal prossimo match in casa contro il Parma.

    La qualificazione è un traguardo prestigioso dal punto di vista sportivo, ma è naturale che a livello societario si facciano anche delle valutazioni economiche in proposito, dati i  consistenti introiti che apporterebbe, che potrebbero renderlo un importante trampolino di lancio verso un miglioramento dell’organico.

    Questo è anche il pensiero del numero uno del club biancoceleste, Lotito: «E’ inutile negarlo, piazzarsi o meno in Champions può cambiare i progetti». Gli introiti, appunto, potrebbero portare ad un progetto di consistente rinforzo della squadra, così come lo stesso presidente Lotito ha affermato:  «Una sana gestione passa per due elementi: il contenimento dei costi e l’incremento dei ricavi. Raggiungere questo obiettivo sposta molto, in termini di ritorno esterno e di sottoscrizione di contratti anche in termini pubblicitari; la Champions League ti proietta in un circuito totalmente diverso».

    Sempre in merito alla gestione economica, Lotito avverte la necessità di precisare come nel calcio vi siano delle regole da rispettare, nelle quali il presidente biancoceleste crede fermamente, e che non possono essere eluse dall’arrivo di Paperoni d’oltreoceano, riferendo una frecciatina a DiBenedetto, prossimo rivale dell’altra sponda del Tevere. «Si parla tanto dello Zio Tom dall’America, ma lui non può mettere dei soldi. Per farlo deve passare per una serie di iniziative per incrementare i ricavi. Il problema è che se lo faccio io passo per tirchio, ma ci sono delle norme che dovranno essere rispettate».

    Pertanto, considerando la lunga assenza della Lazio dalla Champions (dal 2007), l’obiettivo è quello di affrontare l’eventuale qualificazione seguendo una linea di progettualità, puntando a preservare i giocatori di maggior rilievo, ed inserendo innesti di valore, top players che consentano di effettuare il cosiddetto “salto di qualità”, oltre che di giocatori giovani ma dal grande potenziale, come finora è accaduto nella gestione Lotito: «Ci sono giocatori sconosciuti, ma che hanno grandi qualità e che possono fare la differenza».

    Fra i top players già in organico, gli unici dubbi riguardano la permanenza di Mauro Zarate, mentre sembrava in via di definizione la questione del rinnovo contrattuale di Fernando Muslera (in scadenza nel 2012), anche se – negli ultimi giorni – pare siano sorti ulteriori intoppi: «L’intesa per il rinnovo era già stata firmata, ma poi il ragazzo e l’agente hanno voluto disattendere l’accordo sottoscritto. Ad ogni modo, siamo fiduciosi che alla fine la situazione possa ricomporsi».

    Punto fermo del progetto sarà il tecnico goriziano Edi Reja, con il quale il presidente dimostra di avere un feeling particolare, un’unione di intenti vera e propria, ed è per quato che per Reja vi sono solo parole di elogio:  «Ha dimostrato il suo valore anche nella gara con il Napoli, ha tutta la mia stima e considerazione. Lui non condivide le critiche strumentali e distruttive. Noi vogliamo solo essere rispettati per quanto dimostriamo in campo, vogliamo essere giudicati solo per quello che uno fa. Reja non si spiega le critiche che gli vengono rivolte a priori, ed ha ragione. Ecco perché punto su di lui ed ecco perché dopo il San Paolo si dovrà ripartire alla grande per raggiungere un traguardo importante».

  • Lazio, con la Champions arriva Diego

    Lazio, con la Champions arriva Diego

    Scaricato da Marotta e Del Neri e svenduto al Wolfsburg in estate, Diego potrebbe presto fare ritorno in Italia ma non alla Juve bensì alla Lazio. Il numero uno biancoceleste Claudio Lotito ha infatti individuato nel trequartista brasiliano il regalo da fare a sè e ai propri tifosi in caso di qualificazione alla prossima Champions League, distante solo 2 punti, attraverso il quarto posto in campionato considerando che i primi tre sono oramai quasi irraggiungibili.

    E’ più che un’ipotesi suggestiva, Diego è deluso dalla sua seconda esperienza in Bundesliga trovandosi, dopo la partenza verso il Manchester City di Edin Dzeko, a lottare per non retrocedere con il suo Wolfsburg e accetterebbe di buon grado una seconda chance di poter giocare nel nostro campionato per dimostrare tutto il suo valore e riscattare la pessima stagione trascorsa nelle file della Juventus.
    L’operazione si aggira sui 12-13 milioni, cifra non proibitiva e che arriverebbe appunto dalla conquista dei preliminari di Champions.

