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  • Nba, Beli non va, Chicago sì. Derby di Los Angeles ai Clippers

    Nba, Beli non va, Chicago sì. Derby di Los Angeles ai Clippers

    Undici le partite giocate nella notte Nba. I Chicago Bulls di Marco Belinelli battono Miami 96-89 fuori casa, costringendo LeBron James e compagni alla terza sconfitta casalinga in stagione (15-3). Per l’italiano partita incolore, con soli 7 punti a referto e 17 minuti sul parquet. Chris Bosh al termine dell’incontro dice apertamente che i Bulls questa sera li hanno uccisi. Come dare torto all’ex Toronto, consapevole del 48-28 subito a rimbalzo (19-4 in attacco) per mano degli ospiti, e un trend che conferma Miami una squadra poco propensa a questo fondamentale. Top scorer per Chicago Carlos Boozer, che mette a referto 27 punti e 12 rimbalzi, dando così seguito alle brillanti prestazioni dell’ultimo periodo. Prezioso l’apporto anche del centro Joakim Noah, protagonista con 12 rimbalzi e 13 punti segnati. In stagione gli Heat avevano perso all’AmericanAirlines soltanto in due occasioni, contro i Knicks e i Warriors. In Florida comunque la situazione in classifica resta abbastanza tranquilla, con il quintetto di coach Spoelstra sempre leader ad Est (22-9).

    Los Angeles Clippers – Los Angeles Lakers 107-102

    Derby di Los Angeles infinito tra Lakers e Clippers. La vittoria va al quintetto capitanato da Chris Paul (107-102), che chiude la serata con 30 punti e 13 assist (11 nei primi due quarti). E’ stata una sfida emozionante, con i Clippers sempre a condurre, ma l’orgoglio e la classe di Kobe Bryant (38 punti) hanno mantenuto in vita i giallo-viola fino alla fine, nonostante a 10 minuti dal termine i Lakers si trovassero sotto di 19 punti (massimo vantaggio Clippers) per la tripla segnata da Odam.

    Partita pazzesca, ricca di spunti e colpi di scena, ma anche tante belle giocate, fra tutte la schiacciata di Bryant in faccia a Chris Paul nel primo quarto, che ha letteralmente fatto scattare in piedi i tifosi dello Straples Center. E’ stato anche il derby di Blake Griffin e delle sue proverbiali schiacciate, sebbene verrà ricordato sopratutto per il grandissimo salvataggio nel terzo quarto, quando è volato oltre il parquet atterrando contro due bambini seduti a bordo campo. Con 24 punti Griffin è insieme a Chris Paul l’artefice della vittoria dei Clippers sul quintetto di coach Mike D’Antoni.

    Dicevamo che è stato un derby intensissimo, sopratutto nel finale, quando i Lakers trascinati dall’orgoglio di Kobe Bryant si sono riportati a meno 2 con 90 secondi ancora da giocare. Canestro sublime quello del numero 24 giallo-viola, segnato tenendosi in bocca parte della maglietta, magia che non è servita però per evitare la sconfitta, forse già scritta nel libro del destino.

    Kobe Bryant segna 38 punti nel derby di Los Angeles ma non basta | ©Harry How/Getty Images
    Kobe Bryant segna 38 punti nel derby di Los Angeles ma non basta | ©Harry How/Getty Images

    Wizards – Nets 113-115 (2OT)

    A 0.7 secondi dalla fine del secondo overtime, Joe Johnson regala la vittoria ai Nets per 115-113 sui Wizards dopo tre ore di partita. Per coach Carlesimo è il quarto successo da quando si è seduto sulla panchina di Brooklyn (4-1), striscia positiva che proietta la franchigia di New York al sesto posto nella Eastern Conference. Top scorer della serata per i Nets Brook Lopez, autore di 27 punti e 13 rimbalzi. Ottima la prova anche di Deron Williams, che aggiunge 24 punti e 10 assist.

    A nulla è servito per i Wizards il career high di un fantastico Bradley Beal (24 punti, 6 rimbalzi, 4 assist), che con due liberi a 9 secondi dal termine stava portando la sfida al terzo overtime, prima che arrivasse il canestro decisivo di Joe Johnson.

    I Wizards avevano la partita in pugno durante il primo overtime, complice un mini-break di 8-0 (101-93), salvo subire il contro break dei Nets (101-104) con meno di 4 secondi da giocare Mette d’accordo tutti Beal, che con una bomba manda le due squadre al secondo overtime. Classifica drammatica per Washington, che con un record di 4-27 rappresenta ad oggi il peggio che la lega possa offrire.

    Risultati Nba 04-01-2013

    Clippers – Lakers 107-102
    Suns – Jazz 80-87
    Bucks – Rockets 101-115
    Thunder – 76ers 109-85
    Grizzlies – Blazers 84-86
    Celtics – Pacers 94-75
    Heat – Bulls 89-96
    Pistons – Hawks 85-84
    Wizards – Nets 113-115
    Raptors – Kings 96-105
    Bobcats – Cavaliers 104-106

  • Nba, rimonta Heat su Dallas con LeBron. Durant espulso

    Nba, rimonta Heat su Dallas con LeBron. Durant espulso

    Anche nella notte appena trascorsa l’Nba ha deliziato il pubblico statunitense con ben dodici partite disputate. C’era un solo italiano che giocava oggi, ed era Marco Belinelli. I suoi Bulls hanno violato il parquet di Orlando per 96-94. Piuttosto in ombra l’ex Fortitudo, con soli 2 punti a referto in 17 minuti giocati. Protagonista dell’incontro Carlos Boozer, che con 31 punti segnati piazza il suo season high. Prezioso contributo anche per Luol Deng con 23 punti e gli ultimi due tiri liberi decisivi. Una partita per la verità mai in discussione, dove Chicago è sempre stata avanti, prima di subire la rimonta dei Magic ad inizio quarto periodo, con Nelson (top scorer della serata, 32 punti) e Vucevic capaci di riportare in vita i padroni di casa (86-84 a cinque dalla fine). Ma due possessi scellerati di Orlando fanno nuovamente precipitare la situazione, e i Bulls scappano a più 10 con un parziale di 8-0. Non è ancora finita però, perché una tripla di J.J. Redick, una schiacciata di Vucevic e un canestro da due di Afflalo consegnano al pubblico di casa un finale da brividi, con Chicago avanti di sole due lunghezze a 46 secondi dal termine. Nelson a 11.3 secondi ha la palla del pareggio ma la sbaglia. Il match si chiude allora nei successivi due tiri liberi di Deng, che a 4 secondi dalla fine pone Chicago avanti di 4 punti, salvo poi concludere con un punteggio finale di 96-94.

    MAVERICKS – HEAT 119-109 (1 o.t.)

