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  • La rivoluzione italiana:Abete…ma lascia stare!!!

    Giancarlo Abete, romano annata 1950. Svolge in ordine cronologico le mansioni di imprenditore, politico e dirigente sportivo. Democristiano per devozione, copre tre legislature in qualità di deputato. I riflettori della notorietà si accendono quando prende parte alla vittoriosa spedizione azzurra del 2006 nelle vesti di capo-delegazione. Sull’onda della popolarità viene eletto presidente della FIGC. Mission: “moralizzare il calcio italiano, utilizzando i successi della Coppa del Mondo e delle competizioni per club come stimolo ed esempio”. Ovvero: ricordati chi siamo e facci rimanere così. Ergo, non toccare niente!

    E per tutta risposta Abete chiosò, con fare da protagonista,“dis-obbedisco”. Difatti, nel 2008 detronizzò Donadoni restituendo a Lippi una panchina azzurra che sembrava gli spettasse come fosse un diritto inalienabile. Nel più classico dei: “era uscito a comprare le sigarette ma la poltrona è sua ”. Sappiamo tutti come è andata a finire, ma siccome è semplice parlare col senno di poi è bene citare un dato interessante. All’indomani dell’eliminazione agli ottavi per mano dei futuri campioni spagnoli, una ragguardevole maggioranza degli spettatori del TG1 perorò in un sondaggio la continuazione del ciclo Donadoni . La nomina di Lippi vale quanto l’esclusione di Cassano perché ne è conseguenza, eppure le rimostranze per gli errori non hanno lo stesso appeal mediatico. E fu così che nel presepe dell’opinione pubblica Lippi venne messo in croce, mentre Abete recitò il ruolo di “Barabba”.

    Ok, non sarà un granché come designatore di commissari tecnici, ma la trafila politica implica una miglior inclinazione alle negoziazioni, e diciamolo pure, agli “inciuci” sottobanco, vero? Ehm…no! Per l’appunto il buon Giancarlo riesce nell’ardua quando paradossale impresa di farsi soffiare Euro 2016 dalla Francia, ed Euro 2012 nientemeno che dall’impareggiabile candidatura del tandem Polacco-Ucraino. Le conseguenze di questa debacle dirigenziale non sono da sottovalutare giacché, grazie ai fondi Uefa investi nei suddetti eventi, avremmo potuto rimodernare gli stadi aspirando ai floridi standard anglo-spagnoli. Limitandoci, dunque, a concupire le strutture straniere continuando a chiederci a cosa sia dovuta la retrocessione del calcio italiota: “Chi ha mangiato il gelato?” disse colui che impugnava il cucchiaio sporco di gianduia. Anche in questo frangente stendiamo un velo pietoso.. amen!

    E non è finita qui. L’ultima marachella ha urtato non poco la suscettibilità dei Presidenti di Lega, che è confluita addirittura nella diserzione del Consiglio federale del 16 luglio. Mi riferisco ovviamente “all’embargo extracomunitari”, regola secondo la quale ogni team può tesserare “un solo” giocatore facente parte di una comunità esterna a quella europea. Diversamente, prima erano possibili due tesseramenti di questo tipo. Il provvedimento filo-leghista, come detto, ha scatenato le invettive dei club in quanto ha scombussolato (in corsa) l’intero calciomercato delle società italiane. Il motivo snocciolato a supporto della norma è la tutela e la valorizzazione del patrimonio calcistico italiano, il che mi spinge a tirare le seguenti conclusioni:

    1)      Se non è extracomunitario non vuol dire che non sia straniero

    2)       Se una società dovesse puntare su un singolo calciatore extracomunitario, a causa della norma che nega un doppio tesseramento, scommetterebbe su un papabile titolare, o sbaglio?

