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  • NBA, Marc Gasol resta a Memphis. Paul-Clippers, questione di ore

    NBA, Marc Gasol resta a Memphis. Paul-Clippers, questione di ore

    Marc Gasol, centro spagnolo in NBA dei Memphis Grizzlies, fatello minore del più famoso Pau, ala grande dei Los Angeles Lakers (almeno fino ad ora), resterà con la franchigia del Tennessee per i prossimi 4 anni. I Grizzlies hanno infatti pareggiato l’offerta degli Houston Rockets che nella giornata di ieri avevano fatto pervenire all’agente del giocatore una proposta molto interessante da 58 milioni di dollari per 4 anni. Essendo un free agent con restrizione Memphis ha potuto trattenere il suo centro dandogli un contratto analogo. Marc, scelto dai Los Angeles Lakers al Draft del 2007, ha giocato solo ed esclusivamente con i Grizzlies nella Lega, visto che nel 2008 proprio i gialloviola che detenevano i suoi diritti lo scambiarono a Memphis per acquistare il fratello Pau. Beffati anche i New Orleans Hornets che, perso proprio ieri David West, accasatosi agli Indiana Pacers, avrebbero voluto sfruttare l’ampio margine salariale a disposizione per acquisire proprio Marc Gasol. Il forte centro iberico nell’ultima stagione è stato uno dei principali protagonisti dei Grizzlies, approdati dopo qualche annata buia nuovamente ai playoff, dove la loro corsa è stata fermata dagliOklahoma City Thunder in semifinale di Conference (dopo aver eliminato al primo turno per 4-2 la squadra con il seed numero 1 della Western Conference ovvero i SanAntonio Spurs). Le cifre d’altronde parlano chiaro: per lui 82 gare disputate (sempre presente) con 11.7 punti, 7 rimbalzi e 1.7 stoppate di media a partita nella regular season 2009/2010, numeri poi migliorati nei 13 incontri dei playoff chiusi a 15 punti, 11.2 rimbalzi e 2.2 stoppate di media. Una riconferma importante per i Memphis Grizzlies che ora puntano a migliorare decisamente l’ottimo campionato disputato lo scorso anno.

    Marc Gasol, Memphis Grizzlies | © Ronald Martinez/Getty Images

    Chris Paul intanto è sempre più vicino ai Los Angeles Clippers: nelle ultime ore c’era stato uno stop alla trattativa con New Orleans voluto, come già successo qualche giorno fa con i cugini dei Lakers, dal commissioner David Stern, che al momento deve fare anche le veci di Presidente degli Hornets dato che la franchigia della Louisiana appartiene alla Lega in attesa di nuovi investitori. Stern aveva bloccato l’affare con i Clips non convinto totalmente dalle contropartite tecniche del team californiano: Eric Gordon, Chris Kaman, Al-Farouq Aminu e una prima scelta (quella che i Clips hanno ricevuto da Minnesota) al prossimo Draft, un pacchetto molto invitante rispedito al mittente da Stern che voleva inserire nella trade un ulteriore giocatore, il giovane playmaker Eric Bledsoe. La contro proposta ha fatto infuriare la dirigenza losangelina che ha interrotto le trattative. Ma Chris Paul fa veramente gola ai “cugini” dei Lakers ed ecco che con una mossa a sorpresa i Clippers hanno messo sotto contratto il veterano playmaker Chauncey Billups, 35 anni, tagliato con la clausola “Amnesty” dai New York Knicks qualche giorno fa, acquisto che di fatto permette l’inserimento di Bledsoe nello scambio con gli Hornets. Ad ore si attende la nuova risposta di Stern che secondo molti esperti dovrebbe essere positiva per finalizzare l’affare. Il diretto interessato, Chris Paul, chiede ai Clippers garanzie in vista del futuro e comunque non rinnoverà il contratto sulla lunga scadenza con i rossoblu limitandosi ad attivare semplicemente la player option, ovvero un rinnovo annuale, opzione contemplata nel suo attuale contratto. Se i Clippers si riveleranno una squadra da titolo allora poi Paul firmerà l’estensione pluriennale, altrimenti se il progetto dovesse fallire potrà diventare free agent nell’Estate 2013 e sarà libero di andare dove più desidera.

    Intanto David West spiega perchè Paul vuole andare via dagli Hornets e perchè lui stesso lo ha già fatto:

    Oggi è dura lavorare senza un proprietario che possa dare una direzione, per questo ho visto subito difficile la mia permanenza a New Orleans. Ci sono stati vari eventi che hanno allontanato me e Chris Paul dalla franchigia. Se hai Paul, devi fare di tutto per fare felice il tuo uomo-franchigia. E allora non devi lasciar partire a cuor leggere il suo migliore amico, Jannero Pargo, e non puoi commettere l’errore di non consultare Paul in occasione della cessione di Tyson Chandler. Non ho nulla contro il suo sostituto, Emeka Okafor, ma la partenza di un giocatore come Chandler ha fatto vacillare le nostre illusioni, Jeff Bower avrebbe dovuto sentire i nostri pareri prima di queste operazioniDemps e Monty Williams ci hanno invece consultato per ogni scelta, ma ormai era già tardi

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  • NBA, David West ai Pacers. Paul vicino ai Clippers

    NBA, David West ai Pacers. Paul vicino ai Clippers

    Importanti movimenti ed indiscrezioni nelle ultime ore in NBA: David West ha accettato la proposta degli Indiana Pacers mentre il compagno di squadra nelle ultime stagioni ai New Orleans Hornets, il playmaker Chris Paul, pare destinato ai Los Angeles Clippers.