    Che cosa fai Dallas? I Mavericks perdono la loro settima gara nelle ultime otto partite, ma stavolta coach Rick Carlisle ha di che rammaricarsi per un successo che a tre minuti dalla sirena lunga sembrava già acquisito. Dallas infatti aveva da gestire un vantaggio enorme, 6 punti (100-94), dopo la tripla di un Nowitzki che pian piano sta tornando ad essere un fattore (19 punti in 29 minuti giocati). Da una situazione di calma apparente, Miami resuscita in un amen, lanciando un chiaro messaggio di forza all’intera lega. Nel finale gli Heat non solo impattano la gara ma mettono il loro becco avanti con la tripla di Shane Battier, fin lì disastroso dall’arco (0/3), su assist di un mostruoso LeBron James (32 punti, 12 rimbalzi, 9 assist). A 4 secondi dalla fine Nowitzki trova il canestro che consegna a Dallas i supplementari, dove però scende in campo una sola squadra, Miami appunto. Con un parziale di 7-0 grazie alla tripla di Allen (15 punti a referto per l’ex Celtics), James da due e una schiacciata di Wade, gli Heat chiudono definitvamente la pratica Dallas, portando il loro record stagionale a 22 vittorie e 8 sconfitte, e confermandosi prima forza ad Est.

    King James vs Nowitzki | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    King James vs Nowitzki | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    THUNDER – NETS 93-110

    E’ la sorpresa della serata. Brooklyn batte Oklahoma 110-93 alla Chesapeake Energy Arena, grazie al season high di Johnson (33 punti), e i 19 punti e 13 assist di Williams. Ma la partita tra Nets e Thunder passerà alla storia per la prima espulsione in carriera di Kevin Durant poco prima della sirena lunga, dopo aver prima subito la chiamata del tecnico sul fallo contro Kendrick Perkins per poi avere una discussione con Danny Crawford, quest’ultima decisiva nella scelta dell’arbitro di allontanare Durant dal parquet. Fin lì l’ala piccola dei Thunder aveva segnato 27 punti, top scorer dei suoi. L’oro olimpico di Londra si è quindi giustificato dicendo che per lui la chiamata dell’arbitro sul primo tecnico era errata, ed il sentimento di frustazione per la partita ormai persa ha fatto sì che avesse quella reazione che gli è costata la sua first ejection career.

    WARRIORS – CLIPPERS 115-94

    Seconda sconfitta consecutiva per i Clippers, che dopo il ko subito ieri contro Denver pagano dazio anche contro Golden State. A Oakland va in scena lo show di Curry, top scorer con 31 punti (25 nei primi due quarti), 6 rimbalzi e 8 assist. Partenza a razzo dei Warriors, che sorprendono il quintetto californiano reduce da 17 vittorie di fila, colpito emotivamente dalla morte di Donald Sterling, il figlio del proprietario dei Clippers, trovato morto nella sua abitazione a Malibu per una sospetta overdose. Nonostante la notizia della morte di Sterling Jr. lo abbia lasciato senza parole, Chris Paul ha provato in tutti i modi a riportare sotto i suoi compagni di squadra, mettendo a referto 23 punti, 4 rimbalzi e 6 assist, senza però mai impensierire la franchigia di Oakland.

    RISULTATI NBA 02-01-2013

    Raptors – Blazers 102-79
    Magic – Bulls 94-96
    Cavaliers – Kings 94-97
    Pacers – Wizards 89-81
    Celtics – Grizzlies 83-93
    Heat – Mavericks 109-119 (1 o.t.)
    Bucks – Spurs 110-117
    Rockets – Hornets 104-92
    Thunder – Nets 93-110
    Jazz – Timberwolves 106-84
    Suns – 76ers 95-89
    Warriors – Clippers 115-94

  • Nba, Gallinari esagera. 39 punti contro Dallas

    Nba, Gallinari esagera. 39 punti contro Dallas

    Dodici le partite giocate nella notte Nba. Giornata indimenticabile per Danilo Gallinari. Il Gallo stacca il career high con 39 punti segnati in faccia a Dallas, di fronte a sua maestà Nowitzki, ancora convalescente dopo l’operazione al ginocchio e incapace di dare il suo apporto ai Mavericks, al loro quinto ko consecutivo, il secondo sul parquet di casa. Per Gallinari prestazione monstre, con 7 triple su 11 tiri dall’arco, sei rimbalzi difensivi e 3 assist. L’altro grande protagonista della felice trasferta dei Nuggets è Kenneth Faried. The Manimal si regala una serata da protagonista con 19 rimbalzi complessivi e 11 punti a referto. Percentuali disastrose per Dallas, sotto il 40% da due e con un 5-25 da tre punti. Tra i Mavericks top scorer O.J. Mayo con 15 punti.

     GO LAKERSMike D’Antoni sembra aver imboccato la strada giusta. I suoi Lakers vincono la sesta partita nelle ultime 7 gare, battendo allo Staples Center Portland per 104-87. La ripresa dei giallo-viola è coincisa con il rientro di Steve Nash, anche ieri fondamentale con i suoi 10 assist. Il playmaker canadese insieme a Howard (21 punti, 14 rimbalzi) e l’onnipresente Bryant (miglior realizzatore con 27 punti ma un mediocre 1/6 dall’arco) spinge i Lakers al 50% (15-15), che per i californiani equivale al terzo posto nella Pacific Division, l’ottava posizione ad Ovest.

    Career hig per Danilo Gallinari, 39 punti contro Dallas | ©Doug Pensinger/Getty Images
    Career hig per Danilo Gallinari, 39 punti contro Dallas | ©Doug Pensinger/Getty Images

    16 – Non si ferma più invece l’altra squadra di Los Angeles. I Clippers toccano il muro dei 16 successi di fila. Sul parquet dei Jazz Chris Paul veste i panni dell’uomo provvidenza con 29 punti (13 liberi) e sei assist. Colpisce però tutto il quintetto titolare, con i vari Griffin, Butler, DeAndre Jordan e Green in doppia cifra.

    KO KNICKS – Non riesce la rimonta ai Knicks, che devono mangiarsi le mani dopo aver chiuso il secondo periodo sotto di 21 punti. Nonostante l’incredibile rimonta, Chris Copeland e compagni devono arrendersi alla bomba sulla sirena di James Johnson, ribattezzata dalla stampa Usa come “the shot of his career”, che regala la vittoria a Sacramento per 106-105.

    NON BASTA JAMES – Stavolta Lebron James non basta agli Heat, che orfani di Wade vengono superati da Detroit per 109-99. Dopo un primo quarto chiuso avanti di 15 punti, Miami si prende una pausa letale nel successivo periodo, dove i detentori dell’anello subiscono un passivo di 21 punti dai padroni di casa. Il segreto dei Pistons è la panchina, dalla quale arriva lo strepitoso apporto di Will Bynum (25 punti, 3/4 da tre). L’ex Maccabbi sforna una prestazione superlativa per Detroit, che con il successo di ieri coglie il terzo successo nelle ultime quattro partite. Nonostante la battuta d’arresto Miami resta saldamente al comando nella East Conference con un record di 20-7 (74%), lasciandosi alle spalle New York e Atlanta.