    Il sillogismo fila, e la norma si rivela controproducente. Non sarebbe stato meglio imporre alle formazioni italiane di corrispondere un minutaggio stagionale da parte di giocatori italiani? Magari il minutaggio sarebbe potuto partire da una base non considerevole per poi accrescere negli anni, così da non sconvolgere gli equilibri e impedire alcuni club come l’Inter. In questa maniera ci sarebbe la garanzia comprovata di vedere più italiani in campo, con un provvedimento forzato ma non forzante perché dà tempo a tutti di mettersi in riga. Per pensare una cosa del genere, che non cozza contro gli interessi di nessuno e aderisce a un fine condivisibile, occorre solo un po’ di fantasia. Materiale che forse mancherà al reduce di una classe dirigente che si è estinta per effetto della propria inefficienza.

    Giancarlo Abete è “il Principe”. Quello di Machiavelli però. “Un po’ golpe un po’ lione”. Capace di tirare fuori lo specchio quando si vince, e di schivare le sconfitte con suoi “mi dispiace di circostanza” che occultano la propria compartecipazione negli errori. Infine, un’altra deprecabile arte fa sì che si rispecchi nel profilo machiavellico: la demagogia. Baggio, Rivera e Sacchi che si vanno ad aggiungere a Riva ed Albertini. Insomma una squadra di pallone con tanto di allenatore pronta a riaccendere il tizzone dell’entusiasmo. Parliamoci chiaramente: Baggio, al quale vanno i più sinceri auguri, ce lo ricordiamo per come riusciva ad evadere dal possibile con la palla tra i piedi. In tutta franchezza, fare il presidente del settore tecnico alias “la ragazza immagine” mi sembra un insulto. Lo stesso vale per Rivera, uomo dei quattro a tre nelle semifinali e non in qualità di “responsabile scolastico”. In ultimo c’è il sedicente erudito Sacchi. Fanno specie già le dichiarazioni al debutto:

    “Questo non è un paese per giovani”

    Infatti, chiamano un sessantaquattrenne per cambiare le cose. E quando gli chiedono lumi sulle cifre che percepirà:

    “La federazione non diventerà povera con il mio contratto…”

    A parte che ricorrere a un eufemismo sul tema ci suggerisce che non prenda poi due spicci, comunque per quello che ha avuto dal calcio italiano magari poteva pure accettare uno stipendio simbolico. Sono sicuro che con i suoi introiti possa aprire più di una scuola calcio, e questo è un controsenso per uno che fa il coordinatore delle nazionali giovanili. Or dunque veniamo alle competenze. E’ scellerato pensare che ci sia qualcuno più preparato di lui in materia? I trascorsi a Parma e Madrid come consulente non hanno lasciato traccia. Come allenatore vanta un palmares eccezionale, ma ha allenato pur sempre squadre di grande caratura. Si dice sia un grande tattico e un geniale innovatore, quando poi ha scopiazzato il calcio totale degli olandesi. Si dice che le sue squadre vincessero grazie ai suoi schemi:  io già lo immagino in allenamento che fa provare le rovesciate a Van Basten. Sta di fatto che molti suoi calciatori sono poi diventati allenatori. Perché? Lui era un gran maestro, o loro avevano una grande intelligenza tale da poter fare a meno del più grande allenatore italiano di sempre (secondo il Times)? Insomma, è nato prima l’uovo o la gallina?. Come dicevano i latini la virtù sta nel mezzo: Sacchi è stato un bravo allenatore al pari di altri che hanno avuto meno fortuna. Comunque sia, le sue competenze non sono consone al ruolo che andrà a ricoprire.