    Chris Paul & David West | © Chris Graythen/Getty Images

    L’ala grande, reduce da un intervento di ricostruzione dei legamenti del ginocchio per via di un infortunio capitatogli a pochi giorni dall’inizio dei playoff dello scorso campionato, ha firmato un contratto biennale a 20 milioni di dollari complessivi con la franchigia di Indianapolis, che si è inserita prepotentemente tra West ed i Boston Celtics nei giorni scorsi spiazzando il General Manager dei biancoverdi Danny Ainge che ha dovuto necessariamente abbandonare la trattativa. I gialloblu sono attivissimi sul mercato e seguono l’evolversi della situazione Kirilenko (che non ha ancora deciso se tornare in NBA o continuare a giocare con il CSKA Mosca) ed hanno proposto ai Grizzlies Josh McRoberts per avere in cambio O.J. Mayo.

    La coppia che ha contribuito al successo degli Hornets degli ultimi anni si divide ed anche Chris Paul a breve andrà via dalla Louisiana: per lui si parla insistentemente dei Los Angeles Clippers che avrebbero accettato di inserire nello scambio Eric Gordon oltre ai soliti noti Al-Farouq Aminu, il contratto in scadenza di Chris Kaman e una prima scelta del prossimo Draft che i Clippers hanno avuto da Minnesota. Paul ha rassicurato la dirigenza rossoblu anche sull’eventuale prolungamento di contratto. Unico ostacolo alla conclusione della trade l’inserimento dei Golden State Warriors che propongono come pedina di scambio l’ambìto Stephen Curry, oltre a qualche futura scelta nei prossimi Draft. Staremo a vedere le mosse degli Hornets.

    Intanto pare destinata a finire lo scontro proprio tra Golden State e Clippers per il centro DeAndre Jordan: nei giorni scorsi la squadra di Oakland aveva proposto un contratto di 4 anni per 40 milioni di dollari complessivi. I Clippers, secondo alcune indiscrezioni, avrebbero però pareggiato l’offerta per il loro atleta (che era free agent con restrizione) che resterà quindi a Los Angeles . Chiusura per Marc Gasol, fratello di Pau: Houston offre 55 milioni di dollari totali per 4 anni, si attende la risposta di Memphis che vorrebbe trattenere il giocatore.

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  • NBA, salta l’acquisto di Chris Paul per i Lakers

    NBA, salta l’acquisto di Chris Paul per i Lakers

    Era tutto fatto, ma sul più bello David Stern, Commissioner NBA, ha bloccato tutto: Chris Paul sarebbe diventato un giocatore dei Los Angeles Lakers, la trade che doveva portare il fortissimo playmaker in maglia gialloviola prevedeva l’inserimento di un terzo team per far quadrare lo scambio ed i salari dei giocatori. In breve in California sarebbe dovuto approdare proprio Paul, mentre New Orleans come contropartite avrebbe ricevuto Lamar Odom proprio dai Lakers e in più Luis Scola, Kevin Martin e Goran Dragic dagli Houston Rockets che per i 3 giocatori messi sul piatto avrebbero potuto usufruire dei servigi dello spagnolo Pau Gasol.

    Chris Paul, New Orleans Hornets | © Harry How/Getty Images

    Quando tutto sembrava sul punto di essere ufficiale è però intervenuto Stern che con una mossa a sorpresa ha bloccato tutta la trade mantenendo immutato lo scenario. Gli Hornets infatti sono di proprietà della NBA che li ha acquisiti qualche mese fa e Stern ha il potere di opporsi o dichiararsi favorevole alle operazioni di mercato visto che il suo ruolo, oltre a quello di Commissioner della Lega, è anche di fare il Presidente della franchigia della Louisiana. A bloccare tutto, a quanto pare, l’insoddisfazione di Stern sull’equilibrio dello scambio ritenuto iniquo per i “Calabroni” (a nostro parere l’unica squadra che ci avrebbe in qualche modo rimesso sarebbero stati i Rockets che per avere Gasol avrebbero smantellato la squadra dando 3 ottimi giocatori). In realtà a far saltare lo scambio è stato il parere contrario di alcuni proprietari furibondi: diversi “owners” hanno alzato la voce a New York durante il meeting del Board of Governors chiamato a ratificare il nuovo contratto collettivo che dovrebbe garantire maggiore equilibrio nel torneo.

    Addirittura Dan Gilbert, padrone dei Cleveland Cavaliers, propone ora che per gli eventuali scambi o semplici operazioni di mercato di New Orleans ci sia una votazione collegiale da parte dei proprietari delle altre 29 franchigie NBA proprio perchè il team di coach Monty Williams appartiene alla Lega. Per gli Hornets però a bene vedere è una grossa occasione persa dato che a fine anno Paul, che ha già dichiarato di non firmare il rinnovo di contratto, sarà libero di accasarsi altrove praticamente gratis!