    RISULTATI NBA 28-12-2012

    Washington Wizards – Orlando Magic 105-97
    WSH: Crawford 27, Nene 23, Seraphin 17
    ORL: Afflalo 26, Redick 23, Nelson 16

    Indiana Pacers – Phoenix Suns 97-91
    IND: Hill 22, Paul George 15, David West 14
    PHX: Telfair 19, Gortat 15, Scola 12

    Brooklyn Nets – Charlotte Bobcats 97-81
    BKN: Lopez 26, Williams 19, Joe Johnson 16
    CHA: Warrick 13, Sessions 12, Gordon 10

    Detroit Pistons – Miami Heat 109-99
    DET: Will Bynum 25, Villanueva 18, Singler 12
    MIA: James 35, Chris Bosh 28, Allen 9

    Clevaland Cavaliers – Atlanta Hawks 94-102
    CLE: Irving 28, Waiters 18, Zeller 12
    ATL: Teague 27, Louis Williams 16, Horford 14

    New Orleans Hornets – Toronto Raptors 97-104
    NO: Davis 25, Vasquez 20, Anderson 17
    TOR: DeRozan 30, Lowry 17, Alan Anderson 16

    Dallas Mavericks – Denver Nuggets 85-106
    DAL: Mayo 15, Kaman 12, Collison 10
    DEN: Gallinari 39, Iguodala 20, Faried 11

    San Antonio Spurs – Houston Rockets 122-116
    SA: Parker 31, Duncan 30, Ginobili 23
    HOU: Harden 33, Parsons 24, Lin 21

    Utah Jazz – Los Angeles Clippers 114-116
    UTAH: Foye 28, Jefferson 22, Hayward 17
    LAC: Chris Paul 29, Griffin 22, DeAndre Jordan 16

    Sacramento Kings – New York Knicks 106-105
    SAC: Thornton 18, James Johnson 17, Cousins 15
    NY: Smith 28, Copeland 23, Chandler 21

    Los Angeles Lakers – Portland Blazers 104-87
    LAL: Bryant 27, Howard 21, Gasol 15
    POR: Aldridge 26, Lillard 11, Barton 11

    Golden State Warriors – Philadelphia 76ers 96-89
    GS: Lee 23, Tyler 16, Thompson 14
    PHI: Holiday 21, Thaddeus Young 19, Nick Young 13

  • LeBron James e Kevin Durant guidano il miglior quintetto NBA

    LeBron James e Kevin Durant guidano il miglior quintetto NBA

    LeBron James, fenomeno dei Miami Heat (che pochi giorni fa ha ricevuto il premio di M.V.P. della stagione NBA 2011/2012 ed è diventato così vincitore di tre delle ultime 4 edizioni), è stato il giocatore che ha raccolto più punti nella votazione per stabilire il migliore quintetto NBA della stagione. James ha ricevuto 118 voti per la prima squadra su un massimo di 120 voti disponibili. Oltre al numero 6 di Miami nel migliore starting five sono stati inseriti Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers, Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder (finito ad una manciata di punti da James con 591 in totale e 117 voti da primo quintetto), Dwight Howard degli Orlando Magic e Chris Paul dei Los Angeles Clippers.

    Nonostante la media di minuti giocati più bassa in carriera (37.5 a gara), James (convocato otto volte per l’All Star Game) ha guidato la Lega nella categoria del plus-minus (differenziale di punti quando un giocatore è sul parquet) con un ottimo +7,6 ed ha concluso al terzo posto nella classifica marcatori (27,1 punti  a partita), è stato il leader dei Miami Heat negli assist (6.2 ad incontro) e nei rimbalzi (7.9 gli stessi del compagno Chris Bosh). Inoltre James ha stabilito i record in carriera per la percentuale dal campo (0,531) e nel tiro da tre punti (0,362). James guadagna gli onori della prima squadra NBA per la quinta stagione di fila e per la sesta volta in carriera.

    Kevin Durant è alla sua terza selezione nel miglior quintetto dell’anno. Ha guidato la NBA in punti segnati (28,0 a partita) per il terzo anno consecutivo, ed ha stabilito il suo massimo in carriera nei rimbalzi catturati (8.0 ad incontro) e negli assist (3.5). Durant ha segnato almeno 40 punti in stagione per quattro volte tra cui si deve registrare il career-high di ben 51 punti stabilito il 19 febbraio contro i Denver Nuggets di Danilo Gallinari. E’ stato eletto anche M.V.P. dell’All Star Game di Orlando dopo aver segnato 36 punti per la squadra della Western Conference nella vittoria per 152-149 contro la selezione dell’Est.

    Kobe Bryant è alla settima selezione consecutiva nel miglior quinetto della stagione, e diventa il giocatore in attività con più selezioni nel miglior quinetto dell’anno a quota 10. Bryant è arrivato secondo in campionato nei punti segnati (27,9 contro i 28 di Durant). Il 6 febbraio, nella sua città natale, Philadelphia, Bryant ha superato l’ex compagno di squadra ai Lakers Shaquille O’Neal al quinto posto in NBA per quanto riguarda i migliori realizzatori di tutti i tempi, e il 9 marzo, a Minnesota, è diventato il più giovane giocatore a toccare quota 29.000 punti in carriera (a 33 anni e 199 giorni). Con la sua decima selezione nella migliore squadra della stagione NBA, Bryant raggiunge mostri sacri come Kareem Abdul-Jabbar, Elgin Baylor, Bob Cousy, Michael Jordan, Bob Pettit, e Jerry West (anche loro a quota 10). Karl Malone è il leader di tutti i tempi con 11 selezioni totali e Kobe il prossimo anno proverà a raggiungerlo in testa a questa graduatoria.

    LeBron James & Kevin Durant | © Joe Murphy/NBAE via Getty Images

    Dwight Howard è stato selezionato nel miglior team NBA per la quinta stagione consecutiva, ha guidato la Lega nei rimbalzi con un 14,5 a gara e ha ottenuto il suo career high nella percentuale di realizzazione dal campo (0,573). E’ arrivato secondo nella statistica delle doppie doppie realizzate (con 43) e terzo nella classifica delle stoppate (2.15 a match). Howard inoltre ha avuto una media di 20,6 punti ed è stato uno degli unici tre giocatori in NBA con la media di almeno 20 punti e 10 rimbalzi a partita (gli altri sono stati Kevin Love e Blake Griffin).

    Chris Paul, alla seconda chiamata nel migliore quintetto dell’anno, è stato il leader NBA nei recuperi (2.53) ed ha concluso al terzo posto negli assist (9.1), aggiungendo anche 19,8 punti a partita con 3.5 rimbalzi. Ha realizzato 23 doppie doppie (16esimo assoluto). Paul in questa stagione è diventato il secondo giocatore (dopo Tim Hardaway nel 1990/1991) nella storia della NBA ad avere una media di almeno 19,0 punti, 9,0 assist, 3,5 rimbalzi e 2.0 recuperi.