    L’ultimo soldatino che andrà in guerra per Abete, pardon per l’Italia, sarà Cesare Prandelli. L’uomo della rivoluzione: ha aperto le porte a Cassano, Amauri e Balotelli. Il perfetto ossimoro vivente di Lippi, e questo già la dice lunga sulla coerenza logica di Abete che difende le scelte di Lippi salvo poi aderire a una politica antitetica. Nella lista di convocati non figura Pazzini. Strano dato che con Cassano l’intesa è già affinata, e il suo stato di forma dovrebbe essere dei migliori visto che la sua Samp a breve affronterà i preliminari di Champions. Una leggenda narra che dopo il gol alla Fiorentina, Pazzini abbia sussurrato parole poco mielate al neo cittì azzurro, reo di averlo confinato in panchina durante la permanenza in maglia viola. Tuttavia, è solo una voce; come quella che il figlio di Lippi le aveva prese da Cassano. Non resta che appellarci al buon grado di Cesare.

    Arriva il momento del congedo: ho analizzato per filo e per segno la nuova classe dirigente che prenderà in custodia il calcio nostrano. Mi sono reso conto che quella intrapresa non è una vera rivoluzione, perché le rivoluzioni sono quelle dove cade la testa del tiranno. E allora…Abete fatti da parte, perché come disse Garibaldi: “l’Italia o si fa o si muore!

    a cura di Domenico Maione

  • Prandelli: la miglior difesa è l’ attacco. Via al tridente.

    Prandelli: la miglior difesa è l’ attacco. Via al tridente.

    Sicuramente è stato di parola, Cesare Prandelli ha mantenuto la promessa di dare un netto taglio con il passato e dopo le sorprendenti convocazioni con la “prima” di Amauri e Balotelli ed il ritorno del ribelle più amato d’ Italia, Antonio Cassano, il C.T. ex viola è pronto a schierarli tutti e tre in un fantastico tridente nell’ amichevole contro la Costa d’ Avorio.

    Molto deciso Prandelli, deciso a far partire il nuovo corso azzurro schierando i migliori talenti che al momento il nostro panorama azzurro può offrire. Nella conferenza stampa il C.T. ha dichiarato, “L’idea di far partire Balotelli dall’inizio, nasce dal voler sfruttare subito tutto il potenziale offensivo a mia disposizione. Che è enorme. Voglio che mi dia tutto, poi quando avrà finito la benzina lo sostituirò”. Quagliarella, in ballottaggio con lui fino a questa mattina, dovrebbe quindi partire dalla panchina. Ancora Prandelli: “La certezza comunque l’avrò soltanto domani mattina. Come si è allenato Balotelli? Bene. L’ho visto voglioso da subito di far parte della squadra. Sa che questo è l’inizio di un lungo percorso”. L’intesa con Cassano è parsa naturale dai primi minuti. Ed in campo i due si cercano e si trovano a meraviglia. “Spero sia così anche domani”.

    Antonio cassano ha scelto il numero 10 mentre il 9 è andato a Super Mario. In porta partirà Sirigu, la difesa parlerà molto Juventus con a destra con ogni probabilità, vi sarà il debutto di Marco Motta, il duo Bonucci-Chiellini al centro e l’ ex bianconero Cristian Molinaro a sinistra. Le chiavi del gioco saranno consegnate a Montolivo con De Rossi e Palombo a completare il reparto.

    Nella Costa d’ Avorio, non sarà presente la sua stella più brillante e giocatore simbolo, Didier Drogba alla prese ancora nel recupero del mini-intervento subito alla retto femorale destro.

  • Prandelli che coraggio! Adesso tocca ai giovani

    Prandelli che coraggio! Adesso tocca ai giovani

    In molti avevano temuto in un Prandelli poco propenso al cambiamento e legato ai “soliti” nomi ma le prime convocazioni lasciano presagire una autentica rivoluzione verso il necessario ricambio generazionale.

    Se i nomi di Balotelli e Cassano erano in qualche modo necessari per riportare l’entusiasmo intorno all’azzurro da parte degli italiani, tutt’altro che scontate erano le scelte per l’oriundo Amauri in attacco, Lazzari a centrocampo e Antonini ed Astori in difesa.

