LeggonlineMiroslav Klose ha detto sì alla Lazio. Giunge in porto con esito positivo la trattativa che il presidente Lotito ha fortemente voluto. L’attaccante polacco naturalizzato tedesco che non ha rinnovato con il Bayern Monaco firmerà oggi il suo nuovo contratto con la società biancoceleste, un biennale da 2 milioni di euro a stagione più eventuali bonus. La Lazio ha sbaragliato la concorrenza del Valencia che si era inserita negli ultimi giorni ma le rassicurazioni su un suo utilizzo da titolare hanno spinto il bomber tedesco ad accettare la proposta del club capitolino. Klose, che proprio domani compirà 33 anni, lascia i bavaresi dopo 4 anni trascorsi tra luci e ombre: la sua consacrazione avviene infatti nelle fila del Werder Brema con il quale vince la classifica marcatori nella stagione 2005-2006 con 25 reti in 26 match, in pratica un gol a partita, totalizzando in totale 53 gol in 89 presenze. Dopo 3 stagioni intense a Brema il trasferimento in Baviera dove non trova molto spazio chiuso da Luca Toni, Lukas Podolski, Mario Gomez e, in seguito, il gioiellino del Bayern Thomas Muller. Con la nazionale tedesca è capocannoniere nel Mondiale giocato in casa con 5 marcature e vice in quello precedente giocato in Corea e Giappone. E’ il secondo marcatore di tutti i tempi, insieme al connazionale e icona del calcio tedesco Gerd Muller, nei campionati Mondiali dietro al solo Ronaldo. Lotito vuole una Lazio ancora ancora più protagonista rispetto allo scorso anno, stagione nella quale ha mancato di un soffio la qualificazione in Champions. Oltre al campionato, c’è anche un’Europa League in cui bisogna fare bella figura. Klose è solo il primo colpo di una lunga lista che comprende anche il probabile arrivo di Federico Marchetti tra i pali a sostituire il partente Muslera e quello del centrocampista del Galatasaray Lorik Cana, il tutto ovviamente da aggiungere alle riconferme del Profeta Hernanes e di Mauro Zarate.
Dopo la quarta udienza di requisitoria, i Pm Stefano Capuano e Giuseppe Narducci hanno finalmente formulato le richieste di pena per i 24 imputati del processo Calciopoli in corso di svolgimento a Napoli.
Tra le varie richieste dei Pubbilci Ministeri ovviamente spicca la pena per Luciano Moggi, 5 anni e 8 mesi per l’ex dg della Juventus mentre per gli altri imputati illustri, richiesti 5 anni per Paolo Bergamo, 4 anni e 6 mesi per Pierluigi Pairetto, 4 anni per Mazzini, 3 anni per l’ex arbitro Massimo De Sanctis, 2 anni per il presidente della Reggina Lillo Foti , 1 anno e 10 mesi per Claudio Lotito, presidente della Lazio, 1 anno e 6 mesi per Leonardo Meani ex dirigente del Milan, 2 anni e 2 mesi per l’ex arbitro Salvatore Racalbuto, 1 anno e 8 mesi per l’altro ex arbitro Antonio Dattilo, , 1 anno e 10 mesi per Andrea Della Valle e 2 anni per suo fratello Diego e 2 anni e 4 mesi per Bertini.
Tutto sommato le richieste formulate dai pubblici Ministeri sono vicine alle previsioni fatte dagli avvocati difensori, anzi, alcuni si aspettavano addirittura qualcosa di più per i loro assistiti infatti, la richiesta di pena per Luciano Moggi di 5 anni e 8 mesi risulta essere inferiore rispetto a quella richiesta per Giraudo e, comunque, meno di quanto richiesto dal pm Palamara nel processo stralcio della Gea sempre per Moggi. La gradazione delle richieste di pena è legata al ruolo di promotori dell’associazione a delinquere, in particolare per quel che riguarda Moggi e i due designatori Bergamo e Pairetto.Curiosità: l’unico arbitro a suo tempo intercettato e facente parte dell’associazione, De Santis, vede allegerirsi molto la sua posizone, perché il pm Narducci dice: «Non siamo riusciti a trovare il ruolo di promotore dell’associazione». .