    Ma Lotito sta lavorando anche su altri fronti: per l’attacco la Lazio sta pensando a Djibril Cissè, 30enne attualmente in forza al Panathinaikos ed ex Liverpool mentre è stato già raggiunto un accordo di massima con il Chievo per il trasferimento a fine stagione a Roma del difensore di nazionalità slovena Cesar. Inoltre si continuano a seguire da molto vicino le prestazioni del 21enne peruviano Andre Carrillo valutato dal suo club l’Alianza Lima circa 3 milioni di euro.

  • Lazio, non si placa l’ira di Lotito: sarà panolada

    Lazio, non si placa l’ira di Lotito: sarà panolada

    La partita di domenica scorsa, nel mezzogiorno di fuoco del San Paolo – non solo dal punto di vista metereologico – contro il Napoli, ha lasciato in casa Lazio uno strascico di polemiche non ancora sopito, dopo il gol annullato – ingiustamente – a Brocchi (la palla era entrata oltre la linea di porta dopo aver colpito la traversa), ed il rigore fischiato – e molto contestato – per fallo su Cavani, poi realizzato dallo stesso attaccante uruguagio per il momentaneo pareggio. Soprattutto in virtù della conseguente sconfitta per 4 a 3 così maturata, che ha allontanato la Lazio dalla zona quarto posto valida per la qualificazione in Champions League, obiettivo stagionale ormai apertamente dichiarato.

    Sotto accusa, dunque, l’arbitraggio di Banti, aspramente contestato dal presidente Lotito, che nella giornata di lunedì si è recato proprio dal numero uno della Federcalcio, Giancarlo Abete, per esporre duramente le proprie ragioni. “Serve uniformità di giudizio, non c’è più certez­za delle regole. Non conte­sto gli arbitraggi, ma tanti e troppi episodi in questo ca­so hanno penalizzato la La­zio così tanto. Non chiedo favori, ma solo il rispetto delle regole, voglio essere giudicato per i meriti e devo tutelare un club quotato in Borsa. Entrare o meno in Champions League signifi­ca incassare o non incassa­re 25 milioni di euro“.

    Di certo la protesta pare legittima, ma non è corretto adoperare la linea del vittimismo, lasciando intendere che la squadra biancoceleste sarebbe stata vittima di una persecuzione arbitrale nel corso della presente stagione.

    Il presidente Figc, dal canto suo, ha replicato alle parole di Lotito, sottolineando come il match Napoli – Lazio non abbia fatto emergere elementi di particolare rilevanza, fermo restando che negli errori arbitrali non bisogna vedere la famigerata “malafede”, ma la semplice possibilità della svista umana.  “Con il presidente della Lazio ho parlato lunedì in federazione. Dal mio punto di vi­sta, quanto è successo dopo Napoli-Lazio, fa parte della normale dialettica“. Il presidente federale è poi tornato a parlare dell’argomento nel corso del seminario inter­nazionale organizzato dal Coni dal titolo ‘Progetto Ta­lento’: “Nicchi ha suggerito la magistratu­ra? Per qualunque problema bisogna ri­volgersi alla Procura Federale, noi puntiamo sui nostri organismi interni“.

    Il presidente dell’Aia Nicchi, chiamato in causa sull’argomento, ha sottolineato, poi, l’importanza dell’introduzione di importanti novità in tema arbitrale, come i sussidi tecnologici oppure il “giudice di linea”, di cui si parla da diversi anni per evitare i cosiddetti “gol fantasma” ma la cui attuazione sembra un lontano miraggio, nonostante le dichiarazioni di apertura in merito dello stesso Sepp Blatter, finora il principale ostacolo a tale innovazione. Nicchi ha dichiarato la sua apertura in merito: “Si va verso i due arbitri dietro le porte. E’ un dibattito, questo, che sarà rilanciato in occasio­ne della competizione per il rinnovo della prossima presidenza Fifa“.

    Il presidente del Coni Gianni Petrucci si è espresso, in linea con Abete, a difesa della classe arbitrale, anche per tentare di smorzare il clima di velenose polemiche, soprattutto in vista del finale di campionato che si preannuncia già infuocato: “Difendo sempre la ca­tegoria arbitrale. Conosco bene gli sforzi che sta facen­do il presidente Lotito per la Lazio e per questo motivo ne comprendo l’amarezza: ma io sto con le regole. Vo­glio anche dire che stimo Lotito, perché rappresenta una novità positiva per il calcio italiano“.

    Nonostante i tentativi di sedare il malcontento percorrendo la strada della diplomazia, oltre al canale “ufficiale” di protesta percorso dal presidente Lotito, anche i tifosi laziali sono pronti a dimostrare apertamente il loro disappunto, fermamente convinti che la squadra di Reja sia stata penalizzata eccessivamente dai fischietti, in due diverse modalità. La prima, rivolta direttamente al “Palazzo”, con una lettera di proteste indirizzata proprio alla Federcalcio, la seconda – molto più suggestiva e “ad effetto” – da mettere in scena nel corso del prossimo match di campionato, in programma domenica pomeriggio all’Olimpico contro il Parma, mettendo in atto la più classica delle proteste pacifiche: la “panolada”.

