Stasera alle ore 18:00 si aprirà la seconda giornata di gare per il Girone C: a Poznan, e precisamente al Municipal Stadium, saranno proprio gli azzurri di Prandelli a scendere in campo nel duro match dove dovranno affrontare la Croazia. I match della giornata saranno infatti Italia-Croazia e Irlanda-Spagna, squadre inserite nel girone C per questa prima fase.
Dopo Italia-Spagna, finita con un pareggio sorprendente per gli azzurri, i ragazzi di Prandelli scenderanno in campo contro i croati per una partita quasi decisiva per il passaggio del turno; la parola chiave di questo match è infatti “vittoria” in quanto la formazione croata si trova per ora in testa alla classifica grazie alla vittoria sull’Irlanda di Trapattoni. Il pareggio non basterebbe infatti all’Italia che potrebbe così trovarsi di fronte al famoso “biscotto” dove nell’ultimo match in programma nella fase a gironi, la Spagna e la Croazia potrebbero accontentarsi del pareggio, tagliando così fuori gli azzurri dal passaggio al prossimo turno.
Dovrà essere quindi la miglior Italia di sempre quella a scendere in campo oggi: Prandelli sembra aver scelto nuovamente Balotelli per fare da coppia con Cassano nell’attacco azzurro; il ct è più propenso a dare un’ulteriore possibilità al “talento senza testa” che nel match contro la Spagna si era presentato troppo nervoso e aveva sprecato un’occasione d’oro quando, solo davanti a Casillas, si è fatto raggiungere da Ramos.
Ma a mettere in dubbio il ct dell’Italia è Totò di Natale che nel match contro la Spagna appena è stato inserito al posto di Balotelli ha portato in vantaggio gli azzurri; Prandelli si trova dunque davanti a un bivio dove dovrà scegliere se inserire Super Mario o Totò. Uno giovane e impulsivo, l’altro esperto e paziente: sono queste le caratteristiche che etichettano i due giocatori azzurri. Forse il ct Prandelli cercherà di dare un’altra possibilità a Balotelli per non scaricare mentalmente il giovane talento e soprattutto perchè sa che Di Natale, come ha fatto la scorsa partita, è in grado di entrare perfettamente nell’incontro e dare il suo contributo anche partendo dalla panchina.
Quasi nessun dubbio invece sull’undici titolare per il ct della Croazia Bilic: saranno infatti gli stessi della partita contro l’Irlanda a scendere in campo contro l’Italia; unica possibilità di variazione l’inserimento di un uomo in più al centrocampo per contrastare l’ottima cinquina azzurra composta da Maggio, Thiago Motta, Pirlo, Marchisio e Giaccherini.
Le due squadre si ricorderanno sicuramente l’incontro disputato nel mondiale nippocoreano del 2002 dove nella seconda gara come oggi, fu proprio la Croazia a superare l’Italia di Trapattoni con un 2-1. Oggi, i protagonisti sono diversi e anche l’arbitro, il quale annullò ben due reti agli azzurri; a dirigere l’incontro di oggi sarà infatti l’inglese Webb.
Ma la seconda gara della fase a gironi è quasi un tabù per l’Italia: in Portogallo nell’Europeo disputato nel 2004 Ibrahimovic fece gol di tacco e la Svezia di fatto estromise così gli azzurri. Una brutta partita successe anche due anni dopo, in Germania, nel Mondiale del 2006, dove alla seconda gara l’Italia pareggiò con gli Usa e perse De Rossi per quattro giornate per la gomitata a McBride.
Nel 2008 fu Buffon a salvare gli azzurri dall’ennesima sconfitta all’Europeo in Austria finendo con un pareggio il match con la Romania. Ed il top del top si manifestò due anni fa, nel Mondiale in Sudafrica dove, pareggiando con la Nuova Zelanda e perdendo con la Slovacchia fummo eliminati dal torneo.
Sicuramente Prandelli si ricorderà di tutti questi avvenimenti e oggi vorrà sfatare il tabù della seconda gara, superando la Croazia e preparando i suoi ad un match tosto dove i croati non concederanno nulla agli azzurri.
LE PROBABILI FORMAZIONI:
ITALIA (3-5-2): Buffon, Bonucci, De Rossi, Chiellini; Maggio, Marchisio, Pirlo, Thiago Motta, Giaccherini; Cassano, Balotelli. A disposizione: De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Abate, Balzaretti, Montolivo, Nocerino, Diamanti, Di Natale, Giovinco, Borini. Ct: Cesare Prandelli.
Dopo le dichiarazioni del giornalista Alessandro Cecchi Paone a proposito della presenza nel gruppo della Nazionale di Prandelli di due gay, un bisessuale e tre metrosexual (a suo avvsio sarebbero Abate, Giovinco e Montolivo, ndr), la conferenza stampa che nel pomeriggio di ieri ha visto protagonista Antonio Cassano si è trasformata in un grottesco monologo, a tratti anche agghiacciante, in cui il barese ha dato il peggio di sè, mostrando una totale incapacità di analisi equilibrata, andando contro qualsiasi parametro di buon gusto, con il sorriso stampato sul volto nel dire: “Ci sono froci in Nazionale? Problemi loro, se la sbrigassero loro. Io mi auguro che non ci siano”. Eppure, poco prima di dare la sua risposta tanto “profonda”, aveva anche precisato che mister Prandelli lo aveva avvertito che avrebbe potuto ricevere una domanda in tal senso: avrebbe potuto pensare ad una risposta perlomeno meno volgare, perchè di volgarità si tratta quando si adoperano parole e giudizi dispregiativi in maniera gratuita.