Quindi giornata importante per il processo di Calciopoli che si sta avviando alla conclusione in attesa che si conosca il futuro del giudice Teresa Casoria, colei che dovrà decidere per la condanna o l’assoluzione degli imputati. Sul giudice partenopeo pende un’istanza di ricusazione presentata dai due pubblici ministeri che oggi hanno fatto la loro requisitoria. La decisione di ricusazione verrà presa in considerazione dalla corte d’Appello di Napoli solo a fine mese e in caso di esito positivo, cioè l’allontamento della Casoria, il processo dovrà riprendere da capo.
E’ stato prolungato di un altro anno il contratto che legava Edy Reja alla Lazio. Il tecnico goriziano, che nei giorni scorsi aveva resistito alle sirene provenienti da Napoli con De Laurentiis che gli avrebbe proposto la carica di direttore tecnico del club azzurro, ha firmato fino al 30 giugno 2012 con opzione per un altro anno.
Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente biancoceleste Claudio Lotito: “Avevate dubbi? (riferendosi ai giornalisti ndr). Verba volant, scripta manent. Squadra che vince non si cambia“.
Ripagato con la riconferma quindi l’ottimo lavoro svolto dal tecnico da quando è a Roma: presa in corsa e salvata una Lazio allo sbando nella passata stagione e persa per un soffio la qualificazione ai preliminari di Champions quest’anno, fatale la sconfitta nello scontro diretto ad Udine, Reja ha ottenuto comunque l’accesso in Europa League riportando i biancocelesti in Europa a distanza di un anno.
Con il fischio finale su questo campionato, Edy Reja può abbandonare le scaramanzie del caso ed annunciare il suo rinnovo con la Lazio per la prossima stagione, quando guiderà la squadra biancoceleste in Campionato ed in Europa League.
Una decisione che il tecnico friulano aveva già preso, quasi un mese e mezzo fa, durante un incontro con il presidente Lotito culminato con una stretta di mano che, secondo Reja, è valsa più di una firma.
Ora bisognerà discutere i dettagli, la durata contrattuale ed i rinforzi dell’ organico per affrontare al meglio la prossima stagione, aggiungendo valore ad un gruppoo già competitivo per migliorare ancor di più il risultato ottenuto.
Resta il rammarico per la mancata qualificazione in Champions, ma Reja non si attendeva regali da Udine, nè tantomeno un esito doverso della gara fra Udinese e Milan, riconoscendo però che granm parte della colpa per il mancato raggiungimento del quarto posto si deve far risalire alla sconfitta nello scontro diretto con l’Udinese, pur nella consapevolezza che i 66 punti raggiunti sono uno straordinario risultato, difficilmente pronosticabile ad inizio stagione.
Con Reja, rimarrà a Roma anche il capitano Tommaso Rocchi autore di un’ ottima gara e di un gol. L’attaccante è proiettato già alla prossima stagione, e giura di voler restare perchè ” non esiste il mercato “, nella speranza di poter disputare una stagione con maggiore continuità, con meno problematiche di infortuni.
Manca ancora una giornata al termine del campionato, ma il mercato sta già entrando nel vivo. In casa biancoceleste, il presidente Lotito abbozza qualche riferimento ad un interessamento della Lazio per Maxi Lopez del Catania, rivelando che con la squadra etnea non ci sono problemi di rapporti ed il dialogo è aperto, inserendo nelle varie discussioni di mercato anche Silvestre.
In primis, però, Lotito vuol consultarsi con Edi Reja, per gettare le basi della progettazione della prossima stagione, in chiave mercato ed in chiave di rinnovo del suo contratto.
La firma del suo rinnovo contrattuale dovrebbe arrivare nella prossima settimana, dopo aver archiviato l’ultimo impegno di campionato contro il Lecce. Nonostante per la firma si dovrà attendere ancora un po’. dunque, non sembrano esservi dubbi sulla permanenza del tecnico friulano perchè, secondo Lotito, “la sua stretta di mano vale più di ogni altra cosa, ed è il tecnico giusto per la Lazio”.