    La seconda migliore squadra NBA è composta invece dalle guardie Tony Parker dei San Antonio Spurs e Russell Westbrook degli Oklahoma City Thunder, dalle ali Blake Griffin dei Los Angeles Clippers e Kevin Love dei Minnesota Timberwolves, e dal centro Andrew Bynum dei Los Angeles Lakers.

    Nel terzo migliore starting five della Lega sono finiti Dwyane Wade dei Miami Heat e Rajon Rondo dei Boston Celtics come guardie, Carmelo Anthony dei New York Knicks e Dirk Nowitzki dei Dallas Mavericks come ali, e Tyson Chandler dei New York Knicks come centro.

    I migliori team della stagione NBA sono stati scelti da una giuria di 120 giornalisti sportivi  degli Stati Uniti e del CanadaI giornalisti hanno votato per i giocatori e per la selezione nella migliore squadra sono stati assegnati 5 punti, per l’inserimento nel secondo miglior team sono stati dati 3 punti ed infine per la chiamata nella terza squadra è stato fornito solo 1 punto.

    2011-12 All-NBA First Team:

    G: Chris Paul (Los Angeles Clippers) 484 punti
    G: Kobe Bryant (Los Angeles Lakers) 568 punti
    C: Dwight Howard (Orlando Magic) 476 punti
    F: LeBron James (Miami Heat) 596 punti
    F: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder) 591 punti

    2011-12 All-NBA Second Team:

    G: Tony Parker (San Antonio Spurs) 367 punti
    G: Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder) 239 punti
    C: Andrew Bynum (Los Angeles Lakers) 400 punti
    F: Blake Griffin (Los Angeles Lakers) 170 punti
    F: Kevin Love (Minnesota Timberwolves) 365 punti

    2011-12 All-NBA Third Team:

    G: Rajon Rondo (Boston Celtics) 142 punti
    G: Dwyane Wade (Miami Heat) 235 punti
    C: Tyson Chandler (New York Knicks) 60 punti
    F: Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks) 136 punti
    F: Carmelo Anthony (New York Knicks) 154 punti

    Questi gli altri giocatori che hanno ricevuto voti dalla giuria (ordinati secondo i punti totali ottenuti): LaMarcus Aldridge, Portland, 55; Marc Gasol, Memphis, 52; Derrick Rose, Chicago, 44; Josh Smith, Atlanta, 33; Paul Pierce, Boston, 31; Al Jefferson, Utah, 30; Pau Gasol, Los Angeles Lakers, 27; Steve Nash, Phoenix, 24; Kevin Garnett, Boston, 22; Tim Duncan, San Antonio, 18; Joe Johnson, Atlanta, 16; Deron Williams, New Jersey, 14; Rudy Gay, Memphis, 10; James Harden, Oklahoma City, 8; Luol Deng, Chicago, 5; Roy Hibbert, Indiana, 5; Manu Ginobili, San Antonio, 3; Danny Granger, Indiana, 3; Joakim Noah, Chicago, 3; Monta Ellis, Milwaukee, 2; Chris Bosh, Miami, 2; Luis Scola, Houston, 2; Marcin Gortat, Phoenix, 2; Paul Millsap, Utah, 2; Serge Ibaka, Oklahoma City, 2; David Lee, Golden State, 1; DeMarcus Cousins, Sacramento, 1.

  • NBA, votato il migliore quintetto difensivo. LeBron James davanti a tutti

    NBA, votato il migliore quintetto difensivo. LeBron James davanti a tutti

    La NBA ha ufficializzato il migliore quintetto difensivo della stagione: a guidare lo starting five c’è LeBron James che è stato già eletto pochi giorni fa M.V.P. della Lega. Il leader dei Miami Heat ha collezionato 53 punti complessivi con 24 voti da primo posto, unico tra tutti i votati a superare quota 50 punti.

    Dietro all’ala del team della Florida si è piazzato Serge Ibaka degli Oklahoma City Thunder, il miglior stoppatore della stagione che ha collezionato 47 punti. Seguono Dwight Howard, centro degli Orlando Magic con 41 punti in totale e poi chiudono Chris Paul dei Los Angeles Clippers (35 punti ottenuti) e Tony Allen dei Memphis Grizzlies (33 punti).

    Per Ibaka e Tony Allen si tratta della prima selezione, dalla loro entrata in NBA, nel quintetto dei migliori difensori della stagione. Per LeBron James invece non è la prima volta: il numero 6 di Miami ha portato gli Heat ad un record di 46 vittorie e 20 sconfitte (e la testa di serie numero 2 nei playoff della Eastern Conference) giocando davvero alla grande anche in difesa. E’ stato il leader della sua squadra in recuperi (1,9 a partita) e rimbalzi difensivi (6,4 a match), e più in generale nei rimbalzi totali (7.9). Con James a guidarla la difesa di Miami ha concesso solo 91,3 punti agli avversari di media, tenendo al 43% al tiro le altre squadre affrontate.

    LeBron James, Miami Heat | © Jeff Zelevansky/Getty Images

    Ibaka ha guidato la statistica delle stoppate (3.65 ad incontro!), mentre Paul è stato il migliore nei recuperi (2.53).Howard è stato miglior rimbalzista della lega (14.5 a partita), così come il miglior rimbalzista difensivo (10,8). La forza in difesa di Tony Allen invece è semplificata da questi numeri: i Grizzlies hanno concesso 96.0 punti in 100 possessi con lui in campo rispetto ai 102 punti subiti in 100 possessi con Allen fuori dal parquet.

    Il secondo quintetto difensivo è composto invece dalle guardie Rajon Rondo (dei Boston Celtics) e Kobe Bryant (dei Los Angeles Lakers), dal centro Tyson Chandler (dei New York Knicks, votato migliore difensore della stagione qualche settimana fa) e dalle ali Luol Deng (dei Chicago Bulls) e Kevin Garnett (dei Boston Celtics).

    Il pannello di votazione era formato dai 30 allenatori NBA, ai quali è stato chiesto di selezionare sia la prima squadra difensiva che la seconda. Agli Allenatori, c’è da ricordare, che non è stato permesso di votare per qualsiasi giocatore della propria squadra. Sono stati assegnati due punti agli atleti inseriti nel migliore quintetto ed uno solo invece a chi è stato inserito nel secondo quintetto difensivo.

    Stride però a prima vista l’esclusione, dal migliore starting five difensivo, del vincitore del premio di difensore dell’anno ovvero Tyson Chandler a favore di Dwight Howard. Non si capisce come sia possibile che il giocatore che alla fine del torneo è risultato il migliore nel gioco difensivo possa essere poi scivolato fuori dal quintetto ideale che comprende i migliori difensori. Un’incongruenza che sarà difficile spiegare da parte della Lega e che negli Stati Uniti sta già generando una marea di discussioni tra esperti ed analisti. Anche perchè Tyson Chandler ha dimostrato di meritare quel premio e di conseguenza avrebbe avuto ogni diritto di entrare nel miglior team NBA che riguarda la difesa.