Antonio Cassano ha, dunque, perso un’occasione per mostrarsi in una veste diversa rispetto a quella di ragazzo superficiale e poco incline alla riflessione che da sempre lo accompagna, anche alla soglia dei trent’anni, un’età in cui è giusto mostrare di aver un punto di vista più maturo: ecco, dunque, che la Figc ha dovuto provvedere immediatamente a placare le furenti polemiche che sono nate dalle parole del barese, diffondendo un comunicato ufficiale nella serata di ieri. Un comunicato che, appunto, non proviene spontaneamente dal calciatore, ma dall’alto, quasi come se fosse stato imposto esclusivamente dalle necessità del momento: “L’omofobia è un sentimento che non mi appartiene. Non volevo offendere nessuno e non voglio assolutamente mettere in discussione la libertà sessuale delle persone. Mi dispiace sinceramente che le mie dichiarazioni abbiano suscitato polemiche e proteste dalle associazioni gay: ho solo detto che è un problema che non mi riguarda e non mi permetto di esprimere giudizi sulle scelte di altri, che vanno tutte rispettate”.
Anche nel comunicato ad hoc per riparare all’indelicatezza commessa, a ben vedere, Cassano adopera la parola “problema” in riferimento all’omosessualità, ribadendo implicitamente quanto detto in maniera più sguaiata nella conferenza stampa del pomeriggio, fallendo il tentativo di giustificarsi nascondendo dietro il consueto “sono stato interpretato male”.
Appare chiaro, dunque, che l’operazione Nazionale bon-ton voluta da Prandelli, con tali dichiarazioni compie un grande passo indietro perchè, nonostante il messaggio di “marcia indietro” ciò che appare dalla conferenza stampa di Cassano è solo un messaggio di bassissima cultura, che va ben contro il pensiero dello stesso cittì, autore della prefazione al libro dello stesso Cecchi Paone: “l’omofobia è razzismo ed è indispensabile fare un passo ulteriore per tutelare tutti gli aspetti dell’autodeterminazione degli individui, sportivi compresi”.
Parole di ben altro stampo rispetto a quelle di Cassano che, date le sue performance verbali, sarebbe meglio se si limitasse a commentare le vicende calcistiche dell’Europeo, con riferimento alla prossima gara contro la Croazia ed al suo feeling con Balotelli cui dovrebbe fare da “tutor”.
Un ruolo che, oggettivamente, difficilmente gli si addice, come lui stesso riconosce: “Ma si parla solo di lui? Abbiamo un buon rapporto, dicono che devo fargli da tutor: immaginate come siamo messi, se io seguo lui, chi segue me?”.
Un Antonio Cassano “duro e crudo”, permetteteci il termine, quello che si è presentato alla conferenza stampa azzurra in vista della sfida di giovedì che vedrà i nostri nazionali impegnati contro la Croazia a Poznan. Tanti gli argomenti affrontati dall’attaccante rossonero dalla gioia per essere finalmente ritornato in Nazionale, al rammarico per le voci sulla quasi certezza del passaggio di Thiago Silva, suo compagno di squadra al Milan, al Paris Saint Germain:
“È ufficiale che il Milan lo cede? Dare via uno come lui è dura, è impossibile da sostituire. Poi però bisogna essere chiari per capire che non possiamo più lottare per titolo e Champions, lui è il 50 per cento della nostra squadra, ognuno fa proprio scelte. Dipendesse da me non lo darei mai via, perderlo e un delitto“.
E sul suo rapporto con Balotelli Fantantonio dice: “Io e Mario abbiamo un buon rapporto anche fuori dal campo. Mi hanno detto di fargli da tutor, ma a me poi chi mi segue?Sul gol sbagliato da Mario ho pensato che la palla me l’avrebbe data, poi magari la tiravo fuori. Lui mi ha detto che non si aspettava il recupero di Sergio Ramos e che me la voleva passare“.
Insomma un Antonio soddisfatto, sereno e sorridente, forse troppo sorridente, forse troppo ingenuo nel rendersi conto che a volte, in determinate circostanze, bisognerebbe tenere a freno la simpatia. Alla fatidica domanda del giornalista sulle dichiarazioni di Alessandro Cecchi Paone, Cassano perde il “lume della ragione” senza “contare fino a dieci prima”. Ma prima di raccontare i fatti ritorniamo indietro di qualche ora precendente alla conferenza stampa. Il giornalista e conduttore Alessandro Cecchi Paone ai microfoni de La Zanzara di Radio 24 aveva dichiarato:
“Nella Nazionale di Prandelli ci sono sicuramente due omosessuali, un bisessuale e tre metrosexual. Il resto sono sani eterosessuali, simpaticamente e normalmente rozzi. I Metrosexual sono quei maschi al momento interessati solo alle donne ma che hanno una cura di se stessi, del corpo e dei particolari più tipica di un bisessuale o di un omosessuale. Il che può far ben sperare per sviluppi futuri“. Lo stesso Cecchi Paone aveva dichiarato mesi fa di aver avuto in passato una relazione con due giocatori (uno di Serie A e uno di Serie C), terminate perchè i due calciatori avevano paura delle ripercussioni in ambito professionale se la notizia fosse trapelata.
Prontamente è arrivata in conferenza stampa per Cassano la domanda sulle parole di Cecchi Paone: “Prandelli mi ha detto che mi facevate questa domanda. Non fatemi parlare… Ci sono froci in Nazionale? Problemi loro, son froci, problemi loro e non mi riguarda. Mi attaccano da tutte le parti. Se l’ha detto Cecchi Paone che c’è stato. Problemi loro“.
Con le sue dichiarazioni il calciatore Barese ha fatto una grossa gaffe sulla questione gay, questione su cui già tempo addietro era intervenuto anche il nostro tecnico Prandelli. Cassano non voleva ricevere attacchi da tutte le parti ma questa volta le polemiche saranno inevitabili.
Dopo la buona prova contro la Spagna, che ha portato agli Azzurri morale, qualche elogio ed un punto in classifica nel girone C, è tempo di focalizzare l’attenzione sul prossimo impegno, in programma Giovedì contro la Croazia: un match tutt’altro che semplice, considerando che i croati sono attualmente in testa al girone dopo aver strapazzato l’Irlanda di Trapattoni e che, proprio nella gara d’esordio, hanno mostrato buone capacità di gioco.