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  • NBA, i Clippers si muovono per Chris Paul

    NBA, i Clippers si muovono per Chris Paul

    Chris Paul, playmaker che gioca in NBA con i New Orleans Hornets, squadra che ha nel roster anche il nostro Marco Belinelli, è l’uomo mercato del momento: su di lui si stanno muovendo tantissime squadre per cercare di strapparlo alla franchigia della Louisiana dato che il giocatore a fine campionato sarà libero di cercarsi una nuova sistemazione in quanto free agent. Il numero 3 dei “Calabroni” ha già fatto sapere al General Manager del suo attuale team che non rinnoverà il contratto quindi a New Orleans hanno optato per la sua cessione onde evitare di restare con un pugno di mosche in mano a fine campionato.

    Chris Paul, New Orleans Hornets | © Harry How/Getty Images

    Una cosa è certa, Paul vuole fortemente i New York Knicks per poter finalmente giocare assieme ai suoi grandi amici Carmelo Anthony ed Amar’è Stoudemire in una grande arena come quella del Madison Square Garden. Tuttavia i Knicks non hanno contropartite tecniche adeguate per prelevare immediatamente il playmaker e dargli la possibilità di giocare subito a New York.

    Ecco perchè le altre squadre non restano a guardare e sono pronte a proporre scambi molto vantaggiosi agli Hornets: in prima fila ci sono i Los Angeles Clippers che sacrificherebbero per lui Eric Bledsoe (che diventerebbe di troppo essendo l’ennesima point guard nel roster), Al-Farouq Aminu, il fortissimo centro di nazionalità tedesca Chris Kaman e i diritti su una seconda scelta al prossimo Draft che i rossoblu hanno ricevuto da Minnesota. Intoccabili, ovviamente, la guardia Eric Gordon, il centro DeAndre Jordan (esploso nell’ultima stagione dopo l’infortunio proprio di Kaman) e la “Stella” Blake Griffin, un’ala grande dal talento spaventoso autore di un campionato eccezionale, convocato immediatamente per l’All Star Game al suo primo anno sui parquet della NBA e vincitore del premio di matricola dell’anno. I 3 giocatori appena citati, più Paul in cabina di regia ed il probabile innesto di Caron Butler (che sarà acquisito sul mercato dei free agent) in ala piccola renderebbero la seconda squadra di Los Angeles una vera e propria corazzata. Naturale che però, cedendo tanto talento a New Orleans, i Clippers vogliano avere determinate garanzie per non vedersi poi sfilare via Paul a fine anno da qualche altra squadra e chiedono alla franchigia della Louisiana di far prolungare il contratto al playmaker. Un’operazione quasi impossibile vista la volontà di Paul di giocare a New York. Ma in NBA le cose cambiano in fretta e magari nei prossimi giorni ci saranno grosse novità per “leggere” in modo più chiaro questa situazione.

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  • NBA, Chris Paul sceglie i New York Knicks

    NBA, Chris Paul sceglie i New York Knicks

    Chris Paul, stella NBA dei New Orleans Hornets, squadra in cui milita anche il nostro Marco Belinelli, stando ad alcune indiscrezioni provenienti direttamente dagli States, avrebbe riferito alla dirigenza del team della Louisiana di essere ceduto ai New York Knicks dei suoi amici Carmelo Anthony ed Amar’è Stoudemire.

    Chris Paul | © Jared C. Tilton/Getty Images

    Secondo le voci circolate nelle ultime ore il fenomenale playmaker dei “Calabroni”, a livello di regia sicuramente il migliore attualmente tra i play nella Lega, in una discussione avuta con il General Manager di New Orleans Dell Demps, ha messo in chiaro le cose ed esternato i suoi propositi, che non prevedono il rinnovo contrattuale con gli Hornets (Paul a fine anno diventerà free agent) ed ha poi reso nota la sua voglia di unirsi a Stoudemire ed Anthony in maglia bluarancio.

    Nei giorni scorsi su Paul si erano fiondati i Boston Celtics, che proponevano uno scambio alla pari con il pari ruolo Rajon Rondo, ed i Los Angeles Lakers che hanno messo sul piatto della trade uno a scelta tra Pau Gasol ed Andrew Bynum. Paul ha però rifiutato i biancoverdi del Massachusetts, che reputa un team in declino per via dell’alta età media delle sue “Stelle”, mentre i gialloviola stanno decisamente virando su Baron Davis per quanto riguarda il ruolo di playmaker dato che l’ex giocatore dei Clippers, ora ai Cleveland Cavaliers, potrebbe essere scaricato dalla franchigia dell’Ohio con la nuova clausola Amnesty per fare spazio nel salary cap ed i californiani lo accoglierebbero a braccia aperte ovviamente con un contratto di molto inferiore all’attuale.

    Ritornando alla situazione di Chris Paul l’eventuale trade con i Knicks non si prospetta semplice perchè escludendo Stoudemire ed Anthony (incedibili per giunta) il roster della squadra della Grande Mela non offre contropartite che possano ingolosire gli Hornets. La situazione potrebbe sbloccarsi il 9 dicembre, giorno di apertura del mercato, in cui le squadre potranno iniziare a firmare i free agent. New York dovrà mettere sotto contratto qualche nome importante e poi cercare di imbastire lo scambio per avere immediatamente il fortissimo giocatore in maglia numero 3. Altrimenti si dovrà aspettare febbraio (magari con gli Hornets con l’acqua alla gola visto che sarà l’ultima data utile per fare operazioni di mercato prima di perdere Paul praticamente gratis) oppure giugno, quando il giocatore si svincolerà dal suo attuale team.