  • NBA, All Star Game: Vince La Western Conference. Kevin Durant M.V.P.

    NBA, All Star Game: Vince La Western Conference. Kevin Durant M.V.P.

    Una partita divertente e spettacolare ma allo stesso tempo intensa e combattuta, un pò controcorrente rispetto alle solite Partite delle Stelle in cui la cosa primaria è offrire uno show indimenticabile agli spettatori, magari anche a discapito del risultato che spesso generava partite segnate già dall’inizio. Ed invece in questa edizione 2012 c’è stato il giusto mix tra tutti gli ingredienti, ovvero le giocate sensazionali nella prima parte di match e nel secondo tempo la voglia di vincere di entrambe le squadre che non ci stavano a perdere. Alla fine però, dopo un finale di gara davvero emozionante, l’ha spuntata la Western Conference che si è imposta per 152-149 sulla Eastern Conference. Kevin Durant è stato nominato M.V.P. della gara grazie ai suoi 36 punti che hanno trascinato la sua squadra ma non possiamo non citare uno stoico Kobe Bryant che quando il match si è fatto “duro” ha ricevuto un colpo che gli ha rotto il naso (stando a quanto dicono i ben informati). Il fenomeno dei Lakers però è rimasto in campo lo stesso a battagliare ed alla fine ha inciso in modo notevole sul risultato mentre dall’altra parte una menzione speciale va fatta per un irriducibile LeBron James, l’ultimo ad alzare bandiera bianca tra le fila del suo team e per il suo fido “gregario” Dwyane Wade capace di scrivere una sontuosa tripla doppia.

    Una partita, questa dell’All Star Game 2012, che verrà ricordata a lungo (solo 3 punti in meno rispetto al record assoluto) e che porta Kobe Bryant ancora di più nell’Olimpo del basket americano e mondiale dato che il numero 24 di Los Angeles supera il grande ed inimitabile Michael Jordan come miglior realizzatore nella storia della Partita delle Stelle. Proprio il Black Mamba mette a segno i primi 2 punti del match e dà il via ufficialmente alle ostilità. Grazie anche al contributo di Durant l’Ovest prende il largo in avvio e con qualche schiacciata di Blake Griffin si arriva sul 25-13 in cui Kobe e Kevin scrivono ben 19 punti in combinata. Wade e James riducono il divario ed al primo riposo si va sul 39-28.

    Gli 11 punti di vantaggio non soddisfano la Western Conference che in apertura di seconda frazione arriva sul +18, Deron Williams (molto più produttivo del titolare Derrick Rose) prova a mantenere in partita i suoi compagni ma prima Russell Westbrook (17 punti in appena 10 minuti) ed alla fine del primo tempo la tripla di Blake Griffin (evento più unico che raro) portano la selezione in maglia rossa ad un vantaggio di 19 punti (88-69).

    Kevin Durant, M.V.P. All Star Game NBA 2012 | © Ronald Martinez

    La ripresa si apre con l’Ovest che continua a martellare il canestro avversario ed il vantaggio arriva fin sopra i 20 punti, la fortuna della Eastern Conference è Derrick Rose che assieme a LeBron James inizia a recuperare punto su punto. I risultati sono evidenti e la Western Confernce inizia a sentire il fiato sul collo degli avversari. Sale anche il nervosismo con Wade che ferma con le cattive maniere Kobe Bryant proiettato verso canestro: naso sanguinante (sospetta frattura) e Mamba che resta però in campo per dare man forte alla sua squadra. L’Est rientra fino al provvisorio -7 prima che Chris Paul in cabina di regia guidi il suo team di nuovo a distanza di sicurezza (124-112 in chiusura di terzo quarto).

    Ultimo periodo davvero entusiasmante: James rimette piede in campo quando mancano 7 minuti alla fine con i suoi compagni sotto di 15 punti (merito di Kevin Love e delle sue giocate che portano la Western, teoricamente, ad affrontare nel migliore dei modi la parte finale della gara). Il prescelto però non ci sta ed inizia a bombardare il canestro avversario (2 triple di fantastica fattura) ed a 3 minuti dalla fine sono solo 3 i punti di distacco tra le 2 squadre.

    L’Ovest sembra in bambola nonostante le giocate di energia di Russell Westbrook, Deron Williams approfitta di ogni minimo errore e sigla il -1 per la selezione dell’Est (148-147 a 100 secondi dalla sirena). Griffin porta a 150 punti i suoi compagni con una schiacciata volante a 40 secondi dal termine. Carmelo Anthony va per il pareggio ma sbaglia, per sua fortuna Wade prende il rimbalzo e subisce fallo infilando entrambi i tiri liberi. A 18 secondi dalla chiusura siamo sul 150-149. Fallo sistematico su Bryant che realizza il primo libero ma sbaglia il secondo (151-149). Questa volta è Deron Williams a provare la tripla ma anche il suo tentativo non va a buon fine. Griffin subisce fallo ma come Bryant sbaglia un tiro libero lasciando ancora speranze al team della Eastern Conference ad un secondo dalla fine. La palla arriva a Wade che però prende un tiro completamente fuori equilibrio che non tocca neanche il ferro. Termina 152-149 e Durant a fine match viene eletto M.V.P. grazie ai suoi 36 punti e 7 rimbalzi. Sempre per la Western Conference importanti i 27 punti di Bryant, i 22 di Griffin, i 21 di Westbrook ed i 17 di Love. Dall’altra parte non basta LeBron James (36 punti), Wade chiude in tripla doppia (24 punti, 10 rimbalzi e 10 assist) e Deron Williams infila con 20 punti. Delude Howard che sebbene sul parquet di Orlando, dove gioca di solito, riesce a scrivere a referto solo 9 punti.

    WESTERN CONFERENCE-EASTERN CONFERENCE 152-149
    Western Conference: Durant 36-7-3, Griffin 22-8-3, Bynum 0-3-1, Bryant 27-1-1, Paul 8-5-12; Nowitzki 7-4-1, Westbrook 21-5-2, Love 17-7-1, Parker 6-2-4, Gasol 4-3-0, Aldridge 4-1-1, Nash 0-0-4
    Eastern Conference: Anthony 19-9-0, James 36-6-7, Howard 9-10-3, Wade 24-10-10, Rose 14-1-3; Deng 0-0-1, Hibbert 3-3-1, Rondo 2-2-8, Pierce 3-2-0, Bosh 7-2-1, Iguodala 12-4-2, Williams 20-3-4

    *In ordine nei tabellini sono evidenziati punti, rimbalzi ed assist.