    Gli unici reduci dal mondiale ad aver un posto garantito sembrano esser i convocati De Rossi e Chiellini e il convalescente Pirlo. Per il resto tutti dovranno sudare le proverbiali sette camicie a cominciare da Gilardino epurato a sorpresa dall’amico Prandelli.

    L’età media della squadra è scesa di circa tre anni rispetto a quella di Lippi, adesso però toccherà ai giocatori dimostrare che quella intrapresa è la strada giusta.

  • Prandelli convoca tutti gli epurati di Lippi

    Prandelli convoca tutti gli epurati di Lippi

    Stando alle indiscrezioni raccolte da Sky Sport 24 gli attaccanti di Prandelli per il primo match sulla panchina dell’Italia convoca in attacco quasi tutti gli epurati di Lippi con l’aggiunta di Quagliarella. Ci sono Mario Balotelli e Antonio Cassano, tormentoni in Sudafrica e volti su cui ripartire per la rivoluzione azzurra.

    C’è l’oriundo Amauri e anche i bocciati da Lippi Giuseppe Rossi e Marco Borriello. A centrocampo il volto nuovo è il cagliaritano Lazzari, tra i portieri c’è Viviano, in difesa novità Astori e Antonini.

    I 23 azzurri:
    Portieri: Marchetti, Sirigu, Viviano
    Difensori: Motta, Lucchini, Bonucci, Chiellini, Antonini, Molinaro, Astori, Cassano
    Centrocampisti: Lazzari, De Rossi, Marchisio, Montolivo, Palombo, Pepe,
    Attaccanti: Amauri, Balotelli, Cassano, Borriello, Quagliarella, Giuseppe Rossi

  • Prandelli convoca Cassano e Balotelli. Tra i 22 anche Amauri

    Prandelli convoca Cassano e Balotelli. Tra i 22 anche Amauri

    C’è attesa per conoscere i primi 22 azzurri dell’era Prandelli. La rivoluzione post mondiale partirà dall’amichevole di Londra in programma il 10 agosto a Londra contro la Costa d’Avorio.

    Le novità assolute dovrebbero esser il ritorno in nazionale di Cassano e la prima assoluta di Mario Balotelli e dell’oriundo Amauri. La nuova Italia sarà a grosse tinte bianconere con Amauri infatti saranno tra i 22 Chiellini, Bonucci, Pepe e Marchisio.

    Fuori Buffon, Pirlo e Gilardino potrebbero avere una chance azzurra Sirigu e gli oriundi Thiago Motta e Ledesma.

  • La rivoluzione di Prandelli: Thiago Motta e Ledesma nei trenta pre-convocati

    La rivoluzione di Prandelli: Thiago Motta e Ledesma nei trenta pre-convocati

    Da domani inizierà il countdown per conoscere la prima Nazionale di Prandelli che sarà di scena a Londra contro la Costa d’Avorio il prossimo 10 agosto. C’è attesa per capire se la rivoluzione sarà reale o continuerà ad esser solo mediatica, la Gazzetta oggi svela la lista dei possibili trenta pre-convocati dai quali usciranno i primi 22 dell’era prandelliana.

    Stando alle indiscrezioni della rosea le novità di Prandelli dovrebbero esser Viviano il lizza con i portieri, Antonini come opzione per la difesa. Le maggiori novità a centrocampo dove oltre a Galloppa potrebbero trovare spazio gli oriundi Ledesma e Thiago Motta. In avanti scontata la presenza di Balotelli e Cassano.