    In Louisiana cercano anche soluzioni alternative e sperano di poter ottenere uno scambio con qualche altra franchigia ma ciò non appare facile: per cautelarsi da possibili sorprese tutte le squadre interessate (i Golden State Warriors in primis che propongono una trade con Stephen Curry) hanno chiesto agli Hornets di prolungare il contratto del loro playmaker, come garanzia per il futuro. Difficile infatti che qualcuno possa dare in cambio giocatori di alto livello a New Orleans per poi trovarsi a giugno senza questi campioni e senza neanche Paul che da agente libero firmerebbe sicuramente un contratto con i Knicks.

    A New York invece gongolano dato che da questa situazione i Knicks hanno solo da guadagnare: queste esternazioni di Paul infatti mettono in crisi New Orleans e fanno passare il coltello dalla parte del manico sia al giocatore che alla squadra allenata da coach Mike D’Antoni che in un batter d’occhio diventerebbe una seria candidata al titolo. Forse neanche i Miami Heat dei “Big Three” LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh arriverebbero alla completezza tecnica del nuovo trio di New York che avrebbe equilibrio in ogni reparto, sia in cabina di regia (Paul), che sugli esterni (Anthony) che in mezzo all’area (Stoudemire). Una vera corazzata che poi dovrebbe essere solo rifinita a livello di panchina con ricambi validi per dare respiro ai titolari.

  • NBA, prime voci di mercato per Dwight Howard e Chris Paul

    NBA, prime voci di mercato per Dwight Howard e Chris Paul

    Manca ancora qualche giorno per l’apertura del mercato NBA ma già iniziano a rincorrersi ed imperversare le prime voci di trattative tra le squadre. I giocatori più “chiacchierati” sono i 2 più importanti cestisti che a fine anno diventeranno free agent, ovvero Dwight Howard degli Orlando Magic e Chris Paul dei New Orleans Hornets.

    Chris Paul e Dwight Howard | © Sam Greenwood/Getty Images

    Iniziamo col parlare della situazione di Howard che sembra l’indiziato numero 1 a cambiare maglia in vista della stagione: il centro dei Magic è appetito in particolar modo dai New Jersey Nets e dai Los Angeles Lakers. I Nets metterebbero sul piatto un’offerta irrinunciabile che prevede uno scambio con il pari ruolo Brook Lopez a cui aggiungerebbero 2 prime scelte in vista dei prossimi Draft. Inoltre sarebbero pronti ad accollarsi il pesante contratto di Hedo Turkoglu dando un pò di respiro al pesante salary cap accumulato negli ultimi anni dalla franchigia della Florida. I gialloviola propongono invece uno scambio con Andrew Bynum, centro di grande livello ma fragile nel fisico, o in alternativa con Pau Gasol. La scelta è tutta dei Magic che dovranno decidere se sia più conveniente cercare di vincere quest’anno il titolo con Howard in squadra e poi magari perderlo a 0 sul mercato oppure approfittare di una contropartita tecnica di valore subito però riducendo le potenzialità del team.

    Sempre i californiani monìtorano con attenzione anche la situazione di un altro pezzo da 90 in procinto di lasciare la sua squadra, ovvero il playmaker Chris Paul: i nomi per lo scambio sono i soliti, Gasol o in alternativa Bynum ma il regista compagno di squadra di Marco Belinelli, che ha già rifiutato una proposta dei Boston Celtics che proponevano uno scambio alla pari con il play Rajon Rondo, sembra avere in mente solo i New York Knicks dei suoi amici Carmelo Anthony ed Amar’è Stoudemire. Un grande trio che metterebbe i newyorchesi in pole per la conquista dell’anello! Paul non firmerà il rinnovo di contratto con New Orleans quindi bisognerà trovare presto una soluzione.

    A proposito di Rajon Rondo i Celtics sembrano intenzionati a scaricarlo (senza motivi validi peraltro dato che il piccolo numero 9 è uno dei migliori giocatori di Boston) e stanno parlando con i Thunder per una trade che prevede il ritorno in Massachusetts di Kendrick Perkins, ceduto proprio ad Oklahoma City un pò troppo frettolosamente lo scorso febbraio per motivi contrattuali. Insieme a lui in maglia bincoverde arriverebbe l’atletico play Russell Westbrook  (ai ferri corti con la Star Kevin Durant per motivi di leadership all’interno del team), mentre in Oklahoma, oltre a Rondo, ritornerebbe Jeff Green, pedina di scambio già nell’affare Perkins nei mesi scorsi. Il G.M. Sam Presti però non sarebbe totalmente convinto dall’operazione.

    Tyson Chandler non sembra intenzionato a rimanere ai Dallas Mavericks: il centro texano ha fatto sapere che si aspetta di iniziare il training camp con una nuova squadra (i motivi sarebbero principalmente economici dato che Dallas non accontenterà le sue richieste di rinnovo contrattuale). Il destino di Brandon Roy ai Blazers è segnato: a causa di un contratto troppo oneroso e delle ginocchia troppo fragili che ne mettono a rischio la carriera a Portland avrebbero deciso di esercitare la nuova clausola “Amnesty” per scaricare la guardia e risollevare il salary cap. Le pretendenti (ma a cifre molto più basse) non mancano certo con Minnesota Timberwolves, Chicago Bulls e Golden State Warriors in prima fila. Da monitorare anche la situazione su Greg Oden che potrebbe subìre la medesima sorte per i noti problemi alle rotule delle ginocchia. Un vero peccato per i Blazers che sui 2 giocatori circa 3 anni fa avevano deciso di costruire un futuro luminoso per la franchigia dell’Oregon.