    HIGHLIGHTS ALL STAR GAME:

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    TOP 10 ALL STAR GAME:

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  • NBA, All Star Game: Bargnani e Gallinari out, trionfo per Howard

    NBA, All Star Game: Bargnani e Gallinari out, trionfo per Howard

    La NBA ha ufficializzato i quintetti di partenza in vista dell’All Star Game 2012 che si disputerà ad Orlando il prossimo 26 febbraio. La votazione è stata fatta tramite voto popolare, i giocatori che hanno raccolto più preferenze nei rispettivi ruoli avranno il diritto di scendere in campo come titolari (a meno di infortuni dell’ultim’ora), mentre la prossima settimana, giovedì 9 febbraio, verranno scelte le riserve.

    Tra i magnifici 10 (5 per la selezione dell’Ovest e 5 per quella dell’Est) non figurano nè Andrea Bargnani, nè Danilo Gallinari che curiosamente sono finiti entrambi al nono posto nelle votazioni del loro ruolo (il Mago ha raccolto poco più di 152mila preferenze tra le ali della Eastern Conference, il Gallo invece ha ottenuto circa 110 mila voti tra i forward della Western Conference).

    Ovviamente ci sarà la possibilità per loro di essere chiamati dalle decisioni che prenderanno nei prossimi giorni i 30 allenatori NBA a cui spetterà il compito di completare i 2 roster ma difficilmente i nostri connazionali riusciranno a partecipare all’evento: dovranno essere scelte 7 riserve per parte ed a tuttora sono altri i candidati favoriti tra le ali secondo esperti ed analisti del basket d’oltreoceano. Ad Ovest gli ultimi 2 posti tra i cosiddetti “forward”dovrebbero giocarseli (il condizionale è d’obbligo) mostri sacri del calibro di Kevin Love (Minnesota Timberwolves), Pau Gasol (Los Angeles Lakers), Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks) ed il sempre più migliorato LaMarcus Aldridge (Portland Trail Blazers). Ad Est invece la lotta vedrà protagonisti Kevin Garnett (Boston Celtics), Paul Pierce (Boston Celtics), Chris Bosh (Miami Heat), Amar’è Stoudemire (New York Knicks) e l’outsider Luol Deng (Chicago Bulls) autore di una grande stagione finora con i Bulls.

    Per quanto riguarda invece i giocatori già selezionati c’è da dire che la città di Los Angeles monopolizza il quintetto della Western Conference visto che i Lakers sono rappresentati dal solito Kobe Bryant (secondo atleta più votato, alla 14esima apparizione consecutiva come titolare all’All Star Game, eguagliati Shaquille O’Neal, Jerry West e Karl Malone) e dal centro Andrew Bynum, mentre i Clippers aggiungono il playmaker Chris Paul e l’ala grande Blake Griffin. Il ruolo di ala piccola invece è appannaggio di un altro super atleta, quel Kevin Durant stella sempre più luminosa degli Oklahoma City Thunder, capocannoniere della Lega nelle ultime 2 regular season.

    Dwight Howard, Orlando Magic | © Mike Ehrmann/Getty Images

    Il quintetto della Eastern Conference vedrà invece protagonista la città di Miami che porta i 2 fenomeni Lebron James e Dwyane Wade. Lo stato della Florida si conferma di prim’ordine per quanto riguarda i talenti ed aggiunge l’idolo locale degli Orlando Magic Dwight Howard (centro) che è stato anche il giocatore più votato da tutti i fans. Completano la squadra l’ala piccola dei New York Knicks Carmelo Anthony ed il sensazionale playmaker dei Chicago Bulls Derrick Rose, lo scorso anno M.V.P. della stagione NBA.

    Passiamo ai numeri: come già detto chi ha avuto più preferenze è stato Howard con 1milione e 600mila voti, a ruota segue Kobe Bryant (1milione e 550mila), sul gradino più basso del podio ecco Derrick Rose (1 milione 514 mila), che butta fuori dalla Top 3 LeBron James (1milione e 360 mila). Kevin Durant (1milione e 345mila) supera un mostro sacro come Dwyane Wade (1milione e 334mila).  Più staccati tutti gli altri, Chris Paul arriva ad 1milione e 130 mila voti, poi Andrew Bynum con 1 milione e 51mila voti precede Carmelo Anthony (1milione e 41mila). Chiude Blake Griffin con 870 mila preferenze.

    Gli allenatori che guideranno i 2 team di All Star, invece, si sapranno il 15 febbraio: i coach delle 2 squadre in vetta alla rispettiva Conference per quella data, avranno il diritto di sedersi sulle panchine.

    Nella speranza di poter vedere per la prima volta nella storia un giocatore italiano scendere in campo nell’All Star Game ecco i 2 quintetti selezionati dal voto dei tifosi:

    Eastern Conference
    F-Carmelo Anthony
    F-LeBron James
    C-Dwight Howard
    G-Derrick Rose
    G-Dwayne Wade

    Western Conference
    F-Blake Griffin
    F-Kevin Durant
    C-Andrew Bynum
    G-Kobe Bryant
    G-Chris Paul

  • NBA, i preconvocati del Dream Team per le Olimpiadi

    NBA, i preconvocati del Dream Team per le Olimpiadi

    La NBA ha reso noto l’elenco dei giocatori preconvocati in vista delle Olimpiadi di Londra 2012: al momento la lista comprende 20 elementi, nei prossimi mesi però questo numero sarà destinato a scendere fino ad arrivare ai 12 definitivi che avranno il compito di portare in alto la Nazionale degli Stati Uniti ai prossimi Giochi in terra inglese.

    LeBron James & Dwyane Wade, Miami Heat | © Mike Ehrmann/Getty Images

    I nomi sono stati ufficializzati dal Presidente della Federazione basket statunitense Jerry Colangelo. L’allenatore sarà sempre Mike Krzyzewski (che alla guida degli U.S.A. ha già conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2008 ed il primo posto ai Mondiali del 2010) coadiuvato dagli assistenti Jim Boeheim, Mike D’Antoni e Nate McMillan (gli ultimi 2 rispettivamente allenatori di New York Knicks e Portland Trail Blazers).

    Al momento le squadre più rappresentate con questi preconvocati sono i Los Angeles Clippers, che possono annoverare le convocazioni di Chris Paul, di Blake Griffin e di Chauncey Billups, ed i Miami Heat che contribuiscono con i soliti Big Three LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh. In totale sono rappresentate 14 delle 30 squadre della Lega.

    Le Olimpiadi prenderanno il via il 27 luglio e termineranno il 12 agosto e si disputeranno, come già detto, a Londra. Per la Nazionale di basket degli stati Uniti in bacheca ci sono già 13 ori. Tra i Big della NBA non manca nessuno e la scelta è comunque stata estremamente difficile visto l’alto livello di competitività del massimo campionato americano. Sotto la guida di coach Krzyzewski la Nazionale a stelle e strisce ha, fino ad ora, collezionato ben 48 vittorie ed una sola sconfitta.