Gli Azzurri, dunque, dovranno mostrarsi al meglio delle proprie capacità, sia in termini di concentrazione che di gioco, per superare l’ostacolo e proiettarsi con fiducia verso il proseguio del cammino europeo: non sarà semplice e, per questo, il ct nelle ultime ore sta “mescolando le carte” proprio per non dar punti di riferimento agli avversari, programmando per la giornata odierna un allenamento a porte chiuse in mattinata ed alle 17 seduta aperta ai giornalisti solo per la prima mezz’ora, mentre in seguito il lavoro tattico verrà blindato. Accorgimenti mirati anche a tenere alta l’attenzione del gruppo, perchè – nonostante il buon esordio – nulla ancora è stato fatto.
Il ct sembra essere intenzionato a confermare buona parte dell’ Italia che ha ben giocato contro le Furie Rosse domenica scorsa, ma qualche cambio non è da escludere, come lo stesso Prandelli ha dichiarato: “Guarderemo con attenzione la Croazia, la conosciamo ma nell’ultima gara hanno cambiato qualcosa, li seguiremo con attenzione per decidere. L’idea è di non cambiare tanto per dare una continuità”. La forza dell’avversario, però, è un fattore che per il mister non dev’essere affatto sottovalutato, anche perchè, secondo il ct, la Croazia potrebbe presentare dei pericoli ancora maggiori rispetto alla Spagna, soprattutto a causa della sua imprevedibilità di gioco “per questo dobbiamo arrivare ancora più preparati”.
In termini di uomini in campo, potrebbe esserci un avvicendamento dal primo minuto fra Balotelli e Di Natale, considerando che Totò ha avuto un impatto eccellente sulla gara, segnando il gol del vantaggio:“in questo momento non lo so, non ho pensato a questo: devo cercare di capire chi ha speso di più. Ovviamente loro due non hanno speso molto, perché si sono divisi la partita”.
Il cambio, però, non sarebbe condizionato dall’errore di Mario nel match contro la Spagna quando, solo di fronte a Casillas, si è fatto recuperare da Sergio Ramos, anche se – secondo il ct – Mario Balotelli potrebbe accusare un po’ di pressione e di responsabilità di troppo: “Per la prima volta deve forse dimostrare a tutti quella potenzialità che tutti gli riconoscono e magari un po’ più di responsabilità se la sente”, anche se quell’errore potrebbe essere anche un stimolo importante a far bene quando verrà richiamato in causa, pensando a costruirsi nuovamente un’occasione del genere “per potersi trovare di nuovo nella stessa situazione e fare la scelta giusta”.
In fase difensiva, poi, il mister si dichiara soddisfatto della retroguardia, compreso il centrale “adattato” De Rossi, che ha mostrato uno straordinario spirito di abnegazione, oltre che precisione negli interventi, anche se l’ingresso in campo di Torres nel secondo tempo aveva messo in maggiore difficoltà il nostro reparto arretrato. In tal senso, Daniele De Rossi può migliorare ancora in quel ruolo (giocando sempre nel reparto a tre o a cinque) se riuscisse a dare maggiori riferimenti, avanzando e cercando di fare le due fasi, perchè “ha le doti fisiche per farlo, perchè ha la resistenza del centrocampista”.
La gara di giovedì, dunque, potrà fornire una controprova importante sulle reali potenzialità della nostra Nazionale, che si misurerà proprio sul terreno ostico del secondo match del girone che, durante i tornei brevi, può presentare qualche insidia in più sul piano della tenuta atletica. Domani gli Azzurri lasceranno Cracovia e partiranno per Poznan e, nel pomeriggio, sosterranno la rifinitura allo stadio dove scenderanno in campo giovedì alle 18.
La gara di ieri contro la Spagna, oltre al positivo risultato del campo ed al bell’approccio degli Azzurri al match d’esordio Europeo, ha mostrato altri temi interessanti, anche fuori dal rettangolo di gioco, restituendo al nostro calcio quella dimensione di cuore e passione che, a causa dei troppi scandali, spesso finisce in secondo piano.
Nonostante tutti i veleni della vigilia e le problematiche connesse, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non è voluto mancare all’esordio azzurro, sedendo in tribuna d’onore allo stadio di Danzica, al fianco della moglie Clio e del presidente Uefa Michel Platini, ed a poca distanza dalla coppia reale spagnola, costituita dal principe delle Asturie Felipe e dalla consorte Letizia.
Il presidente Napolitano, dunque, ha deciso di mostrare la sua vicinanza ed il suo supporto agli Azzurri, in un momento tanto delicato e decisivo, emulando quella che – nel fatidico 1982 (dopo il primo scandalo scommessopoli, ndr) – fu la “storica” decisione del presidente Pertini, premiato, poi, dalla conquista del Mondiale spagnolo dalla nazionale di Bearzot.
Giorgio Napolitano in veste di presidente-tifoso ha spiegato alla moglie Clio chi fosse l’uomo seduto al suo fianco, (riferendosi a Michel Platini, ndr), ha seguito attentamente la gara, esultando al gol del vantaggio di Totò Di Natale ed assistendo, quattro minuti dopo, al pareggio spagnolo firmato da Fabregas, con un simpatico scambio di battute con il principe spagnolo a proposito del buon risultato che stava maturando per entrambe le squadre e della possibilità di “firmare per il pareggio”.