    Un altro giocatore appetibile sul mercato è Marc Gasol, fratello del ben più noto Pau, esploso negli ultimi playoff con i Grizzlies: Memphis propone per il rinnovo del contratto 5 milioni di dollari a stagione mentre lo spagnolo ne vorrebbe quasi il doppio ovvero 9. In Tennessee pensano anche alla cessione della stella Rudy Gay per rinforzare il roster in vista della stagione ormai alle porte.

  • NBA: Il lockout prosegue ed i giocatori vanno in tournèe

    NBA: Il lockout prosegue ed i giocatori vanno in tournèe

    Dopo 2 giorni di riunioni (ieri ed oggi) ed oltre 24 ore complessive passate attorno ad un tavolo a discutere sulle possibili soluzioni per porre fine al lockout NBA, ancora non si è trovato un accordo per scongiurare il rinvio della stagione agonistica. Sembra quasi certa la cancellazione della stagione regolare fino a Natale, dopo aver già deciso di abortire le prime 2 settimane con oltre 100 partite eliminate dal calendario ed una perdita complessiva di oltre 40 milioni di dollari per la Lega e 170 milioni di dollari di stipendio ai giocatori.

    NBA.com
    Intanto le stelle del basket americano hanno deciso di andare in tour mondiale: a partire dal 30 ottobre al 9 novembre è prevista una tourneè  con l migliori superstar, come Kobe Bryant (che evidentemente con questo tour vede soddisfatte le sue pretese economiche!), LeBron James,Derrick Rose, Dwyane Wade, Carmelo Anthony, Chris Paul, Chris Bosh, Rajon Rondo, Paul Pierce, Amar’è Stoudemire e Russell Westbrook. Indeciso invece Kevin Durant, che però secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe dare il suo assenso, forse sarà assente Kevin Garnett, mentre Dwight Howard ha già rifiutato. Alcuni di questi giocatori avrebbero già firmato l’adesione per un accordo che assicurerà ad ogni giocatore un introito. Si tratta in questo caso di 6 esibizioni in 4 diversi continenti, sfide in programma tra Portorico, Londra, Macao e Australia, organizzate da Calvin Darden, celebre organizzatore di eventi cestistici. Si cercano impianti da oltre 15.000 posti per assicurare buoni incassi, e parte del ricavato sarà poi anche devoluto in beneficienza.

  • NBA: Annunciati i migliori quintetti difensivi

    NBA: Annunciati i migliori quintetti difensivi

    La NBA ha reso noti i 2 migliori quintetti difensivi della stagione.

    Il voto era riservato ai 30 allenatori della Lega. Ogni coach aveva l’obbligo di votare 2 guardie (un playmaker ed una guardia tiratrice), 2 ali (ala piccola ed ala grande) ed un centro per il primo quintetto ed altrettanti giocatori per il secondo quintetto. Non c’era facoltà, però, di assegnare il voto per i giocatori della propria squadra.
    Ecco i risultati (tra parentesi i punti ottenuti dai giocatori e la squadra di appartenenza):

    PRIMO QUINTETTO DIFENSIVO

    Rajon Rondo (Boston Celtics – 39)
    Kobe Bryant (Los Angeles Lakers – 33)
    LeBron James (Miami Heat – 38)
    Kevin Garnett (Boston Celtics – 33)
    Dwight Howard (Orlando Magic – 56)

    SECONDO QUINTETTO DIFENSIVO

    Chris Paul (New Orleans Hornets – 18)
    Tony Allen (Memphis Grizzlies – 23)
    Andre Iguodala (Philadelphia 76ers – 15)
    Joakim Noah (Chicago Bulls – 15)
    Tyson Chandler (Dallas Mavericks – 17)

    Da notare che per Kobe Bryant e Kevin Garnett si tratta della nona elezione nel miglior quintetto difensivo, risultato che li porta ad eguagliare i record fissati da Michael Jordan (Chicago Bulls) e Gary Payton (Seattle Sonics).
    Non poche polemiche si sono scatenate alla notizia, dato che secondo molti addetti ai lavori il ruolo di guardia difensiva dato a Bryant non sarebbe meritato. In effetti da qualche stagione (e soprattutto nell’ultima regular season) il numero 24 gialloviola non brilla per intensità ed efficacia difensiva, cosa che invece è stata notata in altri pariruolo, ad esempio Tony Allen, finito nel secondo quintetto. Come al solito le polemiche non sono mancate e non mancheranno, ma la NBA resta bella anche per questo

  • Playoff NBA, primo turno: Belinelli sorprende i Lakers, Celtics a fatica contro i Knicks

    Playoff NBA, primo turno: Belinelli sorprende i Lakers, Celtics a fatica contro i Knicks

    4 le partite disputate nella notte NBA, match validi per il primo turno dei playoff.