  • Lotito furioso “C’è già una classifica scritta”

    Lotito furioso “C’è già una classifica scritta”

    Claudio Lotito non ha digerito la sconfitta rocambolesca della sua Lazio contro il Napoli al San Paolo per 4 a 3. Le aquile biancocelesti dopo essere passate in vantaggio sono state rimontate e superate due volte, ma secondo il presidente laziale questa sconfitta sarebbe maturata dai pesanti errori arbitrali che avrebbero favorito la squadra partenopea.

    Queste le parole infuocate, come un fiume di lava in piena dopo la partita in questione:“Siamo stati penalizzati in maniera decisiva, il gol sul tiro di Brocchi non concesso e quel rigore su Cavani si commentano da soli. I giocatori vanno educati, altrimenti cambino sport e facciano i tuffatori… Il tiro di Brocchi, poi, non era dentro di cinque centimetri ma in modo tale da non poter essere considerato un non gol. Prendo atto di quanto accaduto, significa che già oggi si vuol stilare una classifica per ricoprire certe posizioni”.

    Continua sulla stessa riga il presidente Lotito, ammettendo come nonostante le assenze i ragazzi ce l’abbiano messa tutta rimanendo con un pugno di mosche in mano: “La squadra era debilitata da assenze importanti ma il nostro principio è la lealtà sportiva prima di tutto, invece c’è qualcuno che prova a vincere ad ogni costo. Non è nel mio stile lamentarsi delle situazioni in campo ma oggi parlo con al consapevolezza che nel calcio non esiste meritocrazia”.

    Lanciando un messaggio chiaro ai vertici arbitrali e della Lega: “Siamo abituati ad agire con logiche diverse, la lealtà sportiva è un elemento fondamentale per noi, mentre per altri è un optional, vincere con ogni mezzo non è il nostro stile. Mi auguro che qualcuno capisca cosa è accaduto oggi, altrimenti viene depauperato il lavoro basato sul merito. Banti? Non mi interessa fare critiche alla classe arbitrale perché non è nel mio stile. Le conclusioni deve trarle chi è preposto a queste cose. La nostra sconfitta è immeritata, chi ha visto le partite e capisce di pallone e non di calcio lo sa. O si interpretano le cose in modo regolare oppure cambiamo sport e ci mettiamo a fare i tuffatori”.

     

    Le affermazioni si raffreddano il giorno dopo e il presidente biancoceleste Claudio Lotito stavolta usa parole meno forti intervenendo alla trasmissione Radio Anch’io lo Sport su Radiouno: “Le mie esternazioni non sono volte soltanto al rammarico per una sconfitta immeritata, ma per alcuni fatti che snaturano la certezza del diritto”.  Senza però rimarcare ancora una volta l’amarezza per la sconfitta giunta in un modo non proprio limpido, e spiegando come questa manovra di difesa nei confronti della Lazio sia comunque qualcosa di necessario per tutelare la sua squadra, parte lesa in questo caso: “Quello che qualcuno dimentica e’ che il calcio di una volta era romantico e non incideva sul bilancio, oggi invece entrare in Champions o meno significa 25 milioni, la Lazio e’ quotata in borsa e io ho il diritto di difendere gli azionisti affinché venga rispettato il diritto. Si parla di compensazioni, che guardando le partite della Lazio non ci sono state; noi abbiamo avuto 2 rigori in tutta la stagione e ci sono squadre che ne hanno avuto 14, molti opinabili.

    Chiusura finale con una presa di posizione chiara e decisa, che porti ad un’unica soluzione, l’uniformità di giudizio, con la consapevolezza che cambiare il mondo del calcio non è un cosa facile: “Tutti i cambiamenti di regole che ci sono stati in questi anni sono partiti dal sottoscritto, a partire dalle penalizzazioni per chi non paga l’Irpef. Dobbiamo creare uniformità di giudizio, altrimenti la gente allo stadio non ci va più perché ha sfiducia nelle istituzioni. Ho avanzato sospetti dicendo che è inutile giocare? Non ho mai detto queste cose, ho detto semplicemente cosa dobbiamo fare che e’ una cosa completamente diversa. Lo scorso anno dissi che ci serviva l’ausilio della tecnologia e mi è arrivato un deferimento. Io sono entrato in un sistema dove non si pagavano le tasse e l’Iva non era un dato sensibile per iscriversi al campionato, mentre fuori dal calcio per chi non paga l’Iva c’e’ l’arresto”.

    (Fonte: Sportal- Italpress)