Al termine della gara, ancor prima che gli Azzurri facessero la doccia, il presidente ha voluto salutare personalmente la Nazionale, scendendo personalmente nello spogliatoio per complimentarsi dell’ottima prestazione: i calciatori sono rimasti piacevolmente sorpresi da tanto affetto e partecipazione, ancor di più, dopo il lungo e sentito abbraccio del presidente Napolitano al capitano Gigi Buffon. Anche in tal caso, curioso siparietto con il presidente che rivela al portiere quanto era accaduto in tribuna d’onore con il principe Felipe, raccomandandosi con una battuta di “non rivelare a nessuno che abbiamo firmato per il pari”, ottenendo la pronta risposta ironica di Gigi: “eh no, altrimenti ci mettono dentro”.
Battute a parte, l’aspetto più bello del post-gara è stata proprio l’intensità emozionale ed il coinvolgimento del Capo dello Stato, che ha dismesso i panni istituzionali per mostrarsi nel ruolo di appassionato, complimentandosi con tutti – “Bravi siete stati bravi, è stata una grande soddisfazione, abbiamo visto una bellissima partita” – ricevendo la risposta entusiasta dei calciatori, che hanno apprezzato particolarmente il gesto ed il coinvolgimento del presidente, con capitan Buffon che ha deciso di donargli la sua maglia da gara, con il numero uno naturalmente.
Un bel regalo e tanti sorrisi, che testimoniano la ritrovata serenità del gruppo di Prandelli, confermata proprio dalle parole del suo uomo di maggiore esperienza, soddisfatto di aver visto in campo “l’Italia che sognavo, è stato bello vedere i miei compagni sacrificarsi e giocare alla pari con la Spagna”.
Il cammino è appena iniziato, con il passo giusto, ma solo con l’unione di forze ed intenti il gruppo Azzurro può cementarsi ancora di più, raccogliendo gli stimoli esterni e tramutandoli in maggiori motivazioni e voglia di far bene, elementi sempre preziosi in una competizione tanto importante quanto breve e intensa come gli Europei.
Il sostegno del Presidente, la figura più importante della nostra Nazione, in tal senso, è un tassello importante per riportare loro la vicinanza di una Nazione delusa e ferita, ma pronta ad appassionarsi ed innamorarsinuovamente allo sport che da sempre ama di più, sognando nuove notti magiche.
Terza giornata ad Euro 2012 dove prenderà il via il girone C che vede inserite oltre all’Italia, la Spagna, la Croazia e l’Irlanda di Trapattoni. Saranno proprio gli azzurri aprire le danze sfidando la Spagna alle ore 18 a Danzica in diretta su Rai Uno; gli spagnoli sono i detentori del titolo europeo conquistato 4 anni fa proprio dopo aver battuto l’Italia di Donadoni ai calci di rigore in semifinale. Arbitro della sfida di stasera sarà l’ungherese Viktor Kassai.
L’Italia guidata da Cesare Prandelli sembra avere cambiato qualcosa dopo aver incassato 3 reti dalla Russia e non essere riuscita a segnare nemmento un goal: il ct ha quindi deciso di optare per lo spostamento di De Rossi centrale, in mezzo ai due juventini Bonucci e Chiellini. In attacco vengono proposti Cassano e Balotelli, sperando siano capaci di sorprendere la retroguardia spagnola dove al posto dell’infortunato Puyol scenderà in campo Sergio Ramos.
Per quanto riguarda la formazione di Del Bosque vorrà sicuramente dimostrare che non a caso si trovano ad essere sul tetto d’Europa e del Mondo e che anche quest’anno possono conquistare il titolo; i giocatori che hanno infatti vinto negli anni passati sono ancora in ottima forma e Xavi, Iniesta, Fabregas e Fernando Torres sapranno regalare grandi e non far sentire la mancanza del capitano Puyol e del bomber David Villa.
La sempre nota insuperabile difesa italiana potrebbe rivelarsi questa volta il punto debole della compagine azzurra dove, dopo l’infotunio di Barzagli, Prandelli ha cambiato lo schema in un 3-5-2. Il centrocampo è quindi il punto di forza degli azzurri dove Pirlo, Marchisio, Thiago Motta, Nocerino, Diamanti e Montolivo sono tutti elementi capaci di garantire qualità, quantità e soprattutto duttilità, doti utili ad evitare di dare punti di riferimento all’avversario.
Una tattica studiata dunque per contrastare il forte reparto centrale spagnolo che vede Xavi Hernandez condurre il centrocampo della Spagna. Pochi i punti deboli delle furie rosse che si presentano a questo torneo come una delle squadre più quotate alla vittoria finale.
“Rispettiamo l’Italia anche se ha cambiato generazione – spiega il ct della Spagna Vicente Del Bosque – da quando c’è Prandelli l’Italia ha anche modificato il gioco diventando una squadra sicuramente forte. Già in passato siamo partiti in un Europeo con una sconfitta e questa volta non voglio perdere”.
“Ci siamo allenati bene – ribatte il ct dell’Italia Cesare Prandelli – abbiamo preparato la partita nella maniera migliore, il pessimismo ci accompagna, non ci dà fastidio e la squadra ha voglia di sovvertirlo. De Rossi è molto convinto, per quanto riguarda l’interpretazione del ruolo aspettiamo la partita, Daniele l’ha già fatto nella Roma”.
Le formazioni di Italia Spagna La probabile formazione della Spagna sarà un 4-3-3 con Casillas, Arbeloa, S. Ramos, Piqué, Jordi Alba; Busquets, Xavi, Xabi Alonso; Iniesta, Torres, Silva.
A disposizione: Valdés, Reina, Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Fabregas, Cazorla, J. Navas, Pedro, Mata, Negredo, Llorente.
Allenatore: Vicente Del Bosque.
La probabile formazione dell’Italia sarà un 3-5-2 con Buffon, Bonucci, De Rossi, Chiellini; Maggio, Marchisio, Pirlo, T. Motta, Giaccherini; Cassano, Balotelli.
A disposizione: De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Abate, Balzaretti, Montolivo, Nocerino, Diamanti, Di Natale, Giovinco, Borini.
Allenatore: Cesare Prandelli.