    Memphis sbanca San Antonio e ribalta il fattore campo favorevole agli Spurs: la squadra del Tennessee ringrazia i suoi lunghi, ovvero Randolph e Marc Gasol che dominano in area al cospetto delle torri avversarie. Sono 25 i punti messi a segno da Randolph che aggiunge anche 14 rimbalzi, mentre Gasol si ferma a 24 con 9 rimbalzi. Decisivo però il tiro da 3 di Shane Battier che regala la prima vittoria nella storia dei playoff ai Grizzlies dopo 12 gare andate a vuoto. Per i neroargento ha pesato tanto l’assenza di Ginobili, inutili i 20 punti di Parker ed i 16 di Duncan. Gara 2 è in programma mercoledì 20 sempre in Texas, ma per i padroni di casa è già un match fondamentale sperando nel recupero di Ginobili.

    Vince, ma soffre oltremodo, Boston contro i Knicks: decisivo Ray Allen (24 punti) con un tiro da 3 ad 11 secondi dalla fine che regala il vantaggio alla sua squadra. Nell’ultima azione Anthony prova a rispondere con la tripla del contro-sorpasso ma il tiro si ferma sul ferro. Ennesima rimonta subita nel quarto periodo per New York e tanta delusione dopo una gara giocata molto bene contro i più quotati avversari. Fattore importante della partita la difesa di pierce su Anthony che limita il numero 7 a soli 15 punti segnati, mentre Stoudemire (28 ed 11 rimbalzi) domina contro i lunghi biancoverdi ma deve arrendersi anche lui nel finale. Da valutare l’infortunio di Billups per i bluarancio, la sua eventuale perdita vorrebbe dire strada spianata per i Celtics verso le semifinali di Conference. Intanto già domani si torna in campo per gara 2.

    Oklahoma City porta a casa gara 1 contro i Nuggets sfruttando il talento dei suoi 2 uomini principali, Kevin Durant (41 punti e 9 rimbalzi) e Russell Westbrook (31 punti, 6 rimbalzi e 7 assist), autori di 72 punti dei 107 totali di squadra. La prima partita di Danilo Gallinari nei playoff è purtroppo una sconfitta, non bastano i suoi 18 punti alla truppa di coach Karl. In gara 2, in programma sempre ad Oklahoma City mercoledì 20, urge trovare una soluzione contro le magie di Durant, altrimenti sarà vita dura per la squadra del Colorado.

    La sorpresa di giornata arriva però da Los Angeles dove i campioni in carica si fanno battere dagli Hornets privi di West e con le rotazioni ridotte. Gara di spessore da parte degli ospiti che tengono sempre il controllo della gara, aiutati all’inizio dagli 8 punti di Marco Belinelli (10 per lui alla fine). Eroe di serata Chris Paul, autore di una prova incredibile da 33 punti, 14 assit, 7 rimbalzi e 4 recuperi, una delle migliori prestazioni singole di sempre per un giocatore nella post season. Il playmaker degli Hornets spezza la gara nel quarto periodo mettendo 17 punti, infilando il canestro avversario a ripetizione. Anche sfortuna per New Orleans che già ridotta all’osso dagli infortuni, perde anche il lungo Gray per un brutto infortunio dopo una gara eccellente (12 punti). Per i Lakers si salva Bryant con 34 punti. Gara 2 è in programma mercoledì 20, per i gialloviola urge portare in parità la serie, Hornets che invece cercheranno il nuovo colpaccio, ma alla luce del nuovo infortunio sembra obiettivamente difficile, ora più di prima, riuscire a passare il turno.

    Risultati playoff NBA del 17 aprile 2011

    San Antonio Spurs-Memphis Grizzlies 98-101
    S.A. Parker 20, Duncan 16, Hill 15
    Mem Randolph 25, Gasol 24, Conley 15

    Boston Celtics-New York Knicks 87-85
    Bos Allen 24, Pierce 18, Garnett 15
    N.Y. Stoudemire 28, Anthony 15, Billups 10

    Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets 107-103
    Okl Durant 41, Westbrook 31, Maynor 12
    Den Nenè 22, Gallinari 18, Felton 12

    Los Angeles Lakers-New Orleans Hornets 100-109
    Lak Bryant 34, Artest 16, Bynum 13
    N.O. Paul 33, Landry 17, Jack 15

    LE SERIE DEI PLAYOFF

    EASTERN CONFERENCE:

    Miami Heat (2)-Philadelphia 76ers (7) serie 1-0 Heat
    Boston Celtics (3)-New York Knicks (6) serie 1-0 Celtics
    Orlando Magic (4)-Atlanta Hawks (5) serie 0-1 Hawks
    Chicago Bulls (1)-Indiana Pacers (8) serie 1-0 Bulls

    WESTERN CONFERENCE:

    Los Angeles Lakers (2)-New Orleans Hornets (7) serie 0-1 Hornets
    San Antonio Spurs (1)-Memphis Grizzlies (8) serie 0-1 Grizzlies
    Dallas Mavericks (3)-Portland Trail Blazers (6) serie 1-0 Mavericks
    Oklahoma City Thunder (4)-Denver Nuggets (5) serie 1-0 Thunder

  • Playoff NBA, primo turno: Analisi Western Conference

    Playoff NBA, primo turno: Analisi Western Conference

    Il viaggio nei playoff NBA inizia con l’analisi delle 4 sfide della Western Conference.