    I 30 pre-convocati secondo la Gazzetta:
    PORTIERI: Marchetti, Viviano, Sirigu, Mirante
    DIFENSORI: Bonucci, Chiellini, Antonini, Zaccardo, Cassani, Gamberini, Bocchetti, Maggio
    CENTROCAMPISTI: Montolivo, Pirlo, De Rossi, Marchisio, Pepe, Cristian Ledesma, Thiago Motta, Galloppa, Palombo
    ATTACCANTI: Gilardino, Pazzini, Borriello, Cassano, Balotelli, Giuseppe Rossi, Palladino, Quaglierella

    Il calendario:
    10 agosto: Italia-Costa D’Avorio (a Londra – gara amichevole)
    03 settembre: Estonia-Italia (a Tallin)
    07 settembre: Italia-Far Oer (a Firenze)
    08 ottobre: Irlanda del Nord-Italia 12 ottobre: Italia-Serbia
    17 novembre: amichevole contro avversario da stabilire
    09 febbraio 2011: Germania-Italia (gara amichevole)
    25 marzo: Slovenia-Italia
    29 marzo: amichevole contro avversario da stabilire
    03 giugno: Italia-Estonia
    07 giugno: amichevole contro avversario da stabilire

  • Totti a tutto campo: “Ho pensato di smettere!”

    In un’intervista rilasciata poco fa, Francesco Totti ha risposto ad alcune domande che riguardavano vari argomenti, dal Mondiale appena terminato in Sudafrica, alla querelle con Balotelli e anche su alcune questioni politiche.

    La dichiarazione shock è stata proprio quella sul fattaccio della Finale di Coppa Italia contro l’Inter che lo ha visto protagonista di un calcione volontario rifilato al giocatore di colore nerazzurro:

    • E’ vero che ho pensato di smettere alla fine della scorsa stagione. Per quello che era successo. Però, parlando con delle persone importanti mi hanno fatto cambiare idea perché quando c’è la passione è difficile andare su altre strade“.

    Totti è entrato anche in argomento Nazionale, parlando di Lippi, Prandelli e dei recenti Mondiali sudafricani:

    • Non ho visto neanche una partita! Ero quasi sempre fuori e non sono riuscito a vederle, ma non pensavo che l’Italia uscisse al primo turno, nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Se mi sono chiesto il perche’ dell’eliminazione? Tanti non erano in condizione ottimale, e’ l’unica cosa che posso pensare. Anche se ci fossi stato io magari sarebbe stato uguale, pero’ forse sapevano con chi prendersela“.

    Totti ha confermato di aver dato la propria disponibilità a Marcello Lippi:

    • Si, ho dato la mia disponibilità per la convocazione. Poi lui ha fatto le scelte che voleva fare, che sono rispettabilissime”. Al nuovo C.T. Cesare Prandelli faccio l’in bocca al lupo. E’ un grande allenatore e un grande uomo, se lo merita. Se mi dovesse chiamare? Lo saluterei volentieri e basta. Se ero vecchio l’anno scorso figuriamoci quest’anno…“.

    Inevitabile, forse, rispondere anche alle ultime polemiche con la Lega Nord:

    • Non rispondo a gente che non canta nemmeno l’inno nazionale. Ho sempre risposto che sono fiero di essere romano, l’ho sempre detto. Purtroppo ci sarà sempre invidia tra Roma e il Nord, però penso che dovrebbero pensare di più all’Italia rispetto a quello che dico o faccio io, o i romani. Ci sono cose più importanti“.
  • Prandelli apre agli oriundi e alla tecnologia

    Prandelli apre agli oriundi e alla tecnologia

    L’Italia si auspicava di trovare in Prandelli una guida esperta ma anche e sopratutto innovativa e dalle sue prime interviste da ct azzurro le speranza sembrano esser ben riposte.

    Cesare Prandelli

    Il neo ct in una intervista concessa al magazine del Corriere della Sera “Sette”, apre nuovamente ai giocatori di origine straniera e alla tecnologia in aiuto ad arbitri e guardalinee ma non solo. Tanti gli argomenti trattati, dalla Fiorentina a Mourinho, moviola in campo, al rapporto con i giocatori.