Gli esordi della Nazionale Italiana nelle fasi finali dei campionati mondiali ed europei molto spesso sono stati accompagnati da polemiche e problematiche di disturbo, lontane da questioni prettamente di campo. Nella migliore (o peggiore) delle tradizioni, la vigilia dell’Europeo in Polonia ed Ucraina è stata contraddistinta dalle ormai note vicende relative al calcioscommesse, fra blitz e veleni, che hanno spostato nettamente l’attenzione dalle questioni tattiche: ora, però, l’Europeo è iniziato, mostrando i suoi primi risultati del campo e, dunque, anche per gli Azzurri è tempo di calarsi in pieno nel clima pre-partita, nell’immediata vigilia del match d’esordio che, sulla carta, appare realmente proibitivo. L’impegno contro i padroni del calcio mondiale ed europeo, la Spagna di Vicente del Bosque, sarà un importante spartiacque delle velleità della nostra Nazionale anche se è quantomeno insolito che il “bivio” giunga già alla prima gara che, solitamente, viene considerato un match di assestamento.
Un esordio così complesso, però, mostra sicuramente dei temi di gran fascino ed interesse, oltre che regalare certe motivazioni e stimoli che, soprattutto dopo una preparazione tanto tribolata, appaiono realmente come una risorsa preziosa su cui far leva, da capitalizzare il più possibile: è già accaduto in altre occasioni e, se dovesse accadere nuovamente, potrebbe essere considerato realmente come un fattore distintivo degli Azzurri, una speciale “skill” da sfoggiare nel momento delle difficoltà, per rialzare la testa e dimostrare con orgoglio che questo sport è ancora vivo.
Le parole adoperate sul suo profilo Facebook dal capitano Azzurro Gigi Buffon, finora solo sfiorato dalle vicende esterne, devono essere lette proprio in tal senso, come la necessità di un leader di caricare i suoi compagni, spronandoli a far bene per dimostrare il loro valore a tutti i detrattori ed ai cosiddetti “seminatori di zizzania”.
La grinta e la determinazione di Buffon saranno l’esempio fondamentale per lo spogliatoio ma, di certo, la gara contro gli spagnoli necessiterà anche di una buona dose di accorgimenti mirati a resistere all’onda d’urto delle furie rosse. Nell’ultimo scontro ufficiale, disputato nei quarti di finale dell’Europeo 2008 con Donadoni in panchina, gli Azzurri si arresero agli iberici solo ai calci di rigore, dopo una gara lunga e tirata, bloccata sullo 0 a 0: in tal occasione, nonostante l’eliminazione, l’Italia non sfigurò, anche e soprattutto perchè ebbe la “consolazione” di essere eliminata dalla formazione che si aggiudicò, poi, la competizione, oltre che il Mondiale 2010.
Contro gli iberici, inoltre, la Nazionale di Prandelli ha ottenuto un prestigioso successo per 2 a 1 in amichevole, con reti di Montolivo ed Aquilani, dimostrando che quando il gioco girava a dovere, la formazione azzurra poteva essere comunque competitiva anche contro i migliori in assoluto: quello smalto e quella brillantezza che hanno contraddistinto il cammino di qualificazione, però, alla luce delle ultime tre sconfitte consecutive nelle amichevoli di “avvicinamento” , sembrano realmente lontani. Gli Azzurri avranno l’arduo compito di provare a sorprenderci, smentendo lo scetticismo diffuso in queste ore di vigilia, dimostrando di essere “vivi” nonostante l’emergenza in difesa e l’attacco poco rodato.
Come annunciato, al posto di Barzagli (in attesa del suo recupero) sarà Daniele De Rossi il centrale difensivo, con Chiellini e Bonucci a competare il terzetto: nella gara di domani saranno loro il trio più attenzionato, soprattutto alla luce delle difficoltà mostrate dalla retroguardia nell’ultima amichevole contro la Russia, conclusasi con tre gol al passivo. In particolare, gli occhi saranno puntati sul romanista che ha, comunque, mostrato grande disponibilità nell’accettare di “retrocedere” in difesa, così come già accaduto nella Roma di Luis Enrique e, chissà, questa mossa potrebbe rivelarsi una soluzione vincente, dettata proprio dalla necessità. Così come sarà molto forte l’attenzione sul ct Prandelli, al debutto nella fase finale di un campionato europeo: lui, per ora, ostenta serenità, concedendosi nel pomeriggio di oggi anche un “pisolino“, caratteristica di chi sa di aver lavorato al massimo delle sue possibilità e, probabilmente, di chi vuole dare un segnale di rottura rispetto alle molteplici tensioni circostanti.
Nella gara di domani alle ore 18 il campo esprimerà il suo verdetto: tutti ci auguriamo che anche dopo il match con la Spagna il mister possa continuare a dormire sonni tranquilli.
Andrea Barzagli resta tra i ventitre della spedizione italiana ad Euro 2012. Il difensore della Juventus infatti ha superato i test medici cui era stato sottoposto dopo lo stiramento al polpaccio patito qualche giorno fa in allenamento e così Cesare Prandelli ha deciso di tenerlo. C’è da dire però che il difensore salterà di sicuro le prime due sfide del massimo torneo continentale, ovvero quelle con Spagna e Croazia, rientrando, quasi certamente, nel terzo e ultimo match del girone eliminatorio contro l’Irlanda di Trapattoni.
Niente da fare cosi per il centrale del Cagliardi Davide Astori, messo in preallarme da Prandelli dopo il contrattempo che ha coinvolto Barzagli e che quindi rientra a casa. Per lui dunque niente Europeo. “Dopo l’esame strumentale e la visita clinica, abbiamo notato un sensibile miglioramento e questo ha indotto Prandelli, al quale spetta l’ultima decisione, di tenerlo in gruppo nella speranza di poterlo recuperare almeno per la terza partita“, ha dichiarato Enrico Castellacci, responsabile dello staff medico della Nazionale azzurra che ha comunicato cosi l’esito positivo dei test medici, almeno dalla terza partita in poi.