    Ovvio che saranno proprio loro, i grandi campioni della NBA, ad avere lo status di favoriti ma in un torneo che si disputerà in così poco tempo le insidie non mancheranno e probabilmente la prima squadra antagonista sarà la Spagna di Sergio Scariolo che può vantare atleti di fama internazionale dei quali quasi tutti militano proprio nella Lega americana.

    Questo l’elenco completo dei preconvocati:

    LaMarcus Aldridge (Portland Trail Blazers); Carmelo Anthony (New York Knicks); Chauncey Billups (Los Angeles Clippers); Chris Bosh (Miami Heat); Kobe Bryant (Los Angeles Lakers); Tyson Chandler (New York Knicks); Kevin Durant (Oklahoma City Thunder); Rudy Gay (Memphis Grizzlies); Eric Gordon (New Orleans Hornets); Blake Griffin (Los Angeles Clippers); Dwight Howard (Orlando Magic); Andre Iguodala (Philadelphia 76ers); LeBron James (Miami Heat); Kevin Love(Minnesota Timberwolves); Lamar Odom (Dallas Mavericks); Chris Paul (Los Angeles Clippers); Derrick Rose (Chicago Bulls); Dwyane Wade (Miami Heat);Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder); and Deron Williams (New Jersey Nets).

  • NBA, analisi Pacific Division. Derby tra Lakers e Clippers

    NBA, analisi Pacific Division. Derby tra Lakers e Clippers

    Nuovi rapporti di forza nella Pacific Division che potrebbe trovare nuovi dominatori nei Los Angeles Clippers: la seconda squadra cittadina (dopo i Lakers), una delle più perdenti della storia NBA, è attesa ad una stagione da protagonista visto l’enorme talento a disposizione. L’avvento al potere dei Clips porterà ad un derby cittadino con i Lakers molto più equilibrato rispetto al passato, merito della trade Chris Paul (strappato proprio ai gialloviola) che ha cambiato volto al team rossoblu. Il playmaker ed il fenomenale Blake Griffin sono una coppia da sogno ed i favori del pronostico vanno tutti ai cugini “poveri”. Ovvio che i Lakers cercheranno in tutti i modi di contrastarli ma la partenza di Odom è grave e non è stata colmata a dovere (a dire il vero i gialloviola non hanno colmato, finora, nessuna lacuna del roster). L’esperienza permetterà a Bryant e compagni di giocare per i soliti obiettivi, ma esaminando a fondo la situazione non può non notarsi che in realtà i Lakers sono in parabola discendente. I gialloviola dovranno fare molta attenzione anche alle nuove leve Warriors e Kings che negli ultimi anni hanno ammassato talento con scelte alte al Draft e potrebbero esplodere da un momento all’altro. Phoenix invece è la solita incognita, tutto dipenderà dal genio di Steve Nash, ma apparentemente i Suns non sono attrezzati per i traguardi ambiziosi.

    Chris Paul & Kobe Bryant | © Harry How/Getty Images

    GOLDEN STATE WARRIORS: Talento offensivo eccezionale per i giovani Warriors che sotto la nuova guida di Mark Jackson dovranno cercare di sistemare qualcosa in difesa per esplodere e dare parecchi grattacapi a qualsiasi squadra li trovi sul proprio cammino. Monta Ellis, Stephen Curry e David Lee sono i 3 punti fermi del quintetto, un arsenale non indifferente nella metà campo offensiva. A completare il quintetto ci dovrebbero essere l’ottimo Dorell Wright, sempre abile a sfruttare gli scarichi sull’esterno ed Andris Biedrins come centro. Golden State appare poco coperta proprio in questo ruolo dato che dopo le prime buone stagioni il lettone non ha poi mantenuto le aspettative. Era stato proposto un gran contratto a DeAndre Jordan, centro dei cugini dei Clippers ma a Los Angeles hanno pareggiato l’offerta ed il trasferimento è sfumato. Il piano B è stato quello di ingaggiare Kwame Brown (forse la peggiore prima scelta assoluta della storia NBA). Dovrà essere principalmente un fattore difensivo, solo allora i Warriors potranno pensare in grande. Attenzione anche ad Ekpe Udoh, prima scelta di Golden State nello scorso Draft, ed al talentuoso Brandon Rush, arrivato da Indiana qualche giorno fa. Probabile che la franchigia di Oakland si giochi l’ultimo posto playoff con Hornets, Blazers, Suns e forse anche Minnesota.

    ROSTER GOLDEN STATE WARRIORS

    LOS ANGELES CLIPPERS: Con l’acquisto di Chris Paul i Clippers diventano i favoriti nella Pacific Division. E’ l’alba di una nuova era dove probabilmente si invertiranno le parti nel predominio cittadino con i Lakers (Dwight Howard permettendo). I Clippers sono completi sotto ogni punto di vista, con Paul in cabina di regia, Mo Williams come guardia, Caron Butler nel ruolo di ala piccola, DeAndre Jordan sotto canestro ed il sensazionale Blake Griffin a dare spettacolo nel ruolo di ala grande. L’asse Paul-Griffin sarà determinante per le fortune del team rossoblu. Per arrivare al playmaker sono stati sacrificati l’ottimo Gordon, il solido Kaman ed un giocatore di prospettiva come Aminu, spediti senza esitare a New Orleans. Proprio la cessione di Kaman potrebbe pesare molto dato che a centro area è rimasto il solo Jordan. Trovare un valido sostituto sul mercato sarebbe prioritario, anche perchè gli altri ruoli sono molto coperti con Billups, Bledsone, Gomes e Foye pronti ad entrare dalla panchina. Per i Clippers l’importante sarà fare un passo alla volta cercando di arrivare al primo turno playoff magari vincendo la propria Division, ma alcune volte le sorprese sono dietro l’angolo ed una crescita improvvisa ed esponenziale non può essere scartata a priori (basti vedere cosa è successo lo corso anno con i Chicago Bulls che hanno letteralmente bruciato tutte le tappe intermedie di crescita).

    ROSTER LOS ANGELES CLIPPERS

    LOS ANGELES LAKERS: A meno di clamorosi stravolgimenti (l’arrivo tramite scambio di Dwight Howard dai Magic) sarà un anno molto duro per i Lakers, soprattutto per i tifosi abituati ormai da anni alle magìe dei giocatori gialloviola che spesso a fine campionato portavano alla conquista del titolo. I Lakers non solo hanno perso un giocatore importante come Odom, inspiegabilmente mandato a Dallas per poco o nulla, ma non hanno neanche colmato le lacune del roster (identico a quello dello scorso torneo), che in alcuni settori sono anche evidenti e sono state messe in luce dai Dallas Mavericks negli ultimi playoff, quando i texani hanno spazzato via Los Angeles con un secco 4-0. Continuando su queste basi è probabile che il predominio divisionale vada ai cugini dei Clippers, mentre per la qualificazione ai playoff non ci dovrebbero essere problemi per Bryant e company ma oltre il primo turno non si dovrebbe andare visto che Thunder, Grizzlies, Mavericks, e Clippers appaiono superiori al momento. Per tutti i tifosi c’è sempre la speranza Howard, ma alcune volte il risveglio dai bei sogni è veramente brusco…