    Mourinho

    “Nel nostro ambiente il suo stile è stato traumatico, ma dopo due secondi io e lui siamo andati in sintonia su tante cose. Certo, abbiamo caratteri opposti. Lui ha rotto gli schemi in Italia: si presentava in conferenza stampa e spiegava perché non convocava questo o quell, noi invece abbiamo cercato sempre di salvaguardare il giocatore e lo spogliatoio”.

    La Fiorentina

    “Non era una squadra che poteva vincere lo scudetto, alla lunga le qualità tecniche vengono fuori. C’è stato un momento in cui si pensava che avremmo potuto costruire una squadra vincente, poi la proprietà ha fatto una programmazione diversa. Vincere nell’immediato vuol dire fare investimenti importanti. E con la crisi che c’è, giustamente, con tanti altri discorsi hanno progettato a lungo termine”.


    Moviola in campo

    “Sarebbe emozionante. Tanto la moviola in campo esiste già. Finale a Berlino 2006, espulsione di Zidane, l’arbitro è stato avvertito dal quarto uomo che ha visto il replay sul televisore. Non l’hanno mai ammesso ufficialmente ma è cosi’”.


  • Italia, inizia l’era Prandelli. La presentazione del nuovo ct

    Italia, inizia l’era Prandelli. La presentazione del nuovo ct

    E’ in corso la presentazione, all’Olimpico di Roma, di colui che dovrà costruire la nuova nazionale dalle macerie lasciate dal Mondiale sudafricano. Cesare Prandelli, ex tecnico della Fiorentina, ha firmato un contratto di 4 anni ed è il successore di Lippi alla guida degli azzurri. Con lui la nazionale dovrà centrare la qualificazione ai prossimi Europei e poi riscattare la figuraccia rimediata in questo campionato del Mondo nei prossimi Mondiali che si disputeranno in Brasile nel 2014.
    Prima uscita ufficiale il 10 agosto al Craven Cottage di Londra (la casa del Fulham) contro la Costa d’Avorio.

    15:00 Arrivano Prandelli e il presidente della Figc Abete. Il primo a prendere la parola è proprio quest’ultimo:

    • Siamo qui per la presentazione di Cesare Prandelli che ha sottoscritto ieri un contratto che lo lega alla Federazione come ct per il quadriennio 2010-2014. L’esordio sarà il 10 di agosto a Londra contro la Costa d’Avorio, partita programmata come amichevole. Sarà affiancato come allenatore in seconda da Pin“.

    15:05 Prende la parola il nuovo commissario tecnico:

    • E’ il punto più alto della mia carriera. Ringrazio Abete e tutto lo staff della federazione. Mi sono subito sentito a casa. Le difficoltà ci sono, ma voglio partire con l’ottimismo giusto e con grande umiltà. Mi piace pensare positivamente. Voglio fare un saluto a Marcello Lippi che ha fatto grandi cose con la nazionale e lascia una mentalità importante, come dimostrano le dichiarazioni degli azzurri“.

    15:10 Inevitabile la domanda sulle convocazioni (Cassano e Balotelli ndr):

    • Sto già pensando alle possibili convocazioni, perché voglio concentrarmi sulle qualificazioni all’Europeo. Spero di poter disputare da subito delle buone partite. Cassano? Vorrei evitare di far dei nomi oggi perché non mi sembra corretto. Saranno chiamati quanto meritano di indossare la maglia della nazionale, che non è mia ma è della federazione. Sarà una scelta meritocratica. Mi auguro di poter chiamare persone di grande qualità“.

    15:20 Prandelli incorona Buffon come il prossimo capitano della Nazionale:

    • Mi auguro che Buffon possa essere un riferimento per tutti noi. E’ mia intenzione darlgi la fascia di capitano ai prossimi Europei“.

    15:30 Le prime sensazioni:

    • Prima della chiamata di Abete non avevo pensato alla Nazionale, ma ho risposto subito di sì perché sono italiano e non si può dire di no alla nazionale. Poi, probabilmente, ero uno dei pochi tecnici che non aveva grossi vincoli per liberarsi.
      Ora il mio unico pensiero è l’Europeo. Ci voglio arrivare con un’Italia che abbia già la sua identità. Sono convinto che nel campionato italiano c’è grande competenza e professionalità
      “.