Un’assenza, quella di Barzagli, che contro Spagna e Croazia peserà tanto alla luce del nuovo modulo che ha deciso di adottare Prandelli: la difesa a tre infatti richiede tanti centrali a disposizione, meglio ancora se abituati a questo tipo di reparto arretrato. E lo juventino lo è vista la stagione appena conclusa con il proprio club dove più volte ha giganteggiato. Dunque chi lo sostituirà in questi primi due appuntamenti? Con la Spagna, quasi certamente, toccherà a Daniele De Rossi, ma qualora l’esperimento dovrebbe rivelarsi sbagliato è pronto il torinese Angelo Ogbonna, che anche per caratteristiche fisiche sembra potersi adattare tranquillamente alla difesa a tre. Ovviamente in molti, Prandelli in primis, sperano che già dalla prima gara fili tutto liscio e che Barzagli possa recuperare senza dover forzare troppo i tempi.
Piero Chiambretti ama i programmi non convenzionali, fuori dal coro, poco inclini al perbenismo: ecco perchè la prima puntata del suo programma radiofonico su Radio 2 dedicato agli Europei di Polonia ed Ucraina, dal titolo emblematico “Chiambrettopoli” (in onda fino al 2 Luglio), ha avuto come ospite “il grande escluso” dalla competizione calcistica continentale, ossia Domenico Criscito.
Il suo nome in questi giorni è stato uno dei più pronunciati, in bilico fra la cronaca sportiva e la cronaca giudiziaria, a partire dall’ormai tristemente celebre blitz della Polizia nel ritiro della Nazionale a Coverciano, con annesso avviso di garanzia e perquisizione della sua camera alle 5 del mattino. Un risveglio brusco e traumatico per il difensore campano che, da allora, ha vissuto giorni realmente difficili: i sospetti su di lui, sul suo coinvolgimento nelle combine, sulla sua partecipazione ad una riunione in un ristorante di Genova insieme agli ultras rossoblu, e poi l’esclusione dai ventitrè convocati di Cesare Prandelli, dopo un breve colloquio con il cittì ed il vicepresidente federale Demetrio Albertini. L’intervista radiofonica di Criscito si apre, così, sulle note di “la Lontananza”, a voler sottolineare proprio la distanza fra il difensore dello Zenith San Pietroburgo ed il ritiro di Cracovia, dove si trovano attualmente gli Azzurri: Mimmo Criscito conferma di avvertire proprio tale “distanza”, oltre che “La nostalgia da questa competizione a cui tenevo moltissimo”.
Piero Chiambretti
La nostalgia però non è l’unico sentimento che pervade l’animo di Criscito in questi giorni delicati: c’è posto anche per una punta di risentimento nei confronti dei vertici della Federcalcio, Albertini e Abete, che non hanno fatto scudo per proteggerlo dalla vicenda che lo stava coinvolgendo, al contrario di quanto hanno fatto per Leonardo Bonucci, difensore della Juventus, regolarmente convocato dal cittì nonostante gli siano stati ascritti gli stessi reati di Criscito, anche se nel suo caso non gli è stato consegnato l’avviso di garanzia. Piero Chiambretti provoca Criscito chiedendogli (con un gioco di parole rispetto al cognome del presidente Figc, ndr) “se a Natale farà l’Abete”, sottolineando, poi, senza peli sulla lingua la netta differenza di trattamento tra lui e Bonucci: “tu sei a Forte dei Marmi in vacanza mentre lui è all’Europeo”. Dopo la “provocazione” la risposta di Criscito non tarda ad arrivare, anche se con toni sempre moderati, all’insegna della diplomazia: “Avviso di garanzia non vuol dire essere colpevoli, sia io che Bonucci meritavamo la nazionale”.
Sulla questione-Nazionale, poi, è d’obbligo affrontare l’argomento-Prandelli, per approfondire quale sia stato il reale comportamento del cittì nei confronti di Criscito e, soprattutto, per comprendere meglio cosa si siano detti nel colloquio che ha poi preceduto la sua esclusione dai convocati per Euro 2012. In tal senso, Criscito adopera parole di gratitudine nei confronti del mister: “mi aveva promesso che se la mia situazione fosse migliorata, mi avrebbe portato all’Europeo, ma in 8 giorni la situazione non poteva cambiare, sono stato condannato per una foto, ma io ero lì per spiegare una partita giocata male”.
Una promessa che era stata “resa nota” in occasione dell’infortunio di Barzagli che aveva imposto la necessità di individuare un sostituto (anche se in queste ore si è deciso di non sostituirlo, ndr): il nome di Criscito, però, non venne preso in considerazione, preferendo l’opzione Astori, probabilmente a causa della contrarietà dello stesso Albertini. La risposta di Mimmo Criscito, in tal caso, appare molto più decisa: “sono felice che il mister creda in me, nella persona che sono. Per il resto, se è vero, mi dispiace”.
Siamo arrivati oggi al Gruppo C, quello della nostra Nazionale. Gli azzurri dovranno affrontare Spagna, Irlanda e Croazia. Sulla carta la qualificazione dovrebbe essere abbastanza agevole per gli azzurri, con Irlanda e Croazia che sembrano non poter impensiere più di tanto gli uomini di Cesare Prandelli. Ma come ci insegna il vecchio Trap, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. E allora guardiamo cosa ci propone il sacco del girone C.