Dopo le dichiarazioni sugli arbitri Lotito continua a far parlare di sè con un’altra provocazione: il patron biancazzurro ha infatti ottenuto la licenza UEFA per la prossima stagione usando come garanzia lo stadio “Artemio Franchi” di Firenze, il tutto per evitare di pagare i quasi 2 milioni di euro di debiti col Coni per l’utilizzo dell’ “Olimpico“.
Tuttavia l’escamotage “lotitiano” è solo una mossa di disturbo nella “guerra” con le istituzioni visto che la Lazio dovrà comunque affrontare le partite di campionato a Roma e dunque il presidente dovrà trovare per forza di cose un accordo con il sempre più spazientito Coni.
Ad ogni modo sarebbe stato bello vedere in che modo avrebbero reagito i tifosi laziali nel vedere la squadra giocare la massima competizione europea in un’altra città. Lotito avvisato, mezzo salvato.
C’è chi sentiva “il rumore dei nemici” e chi sente “il tintinnio delle manette“. La sconfitta arrivata ieri sera per mano della Juventus brucia terribilmente nell’ambiente laziale e nelle sue dichiarazioni il presidente Lotito cita addirittura Tangentopoli: “Sento un tintinnio di manette. Non si tratta di errori ma della necessità di verificare se e perché si manipola la classifica“. Al massimo dirigente laziale non sono andate giù le discutibili decisioni arbitrali del posticipo, su tutte l’espulsione di Ledesma e il rigore negato a Floccari, entrambe sul punteggio di 0-0. Ma il polverone alzato da Lotito non è passato inosservato e il procuratore federale Palazzi ha deciso di convocarlo per discutere delle accuse rivolte al “sistema”.
Quello che colpisce veramente è la disparità di giudizio sugli episodi di gioco, con alcune squadre che si vedono concedere rigori e falli abbastanza generosi (la Roma tanto per citarne una) ed altre che nel computo finale del campionato vengono penalizzate in maniera pesante, visto che con una classifica cosi corta uno o due punti in più possono cambiare l’intera stagione. Ma tutto questo non sembra far parte di un disegno predefinito, ma di errori dovuti più al “fattore umano” tra inesperienza e una certa sudditanza che rimane una costante del calcio italiano.
Ad ogni modo Lotito che ha fatto del “calcio pulito” il suo slogan emblematico dovrebbe ricordarsi i punti di penalizzazione dell’era Calciopoli e di alcune intercettazioni che hanno lasciato più di qualche ombra sulla sua Lazio.
La Lazio esce sconfitta da Milano al cospetto di un Inter in dieci uomini ma Lotito questa volta evita la polemica arbitrale prendendosela con i suoi giocatori, ma nel post partita è nata lo stesso una scaramuccia verbale con il giornalista Sconcerti ai microfoni di Sky.
Sconcerti rimproverava al presidente della Lazio un colloquio con il designatore arbitrale Braschi nell’intervallo, colloquio che per le regole post calciopoli non potrebbero esserci.
“Stavamo solamente parlando della partita. Non c’è stato assolutamente nessun pensiero rivolto alla direzione di gara, non iniziamo a mettere in giro voci che non esistono. Stavamo analizzando la partita dal punto di vista tecnico-tattico”. Replica Lotito alla domanda della D’Amico sul colloquio con Braschi, la risposta però non convince in particolare Sconcerti, che subito replica interrompendolo: “Lo sa che sta facendo una ‘excusatio non petita, accusatio manifesta’?”. “Ma che c’entra mi scusi, io sono anche membro del Comitato di Presidenza della Federazione e non posso parlare col designatore. Cioè uno non può neanche fermarsi a salutare una persona che conosce, deve far finta di niente, solo perchè lui è il designatore? Quindi secondo lei io che dovrei fare, mi dovrei eclissare? Diventare un fantasma?”. Poi continua: “Non vado mai in Federazione? Mi sa che le sue fonti sono sbagliate Sconcerti”.