    15:35 Il rapporto con Lippi:

    • Ho sentito Lippi prima del Mondiale e gli ho chiesto se voleva ripensarci. Se voleva gli ho detto che un altro posto lo trovavo…. Scherzi a parte, penso che lo sentirò la settimana prossima. Poi intendo seguire le prime amichevoli delle squadre della Serie A“.

    15:40 Sulle prime partite in programma:

    • Noi italiani abbiamo un grande orgoglio e un grande carattere e su questo lavoreremo. Avremo voglia di dimostrare a tutti che questa del Mondiale è stata solo una brutta parentesi. Sono convinto che ci sia molta qualità. Per quanto riguarda la prima partita, dato che non avremo molti giorni, cercheremo di mandare in campo una squadra che abbia un senso. Faccio un esempio: magari una coppia difensiva che abbia lavorato assieme“.

    15:45 Il nuovo ct ringrazia Firenze e si esprime sulla presunta della sterilità del settore giovanile italiano:

    • Ci tengo a ringraziare Firenze e la Fiorentina per tutto il tempo passato insieme. Gli faccio i più sinceri in bocca al lupo.
      I giovani? Sono sempre più convinto avendo lavorato molto nel settore giovanile dell’Atalanta, che il calcio debba investire sul settore giovanile, sulla crescita dei propri giocatori e non sulla loro carriera. Abbiamo grande qualità nei settori giovanili e dobbiamo lavorare in quella direzione. Il problema dei club è quello di dover cercare il risultato in maniera veloce, ma alla lunga penso che anche i grandi club torneranno a programmare le proprie stagioni guardando in casa per proporre propri giocatori per il futuro
      “.

    15:50 Prandelli da un giudizio favorevole alla tecnologia in campo:

    • Sono favorevole alla tecnologia per un semplice motivo: sarebbe un deterrente per la violenza, per abbassare i toni dopo le le gare, senza contare che sarebbe molto spettacolare rivedere immediatamente, anche per il pubblico, queste azioni“.

    15:55 Il neo ct sceglie Bearzot come suo punto di riferimento:

    • La mia memoria storica è legata all’82 e a Enzo Bearzot, grande commissario tecnico che per me è stato un punto di riferimento“.

    16:00 Un pensiero dedicato anche alla Juventus, club che lo ha cercato insistentemente per cercare l’immediato riscatto dopo la fallimentare stagione appena conclusa:

    • La Juve? A ogni allenatore fa piacere se viene cercato da un grande club. Ma i bianconeri hanno preso un ottimo tecnico e i tifosi possono stare tranquilli“.

    16:05 Obiettivo Europeo:

    • Al momento non so dove potrei porre l’Italia, mi piacerebbe vederla tra le prime quattro squadre al mondo.
      Il lavoro di Lippi non è assolutamente da buttare. Per quanto riguarda i prossimi obiettivi, non dico di vincere l’Europeo, ma sicuramente voglio arrivarci con una squadra in grado di farlo
  • Prandelli può esordire: 11 Agosto la prima amichevole a Londra

    Con un inconcepibile ritardo la Federazione Italiana è riuscita a metter in piedi la prima amichevole della gestione Prandelli. L’ex tecnico della Fiorentina sarà presentato a Londra il 10 agosto e il giorno successivo ci sarà la prima amichevole del nuovo corso azzurro.

    L’avversaria ancora è misteriosa ma uscirà dalle contrattazioni con Costa d’Avorio, l’Egitto e l’Uruguay. La Federazione infatti è a lavoro per trovare l’accordo con gli omologhi enti degli altri paesi. Scongiurato il primo intoppo ma per Prandelli l’avventura azzurra è in salita.