LA STORIA – Pare quasi un paradosso come questo girone sia il secondo meno titolato di questi Europei, se prendiamo esclusivamente la rassegna continentale. Tre titoli, di Italia e Spagna. Gli azzurri trovarono il loro trionfo nel lontano ’68, mentre la Roja, dopo il successo nella seconda edizione del ’64 giocata in casa, dovette aspettare altri 54 anni prima di tornare a vincere nel 2008. Rimangono le briciole invece alle restanti due Nazionali. Per l’Irlanda quella di quest’anno è la seconda partecipazione ad una fase finale, dopo la sfortunata esperienza dell’88 che li vide uscire durante la fase a gironi superata da Russia e Olanda. La Croazia invece è una Nazionale relativamente giovane, nata nei primi anni ’90 e capace di togliersi già alcune belle soddisfazioni, non ultima la qualificazione ai quarti nella scorsa edizione, dove poi venne battuta dalla Turchia ai tempi supplementari.
L’ASSENZA – Apparentemente è la Nazionale da battere, vuoi perché sono i campioni in carica d’Europa e del Mondo, vuoi perché è espressione del calcio tanto spettacolare quanto vincente messo in mostra dal Barcellona negli ultimi anni, e poi perché l’esperienza acquisita a livello di club e internazionale è qualcosa di non paragonabile con gli altri calciatori presenti in Ucraina e Polonia. C’è un però, le assenze. Mancheranno infatti due giocatori fondamentali per la Roja, due blaugrana doc, entrambi per infortunio. Da una parte Carles Pujol, capitano e leader carismatico della selezione iberica e David Villa, bomber di razza delle Furie Rosse, che ancora non ha recuperato dal terribile infortunio alla tibia patito durante il Mondiale per Club di quest’anno in semifinale. Assenze pesanti, che forse stanno passando fin troppo in secondo piano. In ogni caso la rosa delle Furie Rosse resta altamente competitiva. Il reparto di difesa è costituito in gran parte dal blocco Real, con Casillas tra i pali più Arbeloa, Sergio Ramos e Albiol tra i sette difensori convocati dal ct Del Bosque, fra cui figura anche la sorpresa Juanfran dell’Atletico Madrid, senza dimenticare il totem Pique, che per la verità non ha poi convinto più di tanto questa stagione. A centrocampo si commenta da se l’onnipresenza del Barcellona, con Iniesta, Xavi, Fabregas e Busquets alfieri della metà campo spagnolo, con il solo Xabi Alonso a spezzare l’egemonia blaugrana. Con ogni probabilità sarà Torres al centro del 4-3-3, con il Blues preferito a chi come Fernando Llorente ha scritto pagine storiche per l’Athletic Bilbao di Bielsa. Nel 4-3-3 della Roja dovrebbe poi trovare un posto da titolare nella corsia di destra Mata, compagno di squadra del Nino nel Chelsea, senza dimenticare però che in panchina figura un certo Pedro, il quale però potrebbe essere tenuto a riposo per entrare poi in partita in corso, avendo già dato ampia dimostrazione di come possa essere decisivo anche entrando dalla panchina. Se la Spagna riuscirà a dare velocità alla sua manovra, senza cadere nell’errore di specchiarsi, allora difficilmente potrà avere rivali. Da non sottovalutare però un aspetto fondamentale, ovvero quello delle motivazioni. Dopo aver vinto tutto quanto negli ultimi 4 anni, i calciatori della Roja avranno quell’umiltà e quella determinazione di centrare un nuovo storico traguardo? Il punto interrogativo è questo, la risposta ci verrà data durante gli Europei.
PROMESSA – La Nazionale azzurra non parte di certo con i favori del pronostico, anche se le semifinali del torneo dovrebbero essere un obiettivo abbastanza realistico a cui poter puntare, per poi sognare anche una finale e perché no, una nuova finale dopo quella del Mondiale 2006 ed Euro 2000. Il ct Prandelli ha varato una linea verde che tanto si dissocia da quel passato recente che, nonostante le valanghe di critiche, è riuscito a consegnarci una Coppa del Mondo dopo un quarto di secolo. Dei protagonisti di Berlino sono rimasti soltanto Pirlo e Buffon, con De Rossi e Chiellini più maturi rispetto a sei anni fa. Per gli Europei il commissario tecnico ha deciso di affidarsi al blocco della Juventus campione d’Italia, e non è da escludere che decida di adottarne anche il modulo (3-5-2), schierando i tre bianconeri Barzagli, Chiellini e Bonucci, con quest’ultimo anello debole (attenzione però anche alla possibile sorpresa Ogbonna). Sugli esterni dovrebbe essere certa la presenza di Maggio e Balzaretti, dopo che Criscito è rimasto in Italia per le note vicende del calcioscommesse. Entrambi hanno gamba e forza per spingersi in avanti, e se per Maggio l’esperienza di quest’anno in Coppa Campioni con la maglia del Napoli può essere salutata come acqua nel deserto, la stessa cosa non si può dire per il terzino rosanero, che in Nazionale ha all’attivo 8 presenze soltanto. Al momento però, considerando quanto può offrire il calcio italiano in questo reparto, non ci sentiamo di criticare Prandelli, sebbene forse una riflessione in più sulla convocazione di Bonucci la si sarebbe potuta fare, e non tanto per l’avviso di garanzia della Procura, quanto proprio per una questione tecnica, con magari un Ranocchia o un Astori più meritevoli di quanto fatto vedere quest’anno dal bianconero, sopratutto il sardo. Analizzando il centrocampo italiano, difficilmente riusciamo a trovarne uno migliore per quantità e qualità, paragonabile senza alcun impedimento di sorta a quello della Roja. Andrea Pirlo rimane il play più forte al mondo, alla stregua di un Rondo o un Parker del basket. Ci sono poi De Rossi e Marchisio, due prodotti doc del vivaio di Roma e Juve, senza dubbio il meglio di quanto si può auspicare. Proprio loro tre dovrebbero illuminare le azioni dell’Italia. Qualche dubbio lo lasciano Riccardo Montolivo e Thiago Motta. Il primo è atteso sempre dalla consacrazione ufficiale, sopratutto ora che è approdato in rossonero, del secondo invece si teme la lentezza, sia di gambe che nel creare gioco. Non ce ne vorrà Thiago, ma considerarlo il vice di Pirlo è qualcosa di improponibile, meglio uno tra De Rossi e Montolivo. C’è poi il gregario Nocerino, che nei pensieri del tecnico Prandelli dovrebbe essere l’alternativa di Marchisio, mentre in Ucraina c’è già chi scommette sull’outsider Diamanti, portato contro ogni pronostico dal ct agli Europei, sebbene il suo utilizzo appare in forte dubbio ora che sta prendendo sempre più piede il disegno tattico del 3-5-2 dopo la debacle con la Russia di Advocaat.