“Ma infatti la colpa non è sua Lotito – tuona Sconcerti – ma di Braschi, che in qualità del ruolo che svolge non dovrebbe trovarsi lì”. “Ah quindi secondo lei un designatore non dovrebbe mettere piede in uno stadio? Ma che sta dicendo?”. Infine ci pensa lo stesso Sconcerti, stremato, a chiudere la battaglia verbale con un: “Presidente non ce la faccio più, ha ragione lei, non so più che cosa dirle
Va in scena questo pomeriggio a San Siro il replay della famosa partita dello scorso campionato tra Inter e Lazio, dove i tifosi biancocelesti incitarono la loro squadra a perdere pur di evitare il possibile scudetto nelle mani dei rivali cittadini giallorossi. Questa volte la posta in palio è ben diversa, perché entrambe le squadre puntano al terzo posto, per evitare i faticosi preliminari di Champions con una preparazione da svolgersi in piena estate. Le tifoserie sono gemellate ma non si respirerà il clima dello scorso campionato. Oggi sarà una sfida vera.
L’Inter a quota 63 punti, dopo l’ultima sconfitta con il Parma al Tardini si è saputa rialzare all’Olimpico in Coppa Italia contro la Roma, mostrando però ancora una volta evidenti segnali di stanchezza e poca incisività in attacco. Il problema maggiore dei nerazzurri sembrava essere la difesa, troppo penetrabile. Adesso si aggiunge la siccità in zona gol di gente del calibro di Eto’o, Pazzini e Milito. Ai nerazzurri sono mancati soprattutto i gol di Eto’o, trascinatore assoluto della rimonta interista fino al derby. Il camerunense molto probabilmente sta accusando la stanchezza di una stagione che l’ha visto (squalifica a parte) sempre titolare.
Reja invece trova una Lazio davvero in forma, motivata e che nello scorso turno di campionato ha letteralmente strapazzato il Catania, vincendo 4 a 1. Altra nota positiva il ritorno ad alti livelli di Zarate, autore di una bellissima prestazione proprio contro i siciliani, segnando anche uno splendido gol su punizione. Hernanes è tornato a fare il ‘profeta’ e Lotito in primis ci crede chiedendo ai suoi una prestazione da grande squadra per battere i nerazzurri.
Vediamo nel dettaglio le scelte di Leonardo e Reja
INTER- Leonardo torna a sorridere per il recupero di Eto’o, reduce da una distorsione alla caviglia che gli aveva fatto saltare la sfida di Coppa. Cattive notizie per l’italo brasiliano Thiago Motta, che non recupera dal fastidio muscolare e quindi non è nemmeno tra i convocati. Il tecnico interista dopo la vittoria dell’Olimpico dovrebbe schierare lo stesso modulo, con il rombo a centrocampo. Difesa classica con Lucio Ranocchia centrali e Maicon e Nagatomo sugli esterni. A Centrocampo Cambiasso torna a fare lo schermo davanti alla difesa aiutato da Stankovic in ottima forma nelle ultime partite e da capitan Zanetti. Sneijder più avanzato dovrà servire gli assist vincenti alle due punte Eto’o e Pazzini.
LAZIO- Reja dovrà fare a meno di Sculli, fermato da un problema alla schiena, e degli infortunati Radu e Diakite. Torna disponibile e carico a mille per la sfida con i nerazzurri Christian Brocchi. Problema dell’ultim’ora per Guglielmo Stendardo che durante la rifinitura ha accusato un problema al polpaccio sinistro, e al suo posto è stato convocato il giovanissimo Crescenzi. I biancocelesti dovrebbero scendere in campo con il 4-2-3-1, stesso modulo della sfida con il Catania, con l’unico dubbio a centrocampo tra Brocchi e Bresciano da affiancare a Ledesma. Nel dettaglio la difesa sarà così composta: Dias e Biava centrali, con Lichsteiner e Garrido rispettivamente sulle corsie laterali. Centrocampo con Brocchi e Ledesma davanti la retroguardia, e Mauri ed Hernanes più avanzati. Davanti il ruolo da prima punta spetta a Zarate assistito da Floccari leggermente arretrato.