    1 San Antonio Spurs (61-21) vs 8 Memphis Grizzlies (46-36)

    La serie si prospetta molto più interessante di quanto dicano i numeri. Di solito il confronto tra la numero 1 della Conference e l’ultima, la numero 8, pende realisticamente dalla parte del team con il miglior record. Qui invece la situazione è leggermente diversa dato che Memphis possiede tutte le armi per dare piena battaglia agli avversari, e sarebbe stata molto più insidiosa se avesse potuto contare anche sull’apporto del suo uomo franchigia, Rudy Gay, stella della squadra e prima opzione offensiva ma fuori per il resto della stagione per un infortunio alla spalla. 2-2 il confronto fino ad ora in stagione con 2 vittorie neroargento in casa e 2 vittorie per i Grizzlies sul proprio parquet.
    Gli Spurs hanno chiuso la stagione al secondo posto nella NBA: dopo aver tenuto la testa della classifica della Lega dalla prima fino all’81esima giornata, hanno ceduto lo scettro di squadra regina ai Bulls proprio nell’ultimo turno di regular season, dato che coach Popovich ha preferito tenere a riposo i suoi “Big” non più giovanissimi a discapito del record (che comunque resta il primo della Western Conference). Memphis invece ha chiaramente preferito evitare i campioni in carica dei Lakers, regalando le ultime partite agli avversari per chiudere ottava, forte del fatto che forse contro San Antonio c’è qualche possibilità in più di fare il colpaccio. Questa fiducia proviene dal fatto che la front line dei Grizzlies, se innescata a dovere, è superiore a quella degli Spurs che può contare su un Duncan ed un McDyess ormai in avanti con gli anni. Memphis invece grazie a Randolph e Gasol (finalmente il fratello minore del ben più noto Pau dei Lakers è salito di colpi) ha il talento per mettere in crisi le “torri” neroargento, in più anche negli altri ruoli il confronto è molto equilibrato, con una gran bella sfida tra playmaker (Parker per i texani, Conley per Memphis), tra ali piccole (Jefferson per gli “Speroni” contro Mayo per gli “Orsi”) e tra le guardie (Ginobili vs Tony Allen che difensivamente è uno dei primi 3 giocatori del campionato). Incognita sulle condizioni proprio di Ginobili che accusa un infortunio al braccio, nel complesso ciò che potrebbe far pendere la sfida in favore degli Spurs è la panchina, che pare qualitativamente e quantitativamente migliore, ma i giovani del Tennessee sono pronti a dare battaglia per portare a casa, per la prima volta da quando sono stati fondati, una sfida playoff.

    2 Los Angeles Lakers (57-25) vs 7 New Orleans Hornets (46-36)

    La serie più scontata non solo in questa Conference ma forse dell’intera Lega (più di Chicago-Indiana ad Est) ed il motivo è semplice ed ha un nome ed un cognome, ovvero David West: non che con lui in campo la formazione della Louisiana avrebbe passato il turno, ma sicuramente avrebbe reso la vita molto più difficile ai campioni NBA. Il brutto infortunio ai legamenti del ginocchio, arrivato sul finire di stagione, però, mette del tutto fuori causa gli Hornets, ridotti ai minimi termini nelle rotazioni e molto probabilmente non in grado di affrontare una serie di più partite contro un avversario così ostico ed ancora favorito numero 1 nella corsa al titolo anche di quest’anno..
    A detta di molti, infatti, New Orleans è la migliore squadra possibile da affrontare per i gialloviola, dato che sono stati già surclassati in stagione da un netto quanto eloquente 4-0 negli scontri diretti.
    Esaminando ogni singolo reparto ed ogni singolo ruolo i Lakers sono superiori e più profondi in tutto, solo il ruolo di playmaker vede soccombere Los Angeles, dato che Fisher verrà molto probabilmente portato a spasso da Chris Paul (probabile anche una marcatura di Bryant per mettere la museruola al numero 3), per il resto, apparentemente e per quanto dicono i numeri, il confronto non esiste.
    L’assenza di David West, assieme a Paul il faro della squadra ed asse portante dell’attacco della squadra di coach Monty Williams, è compensata da Carl Landry, arrivato fortunatamente da Sacramento prima dell’infortunio del numero 30, ma i ricambi Jason Smith e Gray non offrono nessuna garanzia.
    Anche i losangelini hanno qualche problema da risolvere con Bynum e Barnes leggermente infortunati (ma arruolabili per la sfida contro gli Hornets) e Blake, play di riserva, che ha contratto la varicella, ma la classe di Gasol e il dinamismo di Bynum sono sufficienti per poter guardare con ottimismo al confronto con i pari ruolo Landry ed Okafor.
    Artest, vista la poca produzione offensiva degli avversari, è atteso più nelle statistiche di attacco che di difesa (suo punto forte), mentre il solito Kobe Bryant sarà il giocatore designato a rompere gli equilibri nelle varie partite con la sua immensa classe.
    A New Orleans serve un miracolo: sperando tra l’altro che i californiani non escano immediatamente dal brutto periodo delle ultime 7 partite (5 perse e 2 vinte a stento contro le riserve delle riserve degli Spurs e dopo una partita soffertissima contro i non trascendentali Kings chiusa solo dopo un overtime) servono un Chris Paul in forma strepitosa, un Trevor Ariza capace di arginare Bryant come mai nessuno è riuscito a fare nei playoff, un Okafor monumentale a centro area ed un Marco Belinelli al top della forma per punire le disattenzioni dei più quotati avversari, senza tralasciare una difesa così perfetta ed asfissiante da sfiorare la perfezione: possibile in una o 2 partite ma non in una serie al meglio di 7 gare. Tuttavia la speranza per i tifosi Hornets è l’ultima a morire!