In attacco spazio alla fantasia, con Cassano, Giovinco e Balotelli in lotta per i due posti da titolare lì davanti. La magia e la poesia direbbe Cassano in coppia con Supermario, la logica invece preferirebbe Giovinco al rossonero. Il perché è presto detto, dal momento che la Formica Atomica appare decisamente come l’uomo più in forma dell’Italia in questo momento, dato testimoniato anche dalle ultime spettacolari prestazioni con la maglia del Parma. In secondo piano Di Natale e Borini. Il primo, nonostante i titoli di capocannoniere ad Udine, non ha mai convinto più di tanto in Nazionale, e a meno di stravolgimenti climatici anche in quest’occasione il calciatore bianconero non dovrebbe recitare un ruolo di protagonista nella spedizione azzurra (saremo ben felici di ricrederci in caso contrario). L’attaccante della Roma invece è approdato solo di recente alla ribalta Nazionale, tanto da poter contare su una sola presenza con la maglia dei “grandi” (l’ultima amichevole di febbraio contro gli Usa). In ogni caso Borini si è meritatamente conquistato la convocazione agli Europei, dimostrando grande freschezza atletica e doti da goleador importanti nel suo primo anno alla Roma. Pronostici? Scaramanzia a parte, diciamo quarti di finale e poi si vedrà. Molto dipenderà dal carattere e dalla determinazione che la nostra Nazionale riuscirà a mettere in campo, e quanto l’inchiesta del calcioscommesse influirà sulla psiche dei giocatori italiani. Onestamente crediamo che con l’inizio degli Europei i giocatori sapranno mettersi alle spalle quanto sta succedendo in Italia e qualora dovesse arrivare un buon risultato nel match inaugurale contro la Spagna allora potremo davvero pensare in grande.
VOLPE TRAP – Chi non conoscesse Trapattoni non darebbe nemmeno una chance all’Irlanda, impegnata nel Gruppo che vede l’Italia e la Spagna protagoniste. Eppure senza presentare molte stelle, la Nazionale del Trap è approdata alle fasi finali dell’Europeo e si appresta a viverlo come possibile outsider almeno per un posto ai quarti di finale, poi chissà. Quest’anno Di Matteo ci ha ricordato come il vecchio calcio all’italiano continui a dare i suoi frutti, contro squadre blasonate come il Barcellona e il Bayern. La vera punta di diamante dell’Irlanda è il solito Robbie Keane, che oggi gioca in America insieme a David Beckham nei Galaxy. Al suo fianco dovrebbe giocare uno tra Doyle e Walters, anche se la sorpresa potrebbe essere dettata dal giovane del West Bromwich Shane Long. Insieme a Keane l’altro calciatore di maggiore talento è l’ala sinistra Aiden McGeady, attualmente in forza allo Spartak Mosca. Nel 4-4-2 del Trap sulla corsia di destra troviamo l’esperto Damien Duff, che all’età di 33 anni è alla sua ultima grande occasione in una rassegna così importante. In difesa O’Shea (Sunderland) e Richard Dunne (Aston Villa) dovranno guidare una difesa che al centro conta la presenza di Sean Ledger (Leicester City, Serie B inglese) che non può avere l’esperienza necessaria per giocare sfide a così alto livello. In porta l’altro cavallo di battaglia del Trap, Shay Given (Aston Villa), che all’età di 36 anni rimane uno dei portieri più forti della Premier. In molti si chiedono se l’Irlanda riuscirà ad essere la sorpresa del Gruppo C. Noi rispondiamo che nel calcio non bisogna mai dare nulla per scontato, e che Trapattoni ha più volte giocato un brutto tiro ai colori azzurri, e lo stesso Cesare Prandelli se lo ricorda piuttosto bene.
CI SCOMMETTETE? – Diciamo subito che sarebbe davvero un azzardo scommettere sul passaggio del turno della Nazionale croata. Gli uomini guidati dal talentuoso ct Slaven Bilic (in carica dal luglio del 2006) dovrebbe recitare un ruolo di secondo piano all’interno del Gruppo C. Soltanto il centrocampo sembra offrire qualche spunto di vitalità, data la relativa freschezza del reparto in termini anagrafici e sopratutto grazie alla presenza del faro Luka Modric, autentica stella del suo Paese. Il calciatore del Tottenham è il più talentuoso tra i 23 convocati da Bilic per gli Europei, sebbene difficilmente da solo potrà sovvertire i pronostici della vigilia. In attacco la Croazia presenta i soli Olic e Mandzukic a poter impensierire le difese avversarie, anche perché il brasiliano Eduardo non sembra più lo stesso calciatore che avevamo ammirato qualche anno fa con la maglia dell’Arsenal. Va meglio nel settore nevralgico della squadra. Oltre a Modric e il suo compagno di club Niko Kranjcar, i croati possono contare sull’apporto di gente come Rakitic (centrocampista del Siviglia) e la giovane stella della Dinamo Zagabria Badelj. I guai arrivano in difesa, dove la coppia centrale titolare Simunic-Schildenfeld si candida come tra le più perforabili del torneo. Il difensore migliore è Corluka, che all’accorrenza può giocare anche come terzino sinistro, sebbene quel ruolo sarà con tutta probabilità ricoperto dal capitano della spedizione, l’esperto Darijo Srna.