    ROSTER LOS ANGELES LAKERS

    PHOENIX SUNS: Grande atletismo, ma poco talento (fatta eccezione per l’intramontabile Nash) nel roster dei Suns che si apprestano ad iniziare la nuova stagione con molte incognite e poche certezze. Della squadra che negli anni passati ha in alcuni casi dominato la Pacific Division ed in altri ha combattuto per il predominio con i Lakers è rimasto solo il playmaker canadese. Il roster presenta buoni atleti come Aaron Brooks, Shannon Brown (strappato proprio ai Lakers), Jared Dudley, Channing Frye, Marcin Gortat, Mickael Pietrus ed Hakim Warrick ma per combattere per conquistare un posto nei playoff dovrà esserci piena unione d’intenti e dare sempre il massimo. E’ rimasto il veteranissimo Grant Hill, che con Nash proverà ad infondere la necessaria esperienza ad un gruppo di atleti che finora non ha impressionato molto nell’avventura in NBA.

    ROSTER PHOENIX SUNS

    SACRAMENTO KINGS: Il progetto dei Kings va avanti e sembra venire sù veramente bene. Probabilmente sarà un anno di transizione per permettere ai giovani atleti a disposizione nel roster di crescere con tranquillità: il futuro dei Kings è assicurato dal promettentissimo Tyreke Evans, dal talentuoso centro DeMarcus Cousins, da Jason Thompson, da Marcus Thornton e dalla prima scelta di Sacramento all’ultimo Draft Jimmer Fredette, tremendo tiratore da 3 punti capace di segnare da qualsiasi posizione. In aggiunta anche qualche buon comprimario come Travis Outlaw, J.J. Hickson ed il ritorno di Johns Salmons. Peserà la perdita di Hayes, costretto a fermarsi per problemi cardiaci (come Jeff Green dei Celtics) ed il cui contratto è stato annullato. Per prendere lui era stato lasciato libero Sam Dalembert, ora invece Cousins non ha più un valido sostituto a centro area. Sembra ovvio che a Sacramento nessuno possa pretendere tanto ma se i giovani proseguiranno nella loro crescita e manterranno le promesse c’è la piccola possibilità di vedere lottare i Kings per l’ultimo posto playoff ad Ovest.

    ROSTER SACRAMENTO KINGS 

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  • NBA, Paul va ai Clippers. Howard, per ora, resta ai Magic

    NBA, Paul va ai Clippers. Howard, per ora, resta ai Magic

    E’ finita la telenovela del mercato NBA: Chris Paul, playmaker corteggiato in questi giorni da metà delle squadre della Lega, passa dai New Orleans Hornets ai Los Angeles Clippers. L’accordo è stato trovato poche ore fa e prevede il contemporaneo passaggio di 3 giocatori ed 1 futura scelta alla franchigia della Louisiana. In sostanza la seconda squadra di Los Angeles acquista Paul ed in cambio cede a New Orleans il centro Chris Kaman, l’ala piccola Al-Farouq Aminu e la guardia Eric Gordon ed in più una prima scelta al prossimo Draft, che sarà quella di Minnesota che i Timberwolves diedero ai californiani nel lontano 2005 in aggiunta allo scambio tra Sam Cassell e Marko Jaric. David Stern (commissioner NBA ma al momento anche Presidente degli Hornets), dopo essersi opposto per ben 2 volte alla cessione di Paul, prima ai Lakers in uno scambio a 3 team con l’inserimento degli Houston Rockets, poi 2 giorni fa proprio nei confronti dei Clippers dai quali pretendeva per cedere la sua “Stella” l’inserimento di Eric Gordon, ha finalmente dato il suo benestare visto che alla fine i Clips hanno accontentato le sue richieste. E tanta la soddisfazione sia a New Orleans (che è passata dal perdere Paul praticamente gratis a giugno 2012 ad un pacchetto importante di atleti ed una scelta altissima al prossimo Draft) che a Los Angeles, dove per una volta la squadra meno nobile della città parte leggermente favorita nei pronostici di inizio anno rispetto ai plurititolati cugini dei Lakers. Paul, 26 anni, convocato per 4 volte all‘All Star Game (in tutte le ultime 4 edizioni a partire dal 2008) è arrivato in Louisiana nella stagione 2005/2006 da Wake Forest University, chiamato come quarta scelta assoluta. Per lui 6 stagioni in maglia gialloceleste con una media di 18.7 punti, 9.9 assist e 2.4 recuperi di media a partita, realizzando numerosi record di franchigia. Ora l’avventura in California, dove lo aspetta una formazione altamente competitiva che potrà dire la sua in questa stagione anche ai playoff. I tifosi già sognano pensando alle magie che potrà regalare l’accoppiata che formerà con il fenomeno Blake Griffin, lo scorso anno rookie of the year, giocatore dall’atletismo spaventoso.

    Chris Paul, New Orleans Hornets | © Harry How/Getty Images

    L’altro oggetto del desiderio delle rimanenti squadre NBA è Dwight Howard. Nel pomeriggio di ieri si era fatta largo la voce che voleva il centro degli Orlando Magic in procinto di trasferirsi ai New Jersey Nets in uno scambio che avrebbe coinvolto anche i Portland Trail Blazers. In sostanza la trade avrebbe visto l’approdo di Howard, Chris Duhon ed Hedo Turkoglu (pesanti contratti di cui Orlando vuole disfarsi) ai Nets che avrebbero girato il centro Brook Lopez e 2 future prime scelte alla franchigia della Florida. Queste 2 scelte abbinate ad una dei Magic sarebbero poi finite a Portland in cambio di Gerald Wallace, talentuosa ala che avrebbe formato una grande coppia con Lopez sotto canestro ad Orlando. Ai Trail Blazers infatti avrebbero fatto molto più comodo 3 prime scelte future per ricostruire la squadra, ora povera di talento dopo il ritiro dell’asso Brandon Roy a soli 27 anni per problemi alle ginocchia, e vista la situazione molto delicata dell’altro uomo franchigia Greg Oden, centro dal potenziale incredibile ma limitato in questi anni da diversi infortuni ai legamenti di entrambe le ginocchia. In serata però è arrivato il dietro-front dei Magic che per ora hanno tolto il loro giocatore simbolo dal mercato nella speranza che un eventuale titolo NBA a fine campionato possa far ritornare Howard sui suoi propositi decidendo magari di rinnovare il contratto in scadenza a luglio e restare avita in Florida.

    Richard Hamilton, scaricato dai Detroit Pistons tramite clausola Amnesty, firma un biennale con opzione per la terza stagione ai Chicago Bulls che quindi sopperiscono al mancato arrivo di Marco Belinelli (che ieri ha prolungato per un’altra stagione con gli Hornets) prendendo un giocatore perimetrale esperto che potrà dare un grande contributo nell’arco del torneo.

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