    3 Dallas Mavericks (57-25) vs 6 Portland Trail Blazers (48-34)

    La sfida si presenta molto equilibrata e probabilmente non si risolverà in poche partite. In stagione regolare si è assistito ad una perfetta parità tra le 2 squadre, con 2 vittorie per i Mavericks a Dallas e 2 successi per i Blazers a Portland, segno che il fattore campo potrebbe risultare decisivo ai fini dell’esito finale.
    Molti sono i fattori da analizzare, innanzitutto bisogna dire che si affrontano 2 squadre molto simili nello stile di gioco, segno che a decidere la serie potrebbero essere i vari episodi nell’arco dei match.
    Abbastanza equivalenti le front line, identica situazione nel back court, l’equilibrio tra le 2 franchigie è rotto dalle panchine che se per qualità sono similari, tuttavia quella dei Mavs pare più lunga e pronta a sopperire ad eventuali assenze. A far pendere la bilancia dalla parte di Dallas potrebbe essere il ritorno di Caron Butler, assente ormai da mesi per un brutto infortunio: se l’ala piccola dovesse presentarsi ai nastri di partenza dei playoff le speranze dei Blazers di passare il turno si ridurrebbero dato che Butler è anche un eccezionale difensore sugli esterni, cosa che attualmente manca nel roster dei texani, dando una dimensione migliore al gioco di squadra. Portland si affiderà ad Aldridge che sembra l’unico a poter limitare lo strapotere del tedesco Dirk Nowitzki e dovrà avere in Andre Miller l’uomo pronto ad approfittare dei cali di rendimento di Jason Kidd (vista l’età avanzata). Nota di merito per Wallace e Batum che con la loro difesa dovranno portare un valido contributo alla causa, limitando i pericolsi esterni degli avversari. Roy, al rientro dopo un infortunio dal quale non si è del tutto ripreso è al 50% (se non di meno) della forma fisica, ma sarà importante nell’economia offensiva dei Trail Blazers. Anche da lui passano le chance di avanzare al turno successivo per la formazione dell’Oregon.

    4 Oklahoma City Thunder (55-27) vs 5 Denver Nuggets (50-32)

    In stagione regolare i Thunder hanno vinto 3 sfide su 4 dimostrando di poter sbancare il parquet avversario (il Pepsi Center), cosa che invece non è successa per Denver. Oklahoma City in stagione regolare è stata una delle poche squadre capaci di limitare i Nuggets a meno di 100 punti segnati, impresa notevole visto che la formazione del Colorado ha il migliore attacco della NBA con oltre 110 punti di media per partita.
    Da valutare l’infortunio subito da Ty Lawson nell’ultima partita di stagione: il playmaker di Denver sembra essere l’unico nel roster che potrebbe cercare di limitare il pari ruolo avversario Russell Westbrook, una sua eventuale assenza spalancherebbe le porte della semifinale di Conference agli avversari. Sicuramente dopo la trade di Carmelo Anthony e Chauncey Billups ai Knicks in cambio di Chandler, Mozgov, Felton e del nostro Danilo Gallinari i Nuggets sono diventati una formazione molto particolare, con 10-12 giocatori (in pratica 2 quintetti) tutti sullo stesso livello, nessuna superstar (come lo era ‘Melo) ma tanti ottimi e validi giocatori intercambiabili tra di loro. Questa è diventata in breve tempo la forza di Denver, il fatto di poter buttare nella mischia sempre un giocatore di ottimo potenziale che non fa rimpiangere le prestazioni del giocatore assente o richiamato in panchina.
    Oklahoma City invece è una squadra che basa le sue fortune in primis su 2 giocatori, ovvero Westbrook (da molti definito un LeBron James in miniatura) e Kevin Durant, il giocatore che sarà destinato a diventare il numero 1 della Lega in breve tempo. Il 2 volte capocannoniere della Lega (a soli 22 anni!) ha un talento offensivo fuori dal normale, è una macchina da punti poche volte vista in NBA, riesce a bucare il canestro avversario da qualsiasi posizione sfruttando un’altezza anomala per un’ala piccola (quasi 210 centimetri, molti in più rispetto ai pari ruolo avversari) con un’apertura di braccia assurda che permette al numero 35 di tirare “in testa” agli avversari risultando virtualmente instoppabile!
    Sarà lui la chiave della serie e di conseguenza lo sarà anche Gallinari che probabilmente sarà destinato alla sua marcatura avendo un’altezza grosso modo similare (per cercare di contrastarlo) e medesimo ruolo. Danilo però ha saltato le ultime partite di regular season per un infortunio e le sue condizioni sono valutate giorno per giorno. Inutile dire che una sua eventuale assenza (unita a quella di Lawson) peserebbe oltremodo nell’economia della serie facendo pendere inevitabilmente l’ago della bilancia in favore di Oklahoma City. Interessante anche lo scontro in area pitturata con i Thunder leggermente favoriti vista la profondità di uomini in panchina. E poi i titolari Perkins (gran colpo quello di strapparlo a Boston da parte del G.M. Sam Presti) ed Ibaka, a livello difensivo, sembrano avere una marcia in più rispetto a Nenè e Martin. Da vedere anche lo scontro tra J.R. Smith (Denver) e James Harden (Thunder) che dalla panchina non dovranno far mancare il loro contributo